Sei sulla pagina 1di 1

Il paese come ogni mattina si risvegliò non curandosi che a breve ci sarebbe stata la mia nascita, tutti

stavano probabilmente allestendo la tavola nelle loro case, solo la mia famiglia era in festa. Il paese che di lì
a poco mi avrebbe accolto era piccolo, molto piccolo, conteneva all’incirca 1500 abitanti, era un paese
freddo e affascinante, era costituito da una piazza, molti vicoli, di negozi solo l’essenziale, nonostante
questo, all’interno del paese c’erano le scuole, a partire da quelle dell’infanzia per finire alla medie, questo
mi avrebbe garantito almeno 13 anni senza spostamenti ed eccessiva confusione, quelli che voglio
raccontarvi. Mia mamma lavorava in un negozio da poco aperto sotto casa, che già vi anticipo, non ebbe
lunga vita, mio padre era un operaio, e nella sua vita il lavoro era al primo posto, come immagino sia chiaro,
i miei genitori non mi dedicarano molto tempo, ma non siate tristi per me, perché, sebbene a me loro poco
badavano, i miei nonni e mia zia fin da subito cominciarono a darmi molte attenzioni e ad amarmi come
nient’altro. Mia nonna è una donna dall’animo buono, devota alla famiglia e alla chiesa, infatti, se non fosse
stata fermata dal padre si sarebbe fatta suora, in giovinezza fu infermiera e conobbe mio nonno, anch’esso
infermiere, mio nonno è un uomo che possiede grande intelletto, è riflessivo e ama essere sempre
informato su tutto, non si stanca mai di imparare cose nuove, gode di un grande senso dell’umorismo e
sviluppato sarcasmo. Si sposarono ed ebbero 3 figlie, tutte femmine, il desiderio di mio nonno di avere un
figlio maschio non si avverò, come quindi potete immaginare, una delle 3 figlie nate dall’unione dei miei
nonni, è mia madre, Patrizia, come ammesso anche da mio nonno, mia madre era la figlia che un po’
preferiva, la stessa che, col passare del tempo, ricambiò il suo amore con disprezzo. Mia mamma è una
donna volgare, che usa per la maggior pare del tempo un linguaggio scurrile, non ha cultura ne passioni
consistenti, chi la conosce bene sa con chi ha a che fare: un gomitolo complesso pieno di nodi e debolezze,
anche se, visto da occhi sconosciuti, questo gomitolo torbido sembra piuttosto un gioco con cui è
divertente passare il tempo. L’altra delle figlie, è la zia che insieme ai miei nonni mi crebbe, donna nubile
che non lasciò mai la casa dei genitori, la stessa che ammiro e da cui ho ereditato l’amore per la lettura, tra
le 3 figlie è quella che di più assomiglia a mi nonno, anche lei è intelligente e abbastanza sarcastica, i suoi
tratti che preferisco sono l’onesta e la grande capacità di dibattito. Dell’altra figlia invece so poco e nulla,
tranne che è un pelino drammatica, e ha una bella famiglia, il marito, un brav’uomo, due bellissime figlie
che io adoro, sono le cugine che preferisco, vivono in un altro paese più vicino al mare e non li vedo spesso.
Non vi ho ancora parlato di mio padre: lui perse la madre all’età di 3 anni, si dice che morì a causa di mio
nonno che era un uomo violento, ma nessuno sa se questo sia vero, perché delle voci non ci si può mai
fidare, ad ogni modo, la famiglia di mio padre era una famiglia contadina e bigotta, alla morte di mia nonna,
fu mia zia a prendersi cura dei fratelli, mia zia era donna, per questa ragione tutti gli incarichi di badare ai
fratelli furono scaricati a lei, 3 fratelli, tra cui mio padre, il più piccolo. All’età di 17 anni, mio padre perse
anche il papà. Per forze maggiori, trovare un lavoro diventò essenziale, oscillava da un lavoro all’altro.
Prima di mia mamma mio padre conobbe Martina, una donna, all’epoca ragazza, di poco valore

Potrebbero piacerti anche