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POLINESIA FRANCESE.

La Polinesia francese è una collettività d'oltremare (COM) della Repubblica francese in Polinesia, situata nell'oceano
Pacifico meridionale, a circa 6000 km a est dell'Australia, ossia nonostante appartenga all’Oceania, fa parte di una
suddivisione territoriale della Francia, di conseguenza è un paese francofono.

È composta da un gruppo di cinque arcipelaghi, i quali sono: Isole della Società (Isole del Vento e Isole Sottovento),
Isole Australi, Isole Marchesi, Isole Gambier e Isole Tuamotu. Insieme hanno un totale di 118 isole, di cui 67 abitate.

Storia:

I primi abitanti di queste isole, appartenenti a popolazioni austronesiane, provenivano con tutta probabilità dall'Asia
sudorientale, e raggiunsero le isole della Polinesia verso l'anno 300 d.C. L'incontro con i navigatori europei avviene alla
fine del XVIII secolo, e causa delle epidemie che decimano le popolazioni autoctone. Le campagne di evangelizzazione
e l'introduzione dell'alcool completano in seguito la distruzione della cultura indigena. La Francia impone
progressivamente il suo protettorato, a partire dal 1843, ostacolando in tal modo l'influenza britannica. Gli abitanti
ottengono il diritto di voto soltanto nel 1946, e l’unica lingua parlata era il francese. Le lingue locali cominciano ad
essere insegnate nelle scuole solo nel 1977.

Geografia:
La Polinesia francese si estende per 4 167 km² di terre emerse distribuiti su 2,5 milioni di km². È costituita da 118 isole,
di origine vulcanica o corallina, distribuite in cinque arcipelaghi. L'isola più importante e popolata è Tahiti. La Polinesia
francese è situata in una regione soggetta a intensa attività sismica. Il clima è relativamente mite. La flora e la fauna
sono limitate rispetto a quelle del Pacifico occidentale perché tutto qui è stato introdotto dall'uomo. Non esistono
serpenti ma ci sono moltissimi tipi di insetti e circa 100 specie di uccelli; a limitata biodiversità terrestre è compensata
dalla ricca varietà di fauna marina. La barriera corallina fornisce un ricco habitat per le creature marine, che sono
principalmente cetrioli di mare (rori), squali, barracuda (ono), mante, murene, delfini e le tartarughe (honu).

Economia:

La Polinesia francese possiede un'economia mediamente sviluppata, basata sull'importazione di beni, sul turismo e
sull'assistenza finanziaria da parte della Francia. I complessi turistici sono molto diffusi e per la maggior parte si
trovano nelle isole più visitate come Tahiti e Bora Bora. La pesca e l'esportazione di copra (olio di cocco) sono le due
principali attività tradizionali. Il turismo rappresenta il 13% del PIL (Prodotto Interno Lordo) di queste isole, che nel
2002 hanno ospitato 190 000 turisti. Viene anche praticata la perlicoltura, che consiste nel porre una biglia di
madreperla bianca importata dal Mississippi in un'ostrica, che la ricoprirà con la propria madreperla nei due anni
successivi. La perlicoltura (coltivazione di perle) occupa circa 7 000 persone e i principali importatori sono il Giappone
e la Cina. È anche diffusa la lavorazione del legno. La Polinesia francese ha uno dei livelli di criminalità più bassi di tutta
la Francia.

Tradizioni:
Nei tempi antichi tutto era manifestato dalla danza a ritmo di tamburo, per dare il benvenuto, per dire addio, per
onorare o ringraziare gli dei, o semplicemente dimostrare la gioia o il piacere di vivere. Gli abitanti della Polinesia
costruiscono varie statue di legno chiamate Tiki che si ispirano a motivi tradizionali o simbolici. La religione è
principalmente cristiana, con un 54% di fedeli protestanti e un 30% di fedeli cattolici. Il restante 16% della popolazione
si suddivide tra i credi mormone, avventista del settimo giorno, buddhista, confuciana o altre religioni minori. La
cucina locale è a base di banane, fafa (una specie di spinaci del territorio), mango, pollo e ovviamente pesce. I piatti
tipici sono il pesce crudo alla tahitiana (tonno assieme a verdure e varie spezie) e il po'e (frutta servita con cremoso
latte di cocco).

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