Sei sulla pagina 1di 4

Recettori tirosin chinasici

I Recettori tirosin chinasici (o receptor tyrosine kinase, RTK) sono proteine di membrana aventi attivit chinasica, e agiscono fosforilando residui di tirosina nella proteina bersaglio. In biochimica, si definisce chinasi (o, con un termine ormai poco usato, cinasi, oppure anche fosfotransferasi) un tipo di enzima (numero EC 2.7.1) in grado di trasferire gruppi fosfato da molecole donatrici ad alta energia (come l'ATP) a specifici substrati; tale processo definito fosforilazione.

Proteine G
Le proteine G sono cos denominate perch legano il guanosin-trifosfato (GTP) o il guanosindifosfato (GDP) e sono dotate di attivit GTPasica, importante per idrolizzare il GTP. Esistono due tipi di proteine G: Proteine G trimeriche, costituite dalle subunit polipeptidiche alfa, beta, gamma (esistono 20 tipi di subunit alfa, 5 tipi beta e 10 gamma). Tutte e tre le subunit sono associate alla superficie interna della membrana plasmatica, come proteine periferiche. Piccole proteine G monomeriche (Ras, Rho; Rab, Arf). Le proteine G trimeriche si trovano sulla superficie interna della membrana cellulare, accoppiate ad un recettore di membrana (o di superficie). Esse vanno continuamente incontro ad un ciclo di attivazione e deattivazione grazie all'attivit GTPasica. In condizione di riposo (recettore accoppiato alla proteina G senza ligando) una proteina G si trova in forma di trimero abg e porta legato il GDP sulla subunit alfa; quando il recettore attivato dal legame con un ligando (che rappresenta il primo messaggero), cambia conformazione nella parte intracellulare acquistando alta affinit per il GTP. Il legame col GTP determina il distacco della subunit alfa dal restante dimero beta/gamma e questultimo dalla superficie interna del recettore. Questi due complessi formatisi (alfa-GTP e beta/gamma) possono agire su effettori diversi; ne consegue che uno stesso recettore pu controllare pi funzioni attraverso la subunit alfa-GTP che agisce su determinati effettori e il dimero beta/gamma che agisce su altri effettori. Gli effettori, a loro volta, determinano la produzione di un secondo messaggero (adenilato-ciclasi, guanilatociclasi, fosfolipasi C) che sono i responsabili delleffetto finale secondo vie caratteristiche di ogni effettore. Gli effettori, inoltre, possono agire anche su canali ionici. Il segnale viene interrotto dall'attivit GTPasica della subunit a che idrolizzando il GTP forma il GDP; ci causa un aumento dellaffinit per il dimero beta/gamma che si lega nuovamente allalfaGDP facendo tornare il recettore allo stato di riposo. Sono state identificate 30 molecole di natura proteica chiamate genericamente regolatori delle propriet di segnalazione delle proteine G. Attraverso l'attivazione di vari meccanismi di trasduzione del segnale, i GPCR (recettori accoppiati a proteine G) controllano diversi aspetti della funzione cellulare. Il collegamento tra il recettore e il primo stadio della trasduzione del segnale viene stabilito attraverso le proteine G. Le proteine G rappresentano il livello intermedio nella gerarchia organizzativa di gestione della comunicazione tra recettori ed enzimi effettori o canali ionici. Le proteine G consistono di tre subunit , e . I nucleotidi guaninici si legano alla subunit , che provvista di attivit enzimatica, catalizzando la conversione del GTP in GDP. Le subunit e rimangono associate a

formare un unico complesso . Tutte e tre le subunit sono ancorate alla membrana plasmatica mediante la catena di un acido grasso, legata alle proteine G per mezzo di una reazione chiamata prenilazione. Allo stato di riposo, la proteina G si trova libera nella forma di trimero e con il GDP legato al sito specifico della subunit . L'occupazione di un GPCR da parte di una molecola di agonista attiva un cambiamento conformazionale, che coinvolge il dominio citoplasmatico del recettore con l'acquisizione di uno stato di alta affinit per il trimero . L'associazione del trimero con il recettore determina il rilascio del GDP legato e la sua sostituzione con il GTP; questa modificazione, a sua volta causa la dissociazione del trimero dalla proteina G con il rilascio di GTP e delle subunit . Queste sono le forme attive della proteina G, che diffondono nella membrana e possono legarsi con enzimi e canali ionici, causando, a seconda dei casi, l'attivazione o l'inattivazione. Il processo termina con l'idrolisi del GTP a GDP da parte della subunit , che possiede attivit GTP-asica. La -GDP che cos si forma, si dissocia dall'effettore e si combina con , completando in tal modo il ciclo. Poich l'idrolisi del GTP il passaggio che pone fine alla capacit della subunit di determinare il suo effetto, la regolazione della sua attivit GTP-asica da parte dell'effettore implica che l'attivazione di quest'ultimo tende ad essere autolimitante. Il meccanismo porta a un'amplificazione del segnale, in quanto un singolo complesso agonistarecettore pu attivare parecchie proteine G per volta, e ognuna di queste pu rimanere associata con l'enzima effettore per tempi sufficientemente lunghi da determinare la formazione di molte molecole di prodotto. Ques'ultimo solitamente un "secondo messaggero", per cui si verifica un'ulteriore amplificazione prima che sia evidente la risposta cellulare finale.

La mioglobina
La mioglobina una proteina molti importante nei processi di consumo di ossigeno del corpo umano per la produzione di energia. Essa contenuta nei muscoli (compreso il cuore), specialmente nelle fibre cosiddette "lente", in grado di produrre energia mediante la sintesi di ATP. Si tratta della prima proteina la cui struttura stata studiata dalla cristallografia a raggi X. Questo metodo ha evidenziato che la mioglobina costituita da una catena di aminoacidi avvolta ad elica e ripiegata in modo da formare otto segmenti principali. La mioglobina la proteina pi semplice in grado di legarsi all'ossigeno, in quanto costituita da un solo eme. L'eme a sua volta un complesso chimico fondamentale che sta alla base non solo della mioglobina, ma anche dell'emoglobina, ed la parte responsabile del trasporto dell'ossigeno. La reazione tra mioglobina (Mb) e ossigeno (O2) assai semplice: Mb + O2 -> MbO2 L'eme si trova all'interno della catena della sequenza aminoacidica e la sua particolare posizione che, isolando il ferro e impedendo che ceda elettroni, permette al ferro di rimanere nel suo stato ferroso e quindi di potersi legare stabilmente con l'ossigeno. A differenza dell'emoglobina (che contiene quattro eme), la mioglobina in grado di intervenire nel processo di cessione/trasporto di ossigeno molecolare (O2 ) in diverse condizioni di pressione parziale del gas ossigeno, anche molto basse e per questo motivo si dice che la mioglobina presenta un'alta affinit con la molecola di ossigeno O2. Le diverse pressioni alla quale la mioglobina opera determinano le sue due funzioni principali:
y

a pressioni superiori ai 40 mm Hg l'ossigeno rimane legato alla mioglobina che risulta satura di gas per la quasi sua totalit (95%). Dal momento che si trova nel tessuto cardiaco e nei muscoli, costituisce in questo modo una riserva all'interno del muscolo. a pressioni molto basse (5 mm Hg) la mioglobina libera l'ossigeno, divenendo un meccanismo efficace di trasporto e rilascio del gas.

Una volta immagazzinato l'ossigeno, la mioglobina in grado di liberarlo all'inizio del lavoro dell'esercizio fisico oppure in seguito a una richiesta per l'aumento di intensit dello sforzo muscolare. In queste condizioni l'ossigeno non pu essere assorbito dal sangue, ma deve essere rilasciato all'interno del muscolo stesso. Per la mioglobina la capacit di legarsi all'ossigeno non dipende da altri fattori come la temperatura, le variazione di pH e la pressione dell'anidride carbonica. La dipendenza nota come effetto Bohr e vale invece per l'emoglobina. Il fatto che la mioglobina non risenta dell'effetto Bohr una propriet importante perch durante il lavoro muscolare la temperatura del muscolo cresce, ed possibile anche un aumento dell'acidit e della produzione di anidride carbonica. La mioglobina presente non solo negli esseri umani, ma anche negli animali (mammiferi, uccelli e anche taluni invertebrati). Negli animali la quantit di mioglobina sicuramente correlata al grado di efficienza fisica: per esempio, le gambe dei cani da caccia sono pi ricche di mioglobina rispetto a quelle di cani "sedentari". Negli esseri umani invece non sono stati chiariti i legami tra quantit di mioglobina muscolare e allenamento.

Stimolazione tetanica
Con il termine stimolazione tetanica o semplicemente tetano, in campo neurobiologico, si descrive un processo fisiologico che avviene nelle cellule nervose caratterizzato da una notevole serie di potenziali d'azioni che vengono trasmessi in un piccolo periodo di tempo. Considerazioni anatomiche Cos come il potenziale d'azione, la stimolazione tetanica si propaga negli assoni fino ad esaurirsi nella giunzione sinaptica; in questa sede la stimolazione tetanica promuove l'ingresso di ioni calcio con conseguente esocitosi di vescicole contenenti neurotrasmettitore, che si lega a strutture recettoriali della membrana plasmatica di altri neuroni o del sarcolemma muscolare. Fisiologia In seguito all'isolamento di singole unit motorie, possibile indagare, attraverso metodiche di laboratorio, la propagazione degli impulsi nervosi nel nervo motorio e gli effetti sulle singole fibre muscolari, al fine di consentire una corretta analisi delle risposte in seguito a diversi tipi di stimolazione. In una cellula muscolare, un singolo potenziale d'azione si propaga all'interno dei tubuli t, depolarizzando il reticolo sarcoplasmatico. La depolarizzazione di questa struttura provoca la fuoriuscita massiva nel citoplasma di ioni calcio, in grado di legarsi in modo reversibile alla troponina, scatenando gli eventi che portano alla contrazione del sarcomero. Bench la liberazione del calcio sia molto rapida, occorrono 20-50 ms affinch si abbia la completa formazione dei ponti trasversali. In questo periodo di tempo, per, il calcio libero si riduce rapidamente a causa dei rapidi meccanismi di riassunzione mediati da pompe proteica; di conseguenza il numero dei ponti trasversali si riduce e, in un arco di 80-200 ms, la forza espressa si esaurisce. Questo fatto spiega le differenze nel decorso temporale dei processi di attivazione e riassunzione del calcio, che risultano dunque essere processi tempo-dipendenti in competizione tra loro. Ci fornisce una spiegazione del fatto che le fasi di aumento e di diminuzione della tensione attiva delle contrazioni a scossa semplice (contrazioni dovute alla presenza di un solo potenziale di azione), abbiano decorsi temporali diversi. In seguito a tali evidenze si pu dunque evidenziare che la forza contrattile generata da un potenziale d'azione relativamente piccola[2], perch gli ioni calcio vengono liberati in piccola quantit e persistono per un tempo molto breve e quindi non si verifica l'attivazione di tutti i siti di legame dell'actina con conseguente formazione di pochissimi ponti trasversali verso la miosina. Se tuttavia insorge un altro potenzione d'azione prima che tutti gli ioni calcio liberati dal precedente potenziale d'azione vengano di nuovo sequestrati, il numero di ponti trasversali che si formano maggiore e, di conseguenza, si sviluppa una forza pi elevata (si consideri una specie di sommazione temporale a livello muscolare). Gioco forza, pi elevata la frequenza dei potenziali d'azione, maggiore sar la forza sviluppata e minori saranno le fluttuazioni. Per un grande frequenza di potenziali d'azione si raggiunger il punto, per un dato muscolo, per il quale ad un aumento di frequenza, non corrisponde un aumento di forza (isometrica) esprimibile; a questo punto si ha il cos detto tetano incompleto o non fuso, poich caratterizzato da una serie di fluttuazione caratteristiche che non sono ancora in grado di mantenere una contrazione stazionaria[1]. Aumentando la frequenza di scarica del nervo, si raggiunge una condizione caratterizzata dall'attivazione prolungata di tutti i siti di legame e da uno sviluppo della forza privo di fluttuazioni. Questo tipo di contrazione stazionaria che deriva dalla fusione di singole scosse muscolari semplici viene detto tetano completo (fuso) o contrazione tetanica massimale.

Potrebbero piacerti anche