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Che strano, questo momento: a quest’ora, il mese prossimo si spera avremo tutti il diploma

tra le mani e ci saremo lasciati il liceo alle spalle mentre a quest’ora, il mese scorso,
desideravamo solo che maggio finisse, che trascinasse con sé gli ultimi compiti, le ultime
interrogazioni, le sveglie ogni mattina, la corsa verso il pullman, l’alternanza, i PON...
È proprio vero, non ci accorgiamo di quanto qualcosa sia davvero importante se non prima
di perderla, mentre sentiamo che ci scivola via dalle mani.
E allora pensiamo a quante volte abbiamo letto di quelli che c’erano passati prima di noi e
che raccomandavano di godersi gli anni di scuola, tutte quelle storie sui migliori anni della
nostra vita..., e vorremmo poter avere una seconda occasione per ripercorrere tutto
daccapo, e un po’condanniamo l‘aver desiderato che il tempo scorresse più veloce.
Probabilmente, dopo che avremo passato settimane stressanti in vista della maturità, tra
qualche anno ce ne ricorderemo come quel mostro che tanto ci ha fatto paura ma che
abbiamo affrontato “cu la capu e cu lu core”.

Oggi siamo qui, tutti insieme ed è bello ricordare come eravamo quel primo giorno di scuola
di settembre 2017, quando abbiamo attraversato per la prima volta il cancello del Da Vinci;
avevamo tredici o quattordici anni, terrorizzati all’idea di trovarci in una realtà così nuova e
diversa.

Durante quest’ultimo mese insieme abbiamo pensato alle ultime verifiche di storia dell’arte,
di educazione fisica, di filosofia e storia, di letteratura inglese e italiana, di religione,
matematica, fisica, educazione civica o chimica e ci chiedevamo quanto ci sarebbe mancato
tutto questo e tutti i momenti condivisi dentro quelle quattro mura di una classe troppo calda
in estate per poterci stare con le mascherine e troppo fredda in inverno per poter mettere in
moto i neuroni la prima ora del lunedì mattina.

Anche se sappiamo che il cerchio non s’è ancora chiuso del tutto e che abbiamo le due
prove davanti e l’esame orale, volevamo dedicare ad ognuno di voi professori alcune parole.

Alla professoressa De Vito, che ci ha visto crescere, da quel lontano 2017, tra Catullo,
Cicerone, Leopardi e Montale, passando per versioni di latino con traduzioni improbabili di
verbi quali “ho stato” e messaggi di auguri con “Prosit” ad ogni Capodanno.

Alla professoressa Negro, “the most beautiful teacher in the world”. Tra un caffè macchiato,
la recita di alcuni passi di Shakespeare, le listening e i “good morning”, ci ha accompagnato
dal primo all’ultimo giorno di questo nostro percorso.

Al professore Albanese, con le sue lezioni su Ratzinger, Brunner e san Tommaso, che è
andato in giro per la scuola fiero con la sciarpa della Roma al collo.

Alla professoressa Cariati, che con le sue slide di storia e filosofia, ci ha fatto uscire dalla
caverna oscura di Platone verso la luce della conoscenza.

Alla professoressa Carluccio, che in questo anno è stata la nostra coordinatrice e


dispensatrice di circolari, che ci ha portato attraverso i campi elettromagnetici fino alla
conoscenza di Einstein.
Al professore Dell’Avvocata, con la sua cartelletta nera e la penna rossa pronta a firmare le
tavole di disegno tecnico. Neanche in dad si è fermato, e con la sua lavagnetta ha spiegato
assonometrie e proiezioni ortogonali, e con le 200 pagine da portare ad ogni interrogazione,
ci ha fatto vedere le stelle cadenti, anzi “cagengive”.

Alla professoressa Polito, dal suo sapere enciclopedico e dalla sua profonda passione per le
scienze della terra, la chimica e la biologia.

Alla professoressa Mighali, la nostra accompagnatrice nelle uscite didattiche, che fa il tifo
per noi nelle partite di pallavolo ed è anche la fotografa ufficiale della squadra della 5G.

Alla professoressa Caruso, che ci ha condotto attraverso le dimostrazioni sulla congruenza


dei triangoli rettangoli, le sfide di Geometriko, solidi, derivate e integrali.

Al professore Montinaro, entrato sin dal primo giorno nella nostra classe a fare supplenza,
dettando appunti sulla Costituzione e sullo Stato Italiano. Dal quarto anno è diventato il
nostro professore di educazione civica, la cui ora di lezione coincideva molto spesso con
materie delle quali avremmo saltato volentieri verifiche o interrogazioni.

Grazie per quello che avete fatto per noi, per le risate fino alle lacrime e anche per le lacrime
e basta; un ricordo va anche alle condivisioni, ai momenti brutti e a quelli belli, ai sorteggi
per i turni delle interrogazioni e ai 3000 scambi di posto per non avere più materie lo stesso
giorno, alle produzioni di inglese, alle tavole di arte, alla domanda critica in filosofia, a quella
data di storia che proprio non ti ricordi mai, al problema di fisica in cui risulta che il bambino
corra ad una velocità di 400 m/s, all’equazione di matematica che risulta impossibile anche
quando c’è il risultato sul libro, alle gite, ai concorsi, alle fotografie, alle lezioni nel laboratorio
linguistico, alle feste, alle assemblee, alle canzoni alla LIM aspettando il prof Dell’Avvocata
arrivare dalla succursale il sabato, a quelle volte che tornati a casa ci siamo sentiti esausti, a
quella volta che in classe abbiamo ballato tutti insieme, alle torte di compleanno, alle
decorazioni di Natale in classe, alla tappa fissa alla macchinetta per prendere il caffè o
l’acqua, al ritrovo quotidiano al campetto davanti alla scuola, alla ricreazione fuori, alle
assenze tattiche e alle uscite anticipate o ingressi posticipati.

Ci siamo trovati in quest’esperienza tutti insieme, nell’aula di fronte ad Aniceta in succursale


per i primi due anni e in quella al piano terra del plesso marrone per il periodo che ci è stato
possibile frequentare in presenza dopo l’inizio della pandemia.

Grazie per questi 5 anni, a chi c’è stato da sempre e a chi solo per una breve fase di questo
percorso.

Con affetto e gratitudine


La vostra 5G❤️

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