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LISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno X - n 14 16/31 luglio 2008

Chi dugnu chi sugnu!

Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno X - n 14 - 16/31 luglio 2008
Ed. Responsabile: Francesco Paolo Catania - Bvd. De Dixmude 40/bte 5 - (B) 1000 Bruxelles - Tel/Fax: 0032 2 2174831 - 0032 475810756

Nel tempo dell'inganno universale dire la verit un atto rivoluzionario. [George Orwell] Orwell]

Il pecoraio ha versato il latte


Pagine 2 & 3

Una ''moneta'' siciliana? Una provocazione ... seria


ALTRA SICILIA - Antudo ha sem pre privilegiato il realismo ed il rispetto "almeno" dello Statuto del 1946 rispetto a fughe in avanti di difficile comprensione e perci pericolose. Gi nella nostra "Carta" abbiamo osservato che il rispetto sostanziale dell'art. 40 dello Statuto (quello formale non pi pensabile perch cambiato il mondo delle valute dal 1946 ad oggi) possa realizzarsi soltanto "regionalizzando" l'autorit di emissione monetaria e di controllo sul credito, facendo partecipare intanto la Sicilia al sistema europeo delle banche centrali come un paese a s. Non andavamo oltre perch ci sembrava... (e ci sembra) improponibile mettere in agenda politica rivendicazioni "monetarie e creditizie" pi avanzate di questa, almeno in questa fase storica. Gi questa prima rivendicazione per sarebbe di per s rivoluzionaria. Sul controllo siciliano del credito non c' nemmeno bisogno di soffermarsi tanto ovvio quanto la subalternit del sistema bancario isolano a quello italico abbia stritolato la nostra economia. Emettendo banconote e monete in euro come gli altri stati sovrani la Sicilia intanto riscuoterebbe quel diritto di signoraggio che le spetta e che oggi un'imposta occulta che versiamo ad una banca centrale che ha il solo grande merito di avere desertificato il sistema bancario siciliano. Nel nostro piccolo parteciperemmo alle politiche valutarie europee e l'eventuale surplus valutario (perch nel medio-lungo termine si andrebbe incontro a questo) se non proprio a beneficio diretto della Sicilia, ci servirebbe per contare di pi in un'Europa in cui oggi non contiamo nulla in quanto pura colonia di un grande stato membro e non vera regione in esso integrata. Ma - a ben pensarci - si pu andare oltre. Se non proprio sul piano immediatamente politico, intanto su quello degli studi di fattibilit. Si comincia sempre cos. A parte il fatto che sono state introdotte talune sperimentazioni di "monete franche regionali" in alcuni lnder tedeschi che potrebbero senza troppi problemi sperimentarsi anche in Sicilia per stimolare la domanda regionale e salvaguardare il potere d'acquisto della moneta, forse giunto il momento di pensare a cosa succederebbe (in astratto, lo ripetiamo) se la Sicilia con un referendum decidesse di uscire dall'Unione Monetaria Europea, cio se ripudiasse questo pezzo di carta chiamato euro e si dotasse di una moneta propria. Che succederebbe alla Sicilia con una moneta distinta? Sarebbero di pi i vantaggi o gli svantaggi? E, se fossero di pi i vantaggi senza togliere niente a nessuno, perch soffrire come appendice malata di un continente in declino mentre in tutto il mondo i tassi di crescita impazziscono da un anno all'altro? Non che, per caso, gli unici paesi europei che non hanno aderito all'euro sono proprio i pi (Segue a pagina 10 )

Di Girolamo (Pdl) non andr agli arresti domiciliari, ma entro l'estate potrebbe lasciare il seggio senatoriale
Pagine 3 & 4

L'

Commento storico, giuridico ed economico allo Statuto Speciale letto come Costituzione e patto confederativo tra Sicilia e Italia e disamina della sua inapplicazione. Pagine 6, 7 & 8

LO STATUTO TRADITO (6)

Ottusit di massa
Pagine 9 & 10

La questione della propriet della moneta al momento della sua emissione


Pagine 11 & 12

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Il Consiglio dellAbate Vella

Il pecoraio ha versato il latte


dialogare Lombardo. con Raffaele Pur non giungendo ad un accordo concreto, tra Francesco Paolo Catania e l'MPA si arriva ad una certa distensione, testim oniata dal generale abbassamento dei toni nelle reciproche esternazioni. E' bene a questo punto inserire questo ritaglio nel pi generale affresco che si compose nel periodo pre-elettorale. All'interno del centrodestra la candidatura pi ovvia sempre stata quella del leader dell'MPA. Ma il clima nella coalizione non era dei pi idilliaci, tanto che ad un certo punto l'investitura se la diede il candidato stesso che dichiar che comunque fossero andate le cose UDC ed MPA avevano gi scelto il loro candidato. E' proprio all'interno di questa frattura che gli ammiccamenti tra L'Altra Sicilia e l'MPA vanno collocati. Chiusa la frattura, chiusi gli ammiccamenti, come poi descritto anche sul sito dell'organizzazione di Bruxelles. Almeno ufficialmente. Perch il sospetto che sotto sotto qualche parolina si stia ancora scambiando c': poco prima delle elezioni i giornali diramano la notizia secondo cui L'Altra Sicilia stesse organizzando un convegno per il candidato del centrodestra (siamo al 6 aprile). E la cosa forse a qualcuno a Roma non piace. A nord delle Alpi intanto Catania non era rimasto con le mani in mano. Instancabile continuava a girare, a distribuire volantini ed a raccogliere firme. Fino a quando all'improvviso al consolato di Bruxelles casualmente incontra una sua vecchia conoscenza, tal Sig. Ferretti, insieme al futuro senatore (mai esternazione fu pi democratica...) tale Nicola Di Girolamo. Alle elezioni il Di Girolamo viene eletto come democraticamente previsto, mentre L'Altra Sicilia non ottiene il risultato sperato: i suoi voti sono praticamente gli stessi di due anni prima. Arrivano indicazioni che qualcosa di strano sia accaduto in Svizzera, Germania, Belgio, ma la bomba esplode quando da dentro lo stesso PDL parte una denuncia: l'iscrizione all'AIRE dell'oramai senatore Di Girolamo risale solo al febbraio scorso, successiva quindi allo scioglimento delle camere e non valida ai fini della candidatura. Di pi, la residenza pare sia stata richiesta solo a maggio, DOPO le elezioni! Cosa succede a questo punto lo possiamo leggere anche sui giornali. E comunque sempre l'inarrestabile presidente de L'Altra Sicilia che malgrado l'aria pesante che si respira a Bruxelles coraggiosamente dice le cose come stanno in una caustica intervista.

utti in Italia sanno chi Mugabe e di quali turpitudini capace. La pi grave delle quali, secondo il sacro verbo democratico-finanziario, l'inciucio elettorale. Ma quanti di noi ricordano ancora Pym Fortuyn, il politico olandese contrario alle direttive europee su f a m i g l i a e d im m i g r a z io n e assassinato a pochi giorni dalle elezioni? Quanti ricordano Ylva Anna Maria Lindh, svedese, presidente del consiglio d'Europa, uccisa a coltellate in un negozio di Stoccolma dopo aver criticato la guerra in Iraq? Sin dai tempi dell'Arciduca Ereditario d'Austria l'omicidio politico in Europa opera di qualche pazzo estremista che agisce da solo in preda alle sue manie. Invece in Russia stato Putin. In Cina la polizia. In Libano i siriani. E se in Europa vanno impuniti gli omicidi pre o post-elettorali, figuriamoci i brogli alla Zimbabwe. Con una bella precisazione. In Zimbabwe non sono ancora stati provati questi brogli. In Italia la prova esiste ed visibile da tutti su YouTube: http://

www.youtube.com/watch?v=N290HeXz8_k

Il video si riferisce alle elezioni del 2006 circoscrizione estero Europa. Bruxelles, per essere precisi. Dove sappiamo essere presente sul campo L'Altra Sicilia, l'agguerrita associazione di Francesco Paolo Catania che in quell'occasione alla prima uscita ottenne un eclatante risultato (2.1% al senato e 2% alla camera a livello europeo) dimostrando a tutti (al di l ed al di qua del faro) il potenziale di cui disporrebbe la Sicilia grazie alla sua diaspora. Passano appena due anni ed il governo cade. Due anni in cui L'Altra Sicilia si potuta rafforzare in Europa e farsi conoscere meglio in patria. Francesco Paolo Catania crede di avere un risultato storico a portata di mano. Lascia la guida della sezione siciliana dell'associazione a Palermo all'avvocato Giovanna Livreri, mentre lui si concentra sul suo territorio di caccia preferito, l'Europa (Belgio, Germania, Svizzera). L'avvocato Livreri da parecchio tempo nell'orbita sicilianista. Altre volte era stata vicino ad una candidatura ufficiale, sino a quando non venne coinvolta in uno strano affare di parcelle estorte, vicenda che riguardava da vicino anche i guai giudiziari di Ciancimino Junior, figlio dell'ex sindaco di Palermo, in quel periodo impegnato in serrate negoziazioni con i russi per l'importazione di gas in Italia. Momentaneamente risolti i suoi problemi giudiziari grazie anche ad indagini parallele che coinvolgevano pesantemente i suoi avversari, la Livreri torna la carica. A Palermo in vista delle recenti elezioni regionali incomincia a

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Per Di Girolamo la magistratura nei giorni scorsi ha chiesto l'arresto con l'accusa di truffa (elettorale).

Come mai una tale imperizia da parte del PDL che manda in fretta e furia un candidato illegale a coprire un pericolosa falla del sistema? Per la seconda volta nel giro di due anni vi sono prove concrete di brogli Uno dei componenti della Giunta al Senato: "Nei riscontri elettorali proprio a Bruxelles, dove i Siciliani stanno documentali ci sembra difficilmente sostenibile la posizione di Di combattendo per la loro terra. Girolamo come senatore. "La ricostruzione dei fatti dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, non solo le Se l'obiettivo era proprio L'Altra Sicilia, nell'attacco irregolarit commesse da Di Girolamo, ma i limiti della legge che difficilmente poteva essere coinvolto l'MPA, malgrado regola il voto degli italiani all'estero". tutta l'acredine passata. Ma che i mandanti siano da cercare nel centrodestra non ci sono dubbi. Il blocco senatore Nicola Di Girolamo, anche per questa volta ha funzionato. Per quanto accusato di dieci diversi reati ancora riusciranno a fermarci? collegati alla falsa La storia non finisce qui. L'opera delle manine appiccicose continua. Pochi giorni fa la Livreri stata rimessa in mezzo (giustamente o no, non spetta a noi giudicare) e la notizia dall'acre sapore del ricatto diffusa capillarmente a consacrarne la natura politica: E' stata rinviata a giudizio l'avvocato di Palermo Giovanna Livreri Bisognerebbe definire meglio le preoccupazioni del PDL nei confronti di quello che sembrerebbe un insignificante partitino senza speranze di sicilianisti folli e squattrinati. Alle ultime elezioni amministrative la cosiddetta sinistra scomparsa definitivamente dal panorama politico siciliano. Ed ora? Vogliamo credere che il cosiddetto centrodestra da oggi in poi governer felice con il 100 per cento dei consensi? La guerra tra MPA e PDL, o meglio tra Lombardo e Berlusconi, il Mugabe di turno, cominciata poche ore dopo la chiusura delle urne lo scorso aprile. Ma i due sapevano che la loro alleanza era solo momentanea. E si preparavano allo scontro da tempo. Il premio per il vincitore? La Sicilia e la sua posizione strategica nel Mediterraneo. Il collegamento tra la Sicilia e la sua diaspora una possibile chiave per la vittoria: i Siciliani in patria non hanno risorse economiche. Ma all'estero un altra storia, ed agganciare queste risorse (non parliamo solo di denaro) sarebbe una svolta importante. Lo sa Raffaele Lombardo (che anche per avvicinarsi a queste risorse sembrava pronto a lasciare spazio a questi folli senza speranze) e lo sa il pecoraio. Dal quartier generale di Arcore si sono dovuti muovere in fretta perch il pericolo era serio. E se questa piccola svista avr delle conseguenze in sede giudiziaria, ora che in parlamento la tregua con la magistratura finita, qualche lacrima di coccodrillo sul latte versato la vedremo scendere sicuramente. Possiamo tenere alta la testa che il merito di quel latte versato e delle conseguenti lacrime tutto del Popolo Siciliano che a mani nude, armato solo di coraggio, si batte contro questa piovra diabolica. Mentre, manco a dirlo, i suoi rappresentati ufficiali continuano a dormire pavidamente.

Di Girolamo ( Pdl ) non andr agli arresti domiciliari, ma entro l'estate potrebbe lasciare il seggio senatoriale

dichiarazione di residenza in Belgio che gli ha consentito di candidarsi ed essere eletto all'estero, non andr agli arresti domiciliari ma molto probabilmente, entro l'estate, dovr lasciare il seggio senatoriale scrive Roberto Ormanni su Gente dItalia quotidiano delle americhe diretto da Mimmo Porpiglia. La Giunta per le immunit del Senato ha respinto a maggioranza la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal gip di Roma Luisanna Figliolia, ma ha annunciato che verr "accelerata la procedura per la verifica della convalida dell'elezione". E a questo proposito uno dei componenti della Giunta, il senatore del Pd Luigi Lusi, ha sottolineato che "nei riscontri documentali ci sembra difficilmente sostenibile la posizione di Di Girolamo come senatore''. In sostanza, le stesse ragioni che hanno indotto l'organismo del Senato a votare contro l'autorizzazione agli arresti domiciliari, potranno essere alla base della dichiarazione di decadenza dalla carica in quanto Nicola Di Girolamo era "ineleggibile per la mancanza dei requisiti richiesti dalla legge".

Il

Nel corso della discussione in Giunta, infatti, nonostante il voto a larga maggioranza (si astenuto soltanto il rappresentante dell'Italia dei Valori, Luigi Li Gotti, vicepresidente della Giunta, e al Senato l'astensione vale come voto contrario) le motivazioni della scelta sono diverse. Secondo gli esponenti del centrodestra la richiesta di arresto dimostrerebbe addirittura l'esistenza di "fumus persecutionis", ossia di un'esasperazione delle conclusioni da parte dei magistrati non basata su elementi concreti. Il centrosinistra invece, una volta concluso l'esame della documentazione inviata dai Pm Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri, che hanno condotto le indagini, hanno precisato che non c'e' ''fumus persecutionis'', ma neanche il rischio di inquinamento delle prove che giustificherebbe gli arresti domiciliari, ''perche' il giudice le prove le ha trovate''. Il senatore Lusi, motivando il proprio voto contrario all'arresto, ha perci precisato che "spetter ora alla Giunta per le elezioni valutare la posizione di Di Girolamo, dal momento che il senatore eletto nella circoscrizione Europa e' accusato di falso per essersi candidato all'estero dichiarando di avere la residenza in Belgio senza che ci sia effettivamente vero. Esiste un vulnus dice Lusi - che riguarda parziali irregolarita' nella elezione di un componente del Senato. Ci sembra che il giudice abbia fatto un ottimo lavoro, con riscontri documentali inappuntabili, e abbiamo chiesto che la Giunta per le elezioni acceleri la procedura di verifica della convalida dell'elezione di Di Girolamo. I due relatori, che sono anche i due vicepresidenti della Giunta - aggiunge il senatore Pd - relazioneranno al riguardo alla fine della prossima settimana e, una volta scaduti i termini per le contro deduzioni da parte del senatore Di Girolamo, valuteremo". Ora la decisione della Giunta passa all'assemblea di Palazzo Madama per la conferma, ma il presidente, Marco Follini, ha ricordato che nei pochissimi precedenti in cui la Giunta si pronunciata in passato a favore dell'arresto di un parlamentare, si trattato di inchieste per "reati gravissimi". In particolare, "in sessant'anni di vita repubblicana - ha precisato l'esponente del Pd - accaduto solo quattro volte che il Parlamento abbia votato (Segue a pagina 10 )

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22 giugno 2008

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per accogliere una richiesta di arresto. Si trattava di Moranino, Saccucci, Negri ed Abbatangelo. Tutte vicende drammatiche e sanguinose". Anche Follini ha annunciato che "nei prossimi giorni, ovviamente, la Giunta esaminer col dovuto rigore il ricorso sulla eleggibilit del senatore Di Girolamo". Il voto contrario alla richiesta di arresti domiciliari espresso dagli esponenti del centrosinistra stato, tra l'altro, una delle cause che hanno indotto il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, a dichiarazioni molto critiche nei confronti degli alleati del Partito Democratico. Dal canto suo, il senatore Nicola Di Girolamo si detto "rammaricato" per gli attacchi di Di Pietro in merito alla decisione della giunta. Il parlamentare del Pdl si detto "sorpreso" per il fatto che Di Pietro "faccia questo tipo di affermazioni su di me non avendo letto un documento sulla mia vicenda". In realt non cos, dal momento che i documenti erano depositati negli uffici della Giunta del Senato dal 10 giugno scorso e, d'altronde, sarebbe bastato leggere Gente d'Italia ( o Italia chiama Italia, ndr) per sapere precisamente di cosa accusato il senatore Di Girolamo e perch. Ricapitoliamo: Dagli accertamenti e dagli interrogatori eseguiti dai magistrati, risultato che Di Girolamo arriva "per la prima volta agli uffici del consolato italiano il 14 febbraio 2008, accompagnato da Gian Luigi Ferretti. Al consolato Di Girolamo si presenta a Filomena Ciannella e dichiara di essere gi residente, di fatto, all'indirizzo indicato e di aver inoltrato la richiesta per la certificazione ufficiale. Ciannella, interrogata il 30 aprile, chiarisce che per non stata presentata la documentazione ufficiale a sostegno di quella dichiarazione e precisa di aver inserito la domanda di iscrizione di Di Girolamo all'anagrafe consolare e all'Aire del Comune di Roma, da dove il candidato proveniva, con l'annotazione "in attesa di documenti". Ma una ventina di giorni dopo, il 5 marzo, Di Girolamo torna al consolato, questa volta accompagnato da Oronzo Cilli, con il quale lo ha messo in contatto un altro amico comune, Stefano Andrini (che nelle precedenti elezioni stato candidato nella lista di Luigi Pallaro in America Latina ed stato in passato collaboratore dell'allora ministro Mirko Tremaglia insieme con Gian Luigi Ferretti: con entrambi Tremaglia avrebbe poi interrotto i rapporti per delle divergenze sull'utilizzo di fondi del partito). Di Girolamo e Cilli evitano Filomena Ciannella e vanno da Aldo Mattiussi, di cui Cilli amico e in passato stato collega. "Mattiussi - scrivono i magistrati - autenticava la dichiarazione dell'indagato di accettazione della candidatura in cui, sempre falsamente, il Di Girolamo dichiarava di essere residente nel territorio di quella ripartizione elettorale". Non solo, l'amico di Cilli "rilasciava all'indagato, pure in mancanza della necessaria delega del Console competente, una certificazione consolare, che lo stesso Mattiussi sottoscriveva "per il Console", in cui si attestava che il Di Girolamo era residente nella ripartizione elettorale del Consolato di Bruxelles ed era, di conseguenza, iscritto nelle relative liste elettorali". Un particolare, questo, che ai Pm stato confermato dallo stesso Oronzo Cilli: "Mattiussi mi chiese di chi era quell'indirizzo forse per sapere se era un indirizzo reale ed io gli dissi che era il mio indirizzo e che il Di Girolamo avrebbe preso quell'indirizzo". Ed sempre Cilli che precisa: "Grato della gentilezza del Mattiussi, Di Girolamo uscito dal Consolato si recava in un negozio l vicino per acquistare una bella scatola di sigari per il funzionario". Il clamoroso errore nell'indicazione del comune di residenza viene scoperto, da Di Girolamo e dai suoi amici, proprio alcuni giorni prima delle votazioni. Quando gli uffici elettorali inviano al suo domicilio le schede, le poste restituiscono la busta al consolato con l'indicazione "indirizzo inesistente". A questo punto entra in funzione il piano B. Di

Girolamo chiede, attraverso amici, a Mattiussi di conservare lui, al consolato, la busta tornata indietro, e di consegnarla ad un amico, Dario Ferrante, al quale viene chiesto pure di votare al posto dello stesso Di Girolamo e di rispedire le schede, debitamente compilate, agli uffici consolari. Tutto via telefono, sull'asse Roma-Bruxelles. Poi, l'8 maggio, due giorni prima di presentarsi all'interrogatorio a Roma, l'ormai neo-eletto senatore Nicola Di Girolamo presenta una nuova richiesta di residenza al comune giusto, quello di Woluwe Saint Pierre. Ma quando si siede di fronte al Pm dichiara di essere residente a Bruxelles: da qui l'ulteriore reato di falso che gli viene contestato. A chiarire i diversi passaggi attraverso i quali si articolato l'intreccio, sempre Oronzo Cilli, l'unica persona, tra le tante che si succedono sulla scena, ad abitare veramente - seppure saltuariamente - al 143 di Avenue de Tervueren. E' Cilli a dare il colpo di grazia al senatore, dichiarando ai Pm che Di Girolamo "non ha mai risieduto o abitato presso quell'indirizzo, si tratta di un indirizzo di comodo fornito a Di Girolamo su richiesta di un amico, Stefano Andrini". "Stefano Andrini mi telefon a fine gennaio scorso chiedendomi se avevo ancora casa a Bruxelles dicendomi che aveva un suo amico che aveva bisogno di trasferire la residenza a Bruxelles e che doveva iscriversi all'AIRE per la candidatura alle elezioni. Poich Andrini sapeva che io avevo in passato lavorato al Consolato d'Italia mi chiese se conoscevo qualcuno e se potevo accompagnare a met febbraio in Consolato il Di Girolamo che doveva recarsi a Bruxelles in Consolato insieme a tale Ferretti Gianluigi per sbrigare le relative pratiche di iscrizione all'AIRE e per il rilascio del certificato elettorale. Successivamente il 18 febbraio 2008 ho incontrato Andrini e Di Girolamo a Roma e loro mi dissero che Di Girolamo era stato a Bruxelles ma non era riuscito a definire la sua pratica (aveva incontrato la signora Ciannella che si era mostrata molto formale, n.d.r) per cui mi chiesero quando sarei andato a Bruxelles per poter accompagnare il Di Girolamo in Consolato dal Mattiussi. I primi giorni di marzo mi telefon Andrini chiedendomi se fossi a Bruxelles ed alla mia risposta positiva mi disse che il 5 marzo ci sarebbe stato Di Girolamo a Bruxelles. Di Girolamo mi ha telefonato sul cellulare belga la sera prima confermando la sua venuta a Bruxelles e quindi abbiamo preso appuntamento davanti al Consolato alle ore 9,00 del 5 marzo. Io in verit ho telefonato a Mattiussi dicendogli che c'era questa persona che doveva chiedere un certificato elettorale dal Consolato e lui mi disse di recarci da lui. Cos la mattina del 5 marzo ci siamo recati, io ed il Di Girolamo, da Mattiussi. Mattiussi mi chiese di chi era quell'indirizzo forse per sapere se era un indirizzo reale ed io gli dissi che era il mio indirizzo e che il Di Girolamo avrebbe preso quell'indirizzo. Il Mattiussi disse al Di Girolamo che avrebbe dovuto regolarizzare la sua residenza a quell'indirizzo presso il Comune belga ed il Di Girolamo annu. Io non so se il Di Girolamo sia mai andato presso il Comune. A tale proposito voglio precisare che io pure abitando da oltre un anno a quell'indirizzo, non ricevendovi posta perch la ricevo in ufficio, pensavo che quell'indirizzo fosse del Comune di Etterbeek e solo dopo, quando Dario mi ha detto che il Console lo aveva contestato, ho saputo che l'indirizzo era di un altro Comune limitrofo. ADR sono stato io ad indicare a Di Girolamo l'indirizzo con l'indicazione, sbagliata, del Comune di Etterbeek". Come non bastasse sempre Cilli ha rivelato ai magistrati che Di Girolamo, pochi giorni prima che scadesse il termine per il voto all'estero, lo chiam per chiedergli di ritirare un plico elettorale a lui indirizzato, presso il Consolato. "Di Girolamo - precisano i magistrati - era stato avvertito dell'arrivo del plico da Mattiussi". A questo punto Cilli chiama Mattiussi e gli dice che sarebbe andato Dario Ferrante a ritirare la busta.Poi Di Girolamo chiama Ferrante "incaricandolo di aprire il plico elettorale e votare a suo nome", assicurandogli che gli avrebbe poi fatto ricevere una delega per mettere tutto a posto. Ferrante esegue e rispedisce le schede votate al consolato. La ricostruzione dei fatti dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, non solo le irregolarit commesse da Di Girolamo, ma i limiti della legge che regola il voto degli italiani all'estero.

Roberto Ormanni

Gente d'Italia

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Vieni in Sicilia
Aci Trezza antico borgo marinaro conosciuto anche come Riviera dei Ciclopi. Il nome si rif ad un episodio omerico ove Ulisse catturato da Polifemo, gigante con un solo occhio, riesce a scappare dopo averlo accecato. Polifemo, ormai cieco, scaglia contro la nave di Ulisse in fuga tre massi, quelli che il Verga nel suo romanzo "I Malavoglia" chiama Faraglioni. Il pi grande di questi scogli conosciuto come Isola Lachea oggi riserva naturale protetta ove ospita diverse specie animali, tra i pi rari ed importanti la Lacerta, ovvero, una specie endemica presente solo in questa isola.

Autore: Licia Castoro | Casa del Nespolo

Autore: lello petralia | Il lungomare di Aci Trezza

...te ne innamorerai !
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LO STATUTO TRADITO
Commento storico, giuridico ed economico allo Statuto Speciale letto come Costituzione e patto confederativo tra Sicilia e Italia e disamina della sua inapplicazione.
i dice che le premesse siano storicamente fatte per essere della differenza, formale e sostanziale, tra il testo originario e quello saltate. Per evitare che anche questa faccia la stessa fine, attualmente vigente. essa sar limitata allessenziale, a quanto serve, cio, per Lo spirito di fondo : prima conosciamo e applichiamo, poi, se sar il una migliore e completa fruizione del testo. caso, emendiamo, ma sempre in senso evolutivo. Il quadro che ne risulta quello di unAutonomia eccezionale, Il saggio nasce dallinsoddisfazione per una pubblicistica sullo Statuto siciliano troppo approssimativa, ora retorica, ora riduttiva, ora riconosciuta, forse anche subta, dallo Stato italiano, ma non mai da addirittura volgarmente denigratoria, questo istituita; unAutonomia m ai pi e n am e n t e c o n s a p evo l e La Sicilia, questo il senso profondo dello scritto, e c c e z i o n a l e f r u t t o d i u n a dellenorme portata di questo se vuole, se nessuno glielo impedisce con la forza negoziazione bilaterale tra due documento. Popoli originariamente sovrani che dallesterno o dallinterno, La Sicilia, questo il senso profondo istituiscono tra di loro un patto ha in s gli strumenti istituzionali per dello scritto, se vuole, se nessuno confederale. Sul tema si torner risolvere ogni proprio problema. glielo impedisce con la forza appresso ma, se non si puntualizza questo sulla soglia, si rischia di dallesterno o dallinterno, ha in s gli fraintendere tutto ci che segue. strumenti istituzionali per risolvere ogni proprio problema. Certo le Il testo di legge riportato in corsivo, mentre i nostri commenti istituzioni sono soltanto una cornice; il dipinto poi pu esservi inframmezzati allo stesso sono riportati in carattere normale. La tracciato allinterno secondo le pi diverse ispirazioni. lettura pu anche essere ricorsiva: chi fosse interessato alla parte pi Il senso dello scritto non quello della ricostruzione storica degli rivoluzionaria dello Statuto, quella relativa al federalismo fiscale, eventi che portarono allelaborazione del testo attualmente vigente. altrove evocato, qui gi realt, purtroppo non del tutto operante, salti Lo scritto non quindi orientato al passato, alla mera conservazione, ma rilegge il passato in unottica chiaramente programmatoria perci pure ad esempio agli artt. 36 et ss., magari dando una scorsa preventiva allart. 20. orientata, al contrario, proprio al futuro, e con buona pace di chi Se qualche errore, formale o sostanziale, fosse fatto, se ne chiede come il nostro grande Sciascia vorrebbe assente questo tempo dal scusa preventivamente al lettore che speriamo benevolo nei nostri nostro orizzonte mentale. confronti, con lauspicio che, in ogni caso, a fine lettura questi si E tuttavia il commento non pu che prendere le mosse dal testo senta civicamente e culturalmente un po pi ricco di prima. Se cos storico del 1946, perch pi organico, perch pi fedele allo spirito sar la fatica dellautore non sar stata del tutto vana. originario dello Statuto, perch il suo impianto ancora praticamente intatto nonostante alcuni piccoli emendamenti, non tutti e del tutto Massimo Costa opportuni. Si render conto in ogni caso delle parti emendate e

ART.21
Il Presidente Capo del Governo regionale e rappresenta la Regione. orma, questa, che fa esattamente pendant con quella della Costituzione sul Capo dello Stato, a riprova della doppia funzione, di capo dellesecutivo e di capo dello stato-regione, posta in capo al nostro Presidente. Egli rappresenta altres nella Regione il Governo dello Stato, che pu tuttavia inviare temporaneamente propri commissari per lesplicazione di singole funzioni statali. Questo comma rappresenta la riprova di quanto affermato al commento dellarticolo precedente. Se non fosse passata tutta, ma proprio tutta, lamministrazione statale nelle mani del Presidente, come farebbe questi a rappresentare in Sicilia lo Stato? E perch lo Statuto dovrebbe parlare di questa eventualit eccezionale di commissari statali ad acta se invece la presenza di funzionari dello Stato in Sicilia fosse la norma (ad esempio com oggi con i Prefetti)? Col rango di Ministro partecipa al Consiglio dei Ministri, con voto

deliberativo nelle materie che interessano la Regione. Non dunque, Ministro, solo quando si discutono affari regionali siciliani. Egli membro permanente del Consiglio; soltanto non vota nelle materie che non interessano la Regione. Cio vota sempre, o quasi. Abbiamo dovuto sentire ridicole interpretazioni restrittive secondo cui il nostro Presidente non voterebbe se non quando (quasi mai, rendendo inutile la norma) il Consiglio dei Ministri prenda provvedimenti che riguardano specificamente la Sicilia. La finanziaria non interessa la Regione? Tutto o quasi interessa la Regione! Su tutto o quasi il nostro Presidente ha dunque diritto di voto! Semmai, per ragioni pratiche, sarebbe bene che egli nominasse un alter ego, un Commissario, al quale delegare la partecipazione ed il voto a tutte le sedute in cui non sia indispensabile la sua presenza fisica, ch altrimenti dovrebbe praticamente stabilire a Roma la propria sede di lavoro.

ART.22
La Regione ha diritto di partecipare con un suo rappresentante, nominato dal Governo regionale, alla formazione delle tariffe ferroviarie dello Stato ed alla istituzione e regolamentazione dei servizi nazionali di comunicazione e trasporti terrestri, marittimi ed aerei che possano comunque interessare la Regione.
l senso di questo articolo che le politiche nazionali dei trasporti non possono tagliar fuori il Governo della Sicilia dalla loro definizione, quandanche questa partecipazione non fosse in ultimo determinante. Se le tariffe non esistono pi poich il mercato liberalizzato, cade

per questo diritto. Se le politiche e le tariffe sono decise in sede europea, il rappresentante italiano deve agire in tale sede di concerto con il nostro rappresentante, per ci che concerne la Sicilia, affinch i suoi voti siano da considerarsi legittimi.

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Titolo III: Gli organi giurisdizionali


ART.23
Gli organi giurisdizionali centrali avranno in Sicilia le rispettive sezioni per gli affari concernenti la Regione. Le sezioni del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti svolgerammo altres le funzioni, rispettivamente, consultive e di controllo amministrativo e contabile. I magistrati della Corte dei Conti sono nominati, di accordo, dal Governo dello Stato e della Regione. I ricorsi amministrativi, avanzati in linea straordinaria, contro atti amministrativi regionali, saranno decisi dal Presidente regionale, sentite le sezioni regionali del Consiglio di Stato. uesto titolo serve a due cose: a dare completa autonomia, nella formale unit giurisdizionale, alla "Regione-stato" anche sul piano del potere giudiziario, e ad istituire un organo terzo, l'"Alta Corte", per i conflitti con lo Stato italiano. A questo secondo compito, perno della tutela dell'Autonomia, sono dedicati la maggior parte degli articoli e rinviamo pertanto agli stessi la sua compiuta trattazione. Questo articolo, invece, serve per definire i confini dell'autonomia giudiziaria della Sicilia. Il potere giudiziario terzo rispetto ai due poteri legislativo ed esecutivo e, essendo di garanzia, non soggetto alla "politica" ma solo alla legge. Ovviamente, quindi, la Regione, in quanto ente pubblico, non poteva incorporare la Magistratura nel territorio dell'Isola. Anche la devoluzione delle funzioni giudiziarie, come delega da parte dello Stato, soltanto relativa alle funzioni amministrative: cancellerie, penitenziari, etc. La Magistratura un corpo separato e tale deve restare e, ancora, essendo la Sicilia inserita nellunit politica dello Stato italiano, questa deve restare quella italiana. Ma, con il sistema delle "sezioni staccate", come se ogni organo giurisdizionale centrale avesse sede in Sicilia, peraltro con notevole vantaggio per i Siciliani che, al massimo grado, possono sostenere una trasferta al pi a Palermo e non a Roma. Questo articolo stato applicato in pieno e bene per la Corte dei Conti. Per il Consiglio di Stato stato applicato in modo sui generis, con l'istituzione di un organo separato, il CGA, sorta di "Consiglio di Stato siciliano", ed stato istituito persino il "ricorso straordinario al Presidente della Regione". Tutti istituti funzionanti, a dimostrazione che in quei casi in cui l'Autonomia davvero applicata nessuno ha da pentirsene. Non cos avvenuto, purtroppo, con la Corte di Cassazione, la nostra corte di terza istanza, fondata dai Normanni col nome di "Magna Curia", mai abolita, poi "Gran Corte Civile e Criminale, poi, attraverso vari cambi istituzionali, "Corte di Cassazione di Palermo" e poi assorbita, al solito, da Roma. Ridicola l'interpretazione

costituzionale secondo cui le sezioni staccate non darebbero unit di giurisprudenza; ridicola perch gi di fatto la Cassazione distinta in sezioni, perch anche dopo l'Unit d'Italia la Cassazione Siciliana funzionava assai bene, e perch lo Statuto non vuole affatto unit di giurisprudenza, se ha previsto questa autonomia! Unit di legislazione, in certi, pochi campi, non unicit di giurisprudenza e non c' scritto in alcun testo costituzionale che questa unit, peraltro mobile nel tempo, sia obbligatoria n che apporti qualche beneficio a qualcuno che non siano i "principi romani del Foro". Peraltro, di fronte al nobile sacrificio dimostrato dai magistrati siciliani ogni giorno nel loro lavoro, talvolta spinto sino alleroismo in cui si sacrifica la propria vita, storicamente corrisposta, almeno in passato, una Corte di Cassazione romana quanto meno lontana e distratta, troppo sensibile al mondo politico dello Stato italiano, in una parola inefficiente se non collusa con il sistema di potere politicomafioso che ha impedito alla Sicilia di decollare e che lha consegnata sempre prona alle foci del Tevere. Riteniamo che anche il CSM, consiglio superiore della magistratura, quando giudica in via amministrativa sull'operato dei magistrati, debba avere una "sezione staccata" per la Sicilia in applicazione di questo articolo. E cos pure per le corti marziali e altre corti speciali che si venissero da istituire per ogni riguardo (un tempo, ad esempio, la Commissione Tributaria Centrale, oggi disciolta nelle Commissioni Regionali). Il punto che lo Stato italiano si limitato ad applicare, di questo articolo, solo ci che era meglio espresso (ricorsi straordinari al Presidente, CGA, Corte dei Conti) lasciando il resto nel dimenticatoio per la solita nequizia nei nostri confronti, avallato in ci da una classe politica locale non in grado di far valere i diritti della nostra comunit.

( 6 Continua)
I precedenti commenti sono stati pubblicati su LISOLA n 9, 10, 11, 12 & 13

I nostri sacri simboli:

la TRINACRIA e l'AQUILA DI SICILIA;


i nostri sacri colori:

il GIALLO e il ROSSO del VESPRO.


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(Segue da pagina 1)

dinamici e produttivi? Vediamo di ragionare senza pregiudizi. Intanto l'operazione avrebbe dei costi. Immaginiamo a Messina, o nei porti e negli aeroporti, il "fastidio" di dover cambiare moneta ad ogni viaggio e i costi che banchieri e cambiavalute imporrebbero ai consumatori. Questo sarebbe certo un costo. Da non sopravvalutare per. Gli euro, moneta forte del continente, girerebbero comunque abbondanti in Sicilia e sarebbero facilmente reperibili dai Siciliani in tutti gli istituti di credito. Il fastidio maggiore sarebbe per i turisti italiani ed europei costretti a cambiare all'arrivo in Sicilia o a sopportare negli acquisti un cambio meno favorevole. Passato il primo shock, per, diventerebbe una cosa normale, come si fa ogni volta che si viaggia ed anzi diventerebbe quasi un fatto "esotico", come un souvenir di viaggio. Dal punto di vista dell'immagine questo cementerebbe il senso di appartenenza ad una comunit da parte dei Siciliani e la traduzione in prassi quotidiana della banale osservazione geografica che la Sicilia non propriamente in Europa ma una terra d'incontro e di transizione tra Europa, Africa e Asia. Sarebbe cio il portato normale del progetto "Sicilia zona franca", terra di incontro e di libero scambio al centro del Vecchio Mondo. Questa moneta poi sarebbe agganciata naturalmente alle monete pi forti, garantita cio da riserva valutarie ed auree, le prime soprattutto in euro, ma anche in sterline e dollari e via via in Franchi svizzeri, Yen, etc. Cosa cambierebbe nella vita di tutti i giorni? Una politica valutaria attenta e libera da Francoforte e da Roma, affidata ad esperti economisti, ci consentirebbe (entro certi limiti) una relativa fluttuazione, ma anche un controllo pi stretto sul potere d'acquisto di una moneta "nostra" che non ci sfuggirebbe di mano come accaduto gi con la "liretta" e peggio con l'euro. Una moneta siciliana non favorirebbe certo una integrazione totale dei mercati distributivi e sarebbe una parziale barriera occulta alla concorrenza esterna. Lo sanno bene gli inglesi e gli scandinavi che infatti non ne vogliono sapere. Infatti chi al centro di una grande Europa, anche se paese povero come la Repubblica Ceca o la Romania, ha tutto da guadagnare da un'integrazione economica e monetaria che lo pu vedere agire da protagonista nella produzione o nella distribuzione di beni. Chi alla periferia fatalmente resta tale in tutti i sensi e fatalmente si deve approvvigionare di beni che per raggiungere il suo paese vedono lievitare al massimo i costi. Con la moneta a s si incentivano produzioni locali, magari non altrettanto efficienti di quelle europee ma con benefici che ricadono nel territorio e con un apporto dall'esterno limitato ai beni davvero competitivi. Ovviamente per controllare il potere d'acquisto di una moneta non basta la moneta stessa, ma ci vuole la concorrenza. Se "Zona franca" dev'essere, dev'esserlo in tutti i sensi e quindi senza alcuna limitazione di concorrenza. Quindi prodotti interni a prezzi competitivi dove possibile, altrimenti prodotti esterni al miglior prezzo possibile e da dove che sia (tutto il contrario di oggi poich la concorrenza solo un'ideologia di regime che vale solo per far valere le politiche industriali italiane di esportazione in Sicilia dei loro beni e servizi non solo a discapito dei produttori siciliani ma anche di quelli stranieri). E poi? Poi ci sarebbero i cambi con l'euro che decidono tutto. Stando alle magre statistiche di oggi sembrerebbe che la povera "Onza" debba svalutarsi continuamente sull'"Euro". Secondo noi questo sarebbe vero solo nel breve termine (da tre a cinque anni), il tempo di assestare il nuovo sistema economico e tagliare con il vecchio. In questo caso i consumi "di lusso" si contrarrebbero di molto nell'isola, ma per contro i salari diventerebbero (a parit di retribuzione nominale) pi competitivi, le nostre merci pi competitive e la bilancia dei pagamenti nei confronti dell'Europa tenderebbe spontaneamente a riequilibrarsi. Per contro la vendita dei prodotti energetici al continente (in euro o in dollari) ci vedrebbe pi ricchi e compenserebbe l'impoverimento derivante dalla svalutazione. Ma nel medio-lungo termine la situazione non potrebbe che rovesciarsi. Gi oggi la bilancia commerciale dei prodotti energetici per la Sicilia deficitaria solo perch si rilevano come importazioni le materie prime provenienti dall'estero ma non si rilevano come

esportazioni i prodotti finiti energetici esportati in Continente (perch ad oggi sono considerate transazioni interne); se a questo si aggiungono i benefici derivanti dall'esportazione di prodotti energetici che oggi la Sicilia "regala" al Continente, nonch in benefici derivanti dalla complessiva devoluzione fiscale degli artt.36-40 nonch dal progetto di "Sicilia Zona Franca", con uno statuto doganale, tributario e finanziario peculiare e con il Porto Franco di Messina, l'effetto netto sarebbe quello di un vero e proprio boom commerciale. Non mancano i rischi per. Innanzi tutto una "ritorsione italiana" che potrebbe durare anche qualche decennio mirante a colpire i prodotti della "regione ribelle" sia sul territorio italiano sia su quello europeo (e gli strumenti politici non mancano); ma anche un doveroso progressivo necessario taglio dei "trasferimenti" dalla finanza continentale (italiana e comunitaria) che farebbero rallentare i consumi. Quale l'effetto netto di vettori di segno opposto e di intensit difficilmente valutabile? Non si pu stimare a priori senza approfondite ricerche. In sintesi per gli esiti possibili sarebbero due o tre: un persistente deficit siciliano verso il Continente nonostante tutto (meno probabile in tempi di scarsit di risorse energetiche e comunque improponibile nel lungo termine per una terra naturalmente ricca come la Sicilia) per le cui conseguenze si veda quanto detto sopra; un sostanziale equilibrio che porterebbe ad un cambio puramente nominale della valuta (un po' come la Danimarca che rispetto all'Europa non ha nessuno svantaggio ma neanche nessun vantaggio di avere una moneta separata, se non quello identitario che a noi peraltro non pare affatto secondario); un progressivo surplus tra Sicilia e Continente. Poich a noi pare che prima o poi questa sar la strada, proviamo a immaginare cosa significher per la Sicilia trasformarsi in una Svizzera al centro del Mediterraneo. L'apprezzamento dell'Onza sull'Euro ci far diventare pi ricchi: diminuir il disagio sociale e potremo acquistare di pi dall'esterno, riequilibrando cos i nostri conti con l'estero. La diminuit competitivit dei nostri prodotti sar soltanto relativa perch si tratta di beni in cui ci troviamo in posizione di rendita: beni naturali ed ambientali, posizione geografica strategica, risorse energetiche. Beni, cio, a domanda relativamente rigida. Se l'autonomia monetaria sar accompagnata da un massiccio investimento in formazione e ricerca, la ricchezza culturale e la creativit dei Siciliani faranno il resto. Per contro la vendita di prodotti energetici in dollari o euro potrebbe smorzare la portata di questa risorsa in regime di cambi crescenti. Ma la prospettiva di rialzo dei prezzi energetici dovrebbe in ogni caso risolversi in nostro favore. Semmai il problema di tanta ricchezza sarebbe quello di distribuirla in parte con i paesi mediterranei (soprattutto la Tunisia) per evitare che i dislivelli crescano oltre misura. Il surplus verso l'Europa la Sicilia dovrebbe riversarlo in un "Piano Marshall" per il Maghreb, anche per garantirsi un contesto confinante di pace e prosperit. Forse il tema meriterebbe un vero e proprio libro, un "Libro Verde sulla Zona Franca Siciliana e sulla moneta separata" per valutare con maggiore attenzione la fattibilit e convenienza economica di una tale operazione. Ma, poi, se ci fosse la convenienza economica, perch mai non tradurla in fattibilit politica? Forse, per, questo un tab. Per molti italiani (e purtroppo anche per molti siciliani) se la Sicilia fa parte dell'Italia parlare di autonomia monetaria semplicemente vietato per definizione. Anche se in fondo molti paesi europei concedevano ai loro territori d'oltremare una moneta separata; perch non considerare la Sicilia un territorio italiano d'Oltremare? Forse la vera scelta tra la dipendenza e l'indipendenza economica. La strada da noi tracciata indirizzerebbe la Sicilia verso un'autosufficienza economica che ci farebbe pi liberi (magari nell'immediato un po' pi poveri, poi pi ricchi, ma da subito pi liberi); al contrario la strada attuale quella di una dipendenza economica senza sbocchi, di un'economia asfittica e assistita, dove poi fatalmente tutta la societ va in cancrena e fiorisce solo il malaffare. A Noi la scelta tra queste due vie, solo a Noi, per il bene dei nostri figli e per il futuro della Nostra Patria.

LALTRA SICILIA-Antudo

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Costume & Societ

Siamo il popolo meno scolarizzato dEuropa, i nostri lavoratori per lo pi hanno la licenza media; il numero dei laureati diminuisce rispetto alla popolazione (e che laureati sono, poi); le nostre burocrazie pubbliche sono le pi costose e le meno efficienti; i nostri giovani sono di unignoranza abissale eppure rifiutano anche i posti di commesso, perch bisogna lavorare il sabato; la popolazione attiva nettamente inferiore a quella dei Paesi civili. Insomma, siamo gi Terzo Mondo, e ancora, bene o male, strappiamo stipendi da primo mondo. Quanto pu durare? In Italia si fa ancora ciao ciao con la manina. Voglio dire: basta che una telecamera compaia a piazza Montecitorio, e dietro il giornalista si forma subito una folla che resta l impalata, si sposta per far vedere la sua faccia a mamma e ai parenti a casa, impacciata e confusamente sorridente, o con il cipiglio, come i nostri bisnonni contadini di centanni fa davanti alla macchina dei dagherrotipi. E fa ciao con la manina. E una cosa che non si fa pi nemmeno in Africa: rivela menti provinciali, primitive, con ritardi abissali. Non dico in Europa. Chiunque abbia viaggiato in Francia, Germania o Gran Bretagna ha la sensazione che tutto, lo Stato, i servizi pubblici, i notiziari TV, la piccola gente comune, il panettiere e il barbiere, siano di qualche gradino (o tanti) superiore alla nostra: pi responsabile e pi istruita, pi ben educata, pi civile e servizievole. Persino in USA, dove ci sono ignoranze immense, anche lignorante operaio edile straordinariamente competente nel suo mestiere e sa parlarne con competenza; la barista part-time, che ha i suoi problemi, si accorge subito se sei in attesa e perspicace e intelligente - e inoltre sorridente, nonostante i suoi problemi personali - ti chiede in cosa possa servire. No, non pu durare. E infatti non dura. Ancora lISTAT informa: in soli sei anni, il nostro reddito calato del 13% rispetto allEuropa. Ancora nel 2000 guadagnavamo il 4% in pi, oggi il 9% in meno.

Ottusit di massa
iangono i TG: secondo lISTAT, la famiglia italiana mediana deve campare con 1.900 euro al mese. Vien da dire: ancora cos tanto?

Ci inevitabile e perfettamente giusto: nel mondo, di ignoranti come noi ce ne sono un paio di miliardi, e sono disposti a lavorare per 100 euro. Senza fare gli schifiltosi. E non parliamo dei colti: ho appena conosciuto una badante bulgara che ha la laurea in psicologia. Lavora nel Viterbese senza lamentarsi, se non della ottusit dei suoi padroni (ricchi ristoratori) che non hanno un solo libro in casa e trattano lei come una selvaggia, con una maleducazione insultante. Intravedo il titolo de La Stampa: Italiani sempre pi poveri - perch pi ignoranti, doveva aggiungere. Certo, cominciamo a vedere leffetto Prodi-Visco, lipertassazione e il peso accresciuto delle caste rapaci. Ma bisogna cominciare a guardare in faccia la realt, sgradevole e disonorevole: la nostra ottusit che ci sta facendo arretrare. Una ottusit specificamente italiana, che diventata la nostra immedicabile attitudine nazionale. E che incurabile perch, solo qui, si rivendica il diritto allignoranza e allottusit. Stiamo arretrando, sprecando risorse materiali e umane, perch ogni gruppo o cosca o casta si aggrappa ottusamente a privilegi anche minimi, in secessione mentale dal resto della comunit, anche a prezzo, alla lunga, di perdere tutto. Il personale Alitalia un chiaro esempio di questo particolarismo stupido fino al suicidio; aggrappato ai suoi privilegi insostenibili rispetto alla concorrenza, fino allultimo incapace di fornire un servizio o anche solo un sorriso, incompetente fino al ridicolo - e presto, finalmente, senza stipendio (la cordata, cari fancazzisti, non si forma). Ma gli esempi sono infiniti, anche ai livelli presuntivamente alti: la cosca universitaria che ha strappato lautonomia solo per truccare i concorsi, assegnare cattedre a parenti in micragnosi do-ut-des, e intanto

abbandona la didattica e la ricerca a docenti a contratto che paga 3 mila euro lanno - non m olto diversa, come ottusit autolesionista, dalle tifoserie che mettono a ferro e fuoco strade e piazze, picchiano e ammazzano gratuitamente. I barricadieri di Napoli che gettano nella spazzatura la loro citt, la sua fama e il suo turismo, sono un esempio di idiozia senza uguali nel pianeta, che fa vergogna alla presunta vispa intelligenza napoletana. Sono stupidi gli aggressori gratuiti di extracomunitari; scambiano un romeno con un rom. Di una stupidit specifica, solo italiana per restrizione mentale e sovrappi dignoranza, per primitivismo e arretratezza. Ottuso, in questo modo specificamente italiano, Berlusconi che per furbescamente salvare Rete4 regala una vittoria allopposizione dopo solo 15 giorni di governo, rivelando lo sfaldamento iniziale della sua maggioranza, e peggio. Proprio mentre il suo chiaro dovere di governo sarebbe chiamare tutti a superare i loro particolarismi per il bene comune, egli si ritaglia un vantaggio particolare. I suoi ministri serii (Tremonti, Brunetta) hanno bisogno di eliminare sprechi e inefficienze della amministrazione pubblica, perch i fondi aggiuntivi possono venire solo dalla sua razionalizzazione; devono perci colpire interessi consolidati e privilegi indebili, in nome di un principio morale; e lui, il capo del governo, prova a mantenersi un privilegio indebito pro domo sua. Si pu essere pi ottusi? Ebbene s, si pu. La magistratura napoletana, come sapete, ha messo agli arresti il personale del nuovo commissario alla monnezza Bertolaso; che esista uno stato deccezione evidente, che richiede misure deccezione, a quei (Segue a pagina 10)

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magistrati non importa nulla. Loro non fanno parte dellItalia ingolfata di rifiuti, ma di una Svezia ideale, da raccolta differenziata e linda: incriminano dirigenti che - data lemergenza - aprono le ecoballe e le mandano in discarica senza tante storie. Omissione datti dufficio, falso in atto pubblico eccetera: ogni dirigente che voglia far qualcosa in Italia si macchia di almeno questi due reati, il rispetto assoluto delle procedure burocratiche essendo fatto apposta per giustificare il far nulla. Applichiamo solo la legge, dicono i giudici; ovviamente non vero, per 15 anni non hanno applicato alcuna legge, quando governava la sinistra. Lo fanno adesso perch governa Berlusconi, perch Bertolaso efficiente, e - soprattutto - perch per lemergenza il governo ha provato a creare una superprocura ad hoc, sottraendo ai giudici ordinari (e inadempienti) la competenza: la casta s sentita scavalcata, ed ha reagito. Usando la legge esattamente come la camorra usa lintimidazione e gli incendi dei cassonetti. Ancora una volta: la difesa di proprie prerogative e privilegi spinta fino alla rovina, allautolesionismo - perch dopotutto, nella rumenta fino al collo ci stanno anche loro, devono lavorare in ufficetti luridi dove manca la carta e la fotocopiatrice guasta. Non si pu chiamare che ottusit. Ci che la rende specificamente italiana, che questa ottusit non si vergogna di rivelare la propria mancanza dintelletto e la propria meschinit morale, la propria piccolezza di vedute, la propria imprevidenza: anzi la ostenta. Solo da noi la casta giudiziaria pu, a norma di legge, dare un contributo decisivo allincivilt generale. C un rimedio? Certo che c. Essere ottusi fino alla propria rovina non un destino: la scelta deliberata della via facile, ladesione ai propri interessi pi prossimi e immediati a scapito di quelli generali. La cura sarebbe il contrario: stare in guardia, ciascuno, contro i propri istinti incivili, cogliere ogni occasione per imparare da chi ne sa di pi anzich deriderlo, recuperare la dignit del ragionare di larghe vedute contro la furbizia di cui ci vantiamo. Dobbiamo imparare le virt che ci mancano. E qui sorgono le difficolt. Da una parte, ci manca la pressione obbligante di una classe dirigente esigente, cio moralmente qualificata ad esigere dalla gente di migliorarsi. Dallaltra, c la corale chiusura mentale di massa, la presunzione accecata di saperne gi anche troppo, di fare anche troppo. Lo vedo anche nelle mail che ricevo. Non in tutte per fortuna, ma in troppe. Questo sito, che gi in qualche modo seleziona, letto da troppe persone di cui salta agli occhi la mancanza di cultura generale, di attitudine ad interrogarsi, a imparare, ad avere flessibilit e apertura mentale. Troppa gente ormai incapace di eseguire quel vecchio e facile gioco della Settimana Enigmistica: unire i puntini numerati per far risaltare una figura complessa. Riporto qui una mail come esempio di ci che intendo. Le minuscole e la punteggiatura sono quelle originali: mi scusi ma lo sa che sono almeno 6 anni (diconsi sei anni) che lei e i personaggi che prende a riferimento giornalisti del W.p. e h.t., dite che gli usa atteccheranno liran, beh prima o poi succeder se non altro per farvi contenti. va bene fare controinformazione, per usare sempre toni catastrofistici alla lunga si perde di credibilit non trova? sempre complotti sempre sotterfugi, sempre manovre oscure, si parla crolli di borsa, crolli dei mercati, fallimenti bancari, iper inflazione, mah sinceramente sente queste cose da decenni, ma poi siamo sempre qui a raccontarcele, per lei che fervente cattolico

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un po come la fine dei tempi, prima o poi arriver. Il peggio qui non limprecisione, il pressapochismo della scrittura, la vacuit mentale. Il peggio vero, rovinoso per chi scrive, questo: che costui crede che in questi sei anni non sia successo niente di ci che abbiamo previsto con molto anticipo, perch siamo sempre qui a raccontarcele. Che il petrolio sia passato da 27 a 140 dollari il barile, il che cambia per sempre il nostro sistema di vita; che ci siano in corso due guerre con truppe nostre; che effettivamente i mercati siano crollati e grandi banche davvero siano fallite; ed effettivamente sia gi in atto linflazione (i prezzi di alimentari e gasolio dovrebbero dirgli qualcosa) - e che tutte le crisi stiano convergendo in una colossale crisi sistemica, a lui non consta. E chi lo segnala, esercitando una capacit di previsione che a lui manca per ignoranza, fa solo catastrofismo, anche se magari uno dei tanti che hanno visto calare il loro potere dacquisto di 13 punti rispetto alla media europea. Non capace, per mancanza di fantasia, nemmeno di imparare sulla propria carne: giorno per giorno si adatta - ci adattiamo - a una vita sempre pi misera, ogni giorno meno ambiziosa e con meno possibilit. Questo lettore non sa connettere i puntini, e questo non sarebbe il peggio - possiamo farlo per lui, aiutarlo. Ma il peggio la sua aria di sufficienza, il suo non riconoscere a nessun altro alcuna superiorit su di lui. E questo a rendere incurabile lignoranza, e quella specifica ottusit italiana: lindocilit, ossia il rifiuto di imparare - di migliorare proclamato come diritto.

effedieffe.com - 30 maggio 2008

Maurizio Blondet

Curiosit

Letteratura da bacheca parrocchiale


Non uno scherzo! Quelli proposti di seguito sono annunci autentici apparsi presso alcune parrocchie. Ce li ha spediti Paola Raneri.

Per tutti quanti tra voi hanno figli e non lo sanno, abbiamo unarea attrezzata per i bambini! Gioved alle 5 del pomeriggio ci sar un raduno del Gruppo Mamme. Tutte coloro che vogliono entrare a far parte delle Mamme sono pregate di rivolgersi al parroco nel suo ufficio. Il gruppo di recupero della fiducia in se stessi si riunisce Gioved sera alle 7. Per cortesia usate le porte sul retro. Venerd sera alle 7 i bambini delloratorio presenteranno lAmleto di Shakespeare nel salone della chiesa. La comunit invitata a prendere parte a questa tragedia. Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti. Tema della catechesi di oggi: Ges cammina sulle acque. Catechesi di domani: In cerca di Ges. Il coro degli ultrasessantenni verr sciolto per tutta lestate, con i ringraziamenti di tutta la parrocchia. Ricordate nella preghiera tutti quanti sono stanchi e sfiduciati della nostra Parrocchia. Il torneo di basket delle parrocchie prosegue con la partita di mercoled sera: venite a fare il tifo per noi, mentre cercheremo di sconfiggere il Cristo Re! Il costo per la partecipazione al convegno su Preghiera e Digiuno comprensivo dei pasti. Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far ricordare. Il parroco accender la sua candela da quella dellaltare. Il diacono accender la sua candela da quella del parroco, e voltandosi accender uno a uno tutti i fedeli della prima fila.

Marted sera, cena a base di fagioli nel salone parrocchiale. Seguir concerto. Amen.
Fonte: LObiettivo - Castelbuono

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La questione della propriet della moneta al momento della sua emissione


Tratto dal libro Euroschiavi e i segreti del signoraggio di Marco Della Luna e Antonio Miclavez

a Banca Centrale emette denaro per un valore, supponiamo, di mille miliardi di Euro. Quel valore, quei mille miliardi, di chi sono? A chi appartiene la moneta, il valore del denaro, nel momento in cui viene emessa dalla Banca Centrale?

'Italia sempre pi povera a causa di un debito pubblico in continuo aumento che comporta un'elevata pressione fiscale.

Il debito pubblico un'invenzione costruita da politici e banchieri al fine di arricchire gli azionisti privati della Banca Centrale italiana e europea. In passato, le banche che emettevano denaro lo garantivano con la copertura aurea, si impegnavano a convertire le banconote in oro e sostenevano un costo di emissione. Oggi, le monete non sono coperte da riserve di oro, non sono convertibili e il loro costo di emissione praticamente zero, ma il guadagno di chi le emette, ossia il signoraggio, del 100% del valore nominale. Quando lo Stato domanda soldi alla Banca Centrale paga il costo del valore nominale (e non il solo costo tipografico) con titoli del debito pubblico, ossia impegnandosi a riscuotere crescenti tasse dai cittadini e dalle imprese. Tutto ci avviene attraverso la Banca Centrale Europea, un mostro giuridico creato dal Trattato di Maastricht, esente da ogni controllo democratico come un vero e proprio Stato sovrano, posto al disopra delle parti. Euroschiavi svela i segreti e i meccanismi di questo sistema di potere che si eretto e mantenuto sul fatto di essere ignorato dalla gente, soprattutto dai lavoratori, dai risparmiatori e dai contribuenti, e indica come porre fine legalmente a questo saccheggio. Il libro di facile comprensione sia per chi si interessa di politica e finanza sia per il lettore non specialista. Euroschiavi offre unimpressionante documentazione delle modalit con cui il moderno Signore (le Banche Centrali) ha costruito un sistema di potere e di leggi che pone al suo servizio lo Stato, il fisco, la Pubblica Amministrazione e tutti noi. La Costituzione italiana, quella europea, i trattati, le leggi, sono manipolati o disattesi per occultare i traffici e gli interessi dei grandi banchieri proprietari delle Banche Centrali che si arrichiscono sulla pelle dei popoli. sia, per ottenere denaro. Al contrario, ci proprio quanto succede incessantemente. Ma vi di peggio: la Banca Centrale, cio i suoi azionisti, oltre ad appropriarsi, a danno dello Stato, del valore del denaro che essa emette, nei suoi propri conti segna questo valore non allattivo ma al passivo, simulando un debito ed evitando, cos, di pagare le tasse su quello che un puro incremento di capitale e che, come tale, dovrebbe essere interamente tassato. Lovvio ragionamento che abbiamo test svolto stato gi sottoposto al Parlamento, attraverso interrogazioni parlamentari, nel 1994 e nel 1995. Entrambe le risposte elusero il problema, affermando che la Banca Centrale (allora, cio, la Banca dItalia) non sarebbe proprietaria dei valori monetari, ossia del valore del denaro emesso, perch il denaro emesso costituirebbe sempre un passivo, un debito; e che, perci, giustamente la Banca dItalia lo iscriveva come posta passiva nel proprio bilancio. Come i membri competenti dei due governi interessati non potevano ignorare, queste risposte sono del tutto contrarie alla verit. Innanzitutto, la risposta fornita contraddetta dal comportamento dei governi medesimi di tutti i governi. Infatti, se i governi fossero coerenti con laffermazione che il denaro, il valore monetario, non appartiene alla Banca emittente, perch lo Stato continua a dare qualcosa (i titoli del debito pubblico) in cambio di Lire o Euro? E se il denaro emesso costituisse una passivit, un debito, perch mai lo Stato dovrebbe comperarlo pagandolo con titoli del debito pubblico, (Segue a pagina 12)

Alla Banca Centrale stessa, che quindi ha diritto di farsela pagare dallo Stato? O allo Stato, al popolo, che quindi non dovrebbe pagare n il denaro n gli interessi alla Banca Centrale quando ha bisogno di denaro? Si tratta di una questione fondamentale, perch dalla risposta che essa riceve, dipende essenzialmente lindebitamento dello Stato. Il fatto che lesercizio del potere monetario attraverso la Banca Centrale uno strumento di potere dei banchieri sullo Stato, trova conferma in come le istituzioni statali sono impegnate a equivocare e a mentire in tutte le sedi, anche parlamentari, per coprire il fatto che la Banca dItalia cede a caro prezzo denaro che a essa niente costa e a cui non essa a dare il valore, ossia il potere di acquisto. Il potere di acquisto, come abbiamo visto, glielo conferisce il mercato, la gente, attraverso la domanda di denaro. La Banca Centrale non ha prodotto il valore del denaro, eppure si comporta come se fosse proprietaria del medesimo denaro, in quanto lo cede allo Stato (e alle banche commerciali) in cambio di titoli di Stato e controinteressate. Questo fatto paradossale.

come se il tipografo, incaricato dagli amministratori della societ calcistica organizzatrice di una partita di stampare 30.000 biglietti di ingresso per le partite del campionato, col prezzo di 20 stampato su ogni biglietto, chiedesse come compenso per il suo lavoro di stampa 600.000, in base al fatto che i biglietti che ha prodotto valgono 20 cadauno. vero che essi valgono 20 caduno, ma che essi abbiano un valore non dipende dal tipografo, bens dallassociazione sportiva che ha formato la squadra, procurato il campo da gioco e organizzato la partita, sostenendo i relativi costi e producendo la domanda di quei biglietti, senza la quali questi niente varrebbero. Gli amministratori della societ sportiva lo sanno bene, ma il tipografo in parte li ricatta e in parte li lusinga perch promette loro che, se gli pagheranno lingiusto compenso richiesto, egli dar loro un lauto regalo e i fondi per farsi rieleggere alle prossime elezioni del consiglio di amministrazione. Altrimenti, finanzier altri candidati e una campagna di stampa contro i consiglieri onesti.
Il potere bancario si comporta come quel tipografo, e i governanti si comportano come i consiglieri ricattati e lusingati dellassociazione sportiva, riconoscendo alla Banca Centrale la propriet o titolarit del valore del denaro che emette, stampato o scritturale che sia, e in cambio di esso indebitano ingiustamente e illogicamente proprio il popolo, che il soggetto che, col suo lavoro e con la sua domanda, ossia col mercato, conferisce valore al denaro. Per questa ragione, oltre che in base al principio costituzionale della sovranit popolare, al momento in cui viene emesso, il denaro, il suo valore, dovrebbe logicamente essere ed essere trattato come propriet del popolo e, per esso, dello Stato. Assolutamente lo Stato non dovrebbe indebitare se stesso e il popolo verso una Banca Centrale, pubblica o privata che

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LISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno X - n 14 16/31 luglio 2008
che costituiscono un credito per chi li riceve? Si mai visto che qualcuno paghi un altro per farsi cedere un debito? Ma le risposte del governo sono anche false giuridicamente, perch il denaro non affatto un debito per la Banca che lo emette. Se fosse un debito, dovrebbe poter essere incassato dal portatore presso la Banca medesima, mediante conversione in oro, e il portatore della banconota aveva il diritto di farsela cambiare in oro dalla Banca Centrale che l'aveva emessa, come avveniva una volta, fino al 1929 circa, quando il denaro era convertibile in oro. Anche in tempi successivi al 1929, molte banconote portavano la scritta Pagabile a vista al portatore. Ma pagabile in che cosa, dato che esse non erano convertibili in oro? In realt, quei biglietti non erano pagabili in alcun modo e quella scritta era una menzogna per ingannare il pubblico e fargli credere che i biglietti di banca fossero convertibili in qualcosa avente valore proprio o che la banca si fosse indebitata per emetterli, il che falso (mentre era vero in un ormai lontano passato).

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Del resto, naturale che nessun governo potrebbe permettersi di dare risposte veridiche a simili questioni, perch ammetterebbe che la sua vera funzione defraudare i cittadini e gli elettori per arricchire unlite finanziaria che detiene il vero potere. Ma quanto sopra costituisce solo la punta delliceberg. Perch il grosso, circa l85%, del denaro esistente e circolante al mondo, non denaro vero, emesso da Banche Centrali, ma denaro creditizio, ossia aperture di credito e disponibilit di spesa create dal nulla dalle banche commerciali, le quali, attraverso questa creazione continua di nuovo denaro creditizio, si impossessano di quote crescenti del potere dacquisto complessivo della popolazione mondiale. Di ci si parler pi diffusamente in seguito in tema di signoraggio secondario o creditizio.

Caro Cittadino europeo, sapevi che...?


Il debito pubblico fasullo e le tasse che paghi a causa di esso sono illegali e incostituzionali. Banca dItalia S. p. A, autorizzata a creare in modo autonomo denaro dal nulla senza garanzie auree o di altro tipo, dal 1948 di propriet privata. I suoi azionisti (detti partecipanti) sono le altre banche e assicurazioni private. Il debito pubblico dello Stato, quindi dei cittadini, nasce nei loro confronti. La Banca dItalia (analogamente alla Banca Centrale Europea) usa un artificio contabile pi o meno espressamente legalizzato per camuffare i propri utili, non pagare le tasse su essi dovuti e per non darli allo Stato, come dovrebbe per statuto. La Banca dItalia dovrebbe, per statuto, vigilare sulla correttezza delle altre banche; ma essa stessa di propriet di banche private, le quali nominano il suo governatore e i suoi direttori; quindi questi dovrebbero sorvegliare chi li nomina cosa del tutto improbabile. Le tasse vanno in gran parte a pagare il debito pubblico e gli interessi su di esso, quindi finiscono in tasca ai proprietari privati della Banca dItalia e della Banca Centrale Europea, e non per spese di interesse collettivo. Per arricchirli, il debito pubblico viene continuamente fatto crescere e ci non solo in Italia e non solo di recente. Lorganizzazione a monte di questo sistema di potere bancario internazionale: in quasi tutti gli altri Paesi, infatti, la situazione simile a quella italiana. Tale sistema, di cui i mass media si guardano bene dal parlare (come pure i sindacalisti, i parlamentari, i ministri, i presidenti) ha prodotto nel tempo, e ancor oggi sempre pi produce, un enorme e sistematico trasferimento di beni e di ricchezze dalle tasche dei cittadini a quelle dei banchieri, ma anche un trasferimento del potere politico dalle istituzioni democratiche alle mani dei banchieri sovranazionali. Il vero potere politico ed economico, a livello mondiale e nazionale, sta in questi meccanismi, ignoti a tutti o quasi; essendo sconosciuti, essi sono ancor pi efficaci.. Il Trattato di Maastricht, lEuro, la Banca Centrale Europea, sono strumenti di completamento di questo trasferimento. La corrente mancanza di denaro, la crisi economica, i fallimenti e le privatizzazioni sono p.i.l.otati da loro attraverso governi a sovranit limitata, e vanno a loro vantaggio. La soluzione efficace ben nota ed stata ripetutamente proposta: restituire al popolo, quindi allo Stato, la funzione sovrana dellemissione del denaro, in modo che non si debba pi indebitare. Il risultato sarebbe: tasse quasi eliminate, denaro a costo zero per lo stato e la Pubblica Amministrazione, economia fiorente; potere politico democratico anzich in mano alle banche. Ovviamente, gli unici danneggiati da questa riforma sarebbero i banchieri. E anche stata proposta una soluzione parziale: la moneta complementare, sullesempio di migliaia di realt nel mondo. Sono state proposte e talora attuate, nella storia, anche soluzioni globali, e hanno funzionato: lemissione di denaro da parte dello Stato, direttamente e sovranamente, senza linutile intermediario di una banca centrale di emissione. Se quanto sopra ti lascia un poco perplesso, continua a leggere, e tutto ti apparir chiaro...

"Voi (i banchieri internazionali) siete un covo di vipere e ladri. Io voglio sconfiggervi, e con l'aiuto di Dio, vi sconfiggero'. sconfiggero'. Se gli Americani solo capissero la totale ingiustizia del nostro sistema monetario e bancario, ci sarebbe una rivoluzione prima di domani mattina". prima [Andrew Jackson, 7mo Presidente USA]
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