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Giuristudiando Le sintesi di Giuristando

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Biagio Lecce
http://blog.libero.it/giuristando

Formia Italy

Foto by B. Lecce

Elementi di Diritto Pubblico italiano


(Dispensa per la preparazione di concorsi e dellesame di maturit)

Giuristudiando Le sintesi di Giuristando


ANNO SCOLASTICO 2011/2012
Sommario:

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PRIMA PARTE Lo stato e la Costituzione in generale 1. Lo stato come ordinamento giuridico. p. 3 2. Lo stato: definizioni ed elementi costitutivi.. 7 3. Il popolo e la cittadinanza. 8 4. Il territorio dello Stato.1 1 5. La sovranit statale e leffettivit dellordinamento giuridico..14 6. Gli organi dello stato .17 7. Le forme di stato nella storia costituzionale..20 8. La costituzione italiana e le costituzioni in generale.25 9. I principi fondamentali della costituzione italiana27 10.Le forme di governo .32

SECONDA PARTE Gli organi costituzionali nellOrdinamento della Repubblica 11.Il Parlamento 35 12.I sistemi elettorali .36 13.Durata e funzionamento delle Camere.. ..38 14.Limmunit parlamentare .42

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15.Gli organi parlamentari 44 16.Le competenze del Parlamento45 17.Il Presidente della Repubblica49 18.Il Governo: struttura e funzioni..53 19.La Corte costituzionale: struttura e funzioni 62 20.I referendum... .66

TERZA PARTE I diritti soggettivi pubblici e privati di libert 21.La libert personale.. .70 22.La libert di domicilio.. .73 23.La libert di comunicazione, informazione e stampa76 24.La libert di circolazione e soggiorno.78 25.La libert di riunione ..81 26.La libert di associazione .83 27.La libert di religione .84 28.La libert di espressione .86 29.Tabella di sintesi delle libert.90 30.Cenni bibliografici .92

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PRIMA PARTE: Lo stato e la costituzione 1. Lo stato come ordinamento giuridico Il primo passo di questo lavoro di sintesi una riflessione sul concetto di ordinamento giuridico e di stato.

Una delle forme pi importanti e pi estese di ordinamento giuridico lo Stato, che : un sistema giuridico di norme, stabilite da una comunit organizzata, dotata di organi, apparati e uffici che ne consentono la concreta applicazione su un dato territorio; o anche una comunit organizzata su un territorio che si dota di un sistema di norme giuridiche applicate mediante organi apparati e uffici della pubblica amministrazione. In entrambe le definizioni troviamo il riferimento ai concetti essenziali della personalit dello stato, inteso come comunit, popolo, nazione, stanziata su un certo territorio e soggetta a un potere pubblico di sovranit (caratteri del cosiddetto Stato-comunit), della sua struttura e organizzazione, data dallinsieme di organi, apparati e uffici deputati alla pubblica amministrazione e alla gestione del potere di sovranit sui cittadini e sul territorio (caratteri del cosiddetto Stato-apparato) e della sua soggettivit giuridica, separata rispetto a quella di altri soggetti giuridici, come i singoli cittadini, le famiglie, le organizzazioni pubbliche e private (enti), attivi allinterno del territorio statale e anchessi soggetti alla medesima sovranit (caratteri dello stato-persona). La prima delle due definizioni sopra offerte, mette in evidenza laspetto giuridico-normativo dello stato, in aderenza con la teoria del normativismo giuridico di Hans Kelsen, in nome del quale, proviamo a sintetizzare, la norma viene prima della realt.

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Mentre la seconda definizione mette in maggiore evidenza il carattere reale dellordinamento, per cui, potremmo dire, che la realt viene prima della norma giuridica (teoria della realt). In ogni caso, altri ordinamenti esistono allinterno di un ordinamento giuridico, secondo la lezione di Santi Romano (fautore della teoria degli ordinamenti, inquadrabile allinterno della teoria della realt), ma hanno una estensione minore e concentrica rispetto a quella dello stato: per esempio, gli enti pubblici e privati, la famiglia, che la Costituzione definisce con termine volutamente generico e generale formazioni sociali (art 2). DEFINIZIONI DI ORDINAMENTO GIURIDICO Lo stato un particolare ordinamento giuridico, che abbiamo provato a definire. Possiamo provare ora a definire il concetto di ordinamento giuridico in modo ancora pi generale: sono diverse le definizioni di ordinamento a seconda del profilo che si privilegia nellosservazione. Ne consideriamo alcune: A. DEFINIZIONE NORMATIVA: lordinamento linsieme delle regole di comportamento dei soggetti di una collettivit, regole che hanno importanza secondo i principi e i valori scelti dalla comunit come fondamentali. In altre parole, inserendo le variabili tempo e movimento, abbiamo che: tale ordinamento giuridico linsieme delle norme giuridiche che regolano la collettivit in un determinato momento per la realizzazione dei valori che la stessa collettivit ha scelto come fondanti della propria convivenza o cooperazione. A. DEFINIZIONE POLITICA: lordinamento giuridico ha anche

natura politica, perch considera tutti gli interessi che possono riguardare la collettivit cui si riferisce. Ne deriva, per questo motivo,

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definito

che

lordinamento

giuridico

statale

viene

anche

ordinamento a fini generali. Come si vede da questo argomento


testuale, lo stato un ordinamento dinamico, perch si d dei compiti da realizzare e degli obiettivi da raggiungere. A. DEFINIZIONE ISTITUZIONALE O OGGETTIVA: lordinamento giuridico indica anche tutti gli apparati (organi e

uffici) di cui si compone e attraverso i quali realizza la sua attivit giuridica.


B. DEFINIZIONE

SOGGETTIVA: questi organi esercitano un persone, per la legge come se

concreto potere nei confronti dei cittadini e pur essendo formati da pi rappresentassero un unico soggetto giuridico: lo stato, lente pubblico o privato, ecc.. Viene cos in rilievo la personalit giuridica dello specifico ordinamento.
Si dice allora che lo stato un soggetto con personalit

giuridica di diritto pubblico (STATO-PERSONA). Cos sono enti dotati di personalit giuridica le Regioni, le Province, i Comuni, le Citt metropolitane e molti altri enti. TERRITORIALITA DELLORDINAMENTO GIURIDICO STATALE E DEGLI ENTI TERRITORIALI Il potere esercitato dallordinamento giuridico statale si chiama sovranit, cio potere di comando e di imperio delle istituzioni nel territorio dello stato e verso i cittadini e tutti coloro che sul territorio si trovano a vivere o a passare (principio di territorialit della sovranit nazionale). Negli ordinamenti territoriali minori, esclusivamente di natura pubblica, questo potere si chiama invece potere di autonomia e incontra sempre il limite superiore della legge e delle competenze statali.

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Anche gli enti privati, come le associazioni di cittadini, hanno poteri di autonomia, ma questi poteri sono pi limitati e, in quanto enti non territoriali, essi non possono mai incidere in modo diretto sul territorio dello stato. Per fare qualche esempio, una associazione di carattere nazionale, come Lega Ambiente, pu promuovere delle campagne di sensibilizzazione in alcune parti o nellintero territorio nazionale per evitare attivit inquinanti, ma non potrebbe mai stabilire delle leggi in tal senso. Il Comune pu intervenire sul territorio, per esempio, modificandone laspetto urbanistico, dunque esercitando il suo potere di ente territoriale. LA LEGITTIMAZIONE DEL POTERE SATATALE Lordinamento giuridico trova in s (meglio, nella decisione dei suoi cittadini di formarlo e farlo esistere, sempre che parliamo di un ordinamento democratico) la sua legittimazione, cio la ragione prima, il motivo principale, la giustificazione della sua esistenza. Esso, insomma, non dipende da altri ordinamenti considerati maggiori, pi importanti e originari, pur nel rispetto delle leggi. Per questo motivo lordinamento giuridico dello stato, che come detto quello pi grande, originario (non deriva cio da nessun altro ordinamento giuridico) non e indipendente da (la sua altro esistenza e regolamentazione giuridico straniero). TERZA DEFINIZIONE DI STATO In conclusione, per quanto si detto sopra, lo stato un ordinamento giuridico originario e indipendente a fini generali ed a base territoriale, dotato di un apparato di norme giuridiche e di dipende nessun ordinamento

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autorit pubbliche poste dai cittadini in posizione di supremazia per la realizzazione degli interessi della collettivit.

2. Gli elementi costitutivi dello stato Dunque lo stato pu essere definito, come detto, sotto tre aspetti, tre facce diverse dello stato-comunit, dello stato-apparato, dello statopersona.

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ELEMENTI COSTITUTIVI DELLO STATO IN GENERALE Gli elementi di cui si compone il concetto di stato sono: il popolo, il territorio e il potere di sovranit.

IL POPOLO Il popolo dato dall'insieme delle persone che appartengono allo stato in base al vincolo giuridico della cittadinanza, che comporta per ognuno diritti civili, politici, economici e sociali (come i diritti di libert nelle varie forme ipotizzabili, il diritto di elettorato, il diritto di propriet e di iniziativa economica, il diritto alla salute e allistruzione) e doveri costituzionali, come il dovere di pagare le tasse, di difendere la patria, di rispettare la dignit delle istituzioni e di osservare la legge. IL TERRITORIO Il territorio l'ambito spaziale entro il quale lo stato pu esercitare il potere di imperio sui cittadini e, in modo pi ampio, sulla popolazione. LA SOVRANITA La sovranit il potere di imperio o di comando che lo stato esercita sui cittadini nella sfera legislativa, giudiziaria (o giurisdizionale) e amministrativa (o esecutiva).

3. Il popolo e la cittadinanza

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Sono criteri per l'acquisto della cittadinanza italiana, in base alla legge n. 90 del 92: la nascita in Italia o da genitori italiani, l'adozione da parte di genitori italiani, il matrimonio con cittadino/a italiano/a, l'elezione (cio la scelta di divenire italiani), la naturalizzazione.

Per rendere effettivi questi requisiti devono ricorrere anche le specifiche circostanze riepilogate nella seguente tabella:
Modi di acquisto della cittadinanza italiana Nascita Requisiti precedenti Requisiti personali Requisiti successivi/Esito Esito del procediment o

Madre o padre italiani Genitori apolidi Genitori ignoti

Figlio nato ovunque

Cittadino

Figlio nato in Italia Figlio nato in Italia

Cittadino Cittadino

Genitori ignoti

Figlio ritrovato in Italia senza la prova che vi sia nato e senza la prova di altra cittadinanza

Cittadino

Genitori stranieri che non trasmettono la loro cittadinanza al figlio Elezione o beneficio di legge Nonno o genitore che siano stati cittadini per nascita

Figlio nato in Italia

Cittadino

Straniero o apolide

Presta servizio militare in Italia e dichiara di voler essere cittadino

Cittadino

Oppure

Impiegato nella Pubblica amministrazione italiana anche

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allestero e dichiara di voler essere cittadino Nonno o genitore che siano stati cittadini per nascita Straniero o apolide Dichiara entro un anno di voler essere cittadino

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Cittadino

Residenza in Italia da due anni al compimento della maggiore et

Residente ininterrottamente fino alla maggiore et

Straniero nato in Italia

Dichiara entro un anno di voler essere cittadino

Cittadino

Naturalizzazione

Nonno o genitore che siano stati cittadini per nascita

Straniero

risiede per tre anni con permesso di soggiorno e iscrizione anagrafica

Cittadino con decreto del Presidente della Repubblica

Redditi sufficienti

Integrazione sociale (conoscenza della lingua, dei principi fondamentali dellordinamento)

Assenza di precedenti penali

Assenza di motivi ostativi per la sicurezza della

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Repubblica Straniero nato in Italia

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Cittadino con decreto del Presidente della Repubblica Cittadino con decreto del Presidente della Repubblica Cittadino

Straniero maggiorenne adottato

Risiede per cinque anni

Straniero

Impiegato anche allestero per cinque anni Risiede quattro anni

Nonno o genitore che siano stati cittadini per nascita

Cittadino della UE

Cittadino con decreto del Presidente della Repubblica

Redditi sufficienti

Integrazione sociale

Assenza di precedenti penali

Assenza di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica Apolide Risiede cinque anni Cittadino con decreto del Presidente della Repubblica Cittadino con decreto del Presidente della Repubblica

Rifugiato

Risiede cinque anni

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Extracomunitario Risiede per dieci anni

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Cittadino con decreto del Presidente della Repubblica Cittadino

Straniero

Presta eminenti servizi allItalia Eccezionale interesse dello stato Cittadino

Straniero

Cittadino

Adozione

Figlio adottivo minorenne Residente da sei mesi Straniero o apolide coniuge

Matrimonio

Cittadino

Decreto del Ministro dellInterno Cittadino

Residente per tre anni dopo il matrimonio contratto allestero Residente per due anni dopo il matrimonio contratto in Italia Residente per un anno e mezzo anni dopo il matrimonio contratto allestero, se vi sono figli, anche adottati Residente per sei mesi dopo il matrimonio contratto allestero, se vi sono figli, anche adottati

Cittadino

Cittadino

Cittadino

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3. Il territorio dello stato Il territorio dello stato indica lo spazio entro il quale vige lordinamento giuridico e possono essere esercitati dallo stato i poteri di sovranit. Il territorio si compone di: terraferma, sottosuolo, mare territoriale, spazio aereo, e territorio mobile.

LA TERRAFERMA La terraferma lo spazio terrestre delimitato da confini naturali (es. monti, fiumi, mari) o legali (come decisi nei trattati internazionali). IL SOTTOSUOLO

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Anche il sottosuolo parte del territorio dello stato e soggetto alla

sua sovranit e dunque alle sue leggi fino alla profondit in cui sia possibile sfruttarne le risorse. Il MARE TERRITORIALE Rientra nel territorio il mare territoriale, da intendersi lo specchio

dacqua antistante la costa che si estende fino a 12 miglia marine (circa 22 chilometri). Lo specchio dacqua che oltrepassa questo limite definito zona economica esclusiva o zona esclusiva di utilizzazione economica e si protende sopra la cosiddetta piattaforma continentale (prolungamento in acqua del territorio prima di incontrare le fosse oceaniche) fino ad un massimo di 200 miglia (intorno a 320 Km). In questa zona, lo stato costiero pu fare proprie le risorse economiche sottomarine, anche relative al sottosuolo (per esempio, le risorse minerarie). Oltre questo limite, troviamo il mare internazionale, non soggetto alla sovranit di alcuno stato. Le questioni di sovranit sulle aree marine sono oggetto del diritto internazionale marittimo, anche detto diritto del mare, e pongono talvolta inquietanti interrogativi, soprattutto sulla vigilanza e le responsabilit per i cattivi e dannosi utilizzi del mare (si pensi ai disastri ecologici dovuti alle fuoriuscite dalle petroliere e navi-cisterna). Il trasporto in tali aree regolato invece dal diritto internazionale della navigazione. LO SPAZIO ATMOSFERICO Lo spazio atmosferico sovrastante la terraferma e il mare

territoriale fa parte del territorio dello stato. Gli stati non possono peraltro opporsi al transito degli aerei civili nel loro spazio aereo (diritto di sorvolo). stato. IL TERRITORIO MOBILE O FLOTTANTE Gli spazi cosmici, invece, sono regolati dal diritto aero-spaziale e della navigazione, e non appartengono alla sovranit esclusiva di alcuno

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Lo spazio territoriale pu astrattamente estendersi anche al di l di

questi confini con riguardo agli aerei e navi militari appartenenti ai corpi armati dello stato che, ovunque si trovino, anche in volo, si ritengono territorio dello stato (territorio mobile). Mentre le navi ed aerei civili sono soggetti alla sovranit degli stati che sorvolano. Quando si trovano in zone neutre, non soggette alla sovranit di nessuno stato (es. Antartide) allora sono territorio italiano. CASI DI EXTRATERRITORIALITA

Al contrario del territorio mobile, vi sono zone interne al territorio italiano che sono appartenenti al territorio di un altro stato o comunque soggette alla sovranit di altri stati. Questi sono i casi di extraterritorialit e di immunit territoriale, di cui sono esempi i possedimenti territoriali di stati stranieri, le ambasciate e le sedi consolari. ULTRATERRITORIALITA: DIRITTI CONFESSIONALI TENDENZIALMENTE

UNIVERSALI Vi sono poi nel mondo alcuni ordinamenti non fondati sul principio di territorialit, ma su quello di universalit di un certo diritto, come alcuni ordinamenti a base religiosa. Lascio allarguzia del lettore immaginare alcuni dei problemi concreti di compatibilit che potrebbero porsi, come in effetti drammaticamente sempre pi spesso oggi si pongono, tra leggi universali diverse o tra leggi universali e ordinamenti territoriali, specialmente nelle discipline maggiormente legate alla cultura della nazione di appartenenza come, nel caso delle unioni matrimoniali miste, sulleducazione dei figli, sul diritto di religione e di preghiera, sul diritto del lavoratore alle ferie e ai riposi infrasettimanali, sullabbigliamento, eccetera. CASI DI ULTRATTIVITA DELLORDINAMENTO Ci si chiede se un cittadino italiano allestero possa essere soggetto alla legge italiana: no, soggetto alla legge dello stato dove si trova, cos come uno straniero in Italia soggetto alla legge italiana, per il principio di territorialit degli ordinamenti giuridici.

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Ma quale legge si applica al caso dellitaliano che allestero svolge contro il suo Paese attivit sovversiva e antinazionale? La legge italiana. Si ha un caso di ultrattivit del diritto interno e dunque di ultraterritorialit del diritto. LItalia ha diritto in tal caso a difendere la sua unit, autonomia e indipendenza e a chiedere di poter processare questo cittadino. Ma lo stato dove stato commesso il reato potrebbe non permetterglielo, volendo a sua volta processare questa persona nei propri tribunali e secondo le sue leggi. Ne pu nascere un contrasto diplomatico. Questi casi sono per regolati dal diritto internazionale. LESTRADIZIONE

Lestradizione la consegna di un cittadino alle autorit di uno stato estero dove egli abbia compiuto degli atti criminali, non necessariamente rivolti contro il Paese di origine. Di regola si applica la giurisdizione dello stato in cui commesso il reato, secondo il principio di territorialit dellordinamento. internazionali. Invece un italiano pu essere espulso dal territorio italiano, magari per aver compiuto crimini gravi? No, il cittadino ha sempre diritto di incolato, di rimanere cio nel suo paese alle dovute condizioni di legge. Lestradizione regolata da preventivi accordi

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5. La sovranit statale e leffettivit dellordinamento giuridico Lo stato ordinamento giuridico originario e indipendente. La sua esistenza dipende dalla effettivit dell'ordinamento, cio dal fatto che esso realmente ed effettivamente regoli la vita di un popolo all'interno di un territorio. Dal punto di vista dell'effettivit, lo Stato ha la forza di produrre e applicare le norme che regolano la

collettivit, e in questo consiste la sovranit interna dello stato. Quella esterna, invece, si estrinseca nei rapporti con gli altri Paesi e con le Organizzazioni internazionali. Lo stato non solo un ordinamento, ma anche un ordinamento effettivo, dotato di un potere effettivo di sovranit che viene esercitato nei confronti dei cittadini nel rispetto della legge (principio di legalit). Dunque la sovranit il potere di imperio e di commando dello stato allinterno del territorio (principio di territorialit dellordinamento giuridico) e nei confronti dei soggetti giuridici. LE LIMITAZIONI DI SOVRANITA Sono possibili limitazioni alla sovranit? S, lart. 11 della Costituzione consente allo stato di limitare la sua sovranit per laffermazione dei poteri di organizzazioni internazionali che promuovano la pace e la giustizia fra le nazioni. Norma introdotta per legittimare la nascita dellONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), ha aperto lordinamento italiano anche ad altre organizzazioni, come la CEE (Comunit economica europea), ora CE (Comunit europea) e UE (Unione Europea).

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Le organizzazioni internazionali hanno la loro legittimazione nella sovranit e volont degli stati che vi aderiscono e gli stati, a loro volta, trovano la legittimazione dei loro ordinamenti nella volont del popolo (principio di democraticit). Lo stato un soggetto giuridico, dotato di personalit giuridica e come tale destinatario delle norme giuridiche contenute nellordinamento giuridico (Stato-persona). Quando esso esercita la sovranit attraverso i suoi organi agisce con un potere che lo pone al di sopra dei cittadini a tutela e realizzazione degli interessi collettivi, che prevalgono su quelli individuali; quando agisce come qualunque altra persona giuridica dellordinamento lo fa conformandosi alle norme del diritto privato a tutela di propri diritti soggettivi, interessi legittimi o aspettative di diritto. In conclusione, lo stato una persona giuridica fra le tante presenti nellordinamento, posta in posizione di supremazia perch dotata di potere di sovranit; esso un ente a fini generali, perch i suoi fini riguardano tutti gli aspetti della vita della collettivit di cui promuove gli interessi pi importanti e condivisi, anche a costo di sacrificare, nei limiti indicati dalla Costituzione e dalle leggi, gli interessi dei privati; infine un ente territoriale a partecipazione o appartenenza necessaria, nel senso che impone il suo potere e la sua appartenenza ai cittadini a prescindere dalla loro volont individuale. Esso inoltre una persona giuridica di diritto internazionale, che agisce nel campo del diritto internazionale, affermando nei confronti degli altri stati e delle organizzazioni internazionali il suo potere di sovranit esterna, a condizione di far riconoscere allestero loriginariet e lindipendenza dellordinamento italiano, ed un soggetto del diritto pubblico nazionale, affermando nei confronti dei cittadini e dei non cittadini (stranieri o apolidi) presenti sul territorio, il potere di sovranit interna. Lo stato agisce infine anche nel campo dei cosiddetti rapporti privati (iure privatorum) come qualunque altro soggetto giuridico (persona fisica o persona giuridica). Sintetizziamo i tre concetti con tre esempi:

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1.

LItalia invia contingenti militari nelle missioni di pace (peace

keeping) dellONU in osservanza dei trattati internazionali che ad essa la legano (esempio di personalit giuridica internazionale). 2. Il Parlamento e il Governo decidono ed attuano lindirizzo politico

con atti legislativi o normativi, a livello centrale (per esempio la legge finanziaria o un decreto legge) e periferico (per esempio le ordinanze di un Prefetto, a livello provinciale, o di altro ufficio periferico della P.A., un Ufficio scolastico regionale o provinciale: esempio di personalit giuridica di diritto pubblico). 3. Lo stato si approvvigiona degli strumenti materiali della sua azione

direttamente sul mercato, per esempio per lacquisto delle cosiddette auto blu (esempio di personalit giuridica di diritto privato) I POTERI E LE FUNZIONI STATALI La sovranit interna, infine, non un potere unico e indiviso; esso invece diviso (separato) nel suo esercizio tra diversi insiemi di organi ed uffici detti poteri. Secondo la concezione tradizionale dello stato di diritto, i poteri di sovranit sono tre e separati tra loro, e sono: il potere legislativo (esercitato dal Parlamento, a livello nazionale,

e dalla Regione a livello regionale, nel caso dellItalia che uno stato regionale), esecutivo o amministrativo (esercitato dal Governo, in sede centrale, e dagli altri organi e uffici da esso dipendenti, ed enti autonomi con esso coordinati, in sede periferica e locale), giurisdizionale o giudiziario (esercitato dalla Magistratura, che ordine anchesso autonomo e indipendente). I tre poteri esercitano in realt tre funzioni amministrative dello stato, che si distinguono nettamente: un conto fare le leggi (funzione legislativa), un conto decidere la politica e realizzare lindirizzo politico generale con atti di gestione concreta della cosa pubblica (funzione

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amministrativa), un conto punire chi viola la legge (funzione giurisdizionale). Ma mentre la distinzione delle funzioni chiara e abbastanza netta, ad essa non coincide una altrettanto netta distinzione nel campo dei poteri. Pertanto non detto che la funzione legislativa spetti sempre e soltanto al Parlamento, non detto che la funzione giudiziaria spetti sempre e soltanto al potere giudiziario, e via di seguito. Potremmo infatti trovarci davanti ad atti del Governo (organo di vertice del potere esecutivo) che hanno natura normativa di livello legislativo (decreti-legge e decreti legislativi) o ad atti del Parlamento (organo di vertice del potere legislativo) che hanno natura giudiziaria (i provvedimenti delle Commissioni parlamentari di inchiesta). In conclusione, un potere un insieme di organi ed uffici che esercitano una una funzione indica lattivit dei pubblici poteri nellambito dei

funzione pubblica; singoli campi della pubblica amministrazione.

6. Gli organi dello stato Lo stato un ente, e come tale ha una sua organizzazione. Una organizzazione, come suggerisce la parola stessa, un insieme di poteri, di organi e uffici. Per organo intendiamo una parte funzionale di un tutto, una

articolazione, una struttura che consente allorganizzazione di funzionare al suo interno (organi interni) e allesterno (organi a rilevanza esterna).

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Gli uffici sono le strutture operative che facilitano (coadiuvano) e rendono possibile lazione degli organi pubblici. Ogni organo ha un suo Ufficio, e gli Uffici possono avere al loro interno pi organi. Un organo pu essere posto al vertice o alla periferia dellorganizzazione; si hanno allora: organi del potere centrale e organi periferici.

Possono essere composti da una sola o da pi persone fisiche, e allora abbiamo: organi monocratici o organi collegiali.

Possono essere a loro volta composti da altri organi, e allora abbiamo: organi semplici e organi composti o complessi.

Gli organi possono essere distinti inoltre in base al tipo di funzione svolta: di iniziativa, consultivi, di controllo, giurisdizionali.

ORGANI DEL POTERE CENTRALE Tra di essi ricordiamo gli organi costituzionali,

cos definiti perch costituiscono lossatura dellordinamento giuridico. Senza di essi lordinamento non avrebbe i caratteri che lo definiscono e distinguono sul piano della forma di governo (per esempio, una repubblica parlamentare e non una monarchia assoluta o uno stato totalitario) e della forma di stato (per esempio, uno stato unitario anzich uno stato federale). Inoltre essi sono

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organi di vertice, che non hanno dei superiori nelle funzioni che

sono loro proprie. Vi sono poi gli organi di rilievo costituzionale (o a rilevanza costituzionale),

che pur non essendo essenziali alla forma di governo e di stato, assumono per delle funzioni importanti per il funzionamento delle istituzioni e degli altri organi: per questo motivo sono anche detti organi ausiliari.

Esempi: Sono organi costituzionali: il Parlamento, il Governo, il Presidente della Repubblica, la Corte costituzionale.

Secondo alcuni scrittori, anche gli organi che fanno parte del corpo o ordine della Magistratura e il corpo elettorale sarebbero organi costituzionali. Non ha senso dunque una costituzione se non c un organo (Corte

costituzionale, Presidente della Repubblica) che verifichi e controlli che le leggi fatte dal Parlamento ne rispettino i principi. Non ha senso parlare di democrazia e di repubblica democratica se non c un parlamento, comunque una assemblea eletta democraticamente, che esprima la volont del popolo. Tra gli organi a rilievo costituzionale e ausiliari del Parlamento e del Governo abbiamo: Il CNEL (Consiglio nazionale economia e lavoro)

un organo ausiliario, con funzioni consultive (cio pu dare consigli suggerimenti e pareri), importante soprattutto perch pu fare proposte (organo di iniziativa) di legge nei settori che lo riguardano. E organo ausiliario del Parlamento e del Governo (art. 99 cost.).

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Il Consiglio di Stato (organo ausiliario del Governo), che emette consultivo) e inoltre esercita funzioni di giurisdizione

pareri nel corso di molti procedimenti di gestione della cosa pubblica (anchesso amministrativa di secondo grado rispetto alle sentenze dei TAR (Tribunali amministrativi regionali). e la Corte dei Conti, organo ausiliario del Parlamento, perch svolge una importante funzione di controllo contabile sulloperato del Governo, di cui riferisce alle due Camere (organo di controllo). Essa inoltre giudica sulle cause che riguardano i trattamenti economici (es. pensioni) dei dipendenti della Pubblica amministrazione (organo giurisdizionale). ORGANI PERIFERICI Possiamo richiamare fra questi il Prefetto,

che rappresenta il Governo, in sede provinciale, fa parte dellUfficio territoriale del Governo e risponde al Ministro dellInterno le Agenzie delle entrate, che dipendono dal Ministero dellEconomia e delle Finanze. Gli organi degli Uffici scolastici regionali e provinciali

ORGANI MONOCRATICI il Presidente della Repubblica, il Giudice del lavoro in funzione di giudico unico,

un magistrato di Tribunale che giudica nella materia del lavoro in composizione monocratica, cio da solo. ORGANI COLLEGIALI Il Governo il Tribunale,

composto da tre Giudici.

ORGANI SEMPLICI Il Presidente del Consiglio.

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ORGANI COMPLESSI Il Parlamento Il Governo,

composti il primo dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica, e il secondo dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dal Consiglio dei Ministri e dai singoli Ministri.

7. Le forme di stato nella storia costituzionale LEVOLUZIONE STORICA DELLE FORME DI STATO Andiamo ad analizzare molto sinteticamente le forme di stato, tenendo conto del contesto storico di volta in volta diverso in cui esse sono maturate: lo Stato feudale: il territorio patrimonio del sovrano (stato patrimoniale). il sovrano rappresenta lunit dei feudatari e dei rapporti di non esiste un interesse generale (oggi diremmo un interesse

vassallaggio. pubblico, un interesse collettivo, un interesse diffuso, un interesse legittimo, che sono tutti tipi di interessi che la dottrina giuridica del diritto pubblico, costituzionale e amministrativo teorizza con riferimento allazione della Pubblica amministrazione). non esiste un popolo e una volont collettiva perch il territorio lo Stato assoluto (monarchia assoluta): il potere accentrato nelle mani del re, che anche fonte il contesto sociale delle grandi monarchie europee del 600 (Francia, frantumato in feudi (disintegrazione dello stato).

(legittimazione) di questo potere politico; Spagna) si evolve e cominciano ad affermarsi alcuni diritti dei singoli verso lo stato, pur concessi dal sovrano. lo Stato di polizia: deriva il nome dal termine greco polis, citt, e dal latino ius politiae

e non da polizia;

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un tipo di Stato assoluto che si da il compito di promuove il

benessere e la felicit dei sudditi (uno stato degno di un sovrano illuminato; sec. 700), ma non ritiene questi ultimi capaci di provvedervi da soli; ne sono esempi la Prussia di Federico II il Grande, lAustria di Giuseppe II, e i minori stati tedeschi. lo Stato moderno o di diritto: i pubblici poteri sono soggetti al diritto (principio di legalit); non esiste pi il princeps legibus solutus (il principe sciolto dalla i pubblici poteri possono agire solo in conformit delle leggi; viene delimitata la sfera di azione dello Stato nei confronti

legge, dunque al di sopra della legge);

dellindividuo, nascono cos le libert costituzionali, libert riconosciute e rispettate dallo Stato, come la libert personale (che deriva dallassai pi antico habeas corpus inglese), di manifestazione del pensiero, di stampa, eccetera; viene distribuito il potere tra i vari organi dello Stato in modo da evitare arbtri dei governanti (principio di separazione dei poteri, teorizzato da Montesquieu, in Esprit de leu, del 1748); Questo Stato nasce sulla scorta dei principi e delle esperienze delle rivoluzioni inglese, americana e francese del XVIII secolo. Tra i documenti pi significativi, nei quali vi laffermazione delle libert individuali contro il potere incontrollato degli Stati, abbiamo i Bill of rights americani, con i quali i coloni inglesi dellAmerica

inserirono i diritti della persona nelle loro costituzioni, quando proclamarono la loro indipendenza dalla Gran Bretagna; altro documento essenziale la Dichiarazione dei diritti delluomo e della rivoluzione francese (soprattutto libert, uguaglianza, del cittadino, redatta in Francia nel 1789, che sintetizza le conquiste di principio fraternit). Da un punto di vista sociale, questo Stato si regge ancora su basi oligarchiche, anche se la borghesia emergente ma non sono ancora emerse le masse popolari.

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Solo quando il popolo assumer maggiore consapevolezza, comincer il cammino dello stato contemporaneo. nobilt; vengono per affermati alcuni importanti diritti dellindividuo (diritto di cittadinanza, libert personali, propriet, diritto di iniziativa economica e di difesa giudiziale dei diritti); viene affermata la preminenza del diritto sullautorit dello Stato. lo Stato socialista: Questo stato nasce alla fine della I guerra mondiale, dalla crisi dello lo Stato liberale: la prima esperienza storica dello stato di diritto, che caratterizza il il potere gestito da una oligarchia; il suffragio elettorale esteso ad una parte minima della

XIX secolo;

popolazione, individuata per lo pi per ragioni di censo, alfabetizzazione e

stato liberale, e vede lo spostamento del potere dalla borghesia illuminata ai lavoratori delle citt e delle campagne; da un punto di vista filosofico, esso si ispira alla dottrina marxistasi fonda sulla collettivizzazione dei mezzi di produzione, sulla esistenza del partito unico, sulla prevalenza del principio di uguaglianza sostanziale rispetto alla leninista del socialismo reale;

affermazione dei diritti di libert dei singoli individui. lo Stato autoritario: nasce anchesso dalla crisi dello Stato liberale e rappresenta il potere non si spostato nelle mani del popolo e del proletariato,

unalternativa allo Stato socialista; perch ritenuto incapace di gestirlo, ma si accentrato nelle mani delluomo forte, del capo carismatico, che lo ha gestito sul presupposto, per lo pi disatteso, della realizzazione dellinteresse del popolo. lo Stato democratico:

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lo Stato che nasce dalla frantumazione di tutti i totalitarismi e

fonda il suo potere (legittimazione) sul consenso e sulla partecipazione di tutti i cittadini; la sua azione si fonda sul principio democratico, in base al quale la la sua azione altres improntata al rispetto e alla garanzia delle esso presenta atteggiamenti diversi: Stato sociale (o Stato del benessere o Welfare state): In esso lazione dei pubblici poteri diretta a promuovere il maggioranza decide; minoranze;

benessere dei cittadini mediante un intervento programmato nel campo delle attivit economico-sociali e della protezione sociale; la crisi dello Stato sociale fa discutere oggi di nuovi modelli di Stato sociale. Stato liberal-democratico: Lo Stato espande le libert individuali e i diritti sociali, si apre alle

privatizzazioni (nel senso della entrata di soggetti privati nella propriet di beni pubblici e nella gestione di servizi di pubblica utilit con il controllo e la garanzia di pubbliche autorit) e alle liberalizzazioni (nel senso della apertura alla libera concorrenza di pi operatori economici della gestione dei servizi di pubblica utilit, come i trasporti, le comunicazioni). LE FORME DI STATO ATTUALI Nel panorama attuale delle forme di stato troviamo: Lo stato unitario Lo stato regionale Lo stato federale

LO STATO UNITARIO Questa forma di stato prevede un unico soggetto giuridico in posizione di comando: lo Stato. Esso si struttura in un apparato di poteri, organi e uffici, che esercitano la sovranit verso i cittadini, a livello centrale e periferico. Il potere di fare le leggi spetta in genere allo Stato in modo esclusivo, mediante il Parlamento nazionale.

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Mentre agli organi periferici e agli enti territoriali minori residuano per lo pi poteri amministrazione attiva, di esecuzione, cio, dellindirizzo politico dato dagli organi di governo. In questo ambito, vi pu essere maggiore o minore coinvolgimento degli organi periferici. Si distingue allora tra: stato accentrato, ove il potere di sovranit (o di comando o di imperio)

prevalentemente concentrato nelle mani degli organi costituzionali (o comunque di vertice) dello Stato, e stato decentrato, ove invece fette consistenti di potere di sovranit (sia pure nel solo

ambito amministrativo) sono ripartite fra organi di vertice e organi periferici dello Stato o altri enti pubblici (soprattutto Regioni, Province, Comuni). LO STATO REGIONALE Lo stato regionale una variante dello stato unitario, ed da molti considerato una via di mezzo tra lo stato unitario e lo stato federale. LItalia uno Stato regionale. Carattere primario dello stato regionale il coinvolgimento delle Regioni nella potest legislativa, fenomeno che ha avuto grande impulso con listituzione delle Regioni (gi previste nella Costituzione del 48), effettivamente avvenuta negli anni settanta, e lulteriore rafforzamento dei loro poteri di compartecipazione alla sovranit statale con la riforma del titolo quinto della Costituzione (artt. da 114 a 133 cost.) con la legge costituzionale n. 3 del 2001. La Regione ha ora i poteri legislativi generali dellordinamento

(competenza legislativa residuale) ed amministrativi nel suo ambito (competenza amministrativa), cos come il Comune identificato nella Costituzione come lente che ha la potest amministrativa generale.

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Il potere degli enti territoriali regionali e locali incontra per dei limiti nella superiore azione dello Stato in nome di interessi estesi a tutto il territorio nazionale ed al popolo italiano nella sua interezza. In linea generale, lo Stato competente a fare le leggi solo nelle espressamente indicate dallart. 117 cost. (competenza

materie

esclusiva statale), mentre per tutte le restanti materie la competenza spetta alle Regioni (competenza residuale). La competenza legislativa (il potere di fare le leggi) pu, in alcune materie indicate nellart. 117 cost., essere condivisa tra Stato e Regione nel senso di chiamare entrambi ad una cooperazione nella formulazione delle leggi (competenza concorrente o ripartita). La competenza amministrativa, e cio il potere di amministrare la comunit o le comunit nazionali, tende poi a seguire quella legislativa: quindi se la Regione ha competenza legislativa in una certa materia, per esempio la formazione professionale e lagricoltura, in questo campo essa avr anche la competenza amministrativa. LO STATO FEDERALE Nello stato federale lo spostamento dei poteri pubblici di sovranit verso le comunit periferiche pi incisivo. In esso vi sono dunque pi centri e soggetti giuridici che esercitano la sovranit oltre allo Stato. Gran parte dei poteri legislativi, amministrativi e, negli stati con tendenze pi spiccatamente federaliste e autonomiste (USA), anche giudiziari spetta ai cosiddetti Stati federati, mentre allo Stato federale rimangono per lo pi ii poteri di rappresentanza degli interessi comuni alle diverse comunit o nazioni e la soggettivit politica in campo internazionale. In Italia in corso la riforma dello Stato in senso federale, mentre una generale tendenza al rafforzamento dei federalismi e dei regionalismi si verifica in molti stati europei (Spagna, Gran Bretagna, Germania e persino in Francia).

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8. La Costituzione italiana e le costituzioni in generale La Costituzione italiana del 1948 ed stata redatta dallAssemblea costituente, eletta dal popolo italiano nel 1946 nelle prime elezioni a suffragio universale della storia italiana. In quelle stesse elezioni, gli italiani scelsero la forma di governo repubblicana bocciando la monarchia. La costituzione si compone di: una Introduzione, dedicata ai principi fondamentali (articoli da 1 a 12) una Prima Parte dedicata ai diritti e ai doveri dei cittadini (articoli da 13 a 54) una Seconda Parte dedicata allordinamento della Repubblica (articoli da 55 a 139) 18 disposizioni transitorie e finali. CARATTERI PRINCIPALI DELLA COSTITUZIONE 1. Quella italiana una costituzione votata, perch lAssemblea Costituente stata eletta dal popolo in regolari elezioni. Invece le costituzioni si dicono concesse o ottriate (termine di origine francese) quando sono concesse o ottenute dal sovrano. Di questo tipo la precedente costituzione Italiana del 1848, detta Statuto Albertino. Possono conseguire in molti casi a rivoluzioni di popolo, o a movimenti di indipendenza, come nel caso americano e nelle ex colonie europee. 2. E inoltre una costituzione rigida, perch pu essere modificata solo con un largo accordo delle forze politiche, attraverso un procedimento aggravato nei tempi e nelle forme. Le costituzioni si dicono invece flessibili, quando possono essere modificate con il semplice accordo della maggioranza di governo, attraverso una legge ordinaria: di questo tipo fu lo Statuto Albertino. 3. E una costituzione lunga, perch prevede unampia gamma di diritti e doveri dei cittadini, suddividendoli in quattro categorie di rapporti: rapporti civili, rapporti politici, rapporti etico-sociali, rapporti economici. Le costituzioni brevi, come lo Statuto Albertino, invece, regolano solo alcuni aspetti della vita del cittadino e limitatamente ad alcuni diritti, come quelli civili essenziali (libert personale e difesa giudiziaria), politici e economici (voto, propriet e iniziativa economica). Dunque i diritti sociali (come principale espressione delle libert nello stato e non pi soltanto

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delle libert dallo stato) esprimono il carattere precipuo delle costituzioni lunghe. 3. E infine una costituzione scritta, che si compone di un testo di 139 articoli, accanto al quale vengono poste le altre leggi di integrazione e modificazione costituzionale: queste ultime aggiungono nuove norme o modificano norme gi presenti nel testo costituzionale. Esistono infine esempi di costituzioni non scritte, come quella inglese, che si compone di parti trasmesse oralmente e consuetudinariamente nei secoli e di alcune leggi di natura costituzionale.

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9. I principi fondamentali della Costituzione italiana La Costituzione contiene nellIntroduzione lenunciazione dei principi fondamentali ai quali deve ispirarsi la vita delle istituzioni e dei cittadini: tra i pi importanti, di il principio delle democratico e e rappresentativo, egalitario, minoritario tutela minoranze solidaristico,

partecipativo e lavorista, unitario e autonomistico, internazionalista e pacifista, di libert. Vediamone ora alcuni. PRINCIPIO RAPPRESENTATIVO: La sovranit spetta al popolo, in termini politici, e agli organi

costituzionali dello Stato e agli altri enti pubblici territoriali (Regioni, Province, Comuni e Citt metropolitane), dal punto di vista legale. A ci consegue che i nostri eletti (deputati, senatori, consiglieri e presidenti regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali) rappresentano tutta la nazione italiana e non solo la parte che li elegge, e ad essa rispondono politicamente e non legalmente. Si dice allora che vi il divieto di mandato imperativo, nel senso che il mandato politico che noi conferiamo con il voto non impedisce ai nostri eletti di cambiare opinione e di agire in tuttaltro modo da quello promesso alle elezioni o di passare in uno schieramento politico diverso da quello nel quale sono stati eletti. Importante per la motivazione politica di un tale gesto. In alcuni ordinamenti, invece un parlamentare eletto nelle file di una forza politica o uno schieramento politico pu solo dimettersi se non condivida pi la linea politica di quella forza. PRINCIPIO DEMOCRATICO: Nella volont del popolo risiede la legittimazione del potere di sovranit. La volont del popolo si forma in libere elezioni a suffragio universale con

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applicazione del criterio maggioritario. Il criterio maggioritario pu essere applicato poi attraverso sistemi elettorali maggioritari o proporzionali. Il criterio maggioritario caratterizza anche il funzionamento degli organi di governo a qualsiasi livello. Il criterio maggioritario indica la prevalenza delle decisioni concordi della met pi una delle persone presenti alla seduta dellorgano collegiale (maggioranza semplice) o dei componenti dellorgano a prescindere dal numero dei presenti alla seduta (maggioranza assoluta) o di quote pi ampie richieste dalla legge per decisioni o elezioni di particolare importanza (maggioranza qualificata), come nel varo di una legge costituzionale o nella elezione del Presidente della Repubblica (due terzi dei componenti delle rispettive assemblee). Se lelezione prevede pi di una alternativa, allora si parla anche di maggioranza relativa, per intendere la soluzione che riporta il maggior numero di voti pur senza raggiungere la met dei votanti o dei componenti dellorgano. In ambito elettorale, si usa lespressione partito di maggioranza relativa per indicare il primo partito che rappresenta per quote inferiori alla met dellelettorato. PRINCIPIO SOLIDARISTICO: La Costituzione parla dei doveri di solidariet politica economica e sociale, il cui rispetto viene impersonalmente richiesto a tutta la collettivit, dunque ai cittadini ed anche alle istituzioni. Il comportamento di ciascun cittadino deve essere improntato alla solidariet politica, nel senso della necessaria partecipazione alle fasi importanti della democrazia, come le votazioni a qualunque livello, anche aziendale, o il dibattito culturale e politico del Paese (PRINCIPIO PARTECIPATIVO e PRINCIPIO LAVORISTA), ma anche nel senso del basilare rispetto della dignit delle istituzioni politiche, delle persone e delle opinioni politiche da esse espresse. Anche tra le istituzioni deve esserci un senso di solidariet, di rispetto e coesione istituzionale, perch le funzioni di ogni organo o ufficio della

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Repubblica non ostacolino le legittime funzioni e prerogative degli altri. Il Capo dello Stato si fa garante di questo equilibrio. Come si vede, la Costituzione impone doveri al legislatore (fare leggi che non contrastino con i principi costituzionali), ma anche direttamente ai singoli e alle istituzioni, anche se in questo secondo caso le norme che impongono tali doveri sono per lo pi prive di sanzione giuridica. La solidariet economica richiede invece comportamenti di equit sociale e di sostegno alle classi economicamente pi deboli, soprattutto nellazione di governo. Da qui il senso della legislazione di tutela del consumatore, per esempio, che ha visto nascere numerose organizzazioni private dedite alla difesa degli utenti e fruitori di servizi pubblici e privati o la progressivit del sistema tributario, che impone tributi pi alti ai redditi pi alti. Infine il dovere di perseguire una solidariet sociale comporta lidea di una societ omogenea e armoniosa, dove siano date pari opportunit ai cittadini in tutti campi, dove non vi sia disparit tra zone del Paese o della stessa citt, dove lintegrazione dei portatori di culture diverse sia facilitata e vista come fattore di progresso e non di ostacolo. Troviamo applicazione di questi principi in varie leggi e nella stessa costituzione, che parla delle pari opportunit in genere, e non solo tra uomo e donna (artt. 37 e 51), nelle leggi a difesa dei diritti dei minori, dei portatori di handicap e dei malati, delle fasce a basso reddito della popolazione (art. 38), o in altre norme della Costituzione che impongono il riequilibrio della ricchezza tra le diverse aree del Paese con la previsione di fondi perequativi (art. 119). IL PRINCIPIO EGALITARIO: Impone al legislatore, ed anche ai singoli cittadini ed istituzioni, di attenersi nella loro azione al rispetto della pari dignit sociale dei cittadini, senza alcuna distinzione fra di loro (art. 3). Alla proclamazione formale del principio deve fare seguito la previsione di una uguaglianza sostanziale, che ritiene legalmente responsabile lo

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stato ogni qualvolta i cittadini siano discriminati e, quindi situazioni identiche abbiano trattamenti differenti o, al contrario, situazioni differenti abbiano trattamenti ingiustamente identici. PRINCIPIO UNITARIO E AUTONOMISTA La Costituzione fa salvi il principio repubblicano, quanto alla forma di governo, e il principio unitario, quanto alla forma di stato. La forma di stato si arricchisce poi del principio autonomista, intendendosi con esso il riconoscimento dei centri di potere regionale e locale, pur nella natura derivata di questi ordinamenti minori dallunico ordinamento statale. Leggiamo l'art. 5 della Costituzione: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo stato il pi ampio decentramento amministrativo; adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dellautonomia e del decentramento (norma di tipo programmatico). Che differenza c tra decentramento e autonomia? Quando sia la competenza legislativa che quella amministrativa sono attribuite anche ad enti territoriali regionali e locali, parliamo di autonomia. Se invece la sola competenza amministrativa statale viene divisa tra organi e uffici dello stato ed enti territoriali regionali o locali (Province, Comuni, Citt metropolitane, Comunit montane) in modo da spostarne il baricentro prevalentemente verso gli uffici periferici e gli enti locali siamo davanti al decentramento amministrativo. In Italia i due aspetti, quello del decentramento (dellamministrazione pubblica dello Stato) e dellautonomia (legislativa e amministrativa degli altri enti pubblici territoriali), si sovrappongono e convivono in nome del principio di sussidiariet, per il quale le competenze devono essere gestite al livello pi vicino ai cittadini :

quindi se unazione amministrativa pu essere fatta dal Comune non c bisogno di scomodare la Provincia o la Regione o lo Stato.

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PRINCIPIO INTERNAZIONALISTA LItalia riconosce il diritto internazionale universalmente

riconosciuto e promuove tutte le organizzazioni che promuovano a loro volta pace e sviluppo, come lONU, lUE, lOCSE, la NATO, il WTO, eccetera, artt. 10 e 11 cost.). A tal fine pu consentire anche limitazioni della sovranit, in modo che fette di potere normativo, amministrativo o giudiziario siano gestite da tali persone giuridiche internazionali. Questo il caso dellUE, che unorganizzazione internazionale dal carattere specifico di organizzazione sovranazionale, perch crea norme direttamente applicabili nei Paesi membri, fra cui lItalia. LItalia si oppone alla guerra offensiva, di conquista, il che lascia immaginare invece che gli eventuali conflitti armati nel corso di operazioni di peace keeping (mantenimento della pace) dellONU non siano esclusi o vietati, purch orientati con regole chiare (regole di ingaggio dei militari) a conquistare la pace (PRINCIPIO PACIFISTA). Allalveo del diritto universalmente riconosciuto si riconducono i diritti fondamentali di ogni uomo, a prescindere dalla nazionalit o cittadinanza di appartenenza, spesso definiti ed applicati in ogni contesto come diritto naturale o semplicemente diritti umani; lo stesso vale per le norme consuetudinarie che conducono al riconoscimento giuridico degli altri stati e delle organizzazioni non territoriali che rappresentano popoli in lotta per la conquista o riconquista dei propri territori (come lOLP). PRINCIPIO DI LIBERTA La libert valore e principio implicito e presupposto nella nostra costituzione, nel senso che ogni diritto, se vogliamo, rappresenta una fetta di libert. Libert nella legalit, dunque. Di libert la costituzione parla espressamente soprattutto nel titolo dedicato ai rapporti civili, ad esempio con riguardo al concetto tecnico di libert personale (artt. 13 e 14), alla libert, oltre che segretezza, della corrispondenza (art. 15), alla possibilit che ha il cittadino di circolare e

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soggiornare liberamente (art. 16), al diritto che hanno i cittadini di associarsi liberamente (art. 18), o di professare liberamente la propria fede religiosa, alle confessioni religiose egualmente libere davanti alla legge (art. 8), alla possibilit di manifestare liberamente il proprio pensiero (art. 21), con riguardo ancora alla libera iniziativa economica (art. 41).

10. Le forme di governo

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Secondo la definizione di Costantino Mortati, illustre costituzionalista, per forma di governo deve intendersi il modo in cui le funzioni dello Stato sono distribuite ed organizzate tra i diversi organi costituzionali. Che rapporto c tra la forma di governo e la forma di stato? Le forme di stato rispecchiano il rapporto tra governanti e i governati, mentre le forme di governo rispecchiano il rapporto tra i diversi organi di governo. Ne consegue che le forme di governo sono fortemente influenzate dalle forme di stato. Forme di stato e di governo si completano a vicenda e formano larchitettura dello stato. Per esempio, in molti stati federali vi la forma di governo presidenziale o semipresidenziale (USA, Brasile) o direttoriale (Svizzera), ma possibile trovare esempi di diverso tenore (Germania: stato federale con forma di governo parlamentare). Allo stato unitario pu associarsi la forma di governo parlamentare (Gran Bretagna) o semi-presidenziale (Francia). Lo stato regionale pu completarsi con una forma di governo

parlamentare (come in Italia). Non vi sono regole assolute nella architettura dello stato. Di certo lesperienza della storia insegna quali sono le accoppiate tra forme di stato e governo che hanno avuto riscontri pi positivi. Quante e quali sono le forme di governo pi diffuse? Sostanzialmente tre sono le tipologie di forma di governo degli stati contemporanei: parlamentare, presidenziale, direttoriale. Parlamentare:

(es. Repubblica italiana) Caratteristiche di questa forma di governo sono: il rapporto fiduciario tra il Governo e le Camere; il potere di controllo del Parlamento sullattivit politico-

amministrativa e finanziaria del Governo; lapplicazione attenuata del principio della separazione dei poteri.

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la forma di governo parlamentare si articola a sua volta in varie

tipologie: la forma parlamentare pi tipica quella assembleare, che nomina diretta del Governo da parte del Parlamento (in Italia limitazione dei poteri del Presidente della Repubblica; estensione dei poteri del Parlamento; esclusione dello scioglimento anticipato delle Camere (mentre nel largo ricorso agli istituti di democrazia diretta quali il referendum.

presenta le seguenti caratteristiche: nominato dal Presidente della Repubblica);

sistema italiano questo possibile); Questa forma di governo presenta rischi di instabilit politica e di ingovernabilit; un tipo particolare di forma di governo parlamentare poi quella

semi-presidenziale francese, ove vi sono sia elementi della forma di governo parlamentare propriamente detta (come il rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo; solo che in Francia non vi la fiducia iniziale, come in Italia, ma il Parlamento pu sfiduciare con mozione di sfiducia il Governo nel corso del suo mandato, se non condivide pi la sua azione politica) sia forti poteri del Presidente della Repubblica. Cosicch si parla di forma di governo semi-presidenziale, e il Presidente diventa una sorta di monarca repubblicano; vi poi la forma di governo cosiddetta di gabinetto, rientrante

anchessa nelle forme parlamentari, adottata in Gran Bretagna, ove vi il rafforzamento dei poteri del Primo Ministro e di alcuni Ministri del Governo (per lo pi i Cancelliere dello Scacchiere, i Ministri degli esteri e degli interni). Il rafforzamento dei poteri del primo ministro, in particolare, pare maggiormente compatibile con la realt politica britannica, largamente omogenea e consolidata sul bipartitismo e sulla alternanza delle forze politiche al governo del Paese.

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Presidenziale:

(es. Stati Uniti dAmerica) Caratteristiche di questa forma di governo sono: separazione rigida dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario; funzione esecutiva e di indirizzo politico nelle mani del Capo dello funzione legislativa nelle mani delle Camere elette dal popolo; funzione giurisdizionale assegnata ai Magistrati, come corpo

Stato eletto dal popolo;

autonomo, in parte anchessi eletti dal popolo; contrappesi al potere di indirizzo politico del Presidente attraverso la approvazione da parte delle Camere delle leggi di spesa e di bilancio dello stato (cosiddetto sistema di check and ballance, utilizzato per evitare che il Presidente possa trasformarsi in una sorta di dittatore) o mediante il cosiddetto impeachment del Presidente (corrispondente alla nostra procedura di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica) per gravi reati propri della sua funzione, come tradimento, concussione, eccetera); un Presidente che, nellequilibrio dei pesi e contrappesi, ha il potere di veto sulle leggi del Parlamento (negli Stati Uniti, il Congresso), che vengono approvate se ottengono poi la maggioranza favorevole dei due terzi delle Camere nella successiva votazione. Questa forma di governo presenta dei rischi, in quanto lattivit di indirizzo politico non sempre risulta conforme ed aderente agli interessi reali dei cittadini e delle minoranze e possono nascere conflitti sociali. Inoltre, quando le contromisure non sono adeguate, vi il rischio di derive autoritarie. Direttoriale:

(es. Confederazione Elvetica) Caratteristiche di questa forma di governo sono:

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il potere esecutivo spetta a un organo collegiale (in Svizzera, il

Consiglio Federale, composto da sette membri) eletto dallAssemblea federale (organo rappresentativo del popolo); lorgano di governo non soggetto alla fiducia dellAssemblea, il Presidente uno dei componenti del Consiglio e dura in carica un anche se pu essere messo in condizione di dimettersi; solo anno.

SECONDA PARTE: Gli organi costituzionali nellOrdinamento della Repubblica 11. Il Parlamento in generale Il Parlamento lorgano costituzionale pi importante della forma di governo italiana, detta per lappunto parlamentare. E un organo collegiale composto, perch a sua volta formato da due organi collegiali. Si tratta delle due Camere, che hanno lo stesso peso e la stessa importanza e concorrono insieme nella approvazione delle leggi. Tale sistema di duplicazione di poteri e di funzioni delle Camere si chiama bicameralismo perfetto. Sarebbe imperfetto il bicameralismo ove una delle due Camera avesse maggiori poteri dellaltra. Questo equilibrio di poteri si riflette sugli atti, che hanno natura di atti complessi, ai quali concorrono cio entrambi gli organi, a complessit uguale, perch gli organi concorrono con uguale potere a crearli. Un bicameralismo imperfetto si aveva con lo Statuto Albertino, nominalmente a favore del Senato (cosiddetta Camera alta), nei fatti, e nel tempo, a favore della Camera dei Deputati (cosiddetta Camera bassa).

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Le Camere sono elette a suffragio universale dal 1946, quando gli italiani furono chiamata a votare per lAssemblea costituente, una sorta di parlamento speciale, con lunico obiettivo di approvare una nuova costituzione per il neonato stato. Il numero dei deputati di 630 e quello dei senatori di 315, oltre i cinque senatori a vita nominati per meriti insigni dal Capo dello Stato, e gli ex Presidenti della Repubblica, membri di diritto a vita del Senato.

12. I sistemi elettorali I sistemi elettorali sono sostanzialmente di due tipi: proporzionali e maggioritari. Esistono poi numerose varianti che si riconducono per alcuni aspetti ai primi e per altri ai secondi, insomma leggi ibride, come ibrida la nostra attuale legge elettorale, il cosiddetto porcellum. Essa stata introdotta nel 2005; dal 1993 al 2005 abbiamo avuto un sistema misto maggioritario (al 75%) e proporzionale (per il restante 25%), prima ancora (dal secondo dopoguerra al 1993) il sistema proporzionale puro. Vediamo allora: il sistema maggioritario o a collegi uninominali:

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in questo sistema il territorio nazionale diviso in tanti collegi

quanti sono i candidati da eleggere (collegi uninominali). il sistema proporzionale: in questo sistema i seggi vengono divisi tra i partiti in proporzione

al numero di voti da essi ottenuti e i collegi sono plurinominali. IL SISTEMA ELETTORALE VIGENTE Dal 2005 (con la l. 270/2005) le Camere vengono elette con un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza, sbarramenti alle minoranze politiche e indicazione diretta del premier. Si tratta in realt di un sistema misto, che vorrebbe coniugare i vantaggi del sistema maggioritario (governabilit) con quelli del sistema proporzionale (estesa rappresentanza democratica). I motivi principali o dichiarati dalle forze politiche per questa modifica sono stati la eccessiva litigiosit delle coalizioni politiche e la mancanza di rappresentanza politica delle forze minori, svantaggi appalesatisi nel sistema maggioritario allitaliana. La nuova legge elettorale abbandona luninominale e ritorna al collegio plurinominale (con elezione di pi deputati e senatori in un solo collegio) a lista bloccata (per cui gli eletti di una lista non sono quelli che ricevono pi voti ma quelli pre-individuati dai partiti). Il sistema definito dalla stessa legge come sistema elettorale proporzionale con eventuale premio di maggioranza. Il sistema, infatti, assicura alla coalizione che ottiene pi voti, anche se il totale dei suoi voti non raggiunge la maggioranza assoluta, il 55% dei seggi (premio di maggioranza). Inoltre la legge prevede una soglia di sbarramento per le forze politiche minori: ai partiti singoli che non abbiano superato la soglia del 4% dei voti

validi e alle coalizioni che non abbiano superato la soglia del 10% dei voti validi, per le elezioni alla Camera;

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Senato.

ai partiti singoli che non abbiano superato la soglia dell8% dei voti e

alle coalizioni di partiti che non abbiano superato almeno il 20% dei voti, al

Allinterno delle coalizioni dei partiti, sufficiente il 2% dei voti perch il singolo partito entri alla Camera e il 3% perch entri al Senato. Lesigenza di salvaguardare il quadro politico tendenzialmente bipolare dovrebbe essere soddisfatta dalla introduzione delle coalizioni e dalla indicazione del capo delle medesime. Non vi per una sanzione per la modifica in corso di legislatura delle coalizioni, non vi in sostanza il vincolo di coalizione per le forze politiche (vedi in precedenza sul divieto di mandato imperativo). Lindicazione del premier potrebbe sembrare poi in contrasto con le prerogative del Capo dello Stato che, come noto, nomina il primo ministro sulla base delle maggioranze parlamentari esistenti, anche perch potrebbe immaginarsi una fase politica successiva in cui vengano rimescolate le carte politiche, rispetto al risultato delle elezioni, come al momento in cui rivedo lelaborato succede con il Governo Monti. Nei sistemi parlamentari, infatti, il capo dello Stato conferisce lincarico di formare il governo al leader della maggioranza vincente o, nel caso di insuccesso di questultimo nel formare il governo, alla persona con maggiori probabilit di formare il governo, conferendo successivi incarichi fino allo scioglimento anticipato delle camere. Il suo potere pertanto un potere vincolato dalla situazione politica concreta. Con la nuova legge, il Capo dello Stato si trova a dover conferire lincarico a persona comunque sostenuta da una maggioranza parlamentare.

13. Durata e funzionamento delle Camere

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LEGISLATURA

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La legislatura indica la durata in carica delle Camere: essa dura cinque anni e pu anche essere interrotta prima di tale termine per vicissitudini politiche (scioglimento anticipato), in genere per lincapacit del Parlamento di dare luogo a maggioranze stabili in grado d sostenere lazione del Governo. Il Presidente della Repubblica non pu, per, negli ultimi sei mesi di mandato, sciogliere le Camere (semestre bianco), salvo che la fine della legislatura sia coincidente con la fine del mandato del Capo dello Stato. Ci stabilito per non creare situazioni di possibile ricatto istituzionale e per evitare che il Presidente venga rieletto da un Parlamento che non fresco di rappresentativit popolare, essendo alla fine del suo mandato. Non possibile prolungare i poteri delle Camere, salvo che nel tempo strettamente necessario ad indire ed espletare le elezioni delle nuove Camere e fino a che queste non si insedino (prorogatio) e in caso di guerra, dichiarata con una legge. INDIZIONE DELLE ELEZIONI Entro 70 giorni dalla cessazione delle vecchie Camere, il Presidente della Repubblica indice le elezioni. Questo un atto dovuto. CONVOCAZIONE DELLE CAMERE Entro 10 giorni dalle elezioni, il Presidente convoca le nuove Camere. Esse si riuniscono in via ordinaria il primo giorno lavorativo dei mesi di febbraio e ottobre; in via straordinaria, esse possono essere convocate dal Presidente della Repubblica o dal Presidente della Camera e del Senato (dato che quando

convocata una Camera si intende convocata di diritto anche laltra) o da un terzo dei deputati o senatori.

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Le sedute delle Camere sono pubbliche, salvo che ciascuna Camera o il Parlamento in seduta comune non decidano di volta in volta per la seduta segreta. Le Camere provvedono alla elezione del Presidente e alla nomina dellUfficio di Presidenza. Il Presidente della Camera e il Presidente del Senato presiedono le sedute e dirigono il lavoro delle Camere in base alle norme del Regolamento della Camera di appartenenza. Importante anche il ruolo della conferenza dei capigruppo, presieduta dal presidente della camera di appartenenza, che redige il calendario dei lavori parlamentari.

Il Presidente del Senato della Repubblica poi la seconda carica dello stato perch ha limportante ruolo di supplenza al Capo dello Stato, quando questultimo versi in una condizione di impossibilit temporanea o permanente di esercitare le sue funzioni (ad esempio in caso di malattia). Il Presidente della Camera considerata invece la terza carica dello Stato, per il ruolo prestigioso di presidenza del Parlamento in seduta Comune. PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE Questa variante della seduta delle Camere, riunite insieme, necessaria per alcuni atti specifici: elezione del Presidente della Repubblica, con laggiunta di tre messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica per

delegati regionali (con leccezione della Valle dAosta che ne ha uno solo) attentato alla costituzione e alto tradimento (poi giudicato dalla Corte Costituzionale) elezione di un terzo dei membri della Corte costituzionale (cinque su elezione di un terzo dei membri del Consiglio superiore della quindici) Magistratura (otto su ventiquattro) AUTONOMIA DELLE CAMERE

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Le Camere sono organi autonomi, per cui esse si dotano di un Regolamento, che disciplina il loro funzionamento. I Regolamenti parlamentari sono fonti primarie che possono essere modificate soltanto dalla Camera interessata e non con legge dello stato, n tanto meno con atto del Governo: in tal caso verrebbe meno la garanzia della autonomia di ogni Camera rispetto allaltra e rispetto agli altri organi costituzionali. Ogni Camera approva il proprio regolamento, secondo lart. 64 cost., a maggioranza assoluta. Abbiamo dunque due regolamenti parlamentari, il Regolamento della Camera dei Deputati e il Regolamento del Senato della Repubblica. VERIFICA DEI POTERI Il personale politico delle Camere soggetto alla autorit delle Giunta per le elezioni, per quanto riguarda la cosiddetta verifica dei poteri, vale a dire la verifica della regolare elezione dei singoli deputati e senatori. Le Giunte per le elezioni verificano infatti che, oltre alla regolarit delle elezioni, non vi siano casi di ineleggibilit o incompatibilit. Per ineleggibilit si intende che una persona non pu accedere alla competizione elettorale relativa alle cariche di deputato o senatore per mancanza di requisiti soggettivi. Mentre per incompatibilit, si intende che non preclusa la

partecipazione alle elezioni alla carica di parlamentare, ma chi viene eletto deve rinunciare ad una carica incompatibile con quella di deputato o senatore. Sono casi di ineleggibilit: la mancanza di capacit elettorale (che si acquista a 25 anni per la

Camera e a 40 anni per il Senato) o il ricoprire una carica istituzionale

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o quale Presidente di Provincia o Sindaco, o Prefetto, o Vice-Prefetto, o lex Commissario governativo presso le Regioni, ora Rappresentante dello Stato o Funzionario di Polizia o di altra amministrazione statale. Sono casi di incompatibilit: la carica di deputato o senatore, rispetto alla carica di Parlamentare

dellaltro ramo del Parlamento, la carica di Parlamentare europeo, la carica di Presidente della Repubblica, di Giudice della Corte Costituzionale, di membro del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), di Consigliere regionale.

In genere, lineleggibilit stabilita quando il cittadino abbia, in virt di poteri e funzioni esercitate, una pi diretta e immediata influenza sulla libert e sui diritti del cittadino (si pensi al funzionario di polizia che esegue larresto o al Sindaco che rilascia il permesso di costruire). DELIBERAZIONI DELLE CAMERE Le deliberazioni (cio le decisioni di ogni Camera) avvengono con il rispetto dei quorum costitutivi e deliberativi: il quorum costitutivo indica il numero di presenti minimo

necessario per poter procedere alle deliberazioni. Per entrambe le Camere esso fissato nella met pi uno dei deputati e dei senatori.

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Mentre il quorum deliberativo indica il numero minimo necessario di voti favorevoli perch una deliberazione passi: allora avremo maggioranze semplici (date dal voto favorevole della met pi uno dei presenti in aula, al Senato; e dalla met pi uno dei votanti, alla Camera), maggioranze assolute (date dal voto favorevole della met pi uno dei componenti di ciascuna Camera), maggioranze qualificate (date dalle frazioni assembleari maggiori richieste dalla legge, esempio due terzi o tre quinti). La verifica del numero legale, infine, pu essere sempre richiesta prima delle deliberazioni: con essa si controlla che vi siano i quorum costitutivi per procedere alla votazione.

14.Limmunit parlamentare Limmunit parlamentare, antico istituto, indica la speciale condizione giuridica che i parlamentari rivestono di fronte alla giustizia. Essi hanno delle prerogative, dunque situazioni individuali diverse rispetto al normale cittadino, che tengono conto della loro funzione di rappresentanza.

Listituto della immunit infatti il risultato di un bilanciamento di valori: da una parte il valore della rappresentanza politica e istituzionale, di cui rivestito il parlamentare, dallaltra il valore della giustizia (uguale) per tutti i cittadini.

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Listituto della immunit tenta allora di conciliare interessi che talvolta paiono irrimediabilmente in contrasto: la giustizia uguale per tutti e la necessit di preservare il potere politico da ingerenze e ricatti istituzionali da parte di altri poteri. Limmunit parlamentare prevista nellart. 68 della Costituzione e si distingue in: Insindacabilit delle opinioni espresse e voti dati dal parlamentare

nellesercizio delle sue funzioni; Improcedibilit contro il parlamentare in mancanza di

autorizzazione della Camera di appartenenza per specifici atti giudiziari di restrizione della libert: o perquisizioni, o ispezioni, o sequestri o intercettazioni e sequestro di corrispondenza o arresto e detenzione. Uniche due eccezioni alla necessit della autorizzazione della Camera di appartenenza sono: flagranza di reato e sentenza di condanna passata in giudicato. Quanto al primo punto, si molto discusso in ordine alla estensione del concetto di esercizio delle proprie funzioni, se quindi limmunit vada estesa anche rispetto ad atti e attivit poste in essere fuori dalle sedi parlamentari ma che abbiano un indubbio carattere politico (comizi, trasmissioni televisive). Lorientamento restrittivo del significato di tale espressione tende a prevalere, nonostante al contrario la vita pubblica trovi sempre nuove arene di confronto delle opinioni (si veda http://blog.libero.it/GIURISTANDO/8043536.html.

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15. Gli organi parlamentari Ogni Camera ha al suo interno degli organi collegiali pi piccoli che concorrono allo svolgimento dellattivit parlamentare: si tratta delle commissioni, dei gruppi e delle giunte parlamentari.

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COMMISSIONI

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Si enumerano 14 Commissioni permanenti alla Camera e al Senato, con denominazioni parzialmente diverse. Riproducono in piccolo la composizione politica delle camere e hanno competenze nelle materie istituzionali principali (finanza e bilancio, interni, esteri, lavoro, affari costituzionali, giustizia, difesa, affari sociali, politiche dellUnione europea, scienza e istruzione, trasporti, poste e telecomunicazioni, agricoltura, ambiente). Poi vi sono le Commissioni speciali, solo episodicamente istituite: le Commissioni di indagine o di inchiesta, dotate di poteri di indagine conoscitiva, istituite per approfondire delle materie (di indagine) o chiarire vicende di rilievo nazionale e istituzionale(di inchiesta), in tal caso con poteri del tutto simili a quelli dei magistrati. GIUNTE Rispecchiano anchesse, come le Commissioni, la composizione politica del Parlamento, le Giunte parlamentari sono: la Giunta per le elezioni, la Giunte per le autorizzazioni a procedere e la Giunta per il regolamento. In particolare, la Giunta per le elezioni ha un generale potere di controllo e verifica sulla regolarit dei procedimenti elettorali. La Giunta per le autorizzazioni a procedere ha il potere di concedere o negare alla magistratura la autorizzazione a compiere gli atti di restrizione della libert nei confronti dei parlamentari (di cui allart. 68 della Costituzione): perquisizioni, ispezioni, intercettazioni telefoniche o mediatiche, arresti, detenzione, al di fuori dei casi in cui questi atti possono comunque avvenire (esempio, flagranza di reato o sentenza irrevocabile di condanna). GRUPPI Sono gruppi di deputati e senatori appartenenti allo stesso partito politico che concorrono a formare la dialettica politica del Parlamento. Ogni parlamentare obbligato, una volta eletto, a comunicare la sua adesione ad un gruppo. Vi poi il gruppo misto cui si iscrivono gli indipendenti, cio i parlamentari non aderenti a partiti specifici o appartenenti a partiti meno rappresentati nel Parlamento. Ogni parlamentare iscritto ad un gruppo politico pu passare al gruppo misto nel corso della legislatura. Unultima notazione merita la Conferenza de Capigruppo. Ogni gruppo, infatti, si organizza intorno ad un Presidente e ad un Ufficio di Presidenza. La riunione dei Presidenti dei Gruppi parlamentari con il Presidente della Camera o del Senato prende il nome di Conferenza di

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Capigruppo, che ha il compito importante, sul piano politico, di decidere il calendario dei lavori parlamentari. 16. Le competenze del Parlamento Le principali competenze del Parlamento sono di tipo legislativo, di indirizzo politico e di controllo. ITER LEGIS La legge un provvedimento complesso che procedimento, cio da un insieme coordinato di atti. si origina da un

Le fasi del procedimento legislativo sono quattro: iniziativa, discussione e approvazione, promulgazione, pubblicazione ed entrata in vigore. INIZIATIVA LEGISLATIVA Pu proporre le leggi, secondo lart. 71 cost.: Ogni singolo parlamentare (sia deputato o senatore; e si chiamano proposte o progetti di legge, anche indicati al Senato come disegni di legge senatoriali) Il popolo (con le firme di almeno 50.000 elettori) Il Governo (e si chiamano disegni di legge) Il Cnel (Consiglio nazionale economia e lavoro; organo ausiliario dello stato che pu promuovere legge in materia economica e sociale) Organi ed enti ai quali sia conferita (liniziativa) da legge costituzionale: e cio ogni Consiglio regionale. DISCUSSIONE E APPROVAZIONE La legge approda indifferentemente ad uno dei rami del Parlamento. Il Presidente provvede a destinare il testo prioritariamente alle Commissioni permanenti che sono chiamate in causa dal provvedimento proposto e poi alla Commissione competente per materia. PROCEDIMENTO ORDINARIO Nel procedimento ordinario la Commissione discute il testo ne formula una bozza di testo da sottoporre allanalisi e allapprovazione della camera di appartenenza, accompagnato da due o pi relazioni sulla opportunit e i caratteri del testo proposto: in genere una relazione di maggioranza e una relazione dellopposizione. Per questo la Commissione detta in sede referente, perch appunto riferisce al Parlamento di quanto da essa elaborato e discusso. La camera procede alla votazione del testo articolo per articolo e poi ad una seconda votazione sul testo per intero. Ci necessario perch i singoli articoli potrebbero essere approvati con delle modifiche (emendamenti) nel corso dei lavori della Camera, e ci potrebbe alterarne il significato complessivo.

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PROCEDIMENTO SPECIALE

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Quando la Commissione ha il potere pi incisivo di approvare il testo della legge, dunque facendo tutto da sola, abbiamo il procedimento speciale (in sede deliberante). Vi sono alcune materie su cui non si pu legiferare in questo modo: progetti di legge in materia costituzionale ed elettorale, di delegazione legislativa, di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi. Altre materie sono state aggiunte dai regolamenti parlamentari.

PROCEDIMENTI MISTI Vi sono anche casi in cui le Commissioni dividono il lavoro di approvazione con la Camera o il Senato, anche indicati come plenum o assemblea: la Commissione predispone un testo e il plenum si riserva lapprovazione dei singoli articoli e del testo complessivo senza dichiarazioni di voto (cio senza che ogni parlamentare debba spiegare la sua opinione e il suo voto); oppure lassemblea incarica la Commissione di redigere il testo e votare i singoli articoli, lasciando al plenum lapprovazione finale del testo complessivo. In tali casi la Commissione si definisce in sede redigente. PROMULGAZIONE Con la promulgazione, il Presidente della Repubblica appone sulla legge il suo sigillo di legalit e, dunque, di garanzia di coerenza del testo con la costituzione e di completezza e correttezza di tutto il procedimento parlamentare fin qui svoltosi. Laddove ravvisasse elementi di contrasto con i principi della costituzione, il Presidente potrebbe rinviare il testo alla Camere con lindicazione, in uno specifico messaggio, delle modifiche di principio da apportare al testo (potere di rinvio). Le camere, a quel punto, possono anche non tenere conto delle richieste del Capo dello stato e riproporre il testo nella medesima forma. In tal caso il Presidente sar obbligato a promulgare la legge. Di norma, il Presidente, per, gode di un elevato prestigio derivante dalla sua caratura istituzionale e personale, in grado di influenzare in modo incisivo il lavoro del Parlamento. Ci anche considerato che il Presidente effettua un primo vaglio di costituzionalit della legge, cui potrebbe far seguito il sindacato di costituzionalit della Corte Costituzionale. PUBBLICAZIONE ED ENTRATA IN VIGORE La legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e nella Raccolta Ufficiale degli atti normativi della Repubblica ed entra in

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vigore al quindicesimo giorno successivo a quello di pubblicazione, salvo che sia la legge stessa ad indicare un diverso termine di entrata in vigore. APPROVAZIONE DELLA LEGGE COSTITUZIONALE Il procedimento di approvazione di legge costituzionale regolato dallart. 138 cost. ed definito procedimento aggravato perch pi articolato e complesso di quello ordinario, dato il carattere rigido della nostra costituzione. In particolare, il testo della legge deve essere approvato da ciascuna camera due volte, e tra la prima e la seconda deliberazione devono passare almeno tre mesi. Ci al fine di far rifletter bene i parlamentari su quella che una modifica o una integrazione della legge fondamentale dello stato. Inoltre, nella seconda deliberazione il quorum deliberativo dei due terzi dellaula, altrimenti (se il testo riscuote soltanto il consenso della maggioranza assoluta) si rende necessario il referendum popolare (detto referendum costituzionale o confermativo), con il quale il popolo chiamato ad esprimersi sulla bont di quella legge. Confermata la legge dal popolo, solo allora il Presidente ne promulga il testo, che viene poi pubblicato nei modi gi visti per la legge ordinaria. POTERI DI INDIRIZZO POLITICO Il Parlamento , insieme al Governo, organo dellindirizzo politico generale del Paese. Gi con la legislazione esso incide fortemente sulle politiche nazionali, vi sono poi atti ulteriori con i quali concorre a determinarlo in maniera ancora pi diretta, sul piano della amministrazione della cosa pubblica. In primo luogo, il Parlamento concede la fiducia al Governo attraverso la cosiddetta mozione di fiducia. Ogni Governo neoincaricato deve recarsi davanti alle Camere, entro dieci giorni da giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, per esporre il programma elettorale e ottenere la fiducia del Parlamento. La fiducia discussa e votata in modo palese e con dichiarazione di voto dei parlamentari Con le leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali, il Parlamento decide le linee portanti della politica estera, lasciando al Governo le negoziazioni del diritto internazionale e le azioni diplomatiche. Con le leggi di amnistia e indulto, decide, in speciali circostanze politiche e sociali, della applicazione dei reati e delle pene rispetto ai cittadini: con lamnistia cancella (estingue) i reati commessi, con lindulto estingue le pene comminate dai giudici. Sono provvedimenti di portata generale, che si applicano cio a tutti i cittadini che, in una dato momento, si trovano nelle specifiche situazioni giuridiche indicate dalla legge. Ma la legge che prevede e punisce i reati amnistiati e commina le pene oggetto di indulto rimane in vigore e torna ad essere applicata subito dopo la

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cessazione degli effetti del provvedimento, salvo successive modifiche legislative. Con lapprovazione della legge di bilancio decide in maniera definitiva gli indirizzi della politica finanziaria del Governo e della politica economica. Il Parlamento delibera lo stato di guerra con legge, nella quale indica gli speciali poteri concessi al Governo. POTERI DI CONTROLLO Il Parlamento ha poteri di controllo sulloperato del Governo e, in genere, sulla vita politica del Paese. Nei confronti del Governo esercita tale potere con la mozione di sfiducia, le interrogazioni e le interpellanze. Per gli altri aspetti collegati alla vita del Paese, di particolare importanza sono le azioni delle Commissioni di indagine, di inchiesta e di vigilanza. MOZIONE DI SFIDUCIA Quando il Parlamento non condivide lazione politica del Governo pu dare corso alla mozione di sfiducia. La mozione una votazione su una proposta avanzata da un gruppo di deputati o senatori (almeno un decimo della camera di appartenenza) . La mozione di sfiducia ha lo specifico fine di far cadere il Governo privandolo della necessaria fiducia, almeno in una delle Camere. INTERROGAZIONE Linterrogazione consiste in una richiesta formale rivolta in aula da un parlamentare al Ministro competente rispetto a fatti o eventi che abbiano interessato il Paese, e di cui egli voglia venire in possesso di informazioni pi specifiche e circostanziate, soprattutto riguardo alle iniziative e provvedimenti messi in campo dal Governo. Linterrogazione prevede una risposta orale del Ministro, e una controreplica, sempre orale e breve del parlamentare, che pu dichiararsi soddisfatto o non soddisfatto della risposta del Ministro. INTERPELLANZA Linterpellanza ha una forma scritta e consiste nella richiesta rivolta da un parlamentare al Ministro competente di chiarimenti sulla generale linea politica che il Governo ha seguito ed intende seguire rispetto a eventi e situazioni o materie di interesse generale nella vita politica del Paese. Linterpellanza pu anche essere trasformata in mozione e condurre ad una votazione dellassemblea. Essa ha dunque uno spettro pi ampio rispetto alla interrogazione. INCHIESTE

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Il Parlamento pu condurre delle indagini su fatti e situazioni di interesse generale istituendo, come specificato sopra, apposite Commissioni, anche bicamerali. Le indagini possono riguardare attivit conoscitive, se hanno di mira un quadro preciso della situazione generale del Paese o di specifici fenomeni in atto, anche al fine di produrre una legislazione efficace (Commissioni di indagine), oppure avere una natura giurisdizionale, per maturare un giudizio su vicende specifiche (Commissioni di inchiesta) oppure ancora una natura e un fine di vigilanza sulloperato di enti e istituzioni pubbliche e private (Commissioni di controllo o vigilanza).

17. Il Presidente della Repubblica Il Presidente della Repubblica rappresenta lo stato ed garante della Costituzione. E una figura rappresentativa, la funzione del P.R. non diversa il Italia rispetto a molte altre democrazie parlamentari. Egli garante dellunit dello stato e della costituzione.

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E organo di garanzia (sopra le parti politiche in campo) ma ha un importante potere di indirizzo politico istituzionale che esercita mediante alcuni atti tipici, come lo scioglimento delle Camere o una sola di esse, quando ritenga che non sia pi possibile dare luogo ad una nuova maggioranza o che il funzionamento della maggioranza non vada pi nel senso della reale volont degli elettori. Questo aspetto particolarmente discutibile, quanto al carattere e ai limiti, cio, di questo potere. Pi che sul piano della regolamentazione costituzionale della carica (non dettagliata) il carisma della persona e la portata, il prestigio, il peso pi morale che politico, dellistituzione (che viene fuori soprattutto attraverso il potere di esternazione) ad esercitare quella influenza sugli organi costituzionali che prende il nome di moral suasion. Il potere di esternazione consiste nella possibilit che ha il P.R. di esprimere delle opinioni e mandare messaggi alle altre istituzioni (alle Camere in particolare) sulloggetto della alta politica nazionale, cio sugli aspetti politici che riguardano le questioni istituzionali, lequilibrio fra i poteri dello stato nella loro concreta azione, le proposte di modificazione della costituzione, i doveri generali e principali di qualsiasi governo (a prescindere che sia di destra o di sinistra) sulle priorit da fronteggiare (i grandi temi della politica nazionale: la lotta al crimine, alla disoccupazione, eccetera). Non spetta a lui, invece, lindividuazione dei modi in cui le istituzioni devono concretamente agire in campo politico: il che rientra nel potere di indirizzo politico, che di competenza del Parlamento e del Governo. In questo senso il Presidente definito potere neutro e di garanzia. Questo ruolo di garanzia spiega il perch della cosiddetta

irresponsabilit politica del P.R. per i suoi atti giuridici: la sua figura deve essere sollevata dalla faziosit politica e restare estranea alla legittima contrapposizione politica dei partiti. Retaggio del vecchio sistema costituzionale monarchico, la controfirma ministeriale listituto in base al quale ogni atto presidenziale deve essere sottoscritto dal Governo di turno (Presidente del Consiglio o Ministri

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competenti), al fine di attribuirne a questultimo la responsabilit politica davanti ai cittadini: cos avviene per atti incisivi come lo scioglimento delle Camere e lindizione di nuove elezioni, lindizione dei referendum popolari, lo scioglimento dei Consigli regionali, provinciali e comunali per infiltrazioni mafiose, la ratifica dei trattati internazionali, la dichiarazione dello stato di guerra, la promulgazione delle leggi, lemanazione dei decreti e regolamenti, lautorizzazione alla presentazione dei disegni di legge governativi, la nomina del nuovo Governo (per il che necessario che il Presidente del Consiglio entrante controfirmi la sua stessa nomina). Dei poteri succitati, solo alcuni sono propri del P.R. in senso

sostanziale, cio nel senso di essere decisi nel merito e nellopportunit dal Presidente: essi danno luogo ad atti formalmente e sostanzialmente presidenziali. Altri atti sono solo formalmente presidenziali e sostanzialmente governativi, perch decisi dal Governo. In tal caso il P.R. si limita d un controllo di conformit alla costituzione dellatto. Vi sono poi atti complessi, sulla cui decisione il P.R. concorre con altri organi (Parlamento, Governo), e infine atti dovuti, nei quali non vi spazio decisionale per nessuno. Parliamo dello scioglimento della Camere, o di una sola di esse, di sicuro il potere pi incisivo del nostro P.R., che avviene su decisione autonoma del P.R., presa per sulla base di una valutazione di ci che avviene in Parlamento. Ecco perch gli studiosi collocano questo atto nel novero degli atti complessi. Consideriamo poi il conferimento dellincarico per formare un nuovo

governo, che atto autonomo del P.R. vincolato per agli esiti delle elezioni politiche: inoltre, i meccanismi della nuova legge elettorale portano alla indicazione della persona del premier, cio il capo della coalizione politica vincitrice, e ci riduce la discrezionalit del P.R. nel concedere lincarico di formare il Governo.

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Potere nel cui esercizio rileva elusivamente la volont del P.R. la nomina dei giudici costituzionali (cinque su quindici, altri cinque sono nominati dal Parlamento in seduta comune e gli ultimi cinque dalla Magistratura) e dei senatori a vita per meriti insigni in campo culturale (che devono essere al massimo cinque). Gi per la nomina degli alti funzionari di stato, come sottosegretari e direttori ministeriali, la decisione presa dal Governo e il Presidente si limita a dare la veste formale del d.P.R. (decreto del Presidente della Repubblica) alla nomina. Abbiamo poi il potere di concedere la grazia e commutare le pene dei condannati, da alcuni studiosi visto come un potere proprio del Presidente da altri visto come un potere co-esercitato con il Ministro della Giustizia. Altro aspetto tipico del ruolo di garante della costituzione dato dal potere di promulgazione delle leggi, che chiama il P.R. alla doppia verifica di regolarit delliter legis e di costituzionalit del provvedimento finale (la legge), e pu condurlo ad esercitare il cosiddetto potere di rinvio, consistente nel rinvio della legge al Parlamento con accompagnamento di un messaggio scritto, in cui egli spiega i motivi del rinvio e le auspicabili modifiche che renderebbero il provvedimento costituzionale. Il Parlamento pertanto modifica la legge oppure non la modifica affatto e la ripresenta talis et qualis al Capo dello Stato, che , a quel punto, costretto ad apporre la sua firma. Infine vi sono dei poteri che il P.R. ha in quanto componente di organi collegiali. In tal caso i suoi atti (ed lunico caso) non devono avere la controfirma governativa: il P.R., infatti, presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno dei magistrati, presiede il Consiglio Supremo di Difesa (ma non ha il comando effettivo delle forza armate, che spetta al Capo di Stato Maggiore della Difesa, in collegamento con il Ministro della Difesa). Il Capo dello stato gode poi di alcune prerogative della sua funzione, una speciale immunit giuridica, in particolare la sospensione dei processi per i

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reati comuni commessi fuori dallesercizio delle sue funzioni (materia molto controversa), una particolare protezione della sua persona, assicurata dallart. 278 c.p. che prevede il reato di Offese allonore e al prestigio del Presidente della Repubblica, ed una cospicua indennit finanziaria ed economica. Formuliamo di seguito una tabella dei poteri del presidente con la rispettiva categoria in cui si inquadrano gli atti che ne rappresentano lesercizio:

Atti formalmente e sostanzialmente presidenziali

Atti formalmente presidenziali e sostanzialmente governativi (o parlamentari) Autorizzazione del Governo a presentare disegni dei legge alla Camere Nomina di alti funzionari della Pubblica amministrazione Promulga le leggi ed emana i decreti del Governo Accredita i rappresentanti diplomatici allestero Riceve i rappresentati dei Paesi esteri Conferisce le onorificenze della Repubblica

Atti sostanzialmente complessi

Atti dovuti

Nomina di cinque senatori a vita

Scioglie le Camere

Indice le elezioni

Nomina di un terzo (cinque) dei giudici della Corte costituzionale Nomina otto esperti del Cnel

Nomina il Governo

Indice referendum

Presiede il Consiglio superiore della Magistratura Presiede il Consiglio Supremo di Difesa Pu inviare messaggi alle Camere

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Rinvia le leggi alle Camere (potere di veto sospensivo) Ratifica i trattati internazionali (sostanzialmente parlamentare) Dichiara lo stato di guerra (sostanzialmente parlamentare)

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Convoca le Camere in via straordinaria

18. Il Governo: struttura e funzioni STRUTTURA E FORMAZIONE DEL GOVERNO Il termine governo si pu intendere in senso ampio (nel senso degli organi di indirizzo politico: Parlamento e Governo) oppure in senso stretto. Il Governo un organo collegiale composto, perch composto da pi organi: formato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, da tutti i Ministri e dal Consiglio dei Ministri. La principale legge di regolamentazione del governo, della sua struttura e funzionamento, dopo la Costituzione, la legge 400 del 1988, seguita da

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altri interventi di riforma della normativa (tra cui i decreti legislativi n. 300 e 303 del 1999). Gli organi governativi sopra citati sono necessari e indefettibili, secondo il disposto della Costituzione (art. 92). Vi sono poi altri organi non necessari, ma che la prassi inserisce in modo stabile ormai nella compagine governativa: uno o pi Vicepresidenti del Consiglio (con compiti di supplenza

temporanea, con deleghe concesse dal Presedente del Consiglio, per specifiche questioni o materie), il Consiglio di Gabinetto (formato da alcuni Ministri, i pi importanti, i Sottosegretari di Stato i Viceministri (anchessi svolgenti funzioni di collaborazione e i Commissari straordinari del Governo (che rappresentano e con compiti ausiliari e preparatori dellattivit del Consiglio dei Ministri),

potenziamento operativo dellazione dei ministri), eccezionalmente il Governo presso altri enti, territoriali o di atro tipo), i Comitati interministeriali (che riuniscono solo alcuni ministri competenti in settori omogenei al fine di elaborare e corroborare le proposte specialistiche di intervento del Governo). Nella attuale compagine governativa abbiamo: 5 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei Ministri 12 Ministri con portafoglio 6 Ministri senza portafoglio 3 Viceministri 21 Sottosegretari di Stato

Per un totale di 48 persone (di 62 persone era formato il governo precedente).

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Il Presidente del Consiglio dirige la politica generale del governo e ne responsabile e mantiene lunit di indirizzo politico ed amministrativo,

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secondo quanto disposto dallart. 96 della Costituzione, e, per precisare ulteriormente i suoi compiti, la disposizione dice anche come egli possa fare tutto questo: promuovendo e coordinando lattivit dei Ministri. Insomma egli solo primo tra pari ed a lui spetta pi un ruolo di indirizzo e coordinamento dei Ministri che non di vero e proprio comando e direzione. La disciplina costituzionale sul Presidente del Consiglio prevede la responsabilit giuridica per i reati commessi nellesercizio delle proprie funzioni: per esempio utilizzo di fondi per finalit diverse da quelle statuite nel bilancio dello stato, anche se pur sempre di interesse pubblico. In tal caso, il Senato (se il Presidente anche Senatore o non parlamentare) o la Camera (se il Presidente anche deputato) sono chiamati dalla Magistratura ordinaria, competente per il relativo processo, a pronunciarsi per lautorizzazione a procedere contro il Presidente (art. 96 cost.). I MINISTRI La norma vale anche per i Ministri. I Ministri sono responsabili civilmente verso lo Stato e verso gli altri cittadini per i danni ingiustamente arrecati ad essi: unica differenza tra i Ministri e i Cittadini che i primi stanno in giudizio nelle cause civili in cui vi sia come controparte lo Stato davanti alla Corte dei Conti e non davanti alla Magistratura ordinaria. FORMAZIONE DEL GOVERNO Il Governo nasce con lincarico dato dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio, che propone la lista dei ministri al Capo dello Stato, che li nomina. Lincarico dato al leader del partito o della coalizione risultata vincitrice delle elezioni e su questo aspetto dei poteri del Capo dello Stato la nuova legge elettorale ha ridotto il campo della sua valutazione. Anche la prassi costituzionale delle consultazioni al Quirinale dei Segretari dei principali partiti, ex Capi dello Stato, Presidenti delle Camere e i Presidenti dei Gruppi parlamentari ha perso il significato politico di un tempo

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(la cosiddetta prima repubblica) per via della riforma del sistema elettorale in senso maggioritario e della instaurazione del bipolarismo politico. Il Governo giura nelle mani del Capo dello Stato e si reca entro entro 10 giorni davanti al Parlamento a illustrare il programma di governo e a chiedere, su quella base, la fiducia delle Camere. I deputati e i senatori sono chiamati a concedere o meno la fiducia al Governo con voto palese su appello nominale e dichiarazione di voto, fase di norma ripresa dalle telecamere Rai.

IL POTERE NORMATIVO DEL GOVERNO Il potere normativo del Governo consiste nellesercizio da parte del Governo di atti di normazione primaria, dunque di rango pari a quello legislativo. Sappiamo che la legge prerogativa del Parlamento, depositario della funzione legislativa, ma a riprova del fatto che nella nostra forma di governo parlamentare non vige una rigorosa separazione dei poteri, abbiamo che il Governo pu introdurre atti aventi forza di legge: in circostanze eccezionali di necessit ed urgenza, nel caso del o in base ad una delega del Parlamento contenente i principi, i

decreto-legge, criteri e i tempi entro i quali dare luogo alla normazione, nel caso del decreto legislativo. Unultima fetta di normazione, in questo caso secondaria, dunque di livello sub-legislativo, il Governo la esercita con i regolamenti governativi. Nella piramide delle fonti avremo allora sullo stesso livello (primario): la legge ordinaria del Parlamento, la legge regionale delle Regioni e gli atti aventi forza di legge del Governo (decreti-legge e decreti

legislativi).

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Al livello secondario avremo: E poi: i regolamenti ministeriali e i regolamenti interministeriali i regolamenti governativi i regolamenti del Presidente del Consiglio

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I livelli normativi superiori prevalgono su quelli inferiori: sicch avremo che la legge pu modificare o abrogare un regolamento (e non il contrario), un regolamento del Governo pu modificare o eliminare un regolamento del singolo ministro (regolamento ministeriale) o di pi ministri (regolamento interministeriale), ma non il contrario. IL DECRETO-LEGGE Come si detto sopra, circostanze eccezionali di necessit ed urgenza possono richiedere un intervento normativo rapido ed efficace del Governo. Gli si d lo strumento con il decreto-legge. Ne abbiamo avuto una riprova in occasione dei recenti eventi di calamit naturali in tutta Italia. Molte altre e di vario tipo possono essere le concrete circostanze, non tassative (es. sicurezza dei cittadini, interventi di politica fiscale e tributaria). Per la verit il ricorso al decreto-legge sembra essersi incrementato negli ultimi decenni di governo, sullonda di una serie di cause e considerazioni: in primo luogo la lentezza delliter legis parlamentare e la tendenza a lasciare al Governo maggiori spazi di regolamentazione della vita e della societ, una vita e una societ che pongono e necessitano di sempre pi e pi sofisticate regole. A chi spetta la valutazione della presenza in concreto delle circostanze eccezionali di necessit ed urgenza? Al Governo e al Parlamento stesso, entrambi impegnati in questa fase.

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Il Governo prende liniziativa, con lautorizzazione solo formale del Capo dello Stato, di presentare alle Camere il decreto-legge, accompagnato da un disegno di legge, detto di conversione in legge del decreto stesso. Infatti, il Parlamento chiamato dal Governo a convertire in legge il decreto entro il termine perentorio di sessanta giorni. Il Parlamento discute nelle Commissioni competenti se ricorra o meno il caso di necessit e urgenza, ma tende sotto questo profilo a fidarsi del giudizio del Governo e ad avallarne le valutazioni. Se il Parlamento approva la normativa proposta dal Governo, converte in legge il decreto, e il decreto-legge confermato definitivamente: quindi, essendo gi in vigore, continua ad avere effetto. Se il Parlamento non approva, nel merito o nelle modalit proposte, il decreto-legge del Governo, allora pu lasciare cadere la cosa, non approvando alcuna legge di conversione entro i sessanta giorni, o regolando a suo piacimento la medesima materia, magari con norme dal tenore del tutto diverso da quelle proposte dal Governo (anche oltre i sessanta giorni). In questultimo caso, evidente che la faccenda assuma connotati prettamente politici: infatti la maggioranza parlamentare che non approva il decreto la stessa che, per, sostiene il governo. Ma questo fatto non di per s indice o causa dellapertura di una crisi di governo, quanto piuttosto pone degli interrogativi politici sulla tenuta del Governo. Diverso per il caso in cui il Governo accompagni il disegno di legge di conversione del decreto-legge in legge con la cosiddetta fiducia. Il Governo, come sappiamo, pu porre la questione di fiducia sui provvedimenti da esso proposti. E bench il fatto che alcuni provvedimenti non vengano approvati dal Parlamento (quando si dice che il Governo andato sotto in Parlamento) non comporta la crisi di governo, se invece stata posta la fiducia (dal Presidente del Consiglio) su un provvedimento, il responso negativo del Parlamento obbliga il Governo alle dimissioni e fa conseguire una crisi di Governo.

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di

Di non secondaria importanza, ai giorni nostri, infine la prassi governativa (successivamente regolata dalla legge n. 400 del 1988) proporre modifiche (emendamenti) al testo del disegno di legge di conversione originariamente proposto, e gi allesame del Parlamento. Queste modifiche si aggiungono agli emendamenti proposti dai parlamentari. QUESTIONI PROBLEMATICHE Da pi parti si lamenta, e non solo con riguardo alla cosiddetta seconda repubblica, una ricorrente forzatura della natura e funzione attribuita al decreto-legge dalla Costituzione. Altra questione problematica la reiterazione dei decreti-legge. Quando il Parlamento non converte in legge il decreto entro sessanta giorni, Il Governo potrebbe ripresentare lo stesso decreto nella stessa forma e, con questo stratagemma, farla in barba al Parlamento e alla Costituzione, prorogando allinfinito una normativa per definizione provvisoria: quella del decreto-legge. Come si posto argine a questo problema? Con una recente sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale la prassi di reiterare i decreti-legge non convertiti in legge nei sessanta giorni. E se il Governo presenta un testo simile ma diverso? Vale la stessa regola. EMANAZIONE DEL DECRETO-LEGGE Quanto alla forma del decreto-legge, esso emanato con decreto del Presidente della Repubblica (d.P.R.), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sulla Raccolta Ufficiale degli Atti normativi della Repubblica ed immediatamente efficace. Quid iuris (che succede) se il decreto-legge non convertito in legge ed intanto si sono prodotti alcune effetti nei confronti dei cittadini, per esempio

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confisca e requisizione di beni privati, erogazione di sussidi o servizi pubblici? La decadenza del decreto-legge elimina gli effetti giuridici prodotti dallinizio (ex tunc, dallorigine), vale a dire fin dalla emanazione del decreto. In alcuni casi, il Parlamento, per evitare discriminazioni tra i cittadini (del tipo, a lui prima s, e ora a me no) o altre incoerenze o danni (del tipo, se lo Stato mi toglie il sussidio che mi ha dato e che ho gi speso, come faccio a restituirlo?) pu emanare una legge che regoli specificamente la questione degli effetti prodotti.

IL DECRETO LEGISLATIVO Il decreto legislativo comporta una delega di funzione normativa dal Parlamento al Governo. La delega al Governo (legge-delega) non mai in bianco, nel senso che il Parlamento deve preventivamente indicare al Governo: la materia che intende regolare, i principi e i criteri direttivi cui necessario attenersi nel e i tempi di approvazione del testo di legge (legge delegata o

regolare la materia, decreto legislativo). Dunque, il Parlamento fa una legge breve, in cui conferisce al Governo il potere di fare una legge delegata su una certa materia, e al contempo indica i principi cui il Governo deve attenersi nellesercitare la delega e i tempi massimi di emanazione della nuova normativa. Se i tempi sono superiori ai due anni, il Governo deve dare la possibilit al Parlamento di controllare gli schemi di decreto legislativo elaborati dal Governo. Come a dire, pi lunghi sono i tempi della delega, pi sofisticata e importante sar la materia e la disciplina conseguente e, quindi, pi penetrante il controllo democratico del Parlamento.

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E infatti, il ricorso al decreto legislativo frequente nella disciplina di interi settori (basti pensare ai codici) o di materie complesse che richiedono organicit o nel riordino della disciplina normativa ricavabile da pi fonti normative, legislative o regolamentari (si pensi ai testi unici, ad esempio in materia fiscale, bancaria, finanziaria, di pubblica sicurezza, sullimmigrazione, ecc.). I testi unici, poi, possono essere innovativi, se introducono nuove norme, o solo compilativi, se badano solo a riordinare i contenuti normativi e renderli pi facilmente comprensibili e fruibili dai cittadini e dagli addetti ai lavori. Nel primo caso sono fonti di produzione del diritto, nel secondo sono solo fonti di cognizione del diritto. EMANAZIONE DEL DECRETO LEGISLATIVO Anche il decreto legislativo emanato nella forma del decreto del Presidente della Repubblica (d.P.R.) e rientra, al pari del decreto-legge, fra gli atti formalmente presidenziali e sostanzialmente governativi, di carattere normativo primario. I REGOLAMENTI GOVERNATIVI Al livello della normazione secondaria, troviamo i regolamenti governativi, che la legge 400 del 1988 ha disciplinato puntualmente. In particolare, essi si dividono in: o regolamenti di esecuzione: in essi non si riscontra una particolare autonomia del Governo, o del Presidente del Consiglio, o del singolo Ministro, o del Comitato interministeriale, in quanto si tratta di dettagliare la disciplina legale per facilitarne lapplicazione concreta. Essi possono accompagnare sia le leggi che i decreti legislativi. Dubbio il caso dei decreti-legge, stante il carattere urgente dei detti decreti, che sembra configgere con i tempi ulteriori richiesti per lemanazione di un regolamento.

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regolamenti di attuazione o integrazione: o in tal caso lautonomia normativa del Governo leggermente pi estesa, in quanto si tratta di introdurre tutte quelle norme, secondarie rispetto a quelle contenute nella legge o nel decreto legislativo, necessarie ad attuare la legge, dunque anche negli aspetti che non trovano norma generale in essa.

regolamenti autonomi o indipendenti (di dubbia costituzionalit): o in essi vi grande autonomia del Governo, in quanto disciplinano materie in cui non vi legge n riserva di legge. Il che vuol dire che n il legislatore ha gi regolato con legge la materia, n il legislatore (sia esso costituzionale o ordinario) ha posto una riserva di legge, cio una regola secondo cui la materia va regolata solo con legge ordinaria del Parlamento o atto avente forza di legge del Governo (riserva assoluta) o con legge (per i soli principi fondamentali) ma anche altre fonti (per gli aspetti di dettaglio della normativa; riserva relativa). La costituzionalit di questi regolamenti discussa in dottrina. Alcuni studiosi ritengono infatti che la semplice mancanza di una legge non legittima il Governo o altri organi a riempire il vuoto normativo con fonti di grado inferiore alla legge.

regolamenti autorizzati o di delegificazione: o in essi lautonomia del Governo limitata, a dispetto delle apparenze, e vi si ricorre soprattutto per dare vita alla cosiddetta delegificazione, in mancanza di riserve assolute di legge; tali regolamenti disciplinano aspetti secondari della materia, ma la loro grande importanza sta nel fatto che il Parlamento disciplina preventivamente con legge la materia (legge di delegificazione), ma rinvia lentrata in vigore della legge, e dunque la abrogazione eventuale di precedenti leggi, allemanazione del regolamento (regolamento autorizzato o di

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delegificazione). In tal modo, per le modifiche successive della disciplina sar sufficiente il regolamento. Si verifica cio la situazione solo apparente in cui un regolamento governativo sembri abrogare leggi ordinarie. regolamenti organizzativi: o in essi lautonomia del Governo limitata dalla riserva di legge in materia di organizzazione dei pubblici uffici (art. 97 cost.) tali regolamenti, infatti, riguardano lorganizzazione degli uffici pubblici, solo negli aspetti secondari e non di principio, che non siano gi stati regolati dalla legge (riserva di legge relativa); In realt si fatta chiarezza sul punto, nel senso che la legge sempre necessaria per lordinamento degli Uffici della Presidenza del Consiglio e per alcuni ministeri (Esteri e Interno), mentre per gli altri Uffici possibile che lorganizzazione sia stabilita da regolamenti ministeriali e quantaltro, pur sempre per nel rispetto della leggi vigenti in materia di organizzazione dei pubblici uffici. FORMA DEI REGOLAMENTI I regolamenti vengono emanati con d.P.R., su deliberazione del Consiglio dei Ministri, udito il parere del Consiglio di Stato. Sono controfirmati dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Giustizia, inviati alla Corte dei Conti per la cosiddetta registrazione (fase del controllo contabile di legittimit sugli atti del Governo, non pi richiesto per gli atti aventi forza di legge), pubblicati nelle forme della legge e in vigore dal quindicesimo giorno successivo (vacatio legis).

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19. La Corte Costituzionale: struttura e funzioni In questa breve rassegna sugli organi costituzionali dello Stato, trattiamo ora il tema della Corte Costituzionale, organo dotato di grande prestigio ed importanza nel nostro ordinamento giuridico: in primo luogo perch viene definito giudice delle leggi, ed in un sistema giuridico fondato sul primato della legge rispetto ai pubblici e privati poteri (principio di legalit), si comprende come il sindacato della costituzionalit delle leggi sia passaggio molto delicato nel funzionamento del meccanismo democratico. IL SINDACATO DI COSTITUZIONALITA Dunque la prima e pi importante funzione della Corte formata da quindici giudici, cinque nominati dal Capo dello Stato, cinque dal Parlamento in seduta comune, cinque dalla supreme Magistrature ordinaria amministrativa e

contabile,

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quella di giudicare le leggi del Parlamento (leggi ordinarie) e gli atti aventi forza di legge del Governo e delle Regioni. Il sindacato di costituzionalit delle leggi e degli atti aventi forza di legge dello Stato e delle Regioni avviene in due modi: uno detto incidentale e uno definito diretto o principale.

Il ricorso in via incidentale alla Corte Costituzionale o incidente di costituzionalit una fase che pu aprirsi solo davanti ad un giudice della Repubblica ove sia in corso una causa, quando sia necessario applicare la norma giuridica la cui costituzionalit sia dubbia o controversa. In tal caso, una delle parti processuali (per bocca del suo legale) solleva davanti a questo primo giudice (detto giudice a quo) la questione di legittimit costituzionale della norma rispetto ad uno o pi articoli della Costituzione. Cos, per fare un esempio, se una certa norma introduce un trattamento diversificato per situazioni giuridiche coincidenti o identico per situazioni giuridiche diverse potr essere sollevata la questione di costituzionalit per violazione del principio di uguaglianza di cui allart. 3 della Costituzione. Il giudice a quo effettua una prima verifica della bont della eccezione di incostituzionalit della norma e se ritiene non manifestamente infondata la questione sospende il processo e rimette gli atti alla Corte costituzionale perch giudichi sulla questione. Come si vede, pertanto, non necessario che il giudice sia daccordo con la censura di incostituzionalit sollevata contro la norma, ma basta che abbia un ragionevole dubbio perch scatti la rimessione degli atti alla Corte. Questo dubbio, potrebbe nascergli, al giudice, anche senza leccezione di parte: in tal caso procede nello stesso modo dufficio alla rimessione degli atti alla Corte. Se la questione pare fondata, la sentenza della Corte ne pronuncia accoglimento. La sentenza pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della

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Repubblica e dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza la norma giuridica incriminata si intende abrogata per incostituzionalit. Se la questione non appare fondata alla Corte, essa pronuncia sentenza di rigetto; il che non preclude la riproponibilit della questione in altro giudizio da parte di altre persone o soggetti giuridici. In alcuni casi, le sentenze della Corte sono dette interpretative, quando propongono la corretta interpretazione della norma. Ne consegue che la norma costituzionale se interpretata in un certo modo, incostituzionale se interpretata in altro modo. Le sentenze possono talvolta aggiungere (sentenze additive) o

eliminare (sentenze riduttive) parti di disciplina, in modo tale che la norma sia incostituzionale nella parte in cui non preveda qualcosa, nel primo caso, o sia incostituzionale nella sola parte in cui preveda qualcosa, nel secondo. Nelle sentenze dato rinvenire talvolta delle indicazioni rivolte al legislatore perch nellaffrontare nuovamente la materia si adegui ai principi costituzionali come chiariti dalla Corte (sentenze paralegislative). Il secondo modo di proporre la questione di legittimit, il ricorso diretto, spetta soltanto allo Stato e alle Regioni e riguarda la violazione delle competenze legislative attribuite dalla Costituzione (art. 117) rispettivamente allo Stato e alle Regioni. Per lo Stato agisce il Presidente del Consiglio, per le Regioni il Presidente della Giunta regionale, i quali fanno valere nel giudizio davanti alla Corte la violazione delle sfere di competenza legislativa degli enti rappresentati. A questo proposito, ricordiamo che la legge costituzionale n. 3 del 2001, in riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione, ha stabilito la competenza generale delle Regioni a fare le leggi in tutti i campi e materie che lo stesso articolo non attribuisca alla competenza esclusiva dello Stato o alla competenza concorrente (o ripartita) tra Stato e Regione.

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Lattuazione concreta di questa riforma ha per sortito molti ricorsi in via principale alla Corte costituzionale, da parte dello Stato, nel lamentare lo sconfinamento delle Regioni nelle sue competenze legislative, e allo stesso modo delle Regioni nei confronti delle altre Regioni e dello Stato. ALTRE FUNZIONI DELLA CORTE Un secondo ordine di funzioni della Corte Costituzionale riguarda: la risoluzione dei conflitti di attribuzione

o tra i poteri dello stato, o tra gli organi costituzionali dello Stato o e tra Stato e Regione, o o tra Regioni, il giudizio nei confronti del Presidente della Repubblica messo in stato di accusa dal Parlamento n seduta comune per alto tradimento e attentato alla Costituzione e infine il giudizio di ammissibilit dei referendum abrogativi.

Sul primo punto, si pu verificare che un atto amministrativo sia posto in essere da un organo amministrativo, mentre ve n un altro che si ritenga competente: magari un altro organo costituzionale o appartenente ad altro potere. Per esempio, il Ministro di grazia e giustizia concede la grazia ad un condannato, che come noto provvedimento sostanzialmente del Presidente della Repubblica. Il Governo vara una Commissione di inchiesta, che come noto atto di competenza del Parlamento. La Regione intraprende la costruzione di una strada che insiste anche sul territorio di altra Regione senza interpellare questultima o il Governo attua decisioni amministrative che impattino sullambiente di una Regione senza rispettare le competenze regionali in tale settore, e via di seguito. Quanto ai giudizi di accusa al Presidente della Repubblica, la Corte giudica in composizione allargata di ulteriori 16 giudici (quindi 31 in totale); questi 16 vengono scelti da un elenco di cittadini compilato ogni nove anni dal Parlamento tra cittadini aventi i requisiti di eleggibilit a senatore. I

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quindici componenti ordinari della Corte, invece, sono nominati tra giudici anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria e amministrative, professori universitari ordinari in materie giuridiche, avvocati con almeno venti anni di esercizio della professione. E infine, del giudizio di ammissibilit dei referendum si dir in seguito. Ricordiamo solo che alcune leggi non possono essere abrogate per referendum: si tratta delle leggi tributarie e di bilancio, di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali, di amnistia ed indulto.

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20. I referendum IL REFERENDUM ORDINARIO 1. I referendum ordinari o abrogativi chiamano il corpo elettorale italiano ad abrogare una legge ordinaria o un atto avente forza di legge (di certo i decreti legislativi; qualche dubbio sorge per i decreti-legge, data lo loro breve efficacia prolungabile al massimo per sessanta giorni prima della conversione in legge; anche le leggi sono soggette al referendum, ma quello regionale, regolato dagli statuti regionali) o una parte di essi (da intendersi singole disposizioni o parte di esse). Con labrogazione la legge o parte di essa cessa di avere vigore e

dunque viene cancella dallordinamento giuridico. Il referendum si presenta come un quesito del seguente tipo: Vuoi abrogare la seguente legge? Che presuppone come risposta un Si o un No, senza forse o condizioni. Il SI abroga la norma, ma non dice in favore di quale norma sostitutiva, il NO lascia le cose come stanno, ma non pone un divieto assoluto al Parlamento di cambiarla lo stesso. Sar poi la politica a dover interpretare il messaggio lanciato dal corpo elettorale. La procedura di referendum ordinario comincia con la richiesta da parte: di 500 mila elettori, di cui vengono raccolte le firme, o di cinque Consigli regionali.

Il fatto che anche gli elettori possano intraprendere liniziativa del referendum, oltre al fatto che esso sia soggetto al voto del corpo elettorale, fa di esso uno strumento di democrazia diretta (insieme alliniziativa legislativa popolare e al diritto di petizione alla Camere), in contrapposto al

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ruolo di democrazia indiretta o mediata o rappresentativa esercitato dalle istituzioni elettive come il Parlamento. La raccolta delle firme corredata dalla presentazione di esse, da parte di almeno dieci persone promotrici del referendum, presso lUfficio centrale per il referendum in seno alla Corte di Cassazione entro il mese di settembre. Questo ufficio provvede al controllo di legittimit del referendum, cio alla verifica che la legge da sottoporre a referendum sia effettivamente vigente e che le firme siano state correttamente raccolte. Entro il mese di gennaio lUfficio, composto da tre presidenti di sezione della Corte e consiglieri regionali anziani, si pronuncia con ordinanza trasmessa alla Corte costituzionale, competente invece per il controllo di ammissibilit del referendum. Non tutte le leggi, infatti, possono essere abrogate dal popolo: escluso per la costituzione e le altre leggi costituzionali (soggette al procedimento aggravato di modifica di cui alart. 138 cost.), immaginiamo il perch valga tale regola per le leggi tributarie e di bilancio, ma anche per le leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali, le leggi di amnistia ed indulto, concernenti aspetti troppo delicati di diplomazia e vita democratica. Il referendum indetto dal Presidente della Repubblica in una domenica tra il 15 di aprile e il 15 di giugno. Il referendum valido solo se la met pi uno degli aventi diritto di voto si reca a votare (quorum elettorale) ed ha efficacia abrogativa se la maggioranza dei votanti si esprime a favore. In tal caso il risultato del referendum pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e la legge abrogata fin da subito o, se lo richiede il Capo dello Stato con il suo provvedimento di proclamazione dei risultati del referendum, in data successiva, comunque non pi lontana di sessanta giorni dalla pubblicazione, ci per consentire al Parlamento di coprire il vuoto normativo causato dalla abrogazione referendaria.

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Se al contrario il referendum bocciato, lordinamento giuridico resta invariato e lo stesso quesito referendario non potr essere ripresentato per i successivi cinque anni. IL REFERENDUM COSTITUZIONALE 2. Il referendum pu essere di natura costituzionale quando concorre, insieme alle deliberazioni del Parlamento (due per ogni Camera, a distanza di almeno tre mesi luna dallaltra), a perfezionare liter di formazione della legge costituzionale. Infatti, se una nuova legge costituzionale, che sia di integrazione o di modifica della costituzione, viene approvata dai due terzi di ciascuna Camera (con le modalit specificate dallart. 138 cost.), non necessario indire referendum, mentre se approvata con la sola maggioranza assoluta si rende necessario il referendum per far procedere liter di formazione della stessa. Toccher allora a: 500 mila elettori o ad un quinto dei membri di una delle Camere o a cinque Consigli regionali

chiedere il referendum entro tre mesi dalla pubblicazione del testo approvato dalle Camere in seconda deliberazione. Ricapitolando, si va di tre mesi in tre mesi: due deliberazione della Camere a distanza di tre mesi luna la pubblicazione (senza promulgazione) della legge approvata nella

dallaltra, seconda votazione soltanto a maggioranza assoluta (se approvata a maggioranza di due terzi la legge perfetta senza bisogno di referendum), richiesta di referendum a conferma della legge entro tre mesi, referendum, promulgazione della legge eventualmente confermata dal corpo pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e nella Raccolta ufficiale degli

elettorale, atti normativi della Repubblica,

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vacatio legis ed entrata in vigore nelle forme ordinarie.

Il referendum costituzionale, a differenza di quello ordinario, valido qualunque sia il numero dei votanti e prevale la soluzione espressa dalla maggioranza dei votanti. La legge costituzionale, rimasta in sospeso, confermata dal voto del popolo ed entra in vigore. Anche per questo tale referendum detto confermativo o sospensivo. IL REFERENDUM ISTITUZIONALE 3. Il referendum istituzionale, unico nella storia repubblicana, si tenuto nel 1946 ed ha posto gli italiani davanti alla scelta sulla forma di governo: monarchia o repubblica. IL REFERENDUM DI INDIRIZZO 4. Il referendum di indirizzo, tenutosi anchesso una solo volta nella storia repubblicana nel 1989, ha interpellato il popolo sulla opportunit di dare connotati politici alla Comunit europea. REFERENDUM TERRITORIALI 5. Altri referendum si tengono al livello delle autonomie territoriali (Regioni, Province e Comuni), cosiddetti referendum territoriali: disciplinati dalla costituzione agli articoli 132 e 133, riguardano le modifiche delle circoscrizioni territoriali relative a tali enti e si accompagnano con legge costituzionale (quanto alla fusione di Regioni o creazione di nuove Regioni), legge ordinaria (per linclusione nelle o lesclusione dalle Regioni di Province e Comuni) o con legge regionale (per listituzione o la modifica dei Comuni). REFERENDUM CONSULTIVI 6. Infine, restando a livello di autonomia regionale, gli statuti regionali, soggetti ad eventuale referendum confermativo regionale (secondo procedure in linea di massima abbastanza simili a quelle viste per il referendum costituzionale) al momento della loro approvazione, contengono a loro volta norme sui referendum regionali di carattere consultivo: tali

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referendum sono detti consultivi perch chiamano le popolazioni regionali ad esprimersi su leggi e provvedimenti della Regione (art. 123 cost.).

TERZA PARTE: I diritti soggettivi pubblici e privati di libert


21. La libert personale La libert personale uno dei diritti involabili di cui parla la costituzione. Linviolabilit di questo diritto sancita dal primo comma dellart. 13: La libert personale inviolabile.

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Il secondo comma prevede invece delle deroghe a questo principio, che, come immaginabile, non pu che subire, nella realt, molte limitazioni dovute alla primaria esigenza di tutelare la societ nel suo complesso, e la sua stabilit attraverso le strutture del diritto. Ma ogni limitazione o restrizione della libert deve essere disposta da un provvedimento motivato dellautorit giudiziaria fondato sulla legge. Per questo motivo si parla di:

riserva di giurisdizione e di riserva di legge,

i due tasselli fondamentali perch la restrizione della libert sia giustificata.

Tipi di restrizione della libert personale Sono tanti i modi per limitare la libert personale perch la libert delluomo molto estesa per definizione. Potenzialmente ogni atto mirante a deviare il corso della nostra volont una limitazione della libert, anche il blocco del traffico in citt con il transennamento di una area urbana ove ci venga inibito il passaggio, magari per una manifestazione pubblica, una limitazione della libert. Provvedimenti di questo tipo rientrano per nelle esigenze dellordine pubblico, il cui rispetto assicurato dallazione delle forze dellordine e di polizia, sotto le direttive elaborate dal Ministro dellInterno. Come si pu pretendere di poter passare davanti allo stadio Olimpico di Roma mentre la gente defluisce al termine della partita della Roma o della Lazio, magari anche persa? Altre esigenze potrebbero essere quelle di salute e igiene pubblica. Se scoppiano le condutture fognarie di una strada potrebbe essere necessario e opportuno chiudere la strada al traffico per evitare danni alla salute della popolazione. Ma restrizioni ben pi gravi della libert personale si hanno quando vi il grave indizio (che qualcosa di pi del semplice sospetto) che sia stato commesso un crimine. Di gravi indizi di colpevolezza, infatti, parla lart. 273 del codice di procedura penale (c.p.p.) per giustificare lapplicazione delle cosiddette misure cautelari.

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Le misure cautelari sono scelte e decise dal giudice in base alla gravit del crimine ipotizzato e assicurano il gravemente indiziato alla giustizia nel periodo necessario a far luce sui fatti attraverso il processo. Le forme pi gravi di limitazione della libert sono senzaltro la detenzione in carcere, o domiciliare o in luogo di cura, o anche il divieto di espatrio, lobbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, lallontanamento dalla casa familiare, il divieto di dimora o lobbligo di dimora. La gravit di queste limitazioni sottolineata dalla terminologia usata dal codice di procedura penale, che parla di misure coercitive. Le misure interdittive mirano invece a inibire alla persona lo svolgimento di particolari attivit: per esempio la sospensione della potest genitoriale, la sospensione dellesercizio di un pubblico ufficio o servizio, il divieto temporaneo di esercitare determinate attivit professionali o imprenditoriali. Altri atti del potere pubblico, anche se apparentemente meno gravi di quelli citati finora, rappresentano comunque una limitazione grave della libert personale. La costituzione li annovera subito dopo la detenzione: lispezione o la perquisizione personale. A questi aggiungiamo le intercettazioni telefoniche. Come detto, solo un giudice pu ordinare con atto motivato in base alla legge la restrizione di libert. CASISTICA a. Come mai si vede spesso, anche nei film, la polizia fermare o arrestare dei criminali, e non dei giudici? Ci avviene in casi eccezionali di necessit ed urgenza, dice sempre lart. 13 della costituzione, al terzo comma, quando cio la perdita di tempo potrebbe comportare il rischio di non assicurare i delinquenti alla giustizia. In questi casi, vi sempre lobbligo, da parte della polizia, di comunicare la misura applicata entro 48 ore al giudice, che entro le successive 48 ore deve convalidare o revocare il provvedimento. b. Il cittadino ristretto pu opporsi a questa decisione? Certamente s, facendo ricorso al cosiddetto Tribunale della libert o del riesame o direttamente alla Corte di Cassazione.

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22. La libert di domicilio La libert di domicilio garantita dalla costituzione allart. 14. Ognuno ha il diritto di scegliere il proprio domicilio, come primo aspetto di questa

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libert; nessuno, inoltre, pu violare tale domicilio, e questo un ulteriore aspetto di libert su cui la costituzione pone laccento: Il domicilio inviolabile. Cosa si deve intendere per domicilio? Diverse definizioni di domicilio vengono fornite nei vari campi del diritto e non necessariamente coincidenti nello stesso luogo: il domicilio comune, il domicilio a fini fiscali, il domicilio a fini processuali, il domicilio elettivo per ricevere eventuali comunicazioni, eccetera. A. Per il diritto civile, il domicilio la sede degli affari e degli interessi della persona (art. 43 c.c.). Quindi pensiamo al luogo dove la persona svolge le attivit principali della sua vita, il lavoro, la formazione, la famiglia, gli hobbies, insomma i luoghi di interesse della persona, dove si svolge in parte prevalente la sua personalit (riprendendo le parole di cui allart. 2 cost.). Si pu gi fare alcune distinzioni tra il domicilio, che individua un luogo esteso (per esempio una citt o forse anche pi citt o Paesi), la domiciliazione, che concetto pi ristretto e individua un luogo specifico dove, per esempio, possono essere ricevute delle comunicazioni o la posta o dove ha sede il proprio difensore nellambito di un processo, e la residenza, che individua il luogo dove una persona stabilisce la dimora abituale (in tal caso serve individuare una via e un numero civico). B. Per il diritto pubblico, e dunque nella costituzione, invece, il domicilio pi esteso concettualmente, ma pi ristretto con riferimento ai luoghi materiali e concreti, perch tende a indicare la sfera di intimit della persona, quel luogo o quellinsieme di luoghi che sono esclusi dallintervento indebito di altre persone o organi della pubblica amministrazione. Insomma, nel diritto pubblico si pone di pi laccento sul rapporto tra autorit e libert, e di conseguenza domicilio , in concreto, qualunque luogo privato (dunque non pubblico o aperto al pubblico) dove la persona svolge le normali attivit della propria vita quotidiana. Si pu addirittura immaginare (come in alcuni casi si fatto in alcune sentenze delle corti italiane) un domicilio ambulante, che si sposta con la persona, specialmente se questa persona ha una tendenza al nomadismo o priva di una abitazione, dove per la garanzia di inviolabilit di fatto minore (una tenda, una roulotte, un caravan, una baracca, una barca, eccetera).

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La costituzione, che documento fondamentale del diritto pubblico, considera il domicilio come luogo dove avviene la vita privata ed intima e si preoccupa di limitarvi laccesso alle autorit e alle altre persone al ricorrere di casi assolutamente eccezionali. Vediamo quali sono le limitazioni alla libert di domicilio e alla inviolabilit del domicilio. a. Quanto alla libert di scelta del proprio domicilio essa limitabile per esigenze cautelari, istruttorie o per effetto di condanne, come nei casi della detenzione domiciliare, dellobbligo di dimora e del divieto di espatrio (che non consentono alla persona di spostare il suo domicilio in luogo diverso da quello indicato dalle autorit o allestero). Tutti provvedimenti che, come visto, rientrano nelle restrizioni della libert personale di cui allart. 13 cost. b. Mentre per quanto riguarda le limitazioni della inviolabilit del domicilio possiamo sintetizzare i seguenti casi:

se lo prevede una legge (che non sia in contrasto con i principi costituzionali), e sulla base di un provvedimento motivato di un giudice; in caso di necessit ed urgenza anche ad iniziativa della autorit di pubblica sicurezza (la polizia), che deve per comunicare il provvedimento al giudice entro 48 ore, e questi a sua volta convalidarlo entro le successive 48;

se lo prevede una legge speciale (quindi una legge che potrebbe disporre anche in modo diverso rispetto alla disciplina generale in materia di restrizione della libert personale) nei soli casi di

sanit e incolumit pubblica o a fini economici e fiscali, anche ad iniziativa della autorit di pubblica (NAS), sicurezza i Vigili (per del es. i la Nuclei Polizia antisofisticazione Fuoco,

tributaria, la Polizia postale, la Polizia tributaria, lIspettorato del lavoro, eccetera). Come si vede, ai primi tre punti la disciplina non diverge da quella di cui allart. 13 cost., mentre nei successivi troviamo altri casi di limitazione della libert di domicilio.

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Quali sono infine gli atti per i quali pu avvenire in casi eccezionali la deroga allinviolabilit del domicilio? Si tratta principalmente di accertamenti e ispezioni (art. 14

cost., secondo comma), cui aggiungiamo le perquisizioni e il sequestro. Infine ricordiamo l'incidenza della disciplina sulle intercettazioni telefoniche e ambientali, su cui in corso di approvazione una legge ancor pi restrittiva, che potenzia la garanzia diretta della libert del cittadino ma ne diminuisce la tutela indiretta, data dallefficacia delle investigazioni giudiziarie e di polizia. La disciplina richiama dunque nellimpianto generale i principi enunciati nell'art. 13 sulla libert personale, e si specializza con riguardo alla fattispecie considerata.

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23. La libert di comunicazione La libert della comunicazione altro aspetto di libert dellindividuo garantito dalla costituzione (art. 15). Per comunicazione deve intendersi, nellottica legale, qualunque

manifestazione dei propri pensieri che sia destinata in modo esclusivo a determinate persone con le forme pi diverse, senzaltro lo scritto e la parola, ma anche le immagini. Fuoriescono dal quadro dei destinatari della norma le comunicazioni in forma aperta verso la generalit e destinate alla diffusione, acquisibili e fruibili da chiunque, come quelle a mezzo stampa, via internet, via etere, eccetera, nelle quali non vi un destinatario determinato del messaggio. Queste ultime sono forme di comunicazione rispetto alle quali non si manifesta la necessit di garantire la segretezza e la riservatezza e nelle quali prevalgono invece altri aspetti di libert e di garanzia. Il testo della costituzione (che del 1948) usa una formulazione ampia, che consente, ancora oggi, di arricchire il quadro di garanzia costituzionale delle forme tecnologicamente nuove di comunicazione: La libert e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. Ancora una volta, la costituzione afferma solennemente delle libert formali in un primo comma, provvedendo, nel seguito del testo, a fissare in negativo i limiti e le deroghe al principio di inviolabilit di tali libert.

Si ripete, anche in questo caso, lo schema generale stabilito per la limitazione della libert personale. La limitazione della libert di comunicazione possibile soltanto in presenza dei due presupposti:

del provvedimento motivato del giudice, e della legge su cui il provvedimento sia fondato

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Manca, per, il secondo tassello della normativa costituzionale in tema di limitazione della libert personale, che quello riguardante i casi di necessit e urgenza, in presenza dei quali anche le autorit di pubblica sicurezza possono prendere liniziativa autonoma di restringere la libert personale del cittadino, ferma la convalida entro 48 ora dellautorit giudiziaria. Nel caso in esame, cio nella limitazione della libert di comunicazione liniziativa sempre nelle mani del magistrato, e non dellautorit di pubblica sicurezza. ASPETTI SPECIFICI TUTELATI DALLA LEGGE Norme c.p.). Esse prevedono, in particolare, figure di reato consistenti nella violazione della corrispondenza, come sottrazione, distruzione e distrazione dei plichi contenenti comunicazioni epistolari. CASISTICA a. Le buste contenenti comunicazioni: non possono essere aperte (violazione del segreto), spostate in luoghi diversi da quelli predisposti dal destinatario come una cassetta o una casella postale (distrazione), nascoste o addirittura distrutte o rubate (distruzione e sottrazione). specifiche a garanzia della libert della corrispondenza (comunicazione a mezzo posta) sono presenti nel codice penale (art. 616

Chi lo fa incorre in reati puniti con la pena fino a tre anni di reclusione. LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE Altre forme di limitazione o di intrusione nella libert di comunicazione sono le intercettazioni telefoniche e quelle ambientali (che il codice penale definisce intercettazioni in presenza). La materia al momento oggetto di revisione da parte del Parlamento. ATTUALITA ISTITUZIONALE Si intende restringere con questa nuova proposta di legge il ricorso alle intercettazioni ai soli casi di gravi indizi di colpevolezza a carico della persona intercettata e non pi soltanto di gravi indizi di reato.

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24. La libert di circolazione e soggiorno Troviamo questo diritto di libert nellart 16 della costituzione. Anche questa libert, come nello stile della nostra costituzione e come si visto negli articoli precedenti, non viene descritta in positivo, cio nei suoi aspetti concettualmente costitutivi. La costituzione, invece, si limita a contrassegnare i paletti che delimitano in negativo il territorio sacro e inoltrepassabile della libert, posto al riparo da eccezionali deroghe e, dunque, restrizioni. DESTINATARI DELLA LIBERT DI CIRCOLAZIONE Qualche elemento descrittivo dei diritti collegati alla libert di circolazione si ricava per dalla lettera della norma, che si rivolge ai soli cittadini. La libert di circolare sul territorio dello stato fortemente collegata infatti alle prerogative della cittadinanza, che il rapporto di appartenenza di una persona a un ordinamento giuridico. LIMITAZIONI ALLA LIBERT DI CIRCOLAZIONE Vi sono ragioni che giustificano limitazioni eccezionali della libert di circolazione e ragioni per le quali essa non pu in nessun caso essere limitata: fra le prime abbiamo le ragioni di sanit e sicurezza, fra le seconde abbiamo le ragioni politiche (primo comma art. 16 cost.). La libert di circolazione, dunque, non pu mai essere limitata per ragioni di ordine politico. Anzi, sotto questo profilo data anche allo straniero una forma di tutela e protezione attraverso il diritto di asilo, cio il diritto di entrare nel territorio italiano quando gli sia impedito nel paese di origine leffettivo esercizio delle libert democratiche garantite dalla costituzione italiana al proprio cittadino (art. 10). Una volta allinterno del paese, possibile, nei termini della legge italiana (in particolare la legge n. 189 del 2002 cosiddetta legge Bossi-Fini), che allo straniero venga per ristretta la libert di circolazione in casi diversi da quelli previsti per il cittadino, come sta avvenendo per i profughi dalle terre del nord-africa che continuano a sbarcare drammaticamente sulle coste italiane.

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Nei confronti del cittadino, la libert di circolazione pu essere limitata invece solo quando lo preveda una legge a difesa dellinteresse generale della sicurezza e della sanit (riserva di legge rinforzata), per esempio in occasione di eventi eccezionali come calamit, grandi manifestazioni, situazioni di pericolo di epidemie, eccetera. Ma di norma lo stato, e anche le regioni e gli altri enti pubblici che detengono poteri territoriali, non possono limitare la circolazione del cittadino. Per esempio lart. 120 cost. dice che la Regione non pu adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione della persone. Qual il contenuto effettivo del diritto di circolazione? Bisogna chiarire lestensione del diritto, che non riguarda solo lo

spostamento tra un territorio e un altro, ma anche:

la permanenza (o soggiorno), la fissazione della residenza, della dimora o lo stabilimento per finalit di lavoro (in questo senso, il diritto assai vicino a quello di domicilio in senso civilistico, come sede principale di affari e interessi della persona.

Si pu circolare anche in Europa? Ricordiamoci poi che siamo cittadini dellUnione Europea: in quanto cittadini europei, oltre che italiani, anche l (nei paesi membri) possiamo realizzare il nostro diritto di circolazione, come descritto sopra. LUE , o deve diventare, uno spazio di libert sicurezza e giustizia, come definito nella Carta di Nizza del 2000 e nel progetto di costituzione europea. La questione dei diritti di circolazione regolata nel contesto europeo anche in uno specifico documento, il trattato di Schengen del 1985, ratificato dallItalia nel 1990. DIRITTO DI ESPATRIO, DI EMIGRAZIONE, DI RIMPATRIO

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Potremmo infine aggiungere il diritto di espatriare (per es. andare allestero in vacanza) o di emigrare (stabilirsi allestero) e di rientrare nel territorio dello stato. Mentre il diritto di espatrio limitabile (per esempio condizionato al rilascio del passaporto, alla definizione di processi penali, alla applicazione di misure di restrizione della libert, al completamento degli eventuali obblighi di leva, alla riabilitazione dopo il fallimento del cittadino imprenditore, alle previsioni dei trattati internazionali vigenti con i paesi extracomunitari dove ci vogliamo recare) il diritto del cittadino di rientrare nel territorio del suo stato sempre garantito senza limiti ed eccezioni Come si vede, le libert ricomprendono grappoli di diritti e facolt. CASISTICA a. Di chi la competenza a restringere la libert di circolazione? La competenza ad emanare i provvedimenti concreti di limitazione della libert di circolazione di cui parla lart. 16 spetta al Governo e agli organi di pubblica sicurezza a ci abilitati dalle leggi (per es. il Ministro dellinterno, il Prefetto, il Questore, eccetera). QUESTIONI Che differenza c tra la limitazione della libert di circolazione e la restrizione della libert personale? Le limitazioni del diritto di circolazione che hanno un carattere di limitazione della libert personale (divieto di espatrio, obbligo di dimora, eccetera) rientrano nella previsione dellart. 13 della costituzione. In questi casi sussistono esigenze pi ampie, che chiamerei di giustizia, e non soltanto di sanit e sicurezza, che giustificano la limitazione della libert, ed sempre necessario il provvedimento motivato del magistrato sulla base della legge (riserva di giurisdizione e riserva di legge).

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25. La libert di riunione Siamo all art. 17 della costituzione che garantisce ai cittadini il diritto di riunirsi, purch in modo pacifico e senzarmi. Per riunione deve intendersi il darsi convegno di pi persone senza un carattere di stabilit (ricevimenti, cerimonie, spettacoli, manifestazioni sportive e daltro genere). Lassociazione implica, invece, il carattere stabile di una serie di attivit umane, tra le quali quella del riunirsi, ed inoltre il carattere della organizzazione materiale e giuridica e dellessere orientate ad uno scopo specifico, tipico di queste attivit. Anche il diritto di operare in riunione viene indicato da alcuni studiosi come qualcosa di diverso dal semplice diritto di riunirsi. La costituzione rende libero il riunirsi ma non disciplina tutto quello che si fa insieme una volta riunitisi. In quel momento si applica la costituzione e le leggi quanto alle attivit vietate (perch contro la salute, la personalit, eccetera). Larticolo in esame, infatti, non descrive positivamente questa libert, ma pone i limiti negativi al suo realizzarsi: non ci si pu riunire se ci sono delle armi, o non pacificamente (ma come si indagano le intenzioni?), dunque con lintenzione di combattere, darsi duello e guerreggiare (ad eccezione delle assemblee di condominio. Scherzi a parte, mi vengono in mente alcuni giochi di ruolo dal carattere violento e pericoloso). In luogo privato (come casa propria e in genere ogni luogo dove si pu accedere solo su invito della persona o delle persone che ne hanno la disponibilit, anche temporanea) o aperto al pubblico (un teatro, un cinema, un locale, un ospedale, eccetera) non vi limite a questa libert. Ma

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se nel corso delle riunioni si commettono dei reati vi deve essere lintervento dellautorit ovunque. La riunione in luogo pubblico (una piazza, il lido del mare), invece, deve essere preceduta dal preavviso di tre giorni (in concreto molti di pi, per ragioni di opportunit) alle autorit di pubblica sicurezza (secondo le disposizioni del TULPS, testo unico delle leggi di pubblica sicurezza). Una volta dato il preavviso, la costituzione chiarisce che le autorit possono vietare la riunione in luogo pubblico solo per motivi di sicurezza e incolumit pubblica. Si tratta di interventi dellautorit legittimati dalla tutela del cosiddetto ordine pubblico, per evitare situazioni potenzialmente pericolose per la sicurezza della vita della comunit

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26. La libert di associazione Lart. 18 regola invece la libert di associazione. Sono vietate le associazioni segrete (che mantengano segrete cio le persone degli associati o la natura e le finalit delle attivit sociali), quelle dal carattere politicomilitare o delinquenziale e quelle apparentemente lecite, ma in realt operanti con modalit che comportino la realizzazione, da parte dei singoli aderenti, di attivit vietate dalla legge penale (reati). Sono implicitamente vietate, per lo spirito democratico che anima tutta la costituzione, le associazioni organizzate in modo antidemocratico, che discriminino cio i loro appartenenti o escludano lingresso di nuovi associati per motivi offensivi della pari dignit sociale di tutti gli uomini. A volte, per, difficile capire fino a che punto lattivit di un gruppo organizzato rientri in concreto nei parametri costituzionali. Vi sono allora leggi che descrivono pi minuziosamente singole fattispecie vietate, come la l. 205 del 1993, che vieta ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente fra i propri scopi lincitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. CASISTICA a. Pu essere sciolta dautorit una associazione? Questo possibile nei casi descritti sopra, quando lassociazione abbia i caratteri vietati dalla costituzione e dalla legge.

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b. Per organizzare un fal sulla spiaggia bisogna

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informare

preventivamente il prefetto? Questa roba che scotta!

27. La libert di religione Altra libert essenziale per la persona la libert di religione (art. 19 cost.). Essa comprende il diritto di professare il culto, in tutte le sue forme, individuale ed associata, e di fare proselitismo. Unico limite esplicito della costituzione a questa libert la non contrariet dei riti al buon costume, inteso come comune senso del pudore e della morale sessuale. Limiti costituzionali impliciti sono naturalmente il rispetto della legge e dei valori di umanit e di socialit. Le confessioni religiose devono organizzarsi secondo intese con lo stato contenute in leggi speciali (art. 8 cost.). La confessione cattolica regola i suoi rapporti con lo stato attraverso lart. 7 della costituzione, che richiama i Patti Lateranensi del 1929, che comprendono il Concordato sui rapporti tra Stato-Chiesa, poi modificato nel 1984. E le altre religioni? Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge,

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precisa la costituzione allart. 8, e ci fa per bilanciare la grande influenza morale e sociale storicamente attribuita alla Chiesa, attraverso laffermazione della laicit dello stato e della indipendenza del suo ordinamento da quelli confessionali. La legge divina non pu porsi in contrasto con i valori costituzionali e con le leggi dello stato costituzionale. Ci potrebbe porre problemi di compatibilit tra sistemi di norme, come nei casi di interpretazioni integralistiche e settarie dellidea di dio e dei rapporti umani, che comportano spinte disgregatrici e talvolta violente nei confronti della societ e dei suoi ordinamenti. In altri casi non vi un vero e proprio contrasto tra ordinamenti, nel senso che la forza morale delle confessioni religiose non si spinge fino a negare qualunque autorit e legittimazione agli ordinamenti giuridici statali, ma condiziona e preme fortemente sulle coscienze dei fedeli perch vengano promosse alcune leggi invece di altre, ma sempre nel quadro di riconoscimento dello stato e dei doveri costituzionali dei cittadini. Nel primo caso si impone la tutela della societ e dei suoi valori negando accesso e riconoscimento alle religioni, nel secondo, al contrario, la societ si arricchisce di contenuti spirituali e morali, di contenuti da dibattere, discutere, analizzare, approvare o respingere nella normale dialettica sociale di uno stato democratico. Sono esempi negativi di quanto si dice, oggi pi che mai, le terribili esperienze del terrorismo a matrice religiosa e intollerante, le molte guerre e le ingiuste minacce poste al cammino delluomo sul pretesto della vicinanza con un qualche dio, di fatto violento.

LE ASSOCIAZIONI CONFESSIONALI Una importante funzione mitigatrice dei rapporti di cooperazione e interazione sociale e religiosa viene oggi svolta dalle associazioni a carattere confessionale, che godono della protezione dellart. 20 cost., ove si legge: Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto duna associazione o istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, n di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacit giuridica e ogni forma di attivit. Vi una distinzione importante da fare,

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tra associazione ad ispirazione religiosa o confessionale e confessione religiosa:

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Una associazione o una fondazione ad ispirazione religiosa una organizzazione che si occupa di uno o pi aspetti particolari della vita umana e sociale (es. Acli, Caritas) avendo sullo sfondo una dottrina morale o spirituale, mentre una confessione promuove una visione integrale della vita e dei valori umani e sociali, destinata a trasfondersi intensamente negli stili e abitudini di vita e nel modo di concepire i diritti umani e sociali. Le confessioni necessitano quindi di una maggiore sfera di libert, rispetto alle associazioni o istituzioni in genere, per poter realizzare la loro precipua funzione che molto pi fortemente incontra la sfera normativa della vita dei privati e, talvolta, della politica.

28. La libert di espressione Niente e nessuno pu fermare la libert di pensiero il succo del messaggio di Jovanotti e prima ancora di Giordano Bruno, di Galileo Galilei, eccetera, eccetera, eccetera. La costituzione si esprime allart. 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Lespressione del pensiero non comprimibile, libera e non necessita di autorizzazioni. La libert di pensiero tuttuno con la libert di espressione, cos come la libert di espressione un tuttuno con la democrazia. Il segnale pi evidente della mancanza di democrazia la compressione o soppressione del pensiero e della sua espressione, tipica dei regimi dittatoriali.

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Per libert di espressione, a differenza della semplice comunicazione, si intende la comunicazione aperta alla generalit delle persone e non a destinatari determinati; Come ogni libert, anche la libert di espressione incontra dei limiti legali dati dal rispetto, in ci che si va dicendo e manifestando, di alcune regole: in primo luogo il rispetto del buon costume (pubblica decenza, ci che difende la morale sessuale e il comune senso del pudore), di cui espressamente parla larticolo citato. Lart. 21 della costituzione una disposizione dotata di carattere negativo, nel senso che essa dichiara e sancisce la libert di espressione (manifestata con la parola, lo scritto, la stampa, ogni altro mezzo di diffusione) e limita gli strumenti di compressione di questa libert, ma non individua, in positivo, i modi per ampliarla a beneficio della societ.

Altre leggi disciplinano invece questi aspetti positivi, come la legge sulla stampa, sulle telecomunicazioni, sul diritto dautore, sulle concentrazioni editoriali ed industriali, eccetera. LIMITI ALLA LIBERT DI ESPRESSIONE Come detto, la libert di espressione limitabile, secondo la costituzione, per il rispetto del buon costume. Ma vi sono anche altri limiti di rilievo costituzionale, ma impliciti nella costituzione, e semmai esplicitati nelle leggi dei vari settori della comunicazione, come il rispetto della dignit e della riservatezza delle persone (quando sono in discussione aspetti della loro vita privata), del segreto (di stato, dufficio, giudiziario, professionale), dellordine pubblico (come nei casi di istigazione alla delinquenza e apologia di reato). LA LIBERT DELLINFORMAZIONE Lesercizio della libert di espressione pu divenire oggetto di unarte o di una professione nobile e importante come quella del giornalista e in genere delloperatore dellinformazione. In questi casi, alla diligenza del buon padre di famiglia (la diligenza della persona per bene e di senso comune) subentra una diligenza di tipo professionale, che comporta maggiore dimestichezza con la conoscenza dei limiti allesercizio di questa libert (si pensi per esempio ai limiti e divieti che

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riguardano la pubblicazione dei contenuti di intercettazioni telefoniche o nel reperimento e citazione delle fonti informative). La libert dellinformazione presuppone due diritti diversi, il diritto di informazione (o diritto di cronaca) e il diritto allinformazione (diritto ad essere informati correttamente). Garanzia per una informazione libera e corretta il pluralismo

dellinformazione (nel senso che venga garantita la pluralit delle opinioni sui contenuti affrontati e dei modi con cui vengono trattati verso lopinione pubblica) e il pluralismo dei mezzi di informazione (che nel rendere frammentato il controllo e la propriet dei mezzi di informazione garantisce la pluralit e il pluralismo nellinformazione stessa). La legge tende ad evitare il controllo del settore della comunicazione e dellinformazione attraverso il cosiddetto sistema integrato della comunicazione (comprendente carta stampata, radio, televisioni, eccetera), prevedendo dei limiti oggettivi alla concentrazione nelle mani di singoli operatori di percentuali rilevanti del mercato editoriale (L. 416/1981), dellofferta di programmi radiotelevisivi e della raccolta della pubblicit (L. 112/2004, Dlgs. 177/2005). Queste leggi contengono norme cosiddette anti-trust (anti-concentrazione). La trasparenza nel settore economico dellinformazione poi un bene perch rende al cittadino comprensibile quali siano i soggetti maggiori investitori di capitali in questo settore e dunque nelle condizioni di poter, pi di altri, influenzare i contenuti specifici dellinformazione, per esempio di tipo politico. La legge ha istituito, per il controllo di questi aspetti di trasparenza, il Garante per leditoria e la comunicazione, con sede a Napoli, al quale devono essere notificati i passaggi di propriet e i bilanci delle societ o enti che gestiscono linformazione, in attuazione del penultimo comma dellarticolo in esame, che recita: La legge pu stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Libert di espressione vuol dire soprattutto assenza di autorizzazioni e di censure.

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La stampa non pu essere soggetta ad autorizzazioni o censure, recita il secondo comma dellart. 21. Lautorizzazione si ha quando lesercizio di un diritto condizionato a una valutazione dellautorit. E se il diritto di esprimere le proprie idee fosse condizionato ad una decisione dellautorit saremmo in pieno regime. Cosa inimmaginabile per noi europei, meno per la storia e per molta attualit, che ci mettono quotidianamente davanti a questa realt: basti pensare a quanto sta avvenendo nel Nord Africa e alla sorte di molti oppositori dei regimi illiberali capeggiati dai dittatori destituiti e destituendi. La censura comporta invece un controllo (preventivo o successivo) sui contenuti di quello che si esprime. Le opere cinematografiche sono ancora soggette a questo controllo, soprattutto per gli aspetti lesivi del buon costume (per esempio i film vietati ai minori). Il pericolo che i limiti alla libert di espressione siano violati comporta una assunzione di responsabilit degli operatori professionali dellinformazione, tenuti a indicare in anticipo i professionisti (giornalisti) che garantiscono ci che viene pubblicato (direttore responsabile). Attraverso la semplice espressione di opinioni possono infatti essere commessi dei reati e dunque creati dei danni alla societ: per esempio la diffamazione di una persona, lesaltazione di ideologie violente. PROVVEDIMENTI DI RESTRIZIONE DELLA LIBERT DI ESPRESSIONE La costituzione ricorda tra i provvedimenti di restrizione della libert di espressione il sequestro dello stampato, possibile con provvedimento motivato dellautorit giudiziaria in base alla legge sulla stampa per delitti specifici per i quali questultima lo preveda (reati a mezzo stampa o di opinione) o per il caso in cui manchi lindicazione dei responsabili di ci che viene pubblicato. Liniziativa di sequestro dellautorit di pubblica sicurezza (polizia giudiziaria) possibile in caso di assoluta urgenza e quando non sia possibile lintervento tempestivo dellautorit giudiziaria. A differenza che nelle altre libert, lintervento preventivo e urgente dellautorit di pubblica sicurezza qui possibile, ma la polizia deve informare il giudice nel termine pi breve di 24 ore e questultimo convalidare o

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meno il provvedimento entro le ulteriori 24 ore. In mancanza di convalida, il sequestro revocato e privo di effetti. Va da s, che insieme al sequestro, il giudice ordini anche linibitoria, cio la cessazione dellattivit di stampa e diffusione. QUESITO E per la diffusione del pensiero tramite internet valgono ugualmente tutte queste regole? No, ma largomento di scottante attualit.

29.Tabella di sintesi delle libert


LIBERTA RISERVA DI LEGGE AUTORITA GIUDIZIARIA AUTORITA DI PUBBLICA SICUREZZA PROVVEDIMENTI

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Personale (art.13) - Legge - Provvedimento motivato da esigenze di giustizia - Necessit e urgenza (Comunicazione entro 48 h al giudice)

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Ispezione personale Perquisizione personale Arresto Fermo Obbligo di dimora Divieto di espatrio Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria Sospensione dai pubblici uffici Interdizione dallesercizio di una professione

Domicilio (14)

- Legge

- Provvedimento motivato

- Necessit e urgenza (Comunicazione entro 48 h) - Esigenze di sanit, incolumit pubblica, fini economici e fiscali

- Ispezione - Perquisizione - Sequestro

Comunicazione (15)

- Legge (codice penale)

- Provvedimento motivato

- Ispezione - Sequestro - Intercettazioni

Circolazione (16)

- Legge (t.u.l.p.s., R.D. n. 773 del 1931)

Provvedimento motivato

- Esigenze di sanit e sicurezza

- Allontanamento coattivo - Divieto di espatrio - Obbligo di dimora - Espulsione dello straniero - Respingimento alla frontiera - Trattenimento nei centri di indentificazione e espulsione (CIE ex CPT, Centri di permanenza temporanea)

Riservatezza e privacy

Dlgs. 196/2003

Responsabilit civile

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Riunione (17) - Esigenze di sicurezza e incolumit pubblica

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- Provvedimento di divieto

Associazione (18)

- Legge penale

- Scioglimento coattivo associazioni

Religione (19 -20)

Esigenze di buon costume

- Scioglimento coattivo associazioni, riunioni

Manifestazione del pensiero (21)

- Legge sulla stampa

- Provvedimento motivato per - delitti a mezzo stampa - mancata indicazione responsabili stampa - altre esigenze di giustizia (es. buon costume negli spettacoli)

- sequestro stampa per assoluta urgenza e impossibilit di tempestivo intervento della a.g.

- Sequestro dello stampato - Inibitoria - Sospensione di spettacoli e manifestazioni

Legenda: t.u.l.p.s. = Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza Le elencazioni della tabella sono esemplificative e non esaustive

30.Cenni bibliografici

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Riferimenti ad autori importanti: C. Mortati, S. Romano, T. Martines Testi di riferimento: Temistocle Martines, Diritto Costituzionale, Ed. Giuffr M. Mazziotti Di Celso G.M. Salerno, Manuale di Diritto

costituzionale, Ed. Cedam N. Ardolfi V. Lazzerini, Compendio di diritto pubblico, vol.3, Ed. M. Capiluppi Diritto Pubbico III Ed. Tramontana P. Perlingieri Il diritto civile nella legalit costituzionale Ed ESI P. Caretti G. Tarli Barbieri, Diritto regionale Ed. Giapichelli Tramontana

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