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N. 202
COMITATO SCIENTIFICO
Pierandrea Amato (Università degli Studi di Messina)
Antonio Caronia (NABA)
Pierre Dalla Vigna (Università degli Studi “Insubria”,
Varese)
Giuseppe Di Giacomo (Università di Roma La Sa-
pienza)
Maurizio Guerri (Università degli Studi di Milano)
Salvo Vaccaro (Università degli Studi di Palermo)
José Luis Villacañas Berlanga (Universidad Complu-
tense de Madrid)
GIUSEPPE RACITI
HO VISTO JÜNGER
NEL CAUCASO
Jonathan Littell, Max Aue e Ernst Jünger
MIMESIS
Eterotopie
Questo volume è pubblicato con il contributo del Diparti-
mento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi
di Catania.
UN EPILOGO 107
APPENDICE
CHE COSA LE HA DETTO PROMETEO NEL CAUCASO?
Uno scambio epistolare
tra Ernst Jünger e Carl Schmitt 111
Son roman… deviendra un classique, on
l’enseignera dans les classes, on en interro-
gera sans fin les prolongements philosophi-
ques, les implications morales.
(Daniel Bougnoux)
HO VISTO JÜNGER
NEL CAUCASO
69 Ibid.
70 E. Jünger, Der Arbeiter, cit., p. 35.
71 I. Kershaw, Hitler 1936-1945, cit., p. 23.
72 Ibid., p. 24.
73 Ibid., p. 25.
74 Ibid., pp. 24-26.
Giuseppe Raciti 31
99 A 287, B 276.
100 Come ritiene G. Nivat, Le Bienveillantes et les classiques
russes, cit., p. 62.
38 Ho visto Jünger nel Caucaso
125 Ibid.
126 Ibid., p. 11.
127 H. Fischer, Karl Marx und sein Verhältnis zu Staat und
Wirtschaft, cit., p. 16.
128 G. Bataille, La structure psychologique du fascisme, cit.,
p. 12.
129 A 20, B 25.
Giuseppe Raciti 45
130 Ibid.
131 Cfr. soprattutto La Parte maudite, cit., pp. 78 ss., in cui
Bataille sostiene che il compito del sacrificio è essenzial-
mente quello di restituire «al mondo sacro ciò che l’uso
servile ha degradato e reso profano. L’uso servile ha tra-
sformato in una cosa (un oggetto) ciò che in senso profon-
do è della stessa natura del soggetto [...]». Così il sacri-
ficio interviene ad affrancare la vittima dalla condizione
reificata: «La distruzione è il miglior modo di negare il
rapporto utilitario tra l’uomo e l’animale o la pianta».
132 G. Bataille, La notion de dépense, cit., p. 24.
133 Ibid., p. 28.
46 Ho visto Jünger nel Caucaso
limitata, tranne nel caso che essa abbia a che fare con
una certa percezione del vuoto [Hohlheit]155.
164 Ibid.
165 Ibid., p. 19, nota 65.
166 Ibid., p. 22. Il riferimento è ai diari della Grande Guerra.
167 Ibid.
168 Ibid., p. 21.
169 Ibid.
56 Ho visto Jünger nel Caucaso
197 S.-O. Berggötz, Ernst Jünger und die Geiseln, cit., pp.
406-407. Cfr. anche E. Jünger, Jahre der Okkupation, cit.,
pp. 181 ss.
198 Ibid., pp. 414-415.
199 E. Jünger, Strahl., cit, p. 99.
64 Ho visto Jünger nel Caucaso
200 Id., Das erste Pariser Tagebuch, cit., p. 308 (corsivo no-
stro).
201 Ibid., p. 267, in data 22 ottobre 1941. Il testo di Strahl.,
cit., è impercettibilmente diverso: «Il lupo che irrompe in
uno stabbio pieno di pecore ne sbrana due o tre. Alcune
centinaia si schiacciano a vicenda».
Giuseppe Raciti 65
luglio 1943.
212 Id., Das erste Pariser Tagebuch, cit., p. 366, in data 16
agosto 1942.
213 W. von Schramm, Aufstand der Generale: Der 20. Juli
in Paris [1953], Monaco, 1964, cit. in A. Mitchell, The
Devil’s Captain, cit., p. 102, nota 15.
68 Ho visto Jünger nel Caucaso
221 Ibid.
222 Th. Mann, Joseph in Ägypten [1936], Francoforte s.M.,
2004, p. 88.
223 E. Jünger, Strahl., cit., p. 343, in data 22 giugno 1943.
224 Ibid.
225 A 879, B 832: «Alors j’eus une idée: […] me tirant par les
avantbras, poussai mon front contre cette vulve, appuyant
ma cicatrice contre le trou. Maintenant, c’était moi qui re-
gardais à l’intérieur, fouillait les profondeurs de ce corps
Giuseppe Raciti 71
7 ottobre 1942.
267 A 420, B 402.
268 E. Jünger, Jahre der Okkupation, cit., p. 68, in data 23
maggio 1945.
269 Ibid.
270 Ibid.
271 Ibid.
272 Nell’ultima ed. delle Strahlungen il passo è stato soppres-
80 Ho visto Jünger nel Caucaso
316 B 11, A 5.
317 J. Grethlein, Littells Orestie, cit. p. 21.
Giuseppe Raciti 93
Non avevo mai notato fino a che punto quel naso fos-
se largo e sproporzionato. Di profilo, i baffetti distraeva-
no meno l’attenzione e si vedeva più chiaramente: ave-
va una radice spessa e i lati piatti, si sollevava in punta
per via di una piccola frattura; c’était clairement un nez
slave ou bohémien, presque mongolo-ostique. Non so
perché quel particolare mi affascinasse, lo trovavo qua-
si scandaloso. Il Führer si avvicinava e io continuavo a
osservarlo. […] Il suo alito acre, fetido mi indispose de-
finitivamente: era davvero troppo da sopportare. Allora
mi chinai e con forza gli morsi a sangue quel suo naso
bulboso342.
343 B 881.
344 J. Littell, Brief an meine Übersetzer (31 maggio 2007), in
Aa.Vv., Die Wohlgesinnten, cit., p. 13.
345 B 881.
346 J. Littell, Brief an meine Übersetzer (31 maggio 2007),
cit., p. 13. Su questo punto, cfr. G. Nivat, Les Bienveil-
lantes et les classiques russes, cit., p. 64. Per l’episodio
dostoevskiano, cfr. I demoni [1871], tr. it. di A. Polledro,
Torino, 1974, p. 42.
347 D. Bougnoux, Max Aue, personnage de roman, cit., p. 68.
100 Ho visto Jünger nel Caucaso
p. 42).
351 E. Jünger, Kirchhorster Blätter, in Id., Sämtliche Werke,
cit., vol. 3, sez I, p. 387, in data 20 marzo 1945.
352 Ibid.
102 Ho visto Jünger nel Caucaso
353 Ibid.
354 A. Mitchell, Nazi Paris, cit., p. 47.
355 Ibid., p. 54.
Giuseppe Raciti 103
UN EPILOGO
10 ottobre 1942
Caro Schmitt,
con ogni probabilità dal 2 novembre non mi troverà
più qui2; per quanto mi è dato sapere, infatti, sarò co-
mandato per tre mesi nel Caucaso. A farmi visita sarà
dunque Prometeo in persona, il più potente dei Titani,
che in questo interregno degli dei acquista nuova forza
[…].
10 dicembre 1942
Caro Jünger!
Sua moglie ci ha dato notizia del suo arrivo nel
Caucaso. Come sta? E dove passerà il natale? La pen-
siamo sempre e parliamo molto di lei.
23 dicembre 1942
Caro Schmitt,
[…]
Sto qui ormai da un mese e ancora non ricevo posta
[…].
Tra queste foreste fangose ho avuto meno stimoli
che visioni; qui, forse, si può gettare lo sguardo nel
regno del dolore in guisa più immediata, più lucida. La
connessione tra i processi meccanici, in quanto cristal-
lizzazioni di pura violenza, e il loro correlato passivo,
il dolore, ricorda con forza certe immagini di Hiero-
nymus Bosch, che vide con molta chiarezza questi pa-
esaggi di ghiaccio. […] Peccato che Bosch non abbia
potuto dipingere quel che ho visto ieri, mentre oscilla-
27 dicembre 1942
Caro Schmitt,
le sarei molto grato per l’invio di Terra e mare. Me
lo mandi a Kirchhorst, per favore, con qualche parola
di dedica.
Il “nichilismo” ha da fare per certo col fuoco; sor-
prende il modo in cui si propaga il rogo. La particolare,
inedita atrocità del nostro tempo impone non soltanto
di uccidere, ma di annullare anche metafisicamente
il morto, di cancellarlo senza residui — al confronto
l’Inquisizione si rivelava umana. Il nichilismo dispone
114 Ho visto Jünger nel Caucaso
17 gennaio 1943
Caro Schmitt,
di ritorno dal Caucaso, mi attendeva a Vorošilovsk
un telegramma contenente la notizia della grave ma-
lattia di mio padre. Ho sorvolato Rostov quasi come
in braccio a Biedenhorn4, per arrivare giusto in tempo
a vedere il morto composto nella bara. Ora trascorro
alcuni giorni a Kirchhorst.
[…]