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Le funzioni a due variabili Versione 3

Roberto Boggiani 25 luglio 2003


n

Lo spazio

Nello studio delle funzioni Reali ad una variabile Reale abbiamo sempre fatto riferimento allinsieme dei numeri reali. Dovendo ora trattare il caso di Funzioni Reali a pi` varibili Reali dobbiamo considerare il u concetto di spazio n . Non vogliamo entrare nella teoria dei vettori e degli spazi vettoriali, ma solamente dere alcuni concetti che saranno fondamentali per la trattazione della teoria delle funzioni reali a due o pi` variabili reali. Supposto allora conosciuto linsieme dei numeri reali diamo la seguente: u Denizione 1.1 (di vettore di n ) Prende il nome di vettore di Reali. In simboli un vettore di n sar` dato da: a (x1 , x2 , . . . , xn )
n n

una qualunque npla di numeri

Denizione 1.2 (di spazio ad ndimensioni) Prende in nome di spazio spazio ad n dimensioni, lisieme di tutte le nple di numeri reali che lo compongono. In simboli lo spazio ad ndimensioni verr` a indicato con n . Notiamo le seguenti particolarit`: a se n = 1 si ottiene ossia lo spazio ad una dimensione. Ciascun vettore di tale spazio sar` dato da a un numero reale: x . se n = 2 si ottiene 2 ossia lo spazio a due dimensioni. Ciascun vettore di tale spazio sar` dato a da una coppia di numeri reali: (x1 , x2 ) 2 . In questo caso si usa anche la notazione alternativa: (x, y) 2 . se n = 3 si ottiene 3 ossia lo spazio a tre dimensioni. Ciascun vettore di tale spazio sar` dato da a una terna di numeri reali: (x1 , x2 , x3 ) 2 . In questo caso si usa anche la notazione alternativa: (x, y, z) 3 . Dalla geometria analitica nel piano sappiamo che: esiste una corrispondenza biunivoca tra i numeri reali x e i punti della retta per cui linsieme rappresenta geometricamente una retta. esiste una corrispondenza biunivoca tra le coppie di numeri reali (x, y) e i punti del piano per cui linsieme 2 rappresenta geometricamente un piano.

Lo spazio a tre dimensioni

Come detto esiste una corrispondenza biunivoca tra coppie di numeri reali e punti del piano; ` facile e estendere questa considerazione allo spazio e stabilire una corrispondenza biunivoca tra terne di numeri reali e punti dello spazio. Consideriamo infatti tre rette orientate che chiameremo asse delle x, delle y e delle z rispettivamente, ovvero assi del sistema di riferimento cartesiano, che siano a due e due ortogonali tra loro e passino per uno stesso punto O, che chiameremo origine cos` come evidenziato nella gura 1. Proiettiamo ortogonalmente un punto P dello spazio sulle tre rette orientate cos` come evidenziato nella gura 2; a P si associamo le coordinate x, y e z delle proiezioni. Viceversa, assegnati tre numeri reali x, y e ze considerati sul primo, sul secondo e sul terzo asse il punto che ha come coordinate x, y e z rispettivamente, prendiamo per ciascuno di essi il piano ortogonale allasse su cui giace; lintersezione 1

Lo spazio a tre dimensioni

Figura 1: Sistema di riferimento cartesiano

Figura 2: Proiezioni ortogonali di un punto P

funzioni a due variabili

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Equazioni degli assi

dei tre piani ` il punto dello spazio che si associa ai tre numeri dati. Grazie a questa corrispondenza e biunivoca potremmo scrivere che: P (x, y, z) In particolare lorigine O ha come coordinate: O(0, 0, 0) Diremo spazio cartesiano o semplicemente spazio e lo indicheremo con 3 linsieme delle terne ordinate (x, y, z) di numeri reali, che chiameremo punti di 3 . Per lo spazio cartesiano si possono ripetere molti dei concetti visti per il piano cartesiano ed aancarne altri di nuovi come vedremo successivamente.

Distanza tra due punti nello spazio

Fissati nello spazio un sistema di assi cartesiani ortogonali, consideriamo i due punti A(x1 , y1 , z1 ) e B(x2 , y2 , z2 ) ed indichiamo con d(A; B) la loro distanza. Si pu` dimostrare, anche semplicemente che: o d(A; B) = (x2 x1 )2 + (y2 y1 )2 + (z2 z1 )2

In particolare la distanza del punto A = (x, y, z) dal punto O(0, 0, 0), ossia la distanza di qualsiasi punto dello spazio dallorigine del sistema di riferimento cartesiano `: e d(A; O) = x2 + y 2 + z 2

I piani fondamentali

Si consideri il sistema di riferimento cartesiano evidenziato nella gura 1. Dallanalisi di tale sistema di riferimento siamo in grado di ricavare i seguenti piani che chiameremo fondamentali: il piano xy ` il luogo dei punti dello spazio per cui ` nulla la terza coordinata ossia tutti i punti e e che si trovano in questo piano avranno coordinate (x, y, 0) ed inoltre questo piano ` perpendicolare e allasse delle z ed avr` equazione a z=0 il piano xz ` il luogo dei punti dello spazio per cui ` nulla la seconda coordinata ossia tutti i punti e e che si trovano in questo piano avranno coordinate (x, 0, z) ed inoltre questo piano ` perpendicolare e allasse delle y ed avr` equazione a y=0 il piano yz ` il luogo dei punti dello spazio per cui ` nulla la prima coordinata ossia tutti i punti e e che si trovano in questo piano avranno coordinate (0, y, z) ed inoltre questo piano ` perpendicolare e allasse delle x ed avr` equazione a x=0 Dalle equazioni dei piani fondamentali possiamo ottenere le equazioni dei piani ad essi paralleli che saranno date da: che: il piano z = k con k il piano y = k con k il piano x = k con k ` un piano parallelo al piano xy e ` un piano parallelo al piano xz e ` un piano parallelo al piano yz e

Equazioni degli assi

Da quanto detto siamo in grado di ricavare anche le equazioni degli assi di un sistema di riferimento cartesiano nello spazio. Si avr` infatti che: a

funzioni a due variabili

rb

Piani in posizione particolare rispetto agli assi

lasse delle z ` il luogo dei punti dello spazio per cui sono contemporaneamente nulle x ed y ossia e i punti che si trovano sullasse delle z avranno coordinate (0, 0, k) con k . Notando inoltre che lasse delle z si pu` ottenere come intersezine dellasse xz con il piano yz si arriva a concludere che o lequazione di tale asse ` data da: e x=0 y=0 lasse delle y ` il luogo dei punti dello spazio per cui sono contemporaneamente nulle x ed z ossia e i punti che si trovano sullasse delle z avranno coordinate (0, k, 0) con k . Notando inoltre che lasse delle yz si pu` ottenere come intersezine dellasse xy con il piano yz si arriva a concludere o che lequazione di tale asse ` data da: e x=0 z=0 lasse delle x ` il luogo dei punti dello spazio per cui sono contemporaneamente nulle y ed z ossia e i punti che si trovano sullasse delle x avranno coordinate (k, 0, 0) con k . Notando inoltre che lasse delle x si pu` ottenere come intersezine dellasse xz con il piano yx si arriva a concludere che o lequazione di tale asse ` data da: e y=0 z=0 Ripetendo un ragionamento analogo a quello fatto in precedenza, possiamo ottenere le equazioni delle rette ad essi paralleli che saranno date da: lequazione della retta parallela allasse z e passante per il punto (k1 , k2 , 0) ` e x = k1 y = k2 lequazione della retta parallela allasse delle y e passante per il punto (k1 , 0, k2 ) ` e x = k1 z = k1 lequazione della retta parallela allasse delle x e passante per il punto (0, k1 , k2 ) ` e y = k1 z = k2

Equazione generale del piano

Sappiamo che nel piano cartesiano una retta ` rappresentata da unequazione lineare nelle variabili x ed e y e che viceversa ogni equazione lineare che non perda di signicato nelle variabili x ed y rappresenta una retta. Se spostiamo la nostra attenzione sullo spazio cartesiano valgono i seguenti due teoremi: Teorema 6.1 Un piano ` rappresentato da unequazione lineare nelle variabili x,y e z e Teorema 6.2 Ogni equazione lineare ax + by + cz + d = 0 nelle variabili x, y e z con a, b, c, d a, b, c non contemporaneamente nulli, rappresenta un piano. e

Piani in posizione particolare rispetto agli assi

Data una equazione lineare ax + by + cz + d = 0 nelle variabili x, y e z con a, b, c, d e a, b, c non contemporaneamente nulli da quanto detto nel paragrafo precedente sappiamo che tale equazione rappresenta un piano. Si possono per` presentare i seguenti casi particolari: o c = 0 quindi lequazione diviene ax + by + d = 0 che rappresenta un piano parallelo allasse z. In particolare se anche d = 0 lequazione diviene ax + by = 0 che rappresenta un piano che contiene lasse z

funzioni a due variabili

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Equazione del piano passante fra tre punti non allineati

Figura 3: Piano di equazione 0.1x z 2 = 0

Figura 4: Piano di equazione 0.1y z 2 = 0 b = 0 quindi lequazione diviene ax + cz + d = 0 che rappresenta un piano parallelo allasse y. In particolare se anche d = 0 lequazione diviene ax + cz = 0 che rappresenta un piano che contiene lasse y. A tal riguardo si noti la gura 3 a = 0 quindi lequazione diviene by + cz + d = 0 che rappresenta un piano parallelo allasse x. In particolare se anche d = 0 lequazione diviene by + cz = 0 che rappresenta un piano che contiene lasse x. A tal riguardo si noti la gura 4 d = 0 quindi lequazione diviene ax + by + cz = 0 che rappresenta un piano passante per lorigine O. A tal rigurado si noti la gura 5

Equazione del piano passante fra tre punti non allineati

Dati tre punti non allineati A(x1 , y1 , z1 ), B(x2 , y2 , z2 ) e C(x3 , y3 , z3 ), lequazione del piano passante per questi tre punti ha per equazione: x x0 x1 x0 x2 x0 y y0 y 1 y0 y2 y0 z z0 z1 z0 z2 z0 =0

funzioni a due variabili

rb

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Denizione di Funzione Reale a due variabili Reali

Figura 5: Piano di equazione 0.1x 0.5y + z = 0

Equazione del piano passante per un punto e parallelo a un piano dato

Dato un punto A(x1 , y1 , z1 ) ed un piano ax + by + cz + d = 0 il piano passante per tale punto e parallelo al piano dato avr` per equazione: a a(x x1 ) + b(y y1 ) + c(z z1 ) = 0

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Condizione di parallelismo tra piani


a1 x + b1 y + c1 z + d1 = 0 a2 x + b2 y + c2 z + d2 = 0

Dati due piani:

condizione necessaria e suciente anch` i due piani siamo paralleli ` che: e e a1 b1 c1 = = =k a2 b2 c2 se oltre ci` accade anche che: o k= d1 d2

allora siamo in presenza di due piani paralleli e sovrapposti ossia coincidenti.

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Condizione di perpendicolarit` tra piani a


a1 x + b1 y + c1 z + d1 = 0 a2 x + b2 y + c2 z + d2 = 0

Dati due piani:

condizione necessaria e suciente anch` i due piani siamo perpendicolari ` che: e e a1 a2 + b1 b2 + c1 c2 = 0

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Denizione di Funzione Reale a due variabili Reali

In concetto di funzione reale a due variabili reali si estende facilmente dal concetto di funzione reale ad una variabile reale. Diamo la seguente:

funzioni a due variabili

rb

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Dominio di una funzione a due variabili

Figura 6: Dominio della funzionef (x, y) =

9 x2 y 2
2

Denizione 12.1 (di funzione reale a due variabili reali) Sia A reale a due variabili reali una corrispondenza che ad ogni coppia (x, y) numero reale z . In simboli: A 2 f: (x, y) z = f (x, y) Come per le funzioni reali di variabile reale si var`: a A
2

. Prende il nome di funzione associa un ben determinato

prende il nome di dominio della funzione

prende il nome di codominio della funzione

Dora in poi con il termine funzione a due variabili faremo sempre riferimento ad una funzione reale a due varibili reali.

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Dominio di una funzione a due variabili

Per denire una funzione a due variabili bisogna che il dominio della stessa sia esplicitato in modo da poter denire in modo esatto la funzione stessa. Accade assai di frequente per` che venga assegnata o una formula matematica z = f (x, y) senza precisare quale sia il suo dominio. In questo caso possiamo considerare come dominio della funzione z = f (x, y) il pi` ampio sottoinsieme A 2 costituito da tutti u e soli i valori di (x, y) per cui esistono niti i corrispondenti valori di z. Questi numeri reali, univocamente determinati al variare di (x, y) si calcolano applicando la formula matematica z = f (x, y) che denisce la funzione considerata. Trovare il dominio della funzione a due variabili f (x, y) = 9 x2 y 2 . Essendoci nella formula una radice quadrata, il calcolo potr` essere eettuato solamente per quelle coppie di numeri reali per cui: a 9 x2 y 2 0 ossia x2 + y 2 9 0 ricordando quanto appreso nello studio delle disequazioni a due varibili si avr` che il dominio della funzione a considerata ` quello che si evince dalla gura 6. e funzioni a due variabili 7 rb

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I graci delle funzioni a due variabili e le curve di livello

Figura 7: Dominio della funzionef (x, y) =

y+x+

yx

Trovare il dominio della funzione a due variabili f (x, y) = y + x + y x. Essendoci nella formula due radici quadrate, il calcolo potr` essere eettuato solamente per quelle coppie di numeri reali per cui: a y+x0 yx0 ricordando quanto appreso nello studio delle disequazioni a due varibili si avr` che il dominio della funzione a considerata ` quello che si evince dalla gura 7. e

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I graci delle funzioni a due variabili e le curve di livello

Essendo il dominio delle funzioni a due variabili un sottoinsieme del piano 2 il graco di tali funzioni sar` dato da una supercie nello spazio. Ad esempio il graco della funzione f (x, y) = x2 + y 2 ` quello a e evidenziato nella gura 8. La rappresentazione graca delle funzioni a due variabili ` quindi abbastanza e complicata e pu` essere eettuata solamente con luso degli strumenti informatici, perci` per uno studio o o di tali funzioni si preferisce fare riferimento alle curve di livello. Diamo la seguente: Denizione 14.1 (di curva di livello) Sia data una funzione a due variabili z = f (x, y) e un piano z = k con k parallelo al piano xy. Prende il nome di cura di livello di quota k lintersezione della funzione z = f (x, y) con il piano z = k. Per trovare le curve di livello di una funzione a due variabili dobbiamo considerare il sistema: z = f (x, y) z=k dal quale si ottiene f (x, y) = k e quindi al variare di k possiamo ottenere innite curve di livello che ci forniscono una buona descrizione della funzione considerata. Consideriamo il seguente esempio consistente nel trovare le curve di livello per k = 1, 2, 3, 4, 5, della funzione f (x, y) = y x2 1. Il graco di tale funzione ` evidenziato nell gura 9 Costruiamo il sistema: e f (x, y) = y x2 1 z=k dal quale otteniamo lequazioni in due variabili: y x2 1 = k funzioni a due variabili 8 rb

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I graci delle funzioni a due variabili e le curve di livello

x^2 + y^2

50

z 37,5

25

12,5

2,5 -5 -2,5 0 0 2,5 y -2,5 5 -5

5 x

Figura 8: Graco della funzionef (x, y) = x2 + y 2

y - x^2 - 1

z -5

-10

-15

-20

-25 5 -30 -5 2,5 -2,5 0 0 2,5 x -2,5 5 -5 y

Figura 9: Graco della funzionef (x, y) = y x2 1

funzioni a due variabili

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Elementi di topologia di

x^2, x^2 - 1, x^2 + 1, x^2 - 2, x^2 + 2 y 25

20

15

10

0 -5 -2,5 0 2,5 x 5

Figura 10: Curve di livello di f (x, y) = y x2 1 equivalente a: y = x2 + 1 + k Per la costruzione delle curve di livello dobbiamo allora attribuire a k i valori 1, 2, 3, 4, 5 ottenendo 5 parabole. Il graco di tali parabole e quindi delle corrispondenti curve di livello ` quello evidenziato nella e gura 10

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Elementi di topologia di
2

Diamo ora alcuni elementi di topologia su paragra. Diamo le seguenti:

necessari per poter arontare i concetti relativi ai successivi

Denizione 15.1 (di intorno circolare) Dato un punto P0 (xo , yo ) 2 si denisce intorno circolare di centro P0 (xo , yo ) e di raggio r linsieme dei punti P (x, y) del piano tali che d(P0 , P ) < r Si pu` facilmente notare che o d(P0 , P ) < r (x x0 )2 + (y y0 )2 < r2 Denizione 15.2 (di intorno dellinnito) Dato un punto P0 (x0 , y0 ) linnito linsieme dei punti P (x, y) del piano tali che d(P0 , P ) < Denizione 15.3 (insieme limitato di esiste un intorno circolare che lo contiene
2 2

si denisce intorno del-

) Dato un insieme A

, tale insieme si dice limitato se

Denizione 15.4 (di punto di accumulazione di 2 ) Dato un insieme A 2 ed un punto P0 (x0 , y0 ) appartenente o no ad A, tale punto ` detto di accumulazione per A se in ogni suo intorno circolare cade e almeno un elemento di A distinto da P0 . Denizione 15.5 (di punto interno) Dato un insieme A 2 ed un punto P0 (x0 , y0 ), tale punto ` detto interno allinsieme A se esiste un intorno circolare di centro P0 (x0 , y0 ) formato solo da punti e dellinsieme A. Denizione 15.6 (di punto esterno) Dato un insieme A 2 ed un punto P0 (x0 , y0 ), tale punto ` detto esterno allinsieme A se esiste un intorno circolare di centro P0 (x0 , y0 ) formato solo da punti e appartenenti allinsieme complementare di A rispetto ad 2 .

funzioni a due variabili

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rb

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Derivate parziali prime delle funzioni a due variabili

Denizione 15.7 (di punto di frontiera) Dato un insieme A 2 ed un punto P0 (x0 , y0 ), tale punto ` detto di frontiera per A se in ogni intorno circolare di centro P0 (x0 , y0 ) si trovano sia punti appartenenti e ad A che punti appartenenti al complementare di A. Denizione 15.8 (di insieme aperto di i suoi punti sono tutti interni Denizione 15.9 (di insieme chiuso di contiene tutti i punti della sua frontiera
2

) Dato un insieme A

, tale insieme si dice aperto se

) Dato un insieme A

, tale insieme si dice chiuso se

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Limiti delle funzioni di due variabili

Possiamo estendere il concetto di limite delle funzioni ad una variabile anche alle funzionio a due varibili. Senza ripetere tutta la casistisca studiata precedentemente ci limiteremo ad enunciare la denizione di limite in due casi utili nelle applicazioni successive. Denizione 16.1 (di limite nito) Si dice che la funzione f (x, y) denita in un insieme A al limite nito l per (x, y) che tende ad (x0 , y0 ) e si scrive: lim
(x,y)(x0 ,y0 ) 2

tende

f (x, y) = l

se > 0 esiste un intorno circolare di (x0 , y0 ) tale che (x, y) appartenenti a tale intorno circolare ad eccezione al pi` di (x0 , y0 ) si verica che: u |f (x, y) l| < Denizione 16.2 (di limite innito) Si dice che la funzione f (x, y) denita in un insieme A tende al limite innito + per (x, y) che tende ad (x0 , y0 ) e si scrive: lim
(x,y)(x0 ,y0 ) 2

f (x, y) = +

se M > 0 esiste un intorno circolare di (x0 , y0 ) tale che (x, y) appartenenti a tale intorno circolare ad eccezione al pi` di (x0 , y0 ) si verica che: u f (x, y) > M Le denizioni negli altri casi di limite possono essere dedotte senza alcun problema da quelle viste nello studio dei limiti delle funzioni ad una variabile.

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Continuit` delle funzioni a due variabili a

La denizione di continuit` delle funzioni a due varibili ` data dalla seguente: a e Denizione 17.1 (di continuit` in un punto delle funzioni a due variabili) Si dice che la funa zione f (x, y) denita in un insieme A 2 ` continua nel punto (x0 , y0 ) appartenente ad A se: e lim
(x,y)(x0 ,y0 )

f (x, y) = f (x0 , y0 )

Denizione 17.2 (di continuit` in un insieme delle funzioni a due variabili) Si dice che la funa zione f (x, y) denita in un insieme A 2 ` continua in A se essa ` continua in ogni punto appartenente e e ad A.

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Derivate parziali prime delle funzioni a due variabili


2

Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insieme A

notiamo che:

se assegnamo un valore alla varibile x supponiamo x = x la funzione f (x, y) diviene una funzione avente come variabile solamente y se assegnamo un valore alla varibile y supponiamo y = y la funzione f (x, y) diviene una funzione avente come variabile solamente x funzioni a due variabili 11 rb

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Derivate parziali seconde delle funzioni a due variabili

grazie a questo fatto possiamo allora dare le seguenti: Denizione 18.1 (di derivata parziale prima rispetto alla variabile x) Sia f (x, y) una funzione a due variabili denita in un insieme A 2 e sia (x0 , y0 ) un punto interno ad A, prende il nome di derivata parziale prima rispetto alla variabile x il lim f (x0 + h, y0 ) f (x0 , y0 ) h

h0

se tale limite esiste ed ` nito. Se ci` accade si scriver`: e o a f (x0 + h, y0 ) f (x0 , y0 ) f = fx = lim h0 x h e si dir` che f (x, y) ` derivabile rispetto alla variabile x nel punto (x0 , y0 ) a e Denizione 18.2 (di derivata parziale prima rispetto alla variabile y) Sia f (x, y) una funzione a due variabili denita in un insieme A 2 e sia (x0 , y0 ) un punto interno ad A, prende il nome di derivata parziale prima rispetto alla variabile y il lim f (x0 , y0 + h) f (x0 , y0 ) h

h0

se tale limite esiste ed ` nito. Se ci` accade si scriver`: e o a f f (x + h, y0 + h) f (x0 , y0 ) = fx = lim h0 x h e si dir` che f (x, y) ` derivabile rispetto alla variabile y nel punto (x0 , y0 ) a e Denizione 18.3 (di derivabilit` in un punto) Sia f (x, y) una funzione a due variabili denita in a un insieme A 2 e sia (x0 , y0 ) un punto interno ad A se f (x, y) ` derivabile nel punto (x0 , y0 ) sia e rispetto alla variabile x che rispetto alla variabile y allora si dir` che f (x, y) ` derivabile nel punto (x0 , y0 ). a e Denizione 18.4 (di derivabilit` in un insieme) Sia f (x, y) una funzione a due variabili denita in a un insieme A 2 se f (x, y) ` derivabile in ogni punto interno ad A si dice che f (x, y) ` derivabile in e e A. In pratica per calcolare la derivata parziale prima rispetto alla variabile x bisogna considerare che la funzione f (x, y) ` funzione della varibile x mentre e la variabile y deve essere considerata come una costante. Quindi si dovranno applicare tutte le regole viste per il calcolo delle derivate delle funzioni ad una variabile considerando la funzione f (x, y) come funzione della varibile x e considerando la variabile y costante. rispetto alla variabile y bisogna considerare che la funzione f (x, y) ` funzione della varibile y mentre e la variabile x deve essere considerata come una costante. Quindi si dovranno applicare tutte le regole viste per il calcolo delle derivate delle funzioni ad una variabile considerando la funzione f (x, y) come funzione della varibile y e considerando la variabile y costante.

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Derivate parziali seconde delle funzioni a due variabili


f f = fx e = fy x y

Notiamo che le derivate parziali prime

sono in generale ancora funzione delle varibili x ed y. e pu` accadere che tali funzioni siamo a loro volta o ancora parzialmente derivabili. Si avranno allora le derivate parziali seconde di una funzione a due varibili che saranno ovviamente quattro: derivata parziale seconda della f (x, y) fatta rispetto ad x due volte che si indica con
2f x2

= fxx

derivata parziale seconda della f (x, y) fatta prima rispetto ad x e poi rispetto ad y che si indica 2f con xy = fxy funzioni a due variabili 12 rb

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Continuit` e derivabilit` a a

derivata parziale seconda della f (x, y) fatta prima rispetto ad y e poi rispetto ad x che si indica 2f con yx = fyx derivata parziale seconda della f (x, y) fatta rispetto ad y due volte che si indica con Le derivate parziali seconde: 2f = fxy xy 2f = fyx yx prendono il nome di derivate parziali seconde miste per le quli vale il seguente: Teorema 19.1 (di Schwarz) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un dominio A se le due derivate seconde miste: 2f = fxy xy 2f = fyx yx sono continue in ogni punto (x, y) interno al dominio A allora esse sono uguali. Per meglio esporre i teoremi che seguiranno ` utile introdurre la seguente: e Denizione 19.1 (di funzioni di classe C 0 , C 1 , C 2 ) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un dominio A 2 si dir` che: a f (x, y) ` di classe C 0 se in ogni punto interno ad A e f (x, y) ` continua e f (x, y) ` di classe C 1 se in ogni punto interno ad A e f (x, y) ` continua e fx , fx sono continue f (x, y) ` di classe C 1 se in ogni punto interno ad A e f (x, y) ` continua e fx , fx sono continue fxx , fxy fyx , fyy sono continue
2 2f y 2

= fyy

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Continuit` e derivabilit` a a

Circa le relazioni tra continuit` e derivabilit` ricordiamo un importante teorema valevole solamente nel a a caso di funzioni ad una variabile: Teorema 20.1 (derivabilit` e continuit` delle funzioni ad una variabile) Data una funzione ad a a una variabile f (x) denita in un insime A 2 se f (x) ` derivabile in un punto x0 interno ad A allora f (x) ` anche continua in x0 e e se f (x) ` continua in un punto x0 interno ad A allora non necessariamente f (x) ` anche derivabile e e in x0 Vogliamo ora vedere come tale teorema viene modicato nel caso delle funzioni a due variabili, vale per esse il seguente: Teorema 20.2 (derivabilit` e continuit` delle funzioni a due variabili) Data una funzione a due a a variabili f (x, y) denita in un insime A 2 se f (x, y) ` derivabile in un punto (x0 , y0 ) interno ad A rispetto alla variabile x e se f (x, y) ` derivabile in un punto (x0 , y0 ) interno ad A rispetto alla varibile y e non necessariamente f (x, y) ` continua nel punto (x0 , y0 ). e Il concetto di derivabilit` parziale non ci assicura quindi la continuit` di una funzione ed ` per questo a a e motivo che dobbiamo introdurre il concetto di dierenziabilit`. a funzioni a due variabili 13 rb

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Massimi e minimi relativi di funzioni a due variabili

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Dierenziabilit` a

Diamo la seguente: Denizione 21.1 (di dierenziabilit`) Data una funzione ad una variabile f (x) denita in un insime a A 2 tale funzione si dice dierenziabile nel punto (x0 , y0 ) se ` parzialemnte derivabile in (x0 , y0 ) sia e rispetto alla variabile x che rispetto alla varibile y e se lim
(h,k)(0,0)

[f (x0 + h, y0 + k) f (x0 , y0 )] [fx (x0 , y0 )h + fy (x0 , y0 )k] =0 h2 + k 2 fx (x0 , y0 )h + fy (x0 , y0 )k

In tale ipotesi il valore prende il nome di dierenziale totale primo della f (x, y) nel punto (x0 , y0 ). Valgono allora i seguenti: Teorema 21.1 (dierenziabilit` e derivabilit`) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in a a un insime A 2 se f (x, y) ` dierenziabile in un punto (x0 , y0 ) interno ad A essa ` anche derivabile e e parzialmente sia rispetto alla variabile x che rispetto alla variabile y in tale punto Teorema 21.2 (dierenziabilit` e continuit`) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in a a un insime A 2 se f (x, y) ` dierenziabile in un punto (x0 , y0 ) interno ad A allora f (x, y) ` continua e e nel punto (x0 , y0 ) Teorema 21.3 (condizione suciente di dierenziabilit`) Data una funzione a due variabili f (x, y) a denita in un insime A 2 se f (x, y) ` di classe C 1 allora essa ` dierenziabile in ogni punto interno e e ad A.

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Interpretazione geometrica della dierenziabilit` a

Diamo il seguente: Teorema 22.1 (del piano tangente) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A 2 se f (x, y) ` dierenziabile nel punto (x0 , y0 ) interno ad A esiste un piano tangente f (x, y) nel e punto di coordinate (x0 , y0 , z0 ) e lequazione di tale piano sar`: a z f (x0 , y0 ) = fx (x x0 ) + fy (x y0 ) Da tale torema siamo in grado di trovare lequazione del piano tangente la funzione f (x, y).

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Massimi e minimi relativi di funzioni a due variabili

Diamo le seguenti: Denizione 23.1 (massimo relativo di una funzione a due variabili) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A 2 un punto (x0 , y0 ) A ` un punto di massimo relativo e per f (x, y) se esiste un intorno di (x0 , y0 ) tale che (x, y) appartenente a tale intorno si verica che f (x, y) f (x0 , y0 ). Prende il nome di massimo relativo il numero reale f (x0 , y0 ). Denizione 23.2 (minimo relativo di una funzione a due variabili) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A 2 un punto (x0 , y0 ) A ` un punto di minimo relativo e per f (x, y) se esiste un intorno di (x0 , y0 ) tale che (x, y) appartenente a tale intorno si verica che f (x, y) f (x0 , y0 ). Prende il nome di minimo relativo il numero reale f (x0 , y0 ).

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Ricerca dei massimi e dei minimi relativi di funzioni a due variabili

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Ricerca dei massimi e dei minimi relativi di funzioni a due variabili

Per la ricerca dei massimi e dei minimi relativi di una funzione a due varibili dobbiamo fare riferimento al seguente: Teorema 24.1 Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A (x0 , y0 ) ` un punto interno ad A di massimo o di minimo relativo allora: e fx (x0 , y0 ) = 0 fy (x0 , y0 ) = 0 I punti (x0 , y0 ) in cui si vericano queste condizioni prendono il nome di punti critici. In analogia con quanto visto per le funzioni ad una variabile si noter` certamente che il teorema 24.1 a fornisce solamente delle condizioni necessarie ma non sucienti alla ricerca dei massimi e dei minimi relativi per le funzioni di due variabili. In altre parole potrebbero esistere dei punti (x0 , y0 ) in cui fx (x0 , y0 ) = 0 fy (x0 , y0 ) = 0 senza per` che tali punti siano di massimo o di minimo relativo. Dobbiamo allora introdurre delle ulteriori o condizioni che ci permettano di denire la natura del punto critico (x0 , y0 ). Per fare ci` dobbiamo prima o di tutto dare la seguente: Denizione 24.1 (di matrice hessiana) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A 2 di classe C 2 prende il nome di matrice hessiana la seguente matrice simmetrica: H(x, y) = Possiamo allora enunciare il seguente: Teorema 24.2 (della ricerca dei massimi e minimi) Se f (x, y) ` una funzione a due variabili dee nita in un insime A 2 di classe C 2 e se (x0 , y0 ) ` un punto interno ad A in cui e fx (x0 , y0 ) = 0 fy (x0 , y0 ) = 0 allora se accade che: |H(x0 , y0 )| > 0 fxx (x0 , y0 ) > 0 allora (x0 , y0 ) ` un punto di minimo relativo e e |H(x0 , y0 )| > 0 fxx (x0 , y0 ) < 0 allora (x0 , y0 ) ` un punto di massimo relativo |H(x0 , y0 )| < 0 allora (x0 , y0 ) non ` ne un punto di massimo ne un punto di minimo relativo e e prende il nome di punto di sella |H(x0 , y0 )| = 0 nulla pu` essere detto a priori su (x0 , y0 ) o Tale torema pu` anche essere riformulato nella seguente forma alternativa che coinvolge luso degli o autovalori studiati in algebra lineare. Si avr`: a Teorema 24.3 (della ricerca dei massimi e minimi) Se f (x, y) ` una funzione a due variabili dee nita in un insime A 2 di classe C 2 e se (x0 , y0 ) ` un punto interno ad A in cui e fx (x0 , y0 ) = 0 fy (x0 , y0 ) = 0 allora se accade che: gli autovalori della matrice H(x0 , y0 ) sono entrambi positivi allora (x0 , y0 ) ` un punto di minimo e relativo gli autovalori della matrice H(x0 , y0 ) sono entrambi negativi allora (x0 , y0 ) ` un punto di massimo e relativo gli autovalori della matrice H(x0 , y0 ) sono uno positivo e laltro negativi allora (x0 , y0 ) non ` ne un e punto di massimo relativo ne un punto di minimo relativo se almeno uno degli autovalori di H(x0 , y0 )` uguale a zero nulla pu` essere detto apriori sulla natura e o del punto (x0 , y0 ) funzioni a due variabili 15 rb fxx (x, y) fxy (x, y) fyx (x, y) fxy (y, y)
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e di classe C 1 se

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Massimi e minimi vincolati di funzioni a due variabili

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Massimi e minimi vincolati di funzioni a due variabili

In molte applicazioni sorge la necessit` di calcolare i massimi e i minimi di funzioni a due variabili le a cui varibili non sono indipendenti ma devono soddisfare alla condizione g(x, y) = 0. Si parla allora di ricerca di massimi e minimi vincolati per funzioni a due variabili. Per la ricerca di tali massimi e minimi vincolati abbiamo bisogno prima di tutto di introdurre la seguente: Denizione 25.1 (di funzione Lagrangiana) Data una funzione a due varibili f (x, y) denita in un insime A 2 e unaltra funzione detta funzione di vincolo g(x, y) = 0 prende il nome di funzione Lagrangiana la seguente funzione a tre variabili: L = f (x, y) + g(x, y) in cui Per la ricerca dei massimi e dei minimi vincolati di una funzione a due varibili dobbiamo fare riferimento al seguente: Teorema 25.1 Dat una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A 2 e di classe C 1 e una funzione detta vincolo g(x, y) = 0 sempre di classe C 1 , se (x0 , y0 , 0 ) ` un punto interno ad A di e massimo o di minimo relativo allora: Lx (x0 , y0 , 0 ) = 0 Ly (x0 , y0 , 0 ) = 0 L (x0 , y0 , 0 ) = 0 in cui L = f (x, y) + g(x, y) ` la funzione Lagrangiana. I punti (x0 , y0 , 0 ) in cui si vericano queste e condizioni prendono il nome di punti critici vincolati. In analogia con quanto visto per le funzioni ad una variabile si noter` certamente che il teorema 25.1 a fornisce solamente delle condizioni necessarie ma non sucienti alla ricerca dei massimi e dei minimi vincolati per le funzioni di due variabili. Dobbiamo allora introdurre delle ulteriori condizioni che ci permettano di denire la natura del punto critico (x0 , y0 , 0 ). Per fare ci` dobbiamo prima di tutto dare o la seguente: Denizione 25.2 (di matrice hessiana orlata) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A 2 di classe C 2 e una funzione detta vincolo g(x, y) = 0 sempre di classe C 2 , prende il nome di matrice hessiana orlata la seguente matrice simmetrica: L (x, y, ) Lx (x, y, ) Ly (x, y, ) H(x, y) = Lx (x, y, ) Lxx (x, y, ) Lxy (x, y, ) Ly (x, y, ) Lyx (x, y, ) Lyy (x, y, ) in cui L = f (x, y) + g(x, y) ` la funzione Lagrangiana. e Possiamo allora enunciare il seguente: Teorema 25.2 (della ricerca dei massimi e minimi vincolati) Se f (x, y) ` una funzione a due vae riabili denita in un insime A 2 di classe C 2 e g(x, y) = 0 ` la funzione vincolo sempre di classe C 2 , e e se (x0 , y0 ) ` un punto interno ad A in cui e Lx (x0 , y0 , 0 ) = 0 Ly (x0 , y0 , 0 ) = 0 L (x0 , y0 , 0 ) = 0 con L = f (x, y) + g(x, y) funzione Lagrangiana, allora se accade che: |H(x0 , y0 , 0 )| > 0 allora (x0 , y0 , 0 ) ` un punto di massimo relativo vincolato e |H(x0 , y0 , 0 )| < 0 allora (x0 , y0 , 0 ) ` un punto di minimo relativo vincolato e |H(x0 , y0 , 0 )| = 0 nulla pu` essere detto a priori su (x0 , y0 , 0 ) o

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Estensione al caso di pi` variabili u

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Massimi e minimi assoluti di funzioni a due variabili

Diamo le seguenti: Denizione 26.1 (massimo assoluto di una funzione a due variabili) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A 2 un punto (x0 , y0 ) A ` un punto di massimo assoluto per e f (x, y) se (x, y) A si verica che f (x, y) f (x0 , y0 ). Prende il nome di massimo assoluto il numero reale f (x0 , y0 ). Denizione 26.2 (minimo assoluto di una funzione a due variabili) Data una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A 2 un punto (x0 , y0 ) A ` un punto di minimo assoluto per e f (x, y) se (x, y) A si verica che f (x, y) f (x0 , y0 ). Prende il nome di minimo assoluto il numero reale f (x0 , y0 ). Circa lesistenza dei massimi e minimi assoluti per una funzione a due variabili vale il seguente: Teorema 26.1 (di Weierstrass) Una funzione a due variabili f (x, y) denita in un insime A chiuso e limitato ` dotata di minimo e di massimo assoluto. e
2

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Ricerca dei massimi e minimi assoluti in un insieme chiuso e limitato di 2

Volendo trovare gli eventuali punti di massimo e di minimo assoluti di una funzione f (x, y) denita in un insieme chiuso e limitato A 2 notiamo prima di tutto che essendo applicabile il teorema di Weierstrass 26.1 tali valori sicuramente esisteranno. La loro ricerca dovr` allora essere eettuata: a nei punti critici interni ad A nei punti interni ad A in cui la funzione non ` dierenziabile e nei punti critici vincolati appartenenti alla frontiera di A In pratica per trovare i punti di massimo e di minimo assoluti dovremmo procedere in questo modo: trovare i punti interni ad A in cui la funzione non ` dierenziabile e trovare i punti critici interni ad A che soddisfano il teorema 24.1 trovare i punti critici vincolati che si trovano sulla frontiera di A che soddisfano il teorema 25.1 Detti (xi , yi ) con i = 1..n tali punti dovremmo calcolare i valori: f (xi , yi ) i = 1..n. Si avr` allora che: a il pi` grande valore di f (xi , yi ) sar` il massimo assoluto mentre il punto che lo genera ossia (xi , yi ) u a ` il punto di massimo assoluto e il pi` piccolo valore di f (xi , yi ) sar` il minimo assoluto mentre il punto che lo genera ossia (xi , yi ) u a ` il punto di minimo assoluto e

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Estensione al caso di pi` variabili u

Notiamo che molti dei concetti espressi nei precedenti paragra possono essere estesi senza dicolt` a dal caso di una funzione f (x, y) a due variabili al caso di una funzione f (x1 , x2 , . . . , xn ) ad n variabili. Vogliamo qui solamente riformulare il teorema che riguarda la ricerca dei massimi e dei minimi relativi per funzioni ad n variabili dato nel seguente:

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Estensione al caso di pi` variabili u

Teorema 28.1 (della ricerca dei massimi e minimi) Se f (x1 , x2 , . . . , xn ) ` una funzione a n variae bili denita in un insime A n di classe C 2 e se (x10 , x20 , . . . , xn0 ) ` un punto interno ad A in e cui fx1 (x10 , x20 , . . . , xn0 ) = 0 fx2 (x10 , x20 , . . . , xn0 ) = 0 ... fxn (x10 , x20 , . . . , xn0 ) = 0 allora se accade che: |H(x10 , x20 , . . . , xn0 )| > 0 per tutti i minori principali di Nord-Ovest allora (x10 , x20 , . . . , xn0 ) ` un e punto di minimo relativo |H(x10 , x20 , . . . , xn0 )| < 0 per tutti i minori principali di Nord-Ovest di ordine dispari mentre |H(x10 , x20 , . . . , xn0 )| > 0 per tutti i minori principali di Nord-Ovest di ordine pari allora (x10 , x20 , . . . , xn0 ) ` un punto di massimo relativo e se non si verica per nessun minore di Nord-Ovest che|H(x10 , x20 , . . . , xn0 )| = 0 ma non sono rispettate le ipotesi viste nei punti precedenti allora il punto (x10 , x20 , . . . , xn0 ) non ` ne di massimo e ne di minimo relativo se |H(x10 , x20 , . . . , xn0 )| = 0 per qulche minore principale di Nord-Ovest nulla pu` essere detto a o priori su (x10 , x20 , . . . , xn0 ) Si noti che tale teorema poteva essere enunciato anche in termini di autovalori come fatto nel caso di funzioni a due varibili.

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Elenco delle gure

Elenco delle gure

Elenco delle gure


1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Sistema di riferimento cartesiano . . . . . . . . . . Proiezioni ortogonali di un punto P . . . . . . . . Piano di equazione 0.1x z 2 = 0 . . . . . . . . Piano di equazione 0.1y z 2 = 0 . . . . . . . . Piano di equazione 0.1x 0.5y + z = 0 . . . . . . . Dominio della funzionef (x, y) = 9 x2 y 2 . . . Dominio della funzionef (x, y) = y + x + y x . Graco della funzionef (x, y) = x2 + y 2 . . . . . . . Graco della funzionef (x, y) = y x2 1 . . . . . Curve di livello di f (x, y) = y x2 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 2 5 5 6 7 8 9 9 10

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Indice

Indice

Indice
1 Lo spazio
n

1 1 3 3 3 4 4 5 6 6 6 6 7 8 10 11 11 11 12 13 14 14 14 15 16 17
2

2 Lo spazio a tre dimensioni 3 Distanza tra due punti nello spazio 4 I piani fondamentali 5 Equazioni degli assi 6 Equazione generale del piano 7 Piani in posizione particolare rispetto agli assi 8 Equazione del piano passante fra tre punti non allineati 9 Equazione del piano passante per un punto e parallelo a un piano dato 10 Condizione di parallelismo tra piani 11 Condizione di perpendicolarit` tra piani a 12 Denizione di Funzione Reale a due variabili Reali 13 Dominio di una funzione a due variabili 14 I graci delle funzioni a due variabili e le curve di livello 15 Elementi di topologia di
2

16 Limiti delle funzioni di due variabili 17 Continuit` delle funzioni a due variabili a 18 Derivate parziali prime delle funzioni a due variabili 19 Derivate parziali seconde delle funzioni a due variabili 20 Continuit` e derivabilit` a a 21 Dierenziabilit` a 22 Interpretazione geometrica della dierenziabilit` a 23 Massimi e minimi relativi di funzioni a due variabili 24 Ricerca dei massimi e dei minimi relativi di funzioni a due variabili 25 Massimi e minimi vincolati di funzioni a due variabili 26 Massimi e minimi assoluti di funzioni a due variabili 27 Ricerca dei massimi e minimi assoluti in un insieme chiuso e limitato di 28 Estensione al caso di pi` variabili u Elenco delle gure

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