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La Nazione 12 dicembre 2007

Passera: Insieme faremo pi forte CariFirenze


Intervista esclusiva all'Ad di Intesa San Paolo Di Pierandrea Vanni IL MODELLO di Intesa SanPaolo si basa su un sistema di banche locali radicate sul territorio con una forte autonomia e una propria identit, la cui attivit si sviluppa in armonia con le strategie, i servizi e i prodotti messi a punto a livello di Gruppo. E possibile in questo modo coniugare il radicamento territoriale con le risorse, le strutture specialistiche e le presenze internazionali che solo un grande gruppo pu mettere a disposizione della clientela. Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa SanPaolo, spiega a La Nazione il significato delloperazione con lEnte Cassa di Risparmio e le prospettive di un matrimonio destinato a produrre molte novit. E pone con forza la necessit di rimuovere una serie di ostacoli, dalle carenze infrastrutturali ai tempi snervanti dei processi decisionali, che frenano lo sviluppo del Paese. Dottor Passera, lingresso dellEnte Cassa nel Gruppo Intesa SanPaolo ha provocato qualche preoccupazione sul futuro di CariFirenze, soprattutto per quanto riguarda la sua autonomia. La Cassa di Risparmio di Firenze entra a far parte del nostro Gruppo e il suo azionista di controllo entra nel capitale e negli organi di vertice di Intesa SanPaolo. Grazie a questa operazione la Cassa sar una banca ancora pi forte e manterr intatta la sua identit e la mission locale. C chi teme che il cervello operativo possa essere spostato altrove. La Cassa di Risparmio di Firenze avr tutti gli strumenti operativi e decisionali per operare al meglio nelle sue regioni di competenza. Alla Cassa sar apportata anche Icc (Intesa Casse del Centro) con le sue otto Casse di Risparmio che operano nel Centro Italia. Cercheremo daltro canto di evitare duplicazioni di funzioni e di strutture e tutti insieme cercheremo di raggiungere obbiettivi di produttivit e di efficienza che ci collochino tra le migliori banche europee. E probabile che dovrete cedere per decisione dellAntitrust alcuni sportelli in eccedenza. Saranno rinunce marginali, a fronte dellapporto di oltre 312 filiali da parte del Gruppo Intesa SanPaolo. La nuova Cassa di Risparmio di Firenze diventer una delle principali dieci banche italiane. Dopo Firenze pensate a nuove acquisizioni? Se ci sono delle belle realt dove la presenza di Intesa SanPaolo non ancora sufficiente, e che sono interessate a fare parte del nostro Gruppo, le guarderemo con attenzione. La priorit era la Toscana. Il fatto che i

principali azionisti della Cassa di Risparmio di Firenze abbiano scelto di entrare a far parte del nostro gruppo come protagonisti ci ha fatto molto piacere. La Toscana ha un gap in tema di infrastrutture e di servizi. Da un grande gruppo bancario possono arrivare proposte e disponibilit finanziarie. La carenza o linadeguatezza delle infrastrutture rappresentano il collo di bottiglia della nostra economia. In questo campo soffriamo ancora pi che altrove della difficolt decisionale che sta progressivamente paralizzando il Paese. Troppi soggetti con diritto di veto e troppe lungaggini. Ci sono in Italia investimenti importantissimi gi finanziati ma che sono bloccati. Cito solo un esempio: in Sicilia ci sono quattro termovalorizzatori gi finanziati dal nostro Gruppo ma non succede nulla... Il capitolo dei termovalorizzatori apertissimo anche in Toscana. Voglio dire solo che, anche per quanto riguarda le infrastrutture, noi ci siamo. Con la parte finanziaria e, se necessario, con il capitale. Leconomia alterna timidi segni di ripresa a forti difficolt. E su questo si innestano problemi vecchi e nuovi: da uninnovazione che procede a strappi, agli investimenti stranieri che non brillano. Stiamo perdendo decine di miliardi di investimenti esteri ogni anno in tutta Italia. Per un potenziale investitore estero, ma anche per un imprenditore italiano che vuole creare o ampliare unattivit, pesano moltissimo, oltre alle carenze infrastrutturali, la confusione e la sovrapposizione delle responsabilit amministrative, la lunghezza dei processo autorizzativi, limpossibilit di avere sentenze in tempi brevi. Detto questo... Detto questo? Tantissime aziende si sono ristrutturate, hanno investito e stanno andando bene. I finanziamenti alle aziende crescono a due cifre,molti distretti industriali hanno rincominciato a crescere anche sui mercati esteri. Il declino non inevitabile ma dobbiamo, darci un piano di sviluppo per lintero Paese. Per cavalcare la globalizzazione e non limitarci a subirla dobbiamo, da subito, pensare alle cose che costruiscono il futuro: innovazione, ricerca, formazione, infrastrutture. Noi ci impegniamo a fare la nostra parte.

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