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Le orazioni.

Cicerone cur personalmente la pubblicazione di molte sue orazioni, spesso rielaborate e diverse e ampliate rispetto ai discorsi effettivamente pronunciati. Gli scopi che lo spinsero a scrivere erano molteplici: propaganda politica difesa del proprio operato difronte critiche e attacchi degli avversari desiderio di otterenre gloria presso i contemporanei e i posteri. Le orazioni conservate sono 58 e sidividono in giudiziarie e deliberavive.

Orazioni giudiziarie.
Verrinae: sette orazioni per il processo dei siciliani contro Gaio Verre. Si divide in: 1. Divinatio in Caecilium: chiede dipoter sostenere l'accusa per conto dei siciliani contrapponendosi ad un certo Cecilio, il quale secondo Cicerone voleva agire a favore di Verre. Grazie a questo discorso ottenne 110 giorni per poter indagare e raccogliere prove; 2. actio prima in Verrem: la requisitoria tenuta nel primo dibattito giudiziario. Senza aspettare la seconda fase del dibattito, Verre, schiacciato dall'evidenza delle accuse, decise di partire in esilio volontario 3. actio secunda: composta da ben 5 orazioni che Cicerone non pronunci, ma che produsse e pubblic grazie all'abbondantissimo materiale raccolto. Queste orazioni hanno come argomento: I) i misfatti di Verre nella carriera pre-siciliana; II) i soprusi, ruberie, delitti compiuti da Verre in sicilia; III) le illegalit e le angherie commesse nell'esazione e requisizione delle graniglie; IV) i furti di oggetti preziosi ed opere d'arte di cui le citt siciliane erano ricche; V) gli orrendi supplizzi ai quali sottoponeva persone innocenti. Le verrine vennero considerate gi nell'antiquit un capolavoro di eloquenza. Pro Archia poeta: un'orazione del 62 a.C. in difesa del poeta Archia, accusato di aver usurpato il diritto di cittadinanza romana. Archia fu assoltom ma non scrisse quel poema celebrativo del suo consolato che Cicerone si aspettava da lui. Pro Caelio: in questo discorso, del 56 a.C., Cicerone difende il giovane Marco Celio accusato di aver rubato dei gioielli ad una sua ex amante, Clodia, sorella di Clodio e di aver tentato di farla avvelenare. Cicerone sfoga il suo odio verso Clodio attaccando duramente la sorella, presentandola come una donna corrotta e dissoluta. Pro Milone: l'orazione in difesa di Milone accusato della morte di Clodio (52 a.C.). Cicerone non pot pronunciarla a causa di situazioni a lui avverse, ma se lo avesse fatto, avrebbe per certo vinto il processo. Cicerone sostiene la tesi di legittima difesa confermata da una mancanza di movente plausibile. Inoltre dice che la scomparsa di Clodio fu provvidenziale per Roma. Alla fine c' una perorazione, secondo i retori antichi, "la pi lunga e pi bella tra tutte quelle ciceroniane".

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