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Oppenheimer
Oppenheimer
Oppenheimer torna negli Stati Uniti con l'intenzione di esportarvi la ricerca sulla
meccanica quantistica, e comincia a insegnare presso l'Università della California
e al California Institute of Technology, dove inizia con un solo studente
(guadagnandone presto altri). Incontra la sua futura moglie, Katherine "Kitty"
Puening, biologa ed ex comunista, e ha una relazione a intermittenza con Jean
Tatlock, membro del Partito Comunista degli Stati Uniti d'America.
Nel 1939, i progressi della Germania nazista nella ricerca sulla fissione nucleare
spingono Oppenheimer e i suoi colleghi a volerne replicare i risultati. Nel 1942,
nel mezzo della seconda guerra mondiale, il generale dell'esercito statunitense
Leslie Groves recluta Oppenheimer come direttore scientifico del progetto Manhattan
per sviluppare una bomba atomica dopo che quest'ultimo ha assicurato di non avere
simpatie comuniste.
Dopo la resa della Germania, alcuni scienziati del progetto mettono in dubbio
l'importanza della bomba, mentre Oppenheimer ritiene che il suo utilizzo metterà
rapidamente fine alla guerra in corso nel Pacifico e salverà vite alleate. I
calcoli di Teller rivelano una piccola possibilità che una detonazione atomica
possa innescare una reazione a catena atmosferica e distruggere il mondo. Un
Oppenheimer tormentato porta questo ad Albert Einstein, che desidera non essere
coinvolto.
In qualità di consulente della Commissione per l'energia atomica degli Stati Uniti
d'America (AEC), Oppenheimer si pronuncia contro ulteriori ricerche nucleari, in
particolare sulla bomba all'idrogeno proposta da Teller. La sua posizione diventa
motivo di contesa nel mezzo della tesa guerra fredda con l’Unione Sovietica. Il
presidente dell'AEC Lewis Strauss arriva a risentirsi di Oppenheimer per aver
respinto le sue preoccupazioni sull'esportazione di radioisotopi, averlo umiliato
pubblicamente e per aver raccomandato colloqui sugli armamenti con i sovietici.
Inoltre, crede che Oppenheimer lo abbia denigrato davanti ad Einstein nel 1947.