Sei sulla pagina 1di 9

PAURA INTELLIGENTE

La gente si allea nelle paure. E tu vedi come i bravi e i giusti siano alleati in una paura intelligente come i perfidi siano alleati in una paura idiota! Lumanit tutta divisa da parti e alleanze contro le paure (E. Vittorini)

Introduzione: che cos la paura La paura uno stato psicologico che pu essere interpretato come il presagio di un pericolo pi o meno reale, che viene percepito dallindividuo come qualcosa da temere perch a lui sconosciuto. Le sensazioni di paura, e spesso addirittura di ansia, nella maggior parte dei casi hanno la loro origine proprio nel timore di affrontare il nuovo, linesplorato. Ogni situazione nuova nella quale ci si imbatte nel corso della vita, rappresenta infatti unincognita che, inevitabilmente, va incontro a due possibilit: essere affrontata con successo, oppure risolversi in un fallimento. Kierkegaard affermava che nel possibile tutto possibile, cio il successo presente al pari dellinsuccesso: in altre parole, nessuno di noi pu conoscere in anticipo quale sar lesito delle proprie azioni. Da questa consapevolezza, allapparenza banale, scaturiscono le paure pi comuni, che investono la sfera personale al pari di quella professionale. Tuttavia, importante sapere che la paura fa biologicamente parte delluomo, anche se, come facile immaginare, questo tipo di sensazione non ha soltanto una matrice biologica. Come spiega il noto psichiatra Vittorino Andreoli, essa deriva anche da un altro fattore molto importante: la nostra personalit. I tratti fondamentali del carattere umano si formano nei primi tre anni di vita del bambino: sembra infatti che sia proprio in questo lasso di tempo che la personalit cominci a sviluppare le sue inclinazioni di base, e che dipenda proprio da quegli anni se una persona diventer pi o meno fiduciosa nelle

proprie capacit, o se sar timida piuttosto che estroversa. Naturalmente, queste predisposizioni caratteriali hanno un peso non indifferente sul modo con cui ogni persona percepisce le proprie paure e si accinge ad affrontarle. C infine un ultimo fattore, di certo non meno importante, che contribuisce a suscitare una sensazione di paura: si tratta dellambiente. Per ambiente si intende non soltanto il contesto geografico, ma soprattutto lambiente psicologico e lambito sociale con cui lindividuo entra in relazione. Lesperienza di ognuno di noi, infatti, dimostra piuttosto chiaramente come ci si possa sentire pi o meno a proprio agio a seconda del luogo in cui ci si trova, o come un ambiente con il quale non riusciamo a relazionarci in modo sereno, possa facilmente diventare fonte di paura, se non addirittura di ansia. Ecco dunque che assume notevole importanza il contesto sociale, inteso come linsieme di rapporti che si viene a creare fra le persone che fanno parte di uno stesso gruppo. Come sostiene la psicologa Oliverio Ferraris, questi rapporti si strutturano in base a complessi meccanismi di apprendimento, attraverso la spinta di fattori che potremmo definire storico-sociali1. Questo fa s che in ogni individuo oltre alle paure innate siano presenti anche quelle apprese che, seguendo ancora la tesi della Ferraris, si sviluppano sia per condizionamento, sia attraverso losservazione degli altri individui, cio attraverso i racconti, le rappresentazioni [] che rispecchiano i moduli culturali della societ circostante2. Tornando alla matrice biologica della paura, si pu sostenere, con Belardinelli, che essa possa considerarsi al pari del dolore: ma mentre questo segnala una disfunzione del nostro organismo, quella indica ci che ci minaccia. ovvio che la gravit della minaccia sar percepita a seconda della capacit che noi abbiamo di padroneggiare quella situazione di pericolo. Per questo, seguendo ancora la teoria di Belardinelli, si pu sostenere che la paura sia fortemente legata alla nostra sensazione di impotenza: pi ci sentiamo impotenti e pi abbiamo paura; pi abbiamo paura e pi diventiamo impotenti, in un vortice sempre pi paralizzante3. Dunque, se ci si lascia sopraffare dalla paura, senza riuscire a gestirla nel modo corretto, essa pu causare disagi di vario tipo, che possono
1 2

ANNA OLIVERIO FERRARIS, Psicologia della paura, Torino, Boringhieri, 1998. Ibid. 3 SERGIO BELARDINELLI, Contro la paura, in Liberal, anno II, numero 8, ott-nov. 2001.

finire con il compromettere la serenit dellindividuo e il suo rapporto con gli altri. Proprio per questo, bene conoscere le proprie paure e imparare a distinguere fino a che punto esse siano costruttive e dunque intelligenti e quando invece si trasformino in qualcosa di negativo e limitante per il raggiungimento dei propri obiettivi, sia in ambito personale che in ambito lavorativo.

Perch si parla di paura intelligente Sin dagli albori dellumanit, la paura ha sempre rappresentato per luomo principalmente un meccanismo di difesa, quasi un sistema di allarme che ci avverte di un possibile pericolo. Su questo punto, non sono pochi gli psicologi che, come la Oliverio Ferraris, si trovano daccordo con la scuola etologica inglese, la quale ha dimostrato che non tutte le paure hanno un connotato nevrotico, poich molte rispondono a meccanismi pi concreti e logici, in altre parole intelligenti non soltanto per lindividuo, ma per la specie umana.[] molte paure dellanimale, cos come delluomo, rispondono a meccanismi inizialmente innati, a un tentativo di produrre risposte adattative di allarme e di salvaguardia di fronte a stimoli specifici che segnalano la presenza o lavvicinarsi di un pericolo4. Per questo, avere paura non soltanto normale, ma pu rivelarsi anche utile. Le nostre paure ci mettono infatti in stato di allerta, facendo in modo che i pericoli e le difficolt non ci colgano impreparati. Intesa dunque in questo senso, come coscienza di eventuali rischi, la paura appare evidentemente come un sentimento intelligente, mentre piuttosto insensato latteggiamento opposto, ovvero fingere di non avere alcun tipo di timore. Non sono infatti le nostre paure come comunemente si crede a danneggiarci, ma il modo con cui noi ci rapportiamo ad esse. Un primo passo fondamentale per affrontare al meglio questo tipo di sentimento consiste nel cercare di esaminarlo in modo obiettivo e capire quanto le nostre paure siano effettivamente fondate.

ANNA OLIVERIO FERRARIS, Op. cit..

Come sostiene ancora Belardinelli, infatti, se diciamo che esistono paure intelligenti e paure stupide, paure infantili e paure che sarebbe stupido non avere, perch siamo convinti che, quando abbiamo paura, dobbiamo anzitutto fare i conti con la realt, ossia con ci che concretamente ci minaccia. [] La realt il vero banco di prova delle nostre paure5. Risulta dunque evidente che la prima cosa da fare di fronte a una paura, capire quanto essa sia fondata, poich piuttosto frequente sentirsi minacciati da pericoli in realt inesistenti. Spesso sono proprio le paure infondate, quelle immaginarie a crearci pi problemi, e questo avviene proprio per limpossibilit di definirle, di circoscriverle a un preciso ambito di realt. Proprio questo loro appartenere alluniverso del vago e dell imprecisato finisce per spingerci a ingigantire questo tipo di paure in modo dannoso e ingiustificato. Per tutti questi motivi, rapportarsi in modo sano e positivo alle proprie paure significa innanzi tutto riconoscere quando esse sono semplicemente immaginarie, e sapersene liberare. Per quanto riguarda invece le paure che possiamo definire reali, si visto come esse, nella maggior parte dei casi, rappresentino un sentimento di malessere che scaturisce dal timore di affrontare ambienti o situazioni nuove, che non fanno parte del nostro quotidiano. Questo ovviamente accade sia nella sfera privata che in quella professionale. Possiamo provare paura nel relazionarci per la prima volta a una persona che non conosciamo, per timore di non piacerle; cos come piuttosto frequente temere situazioni lavorative per noi nuove: sostenere un colloquio, inserirsi in un gruppo di lavoro, sono tutte circostanze che possono innescare questo tipo di sentimento. proprio in questi casi che interviene la paura, che, quando intelligente ha effetti assolutamente positivi, poich ci spinge a utilizzare al meglio le nostre potenzialit e a riattivarci sia sul piano fisico che, soprattutto, psicologico, in modo tale da sentirci pronti ad affrontare le nuove situazioni. In questi casi possiamo parlare a buon diritto di paura intelligente. Per dimostrare lutilit di questo tipo di sentimento, Andreoli porta ad esempio unanalisi condotta su dei ragazzi in procinto di sostenere un esame. Ebbene, da
5

Ibid.

questa indagine risultato che coloro che dimostravano di avere un po di quella paura intelligente di cui si parlato, rendevano ben il 40% in pi di quelli che invece avevano affrontato lesame freddamente, come fosse qualcosa di assolutamente normale. Esistono tuttavia molti modi di percepire la paura, e molteplici cause che ci spingono a provare questo tipo di sentimento. Oltre a quelle immaginarie, ci sono infatti altri tipi di paure che si dimostrano distruttive piuttosto che costruttive per lindividuo. Sono sentimenti forse pi sottili e nascosti, ma di certo non meno pericolosi: sentimenti come la paura di capire o di sapere, che Livraghi definisce non a torto come una forma perniciosa di ignoranza6, oppure la paura di scegliere e decidere, che altro non se non una forma, intenzionale o inconsapevole, di vilt7. Ecco dunque che anche adeguarsi passivamente alla realt privata o professionale che sia per paura di affrontarla, non fa altro che generare un conformismo che sembra derivare esclusivamente dal timore di essere se stessi. In questo senso, superare le proprie paure significa anche consolidare il proprio carattere e la propria personalit, sviluppando lattitudine al rischio. In ogni ambito della vita infatti indispensabile saper osare, tentare di affermare le proprie idee, anche quando queste divergono dal modo di pensare comune. In altre parole, per poter raggiungere gli obiettivi che ci si prefissati indispensabile avere coraggio: un coraggio che si costruisce e si consolida nel corso di tutta la vita, e che senza dubbio un requisito fondamentale per laccrescimento della stima di s. Ecco dunque che, citando ancora Livraghi, lintelligenza sta anche nel trovare un equilibrio, non sempre facile, fra due rischi contrapposti. Da un lato la paura di non essere capaci e la rinuncia a fare ci che possiamo. Dallaltro lillusione di poter fare ci che al di sopra delle nostre possibilit8.

GIANCARLO LIVRAGHI, Tre sorelle della stupidit (lignoranza, la paura e labitudine), articolo del novembre 2003 consultabile in Internet sul sito www.gandalf.it. 7 Ibid. 8 Ibid.

Effetti negativi della paura e risposta flight or fight La paura, se affrontata nel modo sbagliato, pu avere risvolti negativi, tanto che essa pu trasformarsi addirittura in una forma patologica. Questo avviene quando, non riuscendo a controllare le proprie paure, si finisce per esserne travolti. Si tratta evidentemente di una paura eccessiva, che non soltanto non rafforza le potenzialit dellindividuo come accade invece per la paura che abbiamo definito intelligente ma addirittura finisce per bloccarlo, facendo in modo che egli annulli ci che gi sa. Ecco dunque che la paura da stimolo diventa un vero e proprio ostacolo. In questi casi, gli effetti di questo sentimento eccessivo possono manifestarsi a diversi livelli: Fisiologico (sudorazione, difficolt di respirazione, tremore, etc.). Mentale (offuscamento delle idee, perdita di memoria, mancanza di concentrazione). Comunicazionale (difficolt di esprimersi, sia verbalmente che attraverso il linguaggio del corpo, che tradir una forte insicurezza con: tremore della voce, lunghe pause, a volte addirittura balbettii). evidente come gli effetti sopra citati rappresentino degli ostacoli non indifferenti per lindividuo, in quanto intaccano una capacit di fondamentale importanza, sia nella sfera privata che in quella professionale, ovvero la capacit di comunicare ed entrare in relazione con gli altri in modo sereno. Una persona tranquilla e sicura di s, infatti, riuscir sicuramente a esprimere in modo pi chiaro e incisivo le proprie opinioni, e avr maggiori possibilit di fare una buona impressione al suo interlocutore. Quando invece si in preda alla paura, il rischio di non farsi capire, o di dare una cattiva immagine di s piuttosto alto. Di fronte a una paura che non riusciamo a controllare infatti, lintero organismo si

mobilita, innescando una serie di reazioni ormonali conosciute come risposta flight or fight (fuga e lotta). Quando si attiva una reazione di questo tipo, il cervello manda dei segnali alle ghiandole surrenali, costringendole a secernere ormoni quali la epinefrina (adrenalina) e norepinefrina. Gli effetti causati da questi ormoni sono molteplici: tensione dei muscoli, aumento del battito cardiaco e della pressione del sangue, e accelerazione della respirazione. Inoltre, dal momento che lerogazione del sangue verso la pelle aumenta notevolmente, aumenta anche la sudorazione. Ogni persona che si trovata almeno una volta di fronte alla paura di una situazione nuova, che considerava pericolosa (un esame, un discorso importante di fronte a molte persone, etc.), potr facilmente riconoscere questi sintomi come la risposta automatica che il proprio corpo ha fornito in quella situazione particolare. Questo tipo di reazione originariamente nata per preparare gli animali a rispondere in un certo modo alle situazioni di pericolo; si poi evoluta, diventando per luomo una possibilit di reagire fisicamente a una minaccia: appunto attraverso la lotta o la fuga; fino ad arrivare al giorno doggi, in cui la reazione flight or fight riconducibile fondamentalmente alle minacce psicologiche, e non pi fisiche, davanti alle quali si trova lindividuo. Da questo punto di vista, i pericoli pi frequenti riscontrabili nella nostra societ sono senza dubbio lo stress e le paure che ne derivano. Pu accadere dunque che la risposta flight or fight si verifichi anche quando ci si trova di fronte a qualcosa che soltanto noi percepiamo come una minaccia, ma che in realt non costituisce alcun pericolo reale. Quando in un individuo questo fenomeno si verifica frequentemente, allora c la possibilit che aumenti il rischio di contrarre patologie mediche correlate allo stress. C inoltre anche unaltra forma di risposta basica, legata a quelle di flight o fight: si tratta della risposta freeze (paralisi). Anche in questo caso, i primi studi sono stati condotti negli animali: si notato che quando un animale si viene a trovare di fronte a un predatore notevolmente pi forte di lui, di fronte al quale non gli servirebbe n lottare n fuggire, egli si paralizza. Si tratta esattamente della stessa reazione che hanno molte persone di fronte a una situazione che gli fa paura.

Come superare le proprie paure Nel mondo, le persone che soffrono di attacchi di paura o di ansia sono ben 400 milioni. In Italia sembra che queste manifestazioni interessino ben il 10-15% degli individui. Queste cifre mettono senza dubbio in risalto limportanza che il fenomeno ha assunto nella societ contemporanea, e la necessit di trovare dei metodi per riuscire a superare le proprie paure. Nellantichit, per esorcizzare le angosce e i timori, gli uomini primitivi si affidavano alla sfera collettiva: rituali, magie, drammatizzazioni collettive, simbolismi e miti hanno rappresentato [] il terreno di confronto e i modi con cui luomo ha cercato di incanalare le sue paure domandole attraverso il conforto del soccorso collettivo9. Nella societ contemporanea, viene inevitabilmente a cadere la possibilit di un soccorso collettivo, e questo porta lindividuo a dover affrontare da solo le proprie paure. Proprio per questo motivo, il modo migliore per liberarsi da ci che si teme o che procura ansia quello di intraprendere un viaggio in se stessi, riscoprendo le proprie intime risorse. In questo modo, lansia e la paura possono trasformarsi in uno stimolo per migliorare e potenziare le proprie capacit, e diventare addirittura un punto di partenza per cominciare a cambiare ci che della propria vita non soddisfa. Al contrario, quando non si riesce a mantenere intelligentemente il controllo sulle proprie paure, esse possono trasformarsi in forme di ansia e diventare addirittura delle vere e proprie patologie. Anche se, come sostiene lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone, la paura come patologia un mostro da noi inventato [] tuttavia, proprio in quanto costruzione, la paura patologica pu essere da noi destrutturata e superata. [] se nella mia mente io evoco un fantasma e poi scappo, questo mi perseguiter spaventandomi a morte: ma se dopo averlo evocato, non fuggo e lo tocco, questo svanir. Per questo motivo, la strategia pi frequentemente consigliata dagli psicologi per superare la paura, quando arriva a questi livelli, appunto la destrutturazione: il che significa
9

ANNA OLIVERIO FERRARIS,

Op. cit.

evitare di rinnegare ci che si teme, e affrontarlo in modo diretto. Nascondere le proprie paure ha infatti come unico effetto quello di amplificarle e renderle ai nostri occhi pi minacciose. Ci che molti psicologi consigliano, dunque, di vivere la propria vita in modo totale, abbracciando anche ci che, allapparenza, ci sembra sgradevole o negativo, come appunto le paure. Un altro metodo al quale ci si affida spesso per superare questo tipo di sentimento, consiste nella meditazione. Attraverso di essa si impara infatti a entrare in profondit nelle proprie paure, affrontandole con consapevolezza e comprensione. Interessante, in questo senso, la testimonianza di Krishnananda psichiatra e discepolo di Osho che sottolinea come sia importante giocare sempre sul filo delle paure, correndo il rischio di avere linsicurezza e lincertezza come compagne, e andare sempre pi in profondit nella meditazione, come una medicina per tutto ci che ci affanna10. Egli, fondandosi anche sulla sua esperienza personale, pone tra gli strumenti principali necessari per esplorare e confrontarsi con le proprie paure, innanzitutto il rischio e la meditazione. Questi elementi sembrano infatti indispensabili per poter familiarizzare con ci che si teme, intraprendendo un percorso profondo attraverso le proprie paure che, inevitabilmente, anche un viaggio dentro noi stessi. Tutto questo senza mai scordare che anche lansia, quando non supera un certo limite, pu rappresentare per lindividuo una fonte di energia, e soprattutto che, come ci insegna ancora Andreoli, senza ansia, senza paura, luomo sarebbe un mostro11.

10 11

KRISHNANANDA, A tu per tu con la paura, Urra edizioni. VITTORINO ANDREOLI, E vivremo per sempre liberi dallansia,

Rizzoli, 2001.

Potrebbero piacerti anche