Sei sulla pagina 1di 3

L’Illuminismo

Con il termine “illuminismo” si indica il vasto e complesso movimento culturale che,


nella seconda metà del 1700, improntò di sé tutte le manifestazioni (filosofia, economia,
arte, politica, ecc.) della civiltà europea; fu definito “illuminismo” perché si era convinti
di poter “illuminare”, rischiarare con la luce della ragione, tutta la civiltà. La ragione è
prerogativa di tutti gli uomini: tutti devono avere gli stessi diritti e libertà.
Gli illuministi combattono tenacemente contro il fanatismo religioso e contro
l’intolleranza. La libertà religiosa garantisce la pace sociale, mentre l’intolleranza ne
compromette l’armonia e la solidità.
Dalla Francia, attraverso le opere di Montesquieu e di Voltaire negli anni Trenta del
XVIII secolo, e poi mediante l’Enciclopedia (1751-1722), si diffonde in tutta Europa.
Antecedenti:
- Pensiero scientifico (Copernico, Galilei, Bacone, Newton, Leibniz, Keplero);
Aspetti fondamentali:
- Razionalismo (esaltazione della ragione e disconoscimento da tutto ciò che non è
razionale);
- Naturalismo (non vi è nulla al di fuori o al di sopra della natura, quindi tutta la realtà
va spiegata con le sole leggi naturali, senza l’intervento di un principio spirituale).
Conseguenze di tale atteggiamento:
- Antistoricismo (critica del Medioevo e dei due istituti feudali tipici: principato e
chiesa);
- Anti-tradizionalismo (rifiuto delle convenzioni sociali, dei comportamenti statici,
come il conformismo e il perbenismo, della morale tradizionale, nell’esigenza di una
vita umana più libera ed autentica);
- Deismo (forma di religione naturale, per la quale Dio è un’esigenza razionale, inizio
della catena degli eventi: ciò porta alla polemica con le religioni positive o rivelate,
prima fra tutte il cristianesimo);
- Primato delle scienze e condanna della metafisica (saper illusorio di scetticismo
quest’ultima).
Aspetti positivi:
- Cosmopolitismo (Gli uomini sono tutti uguali per ciò che c’è in loro di uguale, la
ragione, quindi non vi sono barriere tra le nazioni; gli uomini sono “cittadini del
mondo”);
- Ottimismo e fiducia nel progresso umano (con la ragione si può dominare la natura e
riformare la società creando una specie di paradiso terrestre);
- Filantropia (buona disposizione nei confronti dei propri simili);
- Diffusione della cultura (attraverso i giornali, l’Enciclopedia) e circolazione delle idee;
- Moderna concezione dello Stato;
Aspetti negativi:
- Pessimismo (l’infinità dell’universo fanno dell’uomo un’entità insignificante);
- Il trascurare le esigenze spirituali, insopprimibili nell’uomo;
- Ateismo.
I filosofi più autorevoli sono Montesquieu, Voltaire, Rousseau, Diderot e d’Alembert:
la ragione va usata in maniera critica, al di fuori di ogni pregiudizio.
Montesquieu elabora il principio di separazione dei poteri fondamentali dello Stato: il
potere legislativo al Parlamento; il potere esecutivo al Governo e il potere giudiziario
alla Magistratura.
Voltaire sostiene una società fondata sulla tolleranza. Tuttavia, non fidandosi della
capacità governativa del popolo né della nobiltà, è fautore della monarchia assoluta
illuminata dalla ragione: il dispotismo illuminato. Il sovrano governa secondo i principi
della ragione, garantendo diritti e libertà di tutti.
Rousseau, al contrario, sostiene un nuovo patto fra i cittadini per stabilire la sovranità
popolare, fondata sulla democrazia.
Diderot e d’Alembert tra il 1751 e il 1772 dirigono l’Enciclopedia: 28 volumi in cui
trova spazio ogni tipo di sapere.
Cesare Beccaria nel suo “Dei delitti e delle pene” propone, in materia di diritto,
l’istituzione di pene certe e proporzionate al reato. La pena ha quindi un valore
rieducativo. Beccaria, condanna la tortura e chiede l’abolizione della pena di morte.
Inoltre, nel Settecento si compiono nuovi viaggi di esplorazione, specialmente verso
l’oceano Pacifico.

Potrebbero piacerti anche