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Il Channeling

di Gianluca Mosaico

Channeling è un termine inglese che deriva dalla parola channel, canale. Con esso si intende la
comunicazione fra una fonte spirituale ed un essere umano, che avviene solitamente per via
telepatica. Durante una tipica canalizzazione il channeler, o canalizzatore, si pone come tramite di
un messaggio spirituale, la cui origine viene identificata in una entità esterna rispetto al
canalizzatore stesso.

Gli ultimi decenni hanno visto un notevole incremento nella diffusione di questo fenomeno,
accompagnato da una maggiore confidenza del pubblico con questa tipologia di messaggi; ciò è
avvenuto soprattutto nel mondo anglosassone, dove oramai vengono pubblicati ogni anno numerosi
libri contenenti informazioni canalizzate originate dalle fonti più varie. L’apparente novità del
fenomeno potrebbe indurre a pensare che stiamo parlando di una moda moderna e passeggera,
indice del bisogno di nuove certezze spirituali in risposta alla crisi delle religioni tradizionali. In
realtà sarà una sorpresa per molti scoprire che sono proprio le religioni tradizionali, con i rispettivi
testi sacri che ne sono alla base, ad essere la migliore testimonianza dell’origine remota di questo
fenomeno, che è infatti antico quanto l’uomo.

Il Channeling nella storia dell’umanità

I primi testi canalizzati dei quali siamo a conoscenza sono probabilmente i Veda, scritti sacri
dell’antica India la cui origine si perde nella notte dei tempi. Secondo la tradizione, gli inni vedici
più antichi sono stati dettati dai rishi (letteralmente ‘saggi’) in uno stato di trance e messi per
iscritto per l’edificazione spirituale dei loro contemporanei; ancora oggi questi testi sono considerati
di primaria importanza nella religione induista. In essi troviamo enunciato per la prima volta il
concetto dell’Uno, Ekam, inteso come fonte originaria e unitaria di tutto ciò che esiste, e verso il
quale tutto l’universo tende.

Anche le comunicazioni profetiche antiche come quelle dell’Oracolo di Delfi o degli Oracoli
Sibillini sono state ottenute con tecniche analoghe. Esiste infatti un notevole parallelismo, per non
dire equivalenza, fra il fenomeno del channeling e quello del profetismo: nelle società antiche il
profeta, così come lo sciamano, la pizia o il sacerdote, era un membro della comunità al quale
venivano riconosciute particolari capacità di comunicazione con il mondo ultraterreno. In queste
società era ritenuto perfettamente normale il fatto che alcune persone fossero in grado di recepire
dei messaggi provenienti da fonti spirituali disposte a comunicare.

A seconda della cultura nella quale avvenivano queste comunicazioni, tali fonti potevano essere
identificate come antenati della famiglia, spiriti guardiani del mondo naturale, guide spirituali
angeliche o demoniache, fino ad arrivare ai profeti dell’Antico Testamento, che sostenevano di
essere i portavoce del dio nazionale di Israele, che aveva la caratteristica peculiare di pretendere
l’esclusività nella consultazione da parte dei suoi profeti (‘non avrai altro dio al di fuori di me’). A
tal proposito è anche interessante ricordare la storia della composizione del Corano, dal momento
che anch’esso è stato composto attraverso una procedura assolutamente assimilabile a quella della
canalizzazione. Secondo le prime fonti islamiche, infatti, il profeta Maometto era solito sedere in
meditazione nei pressi di una grotta sul monte Hira, vicino alla Mecca, dove ricevette sotto dettatura
una nuova rivelazione, grazie all’intermediazione di una entità spirituale identificata nell’arcangelo
Gabriele.

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Questi brevi esempi sono già sufficienti a smontare la tesi che il channeling sia un fenomeno
esclusivamente moderno: la storia spirituale dell’umanità è stata notevolmente influenzata da questa
pratica, che ha preso diverse forme nelle varie culture e ha persino dato origine alle principali
religioni alle quali la maggior parte degli esseri umani fa ancora riferimento. I consistenti strati di
teologia che caratterizzano ogni tradizione religiosa non dovrebbero farci dimenticare che
all’origine di ognuna di esse c’è sempre stata una esperienza mistica e profetica o spesso, come
diremmo oggi, una canalizzazione. Quello che osserviamo nei tempi moderni è quindi il semplice
‘sdoganamento’ e la diffusione su larga scala di un fenomeno che è connaturato all’uomo e che ha
influenzato in modo notevole la nostra storia passata.

In che cosa consiste il channeling?

Per fare una semplice analogia, è possibile paragonare il channeling al fenomeno della trasmissione
via radio: per ascoltare un determinato tipo di stazione radiofonica è necessario sintonizzarsi su una
determinata frequenza; ciò che ascoltiamo alla radio non ha origine dalla radio stessa, ma viene
semplicemente captato e ritrasmesso nel momento in cui sono presenti determinate condizioni.
Naturalmente, qualunque alterazione o difetto a livello dell’antenna o dell’impianto audio può
alterare anche significativamente la qualità della trasmissione.

Anche nelle neuroscienze avanzate esiste un modello dell’attività cerebrale che in sostanza
paragona il funzionamento del cervello a quello di una radio. Secondo tale paradigma, il cervello
non produrrebbe direttamente i nostri pensieri e la nostra attività mentale, ma sarebbe solo il super-
computer biologico attraverso il quale la coscienza, che esiste a prescindere dal cervello stesso, si
manifesterebbe. All’interno di un simile modello, fenomeni come quello della telepatia o del
channeling sarebbero perfettamente possibili e spiegabili.

Abbiamo accennato al lato scientifico di questo fenomeno, a ‘come’ esso avviene, ma è molto più
importante interrogarsi sul “perché” esso avviene. All’interno di un universo popolato da entità
spirituali, alcune di queste entità possono avere il desiderio di condividere nozioni e informazioni di
vario genere; a volte la condivisione di tali informazioni è parte fondamentale del percorso di
evoluzione di quelle stesse entità, che vedono questo come un servizio offerto ad altre anime in
cammino. É importante tenere a mente che anche queste entità stanno percorrendo come noi un
viaggio spirituale e pertanto, al massimo, possono offrire visioni e opinioni da una prospettiva più
alta, ma mai la verità assoluta. Ci si potrebbe inoltre imbattere in entità che condividono
volontariamente informazioni false o fuorvianti. Il fatto che un messaggio sia stato ottenuto tramite
canalizzazione non è dunque garanzia né dell’elevazione né della utilità delle informazioni ricevute,
ed è pertanto fondamentale avere consapevolezza di tipo di entità si sta canalizzando e mantenere
sempre un atteggiamento critico nei confronti dei messaggi ricevuti. In una parola, il discernimento
è fondamentale.

Per ottenere dei contatti di qualità, vale il principio del simile che attrae il simile: un canale
spiritualmente elevato e privo di ego tenderà ad attrarre fonti di informazioni positive e amorevoli e
viceversa. In linea di massima si potrebbe anche affermare che esistono tanti stili di canalizzazione
quanti canalizzatori, dal momento che simili contatti sono frutto del particolare rapporto che si
instaura fra il ricevitore del messaggio e il suo mandante. È possibile tuttavia trovare diversi
elementi ricorrenti: di seguito parleremo brevemente delle caratteristiche dei due tipi più comuni di
channeling, quello a mente cosciente e quello in stato di trance. Si ricordi comunque che il mondo
del channeling è molto più vasto ed eterogeneo, comprendendo fra le sue forme di espressione
anche la scrittura automatica, come nel caso del libro Un Corso in Miracoli canalizzato dalla

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psicologa clinica Helen Schucman, la medianità classica e altre forme di comunicazione con entità
spirituali.

La canalizzazione a mente cosciente

In questo tipo di canalizzazione, la comunicazione avviene in uno stato di coscienza vigile o semi-
vigile: il canale si sintonizza, per così dire, sulla frequenza dell’entità da canalizzare, mantenendo
però almeno parzialmente il controllo sulle sue percezioni e del suo linguaggio. L’entità canalizzata
invia solitamente i concetti che intende trasmettere sotto forma di ‘complessi di pensiero’, ovvero
sotto forma di insiemi di messaggi che vengono trasmessi non parola-per-parola ma concetto-per-
concetto, che poi toccherà al canalizzatore tradurre nel linguaggio parlato.

In questo primo tipo di canalizzazione la mente sia conscia che subconscia del canale gioca un ruolo
importante nella qualità del messaggio trasmesso, dal momento che essa entra notevolmente in
gioco nella comprensione dei concetti e nella loro traduzione in parole, anche con possibili
interferenze dovute a paure, aspettative o pensieri provenienti dall’inconscio. Da qui comprendiamo
che questo tipo di comunicazione richiede un notevole talento ed esercizio al fine di risultare utile
per l’edificazione di chi ascolta il messaggio.

La canalizzazione in stato di trance

Questo secondo tipo di canalizzazione prevede che il soggetto sia in completo stato di trance (si
parla infatti di trance channeling). In questo caso la mente del canale viene temporaneamente
assopita, eventualmente attraverso tecniche di ipnosi. In questo tipo di channeling le interferenze
consce sono ridotte al minimo, per non dire del tutto eliminate, ma il contatto richiede una cura, una
energia e una dedizione decisamente superiori rispetto al channeling cosciente. La canalizzazione in
trance ha prodotto alcuni dei messaggi più profondi ed elevati che siano mai stati ottenuti, ma non è
raro che essa comporti alla lunga delle sfide sia a livello personale che di salute fisica per il canale
che si dedica ad essa, come dimostrano i casi di Edgar Cayce, soprannominato il profeta
dormiente, e di Carla Rueckert, la canalizzatrice di Ra, l’umile messaggero de La Legge dell’Uno
del quale parleremo nel prossimo approfondimento.

Articolo originariamente pubblicato da Gnostic Radio

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