Sei sulla pagina 1di 1

Il PD e la caccia in deroga.

Ristabilire le verit e le responsabilit.


www.pder.it www.gruppopdemiliaromagna.it

Emilia- Romagna Gruppo Assembleare Regione Emilia-Romagna

Sul tema della caccia allo storno la stagione venatoria si avvia allinsegna dellincertezza. Ecco i fatti. 1) Il Governo incapace - non riuscito in sede europea a togliere lo storno dalle specie protette (come successo per gli altri Paesi del sud Europa). 2) Il Governo non ha approvato, come si era impegnato a fare, il DPR che nel frattempo avrebbe dovuto disciplinare le modalit di esercizio della caccia in deroga per evitare contenziosi crescenti tra le parti e per dare indicazioni allISPRA. 3) In questa situazione di incertezza, viste le inadempienze italiane e le procedure di infrazione avviate sulla Direttiva Europea Uccelli, la Direzione Generale Ambiente e Natura della UE ha deciso (col parere favorevole del Governo) che tutti gli Atti delle Regioni che consentono la caccia in deroga a specie protette dalla Direttiva Uccelli, per essere validi, debbano avere parere favorevole e conforme dellISPRA. Il combinato disposto di questi fatti accaduti nel mese di luglio, quando cio si stavano definendo le Intese e gli Atti per la stagione venatoria 2011/12, hanno invalidato il proficuo e coerente lavoro attuato dalla nostra Regione con lintesa di Associazioni Agricole, Venatorie e di parte di quelle Ambientali, lavoro che ha consentito negli ultimi due anni di potere svolgere il prelievo in deroga allo storno in regime di certezza e sicurezza. La posizione dellEmilia-Romagna sempre stata chiara, coerente e precisa. Siccome lo storno , purtroppo, ancora considerato una specie non cacciabile, proprio in coerenza con le Direttive europee lEmilia-Romagna ha sempre legato la possibilit del prelievo in deroga della specie ai danni provocati allagricoltura. Danni verificati e documentati dal lavoro delle Province, dalla collaborazione attiva degli agricoltori e dallimmenso e positivo lavoro degli ATC, anche in relazione ai Piani di controllo e prevenzione. Gli atti della Regione, seppure sottoposti a ricorso, hanno retto nel loro impianto giuridico-amministrativo di fronte al TAR ed al Consiglio di Stato. Atti, va ricordato, che non avevano il parere favorevole di ISPRA. La Regione Emilia-Romagna non ha cambiato opinione in merito. Lo dimostra il fatto che nel mese di giugno si sono svolti i necessari incontri per riproporre la delibera del 2010. Lo conferma il fatto che di fronte alla realt negativa rappresentata dal Documento-Verbale dell8 luglio, inviato alle Regioni dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, nel quale si d conto della decisione europea di non accettare provvedimenti di deroga non avvallati dallISPRA, la Giunta Regionale - attraverso lAssessore - si immediatamente mossa nellambito della Conferenza delle Regioni per chiedere la modifica di tali disposizioni ed ha favorito e sostenuto il Documento Unitario sottoscritto da tutte le Associazioni Agricole e Venatorie nel quale si chiede al Governo di emanare immediatamente le Direttive Nazionali per la caccia in deroga e di fornire direttive allISPRA perch formuli pareri coerenti e sensati sugli Atti delle Regioni. Il PD ha presentato in Assemblea Legislativa Regionale - e lo far in tutte le Province della Regione - una appo-

sita Risoluzione di sostegno al documento unitario. Dunque le Responsabilit sono chiare. Il mondo venatorio ed agricolo, lambiente e lagricoltura pagano il prezzo di una politica del Governo incoerente ed immobile sia sul tema delle deroghe che su quello della caccia in generale. La Regione Emilia-Romagna, di fronte a questa situazione, ha riunito i Tavoli di concertazione con le Associazioni ed ha adottato lunica delibera di deroga possibile, in grado cio di ottenere il parere conforme di ISPRA. Una delibera assunta per ragioni giuridiche entro luglio (la legge regionale non consente infatti delibere di giunta in materia in tempi successivi) che, di fatto, pone forti limitazioni al prelievo dello storno e rischia di contraddire il lavoro fin qui svolto di controllo e tutela dellagricoltura. Una delibera che ha suscitato molte discussioni e che lAssessore si era detto disposto anche a ritirare, ma che il tavolo di concertazione ha convenuto di mantenere in vigore per tenere aperto il fronte delle deroghe. Una delibera sulla quale occorre fare chiarezza per evitare incomprensioni e strumentalizzazioni e per smentire molti luoghi comuni e semplificazioni delle quali si appropriano alcune frange integraliste del mondo venatorio ed esponenti della Destra. Abbiamo sentito dire: la Regione poteva scegliere diversamente e non tenere conto delle disposizioni europee e governative; il documento dell8 luglio non valido giuridicamente e quindi si poteva non rispettare; perch la Regione non ha scelto la strada delle modiche quantit di prelievo dello storno come la Lombardia?. Tutte osservazioni legittime, ma che non tengono conto delle attribuzioni e competenze attribuite alle Regioni. Un conto la battaglia politica che va condotta fermamente come fa il PD; altra cosa lazione di governo, che si deve esercitare nel rispetto delle leggi. Lunica alternativa alla delibera in essere era nessuna deroga e nessuna possibilit di prelievo. Reiterare gli Atti degli anni scorsi comporterebbe la sottrazione alla Regione di ingenti risorse europee destinate allagricoltura e lavvio di una procedura di infrazione. Rispetto al documento dell8 luglio, nei confronti del quale il Governo pilatescamente e colpevolmente ha fatto il passacarte, il problema non disquisire sulla sua validit giuridica o meno. Ci che certo che se si approvano delibere col parere contrario dellISPRA come le nostre degli ultimi anni, vengono immediatamente impugnate e la Regione sanzionata. Infatti, rispetto alle precedenti sentenze in materia, sono maturate nel frattempo ulteriori importanti e negative novit sul tema delle deroghe che cambiano lo scenario giuridicoamministrativo. Analoga delibera a quella regionale stata adottata dalla Toscana, dalle Marche, dalla Provincia di Perugia e da altre Regioni. Quanto alle modiche quantit, si ricorda che anchesse vanno autorizzate dallISPRA che - contattata in proposito - ha espresso contrariet a questo tipo di deroghe. La Lombardia ha approvato una legge di 1 articolo che assume come valido un parere favorevole del 2005 dellallora INFS sul tema delle modiche quantit e che consente di prelevare 10 storni per cacciatore con un

carn massimo di 50 storni in tutta la stagione e con 7 controlli. Posto che va ricordato che in Lombardia lanno scorso non si cacciato lo storno, si tratter di vedere se tale atto trover il parere conforme dellISPRA ed in ogni caso, non avendo lEmilia-Romagna a monte alcun parere dellINFS, non potrebbe assumere un atto simile, fra laltro di scarsa efficacia per i cacciatori e per lagricoltore. In conclusione. Il PD comprende la frustrazione e lo stato danimo di quelle migliaia di cacciatori ed agricoltori che sul tema delle deroghe chiedono certezze e regole condivise e definitive. La loro battaglia anche la nostra e la perseguiamo in sede europea, nazionale e locale.

Per questo noi chiediamo:


1) Il riconoscimento dello storno come specie cacciabile, ed in questo senso mobiliteremo i nostri gruppi parlamentari in sede nazionale ed europea. 2) Lemanazione immediata da parte del Governo delle Linee Guida concordate con le Regioni e le Associazioni sulla caccia in deroga. 3) Di praticare in Emilia-Romagna la caccia in deroga con le stesse modalit utilizzate negli ultimi anni che, nonostante lincomprensibile parere contrario dellISPRA, hanno avuto sempre lapprezzamento del mondo agricolo e venatorio ed hanno consentito di ridurre significativamente i danni alle colture senza mettere in alcun modo a rischio la conservazione della specie. Quindi, a fronte della delibera in atto, chiediamo di verificarne a breve i risultati prodotti in termini di contenimento dei danni alle colture e di efficacia e, a fronte di risultati non positivi - di chiamare tutti ad un tavolo di confronto, ISPRA compresa, per procedere alle eventuali modifiche necessarie. 4) Al Governo di disciplinare al meglio il ruolo, la funzione ed i compiti dellISPRA. Noi crediamo nella validit della funzione di una istituzione scientifica pubblica da potenziare e qualificare per potere disporre dei dati certi e necessari ad una buona politica di salvaguardia della fauna e della biodiversit. Non crediamo invece ad una istituzione separata dalle Istituzioni locali - da coloro che hanno il compito di gestire il territorio e dal mondo associativo, ambientale, agricolo e venatorio- senza il quale non si possono fare serie politiche di sostenibilit. Chiediamo dunque anche alla Regione di mantenere uno stretto rapporto con ISPRA perch essa svolga il ruolo che le compete e non si assuma impropri compiti come il caso storno ci segnala: da una parte si dichiara che la specie non in estinzione, anzi si esprime parere favorevole al suo inserimento fra le specie cacciabili e dallaltra non si autorizza un prelievo in deroga, come quello attuato nella nostra Regione negli anni scorsi, che ha unincidenza veramente insignificante sulla specie. Il PD dellEmilia-Romagna ed il Gruppo Assembleare Regionale ribadiscono il proprio impegno coerente per rafforzare lalleanza tra le componenti ambientaliste, agricole e venatorie per garantire unattivit venatoria regolata e certa a tutela dellequilibrio faunistico e della biodiversit.

Potrebbero piacerti anche