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LEZIONE 1

La città e l’urbanità sono elementi essenziali per comprendere la società in cui viviamo e ciò che
accade.
Torre di Babele: è uno dei temi fondamentali. È un classico della Bibbia in
cui Dio si arrabbia perché vede gli umani cercare di costruire una torre per
cercare di avvicinarsi a lui. Dio dà un idioma differente a ciascuna delle
persone che stanno costruendo la torre, creando caos e la torre smette di
essere costruita.
Solitamente viene letta in maniera negativa, ma noi la leggeremo in modo
positivo: la città è il luogo in cui si incontrano le differenze , è l’elemento che incontra persone
differenti (età, genere, sesso…). La città costruisce continuamente torri di Babele. Queste diversità
accrescono perché noi interpretiamo differenti modi di vedere la vita, di comprendere le differenze
e di riconoscerle.
“La città è l’invenzione più importante dell’uomo”, è il titolo di un libro. La città è un’invenzione è
perché non esisteva, qualcuno inventa il fatto di condividere uno stesso spazio e accentrare una
serie di funzioni sociali e di mettere assieme tante differenze, facendo si che la città diventi sempre
più la culla della civiltà.
Il termine città e civiltà hanno la stessa radice “civitas”, la città nel momento in cui nasce diventa
centro focale della nascita delle civiltà.
Processi di urbanizzazione e urbanesimo e le loro trasformazioni nel tempo
I processi di urbanizzazione sono essenzialmente la città che cresce, la città che si ampia in seguito
alla migrazione dalle campagne e aumenta la sua capacità di sviluppare attività economiche, un
governo politico.
Urbanesimo è la cultura che diviene egemone all’interno della città. “modi urbani” comprende un
modo di rapportarsi tipica espressione di una cultura urbana.
È utile studiare sociologia urbana perché:

● Le relazioni sociali si inscrivono dentro ad uno spazio/ luogo (che determina il tipo di
relazione)
● Differenziazione delle relazioni all’interno di uno stesso spazio/luogo (posso avere relazioni
differenti all’interno dello stesso luogo, creando una pluralità di incontri)
● La società stessa, quindi, si determina dalla sua morfologia spaziale (= come lo spazio è
costruito all’interno della società in cui vivo; es. città piccola, metropoli… la morfologia
spaziale dà un senso alla società, possiamo immaginare come si costruisce una società
all’interno di quello spazio) e dai luoghi che in essa si incontrano
● L’artefatto (= il costruito, es. edificio, piazze, parchi) modifica lo spazio/luogo e modifica le
relazioni sociali, quanto cioè determina le relazioni sociali
● Luogo come spazio/luogo definito e ri-conosciuto, il luogo è qualcosa che io riconosco e
vivo, che sono in grado dii definire. È quello spazio di persone, di artefatti che io identifico
come parte della mia vita, esiste una familiarità con lo spazio in cui viviamo. Luoghi a cui do
un valore emotivo e esperienziale.
Dimensioni dello spazio (Goffman faceva riferimento alla vita come teatro e alla differenza tra
ribalta e retroscena):

● Spazio privato: domesticità, luogo chiuso e familiare, retroscena delle relazioni sociali
(dietro le quinte, retroscena)
● Spazio pubblico: libero accesso agli spazi della città, luogo aperto, sociale/comunitario,
ribalta delle relazioni sociali
Caratteri dello spazio:

● Urbanistico/architettonico
● Culturale/memoria (nome delle vie, le statue…)
● Economico
● Commerciale (la città nasce dalla possibilità di concentrare il mercato)
● Politico (potere politico centrato nella città)
● Etnico/differenza
● Ecologico (
Cancel culture: andare a ridiscutere lo spazio pubblico culturale e memoriale (monumenti) che
hanno spesso un passato razzista o non conforme con la modernità.
La forma urbana è lo spazio e il luogo dominante nell’esperienza a livello planetario : oggi quando
noi analizziamo le città dobbiamo capire che il vivere in città sta diventando il modello sociale
dominante nel mondo. C’è una trasformazione in atto decisiva, c’è un salto nella civiltà umana che
si è trasformata definitivamente in civiltà urbana .
La città come spazio e luogo di concentrazione delle contraddizioni socio-economiche: nella città si
concentrano gruppi poveri e gruppi ricchi; è nella città che io percepisco immediatamente la
disuguaglianza sociale.
LEZIONE 2
La città come luogo dell’incontro/scontro delle differenze culturali: la città sorge come spazio
multietnico e multiculturale, la città è il luogo dove si incontrano le differenze non solo di status e
di genere ma anche di tipo etnico, definendo la città come luogo aperto.
La città come luogo e spazio della creatività: il Rock & Roll se non ci fosse stata Chicago (dove si
sono incontrate le differenze etniche) non sarebbe nato. Questo aspetto porta la città ad
un’attrattività anche di tipo turistico.
La città come problema di definizione dei suoi confini (slum, mega città, megalopoli): è una città
che perde i suoi confini e diventa un’area molto estesa.
Origine etimologia del termine “città” (VEDERE SEMPRE L’ETIMOLOGIA DELLE PAROLE che ci
permette di comprendere il significato della parola)
● Città in sanscrito pur (India) significa castello, muro, fortezza
● Lo stesso termine “polis” ha il significato di fortezza, cittadella (in due cotesti differenti il
significato è lo stesso)

L’idea di città (urbs) si fonda attraverso il limite, un confine chiaro con l’esterno
Processo di autonomia della città nei confronti dello stato

Processi di urbanizzazione nella storia degli Stati Uniti (James Coleman):

Gli stati uniti sono una popolazione agricola fino agli anni 40 dell’800.
Dal 1840 cresce la percentuale di persone che vivono in aree urbane.
Nel 1980 i lavoratori agricoli si riducono quasi del tutto.

Popolazione urbana: i processi di urbanizzazione sono differenti a seconda della zona geografica.

Oggetti di studio della sociologia urbana :

- Dimensione culturale: la cultura assume una sua importanza nel contesto urbano
- Dimensione politica: classi sociali e conflitti urbani
- Dimensione ecologica: pratiche sociali sostenibili e distribuzione della società nello spazio
urbano
- Dimensione economica: sviluppo economico nelle città

George Perre, libro “specie di spazi” un sociologo che si mette in strada e osserva la città. Si
chiede cosa sia il cuore e l’anima della città, come si definisce bella o brutta una città e come si
conosce la propria città (cosa diamo per scontato quando la osserviamo).
La città nel corso dei secoli viene rappresentata in maniere diverse, ma c’è sempre qualcosa che le
lega nella diversità:

Città romana: la città


nasce e si sviluppa
attraverso una centralità
(il foro).
L’ideale della città
rinascimentale: la città
rappresentata è perfetta, simbolo della
razionalità divina.

Città ideali costruite su


un piano regolatore, è
una fortezza-città.

Città coloniale: la prima


testimonianza della
costruzione di una città
degli spagnoli durante la
conquista delle Americhe. La città viene
costruita con un ordine, per quadrati.
(Thomas Moore) Isola di Utopia: viene raffigurata
come una grande città razionale e ordinata. La città urbana
diventa un elemento fondamentale di un
pensiero. Paperino e Topolino vivono in città. Ha un fondamento di sociologia urbana: nasce su n
fiume, sulla ferrovia che permette lo spostamento.

Visione a zone concentriche della scuola di Chicago.

nasce

Paperopoli: siamo cresciuti con l’idea che

Ghetto ebraico di Venezia, che


all’interno del contesto urbano.

Tentativo di mappare il mare.

Distribuzione etnica di New York nel 1919.



LEZIONE 3
La città è un’invenzione, ogni cultura che conosciamo è caratterizzata dalla costruzione di una città.
La città risponde di esigenze umane.
La fondazione della città quale dinamica di sedentarietà e stabilità rispetto al nomadismo della
società dei cacciatori: la maggior parte delle civiltà nell’antichità erano nomadi, si muovevano a
seconda delle stagioni o degli spostamenti degli animali. Ad un certo punto vi è una trasformazione
importante gettando le basi delle città.
La rivoluzione/tecnologia agricola: comporta sempre di più la necessità di coltivare la terra, dando
inizio alla sedentarietà. Ci si accorge che si riesce a produrre sempre più cibo, creando anche un
surplus che non si riesce più a trasportare e si lascia alla comunità che si è sedimentata nel
frattempo.
Gerarchia del potere: man mano che il villaggio cresce, incomincia anche a definirsi. Una società
nomade non ha bisogno di un potere gerarchico, mentre la sedentarietà inizia ad averne bisogno
per gestire la vita collettiva. Il potere diventa sempre più articolato e verticale.
Divisione del lavoro: se la città è una rivoluzione, è un’invenzione che si fonda essenzialmente sul
concetto di vita collettiva, è ovvio che nel momento in cui tante persone iniziano a raggrupparsi,
iniziano a dividersi i compiti, i ruoli, le funzioni sociali ed economiche, aumentando l’efficacia
dell’azione collettiva attraverso la pluralità dei ruoli e delle funzioni. (Durkheim, divisione del
lavoro sociale, più una società di socializza più ha il bisogno di suddividersi il lavoro per aumentare
l’efficienza)
La città medievale e rinascimentale si avvia alla sua espansione grazie alle crescenti attività
commerciali: come Firenze (la più grande produttrice di vestiti in seta), Venezia e Milano. Sono le
prime grandi dimensioni urbane
La morfologia urbana si struttura intorno al centro di potere ecclesiastico (potere della chiesa) e
temporale (potere del duca, del conte).
L’elemento economico è un elemento decisivo nella crescita e sviluppo della città. L’agricoltura e la
produzione di un surplus e le attività commerciali (come l’artigianato) danno l’impulso per la
creazione delle città prima rivoluzione industriale del XVIII secolo. Le persone nelle città lavorano
in fabbriche.
Primo boom demografico della città, che alimenta una crescita della popolazione e la sua centralità
economica e tecnologica: più la città diventa attrattiva perché le attività economiche e commerciali
diventano sempre più importanti, le persone dalle campagne iniziano a spostarsi (urbanizzazione).
Nascita della borghesia (da borgo): la borghesia è un attore del potere economico e politico a
scapito delle relazioni feudali. Il borghese era uno straniero che arrivava in città per avviare delle
attività commerciali, la città offre la possibilità di dialogare tra le diversità.
La città alimenta una maggiore qualità della vita e degli aspetti igienico e sanitari, sicuramente
migliore rispetto alla vita nelle città feudali. Questa condizione permette la sopravvivenza dei nuovi
nati, permette un’aspettativa di vita più alta rispetto al massacro dei lavori agricoli.
All’interno di un contesto urbano in cui si afferma il progresso tecnologico, si sviluppano le arti (i
grandi dipinti, le architetture) alimentando l’affermazione della cultura quale elemento
fondamentale della città (la città come culla della civiltà). Nascono le università e il concetto di
cultura.
LEZIONE 4
La sociologia nasce nel momento in cui le città crescono, diminuisce l’importanza degli ambiti rurali
e del lavoro agricolo. Nasce nell’800 per dare delle risposte ai processi di urbanizzazione che
creano un cambiamento strutturale ed epocale.
I sociologi si chiedono cosa significa la città e cosa significa vivere in città, cosa succede alla cultura,
ai rapporti sociali, all’economia.

La città è l’elemento che modernizza la società nel suo complesso e si confronta con ciò che finora
era stato egemone, le società rurali e il concetto di tradizione:
SOCIETA URBANA (modernità) VS SOCIETA RURALE (tradizione)
Ferdinand Tonnies, Comunità e Società (1887)
Ferdinand osservando le città urbane e rurali identifica due concetti:

● Comunità (Gemeinschaft) come: piccola comunità preindustriale, integrata, basata sulla


parentela, l’amicizia e il vicinato, dove le relazioni sociali erano intime, pluridimensionali e
di lunga durata prevalenza dei rapporti sociali primari (la famiglia estesa, come nucleo
economico)
● Società (Gesellschaft) come: legami impersonali, anonimi, contrattualistici (non c’è più quel
legame di solidarietà caratteristico delle comunità rurali) e amorali del mondo industriale
moderno prevalenza dei rapporti sociali secondari
Il processo di urbanizzazione è inteso come distruzione delle relazioni di comunità e quindi apre un
processo di de-umanizzazione.

L’urbanesimo dell’analisi di Karl Marx (1848)


Karl Marx ha di fronte l’esplosione della società che lui chiama capitalista. Il fondamento del
capitalismo è l’esplosione delle grandi città inglesi e dell’industria.
La città ha attraversato diverse fasi:
La città antica come centro del potere amministrativo, le città nascono con l’intento ci governare.
La città medievale/rinascimentale (es. città stato italiane) sono lo spazio dello sviluppo della classe
mercantile, nelle città stato vi è l’avvento e la stabilità di chi commercia, viene imposto un modello
artigianale e di scambio commerciale (es. Venezia monopolio di import-export).
La città industriale conseguenza dell’avvento dei rapporti di produzione capitalistici, la rivoluzione
tecnologica converte l’artigiano in operaio.
La città è per Max anche il luogo dove avrà inizio la lotta per l’avvento della società socialista (di
liberi e uguali) perché centro delle contraddizioni capitalistiche conflitto tra borghesia e
proletariato, le condizioni di lavoro degli operai e il loro sfruttamento porta a reagire.
Proletarizzazione delle masse di contadini: inurbamento delle campagne, grandi masse di proletari
La borghesia ha reso un servizio al movimento operaio perché attraverso la creazione della grande
città ha liberato gran parte della popolazione dall’”idiotismo della vita rurale”. Marx si rende conto
che le relazioni di comunità rurali non permettono a chi è sfruttato di riconoscere il proprio
sfruttamento.
OGGI questa dimensione è una condizione che la maggior parte dell’umanità sta vivendo.
Émile Durkeim, La divisione del lavoro sociale (1893).
Si sofferma sulle trasformazioni che avvengono e introduce i concetti di:

● Solidarietà meccanica: caratterizza le società semplici, nelle quali gli individui sono
strettamente uniti gli uni tra gli altri da vincoli molto intensi e quotidiani e le cui attività
sociali ed economiche si diversificano poco.
● Solidarietà organica: caratterizza le società complesse, nelle quali troviamo una maggiore
differenziazione tra i ruoli e le attività delle persone (divisione del lavoro sociale ed
economico).
Organica perché in quel periodo c’era una dimensione biologica della società, Durkheim
vuole immaginare un corpo umano diviso in organi che hanno delle funzioni e che
interagiscono tra di loro e portano al corretto funzionamento dell’organismo.
Concetto di solidarietà: (è un elemento di coesione sociale) Durkheim caratterizza la società che ha
davanti con questo termine perché si domanda come fanno le società a stare insieme e ci si rende
conto che il proprio lavoro è utile agli altri, la solidarietà è l’elemento costitutivo delle società.
La città è il luogo dove si differenziano le attività.
Individualizzazione delle coscienze: la società urbanizzata vede l’individuo come nucleo della
società (non più la comunità). La città è il contesto in cui cresce il valore dell’individuo che si libera
dei vincoli della comunità rurale e non deve più osservare la tradizione, ma diventa sempre più
indipendente e i rapporti sono disaccati.
Il movimento delle suffragette all’inizio del 900 e i vari diritti nascono all’interno del contesto
urbano, dove i vincoli tradizionali vengono meno.

LEZIONE 5
Max Weber, Economia e società (1922).
Weber vive a Berlino vede la città crescere a vista d’occhio e si fa delle domande riguardanti la
società che osserva.
Si chiede cos’è la città come oggetto sociologico? Da dove viene la città?
L’elemento fondamentale con cui la città si alimenta e cresce è l’attività economica. La città è intesa
come uno stabile insediamento di mercato (es. corporazioni). Man mano che le attività
economiche si differenziano c’è la necessità che la città cresca per ospitare tutte le varie differenze.
Dimensione economica commerciale della città la città diventa progressivamente autonoma e
acquisisce il surplus agricolo (che viene venduto e aumenta la sua importanza)
La vita urbana è caratterizzata da azioni di tipo razionale rispetto allo scopo (commercio e denaro).
L’azione economica per eccellenza è la massimizzazione di un profitto, di un’attività (l’azione
razionale, “gli altri mi servono per”, “io lavoro per”).
Gli atteggiamenti in quanto individui liberi dalla tradizione agiscono in modo razionale.
La città è una forma di potere (autonomia dal principe nelle città-stato), la città diventa città come
la conosciamo oggi anche grazie alla sua centralità come luogo-spazio del potere.
Nel momento in cui riflette sulla città non più come fenomeno storico e sociale, ma osservando
cosa accade in quei luoghi entra in un generale pessimismo. Pur riconoscendo l’importanza delle
civiltà e l’importanza delle città, il problema è che la città rappresenta il massimo aspetto
dell’ordine razionale. Il processo di modernizzazione che la città incarna è basato su criteri
razionali. La razionale domina il campo delle relazioni e se tutto è razionale, vengono meno gli
elementi che riguardano la comunità (vicinanza, empatia)
La città diviene paradigma del processo di modernizzazione intesa come progressiva accentuazione
dei caratteri organizzativi-razionali: secolarizzazione (progressiva centralità dell’uomo rispetto al
divino), produzione industriale (‘industria produce merci e beni attraverso una razionalizzazione
dell’attività produttiva), burocrazia pubblica (la città man mano che cresce ha necessità di una
struttura burocratica).
Max Weber dice che “se la razionalità domina i rapporti sociali della città, l’individuo
contemporaneo vive dentro una gabbia d’acciaio.” Poiché la razionalità costringe l’uomo a ridurre
la sua empatia. È un elemento di pessimismo poiché la razionalità riduce l’umanità.

George Simmel, La metropoli e la vita dello spirito (=vita sociale dell’uomo) (1903)
Simmel rispetto agli altri autori è un uomo che vive la città (a Berlino), insegna all’università
frequenta i salotti, partecipa a tante attività culturali. Osserva come ci si comporta in uno spazio
pubblico, quali sono i luoghi importanti e perché. A partire da questa profonda osservazione e
partecipazione scrive il suo articolo.
L’esperienza della modernità è collegata con l’esperienza della vita urbana, la vita urbana ribalta ciò
ce l’uomo ha vissuto finora.
Gli effetti che questa esperienza della vita urbana ha sull’individuo: la città offre stimoli in
continuazione. C’è un’intensificazione della vita nervosa prodotta dalla molteplicità degli stimoli
visivi ed emozionali che la città può offrire.
Sviluppo di un atteggiamento strumentale e calcolistico tanto nei rapporti sociali quanto nei
confronti della vita in generale. Emerge l’aspetto razionale degli individui.
Produzione di un sistema di relazioni sociali contraddistinte da un notevole grado di anonimità.
Prevalenza della personalità blasé persona vissuta, disillusa, che ha vissuto tante esperienze e non
è più colpito dagli eventi. Molto spesso negli abitanti delle città si tende a sviluppare questo tipo di
personalità.
È il classico atteggiamento che viene spesso ripetuto nella visione negativa della società. In realtà è
una persona che assume anche un atteggiamento tollerante rispetto agli altri, se poi la vita in città
è una continua stimolazione all’incontro, al pensiero, ovvio che gli individui si difendono da questo
contesto ricco di stimoli adottando un comportamento blasè. La metropoli ci vincola ad un certo
tipo di atteggiamento.

Walter Benjamin, “I passages di Parigi” (1925).


Ebreo che vive a Berlino, scappa dalle perseguitazioni tedesche e si suicida.
La città è il simbolo e la realtà di un processo di modernità irreversibile, la città assume sempre più
centralità all’interno della nostra esperienza, va osservata per capire chi siamo ed è il contesto
urbano che caratterizza l’umanità.
Benjamin osserva Parigi (nel si contende con Berlino) e analizza come questa città sia la capitale del
XX secolo per il processo di modernizzazione. Parigi è l’immagine più alta delle profonde
trasformazioni della società.
La città diventa sempre più il centro dell’attività commerciale, dove vi è il trionfo del consumismo;
è il luogo del progresso sociale e industriale e i Passages sono i luoghi di vendita, il paradigma della
merce e della sua esposizione.
Benjamin introduce un ulteriore tipo sociologico, la figura del flâneur: il viaggiatore dentro la città
che scopre le meraviglie nascoste, che cammina e vagabonda nella città cercando di capire come si
trasforma la città, quali incontri si fanno, come cambiano le figure tra i vari settori della città.
LEZIONE 6
Punto essenziale sia di Simmel che di Benjamin è che hanno una visione della città che parte dal
viverla, ne colgono gli aspetti nascosti e cercano di raccontarne l’anima.

Louis Wirth, Urbanesimo come modo di vita (1938)


Uno degli esponenti più importanti della scuola di Chicago, che nasce come dipartimento di
sociologia urbana perché c’è questa stretta connessione tra la nascita della sociologia e
l’osservazione della città.
Wirth è il primo che cerca di teorizzare le caratteristiche sociali e sociologiche della città. Lo stile di
vita urbano è influenzato da tre fattori:

● Dimensione (numero di abitanti, estensione territoriale)


● Densità (numero di abitanti per km quadrato, la concentrazione di persone in un
determinato spazio)
● Eterogeneità (le differenze, la città è il luogo per eccellenza dove le differenze si incontrano)
Definizione sociologica di città per Wirth: “localizzazione permanente, relativamente vasta e densa
di individui socialmente eterogenei”.
Predominanza dell’associazione (fondata sull’affinità razionale degli interessi di ognuno) sulla
comunità definita in questa prospettiva dall’appartenenza di classe o strato sociale. L’associazione
che non è fondata sull’affinità di sangue ma su un’affinità razionale è un ulteriore elemento di
conferma su come la razionalità è presente nelle città.

La sociologia sembra esprimere un giudizio negativo della vita in città e questa riflessione critica
trova un suo corrispettivo all’interno di romanzi, pittura, teatri

(William Hogarth, Beer and


Gin Lane, 1750-51)
Hogarth fa una serie di
disegni sulla vita
quotidiana di Londra, le
fabbriche, il vapore
adottato nella produzione.
Osserva la città e sostiene
che “la città presenta
anche il lato oscuro, i vizi, i
comportamenti
moralmente inaccettabili (come l’alcolismo)”

(George Grosz, Metropolis,


1916-17) è il primo umorista che costruisce una feroce critica del potere attraverso le sue
vignette. In questo quadro che ritrae la dinamicità della città che caratterizza la frenesia urbana e la
personalità blasé che cammina veloce tra la gente e non si ferma. Ci sono i grandi magazzini e le diverse
tipologie di persone (ladri, operai…).

Questo quadro dimostra la


città come luogo negativo, una città in cui prevalgono
comportamenti asociali o moralmente discutibili, in cui vi è
un elemento di solitudine.

Questa
donna è
dentro una
stanza sola,
nuda con
solo le
scarpe. È una nudità triste e desolante, non erotica. Osserva
ciò che accade in strada. È un sunto del rischio di solitudine
della vita urbana.

Il personaggio è vestito come un borghese di inizio anni 20.

Karl Valentine, ritrae il cabaret moderno inteso come


comicità, come ballo. Ritrae la vita collettiva delle metropoli di
inizio 900.
Vengono ritratti qui i passages al quale si
trovava davanti Benjamin. Queste strutture
di ferro contenevano i negozi, i bar.
Benjamin osserva i passages parigini e
individua cosa significano queste vie
commerciali e come trasformano le
relazioni sociali nelle città.

LEZIONE 7

La scuola di Chicago

La scuola di Chicago è il primo dipartimento di sociologia urbana al mondo. È un laboratorio sociologico per
studiare il mutamento della società statunitense attraverso lo studio della società urbana.

Chicago è una cittadina modesta sul lago Michigan, dove vi succedono 2 processi sociologici:

● alla fine della guerra civile gli ex schiavi afro-americani liberi, dopo la vittoria di Lincoln migrano
verso il nord (dalle regioni del sud degli Stati Uniti)
● avviene poi una grande migrazione transnazionale (anche milioni di
italiani si imbarcarono verso gli Stati Uniti), arriva una gran massa di
cittadini europei attirati dall’elemento economico di Chicago.

È una città che muta costantemente il suo paesaggio e i sociologi di Chicago individuano nella città uno degli
elementi fondamentali per capire come si trasforma, tra gli autori più importanti:

William I. Thomas
Robert Park
Ernest Burges The City, 1925
Roderick McKenzie
Louis Wirth The Ghetto (1928)

I sociologi di Chicago si rifanno alla sociologia europea e sono influenzati particolarmente da quella tedesca.
Sono sicuramente ispirati da Simmel, a cui si aggiungono i teorici della società in termini biologici ed
evoluzionisti (le teorie evoluzionistiche hanno a che fare con la teoria di Darwin).

Evoluzionismo biologico I vari autori osservano che le persone all’interno dei contesti urbani si muovono in
un’ottica ecologica, nei termini di adattamento all’ambiente. Secondo la teoria di Darwin, l’ambiente
seleziona i forti (ha delle forze selettive) che fanno si che alcune specie si distribuiscano in alcune zone e
altre specie in altre ancora e c’è un adattamento all’habitat, al contesto. Quest’elemento viene trasferito al
contesto umano affermando che gli umani si muovono all’interno di questo spazio fisico (Chicago) secondo
un modello ecologico. I vari gruppi di migranti, i vari gruppi sociali si distribuiscono su diverse zone e
intuiscono e riaffermano un principio ecologico di distribuzione e di adattamento alla città.

L’ecologia umana come lo studio delle relazioni spaziali e temporali degli esseri umani in quanto influenzati
dalle forze selettive, distributive e adattive che agiscono sull’ambiente.
Visione organicistica della città Paragoniamo l’evoluzione della società all’evoluzione biologica. La città è
come un corpo umano (idea di metabolismo ed equilibrio).

Per Park esistono quindi delle forze entro i confini della città che determinano la distribuzione
sociospaziale dei gruppi. Queste forze determinano e alimentano le dinamiche sociologiche e studiarle è
compito della sociologia urbana.

Viene evidenziato come la città, con le sue continue trasformazioni (come gli ecosistemi), cresce attraverso
la distribuzione socio-territoriale dei gruppi, attraverso tre grandi processi:

● Competizione
● Invasione
● Successione
Attraverso questa mappa i
sociologi di Chicago cercano di
rappresentare le dinamiche
sociospaziali che avvengono e la
utilizzano per definire come i
distinti gruppi sociali
si distribuiscono.

Sulla sinistra ci sono le definizioni


dei gruppi che abitano le diverse
aree di Chicago e come sono
distribuiti nella città, sulla destra
ci viene mostrato come vengono
definite queste aree.

La città viene distribuita in 5


zone:

1. Centro
2. Zona di transizione: coincide con la zona degradata (bassifondi e il degrado morale, malavita delle
camere d’affitto, il ghetto ossia la concentrazione di un determinato gruppo etnico in uno spazio
ristretto isolato dal resto della città, le comunità migranti come Little Sicily o Chinatown, vizi).

Si chiama zona di transizione perché quest’area è un punto di approdo, un punto di partenza e i


sociologi urbani immagino che, come un processo di tipo evoluzionistico, man mano che i migranti
si inseriscono nelle dinamiche della città passino ad altre zone con più elementi positivo.
3. Zona di abitazioni operaie (insediamenti di immigrazione secondaria, zona delle case a due piani)

Nelle ultime due zone c’è la Black Belt, dove vivono la stragrande maggioranza degli afro-americani, isolati
dagli altri creando delle comunità separate anche per le discriminazioni in atto.

4. Zona residenziale (dove vivono la maggioranza dei bianchi e dove si sta sempre meglio), c’è una
distribuzione che tende verso i gruppi privilegiati man mano che ci si allontana dal centro.
5. Zona dei lavoratori pendolari (aree urbane)

Chicago è il prototipo della città contemporanea.


Little Sicily tra il 1900-10: una famiglia di italiani a Chicago che vive in
un’unica stanza, in condizioni estreme e di disagio, la casa si trovava in
centro.

Entrata di Little Sicily a Chicago

Bambini in strada poiché la strada è


l’elemento centrale, si vedono le
case fatiscenti a basso costo.

Chicago è un laboratorio
antropologico e lo si vede per la
grande migrazione dal sud, gli afro
americani si spostano portando le
loro culture (come il blues).

I Simpson sono un manuale di sociologia. Le villette che


rappresentano sono di bianchi che si spostano dal sobborgo
americano e si stabiliscono nelle periferie. È il cerchio più
esterno dove andava a vivere la classe benestante.
L’attuale

sera si svuota perché uno spazio Uno dei macelli di Chicago.


luogo di residenza, ma dove si
area nasce la città dei vizi, con

centro di
Downtown Chicago. Alla
che va e viene. Non è un
transita. Vicino a questa
bar.

LEZIONE 8
Concetto di COMPETIZIONE

✔ Competizione tra i gruppi per le risorse urbane scarse (la casa è una risorsa scarsa, devo competere
con altri individui per averla)
✔ La competizione promuove all’interno della società una differenziazione tra individui e gruppi
secondo la residenza e l’occupazione che a sua volta crea specifiche sub-aree (le case hanno un
costo diverso a seconda del luogo in cui sorgono)

Concetto di INVASIONE

✔ Processo di progressiva sostituzione del vecchio gruppo con un nuovo gruppo all’interno della stessa
area o quartiere (il quartiere cambia il suo carattere)

Concetto di SUCCESSIONE

✔ Cambiamento totale del tipo di popolazione in quella specifica area o quartiere


✔ Se un gruppo lascia una specifica area il suo posto è preso da un altro gruppo, il quale sarò soggetto
alle stesse forze ecologiche (effetto territorio)
✔ Effetto ecologico o “territorio”: la dimensione spaziale influenza le opportunità, i caratteri
socioeconomici della popolazione e le personalità degli abitanti,

LEZIONE 9
Quanto lo spazio in cui viviamo ha un effetto sui nostri atteggiamenti, comportamenti, ideali? Quanto
quest’effetto territorio ci determina?

La visione della sociologia urbana è una visione evoluzionista

Concetto di Aree Naturali:

- Quartieri che si sviluppano spontaneamente: non c’è un ordine, non c’è un governo
- Quartieri omogenei per alcune specifiche caratteristiche (etnia, nazionalità, classe); le aree naturali
e gruppi culturali tendono a coincidere
- Distribuzione della popolazione fra queste aree naturali è frutto della competizione: la città è un
elemento in cui si distribuiscono i gruppi sociali e sono esito di una competizione per occupare un
determinato spazio o quartiere
- Un gruppo sociale specifico si adatta alla propria area nello stesso modo di una pianta o un animale
al proprio ambiente naturale

Migrare significa trovare un nuovo contesto, ricostruire noi stessi nel contesto in cui si arriva, ci si deve
adattare, dobbiamo ricostruire i rapporti sociali e imparare come ci si comporta in un nuovo contesto.

Osservando le persone migranti che arrivando a Chicago, accade che i migranti arrivando da luoghi diversi,
piccoli dove spesso c’era un alto tasso di analfabetismo.

Concetto di Disorganizzazione Sociale:

- Declino dell’influenza delle regole sociali sugli individui, affievolimento dei valori collettivi
corrispondente a una accresciuta e valorizzazione delle pratiche individuali (anomia): persone prive
di regole che non hanno norme che guidano i loro comportamenti, questo può comportare per i
migranti una perdita di senso con la conseguenza di comportamenti spesso criminali e amorali;
rischio di non avere più principi

Concetto di Mobilità:

Mobilità significa il fatto che le persone dentro le città possono muoversi.


Osservando i migranti come testimoni del processo di evoluzione della città si vede che man mano che essi
lavorano e si integrano, hanno la possibilità di spostarsi in altre zone. La mobilità sta a significare la
progressiva inclusione e integrazione dei gruppi di migranti.

- Fenomeno collegato al processo di successione dei gruppi all’interno delle aree urbane, spesso
determinato dal processo d’integrazione sociale ed economica
- Mobilità socio-spaziale considerato quale indicatore/fattore d’integrazione sociale

Studiare la società urbana attraverso lo strumento etnografico osservazione partecipante

Osservazione partecipante= tecnica di ricerca che prevede la partecipazione del ricercatore alla vita del
luogo di ricerca per un prolungato periodo di tempo.

✔ Anderson N., The Hobo: The Sociology of the Homeless Man, 1923 (analisi dei vagabondi nella città
di Chicago, come vivono, cosa fanno)
✔ Thrasher F.M., The Gang. A study of 1313 Gangs in Chicago, 1927 (analisi delle gang, uno dei
fondamenti della cultura nord-americana, scopre 1313 gang. Guardare “cera una volta in
America”!!)
✔ Zorbaugh H., The Gold coast and the Slum: a Sociological Study of Chicago? Near North Side, 1929
(è il primo studio di come si evolvono due aree di citta, lo Slum che è il quartiere dei poveri
malfamati, e il Gold Coast che è il quartiere dei benestanti di Chicago. L’autore racconta gli stili
differenti di vita)
✔ Cressey, The Taxi dance Hall: a Sociological study in Commercialized Recreation and City Life, 1932
(una sorta di discoteche in c’erano delle signorine che ballavano alle quali veniva pagato il taxi per
tornare a casa)

Principi di etnografia urbana:

Osservare le situazioni nella realtà della vita quotidiana, così come si svolgono senza il diretto intervento del
ricercatore (osservazione partecipante).

Il contesto (es. quartiere) diventa il teatro in cui si osservano le relazioni che si sviluppano tra le persone.

Lo spazio fisico diviene luogo di relazioni sociali, economiche, culturali che strutturano norme, aspettative
reciproche.

Capacità di cogliere lo sguardo dell’indigeno (di coloro che vivono lo spazio) rispetto allo spazio fisico e
sociale.

Interazione con gli indigeni per comprendere il loro modo e i significati che attribuiscono ad esso e alle loro
azioni.

LEZIONE 10

C’è una relazione stretta tra crescita urbana (della città nelle sue dimensioni) e crescita delle attività
economiche.

Processo di urbanizzazione e di inurbamento

URBANIZZAZIONE: aumento della popolazione che vive in città.


- Primaria è il primo nucleo della città che ci viene a creare
- Secondaria è dovuta ai processi migratori, all’arrivo delle persone in città.

Ad ogni tipo di urbanizzazione corrisponde una trasformazione della città, sempre più estesa.

INURBAMENTO: migrazione di popolazione dalle campagne alla città

Processo di industrializzazione concentrazione dei servizi amministrativi e delle imprese (come diceva
Weber, il potere tende a concentrarsi dentro la città) concentrazione della forza lavoro (la fabbrica diventa
il luogo dove si concentrano gli operai)

Processo di industrializzazione ha bisogno della manodopera processo migratorio dalle zone rurali
migrazioni internazionali (da sempre la città attrae i migranti dai paesi più poveri)

Avviene un cambiamento nel sistema produttivo (nella produzione di beni) e uno degli elementi
fondamentali è la Città Fordista (1930-1970). Hanry Ford fu il primo a costruire le automobili e grazie alle
intuizioni di Taylor applicò il sistema scientifico alla produzione di beni = la catena di montaggio. La catena
di montaggio era un ciclo continuo di lavoro a prodotti, in una dimensione di massa.
Caratteri:
1. Concentrazione della attività industriale all’interno del tessuto urbano (la fabbrica è il luogo in cui la
città si riflette)
2. Fabbriche di grandi dimensioni (produzioni di massa) necessitano di un ampio bacino di
manodopera non professionalizzata (migrazioni dal sud nel caso italiano ma anche nordamericano;
alti tassi di inurbamento)
3. Concentrazione e crescente importazione di servizi (alle imprese, sociali) e infrastrutture (alloggi,
strade, mezzi pubblici), finanziate dalle maggiori entrate fiscali
4. Avvento del consumo di massa (es. Italia anni 60 del boom economico), perché alla produzione di
massa deve corrispondere anche un consumo dello stesso tipo
5. Rigida separazione fra luogo e tempo di lavoro (la fabbrica) e luogo e tempo per le attività ludiche e
del tempo libero, 8 ore per ogni attività.
6. Company-town (città-fabbrica)
La concentrazione degli operai dentro la fabbrica significa anche
l’aumento del conflitto sociale.
I movimenti sociali avvengono proprio in città grazie alla crescita del
processo di individualizzazione.
Uno dei movimenti più importanti che nasce in Francia negli anni del
boom economico è il “Movimento del 68”, da quel momento nasce la categoria dei “giovani”.
Conflitti degli operai, che
lavoravano spesso in condizioni
pesanti (conflitti politici).

LEZIONE 11
“Treno del sole, della speranza” che portava migliaia di persone dalle
aree rurali del sud verso il nord. C’è una massa di lavoratori agricoli che
si spingono verso le fabbriche del nord.

La società urbana fordista è una società disciplinata (tempi e processi organizzativi rigidi, 8 ore per attività e
catena di montaggio).

L’analisi della città fordista privilegia l’analisi di classe (la posizione economica ci ciascun individuo porta alla
stratificazione della società urbanizzata: classe operaia, classe media, borghesia).

Luogo del conflitto tra la classe borghese (capitalistica) e la classe operaia (visione del conflitto collegato alle
categorie marxiane).

La fabbrica come luogo del conflitto che si estende alla città (lotte per la casa e per la riproduzione sociale,
conflitti di genere).

Nascita del welfare state (servizi che nascono dietro ai conflitti urbani, evidenziando la necessità di
strumenti anche attraverso l’intervento dello stato che paga per i cittadini; patto sociale tra le classi in
conflitto per le riforme).
Negli anni 60 in Italia arrivano moltissime donne e c’è il boom di riviste
femminili. Incominciano ad esserci anche elementi costitutivi di un
immaginario femminile; moda, ricette…

La città favorisce la possibilità di emancipazione e


attraverso la crescita urbana il ruolo della donna è
sempre più significativo; la donna si inserisce nei
contesti lavorativi.

Avvento della minigonna


: la minigonna è simbolo
dell’emancipazione femminile. C’è un
profondo cambiamento, la donna lavora, ha figli, si
veste come vuole, toglie i vincoli che erano
presenti per tradizione.

La città fordista è importante


anche per il consumo di
massa, lo sviluppo tecnologico assume un ruolo fondamentale, con la
nascita e diffusione della televisione.
televisione
La inizia a delineare
alcuni processi sociali:

- Inventa la pubblicità, accompagnando il consumo di massa


- La famiglia attiva dei comportamenti casalinghi
- La tv è uno strumento pedagogico importantissimo (permette di
insegnare l’italiano)
- È uno strumento collettivo, nei bar per unire le persone

Gli elettrodomestici trasformano l’Italia da paese rurale a paese


industrializzato. La casalinga nasce in seguito al processo di urbanizzazione ed
emerge come nuova figura sociologica.

L’Italia del boom economico, tutti accedono ai


beni di massa.

La catena di montaggio.

Periferia di Roma, con case popolari sorte


appunto in zone degradate. I lavoratori che arrivano in città trovano alloggio
qui.

Un quartiere in periferia di Milano nato


sulla base di dare alloggio alla classe
operaia che si stava formando,
alimentando la crescita e lo sviluppo
della città.
Rivolta giovanile del 68, il movimento studentesco. Nasce la figura dei
giovani ed è una ribellione alla società
che imponeva vincoli.

Manifestazioni femministe

La crescita esponenziale delle città industriali contribuisce alla formazione delle periferie operaie ad alta
densità abitativa e a bassa qualità ambientale. Erano appartamenti economici che davano alloggio agli
operai che arrivavano in città per lavorare nelle fabbriche.

Si avvia il :PROCESSO DI SUB-URBANIZZAZIONE al di là delle periferie urbane si vengono a costruire le


cosiddette “cinture industriali”, quartieri satellite ai confini del centro urbano e delle sue periferie con
funzione esclusivamente residenziale. L’estensione urbana è sempre più vasta.

La loro crescita da vita al : PROCESSO DI CONURBAZIONE queste aree sub-urbane si collegano sempre più
con la città formando un insieme territoriale composto da queste cinture industriali e i piccoli comuni
limitrofi. Si estendono le strade, creando sempre di più una rete.

Si creano le aree metropolitane e si instaura il fenomeno del pendolarismo gli individui dalle aree urbane
limitrofe raggiungono la città centrale. È un fenomeno che nasce agli inizi degli anni 60.

L’economia urbana, vantaggi economici delle città:

- Innovazione (la città diventa un centro in cui c’è innovazione tecnologica e culturale, creando un
vantaggio economico, c’è una concentrazione di coloro che sono in grado di innovare e migliorare la
qualità della vita)
- Concentrazione e agglomerazione delle industrie e quindi di beni e servizi (nella città c’è la possibilità
di un accesso diretto a questi beni e servizi, poiché nella città si concentra il consumo di massa)
- Economie di consumo (consumo di massa, concorrenza e costi minori per beni e servizi)

La città si trasforma in polo di attrazione, diventando strumento di crescita.

Teoria del luogo centrale La centralità dell’area metropolitana favorisce il suo sviluppo all’interno della sua
regione di riferimento

LEZIONE 12

1960-1970 nuova sociologia urbana: scuola della politica economica urbana

- Critica al determinismo della scuola di Chicago, la crescita urbana non è il risultato di un processo
naturale e biologico (utilizzavano il termine “area naturale” per identificare come si suddividono
nella città i vari gruppi sociali) bisognerebbe osservare altri fattori sociologi ed economici che
determinano in modo più articolato la città
- Rimando alle teorie di Marx e Weber perché entrambi, pur avendo un’idea diversa rispetto alla
crescita urbana, individuano come fondamento della città il sistema economico produttivo
- Ruolo del potere politico ed economico nelle scelte di sviluppo urbano (oltre al potere del processo
naturale)
- Concetto di città come “Growth Machine” (=macchina di crescita/sviluppo): la città viene gestita
direttamente dai blocchi di potere politico ed economico come una macchina
- La società urbana è il teatro del conflitto di classe (Marx) e dell’accumulazione capitalistica (la città
diventa il luogo di sempre più importanti profitti per chi appartiene alla classe borghese/ceto
imprenditoriale)
- La città diventa il secondo circuito del capitale (investimento e profitto sullo sviluppo immobiliare).
o Il primo circuito del capitale la produzione di beni (ricchezza attraverso la produzione) o Il
secondo circuito del capitale gli investimenti danno una rendita finanziaria (ricostruzioni ad
esempio)

Henri Lefebvre: riprende in gran parte la visione di Marx per comprendere la disomogeneità dello sviluppo
urbano

Due circuiti del capitale:

- Capitale primario (produzione)


- Capitale secondario (investimenti immobiliari)

All’interno del contesto urbano questo secondo circuito produce ricchezza a seconda degli investimenti
differenziando le diverse aree urbane (si cerca di selezionare gli ambienti che saranno più redditizi, creando
quindi differenze tra le aree redditizie sviluppate e quelle non sviluppate).

Relazione tra socialità (=come viviamo la città) e limiti/opportunità dell’ambiente costruito noi
trasformiamo la città vivendola e la città influenza i nostri comportamenti.

Ruolo del governo e della politica nel modellare la città e i limiti della nostra socialità : certe scelte dell’élite
economiche e politiche della città privilegiano un intervento che aprono le possibilità di alcuni gruppi
sociale e restringono le possibilità di altri.

Diritto alla città: recuperare l’azione dei cittadini all’interno della città, misurarsi con una città che diventi
sempre più a misura dei propri cittadini a livello politico, economico e culturale; una città sempre più
inclusiva e accogliente.

Distinzione tra:
● Valore d’uso (città come un diritto alla decisione alle scelte, diritto alla vita) ● Valore di
scambio (valore prettamente economico) nello spazio pubblico.

Differenza tra:

● Spazio astratto (immagine di come vedono una città le agenzie immobiliari e i soggetti
economici, immagine astratta perché si vede nel futuro, nel potenziale visione affaristica
della città) ● Spazio sociale (uso che facciamo della città, lo spazio concreto della vita di tutti
i giorni).

Oggi siamo di fronte ad una città profondamente mutata, modificata completamente rispetto alla città
fordista, ma anche a situazioni analoghe: città sempre più centro di affari, come se fosse un’industria che
produce rediti attraverso la costruzione di nuovi edifici con interventi spesso a favore dei ceti più ricchi.

Torna l’esigenza di una città a misura d’uomo, a favore di nessun gruppo ma al contrario sempre più
inclusiva del diritto alla città.
LEZIONE 13

David Harvey: un geografo importante perché a partire da una riflessione sulla dimensione economica
politica e sociale della città, evidenzia e trasferisce una serie di questioni dall’Europa al contesto Nord
Americano.

Va a capire quanto le scelte politico – economiche (“growth machine”) creano le basi per una progressiva
disuguaglianza socio-economica.

Gli investitori immobiliari creano le condizioni di segregazione delle minoranze e in particolare degli
afroamericani. La disuguaglianza socio-economica ed etnica si determina dalle differenziazioni spaziali tra i
quartieri di una città.

Non esiste riguardo la città l’idea del libero mercato (come diceva la scuola di Chicago, che riteneva che ci
fossero delle forze naturali) perché chi detiene il potere decide dove, come e quanto investire creando
disuguaglianza.

Le forze del mercato immobiliari, banche) agiscono in modo differente rispetto alla profittabilità degli
investimenti.

Discriminazione rispetto ai quartieri più poveri del tessuto urbano a favore dell’intervento nelle
aree/quartieri che rendono di più.

Manuel Castells: cerca di individuare ed evidenziare le spinte di particolari forze sociali (non naturali) verso
la costruzione e trasformazione delle città.

Le forme spaziali (come si costruiscono le varie parti della città) della città sono determinate da forze
esterne al controllo delle persone da élite economiche e politiche che spingono verso gruppi culturali e
zone precise

Capitalismo del welfare: Castells considera il capitalismo del welfare (governo che fornisce sussidi ai
lavoratori) un importante movimento sociale che influisce sulla vita urbana. La fornitura di risorse alla classe
lavoratrice, sostiene, rappresenta un tentativo di estendere il capitalismo e fa nascere nuove lotte
all'interno della città. Influisce sulla vita urbana e sui movimenti per il diritto alla città (servizi, trasporti,
alloggi).

Sostiene che c’è un passaggio dalla fabbrica fordista alle nuove fonti di energia. Le fabbriche non sono più
centrali nell’innovazione tecnologica produce cambiamenti dal punto di vista produttivo – sociale ed
economico. vi è sempre comunque un’élite al potere che controlla questi processi.

Differenza tra:

● modi di produzione (Marx), l’applicazione di fonti di energia nel passato

● modi di sviluppo, nuove fonti informative nella contemporaneità.

Le città sono il prodotto delle forze capitalistiche e quindi sono influenzate da e sono una parte di rete
politico economico globale relativa al capitale finanziario.

Allen Scot: vuole scovare i meccanismi di potere che stanno dietro alla crescita economica-sociale e
culturale della città

Centralità dei potentati economici (grandi agenzie immobiliari) nel determinare i modelli di crescita urbana.
Critica alla Scuola di Chicago e al suo modello ecologico

Focalizzazione sui modelli di sviluppo industriale e come impattano sulle società urbane:

- integrazione orizzontale (città fordista, la grande industria che cresce nelle città, attrae migranti e fa
nascere intorno a questo nucleo centrale una serie di altre fabbriche più piccole, l’“indotto
produttivo”, che lavora per la fabbrica centrale)
- integrazione verticale (decentramento produttivo, le fabbriche vengono trasferite in altri paesi
dove il costo del lavoro è minore e rafforzamento della produzione globale)
- effetti della scomparsa di parte della struttura produttiva nelle aree metropolitane del Nord del
pianeta e aumento del così detto terziario (=attività dei servizi)

Growth Machine Logan e Molotch: hanno di riferimento le città nordamericane, osservano le dinamiche
sociali ed economiche di queste città e vogliono individuare i processi decisionali e ciò che sta dietro a
queste scelte di città, le ragioni alla base dello sviluppo urbano

Fanno riferimento alla teoria di Lefebvre su spazio astratto e spazio sociale, ovvero l conflitto tra queste due
visioni della città.

L’elemento centrale è la costante produzione del profitto, mediante interventi sulla struttura urbana
(riqualificazione quartieri, abbellimento della città per attrarre i cittadini), incentivi fiscali (per far ridurre la
pressione fiscale delle aziende purché esse investano), eventi culturali (produrre cultura per produrre
profitti), centri creativi e di socialità.

Pregiudizio del profitto: l’idea che il profitto di muova verso determinate aree della città

Processo di deindustrializzazione: Impatto della trasformazione globale dell’economia sull’azione della


politica locale, la politica non si trova più a gestire il processo economico legato alla produzione, ma deve
riorganizzarsi sulla base di elementi su scala globale.

Le forze naturali della crescita urbana sono relative all’indirizzo delle forze del mercato e degli interessi
della nuova divisione del lavoro a livello globale. Le forze naturali non esistono dunque.

LEZIONE 14

Città post-fordista /post- industriale

A partire dagli anni 70 Crisi del modello fordista e passaggio alla città post-fordista/ post-industriale;
perché?

- Il sistema economico e produttivo incentrato sulla fabbrica di grandi dimensioni (caratterizzato dalla
produzione di massa per il consumo di massa) entra in crisi, perché la produzione di massa non è
più necessaria e tende a diminuire.
- Diminuzione della classe operaia come soggetto produttivo e soggetto del conflitto
- Crisi fiscale dello stato e crisi del sistema di welfare state (quando si pagano le tasse una parta di
esse va a pagare le prestazioni del welfare state, man mano che la fabbrica come luogo centrale di
produzione tende a diminuire la sua forza, anche le casse dello stato non hanno più i soldi che
ricevono dalla produzione industriale e mancando le risorse il sistema fiscale entra in crisi)
- Crescita del ceto medio impiegatizio (white collar) e della società dei servizi e dell’informazione
(prevale l’ufficio come luogo di lavoro urbano)
- Rivoluzione informatica (si afferma a metà degli anni 80)
- Processo di de-urbanizzazione e crescita dei centri urbani medio-piccoli (la città perde la sua
centralità, aumenta il costo della vita e molte persone si spostano altrove alla ricerca di costi minori

e qualità della vita migliore) processo di sub-urbanizzazione, crescono le piccole città attorno alla
città più grande e centrale
- Avvento della globalizzazione economica (l’economia non è più legata al contesto locale ma a livello
globale)

Globalizzazione economica ed effetti sulla città:

Deindustrializzazione il processo per cui la grande fabbrica fordista perde il suo peso economico

Ristrutturazione economica mutamento profondo dei caratteri della produzione (non più costruire
macchine in fabbrica) e del mercato del lavoro (aumento del lavoro impiegatizio): da operai a lavoratori nel
terziario avanzato, del ceto medio impiegatizio

Rilevanza globale in termini di economia urbana la città, se da un lato perde dal punto di vista fiscale,
dall’altro diventa importante all’interno della nuova economia globale, diventa centrale in questa nuova
configurazione socio-economica

Decentramento produttivo le fabbriche vengono spostate in aree più lontane alla ricerca di costi più bassi di
produzione e del lavoro

Gerarchia tra pesi e tra le città: nucleo, semiperiferia, periferia (nuovo ordine economico internazionale)
▪ Nucleo: gestiscono la città
▪ Semiperiferia: vi è il decentramento produttivo
▪ Periferia: paesi del sud del mondo

Questa differenziazione tra città è diseguale in termini di qualità e ricchezza ma, allo stesso tempo, è
strettamente connessa

Differenze nella qualità della vita urbana: città in cui si vive in sicurezza, in cui si riduce l’impatto ambientale,
etc…

L’impatto sui paesi periferici è negativo:


- aumento della ricchezza per una ristretta élite socio-economica (i politici ad esempio)
- aumento della povertà urbana (le favelas, agglomerati di persone che vivono in condizioni
degradate)
- segregazione spaziale (processo di allontanamento della città di molti abitanti)
- crescita della cosiddetta economia informale (è un’economia di sopravvivenza: tutte quelle attività
di piccolo commercio che sono al di fuori dell’economia formale, quella reale che paga le tasse, che
ha rapporti di lavoro legali)

Città globali
Saskia Sasse con il suo libro “Global Cities” pubblicato nel 1994 vuole definire la città globale:
● occupa una posizione strategica nell’economia globale (effetto della finanziarizzazione
dell’economia mondiale= nelle grandi economie avanzate avviene la delocalizzazione produttiva,
cresce il terziario e sempre di più la dimensione finanziaria)
● concentrazione di funzioni di comando (= gestione delle grandi multinazionali) e di imprese
fornitrici di servizi di alto livello alla produzione
● orientamento verso i mercati mondiali
● più in generale, città con alti livelli di internalizzazione sotto il profilo dell’economia e della struttura
sociale complessiva

● presenza di due distinti mercati del lavoro urbani dei servizi: lavoratori altamente qualificati
(banche, finanze) e lavoratori a bassa qualifica (pulizie uffici, lavoro domestico).
LEZIONE 15

Le prime 30 città globali che i sociologi


ed economisti hanno identificato:

La componente statunitense è
egemone. Gli Stati Uniti sono poli
tecnologici avanzati e sedi di controllo.

La Cina è al centro come luogo di


produzione. Honk Hong, Shangai e
Pechino sono le nuove economie.

Indicatori di tipo economico.


Città globali al centro dei flussi: il nord del pianeta domina questo flusso. Cresce la dimensione globalizzata
del sud-est asiatico.

In questi flussi a livello globale si scambiano anche elementi culturali differenti.

LEZIONE 16
Indicatori di tipo culturale e politico, oltre a quelli economici.

Il peso di ogni variabile diventa essenziale.

NY, Londra, Parigi e Tokyo sono le prime quattro potenze globali.

Le città globali vengono analizzate


secondo questi 5 indicatori.

L’attività economica viene analizzata


secondo:
- indice di miliardari
- i servizi e le imprese -
mercato dei capitali
- trasporto navale/aereo
- congressi e conferenze di chi
comanda

NY è egemone nell’attività finanziaria per


la presenza della più importante borsa.

Il capitale umano:
- popolazione straniera
- università al top
- popolazione con titoli di studio (che permette la creazione di nuovi progetti e innovazioni)
- scambio di studenti a livello internazionale
- numero di scuole internazionali
Lo scambio di informazioni:
- accesso alla tv
- numero di agenzie informative
- libertà di espressione
- presenza siti internet

L’esperienza culturale:
- musei
- arti performative
- viaggiatori internazionali

Il potere politico:
- ambasciate e consolati
- organizzazioni internazionali
- conferenze politi che

La città contemporanea e prospettive critiche:

- crescita delle città post-industriali (post-fordiste) innescano climatiche di suburbanizzazione


aumenta il paesaggio urbano fuori dal centro cittadino
- svuotamento progressivo dei centri urbani, perché le città costano
- egemonia di un modello di “città diffusa”, il paesaggio diventa un continium urbanizzato
- aumento dei costi della vita nelle aree metropolitane è un fattore determinante
- rete di piccole e medie industrie sparse sul territorio suburbano la città perde la sua industria e i
centri produttivi si spalmano nel territorio circostante
- aumento della mobilità verso la città nucleo, il centro rimane attivo per il settore terziario e come
centro culturale
- impatto sull’ambiente costruire strade e usare la macchina

SPRAWL URBANO: concetto che indica la città diffusa e la dispersione urbana (antropizzazione del
territorio)
=occupazione residenziale sparsa, a bassa densità, oltre i limiti delle zone di servizi e del costruito proprio
della città

È conseguenza dello spostamento delle principali funzioni produttive e commerciali al di fuori delle aree
metropolitane.

Modello Europeo e modello Nord-Americano:


- Europeo: a partire dagli anni ’80 emergono stili di vita abitativi e localizzazione delle attività
produttive, che favoriscono questo processo, a cui si aggiunge una politica che deregolamenta gli
interventi a favore del locale (= c’è una politica che favorisce la città diffusa)
- Americano: il fenomeno è più presente nella storia sociale e urbana, è sempre esistito (con la scuola
di Chicago)

Modello di diffusione di quartieri suburbani simili a isole in cui si riflettono dinamiche individualistiche per
ceto e stile di vita.

Il modello dello sprawl urbano determina:

▪ Una netta separazione tra luoghi di residenza, lavoro, del consumo e della socialità
▪ Utilizzo decisivo dell’automobile a scapito dei mezzi pubblici (consumo dell’ambiente)
▪ Crescita urbana non pianificata e uso improprio del territorio: non è legata ad un piano regolatore
(=non è pianificata)
▪ Omogeneizzazione dei centri suburbani che annulla qualsiasi differenza nel territorio
▪ Dinamiche di urbanizzazione delle campagne e di inclusione di piccoli nuclei abitativi
▪ Frammentazione dello spazio urbano e, soprattutto, eterogeneità delle popolazioni che risiedono nella
vasta regione suburbana: città diffusa

LEZIONE 17

▪ Lo sprawl urbano modifica radicalmente il concetto di città e evidenzia un profondo cambiamento


della società in generale (perché se abbiamo la realtà della città diffusa, anche gli stili di vita
cambiano, ad esempio il pendolarismo che diventa fondamentale)
▪ Effetto valanga del processo di diffusione urbana: residenza, servizi, spazi commerciali e attività
produttive (un ulteriore impatto sulla trasformazione di queste aree)
▪ Frammentazione politica caratterizza tale processo poiché vi è una molteplicità di attori politici locali
(le amministrazioni delle città più piccole vengono inglobate nella città diffusa) che indebolisce le
capacità di gestione e di controllo dell’espansione urbana
▪ Casa di proprietà favorisce lo sprawl urbano ma non è
un vettore di coesione sociale (modello della
casetta unifamiliare), perché i costi sono più bassi

Riassumendo: effetti dello sprawl

- Dipendenza dall’uso privato dell’automobile


- Inefficacia e economicamente svantaggio il
trasporto pubblico
- Dinamiche di discriminazione verso specifici gruppi (anziani, famiglie povere, giovani ed anche le
donne) perché più si è lontani ai servizi essenziali del centro città si rischia che ci sia un isolamento,
una chiusura all’interno di questi nuovi nuclei urbani
- Erosione dello spazio pubblico e, quindi, della vita pubblica in generale
- La città diffusa come modalità contemporanea dei mutamenti sociali in ottica di
“individualizzazione” degli stili di vita e dei consumi
- Costruzione di nicchie ecologiche che necessitano di integrazione territoriale e sociale poiché
rimangono isolate tra di loro

Effetti ecologici e ambientali:

- Distruzione degli habitat naturali

- Aumento del carico inquinante e riduzione della qualità ambientale


- Crescita del rischio idro-geologico, più una zona è costruita meno il terreno assorbe (Italia è un
paradigma su tale problema)
- Aumento del pendolarismo con conseguente congestione del traffico (direzione verso la principale
area metropolitana)

LEZIONE 18

Los Angeles: una città mitica, policentrica, che si estendeva negli anni ‘70-‘80 per 70 miglia

- Lo sprawl urbano pone la questione del modello di centri diffusi e multicentrici


- Los Angeles come modello per il futuro dello sviluppo urbano in termini di aggregazione di
contesti multipli, eterogenei e struttura urbana decentrata
- La scuola di Los Angeles (post-modernismo) si fa interprete di una visione dell’urbano caratterizzata
da una crescita illimitata e senza una reale pianificazione
- Edward Soja (geografo) delinea Los Angeles come metropoli decentrata che determina una
struttura di potere frammentata non in grado di governare l’espansione territoriale
- Arcipelago di cittadelle unite da super strade e immagine della città come un grande agglomerato di
parchi a tema

Smarth Growth = crescita intelligente (per far fronte a ciò che ha reso evidente il virus e la crisi pandemica,
ovvero la crescita di una città disordinata e insostenibile)

● Alle qualità negative della città diffusa (sprawl urbano) legate al consumo di suolo, si è posta
l’alternativa della crescita intelligente
● Pianificazione su larga scala di comunità ridotte in sintonia con l’ambiente (vincolo ambiente)
● Orientata allo sviluppo dei trasporti pubblici a scapito del traffico privato
● Mix di spazi e funzioni (servizi, abitazioni, commerciali)
● Le smart cities tendono a realizzarsi all’interno di aree già urbanizzate e densamente abitate
● La logica delle smart cities è di pianificare uno sviluppo urbano che privilegi la sostenibilità e il
governo del territorio

LEZIONE 19

Centralità di due aspetti fondamentali per ripensare la crescita della città intelligente:

- Sostenibilità
- Innovazione tecnologica

Sostenibilità= focalizzazione su processi di costruzione, riqualificazione incentrati su criteri ecologici


(produzione di energia, alloggi eco-compatibili, riduzione traffico e incentivazione dei mezzi pubblici),
economia circolare (gestione rifiuti e il loro riuso), spazi verdi

Innovazione tecnologica= ruolo determinante delle ICT (piattaforme digitali per accedere ai servizi, per
migliorare le mobilità)
ENEA: un ente pubblico che fa lavoro di report

su
una serie di dimensioni legate anche alle città sostenibili

Progetto di città intelligente:


o Citiezen Engagement: comunicazione rivolta al coinvolgimento dei cittadini (creare infrastrutture
stabili per condividere informazioni)
o Partecipazione attiva: co-governance (=governo della città che non sia dall’alto al basso, ma un
potere orizzontale, le decisioni vengono prese da anti attori differenti) , co-design, inclusione,
integrazione
o Sharing economy: organizzazione per scambiare beni e servizi, riuso e riciclo
o Proattività: stimolare le persone a cooperare in iniziative spontanee sostenute dalla comunità o
Urban infrastructure: questioni legate alla sicurezza pubblica (marciapiedi, luce, mezzi sostenibili) o
Sicurezza e fiducia
o Senso di appartenenza ed identità o Competenze sociali: programmi per l’educazione sociale
LEZIONE 20

Gated community (=comunità chiuse)

La Gated community si definisce come area residenziale, generalmente in contesti urbani, a cui si accedono
esclusivamente i residenti ed è vietato agli esterni di entrare senza permesso. È una sorta di isola
residenziale.

È caratterizzata da isolamento dal resto della città attraverso sistemi di recinzione (muri, inferriate, canali o
altri dispositivi), con presenze di telecamere e operatori di polizia provata.

La Gated community è un modello urbano di autosegregazione dei ceti alti e medio-alti della società
principio di disuguaglianza applicato allo spazio

Nascita delle Gated communities a metà dell’800 negli Stati Uniti (isolamento dai processi negati
dall’industrializzazione).

Crescita di questo modello residenziali chiuso a partire dagli anni ’70 e attualmente diffuso in tutto il
pianeta.

Le cause di questo sviluppo sono principalmente incremento della popolazione urbanizzata, delle profonde
disuguaglianze di reddito e della diffusione di norme7leggi che consentono di progettare, costruire e gestire
privatamente spazi residenziali e le infrastrutture e servizi a essi connessi. Spesso i cittadini di queste zone
vivono un sistema legislativo differente.

Le Gated communities hanno una diretta relazione con l’indice di Gini che misura la distribuzione della
ricchezza in un dato paese (più è alta la differenza tra i redditi, maggiore è la disuguaglianza
socioeconomica, maggiore è l’orientamento verso questo modello).
un racconto positivo per identificare dei possibili
acquirenti
Esempio di Gate
community in Brasile

in Italia: Borgo di
Vione

LEZIONE 21

Tipologie delle Gated Communities:

- Comunità basate sullo stile di vita, elemento unificante è rappresentato dal consumo elitario e
fondato su servizi esclusivi
- Comunità basata sul prestigio, caratteristica fondamentale è lo status alto che costituisce una
specifica enclave
- Comunità basate sulla sicurezza, elemento decisivo è la paura dei rischi e dei pericoli delle aree
urbane

Comunità e spazi pubblici nelle Gated Communities:


● Quali differenze con il concetto sociologico tradizionale di “comunità”? Le Gated Comunities sono
comunità chiuse a cui applichiamo il concetto di comunità di Durkheim (società industriale)? Se
ragionassimo nel modo in cui le G.C. vengono descritte nelle pubblicità, esse vengono viste come la
ricostruzione del senso di comunità, di legame, di fiducia, di aiuto, in realtà si scopre poi che c’è una
tendenza a creare questo mondo chiuso di comunità, ma è un po’ falsa, e assomigliano più ad una
comunità in cui l’elemento unificante è solo il proprio status benestante.
● Frammentazione e polarizzazione (= processo che spinge i poli contrari) delle diverse comunità; le
tante comunità della città è un ulteriore spinta alla frammentazione della vita urbana
● Civitas (in latino città, cittadinanza = essere membro attivo della città), l’assieme dei cittadini di una
località e nel contempo lo “status” giuridico, che fa di tutti i cittadini dei soggetti di diritti e di
doveri; si distingue da Urbs (= città di pietra), che dalla città indica solo le mura e gli edifici.
Le Gated Communities rientrano nelle Urbs perché auto segregarsi significa non essere più membri
della città e allo stato giuridico che fa si che siamo tutti soggetti ad un’unica legge.
● L’impegno comune nella vita pubblica è indebolito o del tutto assente
● La vita sociale tende ad essere omogenea, fondata su legami contingenti e collegati su criteri
esclusivi di appartenenza (membership)

Le Gated Comunities spesso di fondano sul cosi detto common-interest-development (CID) = investimenti
urbani alla base della costruzione di questi quartieri che definiscono: o Autonomia gestionale rispetto
all’amministrazione pubblica

o Privatizzazione dei servizi


o Comunità a basso impatto e più efficienti o Omogeneità quale rischio per l’autosegregazione
o Relazione problematica verso l’esterno e le scelte e le azioni amministrative locali

LEZIONE 22

“Qualsiasi città, per quanto piccola, è nei fatti divisa in due: la città dei poveri e la città dei ricchi. Esse sono
in guerra tra loro e in ciascuna vi sono molte piccole divisioni.” (Platone)

Le città sono sempre più polarizzate tra i diversi ceti e gruppi sociali.

I processi di disuguaglianza s’inscrivono nello spazio, ovvero sempre più marginalità spaziale si sovrappone
alla marginalità sociale 80chi è emarginato dal punto di vista spaziale lo è anche da punto di vista sociale)
Quartieri periferici quali spazi di esclusione sociale, economica e culturale.

Processo di stigmatizzazione dei quartieri popolari e periferici Scampia viene stigmatizzato come il luogo
della criminalità ma non è solo questo; producendo così anche effetti negli abitanti.

Le due città tendono sempre di più ad allontanarsi: la città dei ricchi centrale, dinamica e la città dei poveri
periferica, immobile. I ricchi si auto segregano nelle Gated communities.

La città multiculturale e multietnica

- Il contesto urbano e la città sono sempre stati centri di aggregazione e di incontro tra le diversità
(eterogeneità)
- Roma è la prima città cosmopolita
- I flussi migranti si muovono verso le aree metropolitane in ragione sia delle occasioni di lavoro, sia
per la presenza di connazionali (catena migratoria)
- La città rappresenta per i flussi migratori un fattore di attrazione (pull factor) soprattutto perché la
città offre la possibilità di entrare in reti sociali ed etniche che favoriscono le possibilità di trovare
alloggio e lavoro
- Il paesaggio urbano muta profondamente grazie l’impatto sociale ed economico dell’immigrazione
(ethnoscapes, negozi etnici)

La nascita dei quartieri multietnici nelle principali aree metropolitane europee costituisce un elemento
importante, ci sono alcune questioni ulteriori:

- Relazioni sociali che si trasformano all’interno di una convivenza tra le diversità nazionali ed etniche
- Le città si trasformano non soltanto sul piano socio-economico ma anche sul piano culturale
(contaminazione tra le culture)
- I quartieri multietnici spesso si costituiscono nelle zone più popolari e a basso costo per le spese
alloggiative

Dinamiche di segregazione spaziale, sociale ed etnica.

Segregazione residenziale: è un atto subito di discriminazione che allontana determinati gruppi ma


anche un atto volontario di chi vuole abitare insieme perché condivide interessi, valori.
Si manifesta quando uno o più gruppi sociali sono distribuiti in modo diseguale nello spazio ovvero
quando in certe zone alcuni gruppi sono sovra rappresentati e altri sotto rappresentati.

C’è stato un tentativo di misura dell’integrazione o della segregazione residenziale delle minoranze
etniche e degli immigrati:

● Indice di segregazione: da 0 un gruppo socio-etnico vive completamente separato dagli altri, a


100 un gruppo socio-etnico è distribuito uniformemente nella città
● Indici di dissimilarità: da 0 integrazione massima a 100 segregazione massima misura il grado
di separazione residenziale fra due o più gruppi all’interno della stessa città

Due distinte forme di quartieri etnici:

- Ghetto concentrazione spaziale promossa dalla società dominante per separare e limitare a un
particolare gruppo razziale o etnico. Il ghetto nella sua forma iniziale era separato ma integrato
economicamente con la società esterna (ghetto di Venezia).
- Enclave concentrazione spaziale di un determinato gruppo etnico esito di scelte volontarie
specifiche dei membri appartenenti a tali gruppi. Cittadella, concentrazione residenziale volontaria
di gruppi pubblicitari (Gate Community).

LEZIONE 23

Alcuni luoghi sono diventati “spazi migranti”, “quartieri multietnici”

Es. Via Padova a Milano: sin dagli anni ’90 c’è stato un aumento del
numero di famiglie di migranti, con 90 nazionalità diverse.

Con la crescita di migranti è cresciuto a livello esponenziale anche


l’ethnic business (ristoranti etnici, negozi etnici…)
LEZIONE 24

Processo di sviluppo economico e sociale nei paesi in via di sviluppo

Il termine “slum” viene utilizzato per la prima volta nel 1812 e indicava nel gergo della malavita sinonimo di
“racket” o “traffico criminale”.

Prima ricerca scientifica sugli slum negli Stati Uniti nel 1894 (The Slum of the Great Cities) li definisce come
“un’area di sporche strade secondarie, soprattutto quando abitata da una popolazione sordida e criminale”.

Slum diviene metafora e realtà del degrado morale e civile della città a cui si accompagna il degrado
dell’abitare (mancanza di servizi igienici, sovraffollamento, sporcizia, malattie).

Caratteri dello slum:

- Sovraffollamento
- Strutture abitative fatiscenti
- Accesso inadeguato ai servizi igienici e all’acqua
- Scarsa sicurezza del possesso

In molti casi gli slum si sovrappongono (sono vicine) alle discariche di rifiuti (discarica
umana, gli scarti della società) “anziché punto focale di crescita e benessere, le città sono diventate una
discarica per una popolazione in surplus che lavora nel settore informale, non protetti e con paghe basse”.
LEZIONE 25
Inurbazione della povertà e crescita della città:

- La spinta alla migrazione verso le aree urbane crea le condizioni per la concentrazione di persone o
gruppi maggiormente vulnerabili
- Nel sud del pianeta trasferimento della tradizionale povertà rurale nei contesti urbani (povertà
urbana)
- Questo processo migratorio interno si svolge in condizioni socio-economiche assai differenti rispetto
alla storia vissuta del nord del pianeta (produzione ma non equa distribuzione della ricchezza)
- Aumento demografico
- Nascita degli slum detti anche favelas, bidonville, villa miseria - Nel nord la povertà si alimenta dalla
deindustrializzazione

SLUM

Immigrazione
Debole sviluppo economico
Disuguaglianza di reddito (indice di Gini)
Povertà dei beni di prima necessità Mancanza di
alloggi a basso costo

Come si produce uno slum nel sud del pianeta?

● Urbanizzazione incontrollata delle zone rurali (le persone si costruiscono delle case temporanee)
● Agricoltura intensiva ad alta intensità di capitale (agricoltura industrializzata) provoca l’espulsione di
contadini impoveriti
● Programmi di aggiustamento strutturale e funzione del debito sovrano (azione degli organismi
transnazionali come la Banca Mondiale)
● Privatizzazione dei servizi sociali e sanitari, mancanza di una struttura di welfare
● Industrializzazione riproduce meccanismi di povertà (perché non ha avuto una fase industriale per
gradi)
● Crescita dell’economia informale, illegale e di sopravvivenza
● Processi di gentrification ed espulsione dei gruppi vulnerabili verso aree periferiche degradate

La crescita urbana nel futuro si trasformerà in una planetaria Slum City?

Emerge l’insostenibilità delle megalopoli contemporanee a causa dell’aumento dei rischi ambientali con la
conseguenza di continui mutamenti degli assetti urbanistici della povertà e della marginalità.

Le politiche urbane e il governo delle megalopoli (e slum) non sono in grado di determinare processi positivi
nella riduzione delle disuguaglianze e della segregazione socio-spaziale.

LEZIONE 26

Perché un fenomeno sociale succede? Quali sono le ragioni di quell’azione sociale? Il contesto di vita
influenza i miei atteggiamenti e i miei comportamenti?

Il contesto urbano è un laboratorio sociologico

Avviare uno studio sociologico significa realizzare una mappa che permette di interpretare la realtà e
orientarci in essa (non è la realtà ma una sua “riduzione problematica”). Devo costruire una base empirica
(il dato) che mi consenta di leggere/analizzare la realtà sociale sotto osservazione.

Fare una ricerca sociale:

- Individuare l’oggetto di studio (domanda cognitiva) all’interno della realtà sociale


- Problematizzare l’oggetto di studio individuando le sue caratteristiche
- Individuare le problematiche collegate al nostro oggetto di studio
- Individuare i gruppi/soggetti da coinvolgere per raccogliere dati che riguardano il nostro oggetto di
studio
- Identificare il metodo con cui rilevo le informazioni e i dati sul mio oggetto di studio.

Analizzare l’esperienza urbana come elemento fondamentale per comprendere la città (vedi Simmel, per il
quale vivere in città vuol dire avere un’esperienza continua di stimoli e bisogna avere un atteggiamento
sempre un po’ blasé di distacco)

Negli anni 60 Kevin Linch con la sua ricerca individua come gli abitanti offrono una loro “ specifica
immagine
mentale della città ”

5 punti fondamentali individuali per identificare la nostra immagine della città:

1. Percorsi (strade)
2. Margini (confini)
3. Quartieri (zone)
4. Nodi (punti di scambio)
5. Riferimenti

Concetto di “figurabilità” noi costruiamo delle immagini dello spazio in cui viviamo che ci permette di avere
una conoscenza pratica e di sviluppare un senso di sicurezza.

Questo produce una comprensione dello spazio in cui vivo, maggiore è questa capacità più ampia è la
possibilità di avere esperienze profonde di ciò che ci circonda.

Relazione stretta tra percezione dell’ambiente costruito e delle relazioni che in esso si organizzano.

Molteplicità delle immagini della città (legate alle esperienze differenti, ai valori simbolici diversi, alle
appartenenze e differenze culturali, alle differenze di classe sociale, alle diversità di genere).

Costrizione delle mappe mentali sulle città

La mappa mentale che il soggetto si costruisce, può essere definito come uno strumento di orientamento
nella città. La mappa mentale determina il sapere spaziale delle persone che s’incrocia con le attività sociali
ad esso collegate. Raccogliere il dato sulle mappe mentali ci permette di ricostruire il senso che le persone
danno alla propria esperienza delle città.

Osservare i comportamenti pubblici e le diverse tipologie delle persone che occupano gli spazi pubblici.

C’è una stretta correlazione tra il mutamento delle pratiche sociali e il mutamento degli spazi pubblici.

La città è un” mosaico di piccoli mondi” e la nostra identità sociale è legata allo spazio, riflette lo spazio in
cui viviamo.

Servizi pubblici sono un luogo d’incontro e di annullamento delle distanze.

Concetto di “scena urbana” identifica un luogo specifico in cui si concentrano specifici gruppi e specifiche
attività sociali. In una scena si determinano quegli elementi che caratterizzano modelli sociologicamente
rilevanti genere, etnia, classe, etc.) e contestualizzare la scena ci permette di identificare i caratteri di essa e
comprendere le ragioni sociali che sono sottesi (es. socialità).

La città come trama di reti sociali a base territoriale. Le reti sociali definiscono i caratteri del nostro mondo
di vita quotidiano. La rete sociale è alla base di un senso di appartenenza e di comunità e permette di
attivare risorse in grado di sostenere eventuali difficoltà (gated community vs ghetto)

LEZIONE 27

Il Covid-19 e le città

I contesti urbani fin dall’antichità sono stati colpiti dalle epidemie (peste, colera, tifo e vari tipi di virus
influenzali come la “spagnola”).

La letteratura del Decamerone (1348), i Promessi Sposi (1827) e il romanzo di Camus “La Peste” (1954) sono
ambientati nelle città. La città diventa l’elemento centrale nella descrizione della malattia e del mutamento
nei rapporti sociali (isolamento, paura, diffidenza, rivolte). In questi racconti i cittadini si auto-isolano, come
abbiamo fatto noi durante la pandemia.

Le cause sono sempre legate alle condizioni di densità, scambi commerciali (i porti) e le cattive condizioni
igieniche, oggi come ieri.
Gli scambi e gli spostamenti, le vie commerciali terrestri erano vettori di epidemie e pandemie; portavano in
giro per il mondo le influenze e i virus. Uno degli scambi principali era la via della seta dalla Cina all’Europa.

La storia della pandemia riconosce l’importanza dell’immigrazione dei commercianti e degli scambi
economici nei centri urbani quali elementi per i primi tentativi di controllo dell’esplosione pandemica
incluso la quarantena, la restrizione dei movimenti, la chiusura dei porti, delle attività economiche e il
distanziamento sociale.

Tra le cause della diffusione di malattie infettive e della pandemia, vi sono fattori importanti come la perdita
di un habitat, urbanizzazione, la povertà e le condizioni di vita, la crisi climatica, la manipolazione e il
commercio di animali selvatici e la distruzione della biodiversità.

Ancora oggi le periferie o le aree urbane degradate e senza verde di tante metropoli del sud del mondo
rappresentano l’habitat ideale per la diffusione di malattie pericolose come ad esempio la febbre dengue, il
tifo, il colera.

L’attività antropica e il suo impatto sull’ambiente naturale ha generato come deleteria conseguenza del
degrado ambientale l’alterazione della capacità degli ecosistemi di assorbire o contenere gli agenti patogeni
e virali e un incremento delle zoonosi, ovvero delle trasmissioni tra gli animali e l’uomo.

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