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AUDIOVISIVI LINEARI

Slide/ “Saper vedere il cinema”, Antonio Costa


Prof. Fabio CAPALBO
Lezione 1- 12.10.2020

Perché lineari?
Lo spettatore subisce la messa in scena che ha come autore un’altra persona che predetermina
scene, eventi e reazioni del pubblico. Perciò sono lineari tutti quei prodotti audiovisivi che fanno
subire qualcosa allo spettatore: sono esempi i film. Alcuni tipi di videogiochi possono essere
l’opposto, ovvero il pubblico “contribuisce” agli eventi della storia.

COS’È IL CINEMA
Nasce alla fine del 1800 come forma di documentario (non intenzionalmente), a differenza quindi
del fine di oggi, ovvero di intrattenimento. Era un’invenzione tecnologica, creato senza nessuna
ambizione creativa: era la successione della fotografia e serviva a creare del movimento.
Si usano come padri del cinema i fratelli Lumiere, per quanto siano solo stati la punta dell’iceberg
di un processo tecnologico che durava già da un po’. Ciò che creavano erano dei brevi filmati
documentaristici che oggi chiameremo corti, ma che al tempo si chiamavano quadri.
“Arrival of a train at la ciotat” è stato uno dei primi quadri ad essere
mai stati proiettati: era la semplice ripresa documentaristica dell’arrivo
di un treno in stazione. La gente che però si trovava a vederlo per la
prima volta, fu spaventata che la locomotiva li stesse per investire
perché non avevano mai visto prima delle immagini in movimento che
fossero realistiche.
Il CINEMA è un mezzo audiovisivo che permette di registrare
immagini sonore in movimento, siano esse “riproduzione reale” (documentari) o “ricostruzioni
immaginarie” (fiction)
Il cinema è un linguaggio poiché provoca reazioni. Da ciò intuiamo che sa un dispositivo perché
esso determina delle funzioni.
L’arte del cinema non può essere considerata come tale, almeno “pura” come altre forme, ad
esempio la pittura o la scrittura, perché a differenza delle altre servono molti soldi per creare un
singolo film. Una parte essenziale del cinema è il pubblico: grazie ad esso si cerca di ripagare le
spese e di guadagnarci. L’arte del cinema è costosa.

“Gli ultimi fuochi” scena in cui viene definito il cinema: è una


serie di azioni, non di chiacchiere. Bisogna creare curiosità nel
pubblico perché continui a guardare il film. Il cinema si fa
scrivendo azioni, azioni che provocano delle reazioni.

“La beffa più grande che ha fatto il diavolo è far credere all’uomo che lui non esista” (cit. I soliti
ignoti) l’industria cinematografica fa di tutto per sparire dai propri film. È meglio se il pubblico
lo nota il meno possibile perché il cinema dovrebbe creare dei sogni e non parlare di soldi.
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ONTOLOGIA DELL’IMMAGINE
Il cinema risponde a delle esigenze primordiali:
 Il bisogno innato di assimilare storie
 L’innato e viscerale bisogno di essere ricordati
 Mummie: richiesta di vita eterna da parte delle persone importanti;
 Ritratti e sculture: ricordo eterno;
 Fotografia (1800)/cinema/audiovisivi: ricordo anche dopo la morte.

PUNCTUM di Ronald Barthes


 STUDIUM: insieme di tutto ciò che è visibile in un
prodotto audiovisivo e che sono facilmente dimenticabili.
(colori, personaggi, archetipi (sentimenti, valori che sono
universalmente condivisi), ambiente)
 PUNCTUM: immagini che colpiscono
individualmente. Scombussolano la persona
senza che questa sappia il vero motivo: si parla
di incoscio ed esperienza.

SPAZIO FILMICO
Un film è l’insieme di fotogrammi, ovvero immagini fisse disposte l’una dopo l’altra a creare del
movimento.
Cornice→INQUADRATURA/QUADRO spazio visibile allo spettatore
 Campo: ciò che si vede/c’è nell’inquadratura
 Fuori campo: ciò che si percepisce, ma che non si vede
Campo e fuori campo creano lo spazio filmico che è l’insieme di visibile e percepibile.

MIMESIS
Durante un film il tempo e lo spazio della nostra realtà vengonoo distrutti e riformulati: a volte le
regole del nostro universo non valgono più nei prodotti audiovisivi. Noi lasciamo che questo accada
e per quanto possa essere assurdo, noi ci crediamo.

REGISTA
Ha diversi compiti:
 Deve saper SCEGLIERE: ha/riceve un’idea stilistica originale e deve fare di tutto per
manterla il più pura possibile. Essendo che il regista viene sottoposto ad una miriade di
domande, deve fare in modo che le sue risposte costruisano una continuità stilistica;
 Dirige gli attori;
 Supervisiona tutto;
 Deve essere un buon manager (non sforare il budget).
Il Director americano ha un ruolo diverso, simile a quello dei registi delle pubblicità in Europa: la
sceneggiatura viene scritta da altri e poi viene scelto il miglior regista per girare il prodotto. Perciò
il Director ha parola solo sul set ed è colui che deve mettere in scena, mentre l’ultima parola sul
prodotto finale spetta solo al produttore. In Europa i registi invece hanno lo stesso potere dei
produttori americani.

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Lezione 2- 14.10.2020

ESTETICA E SEMIOTICA
L’ESTETICA studia le relzioni tra le
immagini dei film e le altre arti, approfondisce
in chiave teorica e filosofica i rapporti
complessi tra immagini, storia e spettatore:
come nel puctum si vengono a creare dei
particolari rapporti tra film e spettatore.
La SEMIOTICA è uno studio teorico
complesso che spesso si fonde con l’estetica,
ma si concentra di più sulle simbologie che il
mondo del cinema può andare a creare:
simboligie metaforiche, qualcosa che vuole
dire qualcos’altro. Si tratta quindi interpretare
i simboli che vediamo. Qualche regista usa simbolismi molto profondi, altri più leggeri, facili da
capire.

TRE FASI PRINCIPALI DELLA REALIZZAZIONE DI UN FILM


1. La SCRITTURA della sceneggiatura;
2. Le RIPRESE, la messa in scena;
3. La POST-PRODUZIONE, montaggio.
La NARRAZIONE
Le storie sono un’esigneza intima e primordiale degli esseri umani: gli uomini hanno bisogno di
storie nuove, di vederle, di leggerle. Per il cinema la narrazione è una parte fondamentale, per
quanto ne esistano alcune senza, per quanto siano pesanti. Le storie del cinema non sono simili da
quelle dei romanzi, per quanto alcune vengano prodotte da libri già esistenti, non ci si può basare
solo su quello: il cinema ha altra logica e se non vengono seguiti dei principi ferrei, lo spettatore si
potrebbe annoiare. Sono due diversi tipi di tecniche di scrittura. Non bisogna essere accurati o
linguisti per scrivere una sceneggiatura: è un materiale tecnico per facilitare le riprese.
La sceneneggiatura contiene tutte le azioni del film e i dialoghi. Ha una linearità perché dei creativi
scelgono in anticipo ciò che lo spettatore dovrà subire.

La MESSA IN SCENA
Lavoro di allestimento, di ripresa e direzione degli attori, ovvero quando si gira. È la componente
teatrale del cinema. Ha degli amibiti principali:
 Scenografia;
 Illuminazione;
 Costumi;
 Make-up/acconciatura;
 Recitazione.

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Direttore della fotografia
Si occupa del lato estetico: buone inquadrature, illluminarle nel migliore dei modi, consiglia
il regista, ecc…
Illuminazione
La composizione della luce è il risultato di numerosi ingredienti:
 Contrasto: rapporto tra luci ed ombre;
 Tinta/tonalità: permette di distinguere un colore da un altro
Toni caldi (rosso, arancione, giallo): emozioni forte
Toni freddi (violetto, blu, verde): tristessa
 Saturazione: intensità di una specifica tinta
Satura: colore vivido e brillante
Desaturata: colore debole e spento
Ci sono diversi tipi di luci:
 Dura: quando crea ombre dai bordi netti
 Morbida: quando crea ombre che hanno bordi ampi
 Intermedie: diverse gradazioni
Schemi base illuminazione
 Luce chiave: protagonista in un’inquadratura, di solito illumina il
personaggio principale;
 Luce di riempimento: schiarisce le ombre, magari quelle create dalla luce
chiave;
 Controluce: viene collocata dietro alle spalle del personaggio, lo fa staccare
dallo sfondo creando una siluette;
 Luce di sfondo: illumina nelle inquadrature di esterne o notturne per
illuminare la scena, ma non in primo piano.

IL MONTAGGIO
È una tecnica esclusiva dell’audiovisivo, il trucco che ha trasformato il cinema in arte. Il montaggio
prendeva diverse riprese e, mettendole assieme, creava fluidità. Il montaggio crea unità e continuità
e agisce sulla comprensione logica della storia e provoca le grande emozioni allo spettatore.
Effetto KULESOV
Inquadratura di una persona con espressione
neutra (sorriso accennato), poi abbianava
una o più inquadrature e a seconda delle
inquadrature abbinate, l’interpretazione di
quell’espressione cambiava.
Il montaggio ha la possibilità di trasformare
il girato in qualcos’altro, si può quindi
cambare l’intera interpretazione.
FASI DEL MONTAGGIO
o Selezione del materiale: arriva molto materiale girato/footage da visionare e, a seconda
di cosa si monta, cambia il tipo di lavorazione. Bisogna poi sincronizzare l’audio con il
girato. Si mette il footage nell’ordine che chiede la sceneggiatura, per quanto può essere
cambiato. Si sceltogono le take migliori tra quelle girate.
o Pre-montaggio: accostamento delle inquadrature già selezionate in precedenza. Raftcut:
montaggio zoppicante.

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o Editing: tagliare e incollare in modo preciso. Va ad agire sulla microstruttura (tagli), sia
sulla macro struttura (senso del film). Contribuisce alle emozioni e determina gli
equiibri tra una scena e l’altra: deve tenere attento e coinvolto lo spettatore.
A volte si possono eliminare scene meravigliose perché a volte non collaborano alla sinfonia
del film.
Il montaggio è una punteggiatura: lavora anche sulla microstruttura, ovvero decide come si devono
raccordare le immagini. Le inquadrature di solito si accostano a:
 STACCO, ovvero quando l’ultimo fotogramma di un’inquadratura si accosta senza effetti al
primo fotogramma dell’inquadratura successiva.
 Gli STACCHI a NERO quando all’ultimo fotogramma di un’inquadratura segue il nero
(ovvero assenza di immagini).
 Ci sono anche le DISSOLVENZE che fanno apparire o scomparire le immagini lentamente:
 Assolvenze da nero
 Dissolvenze a nero
 Dissolvenze incrociate che fanno sfumare due immagini l’una sull’altra.
Nei documentari i montaggi sono diversi: nella maggior parte del lavoro il montatore diventa
sceneggiatore, poiché riprendendo la realtà non si può predire tutto. Bisogna cercare di registrare il
più possibile, che può arrivare a 200/300 ore di footage.

SUONO
Un insieme di professionalità che inondano sia la messa in scena che la post produzione (sound
design e audio mix). Il sound è un aspetto fondamentale in ogni film, circa il 60% delle emozioni
che lo spettatore vive (film horror). Una buona scelta di audio, effetti sonori e colonne sonore
(insieme di tutti i canali sonori) è di aiuto per un’ottima resa finale.
Cosa viene fatto durante la fase di montaggio:
 La presa diretta dei dialoghi, sul set;
 Quando ci sono delle problematiche con la presa diretta, si effettua il doppiaggio (o per
tradurre, tradizione italiana);
 Composizione di rumori d’ambiente;
 Audio mix che amalgama tutto;
 Scrittura e registrazione della musica

Colonna sonora

Il suono nei prodotti audiovisivi è stato introdotto solo 35 anni dopo la nascita della cinepresa:
all’inizio il cinema è riuscito a reggere, sforgando anche opere incredibili, senza uso del suono.

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Lezione 3- 19.10.2020

STORIA DEL CINEMA


PRIMA DEL CINEMA
Il percorso per arrivare alla nascita del cinema inizia in Francia, a seguito della rivoluzione
industriale: grandi invenzioni quali il telefono, l’elettricità, le automobili…
Questo momento culturale viene definito “Belle Époque”:
 Donna ha finalmente più libertà di vivere la sua femminilità;
 Nascita di grandi invenzioni;
 L’arte si sviluppa;
o C’è un’involuzione politica che lo rende un piano delicato, un’età di transizione che porterà
all’avvento della WWI.

Nell’800, ~1820/30, la medicina scoprì che l’occhio umano ha una PERSISTENZA RETINICA:
le immagini rimangono circa un decimo di secondo nell’occhio. Quello che vediamo è il frutto
dell’immagine che rimane nella retina.
Ciò lo ritorviamo quando guardiamo qualcosa in movimento, perché è come se rimanesse una scia:
la persistenza retinica non è abbastanza veloce per guardare tutto.
Il cinema si basa su questo e sul fatto che l’occhio debba memorizzare ciò che vede per un attimo.

1832 – Prima invenzione che porterà al cinematografo:


FENACHISTOSCOPIO.
È un disco rotante dove lo spettatore guarda
attraverso delle fessure che sono alternate a degli
spazi neri: rotando si avrà l’impressione che al
posto dello strato scuro appaiano le immagini che
si vedono attraverso le fessure e riflesse sullo
specchio. Perciò gli spazi neri vengono ancellati
dalla persistenza retinica che ha preso l’immagine
pochi attimi prima.

1833 – Invenzione dello ZOOTROPIO.


Un cilindro rotante dotato di fessure, contenente al suo interno una
serie di disegni. Usa lo stesso principio del fenachistoscopio.

1878 – Venne chiesto ad un fotografo professionista


(nascita fotografia: 1826), E. Muybridge, di
scattare delle foto di un cavallo in corsa, così da
poterne studiarne i passi in dettaglio.
Muybridge posizionò così 16 fotocamere di fila,
legando
ciascuna ad filo che le avrebbe attivate quando il
cavallo ci sarebbe passato davanti. Si riuscì a vedere
per la prima volta cosa accadeva in pochi secondi,
visto che tutto ciò che è veloce è impossibile da
vedere dall’occhio umano.

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1891 – Edison brevettò il KINETOSCOPIO, una macchina
che riusciva a far scorrere delle immagini fotografiche
una dopo l’altra. Era però solo per una persona sola.
Inventò anche la pellicola con
35mm di spazio per l’immagine
con 4 buchi per farla scorrere,
così che si potesse vedere bene.
Ancora oggi si usano e non è stata trovata soluzione migliore.

Ciò che ha quindi portato all’invenzione del cinematografo sono state:


 Ombre cinesi;
 Persistenza retinica;
 Fotografia.

1895 – Grazie ad un gioco di luci i fratelli Lumière scoprirono, per puro


caso, che si poteva poiettare sul muro le immagini dele pellicole.
Fu così che naque il CINEMATOGRAFO che venne subito reso
pubblico ed era un prodotto adatto alla massa.
Il cinematografo registrava a 16 fotogrammi al secondo, a
differenza degli attuali 24 di adesso.

Nel 1895 ci fu la prima proiezione:


 “Exiting the factory” (fu il primo ad essere
proiettato);
 “Arrival of a train at la ciotat”.
Era considerata come un’invenzione tecnologica, ma tutti volevano vedere queste “immagini in
movimento”, erano viste come delle baracconate. Iniziano così a fare delle proiezioni in giro,
arrivando anche a 20 al giorno: esporteranno così il cinematografo anche fuori dalla Francia.
Quando però finì la magia, smiserò di proiettare e si concentrarono su altro (rendere le pellicole
colorate).

BURCH e IL MODO DI RAPPRESENTAZIONE PRIMITIVO


N. Burch, critico, nel saggio “Il Lucernario dell’Infinito”, critica come nel muto si parlasse un
linguaggio non evoluto, primitivo. Da ciò il cinema muto viene definito da lui “modo di
rappresentazione primitivo”. Dalla nascita del sonoro, 1927, il cinema viene definito “modo di
rappresentare istituzionale”: quando infatti il cinema diventa un’industria, inizia l’evoluzione e a
diventare più stabile nella forma.
Burch definisce sei tratti distintivi del modo di rappresentazione primitivo:
1. Posizione orizzontale e frontale della macchina da presa
 La macchina da presa veniva sempre tenuta ferma e puntata su un obiettivo;
 Non c’era alcun tipo di montaggio;
 Si utilizzava come spunto il teatro.
2. Aderenza al piano d’insieme
 Nella stessa inquadratura ci sono sia ambiente che personaggi;
 Non si vede alcun dettaglio;
 Nessun tipo di primo piano.
3. Assenza della persona classica
 Non si notano i tratti del viso;
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 Non si vedono le espressioni;
 Comunicano con il corpo come in teatro.
4. Illuminazione uniforme
5. Autarchia del quadro (inquadratura)
 In una sola scena cercavano di raccontare più cose possibili.
6. Non chiusura del testo e del racconto
 Proiezionista poteva decidere in che ordine far vedere le pizze di pellicola o se
toglierne una parte;
 A seconda di dove andavi a vedere il film potevi capire o meno quello che stavi
vedendo.

GEORGE MÉLIÈS
È stato il primo e vero regista nella storia del cinema: è stato il primo artista ad
accorgersi che il cinema ha una valenza cretiva.
Figlio di industriali, non vuole vivere nell’ombra della famiglia e inizia così a
recitare, a fare l’illusionista fino a diventare un imprenditore teatrale.
Partecipò alla prima proiezione dei Lumière nel 1895 e chiese loro il permesso
di replicare il cinematografo: i due però non glielo concessero, così comprò una
macchina da presa da alcuni inglesi. Aprì poi una società, la Star Film, e iniziò
a registrare piccoli corti a valenza documentiaristica come i Lumière e Edison
(che nel frattempo aveva iniziato a girare pure lui).
Mentre stava girando una scena di traffico come suo solito, la macchina da presa si inceppa per
qualche secondo procurando involontariamente un taglio→ un tram si trasforma in un carro
funebre. Così scopre che il cinema può essere creativo e lo fa attraverso:
 Sparizioni;
 Trasformazioni;
 Uso di mascherine per coprire parte della pellicola.
Essendo l’inizio del cinema e delle macchine da presa, mentre
registrava non poteva guardare quello che registrava e non
esisteva alcun tipo di post produzione.
“The Vanishing Lady” – 1896
“L'homme à la tête en caoutchouc” – 1901
(Faccia di gomma)

Méliès, che è attore, si esibisce nei suoi corti guardando in macchina, come farebbe in teatro mentre
guarda gli psettatori. Ciò gli veniva naturale proprio perché era tipico del teatro. Senza saperlo stava
utilizzando il principio della ROTTURA/ASSENZA della QUARTA PARETE. Faceva tutto ciò
perché non era consapevole del fatto che si potesse portare avanti un film senza lo spettatore.

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1902 – Gira il suo capolavoro: VIAGGIO sulla LUNA
(Voyage dans la Lune).
 Fu il più lungo film girato fino a quel
momento: dura 13 minuti;
 Per girarlo dovette spendere circa 10.000
franchi, un sacco di soldi all’epoca;
 Per la prima volta si raccontava una storia
completa e articolata;
 In poco tempo fece il giro del mondo e
divenne il primo film piratato.
A causa della WWI il pubblico si stufò: non era il tempo di divertirsi e di vedere degli stupidi film.
Il cinema continuò anche durante la grande guerra, ma dopo i suoi 10/15 anni di successo, Méliès si
ritirò verso gli anni ’10. Cadde in una forte depressione e bruciò tutta la sua filmografia (quasi 500
opere), da cui se ne salvarono solo alcuni.
Per alcuni anni venne dimenticato, per poi essere ripreso nel ’30 dove i primi storici del cinema lo
definirono come il primo e vero regista cinematografico.

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Lezione 4- 21.10.2020
LA SCUOLA DI BRIGHTON
Gli studiosi di storia del cinema che vivevano vicino a Brighton creare involontariamente delle
invezioni di regia e di montaggio:
 Albert SMITH, “Un bacio nel tunnel”, 1899
 Movimento della camera con funzione narrativa:
o Soggettiva del treno;
o PHANTOM RIDE: vedere l’effetto di un oggetto
che si muove e non l’oggetto stesso;
 Taglio da ext. a int.;
 Più inquadrature, non una sola e fissa;
 Viene raccontato qualcosa che nella realta non
sarebbe visibile:
o Non si potevano dare baci nei luoghi pubblici;
o Il cinema potav mostrare qualcosa che nella vita reale non si poteva vedere.

 James WILLIAMSON, “Un bel boccone”, ~1901


 C’è un lavoro sulla profondità di campo:
o Il protagonista si avvicina alla camera;
o C’è una linea sullo sfondo che diventa sfocata
quando il personaggio si muove, mettendo lui a
fuoco;
 Per la prima volta la macchina da presa viene
ripresa:
o Esperimento di METACINEMA;
o Il regista entra per la prima volta in scena;
 C’è un’osservazione sulle classi sociali:
o Il costume del protagonista fa presupporre che faccia parte della borghesia;
o Le sue movenze danno la stessa idea.

 Cecil HEPWORTH, “Rescue by Rover”, 1905


 Per la prima volta il protagonista è un animale;
 Ci sono delle inquadrature panoramiche:
o La camera per la prima volta effettua dei
movimenti lenti;
 RACCORDI di DIREZIONE:
o Ci sono delle regole importanti da seguire;
o Bisogno di continuità per funzionare;

 Stacchi temporali:
o Si da la sensazione che passi molto tempo (viaggio del cane);
 C’è una costruzione elaborata della luce.

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ACESA DI HOLLYWOOD
Per quanto il cinema sia nato in Europa, in America Edison continuava con il kinetoscopio.
Ma sin dai primi anni, tra ’10 e ’20, HOLLYWOOD si impose sul mondo cinematografico
americano come realtà industriale, aveva infatti il monopolio negli USA:
 Guerre mondiali: la WWI devastò l’Europa sia dal punto di vista economico che di sviluppo,
perciò si bloccò per vari anni e gli usa se ne approfittarono;
Le produzioni americane ebbero poi 2 grandi idee:
 STUDIO SYSTEM: le case di produzioni americane pensarono di diventare proprietari dei
cinematografi in giro per gli USA. In questo modo i proprietari delle case di prduzione
ricevevano i guadagni da ogni punto: produzione, distribuzione e fruizione (creare cinema);
 STAR SYSTEM: ad Hollywood scoprirono che gli spettatori andavano al cinema
principalmente per due motivi:
o Gli attori che appaiono nei film;
o Il genere;
Questo è ciò che piace alla massa, per questo Hollywood provvede subito a promuovere dei
personaggi specifici in modo che la gente vada a vedere tutti i film in cui appaiono.

DAVID W. GRIFFITH
Viene considerato come il padre del cinema americano.
Come Méliès venne affascinato dal cinema e ne vide la capacità creativa: girò circa 400 corti in soli
sei anni. Poi vide “Cabiria”, il primo colossal della storia del cinema. Era un film italiano che
raccontava della guerra persiana.
Così nel 1915 girò “NASCITA DI UNA NAZIONE”.
 Parla della secessione americana;
 I protagnisti sono due famiglie che fanno parte delle due
fazioni opposte;
 C’è un problema si fondo: a volte sembra che Griffith fosse
razzista→ il film venne quindi sequestrato più volte;
 Non ci sono attori neri ed è quindi ricorso alla black face;
 Dura circa 3 ore;
 Griffith guadagno molto, ma ne soffrì molto;
Ci sono diverse invenzioni:
 È una storia molto articolata a differenza delle precedenti;
 Crea il montaggio parallelo: ovvero alternanza di due storie
divese.

Nel 1916 gira un altro film, “INTOLERANCE”, per rispondere alle accuse
di razzismo ricevute a causa del film precedente. In questo film infatti fa
vedere come lui sia pro alla tolleranza.
 Dura circa 3 ore e mezza;
 Utilizza il montaggio parallelo:
 Storia a lui contemporanea;
 Caduta di babilonia;
 Passione di Cristo.
Oltre a questi fece altri film, ma non ebbero lo stesso successo.

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CINEMA COMICO
In America grazie allo Studio System questo genere ha avuto un successo enorme. Questo tipo di
comicità veniva chiamata SLAPSTICK COMEDY, ovvero quella comicità fisica che
comprendeva botte, adute, torte in faccia, ecc…
Il nome deriva dallo slapstick, ovvero due tavolette di legno che venivano sbattute tra di loro a
teatro per ricreare il suono delle botte e delle bastonate.
I due comici più rappresentativi sono stati CHARLIE CHAPLIN
e BUSTER KEATON.
Il genere comico era uno dei più complicati da realizzare al
cinema: infatti i tempi comici che venivano usati per far ridere le
persone dovevano essere molto precisi (si dice che Chaplin facesse
rigirare la stessa inquadratura anche 400 volte fino a quando i
tempi comici non erano perfetti).
All’inizio si realizzavano mlti cortometraggi, gag comiche molto veloci senza intrecci troppo
complicati. Ma negli anni ’20 venne fuori la voglia di realizzare qualcosa di più complicato, di
raccontare storie più solide, iniziando quindi a creare dei cortometraggi.
CHAPLIN
Negli anni ’20 inizia a realizzare i primi lungometraggi comici con storie più profonde che reggono
il film, a volte anche drammatiche: “Il monello”, “The gold rush”, “Il circo”.
Charlot (il personaggio interpretato e ideato da Chaplin) fu investito dall’avvento del sonoro, perché
i personaggi comici di quel tempo erano stati creati per essere muti: farli parlare avrebbe distrutto i
loro personaggi e non li avrebbe più fatti funzionare.
Dopo l’avvento del sonoro Chaplin fece alcuni film: “LUCI DELLA CITTÀ”
del 1931 e “TEMPI MODERNI” del 1936. Sono entrambi
film muti: il comico infatti si oppose al sonoro.

In questo film c’è però una scena dove si sente


la voce di Charlot: infatti il personaggio si
mette a cantare la canzone “Titina”, il cui
testo però non ha alcun senso logico. Questa
scena venne inserita perché il pubblico
continuava a chiedergli di far parlare
Charlot, e questo fu il risultato.

Il personaggio di Charlot alla fine si adattò al sonoro, ma Chaplin a quel punto era talmente ricco e
famoso che decise di far uscire un film ogni 10 anni circa.
Nel 1940 girò un film sulla dittatura “IL GRANDE DITTATORE” partendo
dal fatto che i baffi di Hitler fossero uguali ai suoi. Il film parla di un
vagabondo che diventa dittatore.
Nel 1953 girò “LE LUCI DELLA RIBALTA” dove parla del tramonto
artistico di un vecchio comico che non ha più successo. Era un
riferimento a tutti quei colleghi che con l’avvento del sonoro non ce la
avevano fatta, tipo KEATON. Per
omaggiarlo, Chaplin lo invitò a girare e
per la prima volta li si vedono insieme
nella stessa scena. Questa scena diede a
Keaton un po’ di fama e di serenità prima
della sua morte, infatti morì pochi mesi
dopo.
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DADAISMO E SURREALISMO
Se in America regnava Hollywood, in Europa nella seconda decade del 1900 regnava lo
smarrimento creato dalla WWI e i movimenti artistici e culturali provenienti da altre arti, ma che
andarono ad influenzare anche il cinema: il dadaismo e il surrealismo.
Il DADAISMO era la messa in scena della casualità. La narrazione viene destrutturata: basta
logica, si basano sui sensi e sul subconscio. Per la prima volta nella storia del cinema dei film si
basano su qualcosa di sensoriale ed astratto→ viene vista come una controtendenza brusca,
violenta, quasi infantile, ma fu da incipit per un linguaggio irrazionale che finirà poi nel cinema.
Questi film agiscono sul subconscio, sulle emozioni dello spettatore: sono film da assorbire con la
mente. Sono completamenti astratti.
 “Rayograms”, Man Ray
 “Entract”, René Clair: era così astratto che veniva messo nei teatri tra 2 diversi spettacoli→
si spostò al surrealismo.
Il SURREALISMO è più maturo del dadaismo: i film sono simbolici e stimolano l’interpretazione
(siamo nel periodo di Freud e della scoperta dell’inconscio). Il regista più grande fu Luis BUNNEL
di cui ricordiamo “Un chien adalou” del ’29, scritto insieme a Salvador Dalì.

ESPRESSIONISMO
Corrente artistica in Germania.
 “Il gabinetto del dottor Caligari”, ’19, R. Weine
 La messa in scena è teatrale, ma tutto in modo
surreale. Storto, obliquo.
I personaggi sono cupi, depressi, si raccontano storie
drammatiche.
Su questa corrente vennero creati diversi film che vengono denominati KAMMERSPIELFILM,
che andrà poi a creare grandi registi come Murnau e Fritz Lang.

LE AVANGUARDIE RUSSE
L’unica nazione che durante la WWI non si ferma nell’evoluzione cinematografica è la Russia.
Dopo oò ’14 vengono chiuse le frontiere, quindi tutto quello che viene distribuito è russo, ciò che è
prodotto fuori non poteva essere importato.
 Fecero grandi passi avanti nel montaggio. Ėjzenštejn, “La corazzata Potëmkin”, ’25, le
scene vengono sviluppate attraverso molto inquadrature
 Kulešov→ effetto kulešov: se metti una stessa immagine vicino a due differenti,
l’interpretazione dello spettatore può cambiare;
 Film con finali tragici→ primi i film dovevano finire bene;
 Iniziarono a lavorare sulle emozioni degli spettatori, perché capirono che lo spettatore
poteva immedesimarsi nelle emozioni del protagonista. Tutto ciò tramite montaggio e regia.

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Lezione 5- 26.10.2020
AVVENTO DEL SONORO
1927- Primo film che ha del suono che proviene dalla pellicola stessa e
non da un musicista in sala, “Il CANTANTE di JAZZ”. Si sente
solo una canzone.
1928- Primo film intero sonoro, “Le LUCI di NEW YORK”.
Ci furono però dei problemi sul punto di vista tecnico, che portano ad
una leggera involuzione:
 C’erano solo dei microfoni panoramici monotraccia:
 Non si potevano registrare cose a parte;
 Bisognava registrare tutto in un microfono (dialoghi, musica, rumore ambientale, ecc…);
 Le macchine da presa facevano molto rumore venivano quindi chiuse in delle cabine
insonorizzate→ si torna alla stabilità della macchina da presa.
1917- Moviola: montaggio video
1932- Vengono inventati il multitraccia e la possibilità di mixare in post produzione. I film muti
erano di facile esportazione in quanto bastava tradurre le didascalie, ma con l’avvento del
sonoro questo diventò più difficile perché nella traccia audio c’era registrata tutta la colonna
audio, venivano distribuiti quindi solo nel paese di origine.

GENERI DELLA VECCHIA HOLLYWOOD


Dopo la WWI, Hollywood si impone in tutto il mondo e iniziarono a girare i film in base a due
fattori principali:
 Gli attori che recitavano;
 I generi dei film.
WESTERN
Il primo genere che diventò di moda fu il western verso gli anni ’30.
 Conquista dell’ovest;
 Gli indiani d’America;
 Il “Sogno Americano”. Viene sviluppato l’ideale del
“sogno americano”, ovvero la
possibilità si emigrare negli
USA per poter realizzare il
proprio sogno che altrimenti
sembra impossibile.

“OMBRE ROSSE”, ’39, John FORD, apice del genere western.

MUSICAL
 Balli;
 Canti;
 Narrativa che veniva alternata;
 Viene a crearsi grazie all’avvento del sonoro.
Celebri furono F. Astaire e G. Rogers.
“Il MAGO di OZ” è un capolavoro che mescola musical e
cinema favolisstico per ragazzi. Ricordato ancora oggi
“Somewhere over the rainbow”.

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NOIR
Nel noir si parla di delitti e spy-story che vengono raccontate con uno stile caratteristico.
 I protagonisti di solito sono uomini, investigatori;
 Hanno una visione pessimistica e cinica;
 Vengono sempre fregati da delle femme fatale;
 L’ambientazione è notturna e in città;
 Ci sono molte inquadrature dall’alto o dal basso,
esasperate, oblique;
 Giochi di luci: soffuse o tagli;
 Era l’unico genere ad Hollywood in cui la storia
poteva finire male, senza quindi il lieto fine alla
quale gli spettatori erano abituati. Arrivò quindi il finale drammatico.

QUARTO POTERE
Questo film anticipò i tempi: il linguaggio, la grammatica del
cinema.
Fu girato da Orson WELLES nel 1941, a 25 anni, come esordio.
 È il primo film ad avere un’intenzione autoriale: fino ad
allora i registi non avevano avuto molta importanza. Le star
erano gli attori e i produttori;
 Viene creato il piano sequenza: una sola inquadratura, senza
stacchi. Non c’era alcun tipo di taglio o di montaggio finale,
solo movimenti di camera;
 Venne data carta bianca al regista: Welles era noto come
conduttore radiofonico (spaventò mezza America dicendo che
erano arrivati gli alieni);
 Il personaggio protagonista, Kane, non è ben
definibile: nei vari flashback è diverso a seconda
di chi sia il punto di vista che viene raccontato.
Allo stesso modo come lo sono le persone reali;
 Mescola i generi: ci sono toni noir, favola gotica,
film drammatico. Altra gente ci ha provato, ma
spesso escono solo degli intrugli inguardabili, ma
Welles ci è riuscito;
 Punto di vista della macchina da presa: di solito si mostra ciò che vedono i personaggi senza
mai staccarsi. Welles invece da allo spettatore informazioni che i personaggi non conoscono.

NEOREALISMO
È un’invezione italiana, copiata poi da tutti. Ci troviamo nel ’45, alla fine della WWII→ l’Europa
rimane paralizzata per alcuni anni. I film non si possono girare, i teatri di posa sono distrutti e/o
danneggiati, quelli di Cinecittà sono inutilizzabili e non ci sono soldi per girare.
Per questi motivi in Italia si decide di raccontare la verità:
 Senza l’utilizzo dei teatri di posa;
 Si raccontavano storie della guerra appena trascorsa;
 Si assoldavano degli attori non professionisti, ma dei lavoratori;
 Si andava nei posti che si volevano raccontare;
 Viene utilizzato il dialetto per la prima volta;
 Viene raccontata l’Italia vera, un’Italia devastata.

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Ci sono stati 4 grandi registi neorealiti:
 Roberto ROSSELLINI, “Roma città aperta”, 1945→
occupazione tedesca a Roma.
“Paisà”, 1946→ arrivo delle truppe
americane;
 Vittorio DE SICA, “Ladri di biciclette”, 1948→ parla delle
conseguenze della guerra, dei
problemi sociali creatisi nel dopoguerra. Un
uomo cerca una bicicletta per andare a
lavoro, ma quando alla fine la trova gli
viene rubata. Decide di rubarne una ma
viene beccato;
 Luchino VISCONTI, “La terra trema”, 1948→ pescatori contro
grossisti di pesce;
 Giuseppe DE SANTIS, “Riso amaro”, 1949→ mondine disagiate.
Chiude il periodo puro del neorealismo.
Già nel ’49, Stato e Chiesa sono infastididti dalla cartolina che viene presentata agli altri Paesi:
escono fuori ipocrisie, cose vere che però non si vogliono far sapere in giro. Viene quindi creata la
legge Andreotti che già dal ’49 decideva che:
 Lo Stato finanziava il cinema e i film;
 Ciò creava controllo di ciò che si produceva, cancellando il neorealismo.
Da qui però naquero Fellini, Antonioni, ovvero registi che imposero la propria idea.
Andreotti con quella legge voleva più prodotti di fantasia, evitando cose tristi e la realtà.

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Lezione 6- 28.10.2020

IL CINEMA DEGLI AUTORI


Ad inizio anni ’50 diversi registi in tutto il mondo sentirono l’esigenza di traformare
l’intrattenimento del cinema in una frma più radicale d’arte. Da Méliès in poi il cinema era
diventata una forma di intrattenimento dove la figura del regista era di parte, non importante. Il
cinema in quella forma aveva come protagonisti i produttori e gli attori che ne interpretavano una
parte.
Si viene quindi a creare una corrente internazionale, il CINEMA degli AUTORI, dove si scopre
che un regista può fare di un film un’opera d’arte dove, come in qualsiasi altra opera artistica,
racconta la sua personale visione delle cose.
 L. Bunel, Spagna;  R. Bresson, J. Tati, Francia;
 I. Bergan, Svezia;  F. Fellini, M. Antonioni, Italia.
 A. Kuroswa, Giappone;

Federico FELLINI
È stato uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Regista dell’onirico: ha approfondito la dimensione del sogno. Nei suoi film si amalgano sogno e
realtà, a volte li mescola e non fa capire allo spettatore cosa sia sogno e cosa realtà.
Inizia come sceneggiatore e i primi film realizzati sono influenzati dal neorealismo, ma tramite la
legge Andreotti trasforma i suoi film in qualcosa di più fatasioso. Continua a parlare di un’Italia
disagiata, ma dava comunque una fotografia positiva di quello che succedeva.
Fellini amava i personaggi borderline: matti, sognatori, ecc…
La sua carriera registrica è divisa in due:
 Realizzazione di fil classici, di facile compresione da parte dello spettatore.
Di questo periodo ci sono film quali: “La strada” ’54, “La
notte di Cabiria” ’57. Entrambi questi film vinsero l’Oscar
come miglior film straniero.
Una caratteristica di chi fa film con intenzione autoriale è
quella di essere visti come degli intellettuali: persone che
sanno, che hanno trovato delle soluzioni ai problemi e
quindi decidono di spiegare alla massa la loro visione delle
cose. Il loro tono è di chi sa tutto, di chi vuole imporre la propria conoscenza sugli altri.
Fellini è anti-intellettuale: per quanto anche lui sia un regista d’autore, nei film non si sente
mai una sua intenzione di dare la propria idea come se venisse dall’alto. “Non ho niente da
dire, ma so come dirlo”.
 Realizzazione di film onirici.
 “La

Dolce Vita”, ’60.


Racconto si una Roma borghese di quegli anni: la
Capitale viene raccontata come è negli anni
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sessansa, ma Fellini aggiunge cose nuove,
inventate da lui. Il film è un misto tra la vera
Roma notturna e il suo immaginario.
La pellicola ebbe così tanto successo che tutto ciò
che aveva immaginatò diventò realtà e grazie
all’opera di Fellini arrivarono molti alla Capitale
per visitarla.

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Dopo questo film la gente aspettava il prossimo film di Fellini: non è più un “andiamo a
vederci il film con la star…” o “andiamo a vederci un film horror”, ma inizia a diventare
“andiamo a vedere il nuovo film del regista…”.
Fellini ebbe così tanto sucesso che venne istituito un termine: FELLINIANO: quando
qualcosa o una situazione diventano surreali.
Dopo “La Dolce Vita” Fellini andò in crisi perché non gli vennero in mente altre idee, decise
quindi di girare un film sulla situazione.
 “8 ½”, ’63.
È il suo film migliore→ vince il suo terzo Oscar come miglior
film straniero.
Parla di un regista, Marcelle Mastrojanni, che non ha più idee.
Questa figura è il suo alterego, nato dalla situazione dove non
aveva più idee;
 “Amarcord”, ’73. Quarto Oscar. Film autobiografico, onirico,
sulla sua infanzia a rimini;
Nel ’93, qualche mese prima di morire, l’Academy gli consegnò
l’Oscar alla carriera.
Michelangelo ANTONIONI
Era un intellettuale, a differenza di Fellini, un pensatore e un filosofo del cinema→ si sente molto
nei suoi film.
Iniziò con il neorealismo per arrivare al primo lungometraggio nel ’50.
Appassionato di psicologia, ricerca il malessere esistenziale..
 Film molto lenti;  Finale aperto;
 Lunghi silenzi;  I film incominciano in modo per poi
 Messa in scena asciutta; finirlo in uno completamente diverso.

Opera famosa è la sua tetralogia, “LA TETRALOGIA DELLA INCOMUNICABILITÀ”:


o L’avventura, 1960;
o La notte, 1961;
o L’eclissi, 1962;
o Il deserto rosso, 1964.
L’AVVENTURA
Tre turisti vanno in vacanza in Sililia, due
donne e un uomo, ma la moglie di quest’ultimo
sparisce. Così il marito e l’amica iniziano a
cercarla, ma nel mentre si innamorano l’uno
dell’altra e iniziano a perdere il desiderio di
ritrovare la moglie di lui.
È un film pieno di paranoie e di sensi di colpa.
Parte come un giallo ma diventa un’ambigua
storia d’amore.
Antonioni ebbe un grande successo e gli fu chiesto di andare in America: a differenza di altri registi
accettò e girò “Blow Up” nel ’66. Il film parte come un giallo: mentre un fotografo lavora accade
un omicidio e pensa che nelle immagini della fotocamera ci possa essere la soluzione del caso. Il
film quindi diventa filosofico.
Il film è stato girato a Londra negli anni ’60, nel periodo dello Swingin London.

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Lezione 7- 02.11.2020

CINEMA AMERICANO NEL DOPOGUERRA


1945-1960s- Era un cinema commerciale, ma comunque di alto livello.
Si parla di BOOM di HOLLYWOOD che si impone con film fatti per il grande
pubblico, soprattutto tramite registi europeo che venivano chiamati per girare i film.
In quegli anni ci fu una persecuzione, con esonerazione e caccia a presunti
comunisti, a volte erano solo simpatizzanti o gente (registi o attori) dichiarati non di
destra. La maggior parte degli artisti di solito sono di sinistra→ molti professionisti
del cinema dovettero scappare, tipo Chaplin.

ALFRED HITCHCOCK
Nacque a Londra, fine ‘800. Iniziò negli anni ’10 con film muti e thriller. Quando arrivò in America
iniziò a girare i suoi capolavori.
Hitchcock fece sempre film per il grande pubblico, classici, ma è comunque entrato nella storia del
cinema. Girò 5 lungometraggi e centinaia di mediometraggi per la TV.
Passò subito al sonoro, iniziando a creare una nuova grammatica del cinema:
 SUSPENCE ≠ sorpresa
La suspence è una scena in cui lo spettatore è a conoscenza
di qualcosa di pericoloso nella scena, ma di cui i
protagonisti non sanno niente. Ciò provoca ansia e desiderio
che il personaggio venga a sapere del pericolo.
La sensazione rimane addosso più tempo.
La sorpresa/jumpscare invece dura solo per l’attimo dello
spavento.
 EFFETTO VERTIGO
Mentre la camera va avanti, lo zoom allarga la profondità.
Film:
- "La finestra sul cortile" (1954);
- "Vertigo" (1958);
- "Intrigo Internazionale" (1959);
- "Psycho" (1960).

LA NOUVELLE VAGUE
Alla fine degli anni ’50, in Francia, naquero i critici cinematografici, giornalisti, autori, ecc… che
scrivevano sul “Le Cahiers du Cinéma”, un gionale.
Degli appassionati di cinema oltre a parlarne iniziarono a girare dei film: si parla quindi della
corrente de La Nuovelle Vague, ovvero “nuova ondata”. È stata una corrente autoriale di critici: si
trattava di cinema fresco e giovane e differiva da quello già esistente:
 Stacchi senza senso;
 Personaggi borderline;
 Molto sperimentale.
Si ricordano 2 registi in particolare che erano agli opposti:
o François Truffaut;
o Jean Luc Godard.

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F. TRUFFAUT
Critico cinemagrafo, scrisse “Il cinema secondo Hitchcock”, era un grande appassionato del regista
americano.
Invenzione:
 Camere a mano: appoggiata alla spalla (creazione Nuovelle vague). Le riprese erano più
“vive”;
 Scene non continuative;
 Usava tecnica per creare fragilità e far scaturire i sentimenti dei protagonisti.
Lungometraggi girati:
 ’59, “I Quattrocento Colpi”→ autobiografia
della sua difficile adolescenza.
o Riprese a mano.
 ’73, “Effetto Notte”→ prima volta che in un
film si parla di un regista che gira un film.
o Cercano di vivere la loro vita nel cinema;
o Il regista deve saper scegliere;
o Riprese a mano.

J. L. GODARD
Critico cinematografo, esordisce nel 1960 con “Fino all’ultimo respiro”.
La sceneggiatura era scritta poco e poco seguita: era tutto basato sull’improvvisazione.
 Inquadure storte;
 Personaggi decentrati;
 Riprese a mano.

NEW AMERICA CINEMA GROUP


Corrente indipendente, mette le basi→ fa nascere la parola “film-
maker”: realizzavano film con poche persone. Erano film artistici di
stampo pop. Regista rappresentativo ANDY WARHOL: “Empire
State Building” che è solo una ripresa del palazzo.
Questa corrente è stata usata come provocazione sul fatto che il
cinema poteva essere fatto con pochi soldi.

MAYA DEREN è stata una precorritrice


americana della corrente. Girò da sola,
con pochi soldi ma erano film visionari.
“Mashes of the afternoon”, ’43→ 20
anni prima della nascita della corrente.

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Lezione 8- 04.11.2020

CINEMA ITALIANO DAGLI ANNI ‘60


Dagli anni ’60 agli anni ’80 c’ea ancora il ricordo della guerra, ma c’erano i soldi.
Dal cinema autoriale di Fellini e Antonioni, si passò alla nascita di nuovi maestri del cinema.
 Pier Paolo PASOLINI;
 Marco BELLOCCHIO;
 Elio PETRI;
 Bernardo BERTULUCCI;
 Sergio LEONE.

BERNARDO BERTOLUCCI
Inizia a girare da giovane. Il suo primo film lo girò all’età di 21 anni. Era avvantaggiato: suo padre
era uno dei più grandi poeti del tempo e conosceva Pasolini che lo portava mentre girava i suoi film.
Si afferma già da subito anche in ambito internazionale.
 “Ultimo tango a Parigi”, ’72
Film piccolo se non per l’attore protagonista, Marlon Brando.
Situato in un appartamento semivuoto dove si svolge una storia
di amore e di sesso tra un cinquamtenne stanco della vita e una
giovane ragazza molto bella e con un approccio alla vita
totalmente opposto.
I due si incontrano per strada con uno sguardo, si attraggono a
vicenda: si mettono a parlare e lui impone a lei di non dire nulla
di sé stessi all’altro, neanche il nome. Perché se ci si racconta
l’amore svanisce, almeno secondo l’uomo. Era una storia molto
erotica, soprattutto per il periodo in cui uscì.
Con la protagonista, Maria Schneider, lei non riuscì a togliersi il
personaggio di dosse: venne continuamente vista come oggetto
sessuale.
 “Novecento”, ’76
Film di cinque ore e mezza che racconta l’Italia dall’inizio del
1900 fino al ’68. Due famiglie abitano in una stessa casa: una
borghese e una i fattori che lavorano per loro.
I borghesi si avvicinano al fascismo, mentre i fattori ad idee più
“fasciste”.
 “L’ultimo imperatore”, ’87
Vinse molti Oscar ed ebbe una vasta distribuzione.
Parla dell’Ultimo Imperatore Cinese, ispirato ad una storia vera.
Fu incoronato da bambino ed essendo venerato fin da bambino,
crebbe viziato. Ai 30 anni ci fu un colpo di stato che fece crollare
la monarchia e lui dovette diventare un prigioniero politico.
Fa cinema autoriale: ha un suo modo di girare e il suo sguardo del mondo lo impone nel suo
cinema. Bertolucci sta molto attento a far sì che l’autorialità dei suoi film andasse a braccetto con la
fruibilità: film autoriali che rispondono ai principi classici del cinema. Inserisce nei suoi film degli
ingredienti che prtino molta gente al cinema: un equilibrio nuovo nel mondo del cinema.
Uno dei pochi che rese i film itialini internazionali, che quindi anche l’Italia sapeva fare film a
livello degli americani.

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SERGIO LEONE
Film western. Ha sempre pensato alla fruibilità internazionale, al Sogno Americano, ma con la sua
sensibilità italiana/europea.
 “Per un pugno di dollari”, ‘64
 “Il buono, il brutto e il cattivo”,’65 TRILOGIA DEL DOLLARO
 “Per qualche dollaro in più”, ‘66
Iniziò con l’aiuto regina ne “Il ladro di biciclette”, nel
neorealisti.
Gira sette film in crescendo, uno più bello dell’altro. Finisce
la sua carriera con “C’era una volta in
America”. Gira anche “Il colosso di
Rodi”, mitologico ma non molto
famoso, “Giù la testa”, rivoluzione messicana, “C’era una volta il
West”, protagonista donna, western però filosofico e d’autore.
Lavora molto sull’equilibrio tra autorialità e fruibilità. Era anti-
intellettuale, uomo di borgata, molto attento ad accontentare il pubblico
ma a conseganre il suo sguardo.
Il cinema della Nuova Hollywood si ispira a loro.

LA NEW HOLLYWOOD
Il cinema non è più intrattenimento ma divent qualcos’altro.
Negli anni ’60 arriva la TV e molta gente può vedere film a casa che crea problemi al cinema,
soprattutto in ambito economico. C’è comunque una risposta a questo problema: dei giovani
cineasti che frequentano quasi tutti gli stessi istituti e fondano la “NEW HOLLYWOOD”, una
corrente simile ai metodi usati da Bertolucci Leone, film con equilibrio che tengono conto
dell’autorialità del regista e degli ingredienti che li rendano fruibili alla massa. Film per tutti ma
impongono il loro stile e sguardo.
Tarantino, Nolan, seguono questa scia in questi giorni.
Registi che invecedel tempo abbiamo:
 Stanley KUBRICK;
 Francis Ford COPPOLA;
 Martin SCORSESE;
 Steven SPIELBERG;
 David LYNCH;
 George LUCAS;
 Michael CIMINO;
 Woody ALLEN;
 Terrence MALICK;
 Robert ALTMAN;
 Brian DE PALMA.

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FRANCIS FORD COPPOLA
Parte con piccoli film, ma da giovane ha la possibilità di girare nel 1972
“IL PADRINO”, parla della mafia italiana a New York. Ebbe un
successo clamoroso. Potrebbe diventare regista di block buster, ma
decide di realizzare un piccolo film “La conversazione”, ’74: thriller
psicologico.
Sempre nello stesso anno realizza “Il Padrino II”: ha un equilibrio
molto più grande che del primo, con un’ambizione molto autoriale.
Scene oniriche, simbolismi, salti temporali.
Nel ’79 girò “APOCALYPSE NOW”: rischiò tutto e spese tutto quello
che poté e anche di più. All’uscita non ebbe molto successo, ma diventò
un cult negli anni a venire. Maggiore equilibrio, uno dei suoi film
migliori. È una visione psichedelica della guerra in Vietnam.

STANLEY KUBRICK
Anti-intellettuale: film di genere, fantascienza, di
guerra, thriller, ecc…
Sono di genere, come interessa alla massa, ma anche
autoriali. Viene considerato come filosofo del
cinema: “2001: Odissea nello spazio”, austronauta
che si trova ad affrontare il computer di bordo che si
umanizza. Viene studiato perché è filosofico, ci sono
diverse interpretazioni.
Per quanto fossero i film fossero autoriali, ha semore
avuto successo al botteghino.
 “2001: Odissea nello spazio”;
 “Arancia meccanica”;
 “Barry Lyndon”;
 “Shining”;
 “Full Metal Jacket”.

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Lezione 9 – 09.11.2020

FONDAMENTI DI SCENEGGIATURA
STORIA E DIEGESI
Per STORIA si intende la trama, il PLOT, in vista narrativa.
DIEGESI invece è l’insieme degli elementi della narrazione filmica: ambientazione,
caratterizzazione personaggi, luce; tutto ciò che i personaggi e gli spettatori vedono.
Diegetico è tutto ciò che è narratamente visibile/giustificato dentro lo spazio filmico. Ad esempio:
 Musica: diegetica o non diegetica
- la “colonna sonora” di solito è non diegetica. Viene usata di solito con uso emozionale.
 Luce: diegetica o non diegetica
- lampada, candela: interno alla narrazione, giustificato: diegetico
- il direttore della fotografia spesso usufruisce di luce non diegetica: usate per scopi artistici:
non diegetico

SCENEGGIATURA
Copione scritto di un film, realizzato prima di girare un prodotto audiovisivo. È scritta solo
descrivendo le azioni: non vengono trascritti i pensieri dei personaggi. È scritto solo ad azioni (il
silenzio è un’azione), così come il dialogo.
Viene scritta perché quando si gira un film si realiza quello che è stato predeterminato.
“SHOW, DON’T TELL”.

ARCHETIPI
Valore, esperienza, sentimento universale condivisibile. Di solito bisogna scriverli e prevederli in
fase di scrittura. A volte possono nascere dopo.
Emozioni che una scena o un beat che vengono provocati a tutti.

STORIA
Si vengono a creare personaggi e ambientazioni vari. Gli spettatori non sono stupidi, sono molto
esigenti. Si scoprono mondi sconosciuti e lo spettatore si ritrova nei personaggi.

STRUTTURA
Selezione di EVENTI tratti dalle storie esistenziali dei personaggi, sistemati in un ordine scelto per
causare precise emozioni ed esprimere una precisa visione della vita. REAZIONE provoca
REAZIONE.
Un EVENTO è un CAMBIAMENTO: ci possono essere cambiamenti lievi o pesanti, alcuni non
cambiano il corso della trama, altri la stravolgono.
Quando i film diventano noiosi è perché non viene applicato il PRINCIPIO dell’ALTERNANZA
dei VALORI. Una storia esiste solo se ci sono dei VALORI e dei CONFLITTI. Le azioni vengono
espresse con i valori.
I VALORI sono qualità universali dell’esperienza umana che possono cambiare da positivo a
negativo, o viceversa. Più i valori vanno da + a -, più la storia funzionerà. I valori sono l’anima di
una narrazione.

SCHELETRO
 +BEAT formano una SCENA
 Una serie di SCENE formano una SEQUENZA
 Un certo numero di SEQUENZE formano un ATTO
 3 ATTI formano la STRUTTURA NARRATIVA

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SCENA
Event in una storia che si svolge in una condizione spazio-temporale più o meno invariata. Se
cambia il posizionamento della camera, lo spazio o il tempo, cambia la scena. Un film di solito ha
40-60 scene che durano in media 2-3 minuti.
Ogni buona scena parte con un valore e conclude con quello opposto.

BEAT
Picooli eventi, azioni o reazioni, all’interno della scena: suoni, movimenti, dialoghi che, se alternati
tra positivi e negativi, fanno funzionare la storia. I beat sono positivi o negativi per il protagonista,
quindi per lo spettatore.

SEQUENZA
Insieme di scene. La prima e l’ultima scena culminano con un maggiore impatto emotivo.

ATTO
Insieme di sequenze. L’utima scena determina un’inversione di valori.

CLIMAX
Conclusione del terzo atto che culmina in un cambiamento assoluto e irreversibile.

Lezione 10 – 11.11.2020

I GENERI
 Storia d’amore  Musical
 Western  Fantascienza  Horror:
 Guerra  Sportivo - mistero (causa
 Commedia  Fantastico razionale dell'orrore)
 Comico  Animazione - sovrannaturale
 Poliziesco  Film d'autore (causa irrazionale
 Musical  Mockumentary: finto dell'orrore)
documentario, fiction - super mistero (cause
 Azione/avventura
sia razionali che
 Biografico  Drammatico sociale
irrazionali
 Storico

TIPI DI TRAMA
1. TRAMA CLASSICA
 1 solo protagonista: di solito non ci sono protagonisti multipli.
 Conflitto esterno predominante che creano guai al protagonista. Società, famiglia, alieni,
ecc… conflitti esterni. All’inizio il protagonista sta bene, ma qualcosa di esterno lo rovina
e deve partire per un viaggio per risolverlo.
A volte ci sono film dove vivono insieme conflitti interni ed esterni.
 Protagonista attivo, ha un desiderio che il conflitto gli impedisce di raggiungere. Fa
comunque di tutto per arrivarci, andando contro i problemi.
 Finale chiuso: chiude tutte le domande che il film apre.
 Tempo lineare: temporalità di facile fruibilità. Anche con salti temporali, ma risultano di
facile comprensione.
 Causalità: succede qualcosa e poi se ne vedono le conseguenze. Rapporto causa/effetto.
 Realtà coerente: ha una sua logica, continuità sul punto di vista ambientale, dei
personaggi, ecc… deve rimanere lineare.

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2. MINI-TRAMA
 Finale aperto: chiude tutte le domande principali, ma non chiude o apre un paio di piccole
domande che danno allo spettatore la possibilità di farsi delle idee, avere una propria
opinione. (no effetti cliff-hanger)
 Conflitto interno predominante: il protagonista vive soprattutto un problema con sé
stesso, malattia, insicurezza, ecc…
 Protagonista passivo: il cinema è azione, i protagonisti si devono muovere. Il protagonista
passivo ha un desiderio ma non ha molta voglia di perseguirlo.
 Può avere protagonisti multipli: quando ci sono + protagnisti vuol dire che potrebbe
essere una mini-trama.
 Tempo lineare.
 Causalità.
 Realtà coerente.

3. ANTI-TRAMA
 Film sperimentali da chi sa fare grandi cose.
 Coincidenza/casualità: azioni che non rispettano il rapporto causa/effetto.
 Tempo non lineare: salti temporali che rendono difficile allo spettatore orientarsi.
 Realtà incoerente: tutto cambia, la realtà non è lineare. Crea senso illogico nello
spettatore.

CARATTERISTICHE DEL PROTAGONISTA


Un film esiste solo con un personaggio protagonista.
“Il viaggio dell’eroe” di J. Campbell→ per scrivere e riconoscere i protagonisti di film e romanzi.
Un buon protagonista è un eroe (lo spettatore si immedesima e diventa una sorta di eroe lui stesso)
che affronta un viaggio, non solo concreto, ma anche figurativo. Un eroe che affronta un
cambiamento che lo porta da una condizione iniziale a una finale completamente diversa.
ARCHETIPO dell’EROE: lo spettatore si immedesima nel protagonista tramite l’archetipo. Lo
scopo dell’eroe è di svilupparsi, cambiarsi, realizzare il proprio desiderio.
I personaggi forti sono unici, hanno qualcosa di unico: forza, bellezza, intelligenza, ecc… Ciò fa
desiderare allo spettatore di ESSERE COME LORO. Nello stesso momento ci coinvolgono perché
vivono momenti archetipici: cose che abbiamo vissuto o che possiamo vivere.
Un buon personaggio ha una forte CARATTERIZZAZIONE: la somma di tutte le caratteristiche
visibili o ascoltabili che il protagonista ha e che lo spettatore vede. Ma ciò non vuol dire che quello
che stiamo vedendo/ascoltando sia il vero personaggio.
Un film funziona meglio se la caratterizzazione iniziale è opposta alla rivelazione del personaggio.
Il vero personaggio si trova alla fine: dopo aver fatto delle scelte sotto pressione si scoprirà la vera
natura di questo. “Solo quando sceglie una persona È”. Questa trasformazione viene definita
ARCO del PERSONAGGIO.
ANTI-EROE
L’anti-eroe è un particolare tipo di eroe, non il cattivo. Può essere un outsider o una persona che
commette azioni illegali. Fanno cose che noi non possiamo fare e ciò a volte ci fa legare molto di
più. Hanno una propria etica.
Un altro tipo è un anti-eroe che ha una visione cinica e pessimistaica della vita.

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