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Le Parole Contro La Camorra (PDFDrive)
Le Parole Contro La Camorra (PDFDrive)
Published
Torino. www.einaudi.it
ISBN 978-88-06-20218-7
Nota al testo.
Nelle pagine che seguono ho cercato di dare disciplina
alle mie parole. Parole che avevo detto in due diverse
occasioni e che non erano nate per essere scritte o per
essere lette.
Parte prima.
Una luce costante.
Spesso mi si chiede come sia possibile che delle parole
possano mettere in crisi organizzazioni criminali potenti,
capaci di contare su centinaia di uomini armati e su
capitali forti. E come è possibile - questa domanda mi
viene ripetuta spessissimo, soprattutto all'estero - che uno
scrittore possa mettere in crisi organizzazioni capaci di
fatturare miliardi di euro l'anno e di dominare territori
vastissimi?
Però è uno sforzo che vale la pena fare per capire come
funzioni il meccanismo della parola. Anna Politkovskaja,
scrittrice e giornalista russa, viene uccisa e il giorno
stesso della sua esecuzione il marito dichiara di provare,
oltre a un profondo dolore, anche un sentimento di
serenità, quasi di sollievo.
Appunto, comprare.
Ma presto mi resi conto che quella non era paura. Era solo
la motivazione nobile che trovavano per esprimere un
sentimento assai diverso. Paura di che? In fondo c'erano
mille garanzie. Non c'è mai stato un solo episodio di
persone che, cercando un obiettivo, per sbaglio vanno dal
vicino o fanno saltare in aria un intero pianerottolo.
30 ottobre 2009.
Parte seconda.
Così parla la mia terra.
«Formaggino».
C'è una prassi nella mia terra, una prassi che seguono i
quotidiani locali e che mi ha sempre molto colpito.
Quando i processi si concludono con condanne, i giornali
di cui stiamo parlando pubblicano immediatamente i nomi
e i cognomi dei condannati.
Non poter far nulla significa, per esempio, che quando ero
adolescente mi raccontavano che a Castelvolturno c'era
stata, un tempo, un'enorme pineta attraversata dal mare, tra
le più belle al mondo, con una lunghissima spiaggia.
Mai.
C'è una sua foto, a cui sono molto affezionato, che lo ritrae
mentre fuma il sigaro.
Una delle due ragazze, che ora è una donna, una moglie e
una madre, dirà che quel titolo le è rimasto dentro, quel
titolo che la indicava come amante di don Peppe, per
diffamarlo.
Per anni non ci sono libri, per anni non ci sono servizi su
di lui, per anni questo ragazzo di trentacinque anni
ammazzato dalla camorra resta nei cuori di chi è li, delle
persone che gli hanno voluto bene, dei giornalisti che lo
hanno seguito, di qualcun altro cui era giunta la sua storia
e che ha voluto proteggerla e ricordarla.
Tutto questo silenzio è generato non solo
dall'atteggiamento dei camorristi - cosa di cui del resto
non possiamo stupirci - ma soprattutto dall'atteggiamento
di chi è sempre disposto a credere che pensando al
peggio, in genere, non ci si allontana dalla verità.
Addirittura si arriva a scrivere: Don Diana era un
camorrista. Confesso, di fronte a questo titolo ho avuto
paura. Se si può scrivere questo di un uomo di
trentacinque anni, ammazzato dalla camorra, di un prete
ammazzato in chiesa, cosa si può dire di tutti gli altri, di
tutti quelli che osano andare contro ? Don Peppe Diana
era un camorrista: così, con la diffamazione, lentamente lo
distruggono. Sapete cosa si diceva? Si diceva che era
stato ucciso perché toccava le donne, perché si era
rifiutato di celebrare il funerale di uno di loro.
25 marzo 2009.
«protegge» un libro.
Lesfleurs du mal non. furono 'protetti' al loro apparire; li
hanno protetti i posteri, che a distanza di sicurezza
potevano permettersi di guardare quel che ai
contemporanei di Baudelaire faceva paura. L'engagement
deve allargare i suoi polmoni fino a includere anche
l'engagement nero, o infernale: quello che milita dalla
parte della pigrizia, della dipendenza, dell'ossessione -
quello che non guarda alla storia visibile ma alla storia
profonda, la storia degli incubi e dei sottosuoli. Pasolini
non ebbe paura di scendere nel suo Salò.
La voce e il silenzio
di Aldo Grasso.
Costretto a raccontare. Per impegno civile, certo, ma
anche per continuare a vivere.
«Buca» il video.
Porta nelle case in prima serata quello che una gran parte
del Paese non vuole vedere.
Nel mondo oggi c'è abbastanza luce per chi vuole vedere,
e abbastanza buio per chi si ostina a restare nella caverna.
I vincoli esterni sono pesanti, ma non è tutto fango, non è
tutto uguale. E una questione di scelte. Anche per chi
scrive, per chi legge, per chi fa televisione e chi la
guarda.