Sei sulla pagina 1di 11

Tallin e dintorni...

Per raggiungere l' Estonia, e pi esattamente Tallin da Helsinki, acquisto biglietto per un viaggio su una nave Vikink Line. Dopo aver risolto le problematiche da me stesso create ( come sempre! ), verso le undici mattutine varco la porta d' imbarco della Viking, nave di grande stazza ancorata nel porto della capitale finlandese. Dopo aver girovagato tra stiva e cuccette raggiungo il ponte della nave al fine di salutare nel migliore dei modi Helsinki e la Finaldia. A malincuore abbandono questa citt: nonostante abbia poco da offrire, storicamente parlando, mi ha fatto trascorrere un piacevolissimo soggiorno. Come detto, raggiungo inizialmente il ponte superiore e solo successivamente quello inferiore: pi spazioso e soprattutto quello dove posso tranquillamente svaccarmi su una delle trante seggiole ivi presenti. Fatta mia ( con una lotta di classe aggueritissima ) una sedia, mi distendo nell' attesa della partenza. La giornata stupenda, il sole caldissimo. Il massimo della tristezza per un addio. Ma in mente mi balza l' idea di raggiungere l' Estonia , la vecchia Urss, territorio ex sovietico posto sul mare del Nord. Tallin e a poche ore di navigazione da Helsinki, a soli 80 chilometri in linea d' aria dalla Finlandia. Finalmente la Vikink si appresta a partire. Moltissime persone affollano il ponte della nave, chi ad ammirare per l' ultima volta la citt finlandese e chi semplicemente a prendere un po di sole. Helsinki sempre pi lontana, la chiesa Luterana che svetta nel cielo azzurrissimo ormai appena visibile. Il forte vento mitiga il sole caldo, e man mano che siamo in mare aperto il vento gelido rende difficoltosa la mia permanenza sul ponte. Decido di rientrare all' interno dove a parte ristoranti, bar e negozi ' tax free' non vi si trova altro. Mi accovaccio vicino ad una vetrata da cui godo di un ottima vista sul mare, accanto alle numerose macchinette del poker ( prese d' assalto da giovani e meno giovani ). La stanchezza inizia a farsi sentire dentro me. Le ore trascorrono veloci, fino a quando in lontanaza intravedo lo skyline di Tallin: sono in Estonia. Dopo quattro ore di navigazione nel Mar Baltico, la Viking attracca al porto della capitale estone. Tallin la pi antica capitale dell' Europa settentrionale ed menzionata per la prima volta dal geografo arabo al-Idrisi nel 1154. Proclamata dall' Unesco patrimonio dell' umanit, il suo centro storico medievale uno fra i meglio conservati in Europa. ...passeggiando nella storia... Una volta a terra attivo il mio telefono satellitare per venire a conoscenza di quale strada prendere per raggiungere il mio ostello. Ma come sempre succede nei momenti di maggior bisogno, il mio telefono mi da buca. Intuisco il centro non essere distante avendo scorto pochi istanti prima dal ponte della Viking lo skyeline della Old Town. Il problema trovare la giusta via. Enormi capannoni dove negozi e negozietti vendono ogni sorta di mercanzia si annidano lungo la strada che si apre dinanzi me. Seguo il grosso delle folla nella speranza che la direzione da me intrapresa mi porti dritto dritto nel centro citt. Giungo in Pohja Pst, poche decine di metri dall' arteria che costeggia la Old Town, Mere Pst. Capisco essere sempre pi vicino alla citt vecchia, ma per non sbagliarmi nuovamente consulto la piccola mappa in mio possesso. Il mio TomTom, come un bambino cattivo non vuole saperne di agganciare i satelliti. Fanculo alla tecnologia! Dopo alcuni minuti di cammino, ecco aprirsi davanti ai miei occhi la porta della citt vecchia, l' ingresso alla Old Town. Il problema maggiore stato risolto, ora mi tocca trovare la via ' Lai '. Non riesco a capire dove sia ubicata la via del mio alloggiamento in terra estone, ma incurante cammino felice lungo Pikk, una delle due arterie principali della Old Town che portano alla piazza del municipio, Raekoja Plats. La giornata magnifica ed un sole caldo accompagna la mia passeggiata. Entro dentro un negozio di antiquariato dove due balde donzelle, previa mia richiesta di informazioni, si attivano con il massimo impegno ed attenzione per darmi le informazioni di cui necessito. La strada dove sorge il mio ostello, Lai, esattamente la parallela di Pikk. Sono a cavallo, anzi sono a piedi ma la fortuna per una volta mi assiste! Il mio ostello ubicato a pochi passi da me, e dopo aver ringraziato le due balde donzelle estoni mi avvio verso Lai. Il mio ostello si trova in una posizione spettacolare ed invidiabile. Fortuna! Entro e davanti me scorgo una giovane ragazza...o meglio, non una ragazza

ma bensi una gnocca modella bionda. Inizio a balbettare di fronte a cotanta bellezza. Riprendo coscenza dopo alcuni istanti e una volta fornite le mie generalit, posso finalmente prendere posizione nella mia stanza. L' ostello curatissimo, la mia stanza pu ospitare fino a quattro persone. Non potevo chiedere di meglio: ostello in centro Old Town, pulito e moderno. Per il momento sono l' unico occupante della stanza; di conseguenza faccio mio i tre quarti di territorio... E' da poco trascorsa l' ora di pranzo e dopo una doccia che mi riqualifica come persona civile, seppur stanco, esco per le vie della citt alla scoperta della capitale Baltica. Percorro Lai in direzione Raekoja Plats, dove si erge il municipio. Proseguo lungo Viru senza soffermarmi in Raekoja Plats, deciso a dedicare maggior attenzione il giorno successivo. Varco la soglia della Old Town e dopo aver attraversato Parnu mnt mi trovo a camminare in un parco verde alle porte della citt nuova. Cammino senza alcuna destinazione, con mente priva di pensieri, in mezzo alla gente, alla folla, agli estoni. Mi soffermo in un bar in fronte a Taamsaare Park. Mi godo una ottima birra osservando nel frattempo il via vai di persone, auto e passanti. Tallinn affollatissima di turisti! Dopo una mezz' ora passata a sostare nel dehors del bar riprendo il cammino. Questa volta perdendomi lungo i viottoli della Old Town, formata dalla citt vecchia ( Vanalinn ) e dalla collina della cattedrale ( Toompea ). Tallinn mi stupisce, mi entusiasma, mi appassiona. E dire che ho visto solamente una piccola parte della citt! Ormai il mio stomaco reclama prepotentemente fame: mi vedo costretto ad andare alla ricerca di un ristorante ove mangiare al fine di dare piena soddisfazione al mio stomaco ululante. Dopo un breve girovagare noto per caso un ristorante lungo Uus, vietta poco frequentata, con annesso dehors ( di modeste dimensioni ). Mi reco all' interno ed una volta approvato con piacere il men prendo posizione nel dehors in attesa di ordinare. Come sostengono gli estoni ( e in generale la maggior parte delle popolazioni del nord Europa ) quale senso pu avere bere una buona birra servita in un bicchiere piccolo? ( gi, me lo chiedo pure io. Risposta: una piccola in Italia costa di pi di una media in Estonia...) La cameriera posa sul mio tavolo un ottima birra e poco dopo mi viene servita una zuppa fumante tipica locale ( ottima ) ed un piatto di penne al salmone, incredibilmente buone ( a dire la verit non ero a conoscenza di aver ordinato un piatto di pasta poich il nome stampato sul men era a me incomprensibile . Ma quando vedo il piatto davanti, un piacere immane mi scippa il sospiro...).Una volta messo a tacere la mia fame posso finalmente ripartire ad una pi attenta visita alla citt vecchia. Dapprima ritorno in alloggio per concedermi una doccia al fine di rinfrescare la mie pelle, sudatissima. Il sole ancora non calato essendo appena le nove di sera. Il cielo ancora azzurrissimo e la temperatura ottimale. Cammino serenamente nelle vie lastricate di Tallin, sempre affollatissime, fino a Pikk Jalg, laddove una strada acciottolata apre la vista sulla bellissima cattedrale Ortodossa Alexander Nevsky. Il sole all' orrizzonte: una flebile luce illumina la cattedrale rosa creando un atmosfera particolare e piacevole. Mi soffermo una ventina di minuti ad immortalare con la mia macchina foto questo angolo particolare di Toompea, laddove la folla rumorosa della citt bassa solo un lontano ricordo. La quiete sovrana in questa piazza dove pochissime amime solcano le strade acciottolate. Il centro storico di Tallin uno dei meglio conservati in Europa e la sua cinta muraria difensiva che abbraccia la Citt Vecchia conta 26 torrette estese per circa due chilometri. La citt vecchia, il cuore dell' Old Town, non appena il sole tende a calare si svuota e le sue stradine acciottolate risuonano della solitudine della sera. Poche persone si avventurano lungo queste vie medievali, poche anime vivono appieno la citt vecchia. Di giorno un via vai continuo di persone, una folla confusa che osserva e rumoreggia laddove la sera risuona il ticchettio dei passi di quelle poche anime solitarie che l' affollano. Due citt in una, dove il tempo talvolta sembra sospeso quando al calar del sole il silenzio rotto solo dal camminare dei rari passanti sul selciato.. Ci si trova quasi sempre a camminare in solitudine lungo queste strette vie, illuminate a stento, fiancheggiate da sedi di corporazioni e da case anseatiche che un tempo servivano da abitazioni e da magazzini ai mercanti tedeschi. E' un piacere immane per il sottoscritto camminare lungo queste stradine: mi riempe di serenit ed il mio animo si armonizza con il l' aria circostante. Lungo queste strette e irregolari viette acciottolate si aprono alcuni magnifici punti panoramici da dove si pu ammirare la citt vecchia e, in lontananza, i grattacieli della citt nuova, simbolo della

rinascita occidentale di Tallin. L' atmosfera magica, la luna piena issata nel cielo ad illuminare la citt. Perdo ore ad osservare ed ammirare questo angolo di mondo con la testa immersa in mille e lontani pensieri. Rimango estasiato da questa citt, dell' Old Town che seppure ricostruita ad arte, ha saputo mantenere quel fascino intrigante che solo poche citt riescono ad offrire ad un occhio attento. Mi perdo in mille foto, in mille angoli nascosti dove il silenzio regna sublime. Turisti e non, sono seduti nei caff di Raekoja Plats e nelle vie limitrofe. Bar e ristoranti ospitano le loro voci confuse mentre nel cuore della citt vecchia risplende quel fascino che solo il calar delle luce e del silenzio riescono a trasmettere. Come una stella, Tallin appare al massimo del suo splendore al calar della notte quando la citt vecchia sembra addormentata in un profondo sonno. Ma mai, invece, essa cosi piena di vita nonostante le sue vie acciottolate, i suoi scalini e i suoi angoli nascosti vivano di un silenzio inquietante. Mi perdo per ore nell' oscurit di Toompea e faccio ritorno in ostello verso la mezza, dove un piacevole sonno mi attende. La stanza ancora di mia totale 'propriet' non essendo arrivati nuovi ' conviventi '. La mattina la sveglia suona intorno alle dieci, e dopo una piacevolissima doccia esco per le vie della bellissima Tallin quando il sole non ancora troppo caldo. Acquisto la mia colazione nel minimarket arredato in perfetto ' old style ' dove la ragazzina alla cassa sembra mangiarmi con gli occhi ( chi, io? ) ogni volta che varco l' entrata.Acquisto due deliziose tortine locali che al solo guardare viene la colina in bocca. E da bere, una burn....Mi distendo sul muretto antistante il negozietto, ai piedi di Toompea. Un piccolo prato verde ai piedi della collina animato da un simpatico gabbiano che si avvicina a me privo di timore. Concedo colazione pure al volatile, a cui si aggiunge un pi timoroso ma non meno affamato colombo, sempre a distanza di guardia. Lascio alla loro fame la mia seconda brioches, stupito dall' incuranza del gabbiano di sporsi a cosi vicina distanza da me. Passanti si soffermano ad osservare questo curioso siparietto fino a quando riparto per le vie della citt, non prima per di aver salutato il bianco gabbiano immortalandolo in una foto. Decido di seguire l' itinerario proposto dalla mia guida nella mattinata, per poi passare a quello successivo nel pomeriggio. Essendo a Toompea, inizio dal punto in cui mi trovo la visita alla citt. Tallin nasce su questa collina. Sede del potere durante il Medioevo, il luogo conserva ancora oggi questa funzione poich il Parlamento e il Governo sono oggi ubicati nel castello. Qui si celano le residenze aristocratiche della nobilt germano-baltica, nonch alcune ambasciate europee. Varco Pikk jalg ( ovvero 'Lunga Gamba' ), porta fortificata che permette di accedere a questa lunga rampa acciottolata al cui termine si apre la piazza del Parlamento e della cattedrale ortodossa. Giungo a Lossi plats dove si erge la bellissima cattedrale Aleksandr Nevkij. Il giorno prima ero sopraggiungo quando ormai le porte della cattedrale si apprestavano a chiudere, lasciandomi la possibilit di ammirare solo l' armonia e la bellezza esteriore delle cupole in lemekh. Ora ho invece la possiblit di fare ingresso al suo interno, molto particolare quanto armonioso. All' uscita dalla cattedrale, dono alcune monete ad una signora che si appresta a chiedere l' elemosina . Peccato che le monete sono in euro... La cattedrale venne costruita dai russi nella speranza che gli estoni abbandonassero il luteranesimo per la chiesa ortodossa. A fronte dell' entata della cattedrale vi si trova il castello di Toompea. La fortezza venne inizialmente fatta costruire dai danesi e poi successivamente ampliata dai successori, fino a Caterina la Grande. Il portico conduce a un cortile dove si innalza la sede del Parlamento estone, il Riigikogu, edificio del 1921 in stile espressionista. Mi perdo in mille foto, come da mia buona abitudine, fino a quando m' incammino lungo ToomKooli fino alla cattedrale luterana di Tallin, Tallin Toomkirik. Essa domina la piazza circostante che si erge ai suoi piedi, immersa nel piccolo prato verde ombreggiato cui sembra offrire riparo alle anime che sopraggiungono fin qui dopo una estenuante camminata sotto il sole. La cattedrale, prima chiesa dell' Estonia ( consacrata nel 1240 ) venne distrutta dall' incedio che devast Toompea nel 1684. L' interno della chiesa non di particolare bellezza e cosi anche le sue forme esteriori . M' incammino lungo le strette vie acciottolate della citt vecchia, immergendomi nell' atmosfera

magica di Toompea. Si aprono dinanzi me angoli panoramici di straordinaria bellezza: dapprima il belvedere di Kohtu, terrazza da dove si gode di uno dei pi bei panorami sui tetti rossi della citt vecchia, punteggiata di campanili, mentre, in lontananza, si innalzano verso il cielo i grattacieli di vetro della nuova Tallin. La bellezza di questo piccolo angolo immerso nel cuore di Toompea indescrivibile a parole. Solo l' occhio riesce a concepire appieno la bellezza che questo luogo sa offrire. Poco pi avanti, percorrendo Rajukojtu, si apre una seconda terrazza panoramica sulla citt, ma questa volta la visuale si sposta alla cinta muraria e ai torrioni che silenziosamente sorvegliano la citt, nonch sulla chiesa di St. Olav. Toompea un luogo fantasioso e magico: quando meno uno se lo aspetta si aprono agli occhi increduli e sognatori angoli di magnifica bellezza, nascosti tra volte, porticati o semplicemente da strette scalinate che si innalzano verso il buio della notte. Quando la notte s' invaghisce della citt, questi angoli nascosti della capitale si animano di quell' essenza magica che solo una citt fiabesca pu regalare. Ripercorro Kohtu fino a Kirku plats e poi alla cattedrale ortodossa. Da un piccolo porticato si ha la possibilit di scendere verso Falgi tee lungo una scalinata stretta e ripida. Vado alla ricerca del luogo dove la leggenda narra essere caduto miracolosamente dal cielo lo stendardo che diede coraggio ai guerrieri danesi che successivamente si impadronirono della citt. Guerrieri danesi che si erano appostati per dare assalto al castello di Toompea e stendardo che diventer poi l' attuale bandiera danese. Per un qualche motivo a me ignoto, confondo il nome delle strade e mi ritrovo dalla parte opposta, lungo la collina di Linda che onora la vedova del gigante Kalev. Un bel parco ombreggiato sembra incoraggiarmi al riposo, ma imperterrito continuo la scoperta della citt che ora mi porta dalla parte opposta in Komandandi tee, dove sorge Kiek in de Kok, la torre cannoniera a cui si pu accedere alla visita. La giornata bellissima e il sole caldo, molto caldo. Continuo la mia passeggiata senza alcuna meta, perdendomi letteralmente oltre le mura della citt vecchia. In lontanza, oltre un giardino verdissimo, intravedo una torre svettare nel cielo oltre i modesti pallazzi che la circondano. Dopo un lungo camminare scopro essere una costruzione all' interno di un cortile privato, forse un ministero o qualcosa del genere ma comunque sia chiusa ai visitatori. Il mio sguardo viene attratto da una strada molto trafficata rivelatesi poi nient' altro che la prosecuzione di Parnu pst. All' incrocio tra la stessa arteria e Tonismagi, un piccolo bar con dehors si affaccia sulla trafficatissima via. Mi soffermo un oretta per riprendere le forze dopo questa lunga camminata sotto il sole. Mi gusto un ottima birra mentre osservo il traffico caotico della capitale. Sembrano essere due mondi agli estremi l' Old Town e la citt nuova: la citt vecchia immersa nella tranquillit, la seconda animata da un traffico caotico e perenne. Auto di grande cilindrata sfrecciano a forte velocit lungo Parnu pst, quasi a sembrare una ricca capitale occidentale anzich un ex provincia sovietica. Poco per volta prendo coscenza della situazione attuale dei Paesi Baltici. Ipotesi che sar poi confermata a Riga e Vilnius. Una stretta cerchia di persone, soprattutto russi, vivono nella ricchezza sconfinata lasciandosi andare ad eccessi esagerati ed inutili. Russi che hanno saputo giocare d' anticipo appropriandosi terreni e fabbricati lasciati allo stato di semiabbandono nel momento in cui questi territori ex Urss hanno ottenuto l' indipendenza. Nella consapevolezza di guadagnare soldoni vendendo agli occidentali questi immobili, smaniosi di avere succursali nel centro di queste citt teatro di un nuovo turismo. Lungimiranti. Terminata la mia birra ( ci voleva davvero! ) riprendo il cammino raggiungendo Harju. Come detto precedentemente, in questo bel parco ai piedi della chiesa di San Nicola sono state costruite ad hoc panchine a forma di 'sdraio' dove, causa lunga camminata, mi riposo per una mezz' ora. Sono alla partenza del tour numero due consigliato dalla mia inseparabile guida. Lascio dietro a me Vabaduse valjak ( piazza della Libert ), oggi un gran cantiere in totale trasformazione. Poco pi avanti si erge la chiesa di S. Nicola, fondata nel XIII secolo da alcuni commercianti tedeschi. Svolto in Niguliste dove ubicato un Tourist Information accogliente e soprattutto fornito ottimamente di brochure in varie lingue. Cammino sino al pozzo dei gatti all' incrocio di Drunkri. Ultimo pozzo della citt sormontato da un ' elegante copertura e il cui nome ricorda una consuetudine leggendaria. Ovviamente non vi erano cinesi in citt a quel tempo, altrimenti al fondo del pozzo avrebbero potuto costruire la cucina di un ristorante cinese per la

fortuna degli occhi a mandorla... Arrivo finalmente nel piazzale del Municipio, ovvero Raekoja plats, un tempo piazza del mercato e il luogo dove si svolgeva gran parte degli avvenimenti della citt. E' circondato da dimore di mercanti con facciate colorate a pignoni appuntiti oggi trasformati in caff e ristoranti. La piazza il luogo di ritrovo di turisti e non, chi per ammirare il fulcro di Vanalinn, chi per sorseggiare una birra. Il municipio, edificio medievale costeggiato da un passaggio di arcate, ha assunto l' aspetto attuale nel 1404 a parte l' affilata torre ( 1628 ) ricostruita poi nel 1952. Particolarit, dal 1930 il campanile termina con una banderuola, affettuosamente soprannominata 'il vecchio Tommaso' (Vana Toomas) dagli abitanti di Tallin. Sosto una mezz' ora ai piedi del municipio, rinfrescato dall' ombra della torre, ammirando le dimore degli antichi mercanti. Il caldo rende difficoltoso camminare ed un poco di riposo necessario al fine di riprendere le forze. Avrei desiderio di visitare il municipio e in modo particolare la torre per godere del magnifico panorama di Tallin dall' alto; ma non riesco a capire dove si cela l' entrata...Nemmeno la vecchia farmacia ( risalente al 1442! ) riesco inizialmente a scorgere...vai a capire il perch di questo mio momentaneo rimbambimento! M' incammino verso Lai ( dove ubicato il mio ostello ). Via larga ( il cui nome significa proprio ci...) lunga e lastricata, sistemata nel territorio della Old Town laddove sorgevano le antiche mura del XIII secolo. Ospita alcune tra le dimore pi interessanti della citt, tra cui casa Mensikov e numerose case anseatiche. Culminanti con un fronteone triangolare, le case dei ricchi mercanti sfoggiavano una facciata assai stretta vista l' altezza. Il piano terra era riservato all' accoglienza della clientela, le stanze abitate si trovavano al primo piano e la parte alta del palazzo era formata da un solaio in cui i commercianti depositavano le merci, issate con una puleggia. Affacciata a Lai si trova anche la chiesa di S.Olav, un tempo frequentata da commercianti scandinavi. Ricostruita in stile neogotico dopo un incendio, era considerata un tempo l' edificio pi alto al mondo ( 124 metri di altezza ). E' possibile salire alla sommit del campanile della chiesa di S.Olav: non mi lascio sfuggire certamente questa possibilit... La salita, faticosa, viene ripagata per dal panorama che si pu ammirare sulla citt e sulle mura difensive di Tallin. Al fondo di Lai costeggio Rannamae tee, via alquanto trafficata. Mi concedo alcune foto per poi ripartire varcando la Grande Porta Marittima ( Suur Rannavarav ). Chiedo aiuto ad una signora ( italiana ) al fine di scattare una foto sulla soglia d' entrata della Old Town. Sopraggiunge il marito ( la moglie, ovviamente, non era stata in grado di scattarmi un istantanea...) e rimaniamo una decina di minuti a discorrere della nostra Patria, lontana migliaia di chilometri. La grande Porta Marittima m' introduce in Pikk ( ovvero 'strada lunga' ) che attraversa la citt vecchia parallelamente a Lai e laddove si affacciano alcune particolari dimore, tra cui una soprannominata ' Tre sorelle ', antica casa anseatica, e quella della confraternita delle Teste Nere. Un portale barocco aggiunto ad una casa rinascimentale indica lasede della confraternita che riuniva i mercanti tedeschi celibi. Sulla facciata della dimora vi sono disegnati i quattro blasoni delle agenzie commerciali della Lega Anseatica con cui Tallin effettuava pi volentieri gli scambi: Londra, Bergen, Bruges e Novgorod. Cammina e cammina arrivo in Puhavaimu, ovvero la via dello Spirito Santo a cui deve il nome ad una delle pi antiche chiese della citt, decorata con un bell' orologio azzurro e oro. Attraverso Vene, in cui si aprono diversi negozietti di antiquariato locale, fino al passaggio di Santa Caterina che ovviamente non scorgo...o per lo meno, sembra esser chiuso. Proseguo allora verso la porta di Viru, oltre il mercato dei fiori nell' omonima via. Mercato suggestivo e sempre affollatissimo dove il colore vivace della moltitudini di variet di fiori rendono meno triste la vista del caotico traffico cittadino in Parnu mnt. Il tragitto che la mia guida mi consiglia terminato dopo molte ore passate a camminare sotto il caldo sole. Avendo davanti a me ancora gran parte della giornata, decido di raggiungere la stazione ferroviaria per avere lumi sui treni in partenza da Tallin verso Tartu il giorno successivo. Cammino sotto un sole sempre pi caldo fino alla stazione ferroviaria, desolante costruzione anche se, a dire il vero, l' interno molto accogliente e moderno. La mia intenzione quella di raggiungere Tartu, cittadina a una sessantina di chilometri della capitale, il giorno seguente. Intenzione abbandonata pressoch da subito dato che il treno che percorre quotidianamente questo tragitto ad orari improbabili del giorno e della notte.

La stanchezza inizia a farse sentire cosicch ritorno in ostello a riposare non prima per di aver fatto scorta di viveri e bevande al solito minimarket. Sono sudatissimo, il caldo e la lunghissima camminata mi hanno azzerato le forze. Docciato, mi riposo nella totale tranquillit per circa un ora. Quando esco il caldo non si attenuato, ma per lo meno le batterie delle mie forze si sono ricaricate. Questa volta m' incammino in direzione della citt nuova, laddove i grattacieli svettano nell' azzurro della capitale quasi a toccare il cielo. Attraverso Viru con il suo vivacissimo mercato di fiori, varco la porta omonima e attraverso Parnu mnt e il Tammsaare park. Mi trovo in Lauteri, costeggiata inizialmente da un grande magazzino ed un casin e poi, via via, da costruzioni sempre pi anonime e desolanti. Ecco la vera anima di Tallin, quella non turistica, irreale e non veritiera. Le citt si misurano nella periferia, nel loro grigiore e nella loro decadenza. Agli occhi del turista anonimo questa anima non viene alla luce, ma solo un occhio attento si inoltra laddove il turismo non solca le vie, laddove la vita reale dei cittadini di Tallin si svolge nella sua appiena realt. Dove la vera Tallin vive e respira. Cammino per un paio di chilometri in questa anonima via dove, contrapponendosi al griogiore della citt, un bel giardino animato dalle voci di giovani mi desiste dal continuare. Quando si tratta di tornare indietro percorro la strada parallela a XXXXX, ovvero XXXX. Seppure costruito ad hoc negli anni a venire dopo la caduta del comunismo, il complesso di grattacieli di Tallin si armonizza perfettamente con il territorio circostante. Grattacieli vetro e acciaio, parcheggi sotterranei e grandi magazzini. Banche, uffici delle maggiori agenzie europee e casin. La finanza di Tallin racchiusa qui, in poche centinaia di metri. La city molto particolare, il moderno si fonde armoniosamente con il passato in un gioco di forme e colori. Contrapposto al futuro, si scorgono nelle immediate vicinanze della city vecchie costruzioni in legno decadenti e fatiscenti dove ancora oggi vivono persone e famiglie intere. La modernit ha per ora risparmiato le loro case, ma non dato sapere fino a quando...Desta in me grande curiosit la facciata in pietra di una casa incastrata nella facciata di un grattacielo. Esempio unico di architettura che mi capito di scorgere in giro per il mondo, un raro di arte e genialit. I grandi magazzini ( tra cui l' immancabile Stockmann ) e i mille casin rendono il quartiere vivacissimo fino a quando non cala il sole. La sera il quartiere si svuota e le vie rimangono incredibilmente e tristemente desolate. Pare di camminare in una citt deserta, quasi irreale. Cammino lentamente, osservando, guardando, scrutando quelle poche persone che camminano velocemente sotto il mio attento sguardo. Quasi avvertissero paura nel vedere uno straniero, il passo dei pedoni veloce come il calare del buio che avvolge Tallin. Mi concedo il finire della serata intorno agli angoli pi nascosti della citt vecchia, laddove il brusio delle voci confuse delle persone ricordo lontano. Dove solo il rumore del mio flash spacca la quiete del silenzio irraggiando tutt' attorno la luce a giorno. Quanti angoli di divina bellezza, quanti piccoli punti dove lo stupore supera l' ammirazione, dove la sensazione di una pace interiore mi permae. Adoro Tallin, questo suo sapermi stupire. La citt vera, reale, non quella solcata dai passi dei turisti ( certo, anche quella ) ma quella nascosta, buia. Quella dove, quando il sole cala e il buio si riappropria della citt, pare essere chiusa in una scatola magica dove solo alcune persone hanno le chiavi per accedervi. Pochi si spingono in questi angoli di particolare bellezza e sinceramente non ne concepisco il motivo. Tutti intenti a posare il sedere dentro un bar per ore, ma poi la citt, Tallin, la vera Tallin, chi la vede? Attorno all' Old Town si celano stradine tortuose semibuie, dove il passato li, ad un passo. Dove il passato ancora passato, dove il tempo sembra essersi fermato o sembra all' apparenza esserlo. Lungo Muunvahe e la sua cinta muraria, nei viali acciottolati dove il rumore dei miei passi risuona tra le strette vie e dove i miei occhi si perdono nella luce fioca dei pochi lampioni che illuminano le stradine. Quante foto, quanta vita. Tallin mi ha saputo stupire , mi ha saputo dare quello che grandi metropoli non sono in grado di donarmi, accecate dal consumismo frenetico e banale. Tallin sembra vivere freneticamente di giorno per poi tornare agli antichi fasti del passato quando la luna risplende alta nel cielo ad illuminarla. Cammino spensierato con la mente sgombra da pensieri, come se il tempo si fosse fermato ad aspettarmi lungo il cammino. Ad aspettare quel qualcosa che non arriva mai ma che rende comunque piacevole l' attesa. Toompea e il suo silenzio, il buio che si cala inesorabilmente sulle cupole della cattedrale luterana. Attenta, quasi a fare da guardia al borgo antico e ai suoi punti

panoramici di spettacolare bellezza. Trascorro ore di una piacevole armonia nella speranza che, davvero, il tempo si sia fermato e che il domani non possa sopraggiungere a risvegliare questa splendida notte. Torno in ostello quando ormai la citt dorme da un pezzo. E questa volta , la mia camera viene condivisa con altri due ragazzi di cui non noto la presenza nei giorni a venire se non dai loro bagagli. Il sonno mi prende felicemente in pochi secondi. La mattina la mia sveglia suona alla solita ora. Inciampo mille volte nella porta d' entrata dell' ostello, a significare che sono ancora mezzo rinco ed addormentato. In tre giorni non sono riuscito una volta, e dico una volta, ad imbroccare quando spingere o tirare la porta d' entrata. Da urlo! Percorro finalmente Vene fino alla monumentale Porta Marittima. Poco oltre osservo il monumento alle vittime dell' Estonia, nave in cui perirono centinaia di persone affondando poco distante da Tallin. Il monumento da obbrobrio. Due pale di metallo conficcate nel terreno a significare...gi, a significare cosa? L' arte moderna, vergogna ( nostra ) indelebile per le generazioni future. La mia camminata procede in direzione della stazione dei bus. Devo avere informazioni su come raggiungere Riga, Lettonia, il giorno a venire. Mere e poi Parnu pst fino a XXXXX. Il tragitto di poco interesse, questa l' arteria che avvolge le mura dell' Old Town per poi continuare all' estrema periferia. Percorro una grande e trafficata strada ( XXXXXXXXXXXX) che qualche chilometro pi avanti sbocca verso il mare azzurro. Mille palazzi costeggiano la strada, immobili nel loro silenzio e grigiore. Giungo finalmente alla stazione dei bus quando ormai le forze mi vengono meno. La giornata bellissima e il sole, come sempre, caldissimo. La stazione piccolina: mi trovo inizialmente spaesato. Poi mi decido a chiedere informazioni ad una signora non molto gentile. Brutta e antipatica, e pure vecchia! Ma non curo attenzione alla sua simpatia, ormai le informazioni di cui necessito sono di mio possesso e contento esco sul piazzale dove i bus hanno partenza. Mi gusto un ottimo ( si fa per dire ) hot dog osservando le persone che, in silenzio, attendono che il loro bus parta verso chiss quale meta. Una signora intenta a lavare il pavimento antistante l' entrata attira la mia attenzione: il suo asciugamano non appena posato sul bollente cemento s' asciuga d' immediato. E cosi, avanti e indietro per ore. Mah... Nel frattempo bus di ogni epoca e tempo ( tempo forse della nascita di Roma...) partivano per un viaggio di ( non ) ritorno. Ripreso un poco le forze, osservata la mappa della citt, decido di intraprendere la strada che porta al parco di Kadriog. Costruito a partire dal 1718 per ordine di Pietro il Grande ai piedi della collina di Lasnamae in un quartiere dove i ricchi cittadini avevano preso l' abitudine di fissare la propria residenza estiva. Altri chilometri sotto il sole. Noncurante, proseguo attravesando K.Tumpu fino a costeggiare la grande arteria Laagna Tee che collega il centro citt con l' autostrada. Mi trovo nella periferia della citt, da una parte l' autostrada con il suo traffico e dall' altra gli enormi palazzoni tutti uguali, tutti grigi, tutti tristi. Nessuno cammina lungo il marciapiede, trovandomi cosi da solo sotto il sole in un mare di cemento e asfalto sino a quando, dalla parte opposta, si apre piacevolmente al mio sguardo il parco Kadriog. Attraverso la strada ( soprapasso ovviamente, altrimenti sarei stato stirato...) mi inoltro nel verde dimenticando traffico, smog e confusione. Gli occhi si perdono in mezzo al verde fin laddove si apre ai miei occhi il laghetto artificiale con conseguente viale alberato che attraversa a met il parco stesso. Arrivo finalmente davanti alla residenza Kadriog e al suo giardino alla francese. Il palazzo venne ordinato dallo stesso zar a Niccol Michetti ed iniziato nel 1720. Sar terminato solo otto anni pi tardi. Il tutto venne battezzato con il nome della moglie del principe, la futura Caterina I. Non mi soffermo inizialmente ad un attenta visita ma proseguo camminando nella stessa direzione di alcune persone ivi presenti ( a dire il vero vengo attratto da una grande colonna al fondo del viale, ignaro che a qualche metro vi fosse il mare...). Giunto nei pressi della colonna sopracitata, affaticato e soprattutto sudatissimo, scopro con enorme piacere di trovarmi a Pirita, quartiere balneare e residenziale dove una lunga spiaggia di sabbia bianca attira molti cittadini nella stagione estiva. Mi viene in mente la Liguria e mi domando come sia possibile essere essere cosi stupidi da frequentarla: Alassio fa tanto figo; si crede che le discoteche abbiano quel qualcosa di incredibile e le spiagge caraibiche. Mentalit bigotta e chiusa quella piemontese, povero me...La spiaggia chilometrica, sabbia finissima ed un mare pulitissimo: questa Pirita, questo il Mar Baltico. Che

volere di pi? Maledico invece il momento in cui anzich indossare il costume, ho optato per i lunghi jeans. Non potevo osservare meglio la mappa, o indossare un costume visto il grande caldo? Mi mangio e rimangio le mani, ma purtroppo non posso portare correzzione cosicch dopo una ventina di minuti passati a passeggiare lungo la spiaggia torno sui miei passi e mi dirigo nuovamente verso Kadriog Park. Mi rilasso dopo un lungo peregrinare sotto il sole nel giardino francese del Palazzo. Una sposa e il suo consorte si divertono ballando sulle scalinate del Palazzo sotto gli sguardi curiosi ed attenti dei passanti e quelli felici degli parenti. Seduto all' ombra del giardino, succede un fatto ecclatante. Un anziano che partecipa al matrimonio si distacca dal gruppo degli invitati e cammina in mia direzione. Non concepisco cosa possa volere : non rubare sicuramente, altrimenti lo avrei stramazzato a terra. Quando si trova a pochi passi da me, inserisce una mano in tasca. Rebus...e sempre con maggiore stupore guardo questo tizio: ma che ca.. vuole? Quando si trova davanti a me tira fuori la mano dai pantaloni e sembra volermi dare qualcosa. Sono attonito, stupito e non so quale altra parola usare. Dapprima faccio cenno di no con la mano, sono italiano e incapace di dare informazioni sul luogo. Ma immediatamente mi balza in testa che costui...costui mi sta facendo l' elemosina! Con una mano faccio capire lui che impazzito, che io sono turista e che sicuramente meglio per lui raggiungere il resto degli invitati se vuole arrivare sano e salvo a cento anni. Ma pensa te, mi stava facendo l' elemosina! Io che tra abbigliamento, macchina fotografica e telefonino potrei comprare il Palazzo intero, vengo fatto oggetto di carit! Cose dell' altro mondo...mi viene da ridere ancora ora se ci ripenso, e anche allora ho riso come un matto: avrei potuto accettare le monete ed andare a bere a sue spese ! Rido per mezz' ora all' ombra e mi viene il dubbio: ma sembro un barbone? D' accordo la barbetta, incolta e fors' anche un po lunga, ma per il resto il mio aspetto come sempre curatissimo. Cosa l' avr portato a pensare tutto ci? Forse voleva solo fare un opera di bene ad un giovane in un giorno importante per lui? Era tradizione? E chi lo sa, io intanto ridevo... Passato questo siparietto comico, riprendo il cammino lungo il viale alla destra del palazzo. Sorgono lungo il viale tre costruzioni di particolare interesse: il palazzo presidenziale, il KUMU e la casa di Pietro il Grande. Mi dirigo dapprima verso la casa dello zar, trovata con non poca fatica. In questa casetta costruita nel 1714, Pietro il Grande veniva di tanto in tanto a sorvegliare l' avanzamento dei lavori del suo palazzo. Altro che Brunetta contro i fannulloni, questo zar doveva essere davvero un gran rompipalle! Che tipi strambi questi russi ! La visita all' interno della casetta possibile dietro un piccolo esborso e merita non solo per la ragazza alla cassa ma anche per alcuni oggetti appartenuti allo zar stesso. Davanti la casa dello zar stato costruito il KUMU, ovvero il museo d' Arte Estone. Costruzione moderna in vetro e acciaio, tanto bella quanto particolare. La sua forma lineare attrae l' occhio fors' anche perch si inserisce stranamente nel territorio che lo circonda. Lo costeggio tutt' attorno fino ad una strada che porta...che porta al nulla, circondata da palazzi grigi tutti uguali. Strano...Ripercorro il vialetto all' interno del Kadriog Park fin' oltre il laghetto dove moltissime persone sostano godendosi appieno la giornata. Mi trovo ora lungo A. Wizenbergi, viale alberato di una bellezza senza eguali a mio parere. All' ombra di alberi secolari si scorgono casette di straordinaria bellezza. Casette particolarissime e coloratissime, in legno, sopravvissute ai numerosi incendi che hanno devastato Tallin e all' invasione del cemento che ha reso la citt cosi grigia . Questo uno degli angoli di Tallin, citt nuova parlando, che pi mi rimasto a cuore. Casette con il loro giardino verde e curato nei minimi particolari, colorate ed armoniose lungo questo viale dove i raggi del sole sembrano non avere la meglio sulla fitta vegetazione. Il viale termina laddove si incontra con la trafficatissima Narva mnt, arteria a nord del centro dove dopo un paio di chilometri prosegue costeggiando l' Old Town in direzione Parnu mnt. Strada a pi corsie, trafficata e caotica. Il perfetto contrario di quel paradisiaco viale dove passeggiavo tranquillamente pochi istanti prima. Quando ormai mi avvicino all' Old Town scorgo alcune costruzioni particolari ed avveniristiche di piacevole vista. Incredibilmente, mentre passeggio incrocio lo sguardo ( in mezzo alla folla, l' unica persona di cui mi ricordavo il viso ) della ragazza del piccolo supermercato ubicato a pochi metri dal mio ostello. Ci salutiamo dopo attimi di silenzio, stupiti di questo incontro fuori porta e consapevoli che questa sar l' ultima volta che i nostri sguardi si incrocieranno. Varcato Vene cammino verso Raekoja Plats dove mi soffermo

sulla scalinata del municipio godendo di un poco di ombra utile alla mia sopravvivenza. Dal momento in cui ho varcato la soglia del mio ostello, in mattinata, a questo preciso istante, sono sicuro di aver camminato non meno di dieci-dodici chilometri; ipotesi peraltro confermata dal mio navigatore satellitare. Maratoneta. Dopo una breve sosta, m' incammino verso il piccolo negozietto a pochi passi dal mio alloggio per fare rifornimento di viveri, anche se ormai orfano della giovane ragazza incontrata pochi istanti prima. E poi diretto in camera per una pennichella e soprattutto di una doccia capace di rimettermi in forze velocemente. Quando esco per le vie di Tallin sono ormai le sei passate. Cammino senza alcuna destinazione, lasciandomi guidare dall' istinto al fine di godermi appieno questo mio ultimo giorno in terra estone. Quando si tratta di cenare, faccio ritorno al locale dove le sere precedenti avevo mangiato ottimamente. Locale consigliato sia dal punto di vista del servizio e della qualit, sia dal punto di vista del prezzo. Mi concedo una birra e pietanze locali, ottime come sempre. La cucina estone seppure non presenti un ampia scelta, senz' altro ottima e non solo a base di pesce. Un malefico frocio mi intima non troppo garbatamente di abbassare il volume del mio telefono: solo la mia pacatezza mi sofferma dal fare operazione di incanalamento su per il... ovviamente come oggetto non il mio telefono, ma la forchetta! Frocio! Il finire della serata trascorre passeggiando lungo le vie di Toompea, essendo Vanallin troppo rumoreggiante e affollata a quest' ora. La quiete di Toompea ha conquistato me e la mia macchina fotografica. Mi perdo come le sere precedenti in mille foto nei mille angoli di straordinaria bellezza della citt vecchia. La mia ultima sera in Tallin trascorre con quel misto di malinconia e felicit che sempre mi avvolge prima di lasciare una citt. Malinconia, si, malinconia: perch mi appresto a dire arrivederci ( o addio? ) ad un luogo di una bellezza eccelsa che forse mai pi avr l' occasione di solcare con i miei passi. Felicit, d' altro canto, per aver avuto la possibilit di vivere in questi angoli della capitale estone, di vivere Tallin appieno ed aver avuto la possibilit di ammirare una cosi magnifica citt. La mia mente libera da ogni pensiero mi conduce ovunque, ogni angolo, ogni vietta da me scoperta e conquistata. Scendo verso Vanallinn; la maggior parte delle persone che affollavano i caff e ristoranti hanno fatto ritorno ai loro alloggiamenti. La quiete ed il silenzio, poco per volta , conquistano la citt poco prima animata e confusa, quella dove il turismo commerciale e irrefrenabile vive. Raekoja Plats risplende nel buio della notte; i camerieri si affrettano a togliere le tovaglie dai tavoli dei caf e s' iniziano a sentire le prime verande esser chiuse. Vanallin e Toompea sono ora un' unica citt, riportate all' antico fasto dal buio della notte. Vado a dormire felice. La mattina la sveglia suona prestissimo: subito mi dirigo in Raekoja Plats al fine di scattare alcune foto senza la troppa folla che da li a poco solcher la piazza. I primi locali stanno aprendo e pochissime anime passeggiano ai piedi del municipio. Scatto a fatica alcune foto in questa bellissima piazza e dopo aver acquistato le cartoline da spedire alle mie amate nipotine, ritorno immediatamente in camera a prendere i miei bagagli. Sono in ritardo, incredibilmente in ritardo. Raggiungere la stazione a piedi obbiettivo impossibile, tanto pi che sono carico come un soldato in partenza per l' Iraq. Opto di percorrere la strada che mi separa dalla stazione dei bus con un taxi; ma all' orrizzonte non ne intravedo alcuno. Fortuna vuole che sopraggiunga un taxi intento a lasciare a terra una famiglia intera: non appena mi avvicino domandando ' autobussijaam' mi sento rispondere: ' dieci euro '. Sticazzi, non parlano la loro lingua correttamente ma quando si tratta di danaro, comprendono facilmente ogniqualsiasi idioma. Mass, infondo anche per venti euro avrei accettato. La mia fretta troppa e la mia voglia di contrattare poca. Il mio bus parte da li a poco e vista la mia fretta l' autista percorre a gran velocit i viali fino alla stazione. Giungo in tempo ( e soprattutto sano e salvo ) per acquistare il biglietto e salire sul bus dell' Eurolines che alcune ore dopo mi avrebbe portato a Tartu. Il viaggio procede bene se non fosse per le strade estoni, e in generale dei Paesi Baltici, assai dissestate in relazione al traffico che devono sopportare. Arrivo nella seconda citt estone di maggiore importanza verso le undici e mezza sotto un sole caldo, terribilmente caldo. Non ho la pi pallida idea di dove sono e della strada da percorrere per raggiungere il centro citt. Tartu ( guarda la scheda ) la seconda citt dell' Estonia con i suoi

99mila abitanti. Citt universitaria, Tartu risente della domenica ed infatti poche persone si aggirano lungo le vie della citt. La stazione dei bus piccola e quando chiedo informazioni su dove poter lasciare i miei bagagli ( che mi devo portare appresso! ) ricevo una blanda risposta. Pazienza, trascorrer in compagnia del mio bagaglio questa giornata che si prospetta lunga, molto lunga. M' incammino da subito lungo la strada opposta al centro; dopo un ponte pedonale si apre ai miei occhi una deliziosa spiaggia sul fiume Voldu. Non posso soffermarmi anche se vorrei. Comprendo di di camminare dalla parte opposta quando scorgo un quartiere residenziale e null' altro. Cambio senso di marcia e torno nei pressi della stazione dove dopo aver domandato informazioni, inutilmente, decido di seguire quelle poche anime che si aggirano in questa afosa domenica di luglio. Stanchissimo, riesco a scorgere il centro cittadino che si apre lungo l' isola pedonale Kuuni. Giungo sudatissimo nella piazza centrale di Tartu dove si erge la fontana ' Il bacio degli studenti ' di Mati Karmin, simbolo di Tartu. Alle sue spalle, il municipio. La fontana, divenuta emblema di questa citt universitaria, anima Raekoja Plats sulla quale si affacciano edifici in stile neoclassico. Sosto all' ombra per riprendere le forze, venute a mancare in quel preciso istante. Riparto dopo pochi minuti verso il salottino della citt ( chiamalo salottino...), Ruutli, lunga strada pedonale dove si aprono caff e ristoranti. Non scorgo nulla di particolare interesse: se questo il salottino, chiss la periferia. Svolto verso Lai e poi nuovamente verso il centro imboccando Jaani. Si apre ai miei occhi la chiesa di S.Giovanni, chiesa gotica in pietra. Particolarit sono le sue duemila statuine in terracotta scolpite ad immagine degli abitanti della citt, motivo per cui conosciuta. Poco pi avanti l' Universit, edificio con un colonnato neoclassico sormontato da un frontone, progettata nel 1809. Oltrepassata l' universit, la strada che devo percorrere quella che porta alla collina della cattedrale. Il mio pesante zaino rende difficile la salita: anzi, difficilissima. Ma in un modo o nell' altro riesco ad arrivare alla sommit della collina, in un bel parco ombreggiato. Qui necessito di una sosta forzata al fine di evitare un collasso, mentre un matto ( ma non pu dormire la domenica? ) passeggia sbraitando parole a me incomprensibili. Tra me e lui, onestamente, non s quale sia il caso pi disperato... Riparto costeggiando il parco ornato da alcune statue di personaggi locali degni di fama, fino a quando in fronte a me scorgo l' antica cattedrale ( Toomkirk ) che domina Tartu. Si tratta di un edificio in stile Gotico in stato di abbondono ma oggi teatro di restauri. E' una costruzione che si inserisce perfettamente nel verde del parco, maestosa ed elegante. Dopo aver trascorso un bel po di tempo a scattare una foto decente a causa della mia mania di perfezione, costeggio dapprima il ponte dell' Angelo e poi quello del diavolo. Scendo verso i piedi della collina lungo Vallikraavi, viale dove diverse casette in legno mi portano a pensare che esse siano in stato di abbandono. Ed invece, abitate... Poco oltre la statua a commemorazione dei due Wilde, i due scrittori: quello famoso Oscar e quello un poco meno, ma pur sempre celebre e motivo di orgoglio per gli estoni. Pur essendo un angolo di Tartu di poco interesse, la zona totalmente sotto copertura wi-fi, free ovviamente. Altro che il mio bel Paese: anche nel paesino pi sfigato in giro per l' Europa possibile trovare una connessione wifi libera, un hot spot gratuito a dispozione dei passanti. Niente chiave wep, wap, wup e zio paperino...come da norma, purtroppo, qui in Italia. Dopo questa lunga e tortuosa passeggiata faccio ritorno in Raekoja Plats dove mi allungo a riposo per oltre un' ora. Uno strano tizio mi desta curiosit: con la sua macchina fotografica sembra avere come preferenza per le sue istantanee...vabb, lasciamo perdere, sono solo mie ( fondate ) supposizioni. Varco l' ingresso del Tourist information, dove faccio mie due interessantissime guide sull' Estonia, in italiano! E' passata ormai l' una: la mia fame necessita di cibo. Raggiungo il McDonald's visto qualche ora prima ed unico luogo aperto dove io possa comprare viveri necessari alla mia sopravvivenza. Lo trovo con difficolt, nonostante poco prima sia passato nei pressi dello stesso. La felicit dopo aver posato il mio bagaglio, pesantissimo bagaglio, viene stroncata quando la ragazza alla cassa mi dice che non vengono accettate carte di credito. Essa si spiega male: mi ritocca fare una seconda volta la fila, inutilmente! Non accettano neppure il bancomat! Accipicchia, mi ha pure consigliato male! Esco e raggiungo il vicino sportello bancomat dove prelevo una ridicola cifra ( sei euro. Non mi serviva ulteriore contante in quanto poche ore dopo avrei fatto la

mia uscita dal territorio estone ). La povera ragazzina, tutta rossa per la confusione, va in tilt. Sbaglia a darmi il resto, un poco perch non capisce na' mazza di inglese, un poco perch si trova di fronte uno straniero ( credo uno dei pochi ), un poco perch...gi, perch? ( ricordo ancora ora il suo viso arrossato e confuso...incredibile! ) Quando finalmente mi siedo e mangio, inizio pian piano a recuperare le forze dopo una giornata lunga, lunghissima. Sosto un paio di ore al fresco dell' aria condizionata osservando i vari tamarri dell' est entrare ed uscire dal locale. Tartu molto diversa da Tallin. Seppure considerata una citt turistica ( poco turistica... ) possibile constatare da subito di trovarsi in una citt dove il consumismo e la frenesia tipica occidentale non l' hanno ancora avvolta. E' stata una tappa intermedia necessaria, avevo intenzione di visitarla il giorno prima e seppure abbia poco d' interessante, a mio modesto parere, da offrire, sono contento di aver passeggiato lungo le sue vie pedonali ed aver ammirato ' il bacio degli studenti '. Raggiungo la piccola stazione dove acquisto il biglietto del bus Eurolines da una gentilissima ( quanto brutta ) ragazza. Attendo la partenza sostando all' esterno della stazione assieme ad una ragazza che inavvertitamente, quando apre la bottiglia dell' acqua...mi esplode letteralmente addosso. Pazienza, un poco di fresco sui miei abiti accaldati ci vuole... E' incredibile constatare quanti barboni si aggirano in questa mezz' ora in cui sosto alla stazione dei bus di Tartu. Sono molti, troppi purtroppo. E' triste pensare che la caduta del comunismo ha significato per molti, come unica soluzione, una vita in mezzo alla strada. Sistema fors' anche ingiusto, ma sicuramente capace di dare qualcosa a tutti quello comunista. Poco,per carit, ma a tutti. Una casa, una pagnotta. Oggi vi sono persone che di pagnotte ne hanno mille milioni e chi, come queste persone davanti ai miei occhi, neanche una. Vorrei donare i miei ultimi spiccioli estoni ad uno di loro, ma non sapendo se ben accetta l' elemosina, salgo sul mio bus dimenticando questa triste scena.

Potrebbero piacerti anche