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3 I certificati verdi, CV

I Certificati Verdi sono titoli negoziabili, rilasciati dal GSE, gestore servizi energetici, in misura
proporzionale all’energia prodotta da un impianto qualificato IAFR (impianto alimentato da fonti
rinnovabili), entrato in esercizio entro il 31 dicembre 2012 ai sensi di quanto previsto dal D. lgs.
28/2011, in numero variabile a seconda del tipo di fonte rinnovabile e di intervento impiantistico
realizzato come nuova costruzione, riattivazione, potenziamento e rifacimento.
Il meccanismo di incentivazione con i Certificati Verdi si basa sull’obbligo, posto dalla normativa a
carico dei produttori e degli importatori di energia elettrica prodotta da fonti non rinnovabili, di
immettere annualmente nel sistema elettrico nazionale una quota minima di elettricità prodotta da
impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Il possesso dei Certificati Verdi dimostra l’adempimento di questo obbligo. Ogni Certificato Verde
attesta convenzionalmente la produzione di 1 MWh di energia rinnovabile. I Certificati Verdi hanno
validità triennale e quelli rilasciati per la produzione di energia elettrica in un dato anno possono
essere usati per ottemperare all'obbligo anche nei successivi due anni.
L’obbligo può essere rispettato in due modi:
 Immettendo in rete energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili;
 Acquistando i Certificati Verdi dai produttori di energia “verde”.

Si tratta dunque di certificati che corrispondono ad una certa quantità di emissioni di . Se un


impianto produce energia emettendo meno di quanto avrebbe fatto un impianto alimentato con
fonti fossili, fra cui petrolio, gas naturale, carbone ecc., perché da fonti rinnovabili, il gestore
ottiene dei certificati verdi che può rivendere a prezzi di mercato, a industrie o attività che sono
obbligate a produrre una quota di energia mediante fonti rinnovabili, ma non lo fanno o non
possono farlo autonomamente.
I Certificati Verdi sono introdotti dal decreto di liberalizzazione del settore elettrico noto come
Decreto Bersani. Il decreto di attuazione della direttiva 96/92/CE stabilisce che i produttori possano
richiedere i certificati verdi per 8 anni, per impianti entrati in servizio o revisionati dopo l'aprile del
1999, e per 15 anni per impianti successivi al 31/12/2007, norma in finanziaria 2008. Essi
permettono inoltre alle imprese che producono energia da fonti convenzionali di rispettare la legge
che obbliga ogni produttore o importatore di energia a usare fonti rinnovabili per il 2%.
L'impresa produttrice di energia acquista, presso la borsa gestita da GME, i certificati verdi che le
occorrono per raggiungere la soglia del 2% della propria produzione. La quota del 2% si incrementa
ogni anno, dal 2004, di 0,35% punti percentuali. I certificati verdi possono essere accumulati e
venduti successivamente, ad esempio quando il valore sia cresciuto a seguito della domanda di
mercato.

Il risultato di questa politica è la creazione di un mercato in cui alcuni possono vendere l'energia
con maggiori margini di profitto rispetto ad altri, in modo da incentivare, almeno in teoria, modi di
produzione dell'energia che dovrebbero contribuire a ridurre la quantità di gas-serra, anidride
carbonica ed altri.
In altri termini lo scopo è di utilizzare i meccanismi del libero mercato per incentivare determinati
processi produttivi dell’energia, evitando un intervento diretto dello Stato.

Il prezzo di riferimento per il mercato dei CV per l’anno 2015, ai sensi di quanto previsto
all'articolo 2, comma 148 della Legge n. 244 del 24 dicembre 2007, è stato preso a riferimento dal
sito ufficiale del Gestore dei servizi energetici italiani: http://www.mercatoelettrico.org.
Come mostrato in tabella il prezzo per il primo trimestre del 2015 è pari a .

Certificati verdi: cosa sono?

I certificati verdi costituiscono una forma di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Dopo il lungo utilizzo dei certificati verdi da parte di Paesi Bassi, Svezia, Uk e molti altri stati, anche l'italia ha
introdotto i propri certificati verdi attraverso il Decreto Bersani (legge 244/07).

Come funzionano i certificati verdi?


I certificati verdi funzionano un po' come una compravendita di titoli: un gestore che ha impianti che
producono energia da fonti rinnovabili può rivendere i certificati verdi a qualsiasi industria o attività, che per legge ha
una quota minima di energia che dovrebbe provenire da fonti rinnovabili, ma che per qualsiasi motivo non può o non
vuole farlo autoptroducendola. In questo caso l'industria compra un tot di certificati verdi dal produttore di energia
rinnovabile.

Chi emette i certificati verdi? con che criteri?


In Italia i certificati verdi sono emessi dal Gestore dei Servizi Energetici GSE (Gestore Servizi Energetici) su richiesta
dei produttori di energia da fonti rinnovabili. Ogni certificato verdecorrisponde a una quantità di emissioni di
co2 risparmiate con la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Che finalità hanno i certificati verdi?


I certificati verdi permettono alle imprese che producono energia da fonti non rinnovabili di rispettare la legge che
obbliga ogni produttore o importatore di energia a usare fonti rinnovabili per il 2%. Dall'altra parte, i certificati
verdi premiano i produttori che usano le energie rinnovabili.
Lo scopo ultimo sarebbe quello di incentivare le energie rinnovabili e limitare le emissioni di co2.

Fatta la legge, trovato l'inganno!


La legge sui certificati verdi infatti, nel suo primo periodo di attuazione, concedeva questa sorta di incentivo anche per
la produzione di fonti "assimilate alle rinnovabili": grazie a questa clausola dalla non chiara interpretazione sono state
dotate di certificati verdi anche le energie prodotte dalla combustione di scorie di raffineria, e dagli inceneritori:
laddove si creava inquinamento, invece che sanzioni, i produttori ricevevano premi! Per fortuna non si utilizzerà più la
definizione di "assimilate", ma si premieranno, giustamente, con i certificati verdi, solo le energie rinnovabili.

GSE

Cosa sono

I Certificati Verdi sono titoli negoziabili, rilasciati dal GSE in misura proporzionale all’energia
prodotta da un impianto qualificato IAFR (impianto alimentato da fonti rinnovabili), entrato in
esercizio entro il 31 dicembre 2012 ai sensi di quanto previsto dal D. lgs. 28/2011, in numero
variabile a seconda del tipo di fonte rinnovabile e di intervento impiantistico realizzato (nuova
costruzione, riattivazione, potenziamento e rifacimento).

Il meccanismo di incentivazione con i Certificati Verdi si basa sull’obbligo, posto dalla


normativa a carico dei produttori e degli importatori di energia elettrica prodotta da fonti non
rinnovabili, di immettere annualmente nel sistema elettrico nazionale una quota minima di
elettricità prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili.

Il possesso dei Certificati Verdi dimostra l’adempimento di questo obbligo: ogni Certificato
Verdeattesta convenzionalmente la produzione di 1 MWh di energia rinnovabile. I Certificati
Verdi hanno validità triennale: quelli rilasciati per la produzione di energia elettrica in un dato
anno (anno di riferimento dei CV) possono essere usati per ottemperare all'obbligo anche nei
successivi due anni.
L’obbligo può essere rispettato in due modi: immettendo in rete energia elettrica prodotta da
fonti rinnovabili oppure acquistando i Certificati Verdi dai produttori di energia “verde”.

Come si ottengono

Il produttore può richiedere l’emissione dei Certificati Verdi a valle dell’esito positivo della
procedura di “qualifica di impianto alimentato da fonti rinnovabili” (qualifica IAFR).
Solo per gli impianti di potenza nominale media annua non superiore ad 1 MW (0,2 MW per gli
impianti eolici) con esclusione della fonte solare può essere esercitato il diritto di opzione tra
i Certificati Verdi e la Tariffa Omnicomprensiva.
Contestualmente alla prima emissione di Certificati Verdi, il GSE attiva, a favore del
produttore, un “conto proprietà” per il “deposito” dei certificati stessi.

Il GSE mantiene traccia delle emissioni dei Certificati Verdi e delle relative transazioni
mediante un sistema informatico dedicato al quale i titolari del conto proprietà possono
accedere, dopo l’assegnazione di un codice identificativo da parte del GSE. Il conto proprietà è
attivato anche a favore dei produttori e/o importatori soggetti all’obbligo di cui all’art.11 del
D.lgs.79/99, all’atto della ricezione, da parte del GSE, dell’autocertificazione attestante la
produzione e/o importazione non rinnovabile, nonché a favore dei soggetti che intendano
effettuare attività di trading di Certificati Verdi.
E’ possibile consultare via internet, tramite accesso riservato, lo stato del proprio conto
proprietà, sia per inserire acquisizioni e/o cessioni di certificati verdi, sia per verificare, in
maniera diretta e immediata, le transazioni avvenute.

Cosa sono i Certificati bianchi


I Titoli di Efficienza Energetica (TEE o Certificati Bianchi) rappresentano un recente meccanismo di
incentivazione del risparmio energetico negli usi finali dell’energia messo a punto dal Ministero per agevolare
l’utilizzo di apparecchiature, impianti e soluzioni tecniche efficienti che portino ad una importante e concreta
riduzione dei consumi di energia.
Il meccanismo dei TEE si fonda sull’obbligo posto in capo alle aziende distributrici di gas e/o di energia
elettrica con più di 50.000 clienti finali, di conseguire un obiettivo annuo prestabilito di risparmio energetico.

I TEE sono di fatto dei Titoli energetici (spendibili su un apposito Mercato) che corrispondono ad un risparmio
energetico conseguito. Un TEE corrisponde al risparmio conseguito pari a 1 Tep (cioè all’energia rilasciata dalla
combustione di una Tonnellata Equivalente di Petrolio, corrispondente a 11.630 kWh, 10 milioni di kcal circa).

Per ottenere i TEE è necessario mettere in atto degli intereventi che portino ad un risparmio energetico. Siccome
non tutti i generici interventi sono necessariamente fonte di risparmio, il Ministero ha definito una serie di
interventi che, se applicati possono condurre ad un risparmio e quindi al rilascio di TEE.

Questi interventi sono elencati in una serie di schede tecniche (che si dividono in standardizzate, analitiche e a
consuntivo) che spiegano quali sono le apparecchiature utilizzabili per ottenere un risparmio energetico, come
calcolare e quantificare il risparmio.

I TEE riconosciuti come risparmi energetici ottenuti, previa verifica da parte del GSE, sono rilasciati dal GME
(Gestore dei Mercati Energetici) ai soggetti preposti alla negoziazione sul mercato, che solitamente sono
identificati nelle ESCo (Energy Service Company), negli Energy Manager di grandi aziende consumatrici di
energia, o di altri soggetti identificati nella regolamentazione dei Titoli.
Anche questa settimana torniamo a parlarvi di uno degli incentivi più redditizi nel campo dell’efficienza energetica:
i Certificati Bianchi o TEE, Titoli di Efficienza Energetica. I maggiori beneficiari di questo incentivo sono le
imprese, in particolare quelle che investono risorse economiche per interventi di risparmio energetico, che possono
vedere ridotti anche notevolmente i tempi di ritorno degli investimenti effettuati.

Il sistema dei certificati bianchi permette infatti di venire ripagati di parte dell’investimento speso per gli interventi
di efficienza energetica nell’edificio sotto forma di Titoli di Efficienza Energetica TEE, detti anche Certificati
Bianchi.

Ma vediamo da vicino, in 10 punti, il funzionamento del meccanismo di incentivazione dei Certificati Bianchi, per capire cos'è
questo incentivo e cosa serve fare per poterne beneficiare.

1. Il contesto europeo e nazionale: la Direttiva 27 e il DLgs 102

Il 25 ottobre del 2012 l’Unione Europea ha emanato la Direttiva 27 dedicata all’efficienza energetica, che include anche
la disciplina dei Certificati Bianchi. La Direttiva 27 è stata recepita dal nostro governo solo lo scorso 30 giugno, con il
DLgs 102, che riformula gli incentivi rivolti agli investimenti per l’efficienza energetica nel nostro Paese. Tra i
principali punti espressi nella Direttiva troviamo la diagnosi energetica aziendale: le imprese energivore, che hanno
cioè alti consumi energetici, hanno il vincolo di effettuare diagnosi energetiche periodiche per monitorare il loro livello
di produzione di energia. Tra gli altri punti ci sono anche gli incentivi rivolti alla riqualificazione degli edifici di
proprietà della Pubblica Amministrazione, la contabilizzazione dei consumi energetici nel settore edilizio ed infine
i Certificati Bianchi.

2. Che cosa sono i Certificati Bianchi? E i TEE, sono la stessa cosa?

Abbiamo già ampiamente parlato di Certificati Bianchi, incentivi che permettono di recuperare parte degli investimenti
spesi per gli interventi di efficienza energetica accorciando i tempi di ritorno degli stessi. Non solo, oltre a ricoprire
economicamente parte degli investimenti effettuati dalle aziende e i privati, attestano anche il loro risparmio
energetico ottenuto attraverso gli interventi di efficienza energetica.

3. Quali sono gli attori coinvolti?

Sono quattro gli attori coinvolti nel processo dei Certificati Bianchi:

 Cliente finale, imprese e privati che investono soldi per interventi di efficienza energetica;
 ESCo (Società di Servizi Energetici), società che gestiscono il processo di controllo degli interventi e di vendita dei
Titoli di Efficienza Energetica;
 Acquirenti, società di distribuzione di gas e di energia, soggetti obbligati ad acquistare Titoli di Efficienza Energetica;
 GSE (Gestori di Servizi Energetici), ente nazionale che gestisce i processi di vendita ed eroga i Titoli di Efficienza
Energetica.

4. Come funziona il meccanismo di incentivazione?

Il meccanismo di incentivazione è piuttosto articolato, ma se gestito da una ESCo competente non presenta particolari
ostacoli. Il cliente finale che ha in programma di effettuare, o ha appena effettuato, interventi di efficienza energetica si
rivolge ad una Società di Servizi Energetici - ESCo. La ESCo fornisce consuelenza in merito agli interventi, in certi
casi li finanzia, predispone la documentazione relativa agli interventi e procedono alla presentazione della domanda al
GSE per l’erogazione dei Certificati Bianchi. Il GSE riceve la richiesta di rilascio dei titoli da parte della ESCo e, dopo
aver analizzato gli interventi, se questi ultimi hanno tutti i requisiti adeguati, rilascia i Titoli di Efficienza Energetica.
Dopo aver ottenuto i Titoli si passa alla vendita sul Mercato Energetico, dove le società di distribuzione di gas e di
energia acquistano i Certificati Bianchi. A questo punto il risparmio conseguito dal cliente finale con l’intervento di
efficientamento energetico è stato tradotto in un risparmio economico.

5. Quali interventi sono incentivati e le soglie minime per poter accedere all'incentivo. Alcuni esempi utili.

Qualsiasi intervento di efficienza energetica può rientrare nel processo di incentivazione, a patto che il risparmio
ottenuto sia misurabile. La soglia minima per accedere agli incentivi viene differenziata in base al tipo di intervento.
Per gli interventi standardizzati vi è un minimo di 20 TEP (tonnellata equivalente di petrolio); per gli interventi analitici
40 TEP e per gli interventi a consuntivo 60 TEP.

6. Quanto vale, in termini energetici ed economici, un Certificato Bianco?

Un Certificato Bianco corrisponde a un TEP (tonnellata equivalente di petrolio) di risparmio, e viene venduto sul
Mercato Energetico a circa 100 euro l’anno per un periodo medio di 5 anni. Più consistente è l’intervento di risparmio
energetico, più TEP e quindi Certificati Bianchi raggiunge e maggiore sarà quindi la rendicontazione in termini
economici. E’ chiaro inoltre che il primo guadagno per il cliente finale è dovuto proprio ai risparmi economici ottenuti
tramite l’intervento: i Certificati Bianchi sono un ulteriore incentivo che va ad aumentare questi risparmi e quindi
a ridurre ulteriormente i tempi di ritorno dell’investimento. Ma vediamo un esempio concreto.

7. Quanto tempo serve per ottenere i Certificati Bianchi?

Il meccanismo di acquisizione dei Certificati Bianchi varia molto da intervento a intervento, e i primi guadagni si
possono avere da un minimo di qualche mese a un massimo di circa 1 anno dal termine dell’intervento, periodo in cui
vengono misurati e contabilizzati i risparmi energetici ottenuti.

8. Chi richiede i Certificati Bianchi? E come?

Il privato o l’impresa che effettua l’intervento di efficienza energetica può richiedere i Certificati Bianchi solo
attraverso le ESCo o gli Energy Manager e Esperti in Gestione di di Energia (EGE), che sono gli enti accreditati dal
GSE per richiedere i Titoli di Efficienza Energetica. Dal 2016 solo Le ESCo e Le EGE in possesso delle
certificazioni UNI 11352 e UNI 11339 potranno richiedere i Certificati Bianchi alle GSE.

9. Prospettive per il futuro

I Certificati Bianchi hanno delle ottime prospettive per il futuro, poiché gli investimenti sia a livello europeo che
nazionale in questo settore sono certi e consistenti per i prossimi anni, proprio grazie agli obiettivi comunitari di
efficienza energetica. Inoltre, i Certificati Bianchi sono cumulabili con finanziamenti europei, regionali e locali, mentre
non sono cumulabili con finanziamenti e agevolazioni nazionali (es. le detrazioni fiscali del 65%).

10. Da dove partire


Se siete titolari di un’azienda, o referenti aziendali per gli aspetti energetici, sono molte le azioni che potete mettere in
campo per migliorare l’efficienza energetica aziendale e non lasciarvi sfuggire i consistenti incentivi destinati a livello
nazionale a queste azioni: le diagnosi energetiche, studio dei processi aziendali e di eventuali interventi migliorativi,
monitoraggio e analisi dei consumi, interventi di efficientamento energetico e ottenimento dei Certificati Bianchi.

E voi cosa aspettate? Se avete qualche intervento in programma o volete capire meglio se e come vi converrebbe agire affidatevi a
una Società di Servizi Energetici e fatevi guidare nel percorso per ottenere i Certificati Bianchi sui vostri interventi di efficienza
energetica.

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