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ANITA CRISPINO (Museo Archeologico Regionale P.

Orsi, Siracusa) – MASSIMO CULTRARO (CNR-


IBAM, Catania)

Il deposito votivo di Ferla (Sr) e il culto delle acque nella Sicilia protostorica

Nel 1962 la scoperta fortuita di un deposito di vasi presso una sorgente naturale, nel vallone
S. Giovanni di Ferla (Siracusa) aveva contribuito ad arricchire il quadro delle conoscenze sul
popolamento nella Valle dell’Anapo nelle fasi recenti dell’età del Bronzo. L’attenzione, tuttavia, si
è concentrata su un gruppo di tombe a grotticella naturale e sul relativo abitato, mettendo in
secondo piano la singolare natura del deposito di vasi localizzato a ridosso della sorgente. Grazie
alla revisione del lotto dei materiali, in parte edito, e ad una più attenta ricomposizione delle
informazioni contenute nei giornali di scavo, è oggi possibile proporre una nuova lettura del
complesso di Ferla. I dati convergono nel ricostruire una stipe votiva, assegnabile ad una fase finale
dell’età del Bronzo, che si contraddistingue per le particolari modalità depositorie e per la stretta
relazione con una ricca sorgente d’acqua. La presenza di una singolare tazza di grandi dimensioni,
con ansa a protome bovina, introduce il tema della relazione tra la figura del bovino e quella dei
corsi d’acqua, seguendo un sistema di nessi, simbolici e cultuali, che sono documentati in alcuni
importanti luoghi di culto della Sicilia fin dall’età del Bronzo. Infine, il confronto morfologico con
altre tazze della medesima foggia da contesti dell’età del Bronzo medio e recente della penisola
italiana offre la possibilità di ricostruire un complesso di pratiche cultuali che vede come tratto
caratterizzante il sacrificio del bovino in corrispondenza di una fonte d’acqua, spesso dislocata
lungo le principali vie della transumanza.

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