Sei sulla pagina 1di 2

IL LINGUAGGIO MATEMATICO

Tra le tante domande che l’uomo si pone sulla sua esistenza e sulle cose che lo
circondano la più difficile è sicuramente quella che riguarda la perfezione della
natura. Ed è proprio qui che subentra la scienza a cercare una risposta, in particolare
la matematica. Essa ha infatti il fine di chiarire ogni dettaglio delle idee e degli
esperimenti dell’uomo attraverso lo studio del calcolo, delle strutture, dello spazio e
delle quantità. Non si può pensare alle scienze senza presupporre sotto ognuna di
esse il ragionamento logico-matematico. A tal fine la matematica può essere
considerata un linguaggio, in particolare un linguaggio fatto di simboli e parole, che
rispetta le condizioni di essere:
 Universale (perché riconosciuto in tutto il Mondo);
 Rigoroso (perché non crea equivoci);
 Sintetico;
 Predittivo (predice nuove informazioni);
 Astratto.

Le origini di questo strumento di comunicazione risalgono a Eulero, un matematico


svizzero (1700) che ne ideò i principali simboli. Prima di lui le conoscenze
matematiche venivano trasmesse attraverso l’uso di parole non specifiche e
ambigue che rallentavano l’evoluzione delle scoperte. Al contrario, al giorno d’oggi i
vocaboli matematici che si uniscono ai simboli per dar vita a definizioni, concetti e
assiomi possono essere di varia origine:
 parole comuni (es: connettivi logici, verbi ausiliari..)
 parole comuni non usate quotidianamente (es: omeomorfo)
 parole comuni con diverso significato dall’uso frequente (es: chiuso, ideale..)
 parole non comuni (es: hilbertiane)

Inoltre il linguaggio matematico risulta difficile da comprendere ai principianti, ed è


proprio per questo motivo che alcuni studenti non riescono a comprendere la reale
importanza della matematica. La principale difficoltà - come spiega nel suo saggio H.
Poincaré (un matematico e filosofo francese del 1900) - è imparare ad immaginare
un ragionamento matematico come una cosa astratta invece che raffigurarlo in
modo figurativo, ossia nel modo in cui il cervello elabora quotidianamente le idee.
Difatti per ogni parola che percepisce, il cervello ricorda l’immagine che viene
evocata da quella in base all’esperienza di ogni uomo. Proprio per questo, per una
maggiore comprensione e per non cadere in equivoci e in contraddizioni è doveroso
far chiarezza su ogni singola parola o simbolo che compone una frase; una sorta di
analisi logica che ha il fine di attribuire ad ogni singola parte della proposizione la
propria funzione in base al contesto. Questo metodo di analisi ricorda quello che
viene utilizzato per fare traduzioni di lingua straniera. Ma è anche vero il contrario,
ossia che molti potrebbero pensare alla matematica come una lingua straniera da
tradurre e da qui tutte le difficoltà che ne conseguono (ha origine proprio da questa
idea la famosa espressione “ma è arabo?”). Sono molte però le materie che basano
la loro comprensione su metodi matematici, ossia su atti di logica. Il linguaggio
matematico simbolico negli ultimi tempi viene usato come rappresentazione di
sentimenti come l’amore o l’amicizia, proprio perché si associa convenzionalmente
al simbolo un’emozione o un significato astratto. L’esempio più comune è quello
dell’ infinito (∞) o del più banale simbolo di somma (+). L’associazione più filosofica
e “bella” è quella dell’equazione di P.Dirac “(∂ + m)ψ”. Essa significa: “Se due sistemi
interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non
possono più essere considerati due sistemi distinti ma diventano un unico sistema”.
In altri termini quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro anche
se distanti.

Alisciani Elena 3AS

Potrebbero piacerti anche