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ELETTRONICA APPLICATA, SCIENZE E TECNICA STROBOIMPULSI oC Bec ae GENERATORE TRIONDA PROFESSIONALE WS T° N. 2- GIUGNO 1979 - L. 1.200 Sped. in abb. post: gruppo 1! reno me SOMMARIO Direziono Antonio Sacco! Direziona editoriale ‘Massimo Tragara Direttore Franco Tagliabue Supervisione Tecnica apt 1 6 STROBOIMPULSI FLASH LIGHT Redattore Capo epee 26 FAI IL PIENO DI ELETTRONI Grafiea can tatees 34 COME PREPARARE LE BASETTE Foto Studio Rabbit catetorv a tetronea 200. | @O «JOLLY 1,5» AMPLIFICATORE orgie st ins Se eae Teer, elmo iv. Ae | 43 POLARIZZAZIONE IN PRATICA a eerie hareaiaa grey Peel Sanaro Rew, Gusepre | EXC) EINSTEIN: L'UOMO DEL 2000 cr 52 Ti-vu A PIENA CONVERSIONE 1 CE te cia ah votes cant Gate cimayiee | O° GENERATORE DI FUNZIONI IC 2027 Pieve del Calro (PY) Distribustone copie angie rast ot | 74 DALLA FIERA DI PORDENONE Vie Zuretti 25, Milano Copyright 1979 by MK Periodic! snc. Oreiome dene *Caeetic wos | 2 PERSONAL HOME COMPUTER Mia, Goldon, 0420829 hilane Ta fo) ae Una copia Et tronics 2000" costa Lire 1200. Arre trl Le 1500, abbonamento per'®2 | QE) FILTRARE A PIENA SINTONIA fascicol Lire 11.900, eatero 20 8 Tipt e weline, selezion’ color o foto: ite: Art Graehe La. Citedela» Pleve’ del Caio (PV). Distribuzione: SO: MRS, “Elsurones Qo00's | Rubriche: 62 Taccuino. 81, Scienza e Vita. 83, Mercato. 89, Pro- un periodico mensile registrato pres- fessional. 91, Consulenza tecnica. 93, Mercatino. $0, buna tillage con in tég/70'l giorno 31278. Pubblcts tek al a Tutti # eae aoe FOTO COPERTINA: STUDIO MT RABBIT, MILANO tiedigegal ¢ fotograie inva nen ractiulscono anche genom bbl Call Direttore responsebile Arsenio. | Hi tore responsable Arsenio | Gri inserzionistl in questo numero sono: Beta, Bremi Elettronice, OTE. Seeaa ne adeverywnere. | Ganzerli, GBC, Kit Shop, Mercucci, NACE, Elettrom. 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Se questa rivista ti piace puoi rice- P32 58255 32 BIE verla direttamente a casa risparmiando qualcosa: Sepgneess f= ReES dodici fascicoli, per tanti progetti sicuri e sim- yechgeces +e Fee? patici, al prezzo di solo Lit. 11.900, Con la cer- =8ezeovtases sab. tezza di non perdere nemmeno un numero e di gefeegsagieg 2-38 risparmiare ben 2,500 lire sul prezzo di copertinas gegibeserees §222 inoltre per te non varanno eventuali temibili au: set tseee ee ei eS menti per un intero anno. Bebe Soc leseistie s2) 8 Eb Ge be | Gratis un libro istruttivo sul tema forse pit: di moda oggi in elettronica e informatica. | un volume di agite lettura che ti splegher’ tutti i, segreti della pid affascinante macchina che Y'uomo abbia mai costruito. 1) calcolatore elettto- nico, laristocratico robot dei nostri giorni, non avr pill misteri. Saprai come @ fatto, come fun: ziona, a che serve Conoscerai il suo linguaggio € quindi come comunicare con lui pérché sia al tuo servizio. Infine potrai anche costruire da solo, in kit, la tua macchina intelligente. Cer-Box compact schermato supparte estale /2630-20 L. 8.500 a (Caron lunge seermeto 7260-10 6500 ‘Supporto estaibie er sutoradio steve Iunga | xc/263000 1. 3.000 Planca extra CComposta. da ove pine seorevol c/2630:60 L000 CCondensator passant ant Planta eutiebie ds ineasso Moo. 229, Bin'73000 "TUM el utoradio: 180 x 44 168 Aittermnele Sensor ditevoro: 110 ovate: 05 uF KEIZGOODL. 500] Gapacita 22 nF KC/2VE0.00 C. BO <== Soppressor por candle Vatore’ w0000 2 Tollecanze 2 20% K/2200.00_ 1. 300 ——_ Planca etraibile da neasto Mod. Tranein/ 470 Dee autoradio's nore DIN 78800 "Rutaronik" Dimension ell stored: 180% 44 x 188 kcj262080 12.500 Planci etait Mog. 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L. 20.000.000 - C.C.LA. n. $2991 - Godice Fiscale n. 02226530159 TRANSISTOR Tipo Prezzo per 20 pezzi Tipo Prezzo per 20 pezzi AC 125 3.000 BC 208 1.800 AC 126 3.000 BC 209 1.800 AC 127 3.400 BC 237 1.200 AC "127 K 3.800 BC 238 1.200 AC 128 3.400 BC 239 1,200 AG 128 K 3.800 BC 286 4.600 AC 130 3.400 BC 287 4.600 AC 141 3.200 BC 300 4.000 AC 141 K 3.700 BC 301 4.200 AC 142 3.400 BC 303 4.400 AC 142 K 3.800 BC 304 4.200 AG 153 3.600 BC 307 1.500 AC 153 K 3.800 BC 308 1.500 AG 180 3.400 BC 309 1,600 AC 180 K 4.000 BC 327 1.800 AC 181 3.400 BC 328 1.800 AC 181 K 4.000 BC 337 1.800 AC 184 3.400 BC 338 4.900 AC 184 K 4.000 BC 547 1.600 AC 185 3.400 BC 548 1.600 AC 185 K 3.400 BC 549 1.600 AC 187 3.400 BC 557 1.800 AC 187 K 4.000 BC 558 1.800 AC 188 3.600 BC 559 1.800 AC 188 K 4.000 BD 135, 4.400 BG 107 2,200 BD 136 4.400 BC 108 2.200 BD 137 4.800 BC 109 2.200 BD 138 4.800 BC 140 4.200 BD 139 5.600 BC 141 4.400 BD 140 5.600 BC 147 1.200 BD 142 10.400 BC 148 1.200 BD 157 8.000 BC 149 1.200 BD 158 8.000 BC 157 1,700 BD 159 8.000 BC 158 1,700 BD 232 8.000 BC 159 1,700 BD 410 8.000 BC 160 4.600 BF 167 3.600 BC 161 4,800 BF 173 4.000 BC 171 1.500 BF 194 2.200 BC 172 1.500 BF 195 2.200 BC 173 1.500 BF 196 2.400 BC 177 3.000 BF 197 2.400 BC 178 3.000 BF 198 2.400 8C 179 3.000 BF 199 2.600 BC 207 1.800 BF 233 2.400 ATTENZIONE: Al fine di evitare disguidi nell'evasione degli ordini si prega di scrivere in stampatelio nome ed indirizzo del committente completo di CAP. 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Tipo Prezzo per 20 pezzi Tipo Prezzo per 10 pezzi BF 234 2.400 TDA 2581 O 24.000 BF 235 2.400 TDA 2590 22.000 BF 236 2.400 TDA 2612 Q 24.000 BF 237 2.400 TDA 2629 24.000 BF 393 2.800 TDA 2630 24.000 BF 304, 2.800 TDA 2631 24.000 BF 422 4.000 TDA 2760 35.000 BF 457 5.200 TDA 3310 14,000 BF 458 5.600 BF 459 5.800 BF 757 10.000 PONTI RETTIFICATORI BF 758 42,000 i BF 759 14.000 Tipo Prezzo per 20 pezzi a 2 CIRCUIT! INTEGRATI ie Gane a Tipo Prezzo per 10 pezzi 5 a ane oe 2 7.200 B200 C1500 5.600 TEAC 43.800 B400 C1500 6.600 TBA 400 44500 B600 C1500 7.600 TBA 440 C 44.800 8800 C1500 10.000 TBA 530 46.500 8 40 C5000 15.600 TBA 540 40.000 B 80 C5000 17.000 TBA 560 B 9.500 TBA 560 C 9.500 DIODI 3A TBA 625 B 5.800 - TBA 720 43.800 Tipo Prezzo per 20 pezzi Beane oe 1N 5402 2.600 Saat 31600 4N 5404 3.200 TBA 810 AS 9.500 Sea: See TBA 820 5.200 ea Sey 4N 5409 3.809 TBA 890 12.000 ay et oR TBA 920 13.500 BY 285 3.600 TBA 950 14500 TDA 1220 13.000 TDA 1370 16,000 TDA 2002 15.000 ae TDA 2010 13.000 Tipo Prezzo per 50 pezzi TDA 2020 16.500 TDA 2522 22.000 Led rosso TF 6.000 TDA 2530 22.000 Led verde TF 7.500 TDA 2560 22.000 Led giallo TF 7.500 TDA 2570 35.000 Led bianco TF 20.000 superduo divisione elettronica vendita per corrispondenza Cistago (VA) via Tagliamento 1 tel. provvisorio 02/9630672- 031/278044 eccezionale MODULO. owe SA DEOL TE RMETRO INTEGRATO MINISINT Ore/mimuti/saconst Srogla/sneoze/aiaep a, ua ee toad ore oe Termomatro °C 0 °F ange 40°C 80°C ae eave. 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Viene usato per illuminare 4 ballerini in pista che, investiti da improvvisi schizzi di luce fred- da quasi azzurrina, paiono muo- versi a scatti rapidissimi e in- dall'effetto discoteca a quello per una fotografia diversa dal- Ie solite dove i movimenti, di u- na persona per esempio, ven- gono fermati sul (fotogramma) nella successione in cui avven- gono. Si tratta quindi di un mo- do elettronico di osservare. naturali creando quell’atmosfera un po’ infernale che piace tan- to ai giovani di tutto il mondo. E? un effetto che si ottiene facil- mente con lampade flash a lu- ce stroboscopica che emettono impulsi luminosi ad una_fre- quenza regolabile a piacere. Tan- ti colpi di flash che gelano le immagini la cui utilizzazione va ANALISI DEL CIRCUITO 1 numero dei component ne- cessari per la realizzazione del circuito per la generazione di impulsi @ decisamente limitato. Si utilizzano quattro resisten- ze, un potenziometro, quattro condensatori, due diodi, un diac, un SCR, un trasformatore ¢ la 1” lampada stroboscopica. L’alimentazione avviene diret- tamente tramite la tensione di rete e la funzione del trasforma- tore & in questo caso di elevato- re di tensione, Vediamo perch’ questo a cade © come si giustifieano i ‘component necessari. La lampada a gas per effet- ti_stroboscopici modello XBLU 50 presenta le seguenti caratte- tistiche: Vinin 50V, Vinax 350V. Vale a dire che una dif- ferenza di potenziale di 220 volt, innalzata a circa 350 per effetto del fenomeno di carica dei condensatori, & in grado di mantenere il livello di potenzia- le elettrico necessario affincht si generi l'emissione di una ra- diazione luminosa di circa 10,000 volt necessaria per 1’in- nesco della lampada, Abbiamo stabilito quindi che per far fun: Zionare la lampada servono del- le tensioni comprese_nell’arco delle caratteristiche dichiarate e che si ottengono in un caso di rettamente dalla rete luce, nel- Valtro. mediante un semplice trasformatore che dovra essere autocosteuito, Lasciamo ora da parte Mar- gomento tensioni e vediamo co- me si inseriscono i diversi com- ponenti nella struttura circui- tale, Mediante il diodo D1 la dif- ferenza di potenziale di 220 18 Nel disegno appare lo schema elettrico del generatore di impulsi Stroboscopici; in basso vedete la parabola di diffusione per la lampada, volt in corrente alternata 8 ap- plicata al condensatore Cl. Ai capi del condensatore, per ef- fetto del fenomeno di carica, la differenza di potenziale sale a circa 350 volt, gli stessi che, at uaverso um passaggio nella te di controlio, vanno a finire al primario del trasformatore progettato per lavorare come €- levatore di tensione. La rete di controllo @ costituita da R2 dall’SCR. Com’ noto, V'SCR conduce ogni qual volta & applicata la tensione di coman- do al suo gate. Accade quindi che ogni volta in cui si applica- no i livelli minimi di tensione di innesco per il gate dell’SCR, ai capi del primario de} trasforma- tore si trova una tensione al- ternata di circa 350 volt. La tensione di comando per T'SCR passa attraverso la resi- stenza RI ed il potenziometro PA la cui uscita, oltee che andare al diac, va al polo positivo del condensatore C2. Se il terminale libero del potenziometro fosse collegato direttamente alla ten- sione di rete all'uscita del diac ci sarebbe costantemente la ten- sione di innesco dell’SCR. Ac- cade invece che, per effetto del fenomeno di carica ¢ scatica dei condensatori, la tensione di in: nesco & presente solo quando il condensatore C2 @ carivo. Da questo & evidente che le co- stanti di tempo per il lampeggio Glo strohoscopio sono. vigluz mente vincolate dai valori della serie RI-PI e dalle caratteristi- che clettriche del condensatore C2. Diamo ora per assunto tutio i® che riguarda la parte attiva i controllo del circuito e ve- diamo come opera il trasforma- tore elevatore 1] trasformatore di elevazione & costituito da due avvolgimenti con differenti caratteristiche e- lettriche realizzati su di un me- desimo nucleo che nel caso spe- cifico & dato da una barretta di ferrite per antenne. La differenza di potenziale presente al secondario di un tra- sformatore, sia esso riduttore che clevatore di tensione, & fonda- Nelle applicazioni di tipo Joiografico consigliamo di uti pellicole ad elevata sensibilita. In basso trovate ta lanipada strobo XBLU50, mentalmente legata al rapporto spire. Considerando la cosa dal punto di vista strettamente ma- tematico accade che il numero delle spire del primario (nl) & proporzionale a quello del se- condario come la tensione del primario lo & rispetto al secon- dario, quindi: nlin2 = vizv2. In tal caso per progettare il trasformatore stabiliamo alcuni punti vincolanti dopo di che ri- solveremo matematicamente il problema che ci permette di tro- vare gli elementi mancanti. Poniamo di costurire al prima- tio 10 spire. La tensione di ali- mentazione di questo ayvolgi- mento & di cirea 350 volt. La tensione necessaria al secondario per ottenere l’innesco della lam- pada & compresa fra 10-+15 KV. Liincognita & quindi il nume- ro delle spire del secondario ed il problema si risolve in questo modo: nt mottiplicato v2 divi- so poi per vi La cortente che circola nel trasformatore @ irrisoria. Non e- siste problema per la dissipazio~ he della potenza: proprio per questo fatto possiamo utilizzare come nucleo ferromagnetico u- na barretta per antenne comune- mente adoperata nelle radioline. Come potete vedere dallo schema elettrico la tensione del secondario del trasformatore & applicata direttamente al filamen- to di innesco della lampada. Gli altri terminali della lam- pada vengono mantenuti a con- dizioni elettriche costanti ripe- tibili_ dalla rete di componenti D2, R3 Ra C4, ‘Questo @ tutto per quanto ri- guarda la parte teorica del cir- cuito per ottenere effetti strobo- scopici: passiamo adesso a con- siderare la realizzazione prati- ca soffermandoci con particolare attenzione sui cosiddetti punti critici COME SI FA UNA STROBOFOTO E" facile realizzare foto stroboscopiche, foto cio’ che visualizzano con effieacia un movimento. Occorre intanto una machina fotografica mu- nita di otturatore con posizio- ne B e, naturalmente, uno stroboscopio. E’ necessaria poi una pellicota ad alta sen- sibilita (in bianco e nero, 27 DIN tipo HPS o meglio Re- cording; colore Ektackrome 400 ASA). Immaginiamo o- desso di voler fotograjare u- na persona in movimento: in- quadriamoia, ferma, su fondo scuro, ¢ mettiamo bene a fuo- co. Spegnamo quindi tutte le luci, apriamo Votturatore sit B e ordiniamo al soggetto di muoversi. — Contemporanea- mente, 0 subito dopo, azio- niamo Vinterruttore dello stroboscopio, il quale comin- cera a lampeggiare rapida- mente, Tempo cinque 0 sei lampi, chiudiamo Votturatore, spegniamo {0 stroboscopio € fermiamo il modelio, La fo- to 2 fatta. Non é difficile in- somma, in ogni caso qualche Scatio di prova non guasta. E il risultato 2 sempre notevo- le, in qualche caso, straordi- nario! DALLA TEGRIA ALLA PRATICA La prima operaziene da com- piere @ la preparazione del cir- cuito stampato. Per poter produrre la basetta stampata per ill fissaggio dei component consigliamo innan- zitutto di procedere all’acquisto delle varie parti, perché in fun- zione delle dimensioni reali del materiale acquistato pud essere necessario modificare leggermen- te la posizione delle piazzole per Vinserimento. Per parlar chiaro: ci sono con- densatori di svariate misure e fon sempre la distanza fra i ter- minali ha lo stesso passo di quel- li che abbiamo utilizzato per il nostso prototipo. Sempre per lo stampato, a patte piccoli spostamenti delle piazzole per adattare il suppor- to ai componenti di cui si dispo- ne, consigliamo di _attenersi quanto pid possibile al tracciato che vi proponiamo nei disegni. Questo perché Ie clevate tensio- ni in gioco richiedono particola- re cura per lisolamento. Le pi- ste devono essere per questo mo- tivo maggiormente distanziate fra loro. [1 nostro prototipo, rea- lizzato con il medesimo traccia- to che vi proponiamo, non ci ha dato inconvenienti ed & risaputo che una prova pratica & sempre buona garanzia. Per la sistemazione dei compo: nenti sul circuito stampato. val- COMPONENTI il montaggio n rim. see. of i ih Uf 5 oc] ==>e ae | 220Vac RI oe a ie cat r =—=2 A | CO oo +, - = wis ‘ PI = 4,7 Mohm CI = 10 pF 350 V elettr. Ri = 1 Mohm C2 = 2,2 uF 350 V elettr, 100 Kohm C3 = 0,1 uF 400 V poliestere 470 ohm 15 W C4 = 5 uF 400 V poliestere 100 Kohm Di = 1N4001 Una proposta Mister Kit: la scatola di montaggio comprende la basetta stampata © tutti ali elementi riportati nell'elenco component (esclusi contenitore e parabola). Prezzo Lire 25mila, tramite vaglia anticipato 0 pagamento conirassegno, D2 = 1N4001 D5 = diac 600 V SCR = 600 V 4A T vedi testo XBLUSO © lampada equivalente 21 260 SPIRE Secondario gono le regole che sono fonda- mentali per ogni montaggio elet- ironico: superficie ramata della basetta ben pulita, saldatore da 30 watt con punta sempre puli- ta, saldatura rapida ¢ precisa ¢ naturalmente componenti inse- riti_al posto giusto. Spesso capitato di vedere montaggi ¢- lettronici perfettamente eseguiti, dei veri capolavori di precisione ma, ahim®, con resistenze scam- biate fra loro 0 componenti_atti- vi con i terminali mal posiziona- 22 8 SPIRE Primario ti, Attenzione dunque! Se avete dei dubbi sul valore di una resi- stenza perché i suoi colori sono un poco alterati non perdete tempo a cercare di indovinare: prendete il tester, posizionatelo per effettuare misure di resi- stenza e controllate direttamen- te dalla scala dello strumento. I componenti attivi utilizzati per fo stroboscopic sono in nu- mero limitato: troviamo due dio- di, un diac ed un SCR, Per i dio- di, al momento del montaggio, Nel disegno sono riportate le indicazioni per 1a costruzione del trasjormatore elevatore di tensione che provvede all'innesco della lampada strobescopiea. Il nucleo del trasjormatore @ costituito da una barretta di ferrite per antenne. assicuratevi che ta lineetta sia posizionata come appare nel di- segno; per il diac non ct proble- ma, I] diac & composto da due diodi con le medesime caratte- iche clettriche collegate fra loro con polaritt opposte, per Vesattezza in antiparallelo. Posi- zionatelo come volete, basta che sia nelle piazzole giuste. Per V'SCR € necessario identificare i terminale di gate che sullo sche- ma pratico vedete rappresenta- to con la lettera G. Nel disegno abbiamo raffigurato un tipo di SCR; vene sono con contenitori molto diversi quindi vi consiglia- mo di chiedere indicazioni al ne- goziante sul codice di posizione inali in modo da non a- al momento del mon- taggio pratico, ultimo punto riguarda la parte dello stroboscopio @ il tra- sformatore elevatore di tensio- ne: non @ per niente difficile da realizzare ma richiede molta cu- ra, perché dal suo rendimento e- lettrico dipende la bonta della tensione di innesco della lampa- da, 11 trasformatore per l’elevazio- ne della tensione si realizza uti lizzando come nucleo una bar- retta di ferrite del tipo utilizzato per le antenne delle radio. Tl corpo della barretta di ferrite de- ve essere coperto con nastro i solante di buona qualita 0 con plastica termorestringente di a- datta misura. Per la sistemazio- ne del nastro isolante non esi- stono particolari suggerimenti. Nelle immagini: la basetta a montaggio ultimato, un dettaglio del trasjormatore ed il prototipo lrimato aceanto alla parabola di diffusione. Sul pannelle frontale della Miniconsol della Ganzerli froviamo il eontrollo di frequenza e Tinterruttore Nel caso della plastica termore- stringente si infila la copertura lungo il corpo della barretia, quindi si procede a scaldare la plastica utilizzando come fon- te di calore un asciugacapelli. La plastica dovra aderire perfetta- mente al corpo della barretta e- vitando assolutamente che possa sfilarsi. Per quanto riguarda isola mento il discorso ¢ completo, E? necessario ora allestire gli avvol- gimenti. Per compiere quest’ul- tima operazione ci si procura del filo smaltato della sezione di 0,20 mm, con cui si dovra co- struire il secondario, ¢ del filo, sempre smaltato, della sezione di 1mm per il primario. Suggeriamo di partire dalla costruzione dei secondario: pren- dete il filo ed avvolgetelo con moita cura distribuendo con u- niformiti le spire intorno alla barretta isolata. Le spire debbo- no essere 260, una pid o una me- nd non fa molta differenza, pe- 19 cercate di non abbondare! U- na volta che Vavvolgimento del secondario & costruito, per evi tare che distrugga si deve proce- dere a fissarlo. Tenendo sempre in tensione i capi dell’avvolgi- mento si pud fissare V'insieme delle spire lasciando cadere del- le gocce di cera da una candela Sul corpo dell’avvolgimento stes- so. Un altro metodo consiste ii voce nel passare con un pennelli- no dello smalto per unghie oppu- re della cota capace di inserirsi con omogeneita fra una spira ¢ Valtra realizzando un insieme Particolarmente tenace. Quando il secondario & fissa- to, lasciate che i terminali del- Pavvolgimento rimangano per il momento ancora lunghi circa 15. centimetri, Suecessivamente prima della saldatura del trasfor- matore, si provvederd a togli¢re la protezione isolante e a rende- te le mistire dei collegamenti i- donee all’impiego pratico. Costruiamo adesso il prima- rio. Per il primario dell’elevato- re di tensione si utilizza un filo che, per la sua sezione, risulta abbastanza rigido. La lavorazio- ne & pitt semplice: le spire sono soltanto 8 ed il filo, proprio per la sua rigidita, rimane avvolto senza problemi al corpo della barretta isolata. I due avvolgi- menti, come appare chiaramente dal disegno relativo, sono posti uno di fianco allaltro. Le spire del primario sono spaziate fra loro di circa 2 millimetri e per il momento, anche in questo caso, 23 @ bene fasciare abbastanza lun- ghii terminali, Préndiamo ora il circuito stampato su cui abbiamo gid saldato il resto dei componenti elettronici costituenti la struttu- ra, Sulla basetta si trovano dei fori dove dovranno essere saldati i terminali del trasformatore, Per prima cosa si procede adeguando la lunghezza dei capi del prima- rio alle reali necessita di montag- gio. A questo punto bisogna to- gliere con molia cura lo smalto isolante dal filo di rame in mo- do da realizzare, a saldatura av- venuta, anche perfetta conducibi- lita elettrica. 1 filo rigido del pri- mario ci consente anche di rea- lizzare automaticamente un sup- porto meccanico per il trasfor- matore: il supporto meceanico & il primario stesso. Come per il primario anche per il secondario si deve adeguare la ulnghezza dei terminali alle necessiti e provvedere a togliere lisolamen- to. I fili del secondario debbono essere sistemati con particolare cura in quanto fra loro scorre al momento del funzionamento una differenza di potenziale superio- re a 10.000 volt in corrente al- ternata, La basetta & pronta, per ope- rare un collaudo é ora sufficien- te collegare provvisoriamente i terminali della lampada strobo- scopica ai punti relativi e dare tensione facendo attenzione che 24 la basetta sia appoggiata su di un piano ed evitando di met- tere le mani in punti a poten: le troppo elevato. 1 diecimila volt presenti per effetto delle de- boli correnti in gioco sono meno pericolosi dei duecentoventi della rete di alimentazione, tuttavia & sempre sconsigliabile esporsi a shock elettrici di qualsiasi gene- re, Il circuito deve funzionare subito, Ruotando i] potenziome- tro si deve riscontrare un cam- biamento della frequenza di lampeggio, Qualora la lampada non desse segni di vita togliete tensione al circuito e rivedere accuratamente le saldature. Pro- vate anche cambiare la spazia- tura delle spire del primario, po- trebbe trattarsi di flusso magne- tico che non si concatena bene fra primario e secondario. In pratica, come certamente avete capito, tutto dipende dalla bon- ta del’ trasformatore. Una volta che il circuito & stato collaudato con risultato po- sitivo si deve procedere in mo- do da ottenere dalla lampada stroboscopica la miglior diffu- sione. ; Per il nostro prototipo ci sia- mo avvalsi di una parabola un faro da auto, Siamo andati dall’elettrauto pid vicino al nostro laboratorio € gli abbiamo chiesto se poteva darei il corpo di un vecchio faro con il vetro roto: non ci sono stati problemi, in un angolo del- Ja sua officina ce n’era un’inte- ra pigna. Abbiamo smontato il veechio faro provvedendo con molta cura a togliere con una pinza i pezzi di vetro rimasti aitaceati. Allargando poi il foro posto sul basamento dove nor- malmente si innesta la lampadi- ha, abbiamo fatto in modo da poter alloggiare la presa di uno zoccolo per valvole recuperato da un televisore ormai da anni fuoti uso. Alla lampada strobo- scopica abbiamo saldato dei pin di misura adatia al_passo della presa ed abbiamo innestato Ia lampada a quest’ultima. Owvia- mente sul retro della presa sono stati saldati i fili che fanno capo al circuito nei punti destinati al- Vinnesco ed al mantenimento della differenza di potenziale della lampada. Questa in sintesi & Voperazio- ne che abbiamo compiuto per fornire 1a lampada strobo di un rifletiore a parabola di buone dimensioni che permettesse di concentrare con efficacia la lu- ce dei lampi prodotti, Natural- mente la parabola & stata tirata a nuovo, lucidata con molta cu- ra e abbellita sul bordo con un profilino di gomme apo mente incollato per evitare i ta- gliarsi_ maneggiando il vecchio faro. Il profilo di gomma ci & co- stato qualche centinaio di lire in un negozio di articoli plastic € per il rocco finale, la rifinitura da perfezionisti, ci siamo procu- rati un barattolino di smalto da modellismo nero opaco col qua- Je abbiamo dato qualche pennel- lata artistica qua e 18, per esem- pio su) basamento dello zoccolo per valvole. Il retro della parabola non Vabbiamo toccato, col suo oc- chiello rigido permette di appen- dere il faro a mo’ di quadro e vi lastiano immaginare l'effetto che, appeso al chiodo, fa questo originalissimo illuminatore stro- boscopico. eit BOM ae a eee ee Oe LU) etn ech ‘ywr |ncauency couNTER 220 MW: FREQUENZIMETRO DIGITALE BRI 8200 1 Hz + 220 MHz AUTO Pieno di elettroni per la tua batteria di ARSENIO SPADONI * quasi estate € il ricordo di ante mancate partenze do- vute alla batteria dell’auto che si era scaricata durante la not- te dovrebbe essere ormai sva- nito, Almeno una volta, a cia- scuno di noi, & capitato di ar- rivare in ritardo in ufficio o di ta all'aperto durante la_notte Ma, come sempre, tra pochi me- si la bella stagione finira, e con la batteria saranno i soliti pro- blemi, Per questo motivo, con (prudente) anticipo, presentiamo un carica-batteria che vi consen: tira di partire al mattino senza dover rimandare una partenza a causa della batteria scarica. Con Papprossimarsi della bella _sta- gione © con lumidita che dimi- nuisce, anche la batteria dell’au- to, come i reumatismi, tira un so- spiro di sollievo. Pitt calore e meno w E gnificano minori perdite e quin- di partenze sicure al mattino, an- che se automobile viene lascia- 26 intoppi di sorta, Quanti sono in- teressati alla costruzione potran- no, in questi mesi di vacanze, reperire a poco a poco i compo- nenti, montare l’apparecchio, in- scatolarlo in modo da poter fun- zionare con i primi freddi. Il circuito del carica-batterie & molto semplice e la sua realizza zione non richiede una grande e- sperienza nel campo dei montag- ai elettronici. L’apparecchio pud essere utilizeato per ricaricare sia batterie da 12 volt che bat- terie da 6 volt normamlente uti- lizzate per ’avviamento per l'av- viamento delle moto. E” comple- tamente automatico in quanto raggiungendo 1a tensione massi- ma di carica si spegne da solo, senza alcun intervento da parte dell’automobilista, E’ questo un vantaggio non trascurabile in quanto una carica eccessiva po- trebbe danneggiare irreparabil: mente 1a batteria, Vediamo ora pit da vicino il circuito elettri- co che vi proponiamo. LO SCHEMA ELETTRICO Il circuito elettrico det cari- cabatterie utiliza quattro tran- sistor ed un numero limitato di componenti passivi. Il compo- nente pid costoso e forse pid cri- tico (in quanto non si trova fa- cilmente in commercio) & il tra- sformatore di alimentazione. 28 Questo trasformatore deve pre- sentare una potenza di circa 120 watt € deve essere in grado di e- rogare ai capi dell’avvolgimento secondario una tensione di 15 volt con una corrente nominale di 7,5 ampére. Questi valori non sono tassativi; qualora riusciate a reperire un trasformatore con caralteristiche simili potrete sen- Zaltro_utilizzarlo. L’unico valo- re critico & quello della tensione dell'avvolgimento —_secondario che, se da un lato pud presen- tare un valore notevolmente su- periore a quello nominale, non deve mai essere inferiore a 14-15 volt. Qualora incontraste diffi colti nel reperire questo com- ponente, potrete rivolgervi ad u- no dei tanti artigiani che costrui- scono trasformatori. I] suo co- sto non dovrebbe superare le 10-12 mila lire; con un importo simile si possono acquistare an- che tutti gli altri componenti, compreso lo strumento, per cui la cifta totale occorrente per ta M1 curiea batteria di cui vedetw in alto to schema @ di tipo auromatica: ossia si disinserisce quando la carica @ stata completata. Tutti gli elementi racchiusi nel tratteggio trovano spazio sul cireuito stampato. Lupparecchio prevede la possibilitt di accoppiamento a batterie da 12 0 da 6 volt indifferentemente: @ sufficiente spostare Fupposito deviatore, Il livello della corrente di cavica @ costantemente visuulizzato dallo strumento. realizzazione, contenitore esclu- so, non dovrebbe superare le 25 mila lire. La tensione presente ai capi dell’avvolgimento secondario del trasformatore di alimentazione viene raddrizzata da un ponte di diodi formato dai diodi D1-D4 i quali debbono essere in grado di « reggere » una tensione in. versa di 100 volt con una corren- te di almeno 10 ampere. La tensione presente a valle del ponte di diodi & di tipo uni- direzionale. Tn questo caso non & necessa- rio che la tensione venga filtrata tramite un condensatore di ele- vata capacit’, in quanto da ele- mento di filtro funge in un certo senso la batteria stessa. E’ suffi- ciente che ai morsetti della bat- teria non giunga mai una tensio: ne inversa, II fusibile da 10 am- pere collegato in serie appena dopo il ponte di diodi protegge il circuito nei confronti di even- tuali corto circuiti tra i morset- ti di uscita. Il diodo Led collega- to in serie alla resistenza Ri fun- ge da spia indicando con la sua accensione quando lapparecchio & in funzione, Ma passiamo ora al funziona- mento del circuito di regolazio- he vero e proprio, Per meglio comprendere funzionamento dell’apparecchio, tralasciamo per un istante i transistor Tt ¢ T2 ed i diodi collegati in parallelo all'uscita: il circuito risulta quel- Jo di un semplice alimentatore 23 COMPONENTI Rt = 1 Kohm R2 =1 Kohm R35 =1 Kohm R4 = 100 ohm Pot. Lin, regolabile in corrente. I!_poten- ziometro R4 consente infatti di variare 1a corrente che fluisce attraverso la giunzione C-E del transistor di potenza T4 e quin- di la corrente di carica della bat- teria. Tale corrente pud essere regolata tra 2 e 6 ampere. La re- sistenza R6 ha il compito di pro- 1 due trimmer che appaiono nnell'intmagine sono i punti su cui @ necessario intervenire per la regolazione del punto di lavoro del carica batteria R5 = Vedi testo RiG = 330 ohm R6 = 0,33 ohm 10 W (vedi RIL = | Kohm Trimmer testo) R12 = 330 ohm R7 = 68 ohm Tutte le resistenze, salvo R8. = 4,7 Kohm diversa indicazione, sono RO = 1 Kohm Trimmer durre una leggera caduta di ten- sione proporzionale alla corren- te di carica, In questo modo per Vindicazione della corrente di carica pud essere utilizzato un qualsiasi_milliamperometro. La resistenza R6 deve presentare un valore di 0,33 ohm ¢ deve esse- te in grado di dissipare una po- da 1% W al 10% tenza di circa 10 watt. A causa della scarsa reperibilita di un componente di questo tipo, ab- biamo previsto l'impiego di tre resistenze da 1 ohm 3/5 watt collegate in parallelo tra loro. La tensione che cade ai capi di questa resistenza & compresa tra 0,66 ¢ 1,98 volt, a seconds del- il montaggio 100V - 10A 100V - 10A D3 = 100V - 10A 100V - 10A 1N 4001 De = 1N 4001 Ja corrente di carica. I! milliam- perometto & collegato, unitamen- te alla resistenza R5, in paralle lo alla resistenza R6; Ja corren- te che fluisce attraverso la bobi. na risulta pertanto proporziona: le alla caduta di tensione, ove ro alla corrente di carica. 1 va- lore della resistenza R5 deve es- ‘ x Zener 12V v2 W 1N 4001 Zener 5,6 V 12 W D10 = 1N 4001 Dit = 1N 4001 Ti = BC 1788 sere scelto in funzione della por- tata dello strumento utilizzato; con uno strumento da 1 mA fs. la resistenza deve presentare un valore di 33 ohm. II condensa- tore C1 collegato in parallelo al- lo strumento evita la vibrazione della lancetta dovuta all'elevato ripple, Passiamo ora all’anali- “ easel a a py « Stews 12 C1088. TS }C 287 4 IN 3055 Ci = 470 uF 12 VL ‘Trasf, Al, = 120 Watt; avv. sec. 15 V1,5.A si del funzionamento del cuito di protezione Vediamo innanzitutto quali compiti deve assolvere questo cireuito. In pratica esso deve in- tervenire per disattivare i cari- cabatterie quando la tensione presente ai capi della batterla raggiunge il massimo livello am: cir I semiconduttori (diodi di potenza) che vedete diretament fis al circuito stampato sono dimensionati in funzione delassorbimento a pieno carico. ssibile, che per le batterie a 12 volt ammonta a 14,1 volt (7 volt per le batterie per moto). Quando il caricabatterie viene collegato ai morsetti della batte- ria, la sua tenstone di uscita pre- senta Ia stessa_tensione della | batteria scarica. Tale tensione, a | mano a mano che la batteria si carica, aumenta sino @ raggiun- gere i valori sopracitati. A que- sto punto la batteria & carica ed | interviene il circuito di protezio- i ne, Quando infatti la tensione presente all’uscita del caricabat- teric raggiunge il yalore critico, inizia a circolare corrente attra- verso i diodi D5, D6 € D7 il cui valore di soglia & appunto di 14,1 volt, Questo fatto provoca Ventrata in conduzione dei tran- tor T2 e TI e la conseguente interdizione del transistor regola tore T4. In questo modo il cari cabatterie non fornisce pitt cor fente all’elemento in carica. Tra- mite il commutatore $2 & possi- bile sceghere il valore della ten- sione di soglia (14,1 volt oppure 32 7 volt) a seconda del tipo di bat- teria in carica, I trimmer R9 e R11 debbono essere regolati per ottenere una decisa entrata in funzione del circuito di protezio- ne quando la tensione di uscita raggiunge i livelli di soglia. LA COSTRUZIONE La realizzazione pratica’ di questo apparecchio & molto sem: plice. Il circuito infatti @ per nulla critico e non richiede al: cun strumento per la taratura © la messa a punto. L’unico stru mento necessario & il comunissi: mo tester con il quale dovranno essere effettuate alcune verifiche La prima operazione da portare a termine @ l’approntamento del- la basetta stampata il cui dise- gno @ riportato nelle illustrazio- ni unitamente al piano di cablag- gio. La basetta misura_appena 140x80 millimetri e pud essere realizzata sia in fibra di vetro che con materiale fenolico. In La piastra del cirewito stampato, ilizzando le strutture meceaniche interne del contenitore, ® stata fissata verticalmente i modo parallelo al pannello Jrontale, questo caso l’unico accorgimento da adottare per evitare inconve- nieati durante il funzionamento & quello di realizzare piste piut- tosto larghe in quanto le cor renti_circolanti sono piuttosto elevate. | componenti_ montati sulla basetta sono quelli che sul circuito elettrico sono all'inteno del tratteggio. Durante la saldatura dei va ri componenti dovrete prostare attenzione alla loro esatta inser- zione sulla basetta e, per quan- Nelle immagini il prototipo completo, aperto, chiuso @ in dettuglio. I potenziomeiro centrale permette di regolare la corrente di carica leggibile poi sullo strumento, sae bee to riguarda i semiconduttori dovrete agire pid rapidamen- te possibile per evitare che il calore danneggi i microscopici pezzetti di silicio. Ultimato il cablaggio della basetta stampata, dovrete approntare il contenito- re entro il quale l’apparecchio verrit alloggiato. Per il nostro prototipo ne abbiamo utilizzato uno metallico della Ganzerli che si @ sivelato estremamente fun- nale specie per quanto riguar- da il montaggio della basetta. Sul frontalino del_contenitore dovrete realizzare i fori per I’in- terruttore generale, per il Led per le boccole di uscita, per potenziometro R4, per il com- mutatore $2 e per il milliampe- rometro, Quest’ultimo foro ri chiede una mole di lavoro non trascurabile in quanto per realiz- zarlo dovranno essere effettuati tanti piccoli forellini tangenti la circonferenza del foro principa- \e. Sul retro dovranno invece essere prativati i fori per il fu- sibile e quelli necessari per il fissaggio del dissipatore. A que- sto punto dovrete realizzare i va- ri collegamenti tra la basetta ed i componenti esterni, Durante questa fase fate attenzione a non invertire i conduttori e prima di effettuare i collegamenti veri- fieate l'esattezza sia con lo sche- ma elettrico che pratico. Si conclude cosi il montaggio: non rimane ora che provare il funzionamento dell’appareechio e regolare i trimmer R9e R10. A tale scopo darete tensione e, do- po aver accertato che a valle del ponte di diodi sia presente una tensione continua di circa 20 volt, collegherete i morsetti di uscita ad una batteria da ri- caricare. In parallelo_all’uscita collegherete anche il tester. Quando, dopo un certo periodo di tempo, la batteria avr’ rag- giumto i 14,1 volt (la lettura la effettuerete sul tester) dovrete regolare il trimmer R9 sino a fare intervenire il circuito di pro- tezione. L’entrata in funzione del cicruito di protezione & evi- denziata dall’azzeramento del- la corrente di carica (Vindica- zione & fornita dal milliampero- metro). Per regolare il trimmer R11 dovrete operare nello stes- so modo ma utilizzando una bat- teria da 6 volt. A questo punto non timane che riporte il carica- batterie nel box in un angolo dell’appartamento ed attendere i primi giorni di pioggia sicuri che, in qualsiasi condizione, la vostra automobile si metterd in moto senza problemi PRIMI PASS! { circuito stampato & l’elemen- to base da cui si parle per realizzare la maggior parte dei progetti che vi proponiamo. IL supporto ramato inciso su cui effettuare le saldature dei com- ponenti, deve essere la copia fe- dele dei disegno pubblicato. Ve- diamo passo passo come si pro- cede alla preparazione di un cir- cuito stampato di cui si possieda il disegno (master) E’ importante dapprima della pulitura preoecuparsi della 34 superficie ramata: muniti di guanti di gomma si procede alla pulitura del rame con detersivo comune sfregando anche con del- Ja paglictta, non saponate, Oc- corre poi asciugare la basetta con uno straccio che non perda peli. Adesso si pud cominciare a riprodurre il disegno sulla ba- setta, impiegando gli appositi simboli trasferibili, E’ importan- te pressare bene sia le piazzuole che le piste. Giunto il momen- to dell’incisione, la basetta de- Preparare un circuito stampato @ molto semplice: & sufliciente eseguire poche operaziont con estrema precisione. Di rigore Fassoluta pulizia dei supporto ramato e la fedele disposizione delle piste rispetto al disegno originale, di FRANCO TAGLIABUE QUATTRO CONSIGLI PRATICI PER LA PREPARAZIONE DELLE. BASETTE STAMPATE. DAL MASTER ALLA BASETTA IN OTTO VIGNETTE. Piste ¢ piuzzuote devono essere applicate eon cura, per gli integrati 2 fondamentale a corretta spaziatura fra un In commercio sono simboli trasferibili can il corretto passo. ve essere immersa nella soluzio- ne diluita di percloruro ferrico che provvede ad asportare la su- perficie di rame non protetta dai trasferibili. 11 bagno di incisione dura circa venti minuti, Dopo, si rende necessario un avovo lavaggio per togliere le tracce di collante lasciate dai trasferibili, l'eventuale sporco, nonché le impurit& dello stesso bagno di incisione. La basetta & incisal Ora ci si arma di trapano e si provvede al- la foratura delle piazzuole per il posizionamento dei componenti: consigliamo Vaso di una punta da 1 millimetro per la prima fo- ratura e da 1,5 0 2 mm per i fo ri di tutti quei componenti che hanno terminali pit. consistenti, Dopo la foratura un altro ba- gno, perch’ {} citcuito stampa- to deve essere perfettamente pu- lito quando si saldano i compo- enti. Visto com’ facile realizzare un circuito stampato? 38, BASSA FREQUENZA Jolly 1,5 amplificatore di SANDRO PETRO" UN CIRCUITO INTEGRATO, DUE TRANSISTOR ED IL GIOCO E FATTO: CON MENO DI UN'ORA DL LAVORO POTETE COSTRUIRVI UN PICCOLO AMPLIFICATORE DI BASSA FREQUENZA PER IL LABORATORIO O PER TUTTE LE UTILIZZAZIONI_ DOVE. NON E" RICHIESTA ELEVATA POTENZA. Dior dig siete anal icatore che possa essere uti- fizzato ogni volta in cui serve contrellare un oscillatore, prova- re una radiolina, verificare il mangianastri & un’esigenza base del laboratorio, Cosi pure & bel- lo poter disporre di_un piccolo amplificatore da utilizzare come strumento di diffusione sonora per tutte le oocasioni in cui non ® richiesta una elevata potenza, In Sinea con queste esigenze vi presentiamo un piccolo © ver satile amplificatore di bassa fre- quenza estremamente semplice dal punto di vista circuitale e pratico da montare per cid che concere l'aspotto costruttivo. Si tratta di uno stadio di bassa fre- quenza con una sensibilita mini- ma di ingresso pari a 0,5 mV © con un'uscita di 1,5 watt con- tinui (2 watt di picco) L’amplificatore utilize solo due transistor ed un circuito in- tegrato ed & in grado di assicu- rare una risposta di frequenza da 50 a 15 mila Hz entro un campo di pitt o meno tre decibel Tutta la struttura circuitale & sistemata su circuito stampato e sono previsti due ingressi. Il pr mo dei due ingressi, con una sen- sibilita minima di 0.5 mV @ pre- visto per essere collegato a te- stine magnetiche di_ giradischi oppure a microfoni: i secondo, quello a bassa sensibilita, & pre- visto per essere utilizzato con registeatori o sintonizzatori Da queste ultime indicazioni avete certamente gid capito che Vamplificatore 2 un vero e pro- prio jolly che risolve in ogni mo- mento qualsiasi problema di am- plificazione in bassa frequenza. Visto che non ei sono partico- Jari limiti alla sua applicazione pratica lasciamo alla vostra fan- tasia la possibilit’ di trovare ogni impiego ulteriore e passiamo dunque a considerare i criteri ge- nerali di funzionamento del cir- cuito. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO Lo schema elettrico dell’ampli- ficatore si suddivide in quattro unita, Tre di queste parti servo- no per lamplificazione ed una per I’alimentazione. | primi due stadi di amplificazione sono rea- lizzati a transistor, mentre 'uni- 12 di potenza & costituita da_un circuito integrato prodotto dalla SGS-Ates. Liingresso ad elevata sensibi li utilizza tutti gli stadi di am- plificazione mentre altro, quel- Jo a bassa sensibilita, si avvale solo de} circuito integrato. I semiconduttori utilizzati_ per le sezioni di ingresso sono di ti- po BC 3178. Si trata di tran: sistor al silicio adatti_ per ampii- ficazione di segnali di bassa fr quenza con bassa dissipazione. Il contenitore & di tipo plastic in quanto non sono soggetti a particolari sollecitazioni termi- che. Lo stadio di alimentazione & del tipo pit semplice: trasfor- matore, ponte di raddrizzamento a diodi ¢ condensatore di filtrag- gio. 37 ANALISI DEL CIRCUITO Dopo aver considerato a gran- di linee il funzionamento del- Vamplificatore vediamo nei det- tagli il citcuito soffermandoci sul compito delle diverse parti. Pro- cediamo percorrendo la stessa strada che segue un segnale ap- plicato all'ingresso ad alta sen- bilitd: ossia quello previsto per segnali molto deboli. La tensione minima di 0,5 mV viene applicata fra il con- densatore elettrolitico C1 ¢ la massa generale del circuito cui fa capo anche il negativo del- Valimentazione. Dal condensato- re Cl da 5 pF la modulazione in bassa frequenza & appliceta direttamente alla base del tran- sistor TRI del tipo BC 3178, Tl transistor & utilizzato nella con- figurazione ad emettitore comu- ne ed & a sua volta collegato al- la base di TR2 (dello stesso tipo) tramite la resistenza R3 da 100 Kohm ed il condensatore elettro- litico C4, TR2 provvede ad in- crementare V'ampiezza del se- gnale di bassa frequenza che gid stato amplificato da TR1 man- tenendone inalterate le caratte- ristiche di frequenza. Sull’uscita di TR2 troviamo il segnale por- tato ormai ad un livello tale da poier pilotare con facilita il cir- Cuito integrato ed inoltre la sua 38 buona ampiezza consente anche delle facili riduzioni per effettua- re il controllo di volume. Infat- ti, dopo aver passato le armatu- re del condensatore elettrolitico C7, il segnale si trova di fronte il potenziometro RB che ha il compito di regolare il volume di riproduzione. R8 & un potenzio- metro logaritmico da 47 Kohm collegato fra il polo negativo di C7 ed il collegamento di massa. I suo cursore, che preleva la quantita di segnale per ottenere in uscita il livello di riproduzio- ne desiderato, mediante la resi- stenza R9 ed il condensatore C10 & collegato ait’ingresso del- Vintegrato che corrisponde al piedino numero 7. Il circuito integrato ingloba in se tutta la struttura elettrica at- tiva e passiva per effettuare una amplificazione di piccola poten- za: al progettista che opera con questo integrato (TAA611B12) viene solo lasciata la possibilita di intervenire con reti di com- pensazione pastive per determ nare le caratteristiche della ban- da passante. Nel nostro caso abbiamo ap- plicato fra il piedino 5 © massa una resistenza da 150 ohm (R12) ed un condensatore da 47 uF (C12) per quanto riguarda il controllo dei toni piti bassi e due condensatori, rispettivamente da 82 © 1500 pF, fra i piedini 3/4 € 4/12 per stabilire il campo de- ali acuti.. L'uscita del segnale amplifica- to € pronto per la riproduzione via altopartante & al piedino 12. Fra Paltoparlante necessario per la diffusione sonora e Vingresso @ posto un condesatore elettroli- tico da 470 uF 16 volt lavoro con il compito di creare un di- saccoppiamento in corrente con- tinua. Lialtoparlante necessario per la corretta diffusione deve poter dissipare una potenza da 1,5 a 2 watt con un’impedenza di 8 ‘ohm; possono essere _utilizzati eventualmente due diffusori da 4 ohm collegati fra loro in serie in modo da offrire egualmente il corretto carico di impedenza al circuito integrato TAA611B12. Per i segnali di bassa frequen- za a maggior livello il percorso @ decisamente pity breve: il se- condo ingresso, quello con sen- lita minima'di 50 mV, & ap- plicato direttamente fra la mas- sa ed il punto di unione dell’ar- matura negativa di C7 ed il po- tenziometra per la_regolazione del volume che sulle schema tro- vate indicato con sigla R8. In pratica accade che i segnali di pit elevato livello bypassano (superano) i primi due stadi realizzati a componenti discreti (transistor). Quanto detto @ tutto per, cid che concerne direttamente I’am- plificazione; spendiamo ora due parole per la parte di alimenta zione. La tensione alternata a 9 volt, -220V = ricavata dal secondario di un trasformatore in grado di ero- gare una corrente di 300 mA, & applicata ai capi di una struttu- ra elettrica costituita da quattro diodi del tipo {N4001 nella ti- pica configurazione di Graetz. Ai capi rimasti liberi del ponte si trova una tensione continua di 12 volt pronta per essere filtra- ta dal condensatore C17 da 1000 uF, Liintera differenza di poten- Ziale ricavata dallo stadio di ali- mentazione & presente fra i ter- minali 14 e 8/10 del circuito integrato. Differentemente, per quanto concerne i transistor, la tensione di polarizzazione ¢ con- dizionata dalle resistenze R1, R2, R4, R5, R6 ed R7. ‘Come ultima nota riguardo al sistema di alimentazione possia- mo dire che la resistenza R10 " \ ap Nella pagina accanto trova spazio lo schema elettrico dell’amplificatore. Nl cireuito prevede 'alimentazione dalla tensione di rete: aii morsetti 1 ¢ 2 si collega il secondario di wn trasformatore da: 220/9 volt di debole potenza, Tl prototipo dett'anplificatore 2 stato racchiuso in un contenitore di metallo con pannelli frontali in eluminto facifmente lavorabil Nelle foto vedete alcuni detiagli dell'apparecchio ed un articolare dei componenti disposti sullo stampato. assolve al compito di disaccop- piamento fra il preamplificatore e lo stadio finale, IL MONTAGGIO Basta con la teoria, vediamo come si costruisce in pratica que- sto amplificatore. 1 primo passo 2, come sempre, la preparazio- ne del circuito stampato. Nel- la procedura non vi sono par- ticolari difficolt’: si opera co- me al solito riproducendo il di- segno del master con striscioline adesive sulla basetta ramata e poi si provvede ad incidere la piastra nella soluzione di perclo- ruro ferrico. L’unico punto diff ile nella preparazione del cir- cuito stampato consiste nella rea- lizzazione delle piazzole per il circuito integrato: a tal proposi- to vi raccomandiamo di essere molto cauti rispettando le spazia- ture fra un piedino e Valtro ed accertandosi, prima di imiziare le operaziéni di montaggio vero € proprio, che non vi siano corto- ireuiti fra una pista e Valtra, Quando il circuito & pronto potete cominciare a sistemare le resistenze ed a saldarle, Finito con le resistenze viene la volta dei condensatori. Per i conden- satori eccoci alle rituali avver- tenze: occhio alle polarita degli clettrolitici ¢ non insistere trop- 2 : il montaggio | | et STS x ee: “ SS eetites ne be C | oO & cn COMPONENTI 06 =47 uF 16 VE | } C7 Stour 16 vE | RI = 530 Kohm cg =10uF 16 VL | , | R2 = 1 Kohm C9 = 100 BF 16 VL | R35 = 100 Kohm C10 = 100,000 pF | R4 = 100 Kohm C11 = 1.000 pF | R53 = 15 Kohm ce . R6 =1 Kohm cis R7 = 100 ohm Cig = 82 pI R8_= 47 Kohm pot. log. C15 = 1.500 pF iil R9 = 1 Kohm Cl6 = 470 WF 16 VL iG = 100 ohm C17 = 1.000 uF 16 VL | Rit = 47 Kohm Di = 1N 4001 ! R12 = 150 ohm D2 = IN 4001 tutte le resistenze D5 = IN 4001 ste sonio da ¥> W al 10% D4 = 1N 00t CL = 10 uF 16 VL TI = BC 317 B C2 = 4.700 pF T2 = BC 317 B } 3 = 270 pF ICI = TAA 611B12 Riproduzione in dimensioni reali C4 = 10 uF 16 VL AP = 8 ohm dello stampato C5 =47 pF TA = 220/9 V 300 mA 40 Ali Ca weet U po con la punta calda del salda- tore. Gli elementi maggiormente sensibili al calore sono i semi- conduttori e nel nostro caso so- no i quattro diodi del ponte di alimentazione, i due transistor del preamplificatore ¢ lintegrato che costituisce lo stadio finale. Per queste parti vi consiglia- mo I'uso di un saidatore della potenza massima di 30 watt con punta perfettamente pulita e sta- no preparato: non usate pasta calda ¢ siate rapidi nel compiere Voperazione di fusione della goccia di stagno sul punto di contatto, Quando il circuito stampato contiene wtti i componenti il montaggio pud dirsi pronto e po- tete iniziare i collaudi Per prima cosa si collega il trasformatore di alimentazione (attenzione che sul primario ci sono 220 volt in corrente alter- ata); dopo di che si applica ai morsetti 3 e 4 un altoparlante in grado di dissipare la potenza massima che l'amplificatore pud erogare. Si prende poi un gene- ratore di segnali, una radiolina, un mangianastri, un giradischi 0 qualsivoglia sorgente sonora e si Ecco come uppare il cireuite stampato a mortaggio ultimate: ta spesa necessaria per ta realizzozione del'apparecchio, contenitore escluso, si aggira intorno alle 4,000 lire. In basso, foratura det pannello frontale della scatola. prova a vedere che succede. Se il montaggio & stato eseguito corvettamente tutto deve funzio- nare al primo colpo. UI circuito non prevede punti di taratura perché abbiamo calcolato i vari componenti passivi in modo che il circuito si trovi gia nelle con- dizioni ottimali di funzionamen- to. — y Quantidispongono di_un la: boratorio attrezzato potranno verificare con gli strumenti le caratteristiche — dell’amplificato- re. A tale scopo si dovri collega- re Puscita dell’amplificatore ad un carico. fittizio (in pratica quattro resistenze da 33_ ohm Vo W collegate in parallel) ¢ all’ingresso dell’oscilloscopio. Al- Vingresso dellamplificatore an- dra invece collegato un genera- tore di scgnali, meglio se con millivoltmetro incorporato. L’ampiezza del segnale di in- gresso dovré essere regolata in modo tale da ottenere il massi- mo segnale indistorto di uscita (segnale visualizzato dall’oscillo- scopio), Per calcolare la poten- za di uscita dell’amplificatore, la frequenza del segnale di ingres- so deve essere di 1 KHz; la po- tenza si ottiene dividendo per 28 lampiezza_picco-picco del segnale di uscita, clevando al quadrato il valore ottenuto e di vidende il risultato per il valore dell'impedenza dell’altoperlante. 11 valore della sensibilita di in- gtesso si ricava dallo strumento del generatore di segnali, mentre per ottenere il valore del rappor- a TA. 43 1 2 Nt IN2 VOLUME re SPIA ON/OFF Sopra, cablaggi da effettuare: IN1, ingresso ad alta sensibilita; IN2, ingresso a basta sensibilitd. Sotto, particolare dei coment RETE to segnale/disturbo occorre scol- legare il genetatore di segnali ¢ misurare il valore della tensione di rumore presente in uscita. I] rapporto S/N si ottiene facen- do il logaritmo del rapporto tra il massimo segnale di uscita e la tensione di rumore. Per otte- nere 1a banda passante dell’am- plificatore & necessario, mante- nendo inalterata l’ampiezza del segnale di ingresso, ridurre e au- mentare la frequenza del segna- le stesso fino a quando il segnale di uscita non si riduce al 70,7% del valore di riferimento a 1 KHz, La banda passante (a meno 3dB) & compresa tra le due fre quenze alle quali si ottiene I'at- tenuazione sopracitata. Una volta riscontrato il cor- retto funzionamento dell’ampli- ficatore si pud passare alla rea- lizzazione della struttura_mec- canica, Nel nostro caso abbiamo utilizzato come contenitore una scatola per apparecchiature elet- troniche prodotta dalla Ganzerli 809/13 Mini Box Per I’assemblaggio meccanico abbiamo come prima cosa prov- veduto a praticare sui pannelli del contenitore i fori per il fis- saggio del potenziometro, dei connettori di ingresso, dellinter- ruttore generale, della presa per Paltoparlante e per il passaggio del cavo di alimentazione cui ab- biamo collegato una spina adat- ta per le prese della rete luce. Dopo aver meccanicamente si- stemato questi pezzi sui pannelli abbiamo fissato il circuito stam- pato al fondo del contenitore Utilizzando dei piocoli distanzia- tori, Aiutandosi con il disegno che abbiamo riprodotto in que- ste stesse pagine potrete realiz~ zare V’apparecchio proprio co- me il nostro prototipo che ades- so conserviamo nel laboratorio per poterlo utilizzare come am- plificatore di prova per tutti quei rogetti che necessitano di BR. ne an TENE DIDATIIGA Polarizzazione in pratica Ee alla seconda ed ultima parte della piccola trattazio- ne sulla polarizzazione del tran- sistor. Vi ricordate quanto ab- biamo detto il mese precedente? Certo, non ci sono dubbi, erano tutte cose semplici semplici, pro- seguiamo allora il discorso ed addentriamoci nei calcoli. Alla di ALDO DEL FAVERO dite la vostra soluzione al pi presto, siamo ansiosi di vedere ‘chi sono i piti bravi, perch’ tutti coloro che avranno rispasto e- sattamente avranno comunque il dirito di vedere pubblicato il loro nome sulla rivista, E adesso vediamo cosa ci di- ce Aldo sulla polarizzazione. esso se si considera eve = 0). Questo parametro dipende dal campo di lavoro, per cui vengo no forniti pit valori a secon- da del punto di lavoro in cui & stato misurato. C’ inoltre da di- re che realizzare tecnologica- mente componenti aventi iden che caratteristiche & praticamen- fine della spiegazione trovate anche un piccolo questianario che pud farvi vincere un bel premio. Ricordate che per i pri: mi due lettori che ci invieran- no il questionario correttamente compilato ¢’8 in regalo un abbo- namento a Elettronica 2000, spe- Proseguiamo con I’elenco del- le specifiche di cui ogni transi stor viene cortedato, Le carat- teristiche statiche normalmente forniscono il guadagno di cor- rente continua [c/Is, chiamato hhye:hee @ in pratica in 8 del trar sistor (coincide esattamente con te impossibile (ci si riesce, perd con la tecnica dei circuiti inte- grati) cosicché di questo parame- tro, cosi come altri parametri del transistor, non viene forni- to un valore preciso ma piutto- sto un valore tipico, sottointen- dendosi in tal modo che ill va- a3 Ui dissipatore di calore impedisce che la temperatura del transistor raggiunga limiti pericolosi per Vintegrita della giunzione del semicondutiore. lore effettivo di quel parametro potri anche discostarsi dal va- lore dichiarato. Molto spesso vengono pure forniti i valori mi- nimi € massimi entro cui si pre- vede che possa essere compreso Veffettivo valore di quel deter- minato parametro. In ogni caso & bene puntualizzare che l'elet- tronica non & una scienza esat- ta che mai si potrd avere una perfetta coincidenza fra i valo- ri teorici e quelli sperimentali I valoti limite di funziona- mento, come & ovvio, hanno una Are [rin [TP Imax) Jo |100 | 150} Lattendibilita di certi parametri @ relativa, di aleuni, come heels 8), viene allora fornito i campo presumibile, Per la dissipazione rispertare sempre i limit grande importanza: talivalori ci dicono infatti quali sono i « li- velli di guardia » da non supe: rare se non si vuole danneggiare it dispositivo, Tra essi il princi- pale 2 il valore che da la massi- ma potenza dissipabile dal col- lettore. La giunzione di colletto- re & attraversata dalla corrente Tc ed ha ai propri capi la ten- sione Vea, che & sempre dell’or- dine di parecchi volt: poiché in- vece la tensione Vue & sempre dell’ordine dei decimi di volt, in pratica si ha che Ver = Ves + + Var = Vex. Quindi la poten- Ic = Vee + le pud essere calcolata prati- camente moltiplicando tra loro le coordinate Ic © Vee del pun- to di lavoro. Se allora la poten- za massima dissipabile dichiarata dal costruttore & ad esempio 1W, cid significa che il punto di la: voro va scelto sulle caratteristi- che in maniera tale che il pro- dotto Vee - Je dia un risultato inferiore a 1W. A titolo di esem- pio Ic = 100 mA e Vee =5v sono valori accettabili in quanto il loro prodotto di 0.5 W; ma Ic = 150 mA e Vee = 8v non sono valori accettabili in quanto il loro prodotto da 1,2 W. Di tutto cid & essenziale tener conto quando si sceglie il punto in cui far lavorare il transistor. Altri valori limite normalmente forni: ti sono la massima corrente di collettore e le massime tensioni inverse, che le due giunzioni so- ro in grado di sopportare senza andare in breakdown, Infine vie- ne anche fornita la massima temperatura che pud sopportare la giunzione, indicata con T;, che di solito si aggira attorno ai 200°C per i transistor al silicio € a poco pitt di 100°C per quelli al germanio. In molti casi, per evitare un eccessivo surriscalda- mento, al transistor viene appli- cato un dissipatore di calore: cid si rende indispensabile quando la potenza dissipata & ragguarde- vole, come accade nei cosiddetti transistor di potenza, In ogni ca- so il dissipatore, tenendo pit bassa la temperatura del dispo- sitivo, gli consente di dissipare potenze maggiori di quelle che potrebbe dissipare normalmen- te: se infatti il transistor si scal- da molto, occorre ridurre la po- tenza che gli si vuole far dissi- pare perché c’8 il rischio che la temperatura della giunzione si awicini al valore massimo. In genere il costruttore fornisce un grafico, chiamato curva di ridu- zione, da cui & possibile desume- EE 2 5 5 g z a a Bo z TEMPERATURA re la massima potenza dissipabi- le in funzione della temperatura ambiente ¢ del contenitore. La figura si interpreta in questo mo- do: alla temperatura ambiente, cio’ delParia, di 25°C il tran- sistor pud dissipare fino a 1W; se @ invece il contenitore ad es- sere mantenuto a 25°C, allora il transistor pwd dissipare fino a un massimo di 3W; in enttambi i casi, per temperature maggiori, la potenza dissipabile decresce ¢ si riduce a zero alla temperatura di 200°C. La pit semplice rete per pola- izzare un transistor & indicata in figura ed & chiamata polarizza- zione fissa di base: per realizzar- Ja sono sufficienti una batteria ¢ due resistenze, una per polariz~ zare ta base e Valtra per polariz- zare ill collettore, Lemettitore viene collezato a massa, ovvero al polo — della batteria, essendo il terminale comune; il polo -+ della baiteria si indica con Vcc. Nel nostro caso il transistor ® al silicio e di tipo npn: se fosse sta- to un pnp bisognerebbe invertire i morsetti della batteria di ali- mentazione. Supponiamo di a- ver scelto sulle caratteristiche del transistor il segnale punto di lavoro: Ie = 10 mA; Ver=5 v5 In = 0,05 mA (sottointendiamo che tale punto soddisfi tutte le richieste e rispettivi i vari limi- ti precedentemente visti). Biso- gna imporre allora questi valori alla rete, dimeusionando oppor- tunamente le resistenze Ry ¢ Re. Fissiamo a 9-v il valore di Vcc: deve dunque essere, per il se- condo principio di Kirchhoff: Role -+ Var = Vee Poiché la tensione Vse, per polarizzare direttamente la giun- zione BE, deve essere di circa 06 v se il transistor & al silicio, si pud allora scrivere: Re = (Vec— Vae)/Ie = = (8 v—066 ¥)/0,05 mA = 168K Imponendo ora che Ia tensio- ne Vee sia 5 v si assioura fa cor- retta polarizzazione inversa del- la giunzione CB: infatti Ven = Vee — Ven =5v—06v=44v © quindi ai capi della glunzione CB @ presente una tensione in- versa di 4,4 v, Per determinare la resistenza Re necessaria a tale scopo, basta scrivere ancora il 2° principio di Kirchhoff: Veo = Re le + Ver Re = (Vee — Ver)/I v/10 mA = 04K La potenza che it wransistor 2 in grado di dissipare diminuisee con Uaumentare della temperatura: i grafici mostrano ‘cosa accade nella pratica. Armandosi di un saldatore sa- ri a questo punto possibile la realizzazione pratica del circuito. Per accertarsi che il transistor non sia né saturo né interdetto, basta misurare la sua Ver: se Ver vale circa zero allora il transistor & saturo; se Ver & pari alla Vec allora i} transistor & interdetto. Pud accadere che si abbia la necessitt di verificare quale sia if punto di lavoro di un transi- stor inserito in una rete di pola- jone gid dimensionata. In Sopra, polarizzazione fissa di base: il punto di lavoro 2 stabilito con due resisiense. Tracciando la retta di carica ‘si possono stabilire tuiel punt di lavoro, 45 RL, b) genere vale tale verifica pud es- sere effetzuata per via analitica, usando le equazioni. Consideriamo ancora il circui- to illustrato: scrivendo il 2° prin- di Kirchhoff abbiamo Vee == Rele + Vee che pud anche essere scritto ri- cavando Ic: fe = Vec/Re — Vee/Re Questa 2 l'equazione di una retia nel piano delle caratteri- stiche con pendenza —1/Re. Ri- cavando le sue intersezioni con gli assi si ottiene: le = Vee/Re: Vee = Ver Tracciando la retta di carico rel piano delle curve caratteri- stiche si possono cosi ricavare tutti i possibili punti di lavoro del transistor come punti di in- tersezione della retta di carico con le caratteristiche. Si osservi come, diminuendo il valore di Rc, aumenti la pendenza della 46 retta. Normalmente il punto di lavoro migliore @ il punto medio della retta di carico, essendo e- quidistante dalle zone di satura. zione e di interdizione. Ci occuperemo ora del pro- blema dell’influenza delle tem- peratura sul transistor. La tem- peratura influenza tre parame- tri del transistor: la corrente les, la tensione Vos e il 8. I problema da affrontare 2 allora il seguente: se leno, Vas ¢ 8 va- riano a causa della temperatura pud accadere che, durante il funzionamento, il punto di la- voro del transistor si sposti ¢ non corrisponda pit a quello scelto con tanta cura in fase di progetto, Osserviamo infatti Ve- quazione: Te = Blo + @B + 1) Tepo. Si pud constatare come un au- mento di temperatura, facendo aumentare sia ero che 8, pro- duca in definitive un aumento della corrente di collettore Ic. E* da prejerire un punto di lavoro al centro della retia di carico: in tal modo il transistor @ ben Jontano dalle zone di saturazione ¢ di interdizione. L'influenca della temperatura 0 un beta diverso da quello dichiarato pud far uscire il punto di lavoro del transistor dalla cosiddetta zona lineare. Non solo, ma si potrebbe dimo- strare che l’aumento di tempe- ratura, facendo diminuire Vas, provoca un aumento di Is. In conclusione le variazioni di leso, Vee ¢ 8 portano tuite ad un au- mento di Ie ¢ quindi ad uno spo- stamento del punto di lavoro. In pratica & come se la caratteristi- ca su cui giace il punto di lavoro fosse molto pit alta di quella fornita dal costruttore a 25°C: la figura relativa mostra appunto come, essendo la caratteristica reale spostata, il punto di lavoro, che & 25°C era in zona attiva, per temperature superiori finisca nella zona di saturazione. Ma vi @ una conseguenza ancora pitt ne- gativa, conosciute col nome di « valanga termica ». Hl fenomeno della valanga termica pud essere sintetizzato in questo discorso: Taumento della temperatura fa aumentare la corrente fc, late mente della Tc pud fare aumenta~ re la potenza dissipata dal collet- tore, 'aumento della potenza dis-

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