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CAPITOLO IV
Operazioni della Armata di riserva austriaca. Scontro dell'armata principale a S. Lucia.
Il co: Nugent, Feldzeugmeister (FZM) e generale comandante nell'Austria interna, uno dei più
distinti veterani dell'I.R. Armata, s'era offerto di raccogliere all'Isonzo riserve inviate in Italia e di
guidarle all'Armata principale. Una fedeltà provata per cinquantatre anni di servizio, un coraggio
dimostrato su più di cento campi di battaglia e la più esatta cognizione del teatro di guerra, su cui
egli aveva quasi quaranta anni prima....
il 4 aprile egli arrivò a Gorizia e si scelse questa città adagiata sull'Isonzo, ben disposta verso
l'Austria, come suo Quartier Generale (QG)...
La consistenza dell'Armata di riserva era pericò inizialmente molto debole e il FZM aveva
bisogno di un po' di tempo per darle l'organizzazione e l'equipaggiamento necessari all'avvio delle
operazioni.
L'armata si componeva infatti di tre elementi diversi: 1° reggimenti freschi, provenienti
dall'interno della Monarchia; 2° trasporti complementari pei reggimenti che già combattevano in
Italia; 3° truppe del 2° Corpo d'armata che erano state distaccate dallo stesso con la capitolazione di
Venezia e di Treviso. A metà aprile noi troviamo all'incirca la composizione seguente:
Comandante: FZM co: Nugent.
Divisionari: il Tenente maresciallo di campo (FML) co: Thurn, il FML co: Gyulai
(provvisoriamente), il FML co: Franz Schaaffgotsche, il FML maggiore generale (GM) Culoz.
Brigadieri: il GM Auer, il GM principe Felix Schwarzenberg, il GM principe Edmund
Schwarzenberg, Schulzig, Victor, ecc.
1 Battaglione Cacciatori Nr. 7 Maggiore Vogel
2 Battaglioni Arciduca (AD) Carlo Nr. 3, colonnello co: Thun
2 Battaglioni Wocher Nr. 25
Il co: Nugent aveva bisogno di più giorni per ordinare le truppe arrivate all'Isonzo e
equipaggiarle con il necessario. Solo il 16 aprile superò con 13 000 uomini il fiume.
Il generale Zucchi, che comandava le forze armate degli insorti, aveva 3 000 soldati dei
reggimenti superstiti e 8 000 volontari e la guardia nazionale a sua disposizione. Non mancavano i
cannoni, ma gli uomini per farli funzionare. Una compagnia d'artiglieria piemontese, che raggiunse
il gen. Zucchi a Venezia, gli era perciò benvenuta. Della cavalleria c'erano due squadroni ancora in
formazione difficilmente bastevoli pel servizio di corrispondenza, pel resto inutilizzabili. Uno
scontro con le truppe di Nugent in aperta campagna era inammissibile, ci si doveva limitare alla
difesa delle città e fortezze e alla guerriglia in montagna. L'umore dei residenti era favorevole a lui.
In Friuli.......................
Con 4 000 uomini Zucchi si chiuse a Palmanova, la difesa della città di udine egli la lasciò alla
sua Guardia civica, che rafforzò con 1 000 uomini militari di linea e volontari. Mentre però contro
quest'ultima città il co: Nugent si mosse con la parte principale della sua armata, il GM principe
Felice di Schwarzenberg si avvicinava con 4 battaglioni , 1 squadrone e 4 cannoni alla fortezza di
Palmanova e i suoi croati occuparono il paese di Visco che dista di lì un'oretta.
Zucchi con una quantità di crociati bellunesi ed altri e qualche militare di linea il 17 aprile
intraprese una sortita su questo paese e inizialmente ne colse di sorpresa l'occupazione, ma
accorsero i rinforzi, i croati sostennero la postazione, e gli abitanti perfino furono loro d'aiuto in
questa difesa. Visco, con altre località sulla sponda destra dell'Isonzo, appartiene infatti all'ez
dominio di Monfalcone, da secoli pervenuto all'Austria...
Il FZM il 19 spostò il suo QG a Cusignacco, un'ora da Udine e cercò di sottomettere questa città
in via bonaria. Il co: Nugent ha trascorso gran arte del suo servizio militare anche in pace in Italia,
e alcuni suoi familiari si sono del pari qui nazionalizzati , egli stesso porta il titolo di principe
romano. Le aspirazioni alla libertà degli italiani egli le aveva incoraggiate 35 anni prima, ma in altre
condizioni, e duna predilezione per questo paese lo appassionava da allora. Nel suo QG era arrivato
da Vienna un commissario civile, co: Hartig, le cui istruzioni.....
Udine conta 20 000 abitanti, la città è circondata da antiche solide mura con porte e un fossato.
Al suo interno s'erano inoltre costruite numerose barricate e tutto sembrava deciso alla difesa
estrema. Le prime richieste di negoziato furono respinte.
La sera del 21 aprile il FZM fece mettere in batteria qualche pezzo e la città fu investita per due
ore da granate e racchette. L'effetto non fu importante a seguito di adeguate contromisure, alcune
case si trovarono danneggiate, ma lo zelo guerresco fra la cittadinanza sembrò un poco scosso e
sotto l'influenza dell'arcivescovo senza obiezione del comandante, colonnello Canti, dopo due
giorni accettò la capitolazione.... La città di Udine si impegnò anche a invitare l'intera provincia e le
fortezze ad aderire a questa capitolazione.
Ma non appena le truppe di linea capirono come sarebbero andate le cose, elessero un nuovo
comandante e partirono per Osoppo con 3 cannoni. Le preghiere del generale austriaco rimasero
senza successo tanto in questa piazza quanto a Palmanova.
Il 23 aprile il FZM fece il suo ingresso a Udine, la civica sfilò in parata. Il reggimento Kinsky e
il battaglione granatieri Biergotsch occuparono la città. Il giorno dopo il MG Schulzig con
un'avanguardia di 4 battaglioni, 2 squadroni e mezza batteria avanzò a Codroipo. A Osoppo fu
distaccato un battaglione e 1 squadrone. Le truppe avanzate dell'armata di riserva di distesero lungo
il Tagliamento inferiore.
In questo fiume si riserva sopra Osoppo la Fella....
Il livello dell'acqua del Tagliamento era alto e gli insorti avevano non solo distrutto il ponte a
Valvasone, ma anche dato alle fiamme tutto persino le cataste di legna da costruzione. I pontoni
austriaci tirati da buoi arrivarono il 25 in località.....
Solo il 27 (aprile) l'avanguardia riuscì a passare il fiume e aprire la marcia dell'armata verso il
Piave. Ancora in questo giorno l'avanguardia raggiunse Pordenone.
Di nuovo l'armata si fermò due giorni. Riguardo a tale lentezza delle operazioni si riversò sui
giornali la critica più aspra. Ma non era compito del FZM portare a Verona le sue truppe più in
fretta possibile, incurante di tutto il resto, ma altrettanto importante e un po' più difficile era
garantire l'alimentazione per queste truppe come per quelle dell'armata principale.....
Il 30 aprile l'armata principale del co: Nugent arrivò a Pordenone, l'avanguardia a Sacile....
L'ala sinistra era a Portogruaro sul Lemene; una flottiglia a remi , che seguiva i movimenti delle
truppe lungo la costa, si fermò a Caorle, l'ala destra si stendeva fino ale pendici delle montagne
bellunesi.....
Il generale Durando era già arrivato con una parte della sua armata, l'altra parte stava ancora
avanzando. La ferrovia, completata da Padova e Venezia fino a Vicenza, facilitò l'avvicinamento dei
rinforzi. È possibile che il co: Nugent avesse trovato le forze nemiche sul suo fronte non ancora
totalmente riunificate, quando il 1° maggio era avanzato fino al fiume e il 2 aveva proceduto a
superarlo, solo il 3 egli arrivò da Sacile a Conegliano, che dista dal Piave due ore e mezza, e
l'avanguardia era avanzata fino a Susegana. Probabilmente aveva atteso che le valli superiori del
Piave, della Brenta e dei loro affluenti fossero già occupate dal FML Welden scendendo dal Tirolo,
perché quest'ultimo aveva veramente annunziato che avrebbe sostenuto l'avanzata del FZM
all'Adige sul suo fianco destro. Solo quella ricognizione da Trento alla Val Sugana, menzionata
prima, dimostrava che una vittoria in questa regione montuosa richiedeva un esercito più grande di
quello che il FML Welden potesse impiegare in questo momento su quel fianco. Altrettanto poco
riuscì un tentativo di superare la regione montuosa del Cadore dalla Val Pusteria verso Ampezzo.
Poi allorché il 1° maggio un reparto di 800 uomini di truppe austriache insieme ad alcune
compagnie di di Landesschützen (tiratori) misero piede in quelle valli, detto reparto fu fermato dalal
popolazione che vi affluì in massa compatta, e dovette accontentarsi di assicurare i propri confini
con idoneo appostamento.
Prima dunque che il co: Nugent varcasse il Piave, volle sapersi in possesso di Belluno e perciò il
3 maggio distaccò due piccole colonne ciascuna di 4 compagnie Banalisti, a destra sopra la
montagna che guarda questa città. Una colonna imboccò il sentiero dell'Osteria S. Boldo a
Trichiana, l'altra, cui s'era aggiunta una mezza batteria di racchette, seguì la strada da Ceneda sopra
il Bosco di S. Marco a Capo di ponte, che si trova sul Piave, un'ora a monte di Belluno. Il
comandante nemico Palatini, con 400 uomini e 4 cannoni, aveva preso una buona posizione non
lungi dal Lago morto; la strada era danneggiata in qualche punto, altrove sbarrata e pericolosa per
frane rocciose. L'avanzata dei croati fu tirata in lungo dall'aggiramento di questi ostacoli, oltre a
molte difficoltà, e ci si aspettava di cozzare ancora su una ferma resistenza, così il FZM inviò il MG
Culoz con due battaglioni Arciduca Carlo di rinforzo. Il 5 maggio i reparti riuniti raggiunsero
Belluno, che si arrese loro senza resistenza.
Qui un ponte di pietra attraversa il Piave. Il possesso di questo favorevole punto di
attraversamento mosse il FZM a rinunciare al superamento diretto del fiume, per la cui larghezza
difficilmente il suo equipaggio pontiere sarebbe bastato a costruirne una terza parte. Egli lasciò
stare nella sua posizione a Susegana l'avanguardia comandata dal MG Schulzig, e il 6 seguì la
brigata Culoz a Belluno. Tre battaglioni Greuzer, subentrati al comando del MG principe Edmund
Schwarzenberg, dovevano appoggiare la brigata Schulzig, presso la quale doveva restare anche
l'equipaggiamento. Il comando di queste due brigate lo assunse il FML co: Schaaffgotsche.
L'armata della Lega italiana, pronta alla difesa del Piave, era composta per la massima parte da
truppe pontificie.
Comandante supremo: Generale Durando.
Capo di Stato maggiore: colonnello co: Avogadro di Casanova.
2° Capo di Stato maggiore: colonnello marchese d'Azeglio.
Ufficiali d'ordinanza: capitani marchese Rosales, Minghetti, Marliani e tenente marchese
Bondini.
Tutti questi signori appartenenti a casati distinti, ad eccezione del generale, non avevano mai
servito prima e servivano orta gratuitamente. Questo è bellissimo, se succede senza interruzione dei
doveri d'ufficio. Ma ci sono generali capaci, i quali non sopporterebbero questo nel loro Stato
maggiore.
1. La divisione immediatamente al comando del generale Durando:
primo reggimento svizzero 2053 uomini
secondo reggimento svizzero 2003 uomini
artiglieria svizzera 200 uomini con 8 da sei libbre
6 compagnie di dragoni papali 400 uomini in cifra tonda
2 compagnie di carabinieri papali 300 uomini in cifra tonda
in tutto circa 5 000 uomini, che erano appostati a Montebelluna col fronte rivolto verso Feltre.