Sei sulla pagina 1di 4

ASSOCIAZIONE MNEMOSINE

UNIVERSITA’ PER STRANIERI


“DANTE ALIGHIERI”
REGGIO DI CALABRIA

Diploma di Perfezionamento Annuale Post-Laurea Metodologia CLIL nella scuola secondaria di


primo e secondo grado
Codice corso: PLCLIL121

Saggio breve _Modulo 1


Clil, Europa e lingua seconda
Il termine CLIL è l’acronimo di Content and Language Integrated Learning. Si tratta di una
metodologia che prevede l’insegnamento di contenuti in lingua straniera e la cui origine è ravvisabile
nelle vicende culturali e linguistiche del Quebec del secolo scorso.
Il Quebec è la provincia più grande del Canada per estensione territoriale e la seconda per popolazione
dopo l’Ontario. La provincia del Quebec fu colonia francese fino al 1763, anno in cui venne
conquistata dalla Gran Bretagna. La nuova colonizzazione però non produsse modificazioni
linguistiche e culturali, poiché la lingua e la cultura francese rimasero fortemente presenti e radicate.
Questo fatto generò una discrepanza linguistica: il Canada era uno Stato principalmente anglofono,
mentre il Quebec, invece, era francofono. Ancora oggi il Canada è un Paese dove all’incirca il 60%
della popolazione è di lingua madre inglese e il 24% francese.
La differenza linguistica produsse, nel corso del ‘900, la necessità di riconoscere il francese come
lingua parlata in Quebec. Pertanto, negli anni ‘60/’70 si pensò di creare due nazioni1 bilingue. Prima
di questi anni, l’insegnamento di una lingua seconda era stata iniziativa solamente di privati; la
necessità di riconoscimento riscontrata in questi Paesi generò l’idea, di alcuni genitori, di favorire un
insegnamento linguistico in immersione.
Il successo dell’esperienza canadese favorì l’esportazione dell’esperimento anche in Europa e si deve
allo studioso David Marsh la nascita del progetto CLIL e della sua stessa definizione. Dopo diverse
riflessioni, nel 2005 egli suggerì di utilizzare CLIL come un termine generale che definisse
quell'approccio e quelle metodologie didattiche che riguardano sia il contenuto della lezione che la
lingua veicolare utilizzata.
Oggi l'Europa vive un contesto estremamente multiculturale e il multilinguismo è diventato la cifra
dell'identità Europea.

1
Nazione= termine che definisce i caratteri culturali di un popolo, quali la lingua, la religione, la storia e lo stile di vita.
È un concetto diverso da quello di Stato, poiché è slegato dal riferimento territoriale.
A partire dal Trattato di Maastricht (1992, che sancisce la dimensione multiculturale europea)
l’Europa, attraverso le sue istituzioni, opera una scelta chiara per un modello interculturale e chi
lavora in questo continente deve tenere conto di questa essenziale scelta strategica del nostro contesto
socio-politico futuro. La Commissione Europea e la Commissione per la cultura e l’istruzione si
impegnano infatti nel “miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e nella
protezione e promozione della diversità culturale e linguistica” (regolamento del Parlamento
Europeo).
Per questo motivo, la Commissione sottolinea, attraverso azioni mirate e strategiche, l’importanza
dell’apprendimento delle lingue e del mantenimento della diversità linguistica in Europa. Sono state
promosse una serie di iniziative nell’ambito sociale, economico e delle relazioni con i cittadini. A
livello scolastico, gli Stati promuovono progetti CLIL, poiché si è dimostrato un ottimo strumento
per garantire l’apprendimento delle lingue e della diversità linguistica. Grazie ad approcci innovativi
e per mezzo di metodologie didattiche CLIL, gli alunni imparano le materie del curricolo e,
contestualmente, sono immersi in una L2 che ne permette un maggiore sviluppo. Materia e lingua si
intrecciano per preparare meglio gli studenti a vivere e muoversi in un contesto multiculturale e
multilinguistico quale è l’Europa oggi e l’apprendimento linguistico diventa ‘opportunità’ di crescita
e, insieme, di futuro. L’esperienza di insegnamento in lingua veicolare tramite progetti, risulta
prezioso: non solo nella prospettiva a lungo termine (sviluppo della competenza linguistica,
oggigiorno ritenuta indispensabile nel mondo del lavoro), ma anche in quella a breve termine. I
progetti CLIL creano motivazione ed entusiasmo negli alunni, ponendo le basi per la maturazione di
importanti competenze trasversali.
In Europa la scelta delle lingue usate all’interno del progetto CLIL si lega alla storia dei singoli Paesi.
In Spagna, per esempio, l’offerta CLIL si connette alle sue diverse lingue regionali (catalano,
valenziano, occitano, basco e galiziano), mentre Paesi come Portogallo e Romania, insieme ad alcuni
Stati del Nord, operano scelte diverse, privilegiando le lingue straniere. Le lingue più scelte nei
progetti CLIL sono, in generale, inglese, francese e tedesco. Occupano posizione minoritaria
l’italiano e lo spagnolo.
I quattro pilastri su cui si fonda il CLIL sono identificabili in 4C: Content, Communication, Cognition,
Culture.
Il Content fa riferimento al contenuto della lezione o ai contenuti del progetto da proporre in lingua
seconda. Il materiale su cui impostare una lezione CLIL va scelto con cura, poiché deve sia essere
accattivante per gli studenti sia essere significativo all’interno del curricolo scolastico.
La Communication fa invece riferimento al fine ultimo del CLIL, ossia la produzione orale e scritta
degli apprendenti. Prima e a prescindere dagli aspetti grammaticali, si lavora affinché gli alunni
acquisiscano abilità comunicative, implementino il lessico, migliorino la pronuncia, e, in particolare,
le strutture della microlingua con la quale gli insegnanti operano nel CLIL.
La C di Cognition è relativa al coinvolgimento della dimensione cognitiva degli alunni. Un altro
importante scopo del CLIL è, infatti, quello di far sì che gli studenti attivino capacità di ragionamento
e la loro creatività. L’intreccio di materia è lingua crea sfide cognitive che permettono all’alunno di
attivare nuove connessioni sinaptiche e di accrescere la sua competenza linguistica e la sua
conoscenza della materia.
L’ultima C fa riferimento alla promozione, grazie ai progetti CLIL, dell’intercultura. Le lezioni
diventano occasione d’incontro con culture diverse dalla propria.
I vantaggi dell’inserimento, all’interno del curricolo, di lezioni CLIL sono pertanto innumerevoli.

Gli studiosi, in particolare, rilevano i seguenti: 《Esposizione alla lingua; Maggiore motivazione
degli studenti; Fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità; Possibilità di applicare il CLIL a ogni
livello di capacità linguistica; Interculturalità》 2

In particolare, le lezioni CLIL sono raccomandate sin dai primi gradi e ordini di scuola, questo perché
gli studi di neurolinguistica affermano che, se l’acquisizione della L2 inizia sin dalla tenera età, si
attivano meccanismi neuropsicologici tipici della L1 ed è più facile giungere a competenze
linguistiche di alto livello, potenzialmente vicine a quella della lingua materna.
Inoltre, l’esposizione frequente alla lingua seconda, insieme al suo uso frequente, aiutano una
maggiore acquisizione. Gli studiosi rilevano che nell’apprendere una lingua straniera a scuola, una
delle maggiori difficoltà che si riscontrano è proprio la bassa esposizione all’input, che rende difficile
la produzione di intake e di output nella L2.3 Sembra infatti che una bassa esposizione non permetta
che negli apprendenti si sviluppi l’energia cerebrale necessaria a processare la lingua seconda.
Permettere agli alunni di seguire le lezioni della lingua straniera e, contestualmente, studiare una
materia del curricolo in lingua, aumenta la possibilità di stare a contatto con la lingua seconda e,
quindi, di approfondire il suo apprendimento.
L’esposizione ampia e precoce alla lingua straniera permetterebbe inoltre di superare una difficoltà
riscontrata nei gradi di scuola superiore. Si rileva una maggiore disposizione alla frustrazione in
alunni di scuola secondaria quando posti di fronte al duplice sforzo di imparare una disciplina in una
lingua straniera. Se abituati sin dai primi gradi e ordini di scuola, questo rischio potrebbe ridursi
perché l’uso frequente e precoce della lingua straniera avrebbe già creato motivazione ed autostima,
impalcatura sulla quale si regge un sano e corretto apprendimento.
Un altro problema che si riscontra nell’applicare la metodologia CLIL è la formazione linguistica
degli insegnanti. I docenti CLIL dovrebbero infatti possedere una competenza linguistica di livello
intermedio nella lingua veicolare. Questo non è sempre possibile e a ciò si aggiunge la difficoltà di
padronanza delle microlingue specialistiche della veicolare, necessariamente richiesta dal momento
in cui si veicolano con essa contenuti disciplinari.
Per un docente che voglia occuparsi di CLIL è necessaria una importante e continuativa formazione
linguistica, soprattutto per evitare di esporre gli alunni ad input scorretto che possa generare in loro
l’acquisizione di comportamenti linguistici errati (pronuncia errata, lessico inappropriato o
formalmente scorretto ecc..).
Il CLIL è un’esperienza da implementare in tutti gli ordini e gradi di scuola, perché favorisce lo
sviluppo cognitivo e linguistico e aiuta la creazione di una comunità europea aperta, democratica e
multilingue.

Bibliografia
Paolo E. Balboni, Fabio Caon, Michele Daloiso, Come funzionano il cervello e la mente
nell’acquisizione linguistica, in M.E.A.L, Università Ca’ Foscari di Venezia

2
I vantaggi del CLIL, https://www.formazionedocenti.it/learning/lesson/49476/PACEBWKEY9621/1234
3
Per i concetti di Intake e di Output si rimanda a S. Krashen, 1981
Commissione Europea, Apprendimento integrato di lingua e contenuto (Content and Language
Integrated Learning – CLIL) nella scuola in Europ, in Eurydice

Potrebbero piacerti anche