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Il libraio dei sogni

Il distributore automatico di libri di via XX Settembre, a Genova

A Genova in via XX settembre c’è un distributore automatico di libri. Come quelli di bibite e merendine
nelle stazioni e negli uffici, solo più grande. Una casetta con la forma di un’edicola, i libri coi numeri
sotto: selezionare prodotto, pagare con la carta di credito, ritirare prodotto. Pick up your book. Non ne
avevo mai visto uno prima, mi sono fermata. I titoli sono i più venduti del momento e qualche guida.

Davanti alla libreria self service ce n’è un’altra, classica, con il libraio e tutto. Libraio gentilissimo,
ridente. E’ sua anche quella? Ho domandato. “Sì certo, l’ho aperta a novembre. Metti che c’è qualcuno
che ha bisogno di un libro la sera tardi, la notte, di domenica, ho pensato”. Ha detto proprio: qualcuno
che ha bisogno. Come le è venuta l’idea? Ne ha viste altre? “No, no. Credo proprio che sia l’unica, non
ne conosco altre. Ho pensato: ci sono distributori di sigarette, di bottigliette, di panini. Perché non di
libri”.

Giusto. Ma funziona? Non in senso tecnico, dico: commercialmente. “Guardi non mi lamento. Da fine
novembre ai primi di gennaio è andata bene”. Tipo? “Oltre le aspettative. Immagino che si siano fermati
soprattutto i turisti, persone di passaggio che stanno ripartendo e hanno bisogno di un libro”. Ha detto
di nuovo bisogno. Ma i turisti leggono libri in italiano? “Beh, sì. I turisti italiani”. Giusto, scusi. E poi cosa
è successo a gennaio? “Non lo so. Da metà gennaio è andata peggio e a febbraio male: non abbiamo
venduto quasi niente”. Da cosa può dipendere? “Non capisco. Sarà febbraio, forse”. Dice che è un mese
in cui c’è meno urgenza di libri? “Può essere, meno bisogno”, ha detto per la terza volta il libraio dei
sogni, delle nostre speranze.

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