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EMAUS

CITTÀ DELLA PALESTINA


DEL

P. ALESSANDRO BASSI, M. O.
t:;··

. Feci iudicium et iustitiam ..... non ca-


JlIllluientlll' me superhi. (Psal. -118).

SECONDA EDIZIONE CORRETTA E CRESCIUTA


con un' Appendice

TORINO, 1888
'1'J.POGRA.FIA EDITRICE BELLARDI E APPIO'f'l'I
Via Garibaldi, 32.
AVVERTENZA

Erra"tà, Corrige Per la seconda vQlta mi presento al pubblico colte mie


pago 17 linea 4. invece di in colendnrn leggasi incolendum ricerche su di Emaus, e mi vi presento per lo stesso motivo
» 38 » 38 (in no\;l) » accompagnato » accompagnata della prima, per . difendere C'ioè il mio onore . . Colui che, come
di Mopsuesta di Ciro
aveva saputo il mio sentire su quesf argomento 'Prima che ne
» 55 » 5 » »)
pubblicassi una linea, erasi (atto lecito d'insultarmi colle stampe;
» 73 » 9 » di Mopsuesta » di Ciro
nell'ultima sua pubblicazione di Milano, 1886, rincara la dose
~) ibid. » 19 » escortum exorturn degl' insulti, e mi taccia più volte d'aver calunniato i miei an-
}) 96 }) 41 » arzigoli » arzigogoli tichi fratelli di Terrasanta (*); di quella Terrasanta nella quale
» 130 » !1r1 ») (1~ Ben più lungo ») (1) Non meno lungo
}) 154 ») 35 ' ») Aiz }) Aix (*) A pag.134: ({ Sopra queste parole il P. Bassi.. . ronda uno de' suoi IlOti argo-
« menti per calunniare i suoi antichi conrratelli. » - A pago ,137: « Non ostante la
» 160 » 18 ») Sancio » Sancia « chial'ezza e precisione di questi scrittori, Il P. Bassi si fa a citarli con una franchezza
« tutta sua pl'opria per trarne motivo di calunnial'e i suoi fratelli. » - A pag, 1138, egli
mi accusa di voler far dir,e agli scrittori che cito « ciò che non dicono, tanto per pOI'-
« tarli a dat'e una larva di verità alla studiata calunnia. » - A pago '153 : « È in quelle
« pagine (del Bassi) dove si fa un sofistico e stiracchiato conteggio (sic) delle distanze ...
« unicamante per trar motivo di calunniare i francescani. » - A pag. 177: « Se il P. Bassi
« non ha scritto questo calunnioso periodo, se è un'aggiunta del suo Editore, si giu-
« stifichi. Se poi è suo, ne subiscano ambidue rassegnati (rassegnatissimi) la confutazione (?).
« lo non posso usar loro riguardo di sorta (Ed eì non lo vogliono). Essi offendono senza
« pietà tutti i Francescani presenti e passati (non quanto il malcreato 6ensore); essi ci
« calunniano crudelmente. l) - A pago 283: « Atroce calunnia quando (il Bassi) con
« brutta insolenza accusa di colpe che non ebbero mai i suoi antichi confratelli! La l'i·
« sposta a questo orrendo ammasso di inique calunnie, ecc. l) - A pago 426: Final·
mente nell'Indice stesso del suo scartafaccio: o: Orribile e crudele ammasso di calunnie
« preso dal libello del P. Bassi. » - E già a pago 18,1, linea 25, aveva chiamato il mio
opuscolo vero libello infamante.
Ciò tutto in adempimento della promessa fatta nella Prefazione a' suoi Nuovi Studi
(pag. xxu), nei seguenti termini: « Con tutta coscienza aggiungo che, non trattandosi
« omai più oltre (sic) d'incerti e mascherati anonimi, intendo di adoperare verso de' miei
«avversari tutto il rispetto possibile; se potessi, mi asterrei anCOl'a dal citare i loro
« nomi. » - Bisogna tuttavia compatirlo: un certo Diploma onorifico di Propaganda,
che, col sacrifizio della sua modestia, fu costretto a pubblicare nell'ultimo zibaldone di
que' suoi Nuovi Studi, gli re' perdere la memoria, e lasciar libero il freno alla coscienza
primitiva.
AVVERTENZA

Erra"tà, Corrige Per la seconda vQlta mi presento al pubblico colte mie


pago 17 linea 4. invece di in colendnrn leggasi incolendum ricerche su di Emaus, e mi vi presento per lo stesso motivo
» 38 » 38 (in no\;l) » accompagnato » accompagnata della prima, per . difendere C'ioè il mio onore . . Colui che, come
di Mopsuesta di Ciro
aveva saputo il mio sentire su quesf argomento 'Prima che ne
» 55 » 5 » »)
pubblicassi una linea, erasi (atto lecito d'insultarmi colle stampe;
» 73 » 9 » di Mopsuesta » di Ciro
nell'ultima sua pubblicazione di Milano, 1886, rincara la dose
~) ibid. » 19 » escortum exorturn degl' insulti, e mi taccia più volte d'aver calunniato i miei an-
}) 96 }) 41 » arzigoli » arzigogoli tichi fratelli di Terrasanta (*); di quella Terrasanta nella quale
» 130 » !1r1 ») (1~ Ben più lungo ») (1) Non meno lungo
}) 154 ») 35 ' ») Aiz }) Aix (*) A pag.134: ({ Sopra queste parole il P. Bassi.. . ronda uno de' suoi IlOti argo-
« menti per calunniare i suoi antichi conrratelli. » - A pago ,137: « Non ostante la
» 160 » 18 ») Sancio » Sancia « chial'ezza e precisione di questi scrittori, Il P. Bassi si fa a citarli con una franchezza
« tutta sua pl'opria per trarne motivo di calunnial'e i suoi fratelli. » - A pag, 1138, egli
mi accusa di voler far dir,e agli scrittori che cito « ciò che non dicono, tanto per pOI'-
« tarli a dat'e una larva di verità alla studiata calunnia. » - A pago '153 : « È in quelle
« pagine (del Bassi) dove si fa un sofistico e stiracchiato conteggio (sic) delle distanze ...
« unicamante per trar motivo di calunniare i francescani. » - A pag. 177: « Se il P. Bassi
« non ha scritto questo calunnioso periodo, se è un'aggiunta del suo Editore, si giu-
« stifichi. Se poi è suo, ne subiscano ambidue rassegnati (rassegnatissimi) la confutazione (?).
« lo non posso usar loro riguardo di sorta (Ed eì non lo vogliono). Essi offendono senza
« pietà tutti i Francescani presenti e passati (non quanto il malcreato 6ensore); essi ci
« calunniano crudelmente. l) - A pago 283: « Atroce calunnia quando (il Bassi) con
« brutta insolenza accusa di colpe che non ebbero mai i suoi antichi confratelli! La l'i·
« sposta a questo orrendo ammasso di inique calunnie, ecc. l) - A pago 426: Final·
mente nell'Indice stesso del suo scartafaccio: o: Orribile e crudele ammasso di calunnie
« preso dal libello del P. Bassi. » - E già a pago 18,1, linea 25, aveva chiamato il mio
opuscolo vero libello infamante.
Ciò tutto in adempimento della promessa fatta nella Prefazione a' suoi Nuovi Studi
(pag. xxu), nei seguenti termini: « Con tutta coscienza aggiungo che, non trattandosi
« omai più oltre (sic) d'incerti e mascherati anonimi, intendo di adoperare verso de' miei
«avversari tutto il rispetto possibile; se potessi, mi asterrei anCOl'a dal citare i loro
« nomi. » - Bisogna tuttavia compatirlo: un certo Diploma onorifico di Propaganda,
che, col sacrifizio della sua modestia, fu costretto a pubblicare nell'ultimo zibaldone di
que' suoi Nuovi Studi, gli re' perdere la memoria, e lasciar libero il freno alla coscienza
primitiva.
CAPO I.
La ql.l.estione d'Elnaus.

lavorai per ben (lieà anni (otto più di coLui (")) e che illustrai
co' miei scritti prima e dopo della vertente questione (H). Perciocchè la è questa una questione che vuoi essere ben cono-
In rùposta et quel disennato scrittore~ osservo: 1o Che~ in sciuta nella sua origine e nel suo processo, onde chi legge sia posto
in grado di pronunziarne retto giudizio, io mi argomento di raccon-
seguito ad un certo diploma d'onore inflittogli dalla S. Congre- tarDe in questo primo capo la storia, per quella parte almeno che
gazùJne di Propaganda (l~l lettore lo troverà in principio del- io fui chiamaLo a prendervi co' miei scritti, vuoi quando mi trovava
/' Appendice), nùsllno ha meno dirdto di tu ,i di apporre ad in Palestina, vuoi dopo del mio ritorno in patria, chè di altro che
altri la taccùt di calunnia; 2 Cile non si può calunniare senza
0
anenne colà dopo la mia partenza non essendo io stato spettatore,
mentire; e che io non calunniai quando, comandato di dare il temerei di non essere esatto narratore. Per tutto preambolo a quanto
mio ,qùidi,zio, lo rh·edi corredato di ampliss'ime prove. qui m'accingo a raccontare, avviso semplicemente il let'tore che '
io scrivo Emaus con un'emme sola per la ragione etimologica che
Queste prove io riproduco colla nuova edizione clte /'accio esporrò nel seguente capo, e dietro l'esempio delle antiche bibliche
del mio Emaus, città della Palestina, ritoccata ed accresciuta, versioni, e quello non ch'altro dei padri del nostro sonante idioma,
e seguita da un' Appendice, in cui CtJwlizzo l'ultima pubbli- che ebber occasione di scriverne il nome.
cazione del mio Avversario, lascùtndo che ,i (!l:sùlteressati pro- Una nobile damigella francese, ex-monaca del Sacro Cuore, Paolina
nunzino chi tra me e cohn: sia stato calunnl:atore. De Nicolay, che in Gerusalemme visse degli anni parecchi e vi morì,
,olendo lasciarvi memoria _di sè, si risolse, poichè ricca dote ella
aveva, e poteva far assegnamento sul concorso d'un esule traricco,
(") Come preilicalOl'e anllualisla) due volte in Alessandria e due in Cairo; come
Teologo di )Ionsignor Gllasco, DelegalO Apostolico dell' Egitto ; e come Storiografo di si risolse, dico, di far rivivere un qualche antico santuario abban-
Terrasanta, in Gerusalem me. donato, e per sue particolari ragioni scelse quello di Cristo risorto
C''' ) Pellegi'l-Iwgyio storico e descrittiw di TerJ'(lSanteL; voI. 2, Torino, ,1857. - e riconosciuto in Emaus. Ma codest' Emaus dov' era? Sapevasi che
Della Tar/'(' Antoi/io e d'/llla S~I(! gallel'ia l'ecenternente scoperta; Gerusalemme, 4860. urla volta i Francescani di Terrasanta lo visitavano ogni anno in
- Il SanllWi'io dello 500·(( Fmniglia in Caù'o Vecchio; Torino, ,1862. - L'antica
un certo villaggio fuor di mano, sui monti della Giudea, a ponente
chiesa di SCII/l'A iiiW iii Gerusalemme; Gerllsalemme,1863. - Il Tempio Salamonico
dopo la dist, 'Ii :iol/I! di Tlio ; Roma, 1864,. - Il padre e la patria del Battiste,,; di Gerusalemme, nel lunedì di Pasqua, giorno in cui leggesinella .
Torino, 1881, - Ema 11-5: Città della Palestina) prima edizione; Torino, ,1884. - ~Iessa il Vangelo che racconta iI fatto, per cui Emaus divenne og-
Parecchi arlicoli ~ll i SOilnwJ'i dell'infanzia di Gesù contro que' raziollulisti che vor- getto di cristiana venerazione; ma quale quel villaggio si fosse,
rebbero cancellata dalla Storia hallgelica questa prima pal'te della vila dci Hedclltore. ignora vasi affatto, perchè da oltre un secolo avevasi dovuto cessare
quell'annua. visita, ne i Francescani avevano mai pensato di regi-
slfarne il nome (11, come se temuto avessero che quel nome, così
f· f· J3ASSI

( I ) F:ecel'o lo stesso colla patria del Bal.tista, della ql1ale non segnarono Illai l'arabo
r.ome chi' porta di Aen Ca .. em, ma invece e solo quello di Sall Giovanni in Montana.
CAPO I.
La ql.l.estione d'Elnaus.

lavorai per ben (lieà anni (otto più di coLui (")) e che illustrai
co' miei scritti prima e dopo della vertente questione (H). Perciocchè la è questa una questione che vuoi essere ben cono-
In rùposta et quel disennato scrittore~ osservo: 1o Che~ in sciuta nella sua origine e nel suo processo, onde chi legge sia posto
in grado di pronunziarne retto giudizio, io mi argomento di raccon-
seguito ad un certo diploma d'onore inflittogli dalla S. Congre- tarDe in questo primo capo la storia, per quella parte almeno che
gazùJne di Propaganda (l~l lettore lo troverà in principio del- io fui chiamaLo a prendervi co' miei scritti, vuoi quando mi trovava
/' Appendice), nùsllno ha meno dirdto di tu ,i di apporre ad in Palestina, vuoi dopo del mio ritorno in patria, chè di altro che
altri la taccùt di calunnia; 2 Cile non si può calunniare senza
0
anenne colà dopo la mia partenza non essendo io stato spettatore,
mentire; e che io non calunniai quando, comandato di dare il temerei di non essere esatto narratore. Per tutto preambolo a quanto
mio ,qùidi,zio, lo rh·edi corredato di ampliss'ime prove. qui m'accingo a raccontare, avviso semplicemente il let'tore che '
io scrivo Emaus con un'emme sola per la ragione etimologica che
Queste prove io riproduco colla nuova edizione clte /'accio esporrò nel seguente capo, e dietro l'esempio delle antiche bibliche
del mio Emaus, città della Palestina, ritoccata ed accresciuta, versioni, e quello non ch'altro dei padri del nostro sonante idioma,
e seguita da un' Appendice, in cui CtJwlizzo l'ultima pubbli- che ebber occasione di scriverne il nome.
cazione del mio Avversario, lascùtndo che ,i (!l:sùlteressati pro- Una nobile damigella francese, ex-monaca del Sacro Cuore, Paolina
nunzino chi tra me e cohn: sia stato calunnl:atore. De Nicolay, che in Gerusalemme visse degli anni parecchi e vi morì,
,olendo lasciarvi memoria _di sè, si risolse, poichè ricca dote ella
aveva, e poteva far assegnamento sul concorso d'un esule traricco,
(") Come preilicalOl'e anllualisla) due volte in Alessandria e due in Cairo; come
Teologo di )Ionsignor Gllasco, DelegalO Apostolico dell' Egitto ; e come Storiografo di si risolse, dico, di far rivivere un qualche antico santuario abban-
Terrasanta, in Gerusalem me. donato, e per sue particolari ragioni scelse quello di Cristo risorto
C''' ) Pellegi'l-Iwgyio storico e descrittiw di TerJ'(lSanteL; voI. 2, Torino, ,1857. - e riconosciuto in Emaus. Ma codest' Emaus dov' era? Sapevasi che
Della Tar/'(' Antoi/io e d'/llla S~I(! gallel'ia l'ecenternente scoperta; Gerusalemme, 4860. urla volta i Francescani di Terrasanta lo visitavano ogni anno in
- Il SanllWi'io dello 500·(( Fmniglia in Caù'o Vecchio; Torino, ,1862. - L'antica
un certo villaggio fuor di mano, sui monti della Giudea, a ponente
chiesa di SCII/l'A iiiW iii Gerusalemme; Gerllsalemme,1863. - Il Tempio Salamonico
dopo la dist, 'Ii :iol/I! di Tlio ; Roma, 1864,. - Il padre e la patria del Battiste,,; di Gerusalemme, nel lunedì di Pasqua, giorno in cui leggesinella .
Torino, 1881, - Ema 11-5: Città della Palestina) prima edizione; Torino, ,1884. - ~Iessa il Vangelo che racconta iI fatto, per cui Emaus divenne og-
Parecchi arlicoli ~ll i SOilnwJ'i dell'infanzia di Gesù contro que' raziollulisti che vor- getto di cristiana venerazione; ma quale quel villaggio si fosse,
rebbero cancellata dalla Storia hallgelica questa prima pal'te della vila dci Hedclltore. ignora vasi affatto, perchè da oltre un secolo avevasi dovuto cessare
quell'annua. visita, ne i Francescani avevano mai pensato di regi-
slfarne il nome (11, come se temuto avessero che quel nome, così
f· f· J3ASSI

( I ) F:ecel'o lo stesso colla patria del Bal.tista, della ql1ale non segnarono Illai l'arabo
r.ome chi' porta di Aen Ca .. em, ma invece e solo quello di Sall Giovanni in Montana.
-6- -7-
disforme da Emaus, avesse fatto sospettare l'inganno in cui erano tissi sussurrare dietro le spalle, che io era un venduto al Patriarca
senz' avvedersene caduti. e nemico dei santuari (:ll.
Il missionario spagnuolo P. Emanuele Forner aveva avuto sin Il nuovo Generale intanto del nostro Ordine, P. Raffaele da Pon-
dal 1852 l'incarico di cercarlo; ed egli aveva scop.erto che quel tecchio, a me e "non ad altri vDlgevasi per sapere il costrutto di
villaggio era Cubebe, fra maestro e tramontana di Gerusalemme. quell'affare, e con lettera 10 agosto 1863 richiedevami in gran secreto
Siccome poi eravi colà uri camerone, che quasi solo restava in piedi del mio parere su quella questione. lo, riordinato in fretta il risul-
fra vaste ruine, così si fe' credere alla buona Nicolay, che quello tamento delle mie ricerche, glie lo spedisco; ed egli me ne scrive
fosse - Risum teneatis amici - la stessa identica sala di Cleofa, ne'seguenti termini: L' ho trovato tale da convincermi, e convinti del ·
in cui Cristo nella sera della sua risurrezione erasì rivelato a due pari ne furono que' pochi ma capaci religiosi, che ho creduto metter
de' suoi discepoli a mensa, dopo aver viaggiato incognito con essi. a parte del secreto. Così sotto la daLa dei 12 settembre (2). Alcun
Lieta la Nicolay di quella scoperta, ottenne un Rescritto pontificio tempo dopo ricevo uguale domanda dal Cardinale Barnabò, Prefetto
che autorizzavala a rialzare il santuario d'Emaus indipendentemente di Propaganda, con lettera d'officio, 19 dicembre 1863; ed io obbe-
dal Patriarca ; indi comperò quel camerone, ed allungatolo di più disco ancora, ' cresciuto ed ordinato meglio l'antecedente lavoro; il
. metri, ne fe' di botto una chiesicciuola, unendovi una casa per alcuni che fu nei primi mesi del 64. Or qui io domando a' miei avversari:
religiosi destinati ad olliciarla. Quando ogni cosa fu in sesto, con- Poteva io rifiuta"rmi aL comando del Capo dell'Ordine e del Prefetto
venne presentare il Rescritto al Patriarca per annunziargli il rinno- di Propaganda, che nelle Missioni rappresenta il Pontefice? Ovvero
'vato santuario. Ma quegli, che era allora Monsignor Valerga, osservò obbedendu io, avrebber eglino preteso che io mentissi? .... Da ul-
che la supplica al Papa ed il Rescritto erano per Emaus, non già timo, quando nel maggio dello stess'anno tornai in ltalia, visitai il
per Cubebe, che non ebbe mai che fare con Emaus; e pose inter- villaggio di Emuàs (3), vero Emaus, come mi accingo a provare con
detto al preteso santuario. Indi uno strepito, un ripetìo, un guaio
senza fine, che poi si ridusse a questo, di sapere se Cubebe fosse ('I) Per vero dire, la taccia d'essere nemico dei santuari non mi fu data qua!ltgoprima
o non fosse Emaus. . d'allora aveva illustrato quello della Sacra Famiglia il! Egitto, e quello di San(;'Anna in
lo stavami allora colà raccogliendo documenti per una storia di Gerusalemme , la CIii francescana tl'adizione era impugnala dal Mislin, e neppure quandò,
diciott' anni dopo, già tornato da pezza in patl'ia, sostenni l'altra fl;ancescana tradizione
quella nostra Missione (1862-63), incarico affidatomi dal P. Generale circa la patria del Ballista contro lo stesso mio amico Monsignor Dalfi, che pareva volesse
Bernardino da Montefranco, quando mi si fe' calda istanza di assu- in[orsa\'la. Il nominato P. Forner non incorse quella calunniosa imputazione quando mostrò
mere la difesa dell' operato dalla Nicolay. lo che sino allora aveva Modin in l\1edieh, e falsa la tradizione francescana, che mostrava lo da tanto tempo in
bonariamente creduto a quanto s'andava dicendo intorno a quel Soba. Percilè . dunque tanto rovello contro di me, che, comandato di pronunziarmi intorno
luogo, accettai; ma -non appena mi fui posto a studiarvi sopra di al sito d' Emaus, studiai profondamente la questione, e risposi come mi dettava coscienza,
rendendo ampia ragione della risposta? Capisco che, dopo d'avere speso tanto denaro e
proposito, che subito m'avvidi Emaus essere stato, ed essere an- d'avere tanto strombazzato la grande scoperta di Cubebe, costa sacrifizio il dire Ergo
cora ben lungi di là {iL Ripetei le mie ricerche, ne allargai il campo, errQvimus; ma di chi è la colpa?
non mi dissimulai alcuna difficoltà; ma sempre meglio mi persuasi (2) Lo stesso P. Generale ~crivevami ancol'a nell'ultimo di ottobre dello stess' anno:
dell'incorso errore, il quale manifestai senza retice.nze a' miei com- Posso assicurare V. P. che l'attuale custode (P. Serafino MiIani, ora vescovo di Pon·
mettenti, scusandomi secoloro del non poterli difendere senza men- tremoli ) toccando di Emaus in presente scrive men franco e meno 1"isoluto di prima,
Chi ha di tale affare cognizione un po' fondata non p~tÒ procedere altramente. -
tire. Proseguii nullameno a studiare la questione per mettermi in In opposizione alle citate lettere generalizie, che conservo ancor sempre, se n'è pubblicata
grado di sostenere all'uopo la mia sentenza, avvegnachè mi sen- un ' altra dello stesso Padl'e al Card. Barnabò, contraria al mio lavoro, e con essa si fa
fare II quel pio superiore la figura d'una banderuola, che si volge ad ogni mutaI' di vento .
Poicllè non la fu stampata intera, io voglio credere che in essa non leggerassi la seguente
(n È quindi inutile declamazione ([uella cile si fa contro quanto io scrissi d'Emaus nel coufessione: « Eminenza, il lavoro del P_ Bassi, che adesso condanno, ordinai io medesimo:
mio Pellegrinaggio di Te}')'asanta. lo rrede\u allora a quanto si era andato dieendo n « e do po (['averlo esaminato , e fattolo esaminare da alcuni capaci religiosi , non potei a
tutti i pellegrini dal secolo Hl in poi; mi ricredei quando, comandalo, studiai di ]))'O})O- t: meno di confessare all'autore che quellì ed io medesimo ne eravamo rimasti convinti. ):
sito la questione. Se i maligni mi accusano di mlllahililà, spero che gli ones ti m'ahbiano ': :3) Scrivo il nome di questo villaggio come il mio Avversario, di cni parlerò tI'a poco
da saper grado della mia schiettezza. ~(l lla sola dilTerenza cile egli lo scrive con dittongo (Ae) ed io con E semplice.
-6- -7-
disforme da Emaus, avesse fatto sospettare l'inganno in cui erano tissi sussurrare dietro le spalle, che io era un venduto al Patriarca
senz' avvedersene caduti. e nemico dei santuari (:ll.
Il missionario spagnuolo P. Emanuele Forner aveva avuto sin Il nuovo Generale intanto del nostro Ordine, P. Raffaele da Pon-
dal 1852 l'incarico di cercarlo; ed egli aveva scop.erto che quel tecchio, a me e "non ad altri vDlgevasi per sapere il costrutto di
villaggio era Cubebe, fra maestro e tramontana di Gerusalemme. quell'affare, e con lettera 10 agosto 1863 richiedevami in gran secreto
Siccome poi eravi colà uri camerone, che quasi solo restava in piedi del mio parere su quella questione. lo, riordinato in fretta il risul-
fra vaste ruine, così si fe' credere alla buona Nicolay, che quello tamento delle mie ricerche, glie lo spedisco; ed egli me ne scrive
fosse - Risum teneatis amici - la stessa identica sala di Cleofa, ne'seguenti termini: L' ho trovato tale da convincermi, e convinti del ·
in cui Cristo nella sera della sua risurrezione erasì rivelato a due pari ne furono que' pochi ma capaci religiosi, che ho creduto metter
de' suoi discepoli a mensa, dopo aver viaggiato incognito con essi. a parte del secreto. Così sotto la daLa dei 12 settembre (2). Alcun
Lieta la Nicolay di quella scoperta, ottenne un Rescritto pontificio tempo dopo ricevo uguale domanda dal Cardinale Barnabò, Prefetto
che autorizzavala a rialzare il santuario d'Emaus indipendentemente di Propaganda, con lettera d'officio, 19 dicembre 1863; ed io obbe-
dal Patriarca ; indi comperò quel camerone, ed allungatolo di più disco ancora, ' cresciuto ed ordinato meglio l'antecedente lavoro; il
. metri, ne fe' di botto una chiesicciuola, unendovi una casa per alcuni che fu nei primi mesi del 64. Or qui io domando a' miei avversari:
religiosi destinati ad olliciarla. Quando ogni cosa fu in sesto, con- Poteva io rifiuta"rmi aL comando del Capo dell'Ordine e del Prefetto
venne presentare il Rescritto al Patriarca per annunziargli il rinno- di Propaganda, che nelle Missioni rappresenta il Pontefice? Ovvero
'vato santuario. Ma quegli, che era allora Monsignor Valerga, osservò obbedendu io, avrebber eglino preteso che io mentissi? .... Da ul-
che la supplica al Papa ed il Rescritto erano per Emaus, non già timo, quando nel maggio dello stess'anno tornai in ltalia, visitai il
per Cubebe, che non ebbe mai che fare con Emaus; e pose inter- villaggio di Emuàs (3), vero Emaus, come mi accingo a provare con
detto al preteso santuario. Indi uno strepito, un ripetìo, un guaio
senza fine, che poi si ridusse a questo, di sapere se Cubebe fosse ('I) Per vero dire, la taccia d'essere nemico dei santuari non mi fu data qua!ltgoprima
o non fosse Emaus. . d'allora aveva illustrato quello della Sacra Famiglia il! Egitto, e quello di San(;'Anna in
lo stavami allora colà raccogliendo documenti per una storia di Gerusalemme , la CIii francescana tl'adizione era impugnala dal Mislin, e neppure quandò,
diciott' anni dopo, già tornato da pezza in patl'ia, sostenni l'altra fl;ancescana tradizione
quella nostra Missione (1862-63), incarico affidatomi dal P. Generale circa la patria del Ballista contro lo stesso mio amico Monsignor Dalfi, che pareva volesse
Bernardino da Montefranco, quando mi si fe' calda istanza di assu- in[orsa\'la. Il nominato P. Forner non incorse quella calunniosa imputazione quando mostrò
mere la difesa dell' operato dalla Nicolay. lo che sino allora aveva Modin in l\1edieh, e falsa la tradizione francescana, che mostrava lo da tanto tempo in
bonariamente creduto a quanto s'andava dicendo intorno a quel Soba. Percilè . dunque tanto rovello contro di me, che, comandato di pronunziarmi intorno
luogo, accettai; ma -non appena mi fui posto a studiarvi sopra di al sito d' Emaus, studiai profondamente la questione, e risposi come mi dettava coscienza,
rendendo ampia ragione della risposta? Capisco che, dopo d'avere speso tanto denaro e
proposito, che subito m'avvidi Emaus essere stato, ed essere an- d'avere tanto strombazzato la grande scoperta di Cubebe, costa sacrifizio il dire Ergo
cora ben lungi di là {iL Ripetei le mie ricerche, ne allargai il campo, errQvimus; ma di chi è la colpa?
non mi dissimulai alcuna difficoltà; ma sempre meglio mi persuasi (2) Lo stesso P. Generale ~crivevami ancol'a nell'ultimo di ottobre dello stess' anno:
dell'incorso errore, il quale manifestai senza retice.nze a' miei com- Posso assicurare V. P. che l'attuale custode (P. Serafino MiIani, ora vescovo di Pon·
mettenti, scusandomi secoloro del non poterli difendere senza men- tremoli ) toccando di Emaus in presente scrive men franco e meno 1"isoluto di prima,
Chi ha di tale affare cognizione un po' fondata non p~tÒ procedere altramente. -
tire. Proseguii nullameno a studiare la questione per mettermi in In opposizione alle citate lettere generalizie, che conservo ancor sempre, se n'è pubblicata
grado di sostenere all'uopo la mia sentenza, avvegnachè mi sen- un ' altra dello stesso Padl'e al Card. Barnabò, contraria al mio lavoro, e con essa si fa
fare II quel pio superiore la figura d'una banderuola, che si volge ad ogni mutaI' di vento .
Poicllè non la fu stampata intera, io voglio credere che in essa non leggerassi la seguente
(n È quindi inutile declamazione ([uella cile si fa contro quanto io scrissi d'Emaus nel coufessione: « Eminenza, il lavoro del P_ Bassi, che adesso condanno, ordinai io medesimo:
mio Pellegrinaggio di Te}')'asanta. lo rrede\u allora a quanto si era andato dieendo n « e do po (['averlo esaminato , e fattolo esaminare da alcuni capaci religiosi , non potei a
tutti i pellegrini dal secolo Hl in poi; mi ricredei quando, comandalo, studiai di ]))'O})O- t: meno di confessare all'autore che quellì ed io medesimo ne eravamo rimasti convinti. ):
sito la questione. Se i maligni mi accusano di mlllahililà, spero che gli ones ti m'ahbiano ': :3) Scrivo il nome di questo villaggio come il mio Avversario, di cni parlerò tI'a poco
da saper grado della mia schiettezza. ~(l lla sola dilTerenza cile egli lo scrive con dittongo (Ae) ed io con E semplice.
-8- -9-
tutta evidenza; e giunto in patria, aggiunsi un capo al mio lavoro, Dopo che fu letto in Gerusalemme questo giudizio dell' esimio
che crebbi qua e colà di nuove ragioni, per ripresentarlo più tardi palestinografo intorno al mio lavoro; un professore del Seminario,
al Cardinale Barnabò, com' era stato secolui convenut.o; se non pubblicando nel senso mio una sua Memoria, scrisse che conforme
che, tardato il mio lavoro dalla soppressione de'conventi, quando al suo era il parere dell' erudilo P.Bassi. All'intender ciò, un co-
finalmente l'ebbi compiuto, quell' Eminentissimo, che tante prove tale ~ che. per carità e prudenza non nomino, perchè mio confra-
. di bontà avevami date in Roma, aveva cessato di vivere. Debbo tello d'istituto e sacèrdozio, montò, non saprei 'perchè, in bizza,
adesso tornare addietro d'un passo. e rispondendo a quel professore, scagli ossi contro di me, ed ebbe
In fin d'ottobre dello sless'anno 63 arrivava a Gerusalemme il l'imprudenza di negare che io fo~si stato a Gerusalemme nel 1847,
senatore francese Feliciano De Saulcy, membro dell'Istituto, il quale come stava pure scritto nel mio Pellegrinaggio storico descrittivo
con una comitiva di dotti veniva a riprendere gli studi incomincia- di Terrasanla, a lui ben noto per tartassarlo; ed a questa nega-
tivi tredici anni innanzi, de'quali era stato bel prodotto il suo Voyage zione s'indusse per appuòtarmi di falsità in quello che io aveva
aulour de la Mer Morte, et dans les lerres bibliques. Avendo egli scritto, essersi allora perduta in Gerusalemme ogni traccia d'Emaus.
conosciuto a Parigi la mia illustrazione della chiesa di Sant' Anna ~li fe' invece essere colà nel 1856, mentr'io non vi tornai prima del
in Gerusalemme, luogo della nascita della Vergine, si provvide d'una 1860, cioè dopo un secondo biennio di predicazione domenicale in
lettera di presentazione per me; e consegnandomela, ebbe la gen- Egitto (f). Mi spacciò inoltre per troppo vago di novità, quand'io, la-
tilezza di dirmi che faceva assegnamento sul mio concorrere alle vorando sempre sull' antichità, aveva ottenuto, senza nè chiederlo
sue storiche ricerche. Con un personaggio di alta cortesia come lui, nè aspettarmelo, il diploma di socio dell'Istituto Storico di Francia,
che a sincera pietà ed all'amore pel mio Ordine univa tutta la dot- e di più mi tacciò di contraddizione edi aperte menzogne. Chiaman-
trina necessaria per quel genere di studi, perocchè, insigne poli- domi finalmente con ironica compassione povero Bassi, cercò finan-
glotto, conosceva l'ebraico, il greco ed il latino, e parlava l'arabo, che d'insinuare, che io fossi disertato dal mio Ordine nello stesso
l'ingle,:$.~*',e l'italiano quasi colla stessa facilità del francese, con un . mentre che io ero solo ed unico in Torino a portarne l'abito.
tal pe't~onaggio fu una fortuna per me lo stringere affettuosa ami- Avuta contezza di quell'infamia, me gli querelai con una lettera,
cizia. Nell' intimità di essa egli confessommi un giorno d'essere della quale feci trarre per autolitografia pochi esemplari, che dif·
sLato pregato d'occuparsI della questione d'Emaus, per cui da Ramle fusi tra coloro a cui era ben certo avere lui spedito il suo libello (2);
in venendo a Gerusalemme l'avevan fatto salire a Cubebe a studiarne ed i n essa lettera tacqui finanche il nome del casato sotto cui egli
le fui ne: « Viste le quali, dicerami egli, mi confermai nella precon- è più conosciuto. Una copiane mandai pure all'attuale nostro Gene-
« cetta opinione, non potersi Emaus riconoscere altrove che in rale, lagoandomi dell'affronto fattomi; ma forse non gli fu recapi-
« Emuàs. D M'interrogò quindi del mio parere, che trovò conforme tata, perchè io non n'ebbi pur un cenno Ji ricevuta. Non vedendo
al suo; ed udito il modo con cui io sciolgo la diffìcoItà dei 60 stadi aI/ora altro mezzo di provvedere al mio onore, acconsentii alla do-
del Volgato, che non s'accordano con Emuà,s, con chiuse : « Per me manda di chi mi chiedeva il mio manoscritto per mandarlo alla stampa,
« non v'ha più dubbio: Emuàs è Emaus. Lo pubblicherò francamente
({ pubblicando il giornale del mio viaggio. » - Richiesto poi della
sua sentenza dai sostenitori di Cubebe, rispose prudentemente: « La I ) La mia pl'ima predicazione domenicale in Egitto (Alessandria e Cairo) fu negli
noi t-3 -e .i6 de I nostro secolo, dopo dei quali impiegai un anno IleI visitare la Terra-
« pronunzierò dopo che avrò studiato bene la questione nel mio ga-
~, entrandovi per la Fenicia, e ritornando in Egitto peI deserto di El Arisc.
« binetto fra i miei libri. » - E così fece veramente quando nel 1865 :!.' Cretl!) cile non [m'ono più di 20 copie, di cui ricordo d'aver mandato due in Geru-
pubblicò il suo Voyage en Te1Te Sainte, nel quale accordandosi pie- ~. tre a Roma, tre in Toscana, e dieci ai commissari di Terrasanta sparsi per
namente con me, del mio lavoro ancor imperfetto scrisse che forse - . D.)\'e i1\Tci dovuto spul'serne jlilì, sarebhe stato qui in Piemonte, perchè il mio dolce
non si poteva conchiudere in tutto con meco, ma che mai non si !!al, 0('11" santa Insinga di meglio oItraggiurmi nella stessa mia patria, aveva spedito

g~ì5SO pacco dc' suoi fasdcoli, da distribuirsi fra i miei comprovinciali; se non
saria potuto provare che io mi fossi ingannato li).
S&) t (.lIl'ga di To\'ino, che altra coscienza aveva dalla sua,
distrusse tutte quelle
Tir . ~'\d WOOt' una sola pel' me, alide mettermi in guardia dai colpi del mio ..... del
(I) Veggansene le p3\'ole in rondo del Capo YI. ~ C'"m1.ailen:o!t fratello.
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tutta evidenza; e giunto in patria, aggiunsi un capo al mio lavoro, Dopo che fu letto in Gerusalemme questo giudizio dell' esimio
che crebbi qua e colà di nuove ragioni, per ripresentarlo più tardi palestinografo intorno al mio lavoro; un professore del Seminario,
al Cardinale Barnabò, com' era stato secolui convenut.o; se non pubblicando nel senso mio una sua Memoria, scrisse che conforme
che, tardato il mio lavoro dalla soppressione de'conventi, quando al suo era il parere dell' erudilo P.Bassi. All'intender ciò, un co-
finalmente l'ebbi compiuto, quell' Eminentissimo, che tante prove tale ~ che. per carità e prudenza non nomino, perchè mio confra-
. di bontà avevami date in Roma, aveva cessato di vivere. Debbo tello d'istituto e sacèrdozio, montò, non saprei 'perchè, in bizza,
adesso tornare addietro d'un passo. e rispondendo a quel professore, scagli ossi contro di me, ed ebbe
In fin d'ottobre dello sless'anno 63 arrivava a Gerusalemme il l'imprudenza di negare che io fo~si stato a Gerusalemme nel 1847,
senatore francese Feliciano De Saulcy, membro dell'Istituto, il quale come stava pure scritto nel mio Pellegrinaggio storico descrittivo
con una comitiva di dotti veniva a riprendere gli studi incomincia- di Terrasanla, a lui ben noto per tartassarlo; ed a questa nega-
tivi tredici anni innanzi, de'quali era stato bel prodotto il suo Voyage zione s'indusse per appuòtarmi di falsità in quello che io aveva
aulour de la Mer Morte, et dans les lerres bibliques. Avendo egli scritto, essersi allora perduta in Gerusalemme ogni traccia d'Emaus.
conosciuto a Parigi la mia illustrazione della chiesa di Sant' Anna ~li fe' invece essere colà nel 1856, mentr'io non vi tornai prima del
in Gerusalemme, luogo della nascita della Vergine, si provvide d'una 1860, cioè dopo un secondo biennio di predicazione domenicale in
lettera di presentazione per me; e consegnandomela, ebbe la gen- Egitto (f). Mi spacciò inoltre per troppo vago di novità, quand'io, la-
tilezza di dirmi che faceva assegnamento sul mio concorrere alle vorando sempre sull' antichità, aveva ottenuto, senza nè chiederlo
sue storiche ricerche. Con un personaggio di alta cortesia come lui, nè aspettarmelo, il diploma di socio dell'Istituto Storico di Francia,
che a sincera pietà ed all'amore pel mio Ordine univa tutta la dot- e di più mi tacciò di contraddizione edi aperte menzogne. Chiaman-
trina necessaria per quel genere di studi, perocchè, insigne poli- domi finalmente con ironica compassione povero Bassi, cercò finan-
glotto, conosceva l'ebraico, il greco ed il latino, e parlava l'arabo, che d'insinuare, che io fossi disertato dal mio Ordine nello stesso
l'ingle,:$.~*',e l'italiano quasi colla stessa facilità del francese, con un . mentre che io ero solo ed unico in Torino a portarne l'abito.
tal pe't~onaggio fu una fortuna per me lo stringere affettuosa ami- Avuta contezza di quell'infamia, me gli querelai con una lettera,
cizia. Nell' intimità di essa egli confessommi un giorno d'essere della quale feci trarre per autolitografia pochi esemplari, che dif·
sLato pregato d'occuparsI della questione d'Emaus, per cui da Ramle fusi tra coloro a cui era ben certo avere lui spedito il suo libello (2);
in venendo a Gerusalemme l'avevan fatto salire a Cubebe a studiarne ed i n essa lettera tacqui finanche il nome del casato sotto cui egli
le fui ne: « Viste le quali, dicerami egli, mi confermai nella precon- è più conosciuto. Una copiane mandai pure all'attuale nostro Gene-
« cetta opinione, non potersi Emaus riconoscere altrove che in rale, lagoandomi dell'affronto fattomi; ma forse non gli fu recapi-
« Emuàs. D M'interrogò quindi del mio parere, che trovò conforme tata, perchè io non n'ebbi pur un cenno Ji ricevuta. Non vedendo
al suo; ed udito il modo con cui io sciolgo la diffìcoItà dei 60 stadi aI/ora altro mezzo di provvedere al mio onore, acconsentii alla do-
del Volgato, che non s'accordano con Emuà,s, con chiuse : « Per me manda di chi mi chiedeva il mio manoscritto per mandarlo alla stampa,
« non v'ha più dubbio: Emuàs è Emaus. Lo pubblicherò francamente
({ pubblicando il giornale del mio viaggio. » - Richiesto poi della
sua sentenza dai sostenitori di Cubebe, rispose prudentemente: « La I ) La mia pl'ima predicazione domenicale in Egitto (Alessandria e Cairo) fu negli
noi t-3 -e .i6 de I nostro secolo, dopo dei quali impiegai un anno IleI visitare la Terra-
« pronunzierò dopo che avrò studiato bene la questione nel mio ga-
~, entrandovi per la Fenicia, e ritornando in Egitto peI deserto di El Arisc.
« binetto fra i miei libri. » - E così fece veramente quando nel 1865 :!.' Cretl!) cile non [m'ono più di 20 copie, di cui ricordo d'aver mandato due in Geru-
pubblicò il suo Voyage en Te1Te Sainte, nel quale accordandosi pie- ~. tre a Roma, tre in Toscana, e dieci ai commissari di Terrasanta sparsi per
namente con me, del mio lavoro ancor imperfetto scrisse che forse - . D.)\'e i1\Tci dovuto spul'serne jlilì, sarebhe stato qui in Piemonte, perchè il mio dolce
non si poteva conchiudere in tutto con meco, ma che mai non si !!al, 0('11" santa Insinga di meglio oItraggiurmi nella stessa mia patria, aveva spedito

g~ì5SO pacco dc' suoi fasdcoli, da distribuirsi fra i miei comprovinciali; se non
saria potuto provare che io mi fossi ingannato li).
S&) t (.lIl'ga di To\'ino, che altra coscienza aveva dalla sua,
distrusse tutte quelle
Tir . ~'\d WOOt' una sola pel' me, alide mettermi in guardia dai colpi del mio ..... del
(I) Veggansene le p3\'ole in rondo del Capo YI. ~ C'"m1.ailen:o!t fratello.
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nella lusinga,' come mi si scriveva, che potesse così terminarsi una dere costui, che, scrivendo come scrive, mostra che di queWopera
questione già dibattuta da circa vent' anni. non vide neppure il frontispizio, sul quale sta scritto in tutti i vo-
n mio lavoro vide la luce in Torino nell'inverno deU'84 col titolo lumi che il fiorentino arcivescovo tradusse secondo la Volgata, cioè
Ema'Us, città della Palestina, e tutti i giornali religiosi che l'annun- dal latino di questa, e non dal greco nè direttamente, nè indiret-
ziarono, lo fecero con parole di lode. Nomino tra questi, a titolo tamente, come sogna costui?
di onore, la Civiltà Cattolica (1). In seguito di queste approvazioni, A pago 56: - « Il verbo applicuerunt (I, MACC. III, 40) non signi-
precedute dall' autorevolissima, nè punto sospetta, di un Feliciano « fica propriamente si accamparono, poichè nasce dalla preposizione
De Saulcy, mi lusingai io pure che la questione potesse essere esau- « aLt e da plico, piegare, avvicinarsi, accostarsi ad una qualche

rita; ma così non parve a colui, che, posatosi campione di Cubebe (! cosa ..... Così pure porta la versione siriaca, la quale legge prope

e mio speciale avversario, avevami malmenato indegnamente prima « Emaum. ) - Ma, rispondo io, se la versione siriaca porta che
ancora di conoscere le mie ragioni; onde fu che, a vece di mettersi l'applicuerunt della Volgata non significa s'accamparono, ma solo
in coscienza col ritrattare le falsità spacciate a mio discapito, rin- s'accostarono, perchè il nostro filologo, invece delle parole prope
carò la dose in altri due fascicoli, chiamati da lui Nuovi Studi. Em-aum, non riporta quet'la che dovrebbe dargli ragione, la parola
Uscirono questi successivamente in Milano, senza apposizione di anno, cioè del siriaco, che corrisponde al nostro applicuerunt? ... Non
accompagnati amendue da differenti carte geografiche senza titolo, sarebbe per avventura perchè il siriaco è contro di lui? ..... In tal
del valore gelle quali questo solo dirò, che non poco si divariano caso perchè citarlo mentendo? .. Lettore, è per l'appunto cosÌ, ed
.. tra loro intorno al sito d'Emaus e de'suoi pressi. Siccome però I ecco il testo del siriaco, riportato più tardi dallo stesso Avversario
l'autore ne minaccia una terza, cosi giova sperare che, a forza di a pago 31 della Parte I de' suoi Nuovi Studi: « Ptolemenses itaque .
manipolare carte, egli arriverà a persuadere chi ama d'essere per- « pro(ecti cum universo exercitu venerunt et castrametati suni ad latus
suaso, che Cubebe è proprio Emaus. Di codesti Nuovi Studi e degli « Emdus in terra campestrium. ) - Veracissimo Avversario, dove
antecedenti io passo a dare un saggio a'miei lettori, riportandone .sono qui le parole prope Emaum, da voi riportate prima come ap-
nella stessa loro ortografia, ed annotandone alcune sentenze; chè a partenenti alla versione siriaca? E il verbo castrametati sunt signi-
riportar tutte quelle che meriterebbero d'essere bollate, addiverrei fica forse si accostarono, come voi avete scritto, o non invece che
interminabile. Faccio quest' esposizione nello scopo principalmente vi si accamparono, come voi avete negato? Il latino lo capite voi?
di far conoscere quale sia del campione di Cubebe l'erudizione e la Ed ora io sono lieto di aggiugnere che s'accordano col siriaco,
critica, e quanto leale ed onesto colui che osò tacciare me di aperte contro il suo mendace citatore: P Biblia Maxima di Giovanni De
menzogne e peggio. la Hayne, di cui lo stesso Avversario riporta poco dopo lè seguenti
Incominciando adunque dal primo fascicolo, che, per la conti- parole: Applicuerunt, idest castra locaver-unt; 2° La francese tradu-
nuata paginazione, forma col secondo un opuscolo solo, io vi leggo zione della Bibbia di Vence, le cui parole sono pur riportate dallo
subito: stesso Avversario due pagine dopo: lls s'avancèrent donc ave c to'Utes
A pag. 19 in nota: « Ci- serviamo della traduzione italiana di leu?'s troupes, et vinrent CAMPER près d'Emmaus; 3° quel Martini, che,
« Monsignor Antonio Martini .... perchè da esso fatta direttamente a detta dell' Avversario, ~radusse direttamente dal greco, e qui traduce
« dal testo greco. J) - S'incomincia proprio bene; il Martini tradusse cosi.: ({ Andarono a porre il campo vicino ad Emmaus, nella pia-
direttamente dal testo greco! Se così è, saprebbe dirci l'Avversario, ( nura; )) 4° Di tutti più antico e più autorevole, Gioseffo Flavio,
perchè il Martini ad ogni libro del N. T. da lui tradotto faccia seguire il quale, raccontando lo stesso fatto (Antiq. xn, 7, 3) scrive dei
la lista delle varianti del testo greco? ... Ma che potrebbe rispon- Siri: lUi vero progressi ad urbem usque Emmauntem in loco ,cam-
pe..stri castrametantur; 5° Finalmente lo stesso Avversario, il quale,
dopo a'ièf accusato me di contraddizione, contraddice a sè mede-
(1) Contro questa lodatissima effemeride: vero emporio di anni gena dottrina, scagliò
più volte gli strali il mio Avversario, per vendicarsi della lode a me dala e della dimen-
simo, traducendo, alla citata pago 38, lino 2, il passo della Volgata
ticanza in che lasciò lui j ne' seguenti termini: « Il quale esercito con tutte le sue forze piegò
Ma ella s'è beata, e ciò non ode. ·f verso Emmaus, e si accampò in luogo piano. »
- fO- -11 -
nella lusinga,' come mi si scriveva, che potesse così terminarsi una dere costui, che, scrivendo come scrive, mostra che di queWopera
questione già dibattuta da circa vent' anni. non vide neppure il frontispizio, sul quale sta scritto in tutti i vo-
n mio lavoro vide la luce in Torino nell'inverno deU'84 col titolo lumi che il fiorentino arcivescovo tradusse secondo la Volgata, cioè
Ema'Us, città della Palestina, e tutti i giornali religiosi che l'annun- dal latino di questa, e non dal greco nè direttamente, nè indiret-
ziarono, lo fecero con parole di lode. Nomino tra questi, a titolo tamente, come sogna costui?
di onore, la Civiltà Cattolica (1). In seguito di queste approvazioni, A pago 56: - « Il verbo applicuerunt (I, MACC. III, 40) non signi-
precedute dall' autorevolissima, nè punto sospetta, di un Feliciano « fica propriamente si accamparono, poichè nasce dalla preposizione
De Saulcy, mi lusingai io pure che la questione potesse essere esau- « aLt e da plico, piegare, avvicinarsi, accostarsi ad una qualche

rita; ma così non parve a colui, che, posatosi campione di Cubebe (! cosa ..... Così pure porta la versione siriaca, la quale legge prope

e mio speciale avversario, avevami malmenato indegnamente prima « Emaum. ) - Ma, rispondo io, se la versione siriaca porta che
ancora di conoscere le mie ragioni; onde fu che, a vece di mettersi l'applicuerunt della Volgata non significa s'accamparono, ma solo
in coscienza col ritrattare le falsità spacciate a mio discapito, rin- s'accostarono, perchè il nostro filologo, invece delle parole prope
carò la dose in altri due fascicoli, chiamati da lui Nuovi Studi. Em-aum, non riporta quet'la che dovrebbe dargli ragione, la parola
Uscirono questi successivamente in Milano, senza apposizione di anno, cioè del siriaco, che corrisponde al nostro applicuerunt? ... Non
accompagnati amendue da differenti carte geografiche senza titolo, sarebbe per avventura perchè il siriaco è contro di lui? ..... In tal
del valore gelle quali questo solo dirò, che non poco si divariano caso perchè citarlo mentendo? .. Lettore, è per l'appunto cosÌ, ed
.. tra loro intorno al sito d'Emaus e de'suoi pressi. Siccome però I ecco il testo del siriaco, riportato più tardi dallo stesso Avversario
l'autore ne minaccia una terza, cosi giova sperare che, a forza di a pago 31 della Parte I de' suoi Nuovi Studi: « Ptolemenses itaque .
manipolare carte, egli arriverà a persuadere chi ama d'essere per- « pro(ecti cum universo exercitu venerunt et castrametati suni ad latus
suaso, che Cubebe è proprio Emaus. Di codesti Nuovi Studi e degli « Emdus in terra campestrium. ) - Veracissimo Avversario, dove
antecedenti io passo a dare un saggio a'miei lettori, riportandone .sono qui le parole prope Emaum, da voi riportate prima come ap-
nella stessa loro ortografia, ed annotandone alcune sentenze; chè a partenenti alla versione siriaca? E il verbo castrametati sunt signi-
riportar tutte quelle che meriterebbero d'essere bollate, addiverrei fica forse si accostarono, come voi avete scritto, o non invece che
interminabile. Faccio quest' esposizione nello scopo principalmente vi si accamparono, come voi avete negato? Il latino lo capite voi?
di far conoscere quale sia del campione di Cubebe l'erudizione e la Ed ora io sono lieto di aggiugnere che s'accordano col siriaco,
critica, e quanto leale ed onesto colui che osò tacciare me di aperte contro il suo mendace citatore: P Biblia Maxima di Giovanni De
menzogne e peggio. la Hayne, di cui lo stesso Avversario riporta poco dopo lè seguenti
Incominciando adunque dal primo fascicolo, che, per la conti- parole: Applicuerunt, idest castra locaver-unt; 2° La francese tradu-
nuata paginazione, forma col secondo un opuscolo solo, io vi leggo zione della Bibbia di Vence, le cui parole sono pur riportate dallo
subito: stesso Avversario due pagine dopo: lls s'avancèrent donc ave c to'Utes
A pag. 19 in nota: « Ci- serviamo della traduzione italiana di leu?'s troupes, et vinrent CAMPER près d'Emmaus; 3° quel Martini, che,
« Monsignor Antonio Martini .... perchè da esso fatta direttamente a detta dell' Avversario, ~radusse direttamente dal greco, e qui traduce
« dal testo greco. J) - S'incomincia proprio bene; il Martini tradusse cosi.: ({ Andarono a porre il campo vicino ad Emmaus, nella pia-
direttamente dal testo greco! Se così è, saprebbe dirci l'Avversario, ( nura; )) 4° Di tutti più antico e più autorevole, Gioseffo Flavio,
perchè il Martini ad ogni libro del N. T. da lui tradotto faccia seguire il quale, raccontando lo stesso fatto (Antiq. xn, 7, 3) scrive dei
la lista delle varianti del testo greco? ... Ma che potrebbe rispon- Siri: lUi vero progressi ad urbem usque Emmauntem in loco ,cam-
pe..stri castrametantur; 5° Finalmente lo stesso Avversario, il quale,
dopo a'ièf accusato me di contraddizione, contraddice a sè mede-
(1) Contro questa lodatissima effemeride: vero emporio di anni gena dottrina, scagliò
più volte gli strali il mio Avversario, per vendicarsi della lode a me dala e della dimen-
simo, traducendo, alla citata pago 38, lino 2, il passo della Volgata
ticanza in che lasciò lui j ne' seguenti termini: « Il quale esercito con tutte le sue forze piegò
Ma ella s'è beata, e ciò non ode. ·f verso Emmaus, e si accampò in luogo piano. »
- 1:2 - - 13-
A pago 58: - « Veda si anche il Dictionnaire Géographique de la _ f"i'~L~u, polius ltitl"eràrium, etc. Auctore incognito. (V. CAVE, Scri-
c( Bible - Migne, tomo III, Curs. Completo S. Seript., alla voce Ern- ptor . .t~ule:sùI$licor. h-i.sloria literar. ad ano 742,:. - Forse 1'Avver-
« maus: Ville de la tribu de Benjamin, située à 60 stades au N. O. sario tTedè che la voce consanguinea significhi sorella.
« de Jérusalem. }) - Quel Dizionario Geografico è quanto v'abbia di .l pago 1·1::3: - «( A tutti questi storici e scrittori anteriori ai ero-
più indigesto nel corso incompletissimo di S. Scrittura del Migne; i. ciati si potrebbero aggiungere Focas, Cassiodoro, S. Eusebio di
ma all' Avversario giova il citarlo per ottenere il titolo di erudito ( Cremona ... )) - Basta, basta così. Dunque Giovanni Focas, che visi-
che lo fa strabiliare se dato ad alcun altro. Vero è che quel Dizio- lava Gerusalemme nel 1185, due soli anni prima che ne partissero
nario pone Emaus, non a maestro, come falsifica l'Avversario, ma i Crociati, sarebbe anteriore ad essi (!) In quanto poi ad Eusebio
a greco di Gerusalemme, da mandarci a cercarlo in tutt'altra dire- di Cremona, in che secolo viveva questo santo? Quali libri com-
zione che di Cubebe; ma il mio Avversario, che si tien la coscienza p05.e? Qrral'è quello, in cui parla di Emaus? Lo domando all'eru-
sotto i tacchi, muta semplicemente il N. E. del Dizionario ìn N. O. ditissimo Avversario, perchè io nè nel R. Martirologio trovo regi-
e così con una piccola menzogna è fatto il becco all'oca. Che vuoi strato que.sto santo cremonese, nè in alcun catalogo di cristiani
dire essere senza scrupoli! . scrittori trovo inserto un Eusebio di Cremona. E l'Avversario ardisce
A pago 112: - « Nel medesimo secolo (VIII) Giorgio SincelIo .... di produrlo come santo e come scrittore che favorisce la sua causa?
« nella sua Cronologia, che arriva sino all' anno 284 di G. C., si Ed è questa l'onestà della sua polemica?
« esprime come segue: Haec est Emmaus, quae dieta est Nieopolis, A pago 116: - « Intanto qui si tratta di argomento biblico;
«( e dice che era distante 60 stadi da Gerusalemme. )) - Ma se il i proyateci colla Bibbia, che Nicopoli era alla pianura, e precisa-

Sincello, rispondo io, asserisce che Emaus distava 60 stadi da Geru- ( mente ad Aemoas. » - Che risponderebbe t'Avversario se noi
salemme, perchè l'Avversario non ne riporta le parole, ma tronca gli volgessimo questa stessa domanda, dicendogli: Provateci colla
bruscamente il testo a metà? .... Il perchè lo conoscerà il lettore Bibbia, che Nicopoli era sui monti, e precisamente a Cubebe? Che
dopo letto intero il passo del Sincello, che io trascrivo dallo stesso ris.ponderebbe l'Avversario? Nulla, perciocchè la Nicopoli di cui qui
Avversario, il quale lo riporta più tardi a pago 130 della Parte II si t.ratta non è menzionata pur una volta in tutta la Sacra Scrit-
de'suoi Nuovi Studi, togliendolo dall'edizione greco-latina di Venezia tura. Sciocca dunque è la sua domanda. Noi tuttavia gli possiamo
del 1729; ed è così: Emm,atts Palestinae vicus, de quo in Evangeliis rispondere colla Bibbia alla mano, che quell' Emaus, divenuto più
sermo, Africano, quilibris quinque universam historiam dig essi l , tardi Nicopoli, era alla pianura, e precisamente ad Emuàs. Trattan-
legatinne (sic) fungente, Nicopoleos titLtlo, Alexandri imperatoris Josi d'un missionario apostolico di Terrasanta (e per tale si annunzia
placito, ad 'Ltrbium honorem ascendit. Dove sono qui i 60 stadi asse- egli ancora in que'quattro titoli onde fa seguire il proprio nome)
riti dall'Avversario? ..... Eh! via, siamogli indulgenti: egli mentisce, trattandosi d'un missionario di Terrasanta, che dee pur conoscere
è vero, ad ogni, piè sospinto, ma spesso ancora si smentisce da sè. la lingua araba che si parla in quella Missione, lo invitiamo a cer-
Ibid. - « S. Villibaldo visitò la Palestina nel secolo VIII in com- c.are nella Bibbia araba approvata' dalla S. Sede, ed impressa coi
« pagnia di sua sorella S. Valberga. Or questa scrisse la vita di lui tipi di Propaganda, il noto versetto del libro I de' Maccabei, capo IlI,
« e il loro Pellegrinaggio ai Luoghi Santi. » - Quanti spropositi in in cui per la prima volta si nomina Emaus, e troverà che termina
due linee! Se il Santo ebbe compagna la sorella, e questa scrisse c-on queste precise parole: Ua ascar(ln ala Emuàs (od Amuàs, od
il loro viaggio, perchè nel passo riportato dall' Avversario non si Imuas) (i ardi buqat(t\. Ed eccovi servito, caro Avversario, di barba
legge « venimmo, adorammo, }) ma « venne, adorò? ») Il vero è che e parrucca. Voi avete qui Bibbia legittima, Emaus in pianura col
Villibaldo non condusse seco alcuna sorella, ed il suo pellegrinaggio nome di Emuàs; donde un non cocciuto come mulo può di leggieri
finì in Monte Casino, dove si monacò. Egli ebbe, sÌ, una sorella, conchiudere che dunque in Emuàs, non in Cubebe, sorvive Emaus.
ma questa chiamavasi Val purga , non Valberga; ed egli scrisse la
vita di lei, non essa quella di lui. Del pellegrinaggio di S. Villibaldo (1 ì Per questa versione araba veggasi il Capo VI. Le trascritte parole significano alla
si hanno due narrazioni, pubblicate amendue dal Canisio: Hodecpo- lettera: « E si schierarono o si accamparono sopra Emuàs od attorno ad Emuas, nella terra
ricon, elc., ~criptum a consanguinea sanclimoniali Heidenheimensi: • dJ un campo o di una pianura. ) - Così il mio dottissimo maestro d'arabo.
- 1:2 - - 13-
A pago 58: - « Veda si anche il Dictionnaire Géographique de la _ f"i'~L~u, polius ltitl"eràrium, etc. Auctore incognito. (V. CAVE, Scri-
c( Bible - Migne, tomo III, Curs. Completo S. Seript., alla voce Ern- ptor . .t~ule:sùI$licor. h-i.sloria literar. ad ano 742,:. - Forse 1'Avver-
« maus: Ville de la tribu de Benjamin, située à 60 stades au N. O. sario tTedè che la voce consanguinea significhi sorella.
« de Jérusalem. }) - Quel Dizionario Geografico è quanto v'abbia di .l pago 1·1::3: - «( A tutti questi storici e scrittori anteriori ai ero-
più indigesto nel corso incompletissimo di S. Scrittura del Migne; i. ciati si potrebbero aggiungere Focas, Cassiodoro, S. Eusebio di
ma all' Avversario giova il citarlo per ottenere il titolo di erudito ( Cremona ... )) - Basta, basta così. Dunque Giovanni Focas, che visi-
che lo fa strabiliare se dato ad alcun altro. Vero è che quel Dizio- lava Gerusalemme nel 1185, due soli anni prima che ne partissero
nario pone Emaus, non a maestro, come falsifica l'Avversario, ma i Crociati, sarebbe anteriore ad essi (!) In quanto poi ad Eusebio
a greco di Gerusalemme, da mandarci a cercarlo in tutt'altra dire- di Cremona, in che secolo viveva questo santo? Quali libri com-
zione che di Cubebe; ma il mio Avversario, che si tien la coscienza p05.e? Qrral'è quello, in cui parla di Emaus? Lo domando all'eru-
sotto i tacchi, muta semplicemente il N. E. del Dizionario ìn N. O. ditissimo Avversario, perchè io nè nel R. Martirologio trovo regi-
e così con una piccola menzogna è fatto il becco all'oca. Che vuoi strato que.sto santo cremonese, nè in alcun catalogo di cristiani
dire essere senza scrupoli! . scrittori trovo inserto un Eusebio di Cremona. E l'Avversario ardisce
A pago 112: - « Nel medesimo secolo (VIII) Giorgio SincelIo .... di produrlo come santo e come scrittore che favorisce la sua causa?
« nella sua Cronologia, che arriva sino all' anno 284 di G. C., si Ed è questa l'onestà della sua polemica?
« esprime come segue: Haec est Emmaus, quae dieta est Nieopolis, A pago 116: - « Intanto qui si tratta di argomento biblico;
«( e dice che era distante 60 stadi da Gerusalemme. )) - Ma se il i proyateci colla Bibbia, che Nicopoli era alla pianura, e precisa-

Sincello, rispondo io, asserisce che Emaus distava 60 stadi da Geru- ( mente ad Aemoas. » - Che risponderebbe t'Avversario se noi
salemme, perchè l'Avversario non ne riporta le parole, ma tronca gli volgessimo questa stessa domanda, dicendogli: Provateci colla
bruscamente il testo a metà? .... Il perchè lo conoscerà il lettore Bibbia, che Nicopoli era sui monti, e precisamente a Cubebe? Che
dopo letto intero il passo del Sincello, che io trascrivo dallo stesso ris.ponderebbe l'Avversario? Nulla, perciocchè la Nicopoli di cui qui
Avversario, il quale lo riporta più tardi a pago 130 della Parte II si t.ratta non è menzionata pur una volta in tutta la Sacra Scrit-
de'suoi Nuovi Studi, togliendolo dall'edizione greco-latina di Venezia tura. Sciocca dunque è la sua domanda. Noi tuttavia gli possiamo
del 1729; ed è così: Emm,atts Palestinae vicus, de quo in Evangeliis rispondere colla Bibbia alla mano, che quell' Emaus, divenuto più
sermo, Africano, quilibris quinque universam historiam dig essi l , tardi Nicopoli, era alla pianura, e precisamente ad Emuàs. Trattan-
legatinne (sic) fungente, Nicopoleos titLtlo, Alexandri imperatoris Josi d'un missionario apostolico di Terrasanta (e per tale si annunzia
placito, ad 'Ltrbium honorem ascendit. Dove sono qui i 60 stadi asse- egli ancora in que'quattro titoli onde fa seguire il proprio nome)
riti dall'Avversario? ..... Eh! via, siamogli indulgenti: egli mentisce, trattandosi d'un missionario di Terrasanta, che dee pur conoscere
è vero, ad ogni, piè sospinto, ma spesso ancora si smentisce da sè. la lingua araba che si parla in quella Missione, lo invitiamo a cer-
Ibid. - « S. Villibaldo visitò la Palestina nel secolo VIII in com- c.are nella Bibbia araba approvata' dalla S. Sede, ed impressa coi
« pagnia di sua sorella S. Valberga. Or questa scrisse la vita di lui tipi di Propaganda, il noto versetto del libro I de' Maccabei, capo IlI,
« e il loro Pellegrinaggio ai Luoghi Santi. » - Quanti spropositi in in cui per la prima volta si nomina Emaus, e troverà che termina
due linee! Se il Santo ebbe compagna la sorella, e questa scrisse c-on queste precise parole: Ua ascar(ln ala Emuàs (od Amuàs, od
il loro viaggio, perchè nel passo riportato dall' Avversario non si Imuas) (i ardi buqat(t\. Ed eccovi servito, caro Avversario, di barba
legge « venimmo, adorammo, }) ma « venne, adorò? ») Il vero è che e parrucca. Voi avete qui Bibbia legittima, Emaus in pianura col
Villibaldo non condusse seco alcuna sorella, ed il suo pellegrinaggio nome di Emuàs; donde un non cocciuto come mulo può di leggieri
finì in Monte Casino, dove si monacò. Egli ebbe, sÌ, una sorella, conchiudere che dunque in Emuàs, non in Cubebe, sorvive Emaus.
ma questa chiamavasi Val purga , non Valberga; ed egli scrisse la
vita di lei, non essa quella di lui. Del pellegrinaggio di S. Villibaldo (1 ì Per questa versione araba veggasi il Capo VI. Le trascritte parole significano alla
si hanno due narrazioni, pubblicate amendue dal Canisio: Hodecpo- lettera: « E si schierarono o si accamparono sopra Emuàs od attorno ad Emuas, nella terra
ricon, elc., ~criptum a consanguinea sanclimoniali Heidenheimensi: • dJ un campo o di una pianura. ) - Così il mio dottissimo maestro d'arabo.
- 14- - 15-
A pago 1~5, nel testo ed in nota: - ( Nell' istesso modo sta Cotte. E così, caro il mio Avversario, noi abbiam qui tredici vostre
( scritto nel Gesta Dei per Frcmcos,' (I Crociati partiti da Ramle) carote, che, unite alle tre prime dei due ridicoli viaggiatori, ci
« lo stesso giorno andarono fino al castello che si chiama Emmaus, danno già il bel numero di sedici; ma il cestone non è ancor pieno,
([ distante sessanta stadi da Gerusalemme. Atque ipso die profecti altre n'avete piantato voi, altre debb'io tirarne fuori. Al nome del-
« sunt 'usque ad caslellum quod dicitur Emmaus, sexaginta sta- l'Heydeno voi unite il titolo dell'opera sua Ierusalem vetustissima, etc.,
« diorum ab Ierusalem. (Gesta Dei per Francos). )) - Ma con qual ed egli vi è sì lontano dall'indicar in Cubebe il suo Emaus, che lo
altro nome poss'io indicare costui, se non è (',on quello di mentitore? fa distante due miglia da Gerusalemme, e vi fa scaturire le acque
Nulla di ciò si legge nell'anonimo del Gesta Dei per Francos; anzi termali di Calliroe. Questa vastra diciasettesima carota è enorme;
non vi si riscontra neppure iI nome di Emaus. ma più ancora la deeimaottava. Fra i riconoscitori d'Emaus in Cu-
A pago 140: - «-Pellegrini e viaggiatori, che hanno riscontrato bebe, voi citate il Curato belga, Giovanni Van de Cotte, ed egli in
« il castello d'Emmaus evangelico, ov'è il villaggio detto dagli arabi quel suo COttp d' ceil historique, che voi col citarlo vorreste far
« el Kubebe, 60 stadi distante da Gerusalemme, nei monti della credere di conoscerlo, vi ripete tre volte che mentite, perchè tre
« Giudea. » - A queste parole dell' Avversario tien dietro una lista volte (pag. 4, 78, 151) riconosce Emaus in Qariet el Anib od Abu-
di 38 de' così fatti pellegrini e viaggiatori, con a ciascuno segnato gosc. La vostra diciannovesima carota è di ,giusta forma, ma pur
l'anno in cui avrebbe fatto il preteso riconoscimento. Fra que' 28 vera carota. Quel Morone, autore d'un Dizionario d'erudizione eccle-
ve n'ha finanche uno che si chiama Libro d'oro (!) ed un altro che siastica, che voi ascrivete all'anno 1670, viveva ancora nel 1864,
ba nome Voyages de Jés~ts Christ (lI). Il primo di questi due pelle- quando voi in Roma mi donavate col vostro ritratto la vostra ami-
grini, cioè il signor Libro d'oro, avrebbe riscontrato Emaus in Cu- cizia, che così presto mutavasi in odio. Ah I l'invidia, caro fratello,
bebe nel 1847; l'altro, cioè monsù Voyages, ve l'avrebbe riscontrato è malesuada più ancora della fame. Ma proseguiamo a sterpare e
nel 1831. L'Avversario sa a tempo e luogo deporre la cattedratica numerar carote. Voi per la sognata vostra ricognizione avete pur
prosopopea e farsi lepido per esilarare alcun poco i suoi lettori. citato il celebre geografo del secolo x'y'I, Niccolò Sanson; ed egli
Carino! In questi sognati viaggiatori intanto non sono due sole in due sue carte fissa Emaus non a Cubebe ma a Colonia; e questa
menzogne, ma tre; conciosiacosachè avendo io scorso da capo a vostra è ,carota ventesima. Citando per lo stesso scopo l'avvocato
fondo, il Libro d'oro, non v'abbia neppur trovato la parola Emaus. madrileno Mattia Rodriguez Sobrino, assegnate a lui ed alla sua
Ma esaminiamo da presso quella lista per vedere se io abbia esa- Storia di Terra Santa l'anno 1570, ed io ho l'onore di dirvi che
gerato, quando, all'avversario che mi accusava di aperte menzogne, appartiene al nostro secolo, per cui il nostro chiarissimo Marcel-
scriveva nella mia lettera litografata, che egli voleva misurarmi col lino da Civezza, nel voI. III delle sue Jlissioni Francescane, pago 190,
suo passetto, mentre in sola codesta sua lista le menzogne erano lo chiama recentissimo storico, e recentissima ne dice la storia.
a macca. Egli strepi tò e strepita ancora contro questa mia accusa; - Carota XXII, Broccardo domen'icano. Costui notò Emaus a quattro
e veramente è questo un boccone ben ostico; ma per quante boc- leghe da Gerusalemme, quindi non a Cubebe. Vedetelo nel mio
cacce gli tocchi di fare, è necessità il trangugiarlo. Lo ripeto e lo ultimo capo. - Carota XXIII, fra Niccola da Poggibonzi nel 1354.
provo: in quella lista le menzogne sono a macca. Falso; egli partì dalla patria nel marzo del 1246, ed entrò in Pa-
Ed in primis et ante omnia, tredici di quei viaggiatori e pelle- lestina nel febbraio dell'anno seguente. - Carota XXIV, Sigoli. Non
grini non videro Terrasanta; e sono Davide Bertolotti, non Berto- a' Cubebe assegna Emaus costui, ma piuttosto ad Emuàs, mentre
lotto; Giovanni Heydeno; P. Cristiano Adricomio, che non ebbe mai lo mostra « appresso a Rama a 60 stadi. » - Carota XXV, Mariano
il prenorne di Padre, perchè prete secolare; il Moreri, oscuro autore da Siena nel 1434. Signor no, ma nel 1481 per la terza volta; e
d'un Dizionario della storia, ecc.; il Ferrari, meschinissimo compi- costui non trovò Emaus a Cubebe, che è prima di S. Samuele,ma
latore d'un Lexicon geographicgm; Ranieri Reiheccio, non Rainescio; dopo di quel monte verso Gerusalemme. Vedi il mio ultimo capo.
il francescano ,P. Canes; Gaetano Morone, noto barbiere di Gre- - Carota XXVI. P. Felice Fabri , domenicano. Questi pure trovò
gorio XVI; Filippo de la Rue; il geografo Niccolò Sanson; Adriano Emaus dopo S. Samuele. - Carota XXVII, il principe Cristoforo
Reland; Drioux e Leroy, autori d'un atlante, ed il Curato Van de Razevil. Scrivetene almen giusto il nome. Il Radzivil racconta , che
- 14- - 15-
A pago 1~5, nel testo ed in nota: - ( Nell' istesso modo sta Cotte. E così, caro il mio Avversario, noi abbiam qui tredici vostre
( scritto nel Gesta Dei per Frcmcos,' (I Crociati partiti da Ramle) carote, che, unite alle tre prime dei due ridicoli viaggiatori, ci
« lo stesso giorno andarono fino al castello che si chiama Emmaus, danno già il bel numero di sedici; ma il cestone non è ancor pieno,
([ distante sessanta stadi da Gerusalemme. Atque ipso die profecti altre n'avete piantato voi, altre debb'io tirarne fuori. Al nome del-
« sunt 'usque ad caslellum quod dicitur Emmaus, sexaginta sta- l'Heydeno voi unite il titolo dell'opera sua Ierusalem vetustissima, etc.,
« diorum ab Ierusalem. (Gesta Dei per Francos). )) - Ma con qual ed egli vi è sì lontano dall'indicar in Cubebe il suo Emaus, che lo
altro nome poss'io indicare costui, se non è (',on quello di mentitore? fa distante due miglia da Gerusalemme, e vi fa scaturire le acque
Nulla di ciò si legge nell'anonimo del Gesta Dei per Francos; anzi termali di Calliroe. Questa vastra diciasettesima carota è enorme;
non vi si riscontra neppure iI nome di Emaus. ma più ancora la deeimaottava. Fra i riconoscitori d'Emaus in Cu-
A pago 140: - «-Pellegrini e viaggiatori, che hanno riscontrato bebe, voi citate il Curato belga, Giovanni Van de Cotte, ed egli in
« il castello d'Emmaus evangelico, ov'è il villaggio detto dagli arabi quel suo COttp d' ceil historique, che voi col citarlo vorreste far
« el Kubebe, 60 stadi distante da Gerusalemme, nei monti della credere di conoscerlo, vi ripete tre volte che mentite, perchè tre
« Giudea. » - A queste parole dell' Avversario tien dietro una lista volte (pag. 4, 78, 151) riconosce Emaus in Qariet el Anib od Abu-
di 38 de' così fatti pellegrini e viaggiatori, con a ciascuno segnato gosc. La vostra diciannovesima carota è di ,giusta forma, ma pur
l'anno in cui avrebbe fatto il preteso riconoscimento. Fra que' 28 vera carota. Quel Morone, autore d'un Dizionario d'erudizione eccle-
ve n'ha finanche uno che si chiama Libro d'oro (!) ed un altro che siastica, che voi ascrivete all'anno 1670, viveva ancora nel 1864,
ba nome Voyages de Jés~ts Christ (lI). Il primo di questi due pelle- quando voi in Roma mi donavate col vostro ritratto la vostra ami-
grini, cioè il signor Libro d'oro, avrebbe riscontrato Emaus in Cu- cizia, che così presto mutavasi in odio. Ah I l'invidia, caro fratello,
bebe nel 1847; l'altro, cioè monsù Voyages, ve l'avrebbe riscontrato è malesuada più ancora della fame. Ma proseguiamo a sterpare e
nel 1831. L'Avversario sa a tempo e luogo deporre la cattedratica numerar carote. Voi per la sognata vostra ricognizione avete pur
prosopopea e farsi lepido per esilarare alcun poco i suoi lettori. citato il celebre geografo del secolo x'y'I, Niccolò Sanson; ed egli
Carino! In questi sognati viaggiatori intanto non sono due sole in due sue carte fissa Emaus non a Cubebe ma a Colonia; e questa
menzogne, ma tre; conciosiacosachè avendo io scorso da capo a vostra è ,carota ventesima. Citando per lo stesso scopo l'avvocato
fondo, il Libro d'oro, non v'abbia neppur trovato la parola Emaus. madrileno Mattia Rodriguez Sobrino, assegnate a lui ed alla sua
Ma esaminiamo da presso quella lista per vedere se io abbia esa- Storia di Terra Santa l'anno 1570, ed io ho l'onore di dirvi che
gerato, quando, all'avversario che mi accusava di aperte menzogne, appartiene al nostro secolo, per cui il nostro chiarissimo Marcel-
scriveva nella mia lettera litografata, che egli voleva misurarmi col lino da Civezza, nel voI. III delle sue Jlissioni Francescane, pago 190,
suo passetto, mentre in sola codesta sua lista le menzogne erano lo chiama recentissimo storico, e recentissima ne dice la storia.
a macca. Egli strepi tò e strepita ancora contro questa mia accusa; - Carota XXII, Broccardo domen'icano. Costui notò Emaus a quattro
e veramente è questo un boccone ben ostico; ma per quante boc- leghe da Gerusalemme, quindi non a Cubebe. Vedetelo nel mio
cacce gli tocchi di fare, è necessità il trangugiarlo. Lo ripeto e lo ultimo capo. - Carota XXIII, fra Niccola da Poggibonzi nel 1354.
provo: in quella lista le menzogne sono a macca. Falso; egli partì dalla patria nel marzo del 1246, ed entrò in Pa-
Ed in primis et ante omnia, tredici di quei viaggiatori e pelle- lestina nel febbraio dell'anno seguente. - Carota XXIV, Sigoli. Non
grini non videro Terrasanta; e sono Davide Bertolotti, non Berto- a' Cubebe assegna Emaus costui, ma piuttosto ad Emuàs, mentre
lotto; Giovanni Heydeno; P. Cristiano Adricomio, che non ebbe mai lo mostra « appresso a Rama a 60 stadi. » - Carota XXV, Mariano
il prenorne di Padre, perchè prete secolare; il Moreri, oscuro autore da Siena nel 1434. Signor no, ma nel 1481 per la terza volta; e
d'un Dizionario della storia, ecc.; il Ferrari, meschinissimo compi- costui non trovò Emaus a Cubebe, che è prima di S. Samuele,ma
latore d'un Lexicon geographicgm; Ranieri Reiheccio, non Rainescio; dopo di quel monte verso Gerusalemme. Vedi il mio ultimo capo.
il francescano ,P. Canes; Gaetano Morone, noto barbiere di Gre- - Carota XXVI. P. Felice Fabri , domenicano. Questi pure trovò
gorio XVI; Filippo de la Rue; il geografo Niccolò Sanson; Adriano Emaus dopo S. Samuele. - Carota XXVII, il principe Cristoforo
Reland; Drioux e Leroy, autori d'un atlante, ed il Curato Van de Razevil. Scrivetene almen giusto il nome. Il Radzivil racconta , che
- 16- - 17-
in tornando da Gerusalemme, gli fu indicato da (ungi mezzo miglio nella Guerra Gi1tdaicaparli in più luoghi di quell'assegnamento di
Emaus, alle radici d'un monte dov'eran fontane, prima d'attraversare Tito: uno solo è il passo relativo a ciò, ed 'eccolo tolto dal libro VII,
la cosi detta Valle del Terebinto; e in così dire voi pretendete capo VI dell'ultima edizione-principe di Parigi (I): Octingentis dttm-
che abbia indicato il vostro Cubebe? - Carota XXVIII, Reveren- taxat emeritis locum in- colendum dedit, qui vocatur quidem Am-
clissimo P. Quaresmio. Il Quaresmi non fu mai Reverendissimo, maus; distat autem ab HierosolYl'nis stadiis trig1~nta. - 2° È falso
perchè non fu mai Custode, sì solo preside o superiore provvisorio che ' quella fondazione sia stata fatta in Emaus, mentre lo fu in
per pochi mesi, quando quel titolo non davasi ancora neppur ai Ammaus, antica Amosa, com'io provai nella mia prima edizione e
Custodi. - Carota XXIX, P. Èugeni6 Roger nel 1664. Signor no. proverò meglio tra poco .. - 3° È falso che Tito abbia dato quel
Il Roger fu in Terrasanta (lo narra egli stesso) dal 1630 al 1635, luogo ad 800 de' suoi più valorosi soldati, ma lo diede ad 800 eme-
e stampò nel 1646. - Carota XXX e XXXI, Bremond ed il canonico riti, che erano i veterani, i quali avevano compiuto la loro ferma
Dubdan nel 1650. Anno falso per amendue: il Doubdan visitò o tempo del servizio militare. - 4° È falso che Tito abbia dato a
nel 1652, ed il Bremond nel 1660: lo scrisser essi medesimi. - quegli emeriti' non solo Ammaus, ma ancora tutte le terre circo-
Carota XXXII, Thevenot ... nel 1667. Correggete presto, 1658. - stanti. Gioseffo noI dice, nè lo lascia supporre: l'Avversario se lo
Carota XXXIII, P. Antonio del Caslillo nel 1638. Correggete anche inventa. - 5° È falso che Ammaus sia divenuto allora città, come
qui 1627-30, ed imparate una volta che, prima di citare gli autori, è falso ancora che sialo diventato Emaus prima del secolo 1Il. Noi
bisogna ieggerli. - Carota XXXIV, P. Alessandro Ariosti nel 1659. disse Gioseffo, nè alcun altro antico: l'Avversario se l'è sognato.
Eccone un'altra delle grosse: una piccola differenza di quasi due _6° Finalmente è falso che Emaus abbia assunto allora, sotto Ve-
secoli; l'Ariosto visitò i Luoghi Santi nei tre anni antecedenti spasiano o Tito, il nome di Nicopoli, che solo ottenne due secoli
al 1473, che era quello in cui scri veva. - Carota XXXV} Pietro dopo, sotto Eliogabalo, secondo S. Girolamo, o sotto Alessandro
Mariti, livornese, viaggiò nel 1770. Per carità, caro Avversario, non Severo, al dire di Anastasio Bibliotecario, di Cassiodoro e del Sin-
fate sapere a nissuno che siete toscano, e correggete in fretta celio, e noi vedremo distintamente nel prossimo capo. Tale è l'eru-
« Giovanni Mariti, fiorentino, 1767. ),) - Carota XXXVI, P. Noè fran- dizione, tale la veracità del mio Avversario.
cescano, viaggio stampato nel 1350. Ma bravo, bravissimo il mio A pago 54: - ([ Per verità io ho riscontrato due edizioni delle
erudito Avversario! Un viaggio stampato cent'anni prima dell'inven- « opere di S. Girolamo, quella di Basilea del 1553 fatta da Erasmo,
zione della stampa 11 Fortunata la biblioteca che potrà possederne « e quella di Roma del 1576,· dedicata al Sommo Pontefice Pio IV;
un esemplare! A voi l'onore della strepitosa scoperta. « e in verunadelle due ho trovato quel vicus alus. con lettera ini-
CosÌ, o lettori, in 38 mezze linee l'Avversario ebbe l'abilità di « ziale maiuscola. » - Preziosa confessione! Dunque costui colla
mentire 36 volte, e ciò due fogli prima di scrivere sul conto mio, pretesa di disputare di geografia sacra, non conosce veruha delle
mentendo ancora: ([ Qui si tratta di aperte menzogne. » Dio lo tre eccellenti. edizioni di S. Girolamo, per opera del veronese Val-
perdoni, ed io passo a ricercare ne' suoi Nuovi Studi qualche nuova larsi, di cui due fatte in Italia -nel secolo scorso, e la terza in
gemma da incastonare nel diadema che i primi gli sono venuti fin .~..~: $

qui lavorando. Sebbene trattandosi di menzogne, non c'è da frugar ('1) Quest'edizione del Firmin-Didot (Parigi, /1847), della quale io mi servo, fu pre-
molto con costui; ed eccone qui subito una, anzi sei, come fami- parata, ai tempi nostri, da Guglielmo Dindorf. Ali' Avversario, per una sna particolare ra-
gliola di funghi. gione, piace meglio quella dell'Havercamp; ma ecco come il Dindol"f la giudica. Dopo aver
A pago 4: - ( Espugnata questa (Gerusalemme), Tito assegnò detto che, fra tutte le antecedenti, era migliore quella dell'Inglese Hudson, del 1720, seb-
« ad 800 de' suoi più valorosi soldati lo stesso Emmaus, con tutte bene lasciasse ancor molto a desiderare, prosegue cosi: Quibus perficiendis prorsus im-
parem se gessit qui editionem Hudsonianam utilibus, iliutilibusque accessionibus
<s: le terre circostanti, per loro dimora. Fu allora che questo castello
anctam, sex annis post, Lugduni Batavorùm repetivit Sigbertus Havercampus, liceI
« diventò città, e fu chiamato Nicopoli. » - Così l'Avversario, che non solum ecelem omnes quce Hudsono, prcesto ei essent librorum Mss. copim, sed
nella rispondente nota cita Giuseppe Flavio « De Bello Iudaico » in novce etiam et eximice suppeterent. E ciò valga a disinganno di coloro che, al leggere
vari luoghi. - Numeriamo adesso, o lettori, le falsità delle tra- tanti nomi propri snlprolisso fronlispizio dell'edizione dell'Havercamp, la credono la mi-
scritte linee, incominciando dalla nota. - 1° È falso che il Flavio gliore e la perfettissima delle opere di Giosello Flavio.

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- 16- - 17-
in tornando da Gerusalemme, gli fu indicato da (ungi mezzo miglio nella Guerra Gi1tdaicaparli in più luoghi di quell'assegnamento di
Emaus, alle radici d'un monte dov'eran fontane, prima d'attraversare Tito: uno solo è il passo relativo a ciò, ed 'eccolo tolto dal libro VII,
la cosi detta Valle del Terebinto; e in così dire voi pretendete capo VI dell'ultima edizione-principe di Parigi (I): Octingentis dttm-
che abbia indicato il vostro Cubebe? - Carota XXVIII, Reveren- taxat emeritis locum in- colendum dedit, qui vocatur quidem Am-
clissimo P. Quaresmio. Il Quaresmi non fu mai Reverendissimo, maus; distat autem ab HierosolYl'nis stadiis trig1~nta. - 2° È falso
perchè non fu mai Custode, sì solo preside o superiore provvisorio che ' quella fondazione sia stata fatta in Emaus, mentre lo fu in
per pochi mesi, quando quel titolo non davasi ancora neppur ai Ammaus, antica Amosa, com'io provai nella mia prima edizione e
Custodi. - Carota XXIX, P. Èugeni6 Roger nel 1664. Signor no. proverò meglio tra poco .. - 3° È falso che Tito abbia dato quel
Il Roger fu in Terrasanta (lo narra egli stesso) dal 1630 al 1635, luogo ad 800 de' suoi più valorosi soldati, ma lo diede ad 800 eme-
e stampò nel 1646. - Carota XXX e XXXI, Bremond ed il canonico riti, che erano i veterani, i quali avevano compiuto la loro ferma
Dubdan nel 1650. Anno falso per amendue: il Doubdan visitò o tempo del servizio militare. - 4° È falso che Tito abbia dato a
nel 1652, ed il Bremond nel 1660: lo scrisser essi medesimi. - quegli emeriti' non solo Ammaus, ma ancora tutte le terre circo-
Carota XXXII, Thevenot ... nel 1667. Correggete presto, 1658. - stanti. Gioseffo noI dice, nè lo lascia supporre: l'Avversario se lo
Carota XXXIII, P. Antonio del Caslillo nel 1638. Correggete anche inventa. - 5° È falso che Ammaus sia divenuto allora città, come
qui 1627-30, ed imparate una volta che, prima di citare gli autori, è falso ancora che sialo diventato Emaus prima del secolo 1Il. Noi
bisogna ieggerli. - Carota XXXIV, P. Alessandro Ariosti nel 1659. disse Gioseffo, nè alcun altro antico: l'Avversario se l'è sognato.
Eccone un'altra delle grosse: una piccola differenza di quasi due _6° Finalmente è falso che Emaus abbia assunto allora, sotto Ve-
secoli; l'Ariosto visitò i Luoghi Santi nei tre anni antecedenti spasiano o Tito, il nome di Nicopoli, che solo ottenne due secoli
al 1473, che era quello in cui scri veva. - Carota XXXV} Pietro dopo, sotto Eliogabalo, secondo S. Girolamo, o sotto Alessandro
Mariti, livornese, viaggiò nel 1770. Per carità, caro Avversario, non Severo, al dire di Anastasio Bibliotecario, di Cassiodoro e del Sin-
fate sapere a nissuno che siete toscano, e correggete in fretta celio, e noi vedremo distintamente nel prossimo capo. Tale è l'eru-
« Giovanni Mariti, fiorentino, 1767. ),) - Carota XXXVI, P. Noè fran- dizione, tale la veracità del mio Avversario.
cescano, viaggio stampato nel 1350. Ma bravo, bravissimo il mio A pago 54: - ([ Per verità io ho riscontrato due edizioni delle
erudito Avversario! Un viaggio stampato cent'anni prima dell'inven- « opere di S. Girolamo, quella di Basilea del 1553 fatta da Erasmo,
zione della stampa 11 Fortunata la biblioteca che potrà possederne « e quella di Roma del 1576,· dedicata al Sommo Pontefice Pio IV;
un esemplare! A voi l'onore della strepitosa scoperta. « e in verunadelle due ho trovato quel vicus alus. con lettera ini-
CosÌ, o lettori, in 38 mezze linee l'Avversario ebbe l'abilità di « ziale maiuscola. » - Preziosa confessione! Dunque costui colla
mentire 36 volte, e ciò due fogli prima di scrivere sul conto mio, pretesa di disputare di geografia sacra, non conosce veruha delle
mentendo ancora: ([ Qui si tratta di aperte menzogne. » Dio lo tre eccellenti. edizioni di S. Girolamo, per opera del veronese Val-
perdoni, ed io passo a ricercare ne' suoi Nuovi Studi qualche nuova larsi, di cui due fatte in Italia -nel secolo scorso, e la terza in
gemma da incastonare nel diadema che i primi gli sono venuti fin .~..~: $

qui lavorando. Sebbene trattandosi di menzogne, non c'è da frugar ('1) Quest'edizione del Firmin-Didot (Parigi, /1847), della quale io mi servo, fu pre-
molto con costui; ed eccone qui subito una, anzi sei, come fami- parata, ai tempi nostri, da Guglielmo Dindorf. Ali' Avversario, per una sna particolare ra-
gliola di funghi. gione, piace meglio quella dell'Havercamp; ma ecco come il Dindol"f la giudica. Dopo aver
A pago 4: - ( Espugnata questa (Gerusalemme), Tito assegnò detto che, fra tutte le antecedenti, era migliore quella dell'Inglese Hudson, del 1720, seb-
« ad 800 de' suoi più valorosi soldati lo stesso Emmaus, con tutte bene lasciasse ancor molto a desiderare, prosegue cosi: Quibus perficiendis prorsus im-
parem se gessit qui editionem Hudsonianam utilibus, iliutilibusque accessionibus
<s: le terre circostanti, per loro dimora. Fu allora che questo castello
anctam, sex annis post, Lugduni Batavorùm repetivit Sigbertus Havercampus, liceI
« diventò città, e fu chiamato Nicopoli. » - Così l'Avversario, che non solum ecelem omnes quce Hudsono, prcesto ei essent librorum Mss. copim, sed
nella rispondente nota cita Giuseppe Flavio « De Bello Iudaico » in novce etiam et eximice suppeterent. E ciò valga a disinganno di coloro che, al leggere
vari luoghi. - Numeriamo adesso, o lettori, le falsità delle tra- tanti nomi propri snlprolisso fronlispizio dell'edizione dell'Havercamp, la credono la mi-
scritte linee, incominciando dalla nota. - 1° È falso che il Flavio gliore e la perfettissima delle opere di Giosello Flavio.

'2
- 18- - 19-
Francia, ai tempi nostri, 'dal Migne, nella sua Patrologia. Se alcuna ...:sm squarcio, riconosco che l'Avv~rsario qui mi rimbecca con
di 'queste avess'egli consultato, arrebbevi veduto la lettera maiuscola \' eramente fra il giorno e la notte mi sfuggì di S. Gero.:.
di ~41!ts, che non aveva trovato in quella di Basilea del 1553, fatta '-a,' qualche cosa; senonchè codesta qualche cosa sfuggitami non
I
da Erasmo didaseLt'anni dopo che era morto (!), e non trovato Ii.~ me, ma l'Avversario stesso; e questa è il libro del Mas-
neppure in quella di Roma del 1576, dedicata al Sommo Pontefice »OUore S. Girolamo, De actis apostolor'urn, che io, per ,quanto
Pio iV, morto Hon più che , undici anni prima di' quella dedica (I). - :Ic.e.rc.alo nella più compita edizione del Vallarsi, non mi avvenne
Povero Cubebe, il tuo campione, con lutto il suo M.ed R. ed i di trovare neppure nell'elenco delle opere spurie del Santo (!).
suoi qualtro titoli, quello che più promette si è di mandarti presto i...~imo Avversario, anche di q.ueste voi siete capace (i)?
in Emaus (1).
.1 pa,g. 70: - « È cerlo, in secondo luogo, giusta il dello del
A pago 67: - « 11 Vatablo, chiarissimo professore di lingua ... S_ Dottore (Girolamo), che tutti gli storici a lui noti, e tra questi
« ebraica e autore d'una stimata versione della Sacra Scrittura, c.enamente il suo amico Eusebio, ecc. » - Eusebio, amico di
( morto nel '1547, nelle sue 'l'abulae Geographicae, alla voce Iudaea, - olamo? E come poteva essere amicizia tra questi due scrittori,
« cosÌ scriveva, ecc. ) -- Chi ~osì parla, o vuoI parlare di ciò che non tre Eusebio moriva in Asia nell'anno 3~8 ,e S. Girolamo na-
S3, o vuoi ingannare i suoi lettori. Francesco Vatable, professore
sten. in Europa due anni dopo? Intende forse, per amicizia, l'A v-
cosi esimio d'ebraico in Parigi nella prima metà del secolo XVI, 'la'Sa.rio, omogeneità di sentimenti? In questo supposto, senta come
che traeva ad udirlo gli stessi ebrei, non fu punto autore d'una l'6peo parli dell'asiatico. Nell'epistola a Pammachio ed Oceano
.. versione biblica, nè mai pubblicò una linea d'illustrazione alla Sacra
Scrittura. Il tipografo Roberto Étienne (Stephanus), volendo fare
~bìama senza reticenza impietatis Arii apertissimus propugnator .
prima sua difesa contro Rufino lo dice arianaesignifer fac-
una splendida edizione della Volgata, ottenne da un discepolo del "-"";,$: e poi ancora nello stesso apologetico, dopo confessato d'aver
Vatable, certo Berlino Le . Comple, delle note, che costuì diceva rac- lAdotto alcuni libri del Cesareense, dom~nda: Num ex eo arianus
colte dalle orali lezioni del dotto ebraicista. Ma siccome le erano - - quiaEttsebius arianus , est? Questa, eruditissimo Avversario, è
infardate di Calvinismo allora serpeggiante, il Vatable, che era fer- rmLieizia cbe passava fra il Massimo Dottore cattolico e l'eretico
vente cattolico,sentissene offeso nell'onore, e convenne in giudizio • Cesarea.
il tipografo, il quale saria stato condannato per diffamazione, se la A pago 74: - « Una terza fiata se ne serve (Girolamo della voce
morte dell'illustre querelante non avesse troncato il processo e pre- 4 Palestina) per distinguere Cesarea di Palestina da quella di Cappa-
venuta la sentenza del Tribunale. Esiste una Bibbia Poliglotta in doci.a. ) - Grande miseria è l'abitudine al mentire! Si mente finan-
ebraico ed in greco, con due versioni latine, delta comunemente senza bisogno. Nè Girolamo, nè Eusebio, in tuLto l'Onomastico
di Vatable, non perchè una di quelle versioni sia di lui, ma per ali parla qui l'Avversario, si occupano di proposito della Cesarea
le suddette note che l'accom'pagnano, e del Vatable non sono. tina; 'solo la nominano accidentalmente' parlando di altri sei
(Vedi Bibliotheca Sacra del Calmet, che ne precede il D{clionetrium). i nè mai per distinguerla da altra cittade omonima. La voce
y
A pago 69: - « E per primo citeremo S. Girolamo, circa il quale fJIIIdocia poi non trovasi scritta pur una volta in tulto quel libro.
« il nostro dotto opponente (il povero Bassi) fa questa più che in- A pago 87: - « Finalmente nel libro De peccatorum meritis, et
« genua dichiarazione. « lo, d,ice egli, che degli scritti del S. Doltore ri:$SiQne, capo 8, scrive (S. Agostino): Fefellil judicium PalatJ-
« posso pur dire che noclurna versavi man-u, versavi diurna; ») e , sfiuuR ipse Pelagitls. » - Queste parole dell' Avversario si leggono
" « vedremo, senza presumer tanto, se tra il giorno e la nòlte gli -..v-.d;'cala. sua pagina, in cui egli parla del Concilio diospolitano
( fosse sfuggito qualche cosa che lo smentisca. Intanto il Massimo ,.ino. L'opera del Santo Vescovo d'Ippona, che egli cita, si
( Dottore, nel libro De actis apostolorurn, parla nel modo che ap-
« presso. » - Ammirando io la concatenazione del p rimo periodo
Fliol Pi a.pocrifi del S. D. trovasi un Liber nominurn locorum ex Actis , che
(II) È fI'a se del ilialetto piemontese, dedotta dalla sparizione di Cristo aUa mellsa di
s.. '~o { ! ) e ne dà Damasco 'per metropoli dei Saraceni (!). Di esso scriveva
~:~ ' -alar5i. che ne , possedeva un manoscritto con questo titolo: Nomina locorum
ClcoCa, e siglliJica mandato in fumo, in dil eguo checchessia.
Apastolo1'Illn, non' a Hieronymo, sed ab alio quodam descripta.
- 18- - 19-
Francia, ai tempi nostri, 'dal Migne, nella sua Patrologia. Se alcuna ...:sm squarcio, riconosco che l'Avv~rsario qui mi rimbecca con
di 'queste avess'egli consultato, arrebbevi veduto la lettera maiuscola \' eramente fra il giorno e la notte mi sfuggì di S. Gero.:.
di ~41!ts, che non aveva trovato in quella di Basilea del 1553, fatta '-a,' qualche cosa; senonchè codesta qualche cosa sfuggitami non
I
da Erasmo didaseLt'anni dopo che era morto (!), e non trovato Ii.~ me, ma l'Avversario stesso; e questa è il libro del Mas-
neppure in quella di Roma del 1576, dedicata al Sommo Pontefice »OUore S. Girolamo, De actis apostolor'urn, che io, per ,quanto
Pio iV, morto Hon più che , undici anni prima di' quella dedica (I). - :Ic.e.rc.alo nella più compita edizione del Vallarsi, non mi avvenne
Povero Cubebe, il tuo campione, con lutto il suo M.ed R. ed i di trovare neppure nell'elenco delle opere spurie del Santo (!).
suoi qualtro titoli, quello che più promette si è di mandarti presto i...~imo Avversario, anche di q.ueste voi siete capace (i)?
in Emaus (1).
.1 pa,g. 70: - « È cerlo, in secondo luogo, giusta il dello del
A pago 67: - « 11 Vatablo, chiarissimo professore di lingua ... S_ Dottore (Girolamo), che tutti gli storici a lui noti, e tra questi
« ebraica e autore d'una stimata versione della Sacra Scrittura, c.enamente il suo amico Eusebio, ecc. » - Eusebio, amico di
( morto nel '1547, nelle sue 'l'abulae Geographicae, alla voce Iudaea, - olamo? E come poteva essere amicizia tra questi due scrittori,
« cosÌ scriveva, ecc. ) -- Chi ~osì parla, o vuoI parlare di ciò che non tre Eusebio moriva in Asia nell'anno 3~8 ,e S. Girolamo na-
S3, o vuoi ingannare i suoi lettori. Francesco Vatable, professore
sten. in Europa due anni dopo? Intende forse, per amicizia, l'A v-
cosi esimio d'ebraico in Parigi nella prima metà del secolo XVI, 'la'Sa.rio, omogeneità di sentimenti? In questo supposto, senta come
che traeva ad udirlo gli stessi ebrei, non fu punto autore d'una l'6peo parli dell'asiatico. Nell'epistola a Pammachio ed Oceano
.. versione biblica, nè mai pubblicò una linea d'illustrazione alla Sacra
Scrittura. Il tipografo Roberto Étienne (Stephanus), volendo fare
~bìama senza reticenza impietatis Arii apertissimus propugnator .
prima sua difesa contro Rufino lo dice arianaesignifer fac-
una splendida edizione della Volgata, ottenne da un discepolo del "-"";,$: e poi ancora nello stesso apologetico, dopo confessato d'aver
Vatable, certo Berlino Le . Comple, delle note, che costuì diceva rac- lAdotto alcuni libri del Cesareense, dom~nda: Num ex eo arianus
colte dalle orali lezioni del dotto ebraicista. Ma siccome le erano - - quiaEttsebius arianus , est? Questa, eruditissimo Avversario, è
infardate di Calvinismo allora serpeggiante, il Vatable, che era fer- rmLieizia cbe passava fra il Massimo Dottore cattolico e l'eretico
vente cattolico,sentissene offeso nell'onore, e convenne in giudizio • Cesarea.
il tipografo, il quale saria stato condannato per diffamazione, se la A pago 74: - « Una terza fiata se ne serve (Girolamo della voce
morte dell'illustre querelante non avesse troncato il processo e pre- 4 Palestina) per distinguere Cesarea di Palestina da quella di Cappa-
venuta la sentenza del Tribunale. Esiste una Bibbia Poliglotta in doci.a. ) - Grande miseria è l'abitudine al mentire! Si mente finan-
ebraico ed in greco, con due versioni latine, delta comunemente senza bisogno. Nè Girolamo, nè Eusebio, in tuLto l'Onomastico
di Vatable, non perchè una di quelle versioni sia di lui, ma per ali parla qui l'Avversario, si occupano di proposito della Cesarea
le suddette note che l'accom'pagnano, e del Vatable non sono. tina; 'solo la nominano accidentalmente' parlando di altri sei
(Vedi Bibliotheca Sacra del Calmet, che ne precede il D{clionetrium). i nè mai per distinguerla da altra cittade omonima. La voce
y
A pago 69: - « E per primo citeremo S. Girolamo, circa il quale fJIIIdocia poi non trovasi scritta pur una volta in tulto quel libro.
« il nostro dotto opponente (il povero Bassi) fa questa più che in- A pago 87: - « Finalmente nel libro De peccatorum meritis, et
« genua dichiarazione. « lo, d,ice egli, che degli scritti del S. Doltore ri:$SiQne, capo 8, scrive (S. Agostino): Fefellil judicium PalatJ-
« posso pur dire che noclurna versavi man-u, versavi diurna; ») e , sfiuuR ipse Pelagitls. » - Queste parole dell' Avversario si leggono
" « vedremo, senza presumer tanto, se tra il giorno e la nòlte gli -..v-.d;'cala. sua pagina, in cui egli parla del Concilio diospolitano
( fosse sfuggito qualche cosa che lo smentisca. Intanto il Massimo ,.ino. L'opera del Santo Vescovo d'Ippona, che egli cita, si
( Dottore, nel libro De actis apostolorurn, parla nel modo che ap-
« presso. » - Ammirando io la concatenazione del p rimo periodo
Fliol Pi a.pocrifi del S. D. trovasi un Liber nominurn locorum ex Actis , che
(II) È fI'a se del ilialetto piemontese, dedotta dalla sparizione di Cristo aUa mellsa di
s.. '~o { ! ) e ne dà Damasco 'per metropoli dei Saraceni (!). Di esso scriveva
~:~ ' -alar5i. che ne , possedeva un manoscritto con questo titolo: Nomina locorum
ClcoCa, e siglliJica mandato in fumo, in dil eguo checchessia.
Apastolo1'Illn, non' a Hieronymo, sed ab alio quodam descripta.
q
Il . - :20 ~ -~I -
compone di tre libri; ma siccome l'Avversario nomina semplicemente le epigrafi di ludaea capta - ludaea devicla - De Iudaeis, ed anche
Il il capo "fil, senza aggiugnere a quale dei tre libri quell'ottavo capo solo ludaea, non mai Palaestina. Feci di più interrogare il custode '
Il appartenga, io ho dovuto leggerli tutLie tre; ma in nissuno di
essi incontrai le riportate parole. Lessi allora tutta intera l'opera
del R. Medagliere di Torino, e n'ebbi in risposta che la parola
Palaestina non si trova su alcun numisma nè di Vespasiano nè di
De peccatoruin meritis; ma non vi scoprii il più lieve cenno di con- Tito in seguito alla distruzione di Gerusalemme. A 'questo punto
I
I cilio diospolitano o palestino. E non potrebbe essere altrimenti, Don altro mi resta che pregare l'eruditissimo Avversario a dirci
perchè, come provano gli edi tori maurini, quest'opera ·fu scritta dove si trovino quelle antiche monete di Vespasiano che . portavano
I nell'anno 412, e quel concilio fu raccolto solo verso la fine del 415. la nota iscrizione, ecc. Trattandosi di cosa nota, sarà facilissimo a
Non par vero che costui non sappia dare un passo senza mentire, lui di provare che qui almeno egli non fu mentitore.
e pure è così. A pago 49, in nota: - « Resto sorpreso come il ch. scrittore
A pago 91, in nota: - « Il P. Bassi riporta questo testo del ( (il povero Bassi) faccia dire quanto qui afferma al Calmet! Ecco le
« Flavio a pago 32; ma però salta agilmente i confini che Flavio Il precise parole di esso Calmet nel suo commentario sul versetto 13
( stabilisce alla terra di Filistino figlio di Mesraim. Perchè non 'I: del . capo XXIV di S. Luca: ' Manuscripti quidam (Cyprien. et
« dir chiaramente che i confini della Filistina sono segnati da t Codex Vetusto Bib. Vien., apud Lambec.) legunt stadia centu,m
« Flavio da Gaza sino all'Egitto: ..4 Gaza usque ad .JEgyptum~ Perc.hè ({ pro sexaginta. » - Ed io rispondendo, non resto sorpreso per
« tacerne ?Si cita assai male quando si cita secondo il proprio nulla a questa falsa accusa dell'Avversario ed a questa sua .falsa
~ «. comodo. D - Lettori, io qui freno a stento l'indignazione per citazione del Calmet, assuefatto qual sono alle sue falsificazioni.
questa bugiarda accusa. Sebbene là dove riporLo il passo a cui ac- Ecco quanto . io affermai: « È già più d'un secolo che Agostino
cenna l'Avversario, io non tratti per nulla di territorio filisteo, ma « Calmet osservava ne' suoi Commenti che alcuni manoscritti greci.
sì del senso che gli antiphi davano alla voce Palesl1'na, io .riporto ( del Vangelo, tra cui due in caratteri unciali, più impervii all'er-
ciò nullameno intero quel passo, colle parole A Gaza usque ad t rore, cioè il Cipriono ed il Viennese,' leggevano centosessanta
.!Egyptum, che colui ha la sfrontatezza d'accusarmi d'aver omesse. « stadi. » Ed ecco ancora le precise parole del Calmet, a cui io
Egli fa assegnamento su coloro che, senza aver letto me, leggonò alludeva, e che ora trascrivo qui dalla versione latina del Mansi
lui, e presso costoro almeno gode di potermi fare oltraggio. Parcal (Venezia, 1756, voI. VII, pago 502, col. b): Codices nonnulli, pro
illi De'Us. sladiis sexaginta, legunt sladia centum et sexaginta; e poi aggiugne
Trapasso finalmente a dare qualche saggio della solita critica in nota: Cyprian. el codex vetusto Bibliot. Vienn., apud Lambec.
dell'Avversario, togliendo lo dalla Parte lf de' suoi Nuovi Studi; ma Quello che qui mi sorprende si è che l'Avversario, dopo aver falsi-
sarà poca cosa, perchè sentomi oramai stanco di dover ripetere ad ficato il Calmet, per accusare me di falsificazione, chiude la sua
ogni piè sospinto Mentitore e Menzogna. nota colle seguenti parole, con cui confessa che il Calmet dice
-I.
. , A pago 18, in nota: - « Nel Tomo VII del ThesaUr1lS Antiqui- per l'appunto quello che gli ho fatto dir io: « Il Calmet adunque
I « tatum .sacrantm del B1asio Ugolino, citato dal P. Bassi apag.27, ( nei citati manoscritti dice che si legge cento in luogo di sessanta;
l i: « nota 2, si trovano citati i seguenti antichi scrittori. » - 11 P. Bassi ( Dell'edizione francese però vi è detto realmente 160 invece di 60. »)
li
non ha mai pensato a citare dove che sia il voI. VII di Biagio Ugolini, - Invece del titolo di falsario e mentitore, non gli converrebbe
nè in codesto volume si trova nulla di quanto spiffera }' Avversario forse qui meglio quello di pazzo? - L'uno e l'altro.
l· ' nelle 30 e più linee di quella sua nota; in fondo alla quale leggesi ..\. pago 79. - Qui egli vuoI darci un 'saggio della sua valentia
1· [
una sentenza. che farà inarcar le ciglia ai numismatici, ed è la se- e sincerità nel tradurre. Riportando un lungo squarcio d'Eusebio
Ir. guente: « Le antiche monete di Vespasiano portavano la nota iscri- nelle Qttaestiones et responsiones, etc., in cui leggesi che Cleofa ed
f « zione « Palaestina in potestatem P. R. redacla » Palaestina colonia il compagno ritornarono a Gerusalemme ad ora tardissima, serotino
r
« P. R., e nell'altra parte: « Triumph. de Iud.» - lo che non sono nu- _ ,rorsus lempore , l'Avversario tradncequeste parole per in tempo
mismatico, per accertarmi della verità di questa sentenza, consultai 'lf/eSperlino e nelle ore vesperline. Se così è, la pluvia temporanea
la grand'opera dell'Eckel, Doctrina nmn01·. veler., e vi trovai invece . ,d serotina, che menziona più volte la \Scrittura, sarebbe la pi oggi a

I
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compone di tre libri; ma siccome l'Avversario nomina semplicemente le epigrafi di ludaea capta - ludaea devicla - De Iudaeis, ed anche
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essi incontrai le riportate parole. Lessi allora tutta intera l'opera
del R. Medagliere di Torino, e n'ebbi in risposta che la parola
Palaestina non si trova su alcun numisma nè di Vespasiano nè di
De peccatoruin meritis; ma non vi scoprii il più lieve cenno di con- Tito in seguito alla distruzione di Gerusalemme. A 'questo punto
I
I cilio diospolitano o palestino. E non potrebbe essere altrimenti, Don altro mi resta che pregare l'eruditissimo Avversario a dirci
perchè, come provano gli edi tori maurini, quest'opera ·fu scritta dove si trovino quelle antiche monete di Vespasiano che . portavano
I nell'anno 412, e quel concilio fu raccolto solo verso la fine del 415. la nota iscrizione, ecc. Trattandosi di cosa nota, sarà facilissimo a
Non par vero che costui non sappia dare un passo senza mentire, lui di provare che qui almeno egli non fu mentitore.
e pure è così. A pago 49, in nota: - « Resto sorpreso come il ch. scrittore
A pago 91, in nota: - « Il P. Bassi riporta questo testo del ( (il povero Bassi) faccia dire quanto qui afferma al Calmet! Ecco le
« Flavio a pago 32; ma però salta agilmente i confini che Flavio Il precise parole di esso Calmet nel suo commentario sul versetto 13
( stabilisce alla terra di Filistino figlio di Mesraim. Perchè non 'I: del . capo XXIV di S. Luca: ' Manuscripti quidam (Cyprien. et
« dir chiaramente che i confini della Filistina sono segnati da t Codex Vetusto Bib. Vien., apud Lambec.) legunt stadia centu,m
« Flavio da Gaza sino all'Egitto: ..4 Gaza usque ad .JEgyptum~ Perc.hè ({ pro sexaginta. » - Ed io rispondendo, non resto sorpreso per
« tacerne ?Si cita assai male quando si cita secondo il proprio nulla a questa falsa accusa dell'Avversario ed a questa sua .falsa
~ «. comodo. D - Lettori, io qui freno a stento l'indignazione per citazione del Calmet, assuefatto qual sono alle sue falsificazioni.
questa bugiarda accusa. Sebbene là dove riporLo il passo a cui ac- Ecco quanto . io affermai: « È già più d'un secolo che Agostino
cenna l'Avversario, io non tratti per nulla di territorio filisteo, ma « Calmet osservava ne' suoi Commenti che alcuni manoscritti greci.
sì del senso che gli antiphi davano alla voce Palesl1'na, io .riporto ( del Vangelo, tra cui due in caratteri unciali, più impervii all'er-
ciò nullameno intero quel passo, colle parole A Gaza usque ad t rore, cioè il Cipriono ed il Viennese,' leggevano centosessanta
.!Egyptum, che colui ha la sfrontatezza d'accusarmi d'aver omesse. « stadi. » Ed ecco ancora le precise parole del Calmet, a cui io
Egli fa assegnamento su coloro che, senza aver letto me, leggonò alludeva, e che ora trascrivo qui dalla versione latina del Mansi
lui, e presso costoro almeno gode di potermi fare oltraggio. Parcal (Venezia, 1756, voI. VII, pago 502, col. b): Codices nonnulli, pro
illi De'Us. sladiis sexaginta, legunt sladia centum et sexaginta; e poi aggiugne
Trapasso finalmente a dare qualche saggio della solita critica in nota: Cyprian. el codex vetusto Bibliot. Vienn., apud Lambec.
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sarà poca cosa, perchè sentomi oramai stanco di dover ripetere ad ficato il Calmet, per accusare me di falsificazione, chiude la sua
ogni piè sospinto Mentitore e Menzogna. nota colle seguenti parole, con cui confessa che il Calmet dice
-I.
. , A pago 18, in nota: - « Nel Tomo VII del ThesaUr1lS Antiqui- per l'appunto quello che gli ho fatto dir io: « Il Calmet adunque
I « tatum .sacrantm del B1asio Ugolino, citato dal P. Bassi apag.27, ( nei citati manoscritti dice che si legge cento in luogo di sessanta;
l i: « nota 2, si trovano citati i seguenti antichi scrittori. » - 11 P. Bassi ( Dell'edizione francese però vi è detto realmente 160 invece di 60. »)
li
non ha mai pensato a citare dove che sia il voI. VII di Biagio Ugolini, - Invece del titolo di falsario e mentitore, non gli converrebbe
nè in codesto volume si trova nulla di quanto spiffera }' Avversario forse qui meglio quello di pazzo? - L'uno e l'altro.
l· ' nelle 30 e più linee di quella sua nota; in fondo alla quale leggesi ..\. pago 79. - Qui egli vuoI darci un 'saggio della sua valentia
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una sentenza. che farà inarcar le ciglia ai numismatici, ed è la se- e sincerità nel tradurre. Riportando un lungo squarcio d'Eusebio
Ir. guente: « Le antiche monete di Vespasiano portavano la nota iscri- nelle Qttaestiones et responsiones, etc., in cui leggesi che Cleofa ed
f « zione « Palaestina in potestatem P. R. redacla » Palaestina colonia il compagno ritornarono a Gerusalemme ad ora tardissima, serotino
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mismatico, per accertarmi della verità di questa sentenza, consultai 'lf/eSperlino e nelle ore vesperline. Se così è, la pluvia temporanea
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I
- ~~- - ~3-

che viene a suo tempo e quella che cade di sera (!). Quindi ancora ad eccezione d'un luogo chiamato Emaus od Amaus, distante 60
le pyra serotina di .Plinio, non sarebbero le pere tardive, ma quelle ovvero 30 stadi dalla capitale, nel qual luogo collocò 800 emeriti
che maturano quando tramonta il sole (!!). Nè con ciò voglio già dire o soldati licenziati dalla milizia (1\. Lasciata in pace per ora la
che codesta balzana traduzione provenga da ignoranza di lingua la- questione d'Emaus od Amaus e quella dei 60 stadi o 30, osser-
tina; ma io la credo piuttosto effetto di quella tal virtù, in cui l'Av- viamo subito lo strazio che fa di Gìoseffo l'Avversario alle sue pa-
versario tanto si segnala, e che io sono stanco oramai di rinfacciargli, gine 155-56~57 in grazia del suo Cubebe, il quale ha che fare
I
massime che a linea 7, cit. pag., egli muta il serotino prorsus tem- coi racconti dello storico ebreo quanto i cavoli colla merenda.
I Egli dissimula affatto il presidio lasciato a Gerusalemme da Tito
pare del testo in vespertino prorsus lempore. Destrezza da giocoliere.
-j)ll, A pago 126: - « Di questo scrittore (Cassiodoro), gli avversari a custodia della conquis tata contrada, ad regionis ctlstodiam, e ri-
porta solo i due passi degli 800 militi congedati) e dei gioseffini
« nostri citano in diversi luoghi il nome, ma però non riportano
,·111 « altro che le seguenti parole: Nicopoli Palaestinae, qttae prius
campi cambiati. Ma siccome nel secondo passo il gerosolimitano

I!i
l
c( Emmatts vocabatur. Non so capire che cosa possano conchiudere

« in favor loro da questa tronca sentenza.» - Rilegga l'Avversario


presidio ricompare come infesto a quelle terre, egli, che più non
può dissimularlo, ne scambia destramente i sei o settemila soldati
cogli 800 emeriti, che d'esse.r soldati cessano (2). Nè qui s'arresta,
. !II!II la nota 3 della pago 17 del mio opuscolo, e vi troverà la non tronca
It sentenza in questa forma: Maximus et ..tElianus. Bis Cosso in Palae- ma a pagina 157, linea 12 e seguenti, nega recisarnente, contro
stina Nicopolis, qttae prius Emmaus vocabalur, urbs condila est. l'esplicita e ripetuta asserzione dello storico, che quel presidio sia
I .. Rilegga quella nota l'Avversario, e forse saprà capire egli pure stato posto a Gerusalemme. « Non li lascii) in Gerusalemme, fatta
@: cimitero degli uccisi, ed un monte di rovine. Non a contatto di
quello che finora fe' capire anche troppo a noi, la sua onestà e
1I I ( essa, ma invece in una posizione da dove potessero sorvegliare
, I veracità a tutta prova. Ma, via! prima di lasciarlo, diamone ancora
nn saggio, ultimo, ma classico. ({ e custodire ogni cosa (emeriti quindi e di nuovo soldati in atlim'tà
Il III Narra Gioseffo Flavio che Tito di Vespasiano, presa e saccheg- ({ di servizio), cioè in Emmaus, distante 60 stadi da Gerusalemme.
« In quel medesimo luogo pertanto, dove Vespasiano aveva lasciato
giata Gerusalemme, la fe' tutta distrurre, eccettuate solo le tre più
II la quinta legione, ivi lasciò Tito suo figliuolo gl i 800 emeriti.
i forti torri, da restar monumento del romano valore, e la parte
'I
,il occidentale delle mura, da servir di caserma ai soldati della X le- { Ma questo luogo, dice Flavio, si chiamava Emmaus, era vicino
( alla distrutta città (come vicino) se ne distava 60 stad1:, pari a
III gione, che lasciava colà di presidio cOn alcune squadre di cavalieri
ed alcune compagnie di fanti (1\. Or egli, Gioseffo, possedeva dei
11\
campi intorno a Gerusalemme, circa Hierosolyma, e Tito, che lo ( I) Eodem vero tempore Ccesar ad Bass1t,m et Liberium M axim'Um seripsit (is
III amava, avendo osservato che que' campi sarebbersi steriliti per la enùn procurator erat) iubens, ut omnem Jud,(eorurn terram vendermt. Non enim
vicinanza di quel presidio, glieli cambiò con altri fuori de' montj(~·. civitatem in ca condidit, pl'oprium servo'ns sibi eor1.trn agrnm; sed octingentis dwn-
Ritornato poi a Roma~ di là ordinò la vendita di tutta la Giudea lax at emeritis locurn incolendum dedit, qui vocatur quidem AmmctllS, distat alltem,
ab Hierosolyrnis stadiis triginta. (BELL. VII, 6, 6.)
i (2) Eccone le parole: « Col dirci pertanto che esso aveva dei poderi nel te\'l'itorio
I i oc di Gerusalemme, e che Tito aveva conosciuto che gli sarebbero stati inutili a (~a usa
CI) ll1bet eos Caesar totam fundit11s iam evertere civitatem et tempht,m, relictis
Ilf t I(degli ottocento soldati che ivi avrebbe lasciato, eçc. )) Ma Gioseffo, Cal'O Avversario,
quidem tttl'ribns, qum preeter alias eminebant, Phasaele, Hippico, Mariamne; eaque a
Gioseffo scrive elle a Gerusalemme Tito lasciò non ottocento soldati, ma intera la X
11 l' . tantwnmodo muri pal'te, quee civitatem a,b occidente cingeret: illam quidem ut castra
I~ione (6000 uomini) con alcnne squadre di cavalieri, ed alcune compagnie di ranti.
essent 1nilitibus, illic pl'(e.sùlii causa relinquendis; turres autem ut posteris indi-
Gioseffo soggiunge che quelli 800 non erano più soldati, ma emeriti, o, come traduce il
carent qualern clvitatem et qualiter munitarn Romanorum virtus obtinuerat.
:1 t (DELL. VII ,I, ·1). - Caesar a·utem preesidio quidem illic statuit relinquere decimam
yos.lro Angiolini, licenziati dalla milizia. Gioseffo attesta che quelli 800 non ivi , cioè
io Gerusalemme, ma in Ammaus od Emmaus, se così volete, furono lasciati. Gioseffo final-
II ['l:,. legionem, nonnullasque alas equitum, et peditum cohortes. (181D. 2).
m....nte assel'i sce che, non dagli 800 emeriti sarebbero resi inutili i suoi campi gerosoli-
!II f.~ (2) At Titns, postqnarn l'es in !udaea, turbatas cornposuerat, facta coniectura,
I
milani, ma dal troppo più numeroso presidio che avrebbe lasciato in Gerusalemme. Povero
agros quos habebam circa Hierosolyma rnihi inutiles fore propter milites romanos
Awersario, quanto vi convien menti l'e per sostenere il paradosso dell'Emaus di Cubebe!
illie ad regionis custodùtm 'relinquendos, alia mihi preedia donavit in planitie.
(VITA, 76), Ptr' qnauto mi siate ' nemico, io vi compiango,

l.,.
~~I III
- ~~- - ~3-

che viene a suo tempo e quella che cade di sera (!). Quindi ancora ad eccezione d'un luogo chiamato Emaus od Amaus, distante 60
le pyra serotina di .Plinio, non sarebbero le pere tardive, ma quelle ovvero 30 stadi dalla capitale, nel qual luogo collocò 800 emeriti
che maturano quando tramonta il sole (!!). Nè con ciò voglio già dire o soldati licenziati dalla milizia (1\. Lasciata in pace per ora la
che codesta balzana traduzione provenga da ignoranza di lingua la- questione d'Emaus od Amaus e quella dei 60 stadi o 30, osser-
tina; ma io la credo piuttosto effetto di quella tal virtù, in cui l'Av- viamo subito lo strazio che fa di Gìoseffo l'Avversario alle sue pa-
versario tanto si segnala, e che io sono stanco oramai di rinfacciargli, gine 155-56~57 in grazia del suo Cubebe, il quale ha che fare
I
massime che a linea 7, cit. pag., egli muta il serotino prorsus tem- coi racconti dello storico ebreo quanto i cavoli colla merenda.
I Egli dissimula affatto il presidio lasciato a Gerusalemme da Tito
pare del testo in vespertino prorsus lempore. Destrezza da giocoliere.
-j)ll, A pago 126: - « Di questo scrittore (Cassiodoro), gli avversari a custodia della conquis tata contrada, ad regionis ctlstodiam, e ri-
porta solo i due passi degli 800 militi congedati) e dei gioseffini
« nostri citano in diversi luoghi il nome, ma però non riportano
,·111 « altro che le seguenti parole: Nicopoli Palaestinae, qttae prius
campi cambiati. Ma siccome nel secondo passo il gerosolimitano

I!i
l
c( Emmatts vocabatur. Non so capire che cosa possano conchiudere

« in favor loro da questa tronca sentenza.» - Rilegga l'Avversario


presidio ricompare come infesto a quelle terre, egli, che più non
può dissimularlo, ne scambia destramente i sei o settemila soldati
cogli 800 emeriti, che d'esse.r soldati cessano (2). Nè qui s'arresta,
. !II!II la nota 3 della pago 17 del mio opuscolo, e vi troverà la non tronca
It sentenza in questa forma: Maximus et ..tElianus. Bis Cosso in Palae- ma a pagina 157, linea 12 e seguenti, nega recisarnente, contro
stina Nicopolis, qttae prius Emmaus vocabalur, urbs condila est. l'esplicita e ripetuta asserzione dello storico, che quel presidio sia
I .. Rilegga quella nota l'Avversario, e forse saprà capire egli pure stato posto a Gerusalemme. « Non li lascii) in Gerusalemme, fatta
@: cimitero degli uccisi, ed un monte di rovine. Non a contatto di
quello che finora fe' capire anche troppo a noi, la sua onestà e
1I I ( essa, ma invece in una posizione da dove potessero sorvegliare
, I veracità a tutta prova. Ma, via! prima di lasciarlo, diamone ancora
nn saggio, ultimo, ma classico. ({ e custodire ogni cosa (emeriti quindi e di nuovo soldati in atlim'tà
Il III Narra Gioseffo Flavio che Tito di Vespasiano, presa e saccheg- ({ di servizio), cioè in Emmaus, distante 60 stadi da Gerusalemme.
« In quel medesimo luogo pertanto, dove Vespasiano aveva lasciato
giata Gerusalemme, la fe' tutta distrurre, eccettuate solo le tre più
II la quinta legione, ivi lasciò Tito suo figliuolo gl i 800 emeriti.
i forti torri, da restar monumento del romano valore, e la parte
'I
,il occidentale delle mura, da servir di caserma ai soldati della X le- { Ma questo luogo, dice Flavio, si chiamava Emmaus, era vicino
( alla distrutta città (come vicino) se ne distava 60 stad1:, pari a
III gione, che lasciava colà di presidio cOn alcune squadre di cavalieri
ed alcune compagnie di fanti (1\. Or egli, Gioseffo, possedeva dei
11\
campi intorno a Gerusalemme, circa Hierosolyma, e Tito, che lo ( I) Eodem vero tempore Ccesar ad Bass1t,m et Liberium M axim'Um seripsit (is
III amava, avendo osservato che que' campi sarebbersi steriliti per la enùn procurator erat) iubens, ut omnem Jud,(eorurn terram vendermt. Non enim
vicinanza di quel presidio, glieli cambiò con altri fuori de' montj(~·. civitatem in ca condidit, pl'oprium servo'ns sibi eor1.trn agrnm; sed octingentis dwn-
Ritornato poi a Roma~ di là ordinò la vendita di tutta la Giudea lax at emeritis locurn incolendum dedit, qui vocatur quidem AmmctllS, distat alltem,
ab Hierosolyrnis stadiis triginta. (BELL. VII, 6, 6.)
i (2) Eccone le parole: « Col dirci pertanto che esso aveva dei poderi nel te\'l'itorio
I i oc di Gerusalemme, e che Tito aveva conosciuto che gli sarebbero stati inutili a (~a usa
CI) ll1bet eos Caesar totam fundit11s iam evertere civitatem et tempht,m, relictis
Ilf t I(degli ottocento soldati che ivi avrebbe lasciato, eçc. )) Ma Gioseffo, Cal'O Avversario,
quidem tttl'ribns, qum preeter alias eminebant, Phasaele, Hippico, Mariamne; eaque a
Gioseffo scrive elle a Gerusalemme Tito lasciò non ottocento soldati, ma intera la X
11 l' . tantwnmodo muri pal'te, quee civitatem a,b occidente cingeret: illam quidem ut castra
I~ione (6000 uomini) con alcnne squadre di cavalieri, ed alcune compagnie di ranti.
essent 1nilitibus, illic pl'(e.sùlii causa relinquendis; turres autem ut posteris indi-
Gioseffo soggiunge che quelli 800 non erano più soldati, ma emeriti, o, come traduce il
carent qualern clvitatem et qualiter munitarn Romanorum virtus obtinuerat.
:1 t (DELL. VII ,I, ·1). - Caesar a·utem preesidio quidem illic statuit relinquere decimam
yos.lro Angiolini, licenziati dalla milizia. Gioseffo attesta che quelli 800 non ivi , cioè
io Gerusalemme, ma in Ammaus od Emmaus, se così volete, furono lasciati. Gioseffo final-
II ['l:,. legionem, nonnullasque alas equitum, et peditum cohortes. (181D. 2).
m....nte assel'i sce che, non dagli 800 emeriti sarebbero resi inutili i suoi campi gerosoli-
!II f.~ (2) At Titns, postqnarn l'es in !udaea, turbatas cornposuerat, facta coniectura,
I
milani, ma dal troppo più numeroso presidio che avrebbe lasciato in Gerusalemme. Povero
agros quos habebam circa Hierosolyma rnihi inutiles fore propter milites romanos
Awersario, quanto vi convien menti l'e per sostenere il paradosso dell'Emaus di Cubebe!
illie ad regionis custodùtm 'relinquendos, alia mihi preedia donavit in planitie.
(VITA, 76), Ptr' qnauto mi siate ' nemico, io vi compiango,

l.,.
~~I III
- 24- - 25-
\1: migli-a R. sette e mezzo ?), prossimo alla via della Samaria (1), Bo oooresse agli 800 emeriti anche un proporzionato territorio nei
« era sui monti. » - Egregiamente! salvo che il Flavio non ba CBImlIi il Emaus, dove' li collocò. - Supra montes stabunt aquae:
mai detto che Emaus fosse prossimo alla via della Samaria, nè che 'ffUl.trimonium est sacramentum.
si trovasse sui monti; ha detto invece, d'accordo col primo libro Dopfr il saggio fin qui esposto della critica del mio Avversario,
dei Maccabei, che giaceva in loeo campest1'i, cioè in pianura; e :1100 getterò il tempo nel confutare parola per parola chi si confuta
noi l'abbiamo già veduto. da sè c-Oll'arte, : non ch'altro, con cui crede lecito di sostenere la
Siccome per l'Avversario è poco men che assioma che ogni SIla sentenza, Altro quasi io non farò che ripetere le prove dell~
distanza di 60 stadi da Gerusalemme indica sempre Cubebe; e sic- . .À tesi - Emaus sorvive in Emuàs, non in Cubebe - correg-
come quel sasseo altipiano è arido di sua natura, altri avrebbe !undole dove io le creda difettose, rinforzandole dove mi furono
potuto obbiettargli, non esser guari credibile che Tito avesse ricom- 'ù combattute, ma spogliandole di quanto non risguarda la que-
pensato del militare servizio gli 800 emeriti, col confinarli lassù, Stione. Così chi vorrà portarne giudizio non sarà divagato per nulla
dove anzitutto avrebber dovuto scavarsi cisterne nel vivo masso, pesare le ragioni che io verrò producendo. Mi v'introduco in-
in attesa elle le pioggie dell'autunno e dell' invernofosser venute IaJlo col ritessere la non lunga storia d'Emaus ({).
a riempirle. Ma il sagace Avversario prevenne l' obbiezione con
asserire a pago '156 (sempre veritiero ad un modo) che il Flavio
ci fa supporre che si fosse loro conceduto anche 'un proporzionato D:.me poi sia finita la questione d'Emaus conoscerà il Jettol'c da un prczioso
lo. che troverà sul principio della mia Appendice, cile tien dietro al presentr
territorio nei suoi contorni (di Emaus-Cubebe). E non solamente ... : quel documento emana dalla S. C. di Propaganda.
éel fa supporre ma ce ne assicura, e per tal modo ce ne assicura
che non si potrebbe desiderare sicurtà maggiore. - Ma Dio buono!
si potrebbe mai mentire più sfrontatamente? In tutte le opere di
Gioseffo a noi pervenute non incontrasi verbo che alluda a quella
sognata ampliazione di territorio; e l'Avversario la spaccia con
tanta sicumera, come assicurata indubitantemente da quello storico?
E quali ne sono le prove? Esso infatti ci dice (prosegue imper-
territo l'Avversario) che alcuni di quei poderi erano suoi, facevan
paTte del suo patTimonio, e da Tito gli furono mulati (sic) con altri,
non già nei dintorni di Gerusalemme (oh! no davvero, perchè in
quei dintorni erano i campi da per~utarsi), non già nei dintorni
di Gent.SaleHune che quivi non gli avrebbero fruttato più nulla a
cagione dei soldaloi che vi lasciava (e più sopra ha detto che non
ve lì lasciò, perchè quella città era fatta cimitero degli uccisi), bensì
glieli commutò con altri più lontani da essi, cioè nella pianura.
Sin qui l'Avversario, il quale, dopo d'avere scambiato in 800 eme-
:
"._-_._."-- --- -- )
BIG LlO THECA l

l
riti i sei e più mila soldati del presidio stanziato in Gerusalemme,
scambia ancora qui i campi gerosolimitani del Flavio in poderi, Smi SALVATO~I,J
I ERV SA LEM .
.
alcuni dei quali (non tuttJ) erano suoi, (acevan parte del suo patri- ---
.--~-- .

monio. Ma ciò è nulla in confronto della grande prova che colle


trascritte parole l'Avversario produce. Attenti, o lettori. Lo storico
della Gue"ra Giudaica possedeva presso Gerusalemme campi-poderi,
che gli furono permutati in altri; dunque lo stesso storico ci assi-
cura in modo che non si potrebbe desiderare sicurtà maggiore che

II
I li,
- 24- - 25-
\1: migli-a R. sette e mezzo ?), prossimo alla via della Samaria (1), Bo oooresse agli 800 emeriti anche un proporzionato territorio nei
« era sui monti. » - Egregiamente! salvo che il Flavio non ba CBImlIi il Emaus, dove' li collocò. - Supra montes stabunt aquae:
mai detto che Emaus fosse prossimo alla via della Samaria, nè che 'ffUl.trimonium est sacramentum.
si trovasse sui monti; ha detto invece, d'accordo col primo libro Dopfr il saggio fin qui esposto della critica del mio Avversario,
dei Maccabei, che giaceva in loeo campest1'i, cioè in pianura; e :1100 getterò il tempo nel confutare parola per parola chi si confuta
noi l'abbiamo già veduto. da sè c-Oll'arte, : non ch'altro, con cui crede lecito di sostenere la
Siccome per l'Avversario è poco men che assioma che ogni SIla sentenza, Altro quasi io non farò che ripetere le prove dell~
distanza di 60 stadi da Gerusalemme indica sempre Cubebe; e sic- . .À tesi - Emaus sorvive in Emuàs, non in Cubebe - correg-
come quel sasseo altipiano è arido di sua natura, altri avrebbe !undole dove io le creda difettose, rinforzandole dove mi furono
potuto obbiettargli, non esser guari credibile che Tito avesse ricom- 'ù combattute, ma spogliandole di quanto non risguarda la que-
pensato del militare servizio gli 800 emeriti, col confinarli lassù, Stione. Così chi vorrà portarne giudizio non sarà divagato per nulla
dove anzitutto avrebber dovuto scavarsi cisterne nel vivo masso, pesare le ragioni che io verrò producendo. Mi v'introduco in-
in attesa elle le pioggie dell'autunno e dell' invernofosser venute IaJlo col ritessere la non lunga storia d'Emaus ({).
a riempirle. Ma il sagace Avversario prevenne l' obbiezione con
asserire a pago '156 (sempre veritiero ad un modo) che il Flavio
ci fa supporre che si fosse loro conceduto anche 'un proporzionato D:.me poi sia finita la questione d'Emaus conoscerà il Jettol'c da un prczioso
lo. che troverà sul principio della mia Appendice, cile tien dietro al presentr
territorio nei suoi contorni (di Emaus-Cubebe). E non solamente ... : quel documento emana dalla S. C. di Propaganda.
éel fa supporre ma ce ne assicura, e per tal modo ce ne assicura
che non si potrebbe desiderare sicurtà maggiore. - Ma Dio buono!
si potrebbe mai mentire più sfrontatamente? In tutte le opere di
Gioseffo a noi pervenute non incontrasi verbo che alluda a quella
sognata ampliazione di territorio; e l'Avversario la spaccia con
tanta sicumera, come assicurata indubitantemente da quello storico?
E quali ne sono le prove? Esso infatti ci dice (prosegue imper-
territo l'Avversario) che alcuni di quei poderi erano suoi, facevan
paTte del suo patTimonio, e da Tito gli furono mulati (sic) con altri,
non già nei dintorni di Gerusalemme (oh! no davvero, perchè in
quei dintorni erano i campi da per~utarsi), non già nei dintorni
di Gent.SaleHune che quivi non gli avrebbero fruttato più nulla a
cagione dei soldaloi che vi lasciava (e più sopra ha detto che non
ve lì lasciò, perchè quella città era fatta cimitero degli uccisi), bensì
glieli commutò con altri più lontani da essi, cioè nella pianura.
Sin qui l'Avversario, il quale, dopo d'avere scambiato in 800 eme-
:
"._-_._."-- --- -- )
BIG LlO THECA l

l
riti i sei e più mila soldati del presidio stanziato in Gerusalemme,
scambia ancora qui i campi gerosolimitani del Flavio in poderi, Smi SALVATO~I,J
I ERV SA LEM .
.
alcuni dei quali (non tuttJ) erano suoi, (acevan parte del suo patri- ---
.--~-- .

monio. Ma ciò è nulla in confronto della grande prova che colle


trascritte parole l'Avversario produce. Attenti, o lettori. Lo storico
della Gue"ra Giudaica possedeva presso Gerusalemme campi-poderi,
che gli furono permutati in altri; dunque lo stesso storico ci assi-
cura in modo che non si potrebbe desiderare sicurtà maggiore che

II
I li,
-",l/ -

L'orientalista olandese Adriano ' Reland crede che, non curato il


generico appellativo di Hù' (città), quel Semes siasi modificato gre-
ca mente in Semaus, e che avendo in seguito perduto il sigma, sia
rimasto Emaus (l). E veramente è solo nella greca agiografia (2), cioè
Jt nel libro de' Maccabei, che incontrasi la prima volta questo nome .
.CAPO II. lo conosco due esempi di somigliante finale modificazione, del se-
condo de' quali mi occorrerà più oltre di occuparmi. 11 primo è
Storia cl' Ernaus. Amma, nome di terme nei pressi di Tiberiade, che in ebraieo si-
gnifica caldo, calore; è l'altro Amosa, città della tribù di Beniamino,
significante, nella lingua sacra, la fontana. Questi due nomi geogra-
fici nel greco di Gioseffo Flavio si riscontrano modificati in Am-
Emaus, come a suo tempo vedrèmo, sussiste ancor sempre col maus 13): Niuna meraviglia 'dunque, che Semes abbia potuto diventar
medesimo nome, modificato non più cbe per la semplice trasposi~ Semaus ed Emaus nell'epoca Siro-macedone o dell'ellenismo, quando,
zione di una lettera; e riscontrasi nel sito medesimo che gli asse- non che la SOrÌa e l'Egitto, 'dominati dai successori del Gran Mace-
gnavano la Sacra Scrittura e Gioseffo Flavio, Eusebio, S. Girolamo done, ma ancora la Palestina e la separat~ Cirenaica, grecizzavano
e tutti gli scrittori antichi latini e greci, cioè sull'estremità orien- ad oltranza nelle lettere e nelle arti.
tale della pianura del Saron, appiè dei monti della Giudea (i). Esso A puntello della sua opinione, il Reland produce l'autorità di
...vanta ormai un' esistenza storica di tremila cinquecent' anni; per- S. Girolamo, il quale, commentando un passo di Ezechiele, in cui è
ciocchè quando gli Ebrei s'impossessarono della Terra Promessa, nominato il .territorio della tribù di Dan, pone Emaus in luogo di
Emaus già esisteva (2), sebben con altro nome, che a questo diede Hir Semes, e scrive: Septima (tribus) Dan usque Ieppem, ubi sunl
, probabilmente origine. Il libro di Giosuè (XIX, 41), rassegnando le turres Ailon et Sclcbi et Emaus, q~we nunc appellatur Nicopolis.
città che furono assegnate alla tribù di Dan, nomina pnrequella . (In Ezech. XLVIII). Da queste parole il Reland argomenta che Gi-
di Hir Semes, nome a cui nella latina Volgata tien dietro quest' jn~ rolamo credesse egli pure alla trasformazione di Semes in Emaus,
terpretazione: Idesl Civitas solis. Un'interpretazione cosÌ esaLla ac- per cui pose questo in luogo di' quello. E veramente se Hir-Semes,
cusa la dotta mano che ve l'aggiunse, quella cioè del traduttore, secondo il libro di Giosuè, apparteneva alla tribù di Dan, alla mede.-
S. Girolamo. Codest' Hir Semes intanto non comparisce mai più nella sima apparteneva puranche Emaus, come qui testifica il santo Dot-
-f bibliografia palestina. Sarà stata forse distrutta ?..... Ma quando, e tore; inlantochè nissun altro nome delle antiche città danitiche, all'in-
come? .... A queste domande tace assolutamente la storia. Che ne fuori di Hir-Semes, offre nella sua forma la possibilità di quella tras-
I sarà stato adunque di Hir Semes? formazione. Se quindi S. Girolamo pose Emaus fra le città della
tribù di Dan, non per altro la pose che perchè la credette anch' egli
una greca metatesi di Semes. A quest'ingegnosa etimologia del-
Ill i! CI) Alludo ali'arabo villaggio di Emuùs, ehe, come a suo tempo vcdl'assi, è il vero
11
11 Emaus. . l'olandese palestinologo aderendomi io pienamente, scrivo Emaus
,~~ I
(2) Giosuè, conquistalore deliaCananilide, stando all'Art de viri(ìer ies dates, inco-
minciò a governare il popolo ebreo 1605 ilnni prima di Cristo. Da Cristo al presente
con un'emme sola.
l anno in cui scrivo, corsero, giusta il l'ompulo dell'èra yolgal'e, anni 1888. Ma qucst'cl'a
fm: è mancante di anni sei, com'è al dì d'oggi riconosciuto in seguito alle prove ùel San- (I) Pa.laestina, e monumentis veteribus, Iib. I, cap. 28, e lib. Il, cap. 6.
clementi e ciel Patrizio Per l'esistenza quindi di Emalls, testifìcata dalla storia, si viene (2) La greca ugiograna incomincia col libro della Sapienza c nnisce coll'Apocalisse,
fll /!:· . a (ormare il seguente calcolo: (3 ) Vespasianus ex Ammaunte profectus, ubi pro Tibel'iade castra pos'twrat
I~ì Da Giosuè a Cristo . , anni ·1605 (Ammaus autem , si quis nomen interpretetur , aquae calidaevocantur: ibi enim
Da Cristo a noi, se('onùo l'èra ,"olgare » ,1888 fons est sana,ndis corporum vitiiR idoneus) Gamalam peTvenit (Bell. IV, Il , 3). - Octin~
Supplemento all'èra volgare 6 gentis dumtaxat emeritis locum incolendum dedit (Vespasiant/;S) qui vocatur quidem
Ammaus (lbid. VII, 6,6). Or quest'Ammaus era in ebraico Amosa , com'io proverò nel
TOTALE anni 3499 capo seguente.
-",l/ -

L'orientalista olandese Adriano ' Reland crede che, non curato il


generico appellativo di Hù' (città), quel Semes siasi modificato gre-
ca mente in Semaus, e che avendo in seguito perduto il sigma, sia
rimasto Emaus (l). E veramente è solo nella greca agiografia (2), cioè
Jt nel libro de' Maccabei, che incontrasi la prima volta questo nome .
.CAPO II. lo conosco due esempi di somigliante finale modificazione, del se-
condo de' quali mi occorrerà più oltre di occuparmi. 11 primo è
Storia cl' Ernaus. Amma, nome di terme nei pressi di Tiberiade, che in ebraieo si-
gnifica caldo, calore; è l'altro Amosa, città della tribù di Beniamino,
significante, nella lingua sacra, la fontana. Questi due nomi geogra-
fici nel greco di Gioseffo Flavio si riscontrano modificati in Am-
Emaus, come a suo tempo vedrèmo, sussiste ancor sempre col maus 13): Niuna meraviglia 'dunque, che Semes abbia potuto diventar
medesimo nome, modificato non più cbe per la semplice trasposi~ Semaus ed Emaus nell'epoca Siro-macedone o dell'ellenismo, quando,
zione di una lettera; e riscontrasi nel sito medesimo che gli asse- non che la SOrÌa e l'Egitto, 'dominati dai successori del Gran Mace-
gnavano la Sacra Scrittura e Gioseffo Flavio, Eusebio, S. Girolamo done, ma ancora la Palestina e la separat~ Cirenaica, grecizzavano
e tutti gli scrittori antichi latini e greci, cioè sull'estremità orien- ad oltranza nelle lettere e nelle arti.
tale della pianura del Saron, appiè dei monti della Giudea (i). Esso A puntello della sua opinione, il Reland produce l'autorità di
...vanta ormai un' esistenza storica di tremila cinquecent' anni; per- S. Girolamo, il quale, commentando un passo di Ezechiele, in cui è
ciocchè quando gli Ebrei s'impossessarono della Terra Promessa, nominato il .territorio della tribù di Dan, pone Emaus in luogo di
Emaus già esisteva (2), sebben con altro nome, che a questo diede Hir Semes, e scrive: Septima (tribus) Dan usque Ieppem, ubi sunl
, probabilmente origine. Il libro di Giosuè (XIX, 41), rassegnando le turres Ailon et Sclcbi et Emaus, q~we nunc appellatur Nicopolis.
città che furono assegnate alla tribù di Dan, nomina pnrequella . (In Ezech. XLVIII). Da queste parole il Reland argomenta che Gi-
di Hir Semes, nome a cui nella latina Volgata tien dietro quest' jn~ rolamo credesse egli pure alla trasformazione di Semes in Emaus,
terpretazione: Idesl Civitas solis. Un'interpretazione cosÌ esaLla ac- per cui pose questo in luogo di' quello. E veramente se Hir-Semes,
cusa la dotta mano che ve l'aggiunse, quella cioè del traduttore, secondo il libro di Giosuè, apparteneva alla tribù di Dan, alla mede.-
S. Girolamo. Codest' Hir Semes intanto non comparisce mai più nella sima apparteneva puranche Emaus, come qui testifica il santo Dot-
-f bibliografia palestina. Sarà stata forse distrutta ?..... Ma quando, e tore; inlantochè nissun altro nome delle antiche città danitiche, all'in-
come? .... A queste domande tace assolutamente la storia. Che ne fuori di Hir-Semes, offre nella sua forma la possibilità di quella tras-
I sarà stato adunque di Hir Semes? formazione. Se quindi S. Girolamo pose Emaus fra le città della
tribù di Dan, non per altro la pose che perchè la credette anch' egli
una greca metatesi di Semes. A quest'ingegnosa etimologia del-
Ill i! CI) Alludo ali'arabo villaggio di Emuùs, ehe, come a suo tempo vcdl'assi, è il vero
11
11 Emaus. . l'olandese palestinologo aderendomi io pienamente, scrivo Emaus
,~~ I
(2) Giosuè, conquistalore deliaCananilide, stando all'Art de viri(ìer ies dates, inco-
minciò a governare il popolo ebreo 1605 ilnni prima di Cristo. Da Cristo al presente
con un'emme sola.
l anno in cui scrivo, corsero, giusta il l'ompulo dell'èra yolgal'e, anni 1888. Ma qucst'cl'a
fm: è mancante di anni sei, com'è al dì d'oggi riconosciuto in seguito alle prove ùel San- (I) Pa.laestina, e monumentis veteribus, Iib. I, cap. 28, e lib. Il, cap. 6.
clementi e ciel Patrizio Per l'esistenza quindi di Emalls, testifìcata dalla storia, si viene (2) La greca ugiograna incomincia col libro della Sapienza c nnisce coll'Apocalisse,
fll /!:· . a (ormare il seguente calcolo: (3 ) Vespasianus ex Ammaunte profectus, ubi pro Tibel'iade castra pos'twrat
I~ì Da Giosuè a Cristo . , anni ·1605 (Ammaus autem , si quis nomen interpretetur , aquae calidaevocantur: ibi enim
Da Cristo a noi, se('onùo l'èra ,"olgare » ,1888 fons est sana,ndis corporum vitiiR idoneus) Gamalam peTvenit (Bell. IV, Il , 3). - Octin~
Supplemento all'èra volgare 6 gentis dumtaxat emeritis locum incolendum dedit (Vespasiant/;S) qui vocatur quidem
Ammaus (lbid. VII, 6,6). Or quest'Ammaus era in ebraico Amosa , com'io proverò nel
TOTALE anni 3499 capo seguente.
t~1 1
,I, - ~8- - ~9-

Stando la cosa in questi termini, pare che Emaus sia stata Ìn verso 40 e 41: Tribui fib'orwn Dan egressa est sors seplima: et fuit
origine un' Eliopoli o Città del sole, e che ivi, come in tan1' altri terminus possessionisei'Us Sara et Esthaol et Hir-Semes (iL Ed ora
luoghi dell'Oriente, si adorasse per giunta alla derrata, e per far meglio conoscere la scienza biblica
dell' Avversario, gli dico apertamente in viso, esser falso che Belh-
Lo ministro mnggior delln nntm'a;
sames appartenesse alla tribù di Giuda, com'egli spaccià sfronta-
il che sarebbe indizio di remotissima antichità, conciosiachè il Sa- tamente. Infreni il mal consigliato trasporto, e legga qui con me il
f filI
beismo o culto degli astri sia una delle più antiche superstizioni li) , capo XIX di Giosuè, dal verso 32 al 39, in cui si descrive il terri-
come quella che già trovasi stabilita (dico stabilita, non nata) ai torio, non di Giuda, ma di Neftali, e nella lista delle città di questa
. remotissimi tempi del pazientissimo Giob (2). tribù noi troveremo- Bethsame's, che invano cercherà egli fra quelle
Contro l'etimologia del Reland, che lragge Emaus da Semes, della tribù di Giuda. Quella lista difatto si chiude così: Et Jeron et
strepita l'Avversario per ben cinque pagine della Parte l de' suoi Jfagdalel, Horem et Bethanata et Bethsames: civitates decem et no-
Nuovi Studi; e lo si vuoI compatire perchè; se Emaus proviene da vem, et villae earum. Hcec est possessio tribus filiorum Nephtali. Paci-
Bir Semes, città della tribù di Dan, è bello che spacciato il suo fico Avversario, basta così?
Cubebe, che trovasi in pien territorio dell'antica tribù di Giuda; ma Ma voi mi domandate ancora autorevoli testimonianze in prova
tutto quello strepito è invano, perchè, ammessa anche l'insussistenza del come e quando sia avvenuta la trasformazione di ~emes in Emaus;
di questa etimologia, proverebbe ancor sempre l'appartenenza di ed io vi prometto di soddisfarvi quando voi per parte vostra siate
Emaus alladanitica tribù l'autorità di S. Girolamo, in quel testo con in acconcio di provarmi come e quando Emaus sia diventato Cubebe,
~ cui il Reland conferma la sua opinione, e noi riportiam qua sopra. o Cubebe diventato Emaus. Per ora mi limito a pregarvi di non
Per saggio della sfuriata dell'Avversario, odasi come si scaglia contro più dissimulare che l'etimologia d'Emans per Semes e Semaus non
di noi: « Come si potrà sostenere che questo Semes fu nella tribù è altrimente di me, che chiamate per irrisione il nostro dotto filo-
« di Dan, se è lo stesso che Bethsames, e questa era nella tribù logo orientalista, ma è di un filologo orientalista veramente dotto,
« di Giuùa? Rispondano gli avversari, se valgono, non con delle con- Adriano Reland, come è pure ·di lui la prova dedotta da S. Giro-
« getture ..... (3) » - Ed io, senza lasciarlo finire, gli rispondo subito lamo, lo, senz'esser dotto, aggiungo che, non ostante l'impugnare che
non con delle congetture, ma colla Sacra Scrittura ,che è parola fate le trasformazioni nominali di città, cbeio asserisco avvenute
tiII,I
infallibile di Dio; gli rispondo che Hir Semes apparteneva proprio durante il periodo dell'ellenismo, sarà sempre vero che gli antichi
alla danitica tribù, e per conseguenza non era lo stesso che Beth- nomi (per dirne due soli) di Sor e di J3fo si trasformarono in Tyros
il sames, appartenente, com'egli asserisce, alla tribù di Giuda. Ecco e Joppe: trasformazioni che sono ben altro che quella ideata dal
le testuali parole del libro di Giosuè se00ndo la Volgata, al capo XIX, Reland, di Semes in Emaus. Ma lasciatemi ripigliare il filo della
mia storia.
(4) Emunctae naris viri habuerunt pers1~a.swn , omnÌ1~m prima divinis hono-
Emaus con questo nome comincia a comparire nel libro I de' Mac-
ribus paria habita fuisse a mortalibu.s Solern, Lunam et Astra.. Quo enim ruti- cabei, là dove si narra (III e IV) che, accampatovisi un esercito di Siro-
labant fulgOl', q'uu erant eleu·antia, quae 1'eferebant mortalib1is comrnoda, tantum macedoni, speditovi da Antioco l'Epifane a soffocare l'insurrezione
apud illos valllerunt, ut divinitate ea donarent et cultu. Così il Calmet nel Dictio- ebrea, fu da Giuda Maccabeo sorpreso e sbaragliato. Caduto Giuda
narium, alla voce ldololatria. da eroe sul campo, e successogli nel tribunato e sommo sacerdozio
(2) Il Pazientissimo, imprecando a sè medesimo, se tale o tal nltro peccato nvesse
commesso, diceva pure: Si vidi solem cwn fulgeret, et hmarn incedentem clare, et
il fratello Gionata, Emaus, col vicino Bethoron e con altre città im-
laetatum est in absconditp COI' 1neum, et oswlatus stlm manum mearri ore meo, portanti per posizione strategica, fu fortificato da Bacchide, gene-
quae est iniquitas maxirna et negatio contra Deum Altissimum (IOB. XXXI, 26). - rale siro, onde prevenire una seconda sorpresa e sconfitta per parte
A spiegazione di queste parole, S. Girolamo scrive nei Commenti ad Osea profeta, cap. Il:
Qui adorant, solent de osculari m,anu.m sua m , qtwd Iob fecisse se negato Noi im-
pariamo da tutto ciò come si praticasse il Sabeismo, adorando la luna e le stelle ed il ( ') Il Diodati, non ignoto all' Avversario, traduce dall'ebraico così: « La settima sorte
sole in cielo splendenti, sino dai tempi di Giobbe. <Il tratta per la tribù dei figliuoli di Dan, secondo le lor nazioni, e della contrada della
fu
(3) Nuovi Studi, Pal'te l, pag, 124. • loro eredità fII Sorea ed Estnol ed Ir·Semes. »

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Stando la cosa in questi termini, pare che Emaus sia stata Ìn verso 40 e 41: Tribui fib'orwn Dan egressa est sors seplima: et fuit
origine un' Eliopoli o Città del sole, e che ivi, come in tan1' altri terminus possessionisei'Us Sara et Esthaol et Hir-Semes (iL Ed ora
luoghi dell'Oriente, si adorasse per giunta alla derrata, e per far meglio conoscere la scienza biblica
dell' Avversario, gli dico apertamente in viso, esser falso che Belh-
Lo ministro mnggior delln nntm'a;
sames appartenesse alla tribù di Giuda, com'egli spaccià sfronta-
il che sarebbe indizio di remotissima antichità, conciosiachè il Sa- tamente. Infreni il mal consigliato trasporto, e legga qui con me il
f filI
beismo o culto degli astri sia una delle più antiche superstizioni li) , capo XIX di Giosuè, dal verso 32 al 39, in cui si descrive il terri-
come quella che già trovasi stabilita (dico stabilita, non nata) ai torio, non di Giuda, ma di Neftali, e nella lista delle città di questa
. remotissimi tempi del pazientissimo Giob (2). tribù noi troveremo- Bethsame's, che invano cercherà egli fra quelle
Contro l'etimologia del Reland, che lragge Emaus da Semes, della tribù di Giuda. Quella lista difatto si chiude così: Et Jeron et
strepita l'Avversario per ben cinque pagine della Parte l de' suoi Jfagdalel, Horem et Bethanata et Bethsames: civitates decem et no-
Nuovi Studi; e lo si vuoI compatire perchè; se Emaus proviene da vem, et villae earum. Hcec est possessio tribus filiorum Nephtali. Paci-
Bir Semes, città della tribù di Dan, è bello che spacciato il suo fico Avversario, basta così?
Cubebe, che trovasi in pien territorio dell'antica tribù di Giuda; ma Ma voi mi domandate ancora autorevoli testimonianze in prova
tutto quello strepito è invano, perchè, ammessa anche l'insussistenza del come e quando sia avvenuta la trasformazione di ~emes in Emaus;
di questa etimologia, proverebbe ancor sempre l'appartenenza di ed io vi prometto di soddisfarvi quando voi per parte vostra siate
Emaus alladanitica tribù l'autorità di S. Girolamo, in quel testo con in acconcio di provarmi come e quando Emaus sia diventato Cubebe,
~ cui il Reland conferma la sua opinione, e noi riportiam qua sopra. o Cubebe diventato Emaus. Per ora mi limito a pregarvi di non
Per saggio della sfuriata dell'Avversario, odasi come si scaglia contro più dissimulare che l'etimologia d'Emans per Semes e Semaus non
di noi: « Come si potrà sostenere che questo Semes fu nella tribù è altrimente di me, che chiamate per irrisione il nostro dotto filo-
« di Dan, se è lo stesso che Bethsames, e questa era nella tribù logo orientalista, ma è di un filologo orientalista veramente dotto,
« di Giuùa? Rispondano gli avversari, se valgono, non con delle con- Adriano Reland, come è pure ·di lui la prova dedotta da S. Giro-
« getture ..... (3) » - Ed io, senza lasciarlo finire, gli rispondo subito lamo, lo, senz'esser dotto, aggiungo che, non ostante l'impugnare che
non con delle congetture, ma colla Sacra Scrittura ,che è parola fate le trasformazioni nominali di città, cbeio asserisco avvenute
tiII,I
infallibile di Dio; gli rispondo che Hir Semes apparteneva proprio durante il periodo dell'ellenismo, sarà sempre vero che gli antichi
alla danitica tribù, e per conseguenza non era lo stesso che Beth- nomi (per dirne due soli) di Sor e di J3fo si trasformarono in Tyros
il sames, appartenente, com'egli asserisce, alla tribù di Giuda. Ecco e Joppe: trasformazioni che sono ben altro che quella ideata dal
le testuali parole del libro di Giosuè se00ndo la Volgata, al capo XIX, Reland, di Semes in Emaus. Ma lasciatemi ripigliare il filo della
mia storia.
(4) Emunctae naris viri habuerunt pers1~a.swn , omnÌ1~m prima divinis hono-
Emaus con questo nome comincia a comparire nel libro I de' Mac-
ribus paria habita fuisse a mortalibu.s Solern, Lunam et Astra.. Quo enim ruti- cabei, là dove si narra (III e IV) che, accampatovisi un esercito di Siro-
labant fulgOl', q'uu erant eleu·antia, quae 1'eferebant mortalib1is comrnoda, tantum macedoni, speditovi da Antioco l'Epifane a soffocare l'insurrezione
apud illos valllerunt, ut divinitate ea donarent et cultu. Così il Calmet nel Dictio- ebrea, fu da Giuda Maccabeo sorpreso e sbaragliato. Caduto Giuda
narium, alla voce ldololatria. da eroe sul campo, e successogli nel tribunato e sommo sacerdozio
(2) Il Pazientissimo, imprecando a sè medesimo, se tale o tal nltro peccato nvesse
commesso, diceva pure: Si vidi solem cwn fulgeret, et hmarn incedentem clare, et
il fratello Gionata, Emaus, col vicino Bethoron e con altre città im-
laetatum est in absconditp COI' 1neum, et oswlatus stlm manum mearri ore meo, portanti per posizione strategica, fu fortificato da Bacchide, gene-
quae est iniquitas maxirna et negatio contra Deum Altissimum (IOB. XXXI, 26). - rale siro, onde prevenire una seconda sorpresa e sconfitta per parte
A spiegazione di queste parole, S. Girolamo scrive nei Commenti ad Osea profeta, cap. Il:
Qui adorant, solent de osculari m,anu.m sua m , qtwd Iob fecisse se negato Noi im-
pariamo da tutto ciò come si praticasse il Sabeismo, adorando la luna e le stelle ed il ( ') Il Diodati, non ignoto all' Avversario, traduce dall'ebraico così: « La settima sorte
sole in cielo splendenti, sino dai tempi di Giobbe. <Il tratta per la tribù dei figliuoli di Dan, secondo le lor nazioni, e della contrada della
fu
(3) Nuovi Studi, Pal'te l, pag, 124. • loro eredità fII Sorea ed Estnol ed Ir·Semes. »

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- 30- - 31-
de'sollevati Ebrei (lbid. IX, 50). Risulta da ciò, che Emaus era allora pel minuto ragguaglio che ne dà S. Luca Ilei suo Vangelo, mentre
città coosidereyole; il che si riconferma dal vederla falla poco appresso S. Marco se ne spiccia in due parole (-1); e siccome già ne parlammo,
toparchia o eapoluogo di un distretto (tI. e molto ancora ne parleremo nella presente disquisizione, tutta intesa
Quarant'anni prima di Gesù Cristo governava la Giudea in nome a precisare il sito del villaggio già città, in cui quel fatto avvenne,
d'lrcano II, della stirpe asmonea, l'idumeo Antipatro, preparando la noi non istarem qui a ripeterlo: ci arresteremo invece sur una cir-
fonuna al figliuolo Erode, quando enlrovvi con forte esercito uno costanza di cui tace il Vangelo, ma parla altamente la tradizione;
degli assassini di Cesare il Di ltatore, Ca ssio Longino, il quale ta- circostanza che ci gioverà molto nella nostra ricerca.
glieggiò enormemente qLlell'esausto regno. Non essendoglisi potuto Volendo il pietoso Redentore ricompensare la sollecitante e gene-
dare i settecento talenti che aveva imposti (la bagatella di due mil- rosa ospitalità dei due suoi discepoli emauntei, coi quali aveva viag-
lioni trecento ottantatremila e cento lire) gli si dovettero 'cedere giato incognito sin colà, prima d'entrare in casa loro ad ospizio,
quattro città, le quali dal barbaro prepotente furono dichiarate schiave, lavò i piedi ad una fonte vicina al villaggio, che scaturiva in un
ed i cittadini miseri fatti vendere al mercato. Una delle quattro città punto, dove venivano a meLLer capo tre grandi vie, ed a quella sor-
infelici era Emaus (2). Come da sì orrendo disastro siasi , riavuto, gente comunicò virtù di risanar uomini ed animali infermi.' Ci par-
non consta: solo si sa che, dopo circa nove lustri, gliene i'ncolse lano di questa virtudiosa fontana la Storia Ecclesiastica di Ermia
,un altro ' maggiore. Sozomeno \2/, il Pellegrinaggio di S. Villibaldo (3), la Cronaca di
NeH'interregno fra la morte del primo Erode e l'assunzione del Teofane (4), e quella di Giorgio Cedreno(5), la Storia di Niceforo
figliuolo suo Archelao, Emaus fu incendiato da Pubblio Quiotilio
Varo, romano preside della Sorìa, per vendicare la strage fatta nelle ('I) Luc. XXIV, ,13-33. - MARe. XVI, "2.
vicinanze della città di una centuria di soldati, che scortavano a (2) Urbs est in Palaestina) Nicopolis hodie dieta. Hane dwm adhuc vicus esset,
Gerusalemme un convoglio di vittovaglie. I cittadini allora n'anda- saceJ' Evangeliorttm liber commemorat, et Emmauntem appellato Post excidiu,rn
antmn Hierosolymorum, et post victoriam de ludaeis relatmn) Romani eam Nico-
rono tutti dispersi, e le abitazioni loro furono consunte dalle fiam- polim nominarunt) ex eventu belli nomen loco imponentes. Ante hanc urbem pl'ope
me (3). Tanto avvenne nei primi anni della vita di Gesù; donde la trivimn) ubi Christus post resurrectionem iter faGiens cwn Cleopha et sociis vale-
ragione per cui, trent'anni appresso, quando il Salvatore risorto da di,l'it) tamquam in alium vicum peJ'gens, fons quidam sal,lttaris est) in qu,o et
morte vi si manifestò nel giorno stesso del suo risorgimento a due homines et animalia VGì'iis morbis affeeta) lavando CUl'antur. Aiu,nt enim Christl/.1n
de'suoi discepoli, Emaus non er(;\ più nè la città, nè la piazza forte nna c'um discipulis alicunde venientem) ad hu,nc fontem divertisse, ac pedes in eo
abluisse: atque ex eo tempo re aquam lumc ad morbos sanandos efficacissirnum
d'una volta, ma un semplice villaggio (X,Wf1'1) , così ·nell'originale di f/(i~se remedium (Hist. Eccl.) lib. 5, cap. 2'1).
S. Luca), villaggio che, al riferire d'Eusebio nella Cronaca, fu pur (3) Venit Emaum, vicum Palaestinae, quem Romanz post deslruetionem Hiero-
esso distrutto da un tremuolo l'anno 130 dell' era volgare (il. ~l)lymor'Um, ex eventu V1:ctoriae, Nicopolim t~ocaverunt; ubi postquam in domo
La presenza di Cristo risorto in casa di Cleofa, ed i misteri che Clt'ophae, in ecclesia mutata) e'um qu,i ex fractione panis in ea eognitus est) ado·
vi si compierono alla mensa, quand'egli, che sin allora erasi tenuto j'arit) riventis aqu:r.e fontem desiderans, vidit et fontem qui est in trido) quo
Chì'istus, eodem quo resurrexit die, cum discipulis dnoIYl..tS) Luca et Cleopha, quasi
incognito, riprese nel rompere il pane la propria sembianza, si fe'co- ali alil/m declinaturus vicum ambulavit. Est enim ibi fans) ad quem Christu.s olim
nascere e disparve, tutto questo forma senza dubbio l'avvenimento iu terl'is conversatus, cum discipulis dicitur venisse, pedesque in eo, e'menso aliquo
piÙ memorando della storia d'Emaus; ma siccome esso'è notissimo itinere, l(~visse) et hinc eamdem aquam diversortl1n etfìcacem 'medicarninurn a Deo
li {arlam, '/tt potata, q'uibuslibet languoribus tam pecu.dum quam hominum salutis
tS11t ia:(uwlat praesentiam. (Itinerar. auct. incogn. ap. Canisinm, edit. Basnag.,vol. II).
r~ (I) FLAV . IOSEPHUS, Bell. ili, 3, 5. - PLINIUS, Hist. Natur., v, 14. - Il Vocabolario (.f} Yicopolis Palaestinae) quae prius Emaus vowbatur) fons exoritur) qui
Univel'sale italiano Tl'arnater definisce la Topal'chia: « Piccolo govel'fio composto di llna o_niblls ta/n brutorum quam horni-num morbis remedium exhibet: in eo qu.ippe
t~lI . « sola città o borgo, o d'una piccola provincia o regione. » Raccomando questa definizione
'J))n.inwn et Demn nostrum lesum Chtistum ex itinere r'eversum) pedes abluisse
}I all'A vvel'sario, che in qualche luogo mostl'a d'abbisognarne. 'f~rUJlt) eumclemque) aggesta terra) obstrui nefarius (Julianus) imperavit, -
~II I\ (2) Gioseffo, · che riporla questo fatto (Antiquit. XIV, 1'1, 2), chiama potentissime, f"a . on 'ronograph, in Corpo Historiae Byzantinae scriptor. Bonnae) 1839.
f~" " le quattro, Gofna ed Emaus. 5) Sicopoli Palaest'inae, quae et Emaus dieitur, fons erat omnis generis
(3) Antiquit. XVII, 10, 9, - Bell. Il, 5, ,I.
~ IlOminll"m brntor'U'mqlte sanans. Eo enim fonte ferunt, Ch'l'istum ex itinere
t
(4,) Nicopolis et CaesaraeLt terraemotu concùlerunt (Traduz. di S. Girolamo), !f aòlilisse. - (Annales; in Corpore nt snpra).

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città coosidereyole; il che si riconferma dal vederla falla poco appresso S. Marco se ne spiccia in due parole (-1); e siccome già ne parlammo,
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Quarant'anni prima di Gesù Cristo governava la Giudea in nome a precisare il sito del villaggio già città, in cui quel fatto avvenne,
d'lrcano II, della stirpe asmonea, l'idumeo Antipatro, preparando la noi non istarem qui a ripeterlo: ci arresteremo invece sur una cir-
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degli assassini di Cesare il Di ltatore, Ca ssio Longino, il quale ta- circostanza che ci gioverà molto nella nostra ricerca.
glieggiò enormemente qLlell'esausto regno. Non essendoglisi potuto Volendo il pietoso Redentore ricompensare la sollecitante e gene-
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lioni trecento ottantatremila e cento lire) gli si dovettero 'cedere giato incognito sin colà, prima d'entrare in casa loro ad ospizio,
quattro città, le quali dal barbaro prepotente furono dichiarate schiave, lavò i piedi ad una fonte vicina al villaggio, che scaturiva in un
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infelici era Emaus (2). Come da sì orrendo disastro siasi , riavuto, gente comunicò virtù di risanar uomini ed animali infermi.' Ci par-
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figliuolo suo Archelao, Emaus fu incendiato da Pubblio Quiotilio
Varo, romano preside della Sorìa, per vendicare la strage fatta nelle ('I) Luc. XXIV, ,13-33. - MARe. XVI, "2.
vicinanze della città di una centuria di soldati, che scortavano a (2) Urbs est in Palaestina) Nicopolis hodie dieta. Hane dwm adhuc vicus esset,
Gerusalemme un convoglio di vittovaglie. I cittadini allora n'anda- saceJ' Evangeliorttm liber commemorat, et Emmauntem appellato Post excidiu,rn
antmn Hierosolymorum, et post victoriam de ludaeis relatmn) Romani eam Nico-
rono tutti dispersi, e le abitazioni loro furono consunte dalle fiam- polim nominarunt) ex eventu belli nomen loco imponentes. Ante hanc urbem pl'ope
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morte vi si manifestò nel giorno stesso del suo risorgimento a due homines et animalia VGì'iis morbis affeeta) lavando CUl'antur. Aiu,nt enim Christl/.1n
de'suoi discepoli, Emaus non er(;\ più nè la città, nè la piazza forte nna c'um discipulis alicunde venientem) ad hu,nc fontem divertisse, ac pedes in eo
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d'una volta, ma un semplice villaggio (X,Wf1'1) , così ·nell'originale di f/(i~se remedium (Hist. Eccl.) lib. 5, cap. 2'1).
S. Luca), villaggio che, al riferire d'Eusebio nella Cronaca, fu pur (3) Venit Emaum, vicum Palaestinae, quem Romanz post deslruetionem Hiero-
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Chì'istus, eodem quo resurrexit die, cum discipulis dnoIYl..tS) Luca et Cleopha, quasi
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tS11t ia:(uwlat praesentiam. (Itinerar. auct. incogn. ap. Canisinm, edit. Basnag.,vol. II).
r~ (I) FLAV . IOSEPHUS, Bell. ili, 3, 5. - PLINIUS, Hist. Natur., v, 14. - Il Vocabolario (.f} Yicopolis Palaestinae) quae prius Emaus vowbatur) fons exoritur) qui
Univel'sale italiano Tl'arnater definisce la Topal'chia: « Piccolo govel'fio composto di llna o_niblls ta/n brutorum quam horni-num morbis remedium exhibet: in eo qu.ippe
t~lI . « sola città o borgo, o d'una piccola provincia o regione. » Raccomando questa definizione
'J))n.inwn et Demn nostrum lesum Chtistum ex itinere r'eversum) pedes abluisse
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~II I\ (2) Gioseffo, · che riporla questo fatto (Antiquit. XIV, 1'1, 2), chiama potentissime, f"a . on 'ronograph, in Corpo Historiae Byzantinae scriptor. Bonnae) 1839.
f~" " le quattro, Gofna ed Emaus. 5) Sicopoli Palaest'inae, quae et Emaus dieitur, fons erat omnis generis
(3) Antiquit. XVII, 10, 9, - Bell. Il, 5, ,I.
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(4,) Nicopolis et CaesaraeLt terraemotu concùlerunt (Traduz. di S. Girolamo), !f aòlilisse. - (Annales; in Corpore nt snpra).

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Callisto (i), e l'altra ancora delle Crociale di Guglielmo arcivescovo onore di città sotto un'imperatore romano, ad istanza d'un cristiano
di Tiro(2), il quale fa sue le espressioni del Sozomeno. Teofane scrittore che ivi, come pare, aveva stabilito sua dimora (i). Fu
aggiunge (I. c.) che Giuliano i' Apostata nell' odio che struggevalo questi l'insigne cronografo Sesto Giulio, nativo della Libia, donde
contro Cristo, volendo sperderne ogni memoria, fece seppellire sotto gli venne il soprannome di Africano. Ma l'imperatore che favore-
un cumulo di terra la benefica sorgi va. Morto lui tuttavia nell'anno volmente accolse la costui legazione quale fu? S. Girolamo crede
363, fu senza fallo disseppellita, perchè Teofane, che visse dal 751 sia stato Marco Aurelio Antonino, successore -di Macrino, che è
all'818, ne parla come di esistente 'ai tempi suoi; e di S. Villibaldo quanto dire Eliogabalo (2). Giorgio il Sincello invece, seguìto da
si legge che la vide nel 725. Anastasio il Bibliotecario, riporta quell'avvenimento ad Alessandro
Quarant' anni circa dopo la visita di Gesù risorto ad Emaus, Severo (3). Noi ricordando come di questo imperatore sia si non
questo villaggio ricompare nella storia. Vespasiano, mandato da Ne- senza ragione sospettato che, con sua madre Giulia Mammea, avesse
rone a soffocare l'insurrezione ebrea, disponendosi a portare l'as- abbracciato secretamente la fede di Cristo (4), noi incliniamo più
sedio alla città di Davide e di Salomone, cui il primo Erode aveva a credere al Sincello ed al Bibliotecario, che a Girolamo, sÌ per-
.resa pressochè inespugnabile, incominciò, nella primavera del- chè sappiamo essere stata relazione tra l'Africano ed Alessandro,
l'anno 68, per asserragliarla e bloccarla su' suoi monti con largo avendo quegli dedicato a questo la sua opera twv Kecr1:wv; sì perchè
cerchio di truppe, ed ìmpedirle di ricevere donde che · fosse dei pare più credibile che da un Cesare cristiano od ai cristiani pro-
soccorsi. A tal uopo appostò qua e là intorno alla Giudea vari pizio, piuttosto che da un Eliogabalu, abbia un cristiano ottenuto
corpi d'esercito, di cui uno nell'Idumea a mezzodì, un altro a tra- ad Emaus il prisco onore di città, e siane stato fatto governatore,
• montana nella Samaria, un terzo a levante nella pianura di Gerico, come altesta che fu, la Cronacll Alessandrina o Pasquale (D). S. Gi-
ed un quarto a ponente nella Filistea (3). Quant'egli ' abbia fatto in
quest'ultima parte, che fu tuttavia la prima ad essere occupata, ci (1) In Palaestina Nicopolis, quae prius Emmaus vocabatuf', urbs condita est,
è raccontato nel seguente modo dallo storico ebreo di quella guerra. legationis industriam pro eo suscipiente Ittlio Africano. (EllSEB., in CMon. ad
Partito Vespasiano da Cesarea di mare, venne ad Antipatride, e di ano 222). - Per la vita e gli scritti dell' Africano, V. il CAVE, Scriptorwn eccle-
là a Lidda, poi a Jamnia, .e finalmente ad Emaus, dove collocò la sÌiJ.stiCOT. Historia literar. Saec. III. .

qujnta legione (seimila uomini), muniendola con un campo trince- (2) hblins Africanus sub imperatore },f. Aurelio Antonino, qui il1acTino succes-
sera.t, legationem pro instaw'atione 1wbis Emmaus suscepit, quae postea Nicopolis
rato; ed in tal modo chiuse da quella parte l'adito alla capitale; · appellata est. ~ (De Scriptorib. Ecctesiast.)
perocchè da Emaus spiccavansi due, se non tre vie per salire a (3) Emmaus Palaestinae vicus, de quo zn Evangelio se1'1nO, Africano) qui libris
Gerusalemme. quinque universam histoTiam digessit, legatione fungente, Nicopolis titulo, Alexandri
Non ostante i tanti sostenuti disastri, dobbiam credere che, in imperatoris placito, adnrbiurn honorern adscendit. - (GEORGIUS SYNCELLIJS in CMo-
Rico: nella collezione degIi storici bisantini di Bonna). - Emmaus Palaestinae ca~
grazia della sua felice postura, Emaus siasi presto riscosso dalle s/ellllJn, de qua in sacris legitur Evangeliis, Alexanclro Nicopolis est honorari de-
sue rovine, mentre ci consta che nell'anno 222 ricovrò il perduto ~:rt'ta, legatione fungente Africano , qlti historias in quinque libris scripsit. -
( .b.'l.STAS. Biblioth. in Historia, apud Relandum, lib. 1Il).
(1) In Palaestina civitas est Nicopolis ?wmine, q~tae vicus antiquitus fuit, sacro (4) Per non farmi bello delle penne altl'ui, mando chiunque desidera informarsi in-
Evangelior'um libro cognitus, in quo Emnw1ls nu.nwpatur ... Ante civitatem istam lorno a Giulia Mamrnea, discepola di Origene, ed al figliuolo suo Alessandro Severo,
in trivio, ubi videlicet Christus post resurrectionem suam a mortuis, cum Cleopha, all'eruditissimo Giovanni Lumi, il quale nella sua opera De E1'1tditionp, Apostolor'um,
comiteque eius iter faciens, in vicum alium se properare finxit, fons quidam est, elc. ftli'J. altera, raccolse ed esaminò quanto su questi due augusti personaggi ci trasmise
- (Hist. Ecclesiast. x, 3'1. Ediz. del Duc; Parigi, ,1630). f a (iellità. Veggansi le pago 376, 4-14 e seguenti.
(2) Histor. Belli Sacri, lib. VI1I, 24. - Ne riporteremo le parole nell'ultimo capo, (5) Nicopolis Palaestinàe twbs, Ermnaus prius nuncupata, condita est, lega-
quando parleremo d'Emaus ai tempi delle Crociate. 'liùnem. pro ea obèunte illius praefecto, Iulio Africano. - (Chronicon Paschale).
(3) 105. FLAV . Bell., Iib. IV, cap. 8, passim. - Veggasi ancora il primo numero del Vtd:i:rione migliore è quella del Du Cange, ritoccata da L. Dindorf; e questa collocando
Capo IX, in cui voglionsi notare le seguenti frasi: At Vespasianus, quum circum- I reslauro d'Emaus, non nel 222, ma nell'anno seguente, conferma la nostra sentenza
quaque cingeret Hier'osolymitanos , etc.) - Cumque bellum totam regionem mon- dm l'iruperatore che la restaurò. Dicasi lo stesso di Cassiodòro che, tra il quinto ecl
tanam) omnemque ca.mpestrem pervasisset, iis qui Hierosolymis degebant, inte1'clusi ~ ~o 5ecolo, scriveva: Maxirnus et Aeliantts. His. Cosso in Palaestina Nicopolis,
erant exitus.
3
- 3~- - 33-
Callisto (i), e l'altra ancora delle Crociale di Guglielmo arcivescovo onore di città sotto un'imperatore romano, ad istanza d'un cristiano
di Tiro(2), il quale fa sue le espressioni del Sozomeno. Teofane scrittore che ivi, come pare, aveva stabilito sua dimora (i). Fu
aggiunge (I. c.) che Giuliano i' Apostata nell' odio che struggevalo questi l'insigne cronografo Sesto Giulio, nativo della Libia, donde
contro Cristo, volendo sperderne ogni memoria, fece seppellire sotto gli venne il soprannome di Africano. Ma l'imperatore che favore-
un cumulo di terra la benefica sorgi va. Morto lui tuttavia nell'anno volmente accolse la costui legazione quale fu? S. Girolamo crede
363, fu senza fallo disseppellita, perchè Teofane, che visse dal 751 sia stato Marco Aurelio Antonino, successore -di Macrino, che è
all'818, ne parla come di esistente 'ai tempi suoi; e di S. Villibaldo quanto dire Eliogabalo (2). Giorgio il Sincello invece, seguìto da
si legge che la vide nel 725. Anastasio il Bibliotecario, riporta quell'avvenimento ad Alessandro
Quarant' anni circa dopo la visita di Gesù risorto ad Emaus, Severo (3). Noi ricordando come di questo imperatore sia si non
questo villaggio ricompare nella storia. Vespasiano, mandato da Ne- senza ragione sospettato che, con sua madre Giulia Mammea, avesse
rone a soffocare l'insurrezione ebrea, disponendosi a portare l'as- abbracciato secretamente la fede di Cristo (4), noi incliniamo più
sedio alla città di Davide e di Salomone, cui il primo Erode aveva a credere al Sincello ed al Bibliotecario, che a Girolamo, sÌ per-
.resa pressochè inespugnabile, incominciò, nella primavera del- chè sappiamo essere stata relazione tra l'Africano ed Alessandro,
l'anno 68, per asserragliarla e bloccarla su' suoi monti con largo avendo quegli dedicato a questo la sua opera twv Kecr1:wv; sì perchè
cerchio di truppe, ed ìmpedirle di ricevere donde che · fosse dei pare più credibile che da un Cesare cristiano od ai cristiani pro-
soccorsi. A tal uopo appostò qua e là intorno alla Giudea vari pizio, piuttosto che da un Eliogabalu, abbia un cristiano ottenuto
corpi d'esercito, di cui uno nell'Idumea a mezzodì, un altro a tra- ad Emaus il prisco onore di città, e siane stato fatto governatore,
• montana nella Samaria, un terzo a levante nella pianura di Gerico, come altesta che fu, la Cronacll Alessandrina o Pasquale (D). S. Gi-
ed un quarto a ponente nella Filistea (3). Quant'egli ' abbia fatto in
quest'ultima parte, che fu tuttavia la prima ad essere occupata, ci (1) In Palaestina Nicopolis, quae prius Emmaus vocabatuf', urbs condita est,
è raccontato nel seguente modo dallo storico ebreo di quella guerra. legationis industriam pro eo suscipiente Ittlio Africano. (EllSEB., in CMon. ad
Partito Vespasiano da Cesarea di mare, venne ad Antipatride, e di ano 222). - Per la vita e gli scritti dell' Africano, V. il CAVE, Scriptorwn eccle-
là a Lidda, poi a Jamnia, .e finalmente ad Emaus, dove collocò la sÌiJ.stiCOT. Historia literar. Saec. III. .

qujnta legione (seimila uomini), muniendola con un campo trince- (2) hblins Africanus sub imperatore },f. Aurelio Antonino, qui il1acTino succes-
sera.t, legationem pro instaw'atione 1wbis Emmaus suscepit, quae postea Nicopolis
rato; ed in tal modo chiuse da quella parte l'adito alla capitale; · appellata est. ~ (De Scriptorib. Ecctesiast.)
perocchè da Emaus spiccavansi due, se non tre vie per salire a (3) Emmaus Palaestinae vicus, de quo zn Evangelio se1'1nO, Africano) qui libris
Gerusalemme. quinque universam histoTiam digessit, legatione fungente, Nicopolis titulo, Alexandri
Non ostante i tanti sostenuti disastri, dobbiam credere che, in imperatoris placito, adnrbiurn honorern adscendit. - (GEORGIUS SYNCELLIJS in CMo-
Rico: nella collezione degIi storici bisantini di Bonna). - Emmaus Palaestinae ca~
grazia della sua felice postura, Emaus siasi presto riscosso dalle s/ellllJn, de qua in sacris legitur Evangeliis, Alexanclro Nicopolis est honorari de-
sue rovine, mentre ci consta che nell'anno 222 ricovrò il perduto ~:rt'ta, legatione fungente Africano , qlti historias in quinque libris scripsit. -
( .b.'l.STAS. Biblioth. in Historia, apud Relandum, lib. 1Il).
(1) In Palaestina civitas est Nicopolis ?wmine, q~tae vicus antiquitus fuit, sacro (4) Per non farmi bello delle penne altl'ui, mando chiunque desidera informarsi in-
Evangelior'um libro cognitus, in quo Emnw1ls nu.nwpatur ... Ante civitatem istam lorno a Giulia Mamrnea, discepola di Origene, ed al figliuolo suo Alessandro Severo,
in trivio, ubi videlicet Christus post resurrectionem suam a mortuis, cum Cleopha, all'eruditissimo Giovanni Lumi, il quale nella sua opera De E1'1tditionp, Apostolor'um,
comiteque eius iter faciens, in vicum alium se properare finxit, fons quidam est, elc. ftli'J. altera, raccolse ed esaminò quanto su questi due augusti personaggi ci trasmise
- (Hist. Ecclesiast. x, 3'1. Ediz. del Duc; Parigi, ,1630). f a (iellità. Veggansi le pago 376, 4-14 e seguenti.
(2) Histor. Belli Sacri, lib. VI1I, 24. - Ne riporteremo le parole nell'ultimo capo, (5) Nicopolis Palaestinàe twbs, Ermnaus prius nuncupata, condita est, lega-
quando parleremo d'Emaus ai tempi delle Crociate. 'liùnem. pro ea obèunte illius praefecto, Iulio Africano. - (Chronicon Paschale).
(3) 105. FLAV . Bell., Iib. IV, cap. 8, passim. - Veggasi ancora il primo numero del Vtd:i:rione migliore è quella del Du Cange, ritoccata da L. Dindorf; e questa collocando
Capo IX, in cui voglionsi notare le seguenti frasi: At Vespasianus, quum circum- I reslauro d'Emaus, non nel 222, ma nell'anno seguente, conferma la nostra sentenza
quaque cingeret Hier'osolymitanos , etc.) - Cumque bellum totam regionem mon- dm l'iruperatore che la restaurò. Dicasi lo stesso di Cassiodòro che, tra il quinto ecl
tanam) omnemque ca.mpestrem pervasisset, iis qui Hierosolymis degebant, inte1'clusi ~ ~o 5ecolo, scriveva: Maxirnus et Aeliantts. His. Cosso in Palaestina Nicopolis,
erant exitus.
3
- 34- - 35-
roiamo poi potè esser tratto facilmente in errore da ciò che ne' seguenti secoli, da una parte Adone di Vienna ed Anastasio il
l'anno 2-22 vide la morte di Eliogabalo e l'assunzione di Alessandro. Bibliotecario (i); dall'allra Teofane, il Sincello e Niceforo Callisto (2),
Il risorto Emaus intanto si volle monumento del compiuto trionfo mentre di S. Villibaldo il Sassone narra l'incognito scrittore del
delle armi romane sui ribellanti Ebrei, e le fu imposto il nome di suo pellegrinaggio, che venit in Emmaum} vicum Palaeslinae, quem
Nicopoli o Città della vi ttoria; se pure nell'intenzione del cristiano Romani post destructionem Hierosolymorum, ex eventu vicloriae Ni-
governatore e del Cesare cristianeggiante non si alluse, con quel copolim vocaverunt, ubi postquam in domo Cleophae in ecclesiam
titolo, alla vittoria del Cristianesimo sulla persecutrice Sinagoga. mutata, eum qui ex fractione panis in ea cognitus est, adoravit,
Ad ogni modo mostra d'ignorare o di voler maliziosamente con- viventis aquae fontem desiderans, vidit et fonlem, etc.
traffare la storia il mio Avve~sario quando spaccia che prima del Questo passo dell' ltinerario di Villibaldo non conferma solo la
secolo terzo Emaus sia diventato Nicopoli. credenza perpetua ed universale degli scrittori cristiani nell'identità
Che poi codesta Nicopoli fosse veramente l'Emaus del Vangdo, di Nicopoli coll'Emaus evangelico, ma mostra d'avvantaggio che la
attesta il padre della storia ecclesiastica, Eusebio di Cesarea} nato c~sa di Cleofa, convertita in chiesa} era un vero santuario, che gl'in-
in Palestina, non più tardi di sette lustri dopo di quell'avvenimento, digeni veneravano, ed i forastieri venivano divoti a visitare. Che
e lo conferma S. Girolamo, che, senza correggere, nè levare, nè così pur fosse sino dai primi tempi del cristianesimo libero, lo
aggiungere, interpreta in questa forma le greche parole dell'eusfY mostra un altro pellegrinaggio, che risale al quarto secolo, ed è
biano Onomastico li): Emmaus de quo loco fuit Cleopltas, cuiù,s quello di santa Paola romana, sangue de' Gracchi} progenie dei Sci-
Lucas meminit evangelista; haec est nunc Nicopolis, insignis civilas pioni, erede di Paolo Emilio, da cni tolse il nome, e della madre
:t Palaestinae. Non si dimentichi che Eusebio, come metropolita della dell' Africano, Marzia Papiria, vera generosa stirpe (3); pellegrinaggio
provincia ecclesiastica detta Palestina Prima (2), ebbe a suo suffra- descritto da S. Girolamo, che accompagnava l'inclita donna colla
ganeo il vescovo di quest'Emaus-Nicopoli, e che Girolamo la visitò, figlia di lei, Giulia Eustochia. Di Paola dunque scrive il santo Dot-
e forse più d'una volta, Ilei tanti anni del suo soggiorno in Be- tore, che visitò ancora Nicopoli, chiamala prima Emaus, dove il
tlemme, dove morì. L'identità dell'Emaus evangelico con Nicopoli Signore, conosciuto nel rompere il pane, consecrò in chiesa la casa
è ripetuta nel quinto secolo da Sozomeno, il quale ne scrive così: di Cleofa. Da queste ultime parole, se mal non leggo, si arguisce
« Havvi in Palestina una città nominata ora Nicopoli, la quale, es- che fin d'allora la casa di Cleofa era già convertita in chiesa, od,
« sendo ancora villaggio, è menzionata nel sacro libro de' Vangeli e in altri termini, una chiesa era già stata eretta su di essa, la quale,
« chiamata Emaus (3). » Lo stesso ripete fra il settimo e l'ottavo secolo al dir di Girolamo, aveva avuto la sua dedicazione o consecrazione
il Venerabi! Beda, il quale, dopo aver registrata la notizia della dalla presenza di Cristo, riconosciuto mentre rompeva il pane. Ad
restaurazione d'Emaus col nuovo nome di Nicopoli, aggiunge: Haec ogni modo è certo che sino dal quarto secolo la ricognizione di
est Em,aus, quam Dominus post resurrectionem suo ingressu, sicut Cristo in casa di Cleofa veneravasi in Emaus-Nicopoli, come in
Lucas narra t, sanctificare dignatus est (4). Così all'Oriente risponde
l'Occidente; e ad Eusebio, Girolamo, Sozomeno e Beda, fan eco ( I) Le parole di Anastasio furono già trascritte nelle note antecedenti. Or ecco quelle
di Adone: In Palaestina Nicopolis, quae prius Emt~us vocabatur, urbs condita est.
Haec est Emaus, quam Dominus post resutrectionem suam, suo ingressu sancti-
quae prius Emma!lJ tocabatur, tll'bs condita est. - (111. Aurelii Cassiodori Senator. ~:are dignatus est. - (Breviar. Chronicorum in Bibliotheca Patrum, voI. XVI).
Chronicon., Leyden, 1632). - Ora il consolato di L. Mario Massimo e di L. Roscio Eliano (2) Già tutti riportati nelle note antecedenti. A questi aggiungasi Gio. Mosco del
cade nell'anno 223; quindi nel secondo dell'imperatore Alessandro Severo. V. Fasti Con- S«. \D , che nel suo Prato Spirituale, cap. 165, narra d'un Ciriaco, soprannomato il
solari nella Cronologia della Storia. r;nivel'sale del Cantù. Ùlpo , capo di malandrini, che faceva sue prodezze presso di Emaus, quae nunc est
(1) È .noto che S. Girolamo tradusse liberamente l'OnomMticon d'Eusebio col titolo ~\~ic(ìpolis .
De situ et nominibus loco!'1un hebraicorum, aggiungendo, levando, correggendo e (3) Graccorum stirps, soboles Scipionum, Pauli haeres, cuius vocabulum trahit,
qualche volta sbagliando. Jlarliae Papyriae, matris Africani, vera et germana progenies. - (HIERONYM.'
(2) Circa il signi1ìcato di quest'espressione, vedi il Capo V. 'E,_ 108 ad Eustoch. Epitaphium Paulae matris). Egli è appunto in quest'epitaffio od
(3) Già riportato superiormente nella versione latina del Valois. . ~i) funebre dell'inclita dama, che il S. D. ripassandone tutta la vita, descrive il viaggio
(4) De sex retatibus mundi. Iii· Jti Cl Gerusalem!lle, nel quale egli medesimo l'accompagnava.
- 34- - 35-
roiamo poi potè esser tratto facilmente in errore da ciò che ne' seguenti secoli, da una parte Adone di Vienna ed Anastasio il
l'anno 2-22 vide la morte di Eliogabalo e l'assunzione di Alessandro. Bibliotecario (i); dall'allra Teofane, il Sincello e Niceforo Callisto (2),
Il risorto Emaus intanto si volle monumento del compiuto trionfo mentre di S. Villibaldo il Sassone narra l'incognito scrittore del
delle armi romane sui ribellanti Ebrei, e le fu imposto il nome di suo pellegrinaggio, che venit in Emmaum} vicum Palaeslinae, quem
Nicopoli o Città della vi ttoria; se pure nell'intenzione del cristiano Romani post destructionem Hierosolymorum, ex eventu vicloriae Ni-
governatore e del Cesare cristianeggiante non si alluse, con quel copolim vocaverunt, ubi postquam in domo Cleophae in ecclesiam
titolo, alla vittoria del Cristianesimo sulla persecutrice Sinagoga. mutata, eum qui ex fractione panis in ea cognitus est, adoravit,
Ad ogni modo mostra d'ignorare o di voler maliziosamente con- viventis aquae fontem desiderans, vidit et fonlem, etc.
traffare la storia il mio Avve~sario quando spaccia che prima del Questo passo dell' ltinerario di Villibaldo non conferma solo la
secolo terzo Emaus sia diventato Nicopoli. credenza perpetua ed universale degli scrittori cristiani nell'identità
Che poi codesta Nicopoli fosse veramente l'Emaus del Vangdo, di Nicopoli coll'Emaus evangelico, ma mostra d'avvantaggio che la
attesta il padre della storia ecclesiastica, Eusebio di Cesarea} nato c~sa di Cleofa, convertita in chiesa} era un vero santuario, che gl'in-
in Palestina, non più tardi di sette lustri dopo di quell'avvenimento, digeni veneravano, ed i forastieri venivano divoti a visitare. Che
e lo conferma S. Girolamo, che, senza correggere, nè levare, nè così pur fosse sino dai primi tempi del cristianesimo libero, lo
aggiungere, interpreta in questa forma le greche parole dell'eusfY mostra un altro pellegrinaggio, che risale al quarto secolo, ed è
biano Onomastico li): Emmaus de quo loco fuit Cleopltas, cuiù,s quello di santa Paola romana, sangue de' Gracchi} progenie dei Sci-
Lucas meminit evangelista; haec est nunc Nicopolis, insignis civilas pioni, erede di Paolo Emilio, da cni tolse il nome, e della madre
:t Palaestinae. Non si dimentichi che Eusebio, come metropolita della dell' Africano, Marzia Papiria, vera generosa stirpe (3); pellegrinaggio
provincia ecclesiastica detta Palestina Prima (2), ebbe a suo suffra- descritto da S. Girolamo, che accompagnava l'inclita donna colla
ganeo il vescovo di quest'Emaus-Nicopoli, e che Girolamo la visitò, figlia di lei, Giulia Eustochia. Di Paola dunque scrive il santo Dot-
e forse più d'una volta, Ilei tanti anni del suo soggiorno in Be- tore, che visitò ancora Nicopoli, chiamala prima Emaus, dove il
tlemme, dove morì. L'identità dell'Emaus evangelico con Nicopoli Signore, conosciuto nel rompere il pane, consecrò in chiesa la casa
è ripetuta nel quinto secolo da Sozomeno, il quale ne scrive così: di Cleofa. Da queste ultime parole, se mal non leggo, si arguisce
« Havvi in Palestina una città nominata ora Nicopoli, la quale, es- che fin d'allora la casa di Cleofa era già convertita in chiesa, od,
« sendo ancora villaggio, è menzionata nel sacro libro de' Vangeli e in altri termini, una chiesa era già stata eretta su di essa, la quale,
« chiamata Emaus (3). » Lo stesso ripete fra il settimo e l'ottavo secolo al dir di Girolamo, aveva avuto la sua dedicazione o consecrazione
il Venerabi! Beda, il quale, dopo aver registrata la notizia della dalla presenza di Cristo, riconosciuto mentre rompeva il pane. Ad
restaurazione d'Emaus col nuovo nome di Nicopoli, aggiunge: Haec ogni modo è certo che sino dal quarto secolo la ricognizione di
est Em,aus, quam Dominus post resurrectionem suo ingressu, sicut Cristo in casa di Cleofa veneravasi in Emaus-Nicopoli, come in
Lucas narra t, sanctificare dignatus est (4). Così all'Oriente risponde
l'Occidente; e ad Eusebio, Girolamo, Sozomeno e Beda, fan eco ( I) Le parole di Anastasio furono già trascritte nelle note antecedenti. Or ecco quelle
di Adone: In Palaestina Nicopolis, quae prius Emt~us vocabatur, urbs condita est.
Haec est Emaus, quam Dominus post resutrectionem suam, suo ingressu sancti-
quae prius Emma!lJ tocabatur, tll'bs condita est. - (111. Aurelii Cassiodori Senator. ~:are dignatus est. - (Breviar. Chronicorum in Bibliotheca Patrum, voI. XVI).
Chronicon., Leyden, 1632). - Ora il consolato di L. Mario Massimo e di L. Roscio Eliano (2) Già tutti riportati nelle note antecedenti. A questi aggiungasi Gio. Mosco del
cade nell'anno 223; quindi nel secondo dell'imperatore Alessandro Severo. V. Fasti Con- S«. \D , che nel suo Prato Spirituale, cap. 165, narra d'un Ciriaco, soprannomato il
solari nella Cronologia della Storia. r;nivel'sale del Cantù. Ùlpo , capo di malandrini, che faceva sue prodezze presso di Emaus, quae nunc est
(1) È .noto che S. Girolamo tradusse liberamente l'OnomMticon d'Eusebio col titolo ~\~ic(ìpolis .
De situ et nominibus loco!'1un hebraicorum, aggiungendo, levando, correggendo e (3) Graccorum stirps, soboles Scipionum, Pauli haeres, cuius vocabulum trahit,
qualche volta sbagliando. Jlarliae Papyriae, matris Africani, vera et germana progenies. - (HIERONYM.'
(2) Circa il signi1ìcato di quest'espressione, vedi il Capo V. 'E,_ 108 ad Eustoch. Epitaphium Paulae matris). Egli è appunto in quest'epitaffio od
(3) Già riportato superiormente nella versione latina del Valois. . ~i) funebre dell'inclita dama, che il S. D. ripassandone tutta la vita, descrive il viaggio
(4) De sex retatibus mundi. Iii· Jti Cl Gerusalem!lle, nel quale egli medesimo l'accompagnava.
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- 36-
Quando gli Arabi musulmani colla presa di Gerusalemme nel 636,
Nazaret veneravasi il luogo , dell'Incarnazione del Verbo, in Betlemme
e due anni do!)o con quella di Cesarea, si furon resi padroni del-
quello della nascita di Gesù, in Gerusalemme quello della sua (intera Palestina e la desolarono dall' Antilibano al deserto, e dal
morte e risurrezione, e via dicendo: santuari tutti che furono, al Giordano al Mediterraneo, lo splendore d'Emaus dev'essersi assai
raccontar di Girolamo, visitati egualmente dalla divota matrona in presto abbacinato. Di fatto il Pellegrinaggio di S. Villibaldo non
quel suo pellegrinaggio.
dice più che egli abbia visitato la città di Nicopoli, ma solo il vil-
Pare che la patria di eleofa non sia stata tarda a ricevere la ' Iaggio di Emaus, che era stato Nicopoli; con che ci apprende che,
cristiana fede. Se vero è quanto si legge nel Martirologio Romano sotto la dominazione maomettana, Nicopoli ' aveva ripigliato il prisco
ai 25 di settembre, sulla fede di quelli d'Usuardo e di Adone e nome, che ancor conserva, come tra poco vedremo, ai tempi nostri.
de' greci Menei (specie di Breviario diviso in dodici parti pei dodici Aggiunge tuttavia quel Pellegrinaggio, che il Santo visitò la casa
mesi dell'anno), che Cleofa sia stato ucciso nella propria casa dagli di Cleofa convertita in chiesa; quella chiesa adunque, quel caro
Ebrei, in' odio di Cristo, perchè, domando io, il sangue di lui non santuario doveva essere ancora in piedi. Ma se non fu distrutto
sarebbe stato, come quello di tant'altri martiri, seme di cristiani . nell'842, quando il fanatico Tarnin Habuhard, alla testa di trenta-
nella sua patria? Perchè gli Apostoli ed i primi banditori del Van- mila fanatizzati, sotto pretesto di rifiorire lo scaduto islamismo,
gelo non avranno fatto conoscere Cristo Dio in Emaus, dov'egli coperse la Palestina di sangue cristiano e di ruine (I), quel san-
stesso erasi manifestato particolarmente a due di que' terrazzani mario non pote certamente scampare all'eccidio universale delle
colla sua risurrezione gloriosa da morte, che fu il suggello più chiese, ordinato sul bel principio del secolo undecimo dal califfo
• autentico della sua divinità? E la fontana resavi da lui medesimo fatimita Hascem Biamr-illàh, che fu il Nerone ed il Caligola degli
prodigiosa non avrà giovato anch'essa a ridurre, e presto, alla fede Arabi, persecutore degli Ebrei, dei Cristiani e degli stessi islamiti (2).
di lui un villaggio, nel qua le essa rimaneva della potenza divina I Crociati giunti in Palestina nella state d'et 1099, prima di sa-
del Cristo testimonio perenne? Che se quel villaggio ricovrò l'an- Ijre ad assediare Gerusalemme, fecero l'ultima tappa del lungo
tico onore di città per opera di un seguace di Gesù, e se lo ebbe \"iaggio in Emaus, dove sul far della sera, iam die adve:sperascente(3),
governatore, pon mostra abbastanza chiaro questo fatto, che Emaus ricevettero una deputazione cristiana da Betlemme, implorando im-
era fin d'aHo'ra, nella più parte almeno, cristiano? E perciocchè mediato soccorso, e donde verso la mezzanotte parW '~'Y'eloce per
usav,a ; J!~~~ftlì'e' tempi che ogni città si avesse il suo vescovo, proba- colà il pio Tancredi a tutelarvi col suo temuto stendar~~q:~'f mi-
bilmente vi fu eretta fin d'allora quella cattedra episcopale che nacciata basilica della Natività. Allora Emaus era un'altra YQ1ta un
cent'anni appresso troviamo già fondata, e sappiamo aver fatto
meschin villaggio; ne i liberatori della Gran Tomba, sebbene lo
,parte della provincia ecclesi,astica, detta della Palestina Prima, di
riconoscessero pur sempre per l'Emaus-Nicopoli del Vangelo, pen-
cui Cesarea di mare era metropoli. Gli Atti degli antichi concilii ci s.arono mai ad ammegliorarne le sorti. Nelle famose Assisie di
fanno conoscere il nome di più vescovi nicopolitani, di cui uno in- Ge,.'usalemme, pubblicate nel nostro secolo dal Beugnot, troyasi
terviene all'ecumenico Niceno I, nell'anno 325, un altro al Costan- una lista di cinquantanove luoghi che avevano Corte di giustizia o
tinopolitano IV, ecumenico II nel 381, ed un terzo al concilio pro-
vinciale, tenutosi nella prossima Diospoli o Lidda nel 415, per non
dire di altri posteriori. ( ') Come racconta Abulfaragio o Barebreo nel suo Chronicon Syriacum, tradu-
Cirillo Scitopolitano, che fioriva verso l'anno 525, racconta nella rione di EdoaI'do Pococke, parte I.
(2) L'intero nome assunto da questo mostro nel cingere la s,ciabola dei Califfi era
Vita di S. Saba che il venerando cenobiarca, avendo sperimentato El J1Q'ns'nr ab'!). Ali Hahem Beamrillah. Egli era figliO d'uno dei migliori sovrani che
ribelli molti de' suoi monaci, abbandonò la laura resa celebre dal abbia avuto l'Egitto musulmano, e d'una greca. Sulla distruzione ordinata da lui del Santo
suo nome, e che ancor sussiste, e venne a fondare un nuovo mo- ~Icro e delle altre chiese, vedi le storie di Hodolfo Glaber e di Guglielmo Tirio fra
nastero a Nicopoli (il; del qual monastero tut.tavia più non trovasi i Ia.lini ; e fra gli arabi quelle di El Macin, l\facrizi ed Abulfarag. Vedi pure la storia
nei posteriori tempi alcuna ricordanza. blioa dei Patriarchi Corti, che da docu menti nazionali in parte tradusse ed in parte com-
piJò il celebre orientalista ab. Eusebio Renaudot.
t31 ALBERTI A QU ENSIS, Historia lrierosolymitanae expeditionis, lib. V, 4·4.
(,1) V. la Vita del Santo nel vol. III, Ecclesiae Graecae monumenta, del Cotelerio.
- 37-
- 36-
Quando gli Arabi musulmani colla presa di Gerusalemme nel 636,
Nazaret veneravasi il luogo , dell'Incarnazione del Verbo, in Betlemme
e due anni do!)o con quella di Cesarea, si furon resi padroni del-
quello della nascita di Gesù, in Gerusalemme quello della sua (intera Palestina e la desolarono dall' Antilibano al deserto, e dal
morte e risurrezione, e via dicendo: santuari tutti che furono, al Giordano al Mediterraneo, lo splendore d'Emaus dev'essersi assai
raccontar di Girolamo, visitati egualmente dalla divota matrona in presto abbacinato. Di fatto il Pellegrinaggio di S. Villibaldo non
quel suo pellegrinaggio.
dice più che egli abbia visitato la città di Nicopoli, ma solo il vil-
Pare che la patria di eleofa non sia stata tarda a ricevere la ' Iaggio di Emaus, che era stato Nicopoli; con che ci apprende che,
cristiana fede. Se vero è quanto si legge nel Martirologio Romano sotto la dominazione maomettana, Nicopoli ' aveva ripigliato il prisco
ai 25 di settembre, sulla fede di quelli d'Usuardo e di Adone e nome, che ancor conserva, come tra poco vedremo, ai tempi nostri.
de' greci Menei (specie di Breviario diviso in dodici parti pei dodici Aggiunge tuttavia quel Pellegrinaggio, che il Santo visitò la casa
mesi dell'anno), che Cleofa sia stato ucciso nella propria casa dagli di Cleofa convertita in chiesa; quella chiesa adunque, quel caro
Ebrei, in' odio di Cristo, perchè, domando io, il sangue di lui non santuario doveva essere ancora in piedi. Ma se non fu distrutto
sarebbe stato, come quello di tant'altri martiri, seme di cristiani . nell'842, quando il fanatico Tarnin Habuhard, alla testa di trenta-
nella sua patria? Perchè gli Apostoli ed i primi banditori del Van- mila fanatizzati, sotto pretesto di rifiorire lo scaduto islamismo,
gelo non avranno fatto conoscere Cristo Dio in Emaus, dov'egli coperse la Palestina di sangue cristiano e di ruine (I), quel san-
stesso erasi manifestato particolarmente a due di que' terrazzani mario non pote certamente scampare all'eccidio universale delle
colla sua risurrezione gloriosa da morte, che fu il suggello più chiese, ordinato sul bel principio del secolo undecimo dal califfo
• autentico della sua divinità? E la fontana resavi da lui medesimo fatimita Hascem Biamr-illàh, che fu il Nerone ed il Caligola degli
prodigiosa non avrà giovato anch'essa a ridurre, e presto, alla fede Arabi, persecutore degli Ebrei, dei Cristiani e degli stessi islamiti (2).
di lui un villaggio, nel qua le essa rimaneva della potenza divina I Crociati giunti in Palestina nella state d'et 1099, prima di sa-
del Cristo testimonio perenne? Che se quel villaggio ricovrò l'an- Ijre ad assediare Gerusalemme, fecero l'ultima tappa del lungo
tico onore di città per opera di un seguace di Gesù, e se lo ebbe \"iaggio in Emaus, dove sul far della sera, iam die adve:sperascente(3),
governatore, pon mostra abbastanza chiaro questo fatto, che Emaus ricevettero una deputazione cristiana da Betlemme, implorando im-
era fin d'aHo'ra, nella più parte almeno, cristiano? E perciocchè mediato soccorso, e donde verso la mezzanotte parW '~'Y'eloce per
usav,a ; J!~~~ftlì'e' tempi che ogni città si avesse il suo vescovo, proba- colà il pio Tancredi a tutelarvi col suo temuto stendar~~q:~'f mi-
bilmente vi fu eretta fin d'allora quella cattedra episcopale che nacciata basilica della Natività. Allora Emaus era un'altra YQ1ta un
cent'anni appresso troviamo già fondata, e sappiamo aver fatto
meschin villaggio; ne i liberatori della Gran Tomba, sebbene lo
,parte della provincia ecclesi,astica, detta della Palestina Prima, di
riconoscessero pur sempre per l'Emaus-Nicopoli del Vangelo, pen-
cui Cesarea di mare era metropoli. Gli Atti degli antichi concilii ci s.arono mai ad ammegliorarne le sorti. Nelle famose Assisie di
fanno conoscere il nome di più vescovi nicopolitani, di cui uno in- Ge,.'usalemme, pubblicate nel nostro secolo dal Beugnot, troyasi
terviene all'ecumenico Niceno I, nell'anno 325, un altro al Costan- una lista di cinquantanove luoghi che avevano Corte di giustizia o
tinopolitano IV, ecumenico II nel 381, ed un terzo al concilio pro-
vinciale, tenutosi nella prossima Diospoli o Lidda nel 415, per non
dire di altri posteriori. ( ') Come racconta Abulfaragio o Barebreo nel suo Chronicon Syriacum, tradu-
Cirillo Scitopolitano, che fioriva verso l'anno 525, racconta nella rione di EdoaI'do Pococke, parte I.
(2) L'intero nome assunto da questo mostro nel cingere la s,ciabola dei Califfi era
Vita di S. Saba che il venerando cenobiarca, avendo sperimentato El J1Q'ns'nr ab'!). Ali Hahem Beamrillah. Egli era figliO d'uno dei migliori sovrani che
ribelli molti de' suoi monaci, abbandonò la laura resa celebre dal abbia avuto l'Egitto musulmano, e d'una greca. Sulla distruzione ordinata da lui del Santo
suo nome, e che ancor sussiste, e venne a fondare un nuovo mo- ~Icro e delle altre chiese, vedi le storie di Hodolfo Glaber e di Guglielmo Tirio fra
nastero a Nicopoli (il; del qual monastero tut.tavia più non trovasi i Ia.lini ; e fra gli arabi quelle di El Macin, l\facrizi ed Abulfarag. Vedi pure la storia
nei posteriori tempi alcuna ricordanza. blioa dei Patriarchi Corti, che da docu menti nazionali in parte tradusse ed in parte com-
piJò il celebre orientalista ab. Eusebio Renaudot.
t31 ALBERTI A QU ENSIS, Historia lrierosolymitanae expeditionis, lib. V, 4·4.
(,1) V. la Vita del Santo nel vol. III, Ecclesiae Graecae monumenta, del Cotelerio.
- 38-
!
U! Tribunale, di cui ventidue per la nobiltà, e trentasette per la bor-
lt .
:fIl ghesia. A vista di tante Corti, si converrà dire che nel picciol regno
latino non vi avesse villaggio un po' considerevole che non ne
ir, possedesse una; pur tuttav ia, fra que' tanti nomi, uno non se ne
'"~j incontra che rassomigli ad Emaus. Dicasi lo stesso di tutte le piazze
forti, dei vescovadi e dei monisteri, di cui sia menzione nelle storie
od in documenti qualunque di quel tempo (f). Solo da una con-
CAPO III.
venzione (Privilegiu.m concordiae) pattuita tra i canonici del Santo Un Ernaus solo.
Sepolcro e gli Spedalieri di S, Giovanni nel 1141, sembra risultare
r.he il nome d'Emaus fosse rimaso ad una grande possessione, ad
un podere di terreno coltivo (Terra de Emaus) che i detti Speda- Entrando a provare, dopo d'aver rintracciato la storia d'Emaus,
Iieri tolsero in affitto da un Roberto di SangB (Sancti .!Egidii), cb~ unica fu la città di questo nome, sento come un po' di scru-
obbligandosi di pagare ai canonici la metà delle decime provenienti polo pel tempo e la fatica che paionmi sciupati nel togliere a dimo-
dal raccolto del frumento, dell'olio, delle fave, dei ceci, delle len- strare l'evidenza. E per vero dire, se, come abbiam visto, Emaus
ticchie, dei piselli ed altri legumi. Medietatem dedmae de omnibu.s probabilmente era prima Semes, e fu poscia Nicopoli, Semes, Emaus
annonis, scilicet de tritico et oleo, de fabis et ciceribus, de Zent1'bus e Nicopoli non sono che tre nomi designanti una sola e medesima
et pisellis, cnnctisque aliis leguminibus (2). città. Così la JebuS de' Cananei, la Jerusalem di Salomone e l'Elia
Ed è questo l'ultimo documento storico che si riferisca ad di Adriano non sono che tre nomi adoperati successivamente a desi-
Emaus. Cosi col raccolto delle civaie, si termina la storia di quel- gnare l'unica antica metropoli ebrea, Inoltro, se noi abbiam trovato
l'antica città che sotto il nome di Nicopoli era stata per quattro un Emaus città, che prima era Semes, e se poi abbiam trovato un
secoli insigne tra 'le palestine ville, ed aveva pur incominciato coi Emaus villaggio, (',he fu più tardi Nicopoli, noi' abbiam pur visto
combattimenti ed i 'trionfi di Giuda Maccabeo. - Mondane vicissitudini! come e quando quella città fosse stata ridotta a semplice villaggio,
e come e quando quel villaggio ridivenisse città col nome di Nico-
('1) Trovansi tutti riuniti, in qualchesiasi lingua scritti (gli orientali tradotti in frano poli. Dunque il primitivo Semes, r Emaus città, r Emaus villaggio
cese), sino a tutto il secolo XIV nel Recu,eil des Historiens des Croisades) opera vera.
e l'Emaus-Nicopoli sono una cosa sola.
mente degna dell 'A ccademia francese, che ne incominciò sino dal 'I 843 la pubblicazione,
da non terminarsi probabilmente in questo secolo. Dico opera degna di quel dQtto con. Ancora, se degli andati tempi noi non possiam sapere oltre quanto
sesso, vuoi pel grande formato dei volumi, la carta ed i caratteri; vuoi sopratutto per rifl'fiscono o lasciano arguire i documenti ed i monumenti; e se
la completa raccolta di quanto fu scritto in tre secoli sulle crociate, e per le osservazioni nel caso nostro le antiche Memorie non ci parlano più che di un
e note che accompagnano i varii documenti, le quali però non son tutte pari in merito. Emaus solo, mostrandocelo ora città ed ora villaggio, quando por-
Quelle, a cagion d'esempio , che illustrano la Citez de Iherusalem , illustrano ben poco tant.e un nome e qnando un altro, chi è che abbia il diritto di sup-
il suo autore, il quale avr,ebbe fatto meglio ad astenersene,
(2) Vedilo nel Cal'tulaire du Saint Sépulcre per Eugenio Rozière; Parigi, 1849,
porne due? Finalmente, se i documenti che abbiamo fin qui esami-
A proposito del citato documento , se non si osservasse che il linguaggio dominante al. nati, e quelli che ancora ci occorrerà di esaminare, molli di numero,
l, lora in Gerusalemme era il francese, non si capirebbe il barbaro latino di quella con- 'fari di età, differenti di origine, si accordano fra loro nel parlarci
venzione. Le parole /ìrmaveJ'llnt e finila possono solo spiegarsi colle francesi alTermer d' un Emaus solo, e nel mostrarcelo sempre, come a suo luogo
e ferme) ,affittare e fitto. Quella stessa Convenzione era già stata pubblicata cent'anni 17edrassi, nel sito stesso, chi potrà contestarci, essere affatto tolto
prima in Lucca da Sebastiano Paoli nel Codice Diplomatico, dell'Ordine Gerosolimitano,
ed accompagnato dalla conferma cIJe ne Ca il patriarca Guglielmo, iI quale si serve anche
a chicchessia il diritto di pur sospettare pluralità di Emaus?
egli dell'espressione Terra, de Emalls. Ad ogni modo, presso gli Occidentali che soggior- Dal quarto al dodicesimo secolo non ,avvi autore che nomini
navano in Palestina, nel linguaggio almeno del popolo, Emaus aveva perduto finanche Emaus, e non aggiunga che fu pure Nicopoli. E Dotisi che tutti
il nome, e chiamavasi volgarmente Fonfenoù. ( V, Infer. , cap. VIII). Gli arabi tuttavia lo quelli autori sono cristiani, e scrittori di cose ecclesiastiche. Ciò
chiamarono sempre e lo chiamano ancora Emuàs, che altro non è che il primo nome , stante io domando se sia supponibile che, tra tanti scrittori, nis-
in araba forma,
,snno abbia mai avuto occasione di parlare di quell'altr'Emaus, che
•• v . ~
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U! Tribunale, di cui ventidue per la nobiltà, e trentasette per la bor-
lt .
:fIl ghesia. A vista di tante Corti, si converrà dire che nel picciol regno
latino non vi avesse villaggio un po' considerevole che non ne
ir, possedesse una; pur tuttav ia, fra que' tanti nomi, uno non se ne
'"~j incontra che rassomigli ad Emaus. Dicasi lo stesso di tutte le piazze
forti, dei vescovadi e dei monisteri, di cui sia menzione nelle storie
od in documenti qualunque di quel tempo (f). Solo da una con-
CAPO III.
venzione (Privilegiu.m concordiae) pattuita tra i canonici del Santo Un Ernaus solo.
Sepolcro e gli Spedalieri di S, Giovanni nel 1141, sembra risultare
r.he il nome d'Emaus fosse rimaso ad una grande possessione, ad
un podere di terreno coltivo (Terra de Emaus) che i detti Speda- Entrando a provare, dopo d'aver rintracciato la storia d'Emaus,
Iieri tolsero in affitto da un Roberto di SangB (Sancti .!Egidii), cb~ unica fu la città di questo nome, sento come un po' di scru-
obbligandosi di pagare ai canonici la metà delle decime provenienti polo pel tempo e la fatica che paionmi sciupati nel togliere a dimo-
dal raccolto del frumento, dell'olio, delle fave, dei ceci, delle len- strare l'evidenza. E per vero dire, se, come abbiam visto, Emaus
ticchie, dei piselli ed altri legumi. Medietatem dedmae de omnibu.s probabilmente era prima Semes, e fu poscia Nicopoli, Semes, Emaus
annonis, scilicet de tritico et oleo, de fabis et ciceribus, de Zent1'bus e Nicopoli non sono che tre nomi designanti una sola e medesima
et pisellis, cnnctisque aliis leguminibus (2). città. Così la JebuS de' Cananei, la Jerusalem di Salomone e l'Elia
Ed è questo l'ultimo documento storico che si riferisca ad di Adriano non sono che tre nomi adoperati successivamente a desi-
Emaus. Cosi col raccolto delle civaie, si termina la storia di quel- gnare l'unica antica metropoli ebrea, Inoltro, se noi abbiam trovato
l'antica città che sotto il nome di Nicopoli era stata per quattro un Emaus città, che prima era Semes, e se poi abbiam trovato un
secoli insigne tra 'le palestine ville, ed aveva pur incominciato coi Emaus villaggio, (',he fu più tardi Nicopoli, noi' abbiam pur visto
combattimenti ed i 'trionfi di Giuda Maccabeo. - Mondane vicissitudini! come e quando quella città fosse stata ridotta a semplice villaggio,
e come e quando quel villaggio ridivenisse città col nome di Nico-
('1) Trovansi tutti riuniti, in qualchesiasi lingua scritti (gli orientali tradotti in frano poli. Dunque il primitivo Semes, r Emaus città, r Emaus villaggio
cese), sino a tutto il secolo XIV nel Recu,eil des Historiens des Croisades) opera vera.
e l'Emaus-Nicopoli sono una cosa sola.
mente degna dell 'A ccademia francese, che ne incominciò sino dal 'I 843 la pubblicazione,
da non terminarsi probabilmente in questo secolo. Dico opera degna di quel dQtto con. Ancora, se degli andati tempi noi non possiam sapere oltre quanto
sesso, vuoi pel grande formato dei volumi, la carta ed i caratteri; vuoi sopratutto per rifl'fiscono o lasciano arguire i documenti ed i monumenti; e se
la completa raccolta di quanto fu scritto in tre secoli sulle crociate, e per le osservazioni nel caso nostro le antiche Memorie non ci parlano più che di un
e note che accompagnano i varii documenti, le quali però non son tutte pari in merito. Emaus solo, mostrandocelo ora città ed ora villaggio, quando por-
Quelle, a cagion d'esempio , che illustrano la Citez de Iherusalem , illustrano ben poco tant.e un nome e qnando un altro, chi è che abbia il diritto di sup-
il suo autore, il quale avr,ebbe fatto meglio ad astenersene,
(2) Vedilo nel Cal'tulaire du Saint Sépulcre per Eugenio Rozière; Parigi, 1849,
porne due? Finalmente, se i documenti che abbiamo fin qui esami-
A proposito del citato documento , se non si osservasse che il linguaggio dominante al. nati, e quelli che ancora ci occorrerà di esaminare, molli di numero,
l, lora in Gerusalemme era il francese, non si capirebbe il barbaro latino di quella con- 'fari di età, differenti di origine, si accordano fra loro nel parlarci
venzione. Le parole /ìrmaveJ'llnt e finila possono solo spiegarsi colle francesi alTermer d' un Emaus solo, e nel mostrarcelo sempre, come a suo luogo
e ferme) ,affittare e fitto. Quella stessa Convenzione era già stata pubblicata cent'anni 17edrassi, nel sito stesso, chi potrà contestarci, essere affatto tolto
prima in Lucca da Sebastiano Paoli nel Codice Diplomatico, dell'Ordine Gerosolimitano,
ed accompagnato dalla conferma cIJe ne Ca il patriarca Guglielmo, iI quale si serve anche
a chicchessia il diritto di pur sospettare pluralità di Emaus?
egli dell'espressione Terra, de Emalls. Ad ogni modo, presso gli Occidentali che soggior- Dal quarto al dodicesimo secolo non ,avvi autore che nomini
navano in Palestina, nel linguaggio almeno del popolo, Emaus aveva perduto finanche Emaus, e non aggiunga che fu pure Nicopoli. E Dotisi che tutti
il nome, e chiamavasi volgarmente Fonfenoù. ( V, Infer. , cap. VIII). Gli arabi tuttavia lo quelli autori sono cristiani, e scrittori di cose ecclesiastiche. Ciò
chiamarono sempre e lo chiamano ancora Emuàs, che altro non è che il primo nome , stante io domando se sia supponibile che, tra tanti scrittori, nis-
in araba forma,
,snno abbia mai avuto occasione di parlare di quell'altr'Emaus, che
•• v . ~
- 40 .--- - 41-
non fu ~icopoli, e così condurci ad ammetterne due? Cresce la e nODl.arasi Hir-Semes. Nel quarto spiega 'le parole del pro-
difficoltà se si pretenda di sostenere, come da taluno si fe', che ia tampest.n'bus Philistiim, nella pianura de' Filistei, per indi-
1'Emaus che non fu Nicopoli era appunto l'Emaus del Vangelo; . che Emans, al pari di Lidda, apparteneva, non alla montuosa
chè allora con più ragione io domando: È egli supponibile che - idea, ma alla bassa Filistina, o, come allora dicevasi, Palestina.
tanti scrittori cristiani, parlando d'Emaus, non abbiano mai parlato ~ ~, quinto parla di Giulio Africano, il felice restauratore d'Emaus,
dell'Emaus del Vangelo, differente dall' Emaus-Nicopoli? Ma che si 3\efagli ottenuto 1'antico onore di città. Nel sesto ci mostra
potrà poi rispondere, se tutti quegli scrittori, parlando d'Emaus, Roaus come patria di Cleofa, de quo loco fuit Cleophas. Nel settimo
parlarono appunto dell' Emaus evangelico, e questo, precisamente 'ioaJmente ce lo indica come santuario di Cristo risorto e ricono-
questo asserirono esser diventato Nicopoli? E qui, per andarne per- . ~ot{), donde per andar a Gerusalemme ci mostra che dovevasi
suasi, basterà di rileggere i testi di quei medesimi autori che noi subito salire, essendo esso appiè dei monti. Dovunque poi, Giro-
abbiam prodotti nel Capo antecedente. L'Emaus evangelico, e l'Emaus- lamo ad Emaus unisce invariabilmente Nicopoli, come aveva fatto
Nicopoli sono una cosa sola. . prima di lui Eusebio nella Cronaca e nell' Onomastico, e come fecero
lo so che si va dicendo, risultare dalle varie opere di S. Giro- -dopo di lui tutti gli altri scrittori greci e latini (1).
~'II I lamo, due essere stati i luoghi che portarono questo nome. Si
aggiunge pure che l'illustre Padre su quest'argomento si contrad-
Dunque un solo medesimo Emaus fu da prima città del sole, poi
teatro e testimonio delle vittorie di Giuda Maccabeo, quindi luogo
J dice; ma io che degli scritti del Santo Dottore posso pur dire, che d:ella manifestazione di Cristo risorto a due de'suoi discepoli; e da
nocturna versavi rnanu, versavi diurna (1) , non esito un istante a ultimo citta de un'altra volta, che, in memoria delle romane vittorie,
.. dichiarare, essere la prima asser7jone una menzogna, la seconda Domossi Nicopoli, ed in cui veneravasi come divoto santuario la casa
una calunnia; conciossiachè luogo non v' abbia, in cui Girolamo di Cleora convertita in chiesa.
parli d' Emaus, senza associarvi il nome di Nicopoli. - Emmaus Al consenso universale e perpetuo, che fa dell'Emaus evangelico
quce nune Nicopolis dicitur. Cosi su Daniele. -- Iuxta Nicopolim} e di Nicopoli una cosa sola, si oppose con poca fortuna l'olandese
quce prius Emmaus vocabatur. Cosi sullo stesso profeta. ~- Emmaus Adriano Reland sul principio del secolo diciottesimo(21. Osservando
qttce nune appellatur Nicopolis. Cosi su . d'Ezechiele. - Lyddam et egli che l'Emaus del Vangelo è designato quale villaggio distante
Emmaum, Diospolim scilicet, Nicopolimq'ue significans. Così su d'Abdia. 60 stadi da Gerusalemme, ètrovando nell'edizione di Gioseffo Flavio,
- Emmaus quce posted Nicopolis appellata est. Cosi negli Scrittori di cui si serviva, fatto cenno di un luogo chiamato Ammaus, egual-
Ecclesiastici. - Emmaus est nunc Nicopolis. Cosi nella traduzione mente distante dalla capitale., il qual Ammaus fu da Vespasiano dato
dell' Onomastico d'Eusebio. - Nieopolis quCE prius Emmaus voca- ad abitare ad 800 veterani clopo la totale sommissione della Giudea,
batur. Così finalmente nell'Epitaffio di Paola. conchiuse che l'Emaus di S. Luca e l'Ammaus dello storico ebreo
Qui, come ognun vede, sono sette luoghi, nel primo dei quali erano una cosa sola, un solo villaggio, differente dalla città di Emaus-
S. Girolamo parla di quell' Emaus, presso cui « Giuda Maccabeo Nicopol i (:3). Con tutto il rispetto dovuto al dotto orientalista, la
« (sono parole del Santo) aveva sconfitto i capitani d' Antioco; »
parla cioè dell' Emaus del libro I de' Maccabei, che trovavasi nella
pianura, in terra ca'11~pestri, Nel secondo compie l'indieazionelocale i I) I passi dei quali noi abbiamo già visti nel capo antecedente.
di quel sacro libro, aggiugnendo che Don solo era in pianura, ma (2) Adriano Relalld, figlio d'un ministro protestante d'Amsterdam , fu professore di
presso i monti, alle falde loro, per cui prosegue dicendo che tro- nn81c orientali e di antichità ecclesiastiche nell'Università di Utrecht. Nacque nel ;1676,
morì di vaiuolo ileI ,17'18. Due anni prima aveva pubblicato in Norimberga la seconda
vavasi là, ubi iudcece provincice montana 1'ncipiunt consurgere. Nel edizione della sua Palaestina, meritamente lodata, sebbene non scevra d'errori per non
terzo parla di quel!' Emaus che fu primitivo partaggio della tribù aver egli · percorso la Sacra Terra cIle illustrò. La prima edizione era di Leida (Lugd'tt·
lwm Batavorurn) 11706,
(3) Senza aver riflettuto che solo per la somiglianza dei nomi Emmaus ed Ammaus
(1) Anzi li sto ancoi' sempre ripassando 'nell'ottima seconda edizione del Vallarsi, e erano stati presi per un nome solo, e dietro d'una tal supposizione eransi volute accoro
mi lusingo di darne sufficienti prove IleI decoI'so della presente MemorIa. Il mio Avver- dare le distanze dell'uno e dell'altro, correggendo colla comune dei 60 stadi del VangelO
sario mi deride percllè ne freme. l'altra di soli 30 di Gioselfo Flavio,
- 40 .--- - 41-
non fu ~icopoli, e così condurci ad ammetterne due? Cresce la e nODl.arasi Hir-Semes. Nel quarto spiega 'le parole del pro-
difficoltà se si pretenda di sostenere, come da taluno si fe', che ia tampest.n'bus Philistiim, nella pianura de' Filistei, per indi-
1'Emaus che non fu Nicopoli era appunto l'Emaus del Vangelo; . che Emans, al pari di Lidda, apparteneva, non alla montuosa
chè allora con più ragione io domando: È egli supponibile che - idea, ma alla bassa Filistina, o, come allora dicevasi, Palestina.
tanti scrittori cristiani, parlando d'Emaus, non abbiano mai parlato ~ ~, quinto parla di Giulio Africano, il felice restauratore d'Emaus,
dell'Emaus del Vangelo, differente dall' Emaus-Nicopoli? Ma che si 3\efagli ottenuto 1'antico onore di città. Nel sesto ci mostra
potrà poi rispondere, se tutti quegli scrittori, parlando d'Emaus, Roaus come patria di Cleofa, de quo loco fuit Cleophas. Nel settimo
parlarono appunto dell' Emaus evangelico, e questo, precisamente 'ioaJmente ce lo indica come santuario di Cristo risorto e ricono-
questo asserirono esser diventato Nicopoli? E qui, per andarne per- . ~ot{), donde per andar a Gerusalemme ci mostra che dovevasi
suasi, basterà di rileggere i testi di quei medesimi autori che noi subito salire, essendo esso appiè dei monti. Dovunque poi, Giro-
abbiam prodotti nel Capo antecedente. L'Emaus evangelico, e l'Emaus- lamo ad Emaus unisce invariabilmente Nicopoli, come aveva fatto
Nicopoli sono una cosa sola. . prima di lui Eusebio nella Cronaca e nell' Onomastico, e come fecero
lo so che si va dicendo, risultare dalle varie opere di S. Giro- -dopo di lui tutti gli altri scrittori greci e latini (1).
~'II I lamo, due essere stati i luoghi che portarono questo nome. Si
aggiunge pure che l'illustre Padre su quest'argomento si contrad-
Dunque un solo medesimo Emaus fu da prima città del sole, poi
teatro e testimonio delle vittorie di Giuda Maccabeo, quindi luogo
J dice; ma io che degli scritti del Santo Dottore posso pur dire, che d:ella manifestazione di Cristo risorto a due de'suoi discepoli; e da
nocturna versavi rnanu, versavi diurna (1) , non esito un istante a ultimo citta de un'altra volta, che, in memoria delle romane vittorie,
.. dichiarare, essere la prima asser7jone una menzogna, la seconda Domossi Nicopoli, ed in cui veneravasi come divoto santuario la casa
una calunnia; conciossiachè luogo non v' abbia, in cui Girolamo di Cleora convertita in chiesa.
parli d' Emaus, senza associarvi il nome di Nicopoli. - Emmaus Al consenso universale e perpetuo, che fa dell'Emaus evangelico
quce nune Nicopolis dicitur. Cosi su Daniele. -- Iuxta Nicopolim} e di Nicopoli una cosa sola, si oppose con poca fortuna l'olandese
quce prius Emmaus vocabatur. Cosi sullo stesso profeta. ~- Emmaus Adriano Reland sul principio del secolo diciottesimo(21. Osservando
qttce nune appellatur Nicopolis. Cosi su . d'Ezechiele. - Lyddam et egli che l'Emaus del Vangelo è designato quale villaggio distante
Emmaum, Diospolim scilicet, Nicopolimq'ue significans. Così su d'Abdia. 60 stadi da Gerusalemme, ètrovando nell'edizione di Gioseffo Flavio,
- Emmaus quce posted Nicopolis appellata est. Cosi negli Scrittori di cui si serviva, fatto cenno di un luogo chiamato Ammaus, egual-
Ecclesiastici. - Emmaus est nunc Nicopolis. Cosi nella traduzione mente distante dalla capitale., il qual Ammaus fu da Vespasiano dato
dell' Onomastico d'Eusebio. - Nieopolis quCE prius Emmaus voca- ad abitare ad 800 veterani clopo la totale sommissione della Giudea,
batur. Così finalmente nell'Epitaffio di Paola. conchiuse che l'Emaus di S. Luca e l'Ammaus dello storico ebreo
Qui, come ognun vede, sono sette luoghi, nel primo dei quali erano una cosa sola, un solo villaggio, differente dalla città di Emaus-
S. Girolamo parla di quell' Emaus, presso cui « Giuda Maccabeo Nicopol i (:3). Con tutto il rispetto dovuto al dotto orientalista, la
« (sono parole del Santo) aveva sconfitto i capitani d' Antioco; »
parla cioè dell' Emaus del libro I de' Maccabei, che trovavasi nella
pianura, in terra ca'11~pestri, Nel secondo compie l'indieazionelocale i I) I passi dei quali noi abbiamo già visti nel capo antecedente.
di quel sacro libro, aggiugnendo che Don solo era in pianura, ma (2) Adriano Relalld, figlio d'un ministro protestante d'Amsterdam , fu professore di
presso i monti, alle falde loro, per cui prosegue dicendo che tro- nn81c orientali e di antichità ecclesiastiche nell'Università di Utrecht. Nacque nel ;1676,
morì di vaiuolo ileI ,17'18. Due anni prima aveva pubblicato in Norimberga la seconda
vavasi là, ubi iudcece provincice montana 1'ncipiunt consurgere. Nel edizione della sua Palaestina, meritamente lodata, sebbene non scevra d'errori per non
terzo parla di quel!' Emaus che fu primitivo partaggio della tribù aver egli · percorso la Sacra Terra cIle illustrò. La prima edizione era di Leida (Lugd'tt·
lwm Batavorurn) 11706,
(3) Senza aver riflettuto che solo per la somiglianza dei nomi Emmaus ed Ammaus
(1) Anzi li sto ancoi' sempre ripassando 'nell'ottima seconda edizione del Vallarsi, e erano stati presi per un nome solo, e dietro d'una tal supposizione eransi volute accoro
mi lusingo di darne sufficienti prove IleI decoI'so della presente MemorIa. Il mio Avver- dare le distanze dell'uno e dell'altro, correggendo colla comune dei 60 stadi del VangelO
sario mi deride percllè ne freme. l'altra di soli 30 di Gioselfo Flavio,
- 4'2 - - 43-
cui erudizione rese pure un grande servigio alla geografia biblica, sealuriva nell' Emaus del Vangelo; ma nissuno lascia credere che
questa sua ipotesi si chiarisce per più ragioni erronea. E valga ifi fossero terme, o che quella fonte desse salute per esser ter-
il vero:
male, sì invece per virtù comunicatale da Cristo, che prima non
lO Se si crede alla testimonianza d'Eusebio e di S. Girolamo e aveva. Noi vedremo tra poco donde proceda il nome dell' Ammaus
degli altri antichi scrittori greci e latini quando ci apprendono che d-egli 800 emeriti, il quale non ha nulla che fare nè colla fonte
Emaus divenne più tardi Nicopoli, perchè non si dovrà creder loro prodigiosa d'Emaus, nè coi bagni ammauntei delle vicinanze di Tibe-
quando asseriscono che l'Emaus-Nicopoli era il luogo della mani- riade, che ancor durano caldissimi.
festazione di Cristo ai due discepoli emauntei? Eusebio e Girolamo 3° Gioseffo, parlando d'Ammaus, ne nota la distanza dalla me-
lavorarono sulla geografia biblica quanto il Reland, il quale non tropoli; distanza che non ha notatO mai con Emaus, sebbene da
so se senza quei due avrebbe mai potuto scrivere la sua prege- lui nominato prima nelle sue storie per forse dieci volte. Perchè
vole PalfEstina. Eusebio e Girol:\mo scrivevano nella contrada stessa questa differenza, se non perchè il sito d'Emaus, già città e topar-
di cui scrivevano, che il Reland non vide mai, e scrivevano cogli chia o capoluogo di distretto era a tutti conosciuto, mentre il sito
oggetti dei loro studi sotto gli occhi. Eusebio e Girolamo cono- d' Ammaus, ridotto a semplice luogo (xtt>ptov) era alla comune dei
scevano le storie di Gioseffo, che citano spesso, quanto e meglio lettori ignoto? Ecco perchè lo storico indicò quel luogo con segnarne
di noi moderni, e ne possedevano Ìl testo più esatto di quello del la distanza dalla capitale. Secondo Gioseffo adunque, altro era Emaus
Reland, essendo più vicini di quattordici o quindici secoli allo ed altro Ammaus.
__Ii"
scrittore. Eusebio e Girolamo finalmente non esprimono, parlando 4° Per quella distanza appunto che Gioseffo assegnò ad Ammaus,
,.d'Emaus, un'opinione loro particolare come il Reland, ma sono 'evi- questo non può assolutamente esser preso per Emaus, a meno che
.~~ dentemente i testill\oni d'una tradizione stabilita e comune all'Oriente si voglia accusare lo storico di contraddizione. Quell' Ammaus difatto
ilt e all'Occidente, come quella che in Emaus-Nicopoli, allon insigne
città, venerava la casa di Cleora, consecrata dalla presenza e pro-
nè con 30 nè con 60 stadi da Gerusalemme potrebbe uscire dai
monti della Giudea, ed accamparsi nella pianura: quell' Ammaus adun-
' 111111 1 digiosa manifestazione di Cristo risorto. Perchè, se l'Emaus evan- que non potrebbe mai essere quell'Emaus che Gioseffo medesimo,
"~ gelico e l'Ammaus degli 800 emeriti erano una cosa sola, perchè d'accordo col lib. 1. de'Maccabei e colla tradizione cristiana ed ebrea
I

;1
il
if
Eusebio e Girolamo non l'osservarono tanto tempo prima del Reland, (ed a suo luogo la vedremo), colloca nella pianura, in lo co campestri,
q mentre invece osservarono che erano una cosa sola l'Emaus del come abbiam già veduto.
Vangelo e Nicopoli ?(f)
5° Emaus dallo stessD Gioseffo è sempre designato come città
2° La differenza fra Emaus ed Ammaus, tenuto conto della diversa (Antiq. XlI, 7, 3 - XlII, 1,3 - XIV, 11, 2; Bell. I, 11, 2) anzi
provenienza dei due vocaboli, è tale, che, ammessa anche la mede- come toparchia o capoluogo di distretto (Bell. III, 4, 5), finchè, incen-
sima distanza da Gerusalemme, basta di per sè ad avvertire che diato da Quintilio Varo verso il principio della vita mortale di Gesù,
non si possono identificare. Emaus proviene - e non è forse il è ridotto a semplice villaggio, per cui come tale ci è presentato da
Reland medesimo che ce lo insegna? - Emaus proviene da Semes , S. Luca quando trent' anni più tardi lo visita il Redentore risorto,
che significa sole, ed Ammaus dall' ebraico Amma, che vale caldo che vi si fa riconoscere da due suoi discepoli. L'Ammaus degli 800
e calore, o, come spiega Gioseffo Flavio, acque calde? Ammaus, si emeriti di Tito Hon ci è designato dallo stesso storico ebreo nè
quis nomen interpreletur, aquce callidce vocantur. (Bell. IV, 1, 3). come città nè come villaggio, ma come un luogo qualunque di quel
Gli antichi cristiani ci parlano, è vero, d'una sorgente salutare che nome. L'Ammaus adunque non sarà mai Emaus.
6° È egli poi ben certo che l'Ammaus voluto da Reland iden-
(1) S. Girolamo passò in Giudea gli ultimi 34 anni della sua vita, e l'ebbe visitata tificare con Emaus distasse sessanta stadi da Gerusalemme? Scrisse
in ogni sua parte, come attesta egli medesimo a Domnione e Rogaziano nella Prefazione
ai Paralipomeni secondo i LXX. Sacmm sCl'ipturam lucidius intuebitur qui Iudaeam egli veramente così l'ultimo storico della nazione ebrea? lo ho nelle
oculis contemplatus est) et antiquo rum 'l,trbium memorias) locorumque vel eadem mani argomenti più che bastanti per negarlo, e provare che scrisse
vocabula vel mutata cognoverit. Unde et nobis cu'm e fuit cum eruditissimis hebraeo- 30 stadi, non 60. Infatti
rum hunc laborem subire. a) Leggono stadi 30 parecchi manoscritti antichi, come co nfessa
- 4'2 - - 43-
cui erudizione rese pure un grande servigio alla geografia biblica, sealuriva nell' Emaus del Vangelo; ma nissuno lascia credere che
questa sua ipotesi si chiarisce per più ragioni erronea. E valga ifi fossero terme, o che quella fonte desse salute per esser ter-
il vero:
male, sì invece per virtù comunicatale da Cristo, che prima non
lO Se si crede alla testimonianza d'Eusebio e di S. Girolamo e aveva. Noi vedremo tra poco donde proceda il nome dell' Ammaus
degli altri antichi scrittori greci e latini quando ci apprendono che d-egli 800 emeriti, il quale non ha nulla che fare nè colla fonte
Emaus divenne più tardi Nicopoli, perchè non si dovrà creder loro prodigiosa d'Emaus, nè coi bagni ammauntei delle vicinanze di Tibe-
quando asseriscono che l'Emaus-Nicopoli era il luogo della mani- riade, che ancor durano caldissimi.
festazione di Cristo ai due discepoli emauntei? Eusebio e Girolamo 3° Gioseffo, parlando d'Ammaus, ne nota la distanza dalla me-
lavorarono sulla geografia biblica quanto il Reland, il quale non tropoli; distanza che non ha notatO mai con Emaus, sebbene da
so se senza quei due avrebbe mai potuto scrivere la sua prege- lui nominato prima nelle sue storie per forse dieci volte. Perchè
vole PalfEstina. Eusebio e Girol:\mo scrivevano nella contrada stessa questa differenza, se non perchè il sito d'Emaus, già città e topar-
di cui scrivevano, che il Reland non vide mai, e scrivevano cogli chia o capoluogo di distretto era a tutti conosciuto, mentre il sito
oggetti dei loro studi sotto gli occhi. Eusebio e Girolamo cono- d' Ammaus, ridotto a semplice luogo (xtt>ptov) era alla comune dei
scevano le storie di Gioseffo, che citano spesso, quanto e meglio lettori ignoto? Ecco perchè lo storico indicò quel luogo con segnarne
di noi moderni, e ne possedevano Ìl testo più esatto di quello del la distanza dalla capitale. Secondo Gioseffo adunque, altro era Emaus
Reland, essendo più vicini di quattordici o quindici secoli allo ed altro Ammaus.
__Ii"
scrittore. Eusebio e Girolamo finalmente non esprimono, parlando 4° Per quella distanza appunto che Gioseffo assegnò ad Ammaus,
,.d'Emaus, un'opinione loro particolare come il Reland, ma sono 'evi- questo non può assolutamente esser preso per Emaus, a meno che
.~~ dentemente i testill\oni d'una tradizione stabilita e comune all'Oriente si voglia accusare lo storico di contraddizione. Quell' Ammaus difatto
ilt e all'Occidente, come quella che in Emaus-Nicopoli, allon insigne
città, venerava la casa di Cleora, consecrata dalla presenza e pro-
nè con 30 nè con 60 stadi da Gerusalemme potrebbe uscire dai
monti della Giudea, ed accamparsi nella pianura: quell' Ammaus adun-
' 111111 1 digiosa manifestazione di Cristo risorto. Perchè, se l'Emaus evan- que non potrebbe mai essere quell'Emaus che Gioseffo medesimo,
"~ gelico e l'Ammaus degli 800 emeriti erano una cosa sola, perchè d'accordo col lib. 1. de'Maccabei e colla tradizione cristiana ed ebrea
I

;1
il
if
Eusebio e Girolamo non l'osservarono tanto tempo prima del Reland, (ed a suo luogo la vedremo), colloca nella pianura, in lo co campestri,
q mentre invece osservarono che erano una cosa sola l'Emaus del come abbiam già veduto.
Vangelo e Nicopoli ?(f)
5° Emaus dallo stessD Gioseffo è sempre designato come città
2° La differenza fra Emaus ed Ammaus, tenuto conto della diversa (Antiq. XlI, 7, 3 - XlII, 1,3 - XIV, 11, 2; Bell. I, 11, 2) anzi
provenienza dei due vocaboli, è tale, che, ammessa anche la mede- come toparchia o capoluogo di distretto (Bell. III, 4, 5), finchè, incen-
sima distanza da Gerusalemme, basta di per sè ad avvertire che diato da Quintilio Varo verso il principio della vita mortale di Gesù,
non si possono identificare. Emaus proviene - e non è forse il è ridotto a semplice villaggio, per cui come tale ci è presentato da
Reland medesimo che ce lo insegna? - Emaus proviene da Semes , S. Luca quando trent' anni più tardi lo visita il Redentore risorto,
che significa sole, ed Ammaus dall' ebraico Amma, che vale caldo che vi si fa riconoscere da due suoi discepoli. L'Ammaus degli 800
e calore, o, come spiega Gioseffo Flavio, acque calde? Ammaus, si emeriti di Tito Hon ci è designato dallo stesso storico ebreo nè
quis nomen interpreletur, aquce callidce vocantur. (Bell. IV, 1, 3). come città nè come villaggio, ma come un luogo qualunque di quel
Gli antichi cristiani ci parlano, è vero, d'una sorgente salutare che nome. L'Ammaus adunque non sarà mai Emaus.
6° È egli poi ben certo che l'Ammaus voluto da Reland iden-
(1) S. Girolamo passò in Giudea gli ultimi 34 anni della sua vita, e l'ebbe visitata tificare con Emaus distasse sessanta stadi da Gerusalemme? Scrisse
in ogni sua parte, come attesta egli medesimo a Domnione e Rogaziano nella Prefazione
ai Paralipomeni secondo i LXX. Sacmm sCl'ipturam lucidius intuebitur qui Iudaeam egli veramente così l'ultimo storico della nazione ebrea? lo ho nelle
oculis contemplatus est) et antiquo rum 'l,trbium memorias) locorumque vel eadem mani argomenti più che bastanti per negarlo, e provare che scrisse
vocabula vel mutata cognoverit. Unde et nobis cu'm e fuit cum eruditissimis hebraeo- 30 stadi, non 60. Infatti
rum hunc laborem subire. a) Leggono stadi 30 parecchi manoscritti antichi, come co nfessa
- 44-
.~
fil'
il professore Sepp di Monaco, nel suo Viaggio di Terrasanta, che
egli pubblicò per dispense, delle quali m'ebbi SOIt'occbio la prima ~
- 45-
del quale è Ammoa; e questo è lontano da Gerusalemme trenta
nel 1863, in Gerusalemme (l).
• stadi. »
b) La versione latina di Rufino (Lione 1546) porta così: Solis () La traduzione francese delle. storie di Gioseffo, fatta sul testo
autem octingentis militibus illic relictis locum dedit quem incolerent, _greco da Arnoldo d'Andilly, vuoi nella prima edizione di Parigi del
qui vocatur Ammaus. Distat autem ab Hierosolymis triginta stadiis. 1668, vuoi in quella di Brusselle del 1684, come nell' ultima pari-
Chi traduceva Gioseffo in · Gerusalemme tra il IV ed il v secolo gina del 1852, porta trenta stadi. Arnoldo d'Andilly visse dal 1589
è ben presumibile che lavorasse su di Iln testo meno viziato di al 1674.
quelli che pervennero a noi (2'1. Siccome poi nel caso nostro trat- g) Lo stesso numero di stadi porta ancora l'altra versione ita-
lavasi d'un luogo al traduttore vicino, poteva ben egli conoscerne liana del modenese Pietro Lauro, nelle tre edizioni venete" cioè nella
la d is tanza da Ila Ci ttà Santa, cb e egli abita va; oud' é che noi pos- prima anonima del 1608 e nelle altre del 1682 e del 1740.
siamo essere sicuri Ghe scrisse giusto quando scrisse Ammaus e h) Alle versioni latine, italiane e francesi,· aggiungasi l'olandese
non Emaus, trenta stadi e non sessanta (3). fii tutte le opere del Flavio, uscita in Amsterdam nel 1697, che
c) Lo stesso numero Ieggesi nelle due edizioni greco)atine di legge anch'essa trenta stadi.
Ginevra, di cui la· prima è del 1611, la seconda del 1634; ed amen- i) Teodoro di Beza (1519-1605), commentando il capo XXIV di
due leggono trenta stadi.
s. Luca, scrive 'E;'Yjx.oV'tCG•.. aut hic peccatum est in numero, attt
d) Il greco Zonara, verso la fine della prima parte de'suoi An- apud Iosephum non recte scribitur sladia triginla (1). Dunque trenta
nali:, dice di raccontare la Guerra Giudaica con ridurre a compen- stadi portava il testo di cui servivasi Beza.
• dio il racconto di Gioseffo; e giunto allo stabilimento degli 800 k) L'erudito Giovanni Le Clerc (Clericus), morto nel 1736, fa-
emeriti di Tito in Ammaus, scrive anch' egli che distava da Gerusa- ceva nuova edizione dell'Onomastico d'Eusebio e di Girolamo, già
lemme trenta stadi (4). Così dunque portava i/ testo greco nel XII secolo. pubblicato nel secolo antecedente dal Bonfrerio, e .sotto la vooe
e) La traduzi one italiana di Francesco Ba Id etti (Venez ia, 1581 ) 'ElLlLCGouç scriveva: Josephus (lib. VII Belli) triginta tantum stadia
porta così: « Diede loro un luogo dov'essi dovessero abitare, il nome ponit (2\.
l) Un moderno storiografo di Gerusalemme, a cui il mio Avver-
('I) Jerusalem und des heilige lanti; Schoffausen, 1862. sario fa tanto di berretto (Simile simili gaudet), afferma anch'egli
(2) Ru[Jno fondò · in Gerusalemme col denaro di Mclania la Seniore un monastero di che «( questo Emmaus distava da Gerusalemme, secondo Flavio; lo
sacre vergini ed un altro sull'Oliveto pegli uomini, e rimase colà, per testimonianza di ( spazio di 30 stadi. J) (Storia di Gerusalemme, del P. Francesco
Palladio,27 anni. (Histor. lausiaca, cap. 11 8).
(3) Il ginevrino Isacco Casaubon, censore acerrimo del grande annalista Cesare Ba-
da Perinaldo; Roma, 1857, tomo I, pago 432).
ronio, nella sua bxercitatio I, 99, accusa Rufino d'aver lavorato, nella traduzione del m) L'edizione greco-latina che dicono principe di tutte le opere
Flavio, su codici corrottissimi, che, privo di critica, non seppe correggere. Posteriore a del Flavio, preparata dal Dindorf, ed impressa in Parigi da Firmin-
RufIno di mille e dugent'anni, egli sa (come se Ru[Jno stesso fosse venuto dall'altro Didot, 1845-47, legge anch'essa, come abbiam già visto, Ammaus,
mondo a confidarglielo) che non aveva per le mani buoni codici. Ma come potrebbe
e trenta stadi.
provare costui migliori essere i suoi, trascritti ne' bassi tempi, e chi sa da chi, mentre
RufIno, posteriore a Giosetro di soli trecent'anni, viveva e scriveva in Oriente nell'epoca
n) Così 'finalmente legge ancora l'ultima edizione che sia stata
più splendida della letteratura cristiana? Ha egli dimenticato iI fiero aristarco che 'quello fatta fin qui, che è quella del Bekker, in Lipsia nel 1856, come
,era , il secolo di Girolamo in Giudea : di Atanasio in Egitto e di Giangrisostomo in
Costantinopoli? riconosce lo stesso mio Avversario. Dunque il Flavio diè ad Ammaus
30 stadi, non 60.
(4) Del bisantino Giovanni Zonara mi servo dell'edizione greco-latina di Girolamo l
7 Se al dì d'oggi nella Giudea, fra tanti resti d'antichi nomi
)
Wolf (Basilea, 1557) che ne divide gli annali in tre parti, prima delle quali tratta. De
rebus iudaicis ab orbe condito usque ad Hierosolymorum excidiu1n. So che migIiol'e che segnano ancora il sito di tante antiche città, più non rinviensi
è quella di Carlo Du Fresne, che io non ho; ma in quanto nlla citazione qui fatta son
certo che essa è vera, mentre lo stesso Reland scrive (lib. II, cap. 6) Rttfinus et zo-
naras in Iosepho triginta legunt. ( !.I Joh. Ligt(ooti Corographica pattca in Lucam) cap, IV, sect. I, nella grande .
(tlHezione di Biagio Ugolini, voI. V.
[ ~,J Trovasi nello stesso voI. V dell'UgoHni, ThesQnrus antiquitat. sacrarum.
- 44-
.~
fil'
il professore Sepp di Monaco, nel suo Viaggio di Terrasanta, che
egli pubblicò per dispense, delle quali m'ebbi SOIt'occbio la prima ~
- 45-
del quale è Ammoa; e questo è lontano da Gerusalemme trenta
nel 1863, in Gerusalemme (l).
• stadi. »
b) La versione latina di Rufino (Lione 1546) porta così: Solis () La traduzione francese delle. storie di Gioseffo, fatta sul testo
autem octingentis militibus illic relictis locum dedit quem incolerent, _greco da Arnoldo d'Andilly, vuoi nella prima edizione di Parigi del
qui vocatur Ammaus. Distat autem ab Hierosolymis triginta stadiis. 1668, vuoi in quella di Brusselle del 1684, come nell' ultima pari-
Chi traduceva Gioseffo in · Gerusalemme tra il IV ed il v secolo gina del 1852, porta trenta stadi. Arnoldo d'Andilly visse dal 1589
è ben presumibile che lavorasse su di Iln testo meno viziato di al 1674.
quelli che pervennero a noi (2'1. Siccome poi nel caso nostro trat- g) Lo stesso numero di stadi porta ancora l'altra versione ita-
lavasi d'un luogo al traduttore vicino, poteva ben egli conoscerne liana del modenese Pietro Lauro, nelle tre edizioni venete" cioè nella
la d is tanza da Ila Ci ttà Santa, cb e egli abita va; oud' é che noi pos- prima anonima del 1608 e nelle altre del 1682 e del 1740.
siamo essere sicuri Ghe scrisse giusto quando scrisse Ammaus e h) Alle versioni latine, italiane e francesi,· aggiungasi l'olandese
non Emaus, trenta stadi e non sessanta (3). fii tutte le opere del Flavio, uscita in Amsterdam nel 1697, che
c) Lo stesso numero Ieggesi nelle due edizioni greco)atine di legge anch'essa trenta stadi.
Ginevra, di cui la· prima è del 1611, la seconda del 1634; ed amen- i) Teodoro di Beza (1519-1605), commentando il capo XXIV di
due leggono trenta stadi.
s. Luca, scrive 'E;'Yjx.oV'tCG•.. aut hic peccatum est in numero, attt
d) Il greco Zonara, verso la fine della prima parte de'suoi An- apud Iosephum non recte scribitur sladia triginla (1). Dunque trenta
nali:, dice di raccontare la Guerra Giudaica con ridurre a compen- stadi portava il testo di cui servivasi Beza.
• dio il racconto di Gioseffo; e giunto allo stabilimento degli 800 k) L'erudito Giovanni Le Clerc (Clericus), morto nel 1736, fa-
emeriti di Tito in Ammaus, scrive anch' egli che distava da Gerusa- ceva nuova edizione dell'Onomastico d'Eusebio e di Girolamo, già
lemme trenta stadi (4). Così dunque portava i/ testo greco nel XII secolo. pubblicato nel secolo antecedente dal Bonfrerio, e .sotto la vooe
e) La traduzi one italiana di Francesco Ba Id etti (Venez ia, 1581 ) 'ElLlLCGouç scriveva: Josephus (lib. VII Belli) triginta tantum stadia
porta così: « Diede loro un luogo dov'essi dovessero abitare, il nome ponit (2\.
l) Un moderno storiografo di Gerusalemme, a cui il mio Avver-
('I) Jerusalem und des heilige lanti; Schoffausen, 1862. sario fa tanto di berretto (Simile simili gaudet), afferma anch'egli
(2) Ru[Jno fondò · in Gerusalemme col denaro di Mclania la Seniore un monastero di che «( questo Emmaus distava da Gerusalemme, secondo Flavio; lo
sacre vergini ed un altro sull'Oliveto pegli uomini, e rimase colà, per testimonianza di ( spazio di 30 stadi. J) (Storia di Gerusalemme, del P. Francesco
Palladio,27 anni. (Histor. lausiaca, cap. 11 8).
(3) Il ginevrino Isacco Casaubon, censore acerrimo del grande annalista Cesare Ba-
da Perinaldo; Roma, 1857, tomo I, pago 432).
ronio, nella sua bxercitatio I, 99, accusa Rufino d'aver lavorato, nella traduzione del m) L'edizione greco-latina che dicono principe di tutte le opere
Flavio, su codici corrottissimi, che, privo di critica, non seppe correggere. Posteriore a del Flavio, preparata dal Dindorf, ed impressa in Parigi da Firmin-
RufIno di mille e dugent'anni, egli sa (come se Ru[Jno stesso fosse venuto dall'altro Didot, 1845-47, legge anch'essa, come abbiam già visto, Ammaus,
mondo a confidarglielo) che non aveva per le mani buoni codici. Ma come potrebbe
e trenta stadi.
provare costui migliori essere i suoi, trascritti ne' bassi tempi, e chi sa da chi, mentre
RufIno, posteriore a Giosetro di soli trecent'anni, viveva e scriveva in Oriente nell'epoca
n) Così 'finalmente legge ancora l'ultima edizione che sia stata
più splendida della letteratura cristiana? Ha egli dimenticato iI fiero aristarco che 'quello fatta fin qui, che è quella del Bekker, in Lipsia nel 1856, come
,era , il secolo di Girolamo in Giudea : di Atanasio in Egitto e di Giangrisostomo in
Costantinopoli? riconosce lo stesso mio Avversario. Dunque il Flavio diè ad Ammaus
30 stadi, non 60.
(4) Del bisantino Giovanni Zonara mi servo dell'edizione greco-latina di Girolamo l
7 Se al dì d'oggi nella Giudea, fra tanti resti d'antichi nomi
)
Wolf (Basilea, 1557) che ne divide gli annali in tre parti, prima delle quali tratta. De
rebus iudaicis ab orbe condito usque ad Hierosolymorum excidiu1n. So che migIiol'e che segnano ancora il sito di tante antiche città, più non rinviensi
è quella di Carlo Du Fresne, che io non ho; ma in quanto nlla citazione qui fatta son
certo che essa è vera, mentre lo stesso Reland scrive (lib. II, cap. 6) Rttfinus et zo-
naras in Iosepho triginta legunt. ( !.I Joh. Ligt(ooti Corographica pattca in Lucam) cap, IV, sect. I, nella grande .
(tlHezione di Biagio Ugolini, voI. V.
[ ~,J Trovasi nello stesso voI. V dell'UgoHni, ThesQnrus antiquitat. sacrarum.
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traccia d'Ammaus da poter dire «( fu qui, » e misurarne la vera
no villaggio che possedeva ficca fontana e chiamavasi Colonia, pa-
distanza da Gerusalemme, possiam tuttavia trovare più d'una traccia
rola non ebraica, non greca, non araba, ma prettamente romana
della fondazione fallavi da Tito, quando vi collocò gli 800 emeriti,
e latina.
percbè abitassero quel luogo e lo eoltivassero: locum dedit quem
incolerent. Con che il Cesare vincitore fondò in Ammaus quello Ora di codesta Colonia sarà scomparsa ai tempi nostri ogni
traccia? Non sariavi per caso, in vicinanza della Santa Città, un
che allora chiamavasi una colonia. La quale, perciocchè era data
qualche villag~io che ne ricordi il nome e conservi qualche segno
a quegli emeriti come guiderdone del compiuto militare servizio,
doveva senza fallo trovarsi in terreno ubertoso ed irriguo, ma non dell'antico esser suo? - Andando a Gerusalemme dalla parte di
oltre i limiti della montuosa Giudea, perchè del solo paese dei ponente, l'ultimo casale che s' incontra prima d'arrivarvi chiamasi
Giudei fatto . vendere da Tito, ad eccezione d'Ammaus, parla lo sto- per l'appunto Colonieh, che gli Europei di Gerusalemme pronun-
rico (1). Quella colonia inoltre non doveva essere troppo lontana ziano Colonia; ed ivi s'ammira la più florida vegetazione della mon-
tagnosa Giudea, per lo che, e per la sua vicinanza alla ci ttà, pa-
da Gerllsalemme, onde iI forte presidio lasciato colà di un' intera
recchi Europei vanno a passarvi la calda stagione sotto le tende.
legione e di alcune altre compagnie di cavalieri e fanti la proteg-
Entre ce village, leggesi nella Guida moderna di Terrasanta, entre
gesse dagli assalti degli Ebrei dispersi ma frementi, che, come
sappiamo dalla storia, cercarono ancora più volte di accozzarsi e ce village et la ronte on remarque une belle vallée plantée de citron-
niers, d' orangers, de cognassiers, de vignes, d' oliviers, etc., et arrosée
tumultuare. Ma di una tale necessaria protezione, se avrebbe potuto
godere la colonia a soli 20 stadi da Gerusalemme, nùn l'avrebbe par six sources, donl la moins éloignée du chemin, sur le c6té gauche,
. . ,ugualmente goduta a 60, pari a miglia romane sette e mezzo, che est assez abondante ,. il. ·Duolmi che sotto un etcetera la Guida na-
troppo dilungala l'avrebbero da quel presidio. Delle due distanze sconda le fresche ortaglie, e dopo dei limoni, degli aranci, dei
cotogni, delle viti, delle olive, non abbia fatto posto ai fichi ed ai
adunque di Ammaus da Gerusalemme apparisce più ragionevole
quella di soli trenta stadi. melagrani, che producon frutti deliziosi alla vista ed al gusto. Tra-
passata la valletta ubertosissima, si valica un hurrone cui invalse
Cerchiamo adesso se negli antichi scrittori trovi si memoria di
antica colonia in Giudea, e se di questa si riscont ri ancora qualche l'uso di nominare Valle del Terebinlo, sur un ponte a tre archi,
traccia. Alla prima parte della domanda rispondono affermativamente il quale, cogli avanzi degli antichi ornati della maggior fontana iu
due scrittori, di cui uno greco del secolo VI, e l'altro arabo del pietra di taglio, con un moccico ne di torre e rovine d'un antico
villaggio, manifesta, agli occhi degl'intelligenti, romana costruzione,
secolo XIII. È il primo Cirillo Scitopolitano, il quale nella già citata
Vita di S. Saba, ci parla d'una grande siccità che aIDisse la Giudea
da non lasciar più dubbio essere stata qui vi la colonia fondata da
ai giorni del Santo Abbate, e nota che scemarono le acque loro Tito nell'antico luogo di Ammaus, distante non 60 ma 30 stadi da
finanche le fontane di Neftoa e di Colonia. È il secondo lo storico Gerusalemme. La citata Guida di fatto segna, per arrivarvi, un' ora ·
. Ibn -el-atsir, il -quale racconta come nel 1192 (cinque anni dopo sola e diciotto minuti (2\, quanto tempo appunto si vuole per per~
che Saladino aveva preso Gerusalemme) i Franchi fecero una scor- correre 30 stadi, mentre, per arrivare da Gerusalemme a Cubebe,
reria sui monti della Giudea, ed arrivarono sino al casale di Colonia, distante 60 stadì, segna ore due e trenta minuti.
poco lontano dalla perduta città, q uando, incontrati dai Musulmani, 8° Finalmente viene in conferma di tutto ciò l'antica tra~izione
maggiori di numero, furono fatti retrocedere (2). Dunque nel se- rabbiniea, e lo fa in guisa da sciogliere ,ogni difficoltà e dileguare
ogni dubbiezza. Nella Mischna, al trattato della Scenopegia o Festa
colo v e sullo scorcio del XII, non lungi da Gerusalemme esisteva
dei Tabernacoli, si legge: « Sotto Gerusalemme era un paese di

(I) Il passo fu giù riportato nelle note al capo I.


(2) Lo stesso racconta lo storico arabo del Rudaten (I due giardini) anonimo. Vedi ( t ) Gli ide·indicateur des sanct1taires et liwx historiques de la Terre-sainte ,
gli estratti degli storici al'abi nella preziosa Bibliotèque che accompagna l' Histoire des pnulière pai'tie, pag , 1\ H. Lovain, 1876.
Croisades del MicllUud . Lo stesso racconto ripete Muggir Eddiu verso la fine del secolo xv (2) id. ibid., pago ,\ '\7. Nel mio prLllo soggiorno a Gerusalemme (:1847) alcuni ra-
nella sua Storia di G(,l'usalemme e cl>Eb)'on. Così mi assic ur a il mio maestro d'arabo. . ~ di Colonia frequentavano le nostre scuole di S. Salvatore, pal'tendo di colà ogni
e lornandovi ogni sera.
- 46-
- 47-
traccia d'Ammaus da poter dire «( fu qui, » e misurarne la vera
no villaggio che possedeva ficca fontana e chiamavasi Colonia, pa-
distanza da Gerusalemme, possiam tuttavia trovare più d'una traccia
rola non ebraica, non greca, non araba, ma prettamente romana
della fondazione fallavi da Tito, quando vi collocò gli 800 emeriti,
e latina.
percbè abitassero quel luogo e lo eoltivassero: locum dedit quem
incolerent. Con che il Cesare vincitore fondò in Ammaus quello Ora di codesta Colonia sarà scomparsa ai tempi nostri ogni
traccia? Non sariavi per caso, in vicinanza della Santa Città, un
che allora chiamavasi una colonia. La quale, perciocchè era data
qualche villag~io che ne ricordi il nome e conservi qualche segno
a quegli emeriti come guiderdone del compiuto militare servizio,
doveva senza fallo trovarsi in terreno ubertoso ed irriguo, ma non dell'antico esser suo? - Andando a Gerusalemme dalla parte di
oltre i limiti della montuosa Giudea, perchè del solo paese dei ponente, l'ultimo casale che s' incontra prima d'arrivarvi chiamasi
Giudei fatto . vendere da Tito, ad eccezione d'Ammaus, parla lo sto- per l'appunto Colonieh, che gli Europei di Gerusalemme pronun-
rico (1). Quella colonia inoltre non doveva essere troppo lontana ziano Colonia; ed ivi s'ammira la più florida vegetazione della mon-
tagnosa Giudea, per lo che, e per la sua vicinanza alla ci ttà, pa-
da Gerllsalemme, onde iI forte presidio lasciato colà di un' intera
recchi Europei vanno a passarvi la calda stagione sotto le tende.
legione e di alcune altre compagnie di cavalieri e fanti la proteg-
Entre ce village, leggesi nella Guida moderna di Terrasanta, entre
gesse dagli assalti degli Ebrei dispersi ma frementi, che, come
sappiamo dalla storia, cercarono ancora più volte di accozzarsi e ce village et la ronte on remarque une belle vallée plantée de citron-
niers, d' orangers, de cognassiers, de vignes, d' oliviers, etc., et arrosée
tumultuare. Ma di una tale necessaria protezione, se avrebbe potuto
godere la colonia a soli 20 stadi da Gerusalemme, nùn l'avrebbe par six sources, donl la moins éloignée du chemin, sur le c6té gauche,
. . ,ugualmente goduta a 60, pari a miglia romane sette e mezzo, che est assez abondante ,. il. ·Duolmi che sotto un etcetera la Guida na-
troppo dilungala l'avrebbero da quel presidio. Delle due distanze sconda le fresche ortaglie, e dopo dei limoni, degli aranci, dei
cotogni, delle viti, delle olive, non abbia fatto posto ai fichi ed ai
adunque di Ammaus da Gerusalemme apparisce più ragionevole
quella di soli trenta stadi. melagrani, che producon frutti deliziosi alla vista ed al gusto. Tra-
passata la valletta ubertosissima, si valica un hurrone cui invalse
Cerchiamo adesso se negli antichi scrittori trovi si memoria di
antica colonia in Giudea, e se di questa si riscont ri ancora qualche l'uso di nominare Valle del Terebinlo, sur un ponte a tre archi,
traccia. Alla prima parte della domanda rispondono affermativamente il quale, cogli avanzi degli antichi ornati della maggior fontana iu
due scrittori, di cui uno greco del secolo VI, e l'altro arabo del pietra di taglio, con un moccico ne di torre e rovine d'un antico
villaggio, manifesta, agli occhi degl'intelligenti, romana costruzione,
secolo XIII. È il primo Cirillo Scitopolitano, il quale nella già citata
Vita di S. Saba, ci parla d'una grande siccità che aIDisse la Giudea
da non lasciar più dubbio essere stata qui vi la colonia fondata da
ai giorni del Santo Abbate, e nota che scemarono le acque loro Tito nell'antico luogo di Ammaus, distante non 60 ma 30 stadi da
finanche le fontane di Neftoa e di Colonia. È il secondo lo storico Gerusalemme. La citata Guida di fatto segna, per arrivarvi, un' ora ·
. Ibn -el-atsir, il -quale racconta come nel 1192 (cinque anni dopo sola e diciotto minuti (2\, quanto tempo appunto si vuole per per~
che Saladino aveva preso Gerusalemme) i Franchi fecero una scor- correre 30 stadi, mentre, per arrivare da Gerusalemme a Cubebe,
reria sui monti della Giudea, ed arrivarono sino al casale di Colonia, distante 60 stadì, segna ore due e trenta minuti.
poco lontano dalla perduta città, q uando, incontrati dai Musulmani, 8° Finalmente viene in conferma di tutto ciò l'antica tra~izione
maggiori di numero, furono fatti retrocedere (2). Dunque nel se- rabbiniea, e lo fa in guisa da sciogliere ,ogni difficoltà e dileguare
ogni dubbiezza. Nella Mischna, al trattato della Scenopegia o Festa
colo v e sullo scorcio del XII, non lungi da Gerusalemme esisteva
dei Tabernacoli, si legge: « Sotto Gerusalemme era un paese di

(I) Il passo fu giù riportato nelle note al capo I.


(2) Lo stesso racconta lo storico arabo del Rudaten (I due giardini) anonimo. Vedi ( t ) Gli ide·indicateur des sanct1taires et liwx historiques de la Terre-sainte ,
gli estratti degli storici al'abi nella preziosa Bibliotèque che accompagna l' Histoire des pnulière pai'tie, pag , 1\ H. Lovain, 1876.
Croisades del MicllUud . Lo stesso racconto ripete Muggir Eddiu verso la fine del secolo xv (2) id. ibid., pago ,\ '\7. Nel mio prLllo soggiorno a Gerusalemme (:1847) alcuni ra-
nella sua Storia di G(,l'usalemme e cl>Eb)'on. Così mi assic ur a il mio maestro d'arabo. . ~ di Colonia frequentavano le nostre scuole di S. Salvatore, pal'tendo di colà ogni
e lornandovi ogni sera.
- 48- - 49-
« nome Mosa, ed ivi si andava a recidere i salici E ciò, sog-({I. » -'af riferire ùel Flavio, fu fondata in Ammaus, quest'Ammaus
giungo io, in adempimento del divin precetto relativo a quella là esser altro che greca modificazione dell'ebraico Amosa.
settendiale solennità: Sumetisque vobis die primo ... ramos densarum . dli motti, l'antica Amosa, ai tempi deiSiromacedoni e de' To-
frond-ium, et salices de torrente (Levit. XXIIl, 40 (2». A Mosa dunque, \! modificassi grecamente in Ammaus, per cui cosi la nomina
sotto Gerusalemme, sulle sponde d'un torrente, s'andava a recidere GimiseBo, che scrive in greco; ed in essa fu fondata da Tito una
i salici per quella festa. Ma dove e che cos'era codesto Mosa? ~a di veterani, la quale, per esser sola in Giudea, chiamossi
Risponde a questa domanda la Ghemara, la quale non è altro che 'aUro aggiunto la Colonia, nome che si manifesta tuttavia assai
il commento della Mischna; risponde, dico, colla nota seguente.: chiaro nell'arabo di Colonieh (i). Ma questo villaggio dista da Geru-
« Mosa è Colonia. »
mme soli 30 stadi, non 60; vuolsi quindi riconoscere l'antica
Noi abbiam qui nuova testimonianza d'un luogo chiamato Co- -ooe di Gioseffo Flavio, e conchiudere che quel suo Ammaus,
lonia nella Giudea, non molto dopo della romana conquista, il quale :fauo colonia da Tito, non ha nulla che fare coll'Emaus del Vangelo,
era sotto Gerusalemme, cioè non lungi da essa, in basso sito e W17enllto più tardi Nicopoli; ed in ultima conseguenza, non vi fu
sulle sponde di un torrente. Or chiunque conosce la giacitura delle mai più di un Emaus solo.
ruine di Colonieh che dalle sponde d'un torrente, accavalcato da Sgombratami così la via collo scioglimento d'una grave difficoltà
un antico ponte, salgono verso l'elevato villaggio, deve pur rico- SllSCitata dalla falsa o'pinione del detto Adriano Reland, e lieto
noscere che la l\fischna non poteva designar meglio quel luogo in <faier trovato il sito dell'ebraica città d'Amosa, nominata una volta
.. così brevi termini. Colà si è veramente in fondo ad uno stretto sola nella storia, nonchè quello della colonia romana fondata da
vallon~ello, che nella stagione delle pioggie si fa torrente, che ne- Tito in Giudea con 800 emeriti, passo a cercare dove fosse l'unico
cessitò già l'erezione d'un ponte. Proseguendosi di colà verso Ge- Emaus, prendendo per maggiore evidenza le mosse un po' dall'alto.
rnsalemme, si deve salire dove più dove meno per minuti 59,
secondo la citata Guida, onde poggiare all'alto ed aperto pianoro,
.( 1) ~ellllio Pellegrinaggio storico-descrittivo di Terrasanta, io m'era persuaso
in fondo al quale giace la desolata città, a cui di quivi si arriva me Colonieh fosse l'antica Hololl o Colon; su di che Monsignor Dalfi scrisse nel suo
in 19 minuti. Quindi un'o.ra e diciotto minuti, come già notammo, l"iaggio Biblico: « Fra tutte le supposizioni elle si fecero sin ora dai viaggiatori, alma-
era il tempo che anche allora impiegavasi per arrivare dalla ro- ... naccando qual città abbia potuto essere ... noi crediamo che il solo che siasi apposto
mana colonia a Gerusalemme, percorrendo non più di 30 stadi. c (> il nostro P. Bassi che pensò molto propriamente che abbia potuto essere l'antica

Ma perchè quella romana colonia è chiamata Mosa dalla Mischna? ... Ofon o Colon, città della tribù di Giuda. » Abbiasi il Prelato Viaggiatore i miei l'in-
pniamenti per le cortesi espressioni che adoperò sempre a mio riguardo nel suo erudito
- Nel libro di Giosuè (XVIII, 26), fra le città toccate in sorte alla "Vmggio J così in Egitto come in Palestina; ma la verità prima di tutto: e verità è che
tribù di Beniamino, trovasene una di questo nome, o, come legge EIÙ eonto di Colonieh io allora m'ingannai, come dopo di me s'ingannò il Robinson.
la Volgata unendo vi l'articolo, Amosa. Ora se Amosa o Mosa, al Ben credo che nè a costui, nè al Dalfi, nè a me prima di loro sarebbe avvenuto così
dire della Ghemara, fu più tardi Colonia; e se la colonia di Vespa- se ase5:5imo conosciuto, come adesso conosco io, la sentenza della Misclma e della Ghe-
ftW'3 , riportata nel testo.

(1) Presso il Sepp, Jerusalem) etc. - La l"J1Iischna (ripetizione) uscì dalla Scuola
rabbinica di Tiberiade sul principìo del secolo IJI. Si divide in sei pUl'U chiamate Sedarim
(ordini), La seconda, Seder Jloed, donde è tolta la riportata sentenza, tratta delle feste.
La Ghemam (complemento) è la raccolta delle note ed aggiunte alla I\fischna, unita alla
quale forma il Tallnud (dollrina).
(2) La festa clei Tabernacoli: elle noi diciamo delle Frascate, durava sette giol'lli, di
cui il primo e l'ultimo eralll) sabbato, cioè giorni di riposo, con astensione da ogni opera
servile; ed in tutta quella settimana gli Ebrei dimoravano sotto capanne o frascati
« acciocchè le vostre generazioni sappiano che io ho fatto dimorare i figliuoli d'Israel
« in tabernacoli, quando io gli ho (l'atti fuor del paese cl'Egitto. » Così Iddio nell'istituire
quella festa. (/bid. 43).
4
- 48- - 49-
« nome Mosa, ed ivi si andava a recidere i salici E ciò, sog-({I. » -'af riferire ùel Flavio, fu fondata in Ammaus, quest'Ammaus
giungo io, in adempimento del divin precetto relativo a quella là esser altro che greca modificazione dell'ebraico Amosa.
settendiale solennità: Sumetisque vobis die primo ... ramos densarum . dli motti, l'antica Amosa, ai tempi deiSiromacedoni e de' To-
frond-ium, et salices de torrente (Levit. XXIIl, 40 (2». A Mosa dunque, \! modificassi grecamente in Ammaus, per cui cosi la nomina
sotto Gerusalemme, sulle sponde d'un torrente, s'andava a recidere GimiseBo, che scrive in greco; ed in essa fu fondata da Tito una
i salici per quella festa. Ma dove e che cos'era codesto Mosa? ~a di veterani, la quale, per esser sola in Giudea, chiamossi
Risponde a questa domanda la Ghemara, la quale non è altro che 'aUro aggiunto la Colonia, nome che si manifesta tuttavia assai
il commento della Mischna; risponde, dico, colla nota seguente.: chiaro nell'arabo di Colonieh (i). Ma questo villaggio dista da Geru-
« Mosa è Colonia. »
mme soli 30 stadi, non 60; vuolsi quindi riconoscere l'antica
Noi abbiam qui nuova testimonianza d'un luogo chiamato Co- -ooe di Gioseffo Flavio, e conchiudere che quel suo Ammaus,
lonia nella Giudea, non molto dopo della romana conquista, il quale :fauo colonia da Tito, non ha nulla che fare coll'Emaus del Vangelo,
era sotto Gerusalemme, cioè non lungi da essa, in basso sito e W17enllto più tardi Nicopoli; ed in ultima conseguenza, non vi fu
sulle sponde di un torrente. Or chiunque conosce la giacitura delle mai più di un Emaus solo.
ruine di Colonieh che dalle sponde d'un torrente, accavalcato da Sgombratami così la via collo scioglimento d'una grave difficoltà
un antico ponte, salgono verso l'elevato villaggio, deve pur rico- SllSCitata dalla falsa o'pinione del detto Adriano Reland, e lieto
noscere che la l\fischna non poteva designar meglio quel luogo in <faier trovato il sito dell'ebraica città d'Amosa, nominata una volta
.. così brevi termini. Colà si è veramente in fondo ad uno stretto sola nella storia, nonchè quello della colonia romana fondata da
vallon~ello, che nella stagione delle pioggie si fa torrente, che ne- Tito in Giudea con 800 emeriti, passo a cercare dove fosse l'unico
cessitò già l'erezione d'un ponte. Proseguendosi di colà verso Ge- Emaus, prendendo per maggiore evidenza le mosse un po' dall'alto.
rnsalemme, si deve salire dove più dove meno per minuti 59,
secondo la citata Guida, onde poggiare all'alto ed aperto pianoro,
.( 1) ~ellllio Pellegrinaggio storico-descrittivo di Terrasanta, io m'era persuaso
in fondo al quale giace la desolata città, a cui di quivi si arriva me Colonieh fosse l'antica Hololl o Colon; su di che Monsignor Dalfi scrisse nel suo
in 19 minuti. Quindi un'o.ra e diciotto minuti, come già notammo, l"iaggio Biblico: « Fra tutte le supposizioni elle si fecero sin ora dai viaggiatori, alma-
era il tempo che anche allora impiegavasi per arrivare dalla ro- ... naccando qual città abbia potuto essere ... noi crediamo che il solo che siasi apposto
mana colonia a Gerusalemme, percorrendo non più di 30 stadi. c (> il nostro P. Bassi che pensò molto propriamente che abbia potuto essere l'antica

Ma perchè quella romana colonia è chiamata Mosa dalla Mischna? ... Ofon o Colon, città della tribù di Giuda. » Abbiasi il Prelato Viaggiatore i miei l'in-
pniamenti per le cortesi espressioni che adoperò sempre a mio riguardo nel suo erudito
- Nel libro di Giosuè (XVIII, 26), fra le città toccate in sorte alla "Vmggio J così in Egitto come in Palestina; ma la verità prima di tutto: e verità è che
tribù di Beniamino, trovasene una di questo nome, o, come legge EIÙ eonto di Colonieh io allora m'ingannai, come dopo di me s'ingannò il Robinson.
la Volgata unendo vi l'articolo, Amosa. Ora se Amosa o Mosa, al Ben credo che nè a costui, nè al Dalfi, nè a me prima di loro sarebbe avvenuto così
dire della Ghemara, fu più tardi Colonia; e se la colonia di Vespa- se ase5:5imo conosciuto, come adesso conosco io, la sentenza della Misclma e della Ghe-
ftW'3 , riportata nel testo.

(1) Presso il Sepp, Jerusalem) etc. - La l"J1Iischna (ripetizione) uscì dalla Scuola
rabbinica di Tiberiade sul principìo del secolo IJI. Si divide in sei pUl'U chiamate Sedarim
(ordini), La seconda, Seder Jloed, donde è tolta la riportata sentenza, tratta delle feste.
La Ghemam (complemento) è la raccolta delle note ed aggiunte alla I\fischna, unita alla
quale forma il Tallnud (dollrina).
(2) La festa clei Tabernacoli: elle noi diciamo delle Frascate, durava sette giol'lli, di
cui il primo e l'ultimo eralll) sabbato, cioè giorni di riposo, con astensione da ogni opera
servile; ed in tutta quella settimana gli Ebrei dimoravano sotto capanne o frascati
« acciocchè le vostre generazioni sappiano che io ho fatto dimorare i figliuoli d'Israel
« in tabernacoli, quando io gli ho (l'atti fuor del paese cl'Egitto. » Così Iddio nell'istituire
quella festa. (/bid. 43).
4
f III. I i

··1..1 I. ~, - 51 -
Ho schierato fin qui in ordine cronologico dal IV al XIV secolo
la testimonianza di sedici scrittori, di cui sette greci e nove latini,
i quali attestano l'appartenenza d'Emans allà Palestina. Ora ag-
giungo che scrittore antico non trovasi, il quale contraddica, asse-
gnando cioè Emaus ad altra contrada che alla Palestina, per esempio
alla Giudea; e torno a sfidare chiunque a darmi la mentita; racco-
CA·PO IV. mando solo al mio Avversario di non tornar a mentire, facendomi
Ernaus perchè città della PalestinaP fare la sfida più larga di quello che io la faccio e feci (:I.). Ma in-
tanto,perchè mentre questi sedici scrittori s'accordano nel designar
Emaus quale città palestina, nè essi, nè alcun altro antico 'fecero
mai altrettanto con Betlemme, con Gerico, con Betania o con altra
Riportando nei capi antecedenti le testimonianze degli antichi
scrittori cristiani, greci e latini che parlarono. d'Emaus-Nicopoli, città della Giudea, chiamandola egualmente città della Palestina?
7
Dico di più: perchè nissun antico chiamò mai città palestina Ge-
mi sorprese non poco il vedere che tutti si accordavano nel desi-
gnarla città della Palestina. In Palaestina Nieopolis quae prius 7
rusalemme?
Emmaus voeabatur. Così Eusebio nella Cronaca. - Nicopolis Palae-
Prima di rispondere direttamente alla dimanda, incomincio per
stinae urbs, Emmaus prius nuneupata. Così la Cronaca Pasquale od notare che anche la vetusta Torre di Strato ne sul Mediterraneo)
,. Alessandrina. - Emmaus est nune Nicopolis) insignis civitas Palae- ricostrutta splendidamente da Erode, ed in onore d'Augusto no-
minata Cesarea, anch'essa si ebbe dai greci e dai latini la desi-
stinae. Così Girolamo ne' Luoghi Ebraici. - Est urbs Palaestinae,
quae iam Nicopolis dicitur. Così Sozomeno nella Storia. - In Pa- gnazione di Palestina, ma solo dopo che alle sorgenti del Giordano
laestina Nieopolis, quae prius Emmaus vocabatur. Così Cassiodoro era sorta, per opera del tetrarca Filippo, un'altra Cesarea. La Ce-
nella Cronica. - Nicopoli Palaestinae, _quae prius Emmaus voca- sarea quindi di mare fu chiamata Cesarea di Palestina per diffe-
renziarla dalla Cesarea di Filippo (2). Sarebbe per avventura successo
batur. Così Teofane nella Cronografia. - Emmaus Palaestinae vicus.
Così Giorgio il Sincello. - Venit Emmanm victtm Palaestinae. Così alcunchè di uguale al · nostro Emaus? lo credo di sì: credo cioè
il Pellegrinaggio di S. Villibaldo, - In Palaestina Nicopolis} quae che, stante la somiglianza di suono che notasi fra Ammaus ed
prius Emmaus .vocabal'ur. Cosi Beda nelle Sei Età del mondo. _ Emaus, massime da che si incominciò ascriver questo con doppia
Emn~aus Palaestinae castellum. Così Atanasio il Bibliotecario. ---.;
('I) Nella prima edizione di quasto mio lavoro, dopo avere stabilito la sÌnonimia tra
In Palaestina Nicopolis, quae prius Emmaus vocabatur. Così la Palestina e Filistea, io riportai le prime quattordici testimonianze antiche che qui ripeto,
Cronaca di Adone. - Nicopoli Palaeslinae quae et Emmaus dicitur. e poi soggiunsi: « Noi abbiamo schierato qui in ordine cronologico dal IV al XIV secolo
Così Cedreno negli Annali. - Est autem NicopoUs civilas Palae- « la testimonianza di quattordici scrittori, di cui sette greci e sette latini, i quali alte-
stinae. Così Guglielmo di Tiro. - In Palaestina civitas est Nicopolis « stano l'appartenenza d'Emaus alla Palestina. Ora aggiungiamo che scrittore non trovasi
« il quale contraddica, e sfidiamo chiunque a darci la mentita. » Così io scriveva allora;
nomine. Così finalmente Niceforo Callisto. - A questi s'aggiungano e per queste mie parole ben parmi che ogni galantuomo comprenda che io slìdava chic-
due insigni commentatori del lX· secolo, Habano Mauro, che ripete cbessia a produrre· uno scrittore antico, il quale facesse Emaus di altra contrada che
le stesse recitate parole di S. Girolamo (1), e Valafrido Strabone, che della Palestina. lo clifatto proseguiva cosÌ: « EllIaus adunque non appartenne alla tribù
chiosando S. Luca seri ve: Emrnaus ipsa est metropolis, civitas in- « di Giuda od a quella di Beniamino, sì invece a quella di Dan, nè trovavasi sui monti
signis Palaestinae (2 i • « della Giudea, ma nella pianura clelIa Palestina o Filistina. Solo l'ignoranza o la mala
« fede può condur aUri a mostrarla altrove. )) AI leggere queste mie parole, un cotale
elle sembra reclamare per sè il merito della mal a fede, si sbraccia a persuadere chi non
(II) Nella Patrologia del Migne, vol. eXl) 11 pago 38. Ne parla pure nel voI. CIX, mi. ha letto, aver io sfidato chiunque a trovare un antico che adoperi la voce Palestina
pago 'I '152, dove l'Emaus evangelico identilìca con quello del libro de' Maccabei c lo col. in altro senso che di Filistina. E non è forse mala fede far dire all'A vversar'io quello
loca anch'egli in terra campestri. che egli detto non ha per poterlo impugnare?
(2) Nella Glossa intel'linearis, che è COlllUIIelllente creduta di esso Strabone. (2) Di questa giunta fatta al nome della Cesarea di mare sono piene le antiche carte,
e n(li ne incontreremo tra breve non pochi esempi.
f III. I i

··1..1 I. ~, - 51 -
Ho schierato fin qui in ordine cronologico dal IV al XIV secolo
la testimonianza di sedici scrittori, di cui sette greci e nove latini,
i quali attestano l'appartenenza d'Emans allà Palestina. Ora ag-
giungo che scrittore antico non trovasi, il quale contraddica, asse-
gnando cioè Emaus ad altra contrada che alla Palestina, per esempio
alla Giudea; e torno a sfidare chiunque a darmi la mentita; racco-
CA·PO IV. mando solo al mio Avversario di non tornar a mentire, facendomi
Ernaus perchè città della PalestinaP fare la sfida più larga di quello che io la faccio e feci (:I.). Ma in-
tanto,perchè mentre questi sedici scrittori s'accordano nel designar
Emaus quale città palestina, nè essi, nè alcun altro antico 'fecero
mai altrettanto con Betlemme, con Gerico, con Betania o con altra
Riportando nei capi antecedenti le testimonianze degli antichi
scrittori cristiani, greci e latini che parlarono. d'Emaus-Nicopoli, città della Giudea, chiamandola egualmente città della Palestina?
7
Dico di più: perchè nissun antico chiamò mai città palestina Ge-
mi sorprese non poco il vedere che tutti si accordavano nel desi-
gnarla città della Palestina. In Palaestina Nieopolis quae prius 7
rusalemme?
Emmaus voeabatur. Così Eusebio nella Cronaca. - Nicopolis Palae-
Prima di rispondere direttamente alla dimanda, incomincio per
stinae urbs, Emmaus prius nuneupata. Così la Cronaca Pasquale od notare che anche la vetusta Torre di Strato ne sul Mediterraneo)
,. Alessandrina. - Emmaus est nune Nicopolis) insignis civitas Palae- ricostrutta splendidamente da Erode, ed in onore d'Augusto no-
minata Cesarea, anch'essa si ebbe dai greci e dai latini la desi-
stinae. Così Girolamo ne' Luoghi Ebraici. - Est urbs Palaestinae,
quae iam Nicopolis dicitur. Così Sozomeno nella Storia. - In Pa- gnazione di Palestina, ma solo dopo che alle sorgenti del Giordano
laestina Nieopolis, quae prius Emmaus vocabatur. Così Cassiodoro era sorta, per opera del tetrarca Filippo, un'altra Cesarea. La Ce-
nella Cronica. - Nicopoli Palaestinae, _quae prius Emmaus voca- sarea quindi di mare fu chiamata Cesarea di Palestina per diffe-
renziarla dalla Cesarea di Filippo (2). Sarebbe per avventura successo
batur. Così Teofane nella Cronografia. - Emmaus Palaestinae vicus.
Così Giorgio il Sincello. - Venit Emmanm victtm Palaestinae. Così alcunchè di uguale al · nostro Emaus? lo credo di sì: credo cioè
il Pellegrinaggio di S. Villibaldo, - In Palaestina Nicopolis} quae che, stante la somiglianza di suono che notasi fra Ammaus ed
prius Emmaus .vocabal'ur. Cosi Beda nelle Sei Età del mondo. _ Emaus, massime da che si incominciò ascriver questo con doppia
Emn~aus Palaestinae castellum. Così Atanasio il Bibliotecario. ---.;
('I) Nella prima edizione di quasto mio lavoro, dopo avere stabilito la sÌnonimia tra
In Palaestina Nicopolis, quae prius Emmaus vocabatur. Così la Palestina e Filistea, io riportai le prime quattordici testimonianze antiche che qui ripeto,
Cronaca di Adone. - Nicopoli Palaeslinae quae et Emmaus dicitur. e poi soggiunsi: « Noi abbiamo schierato qui in ordine cronologico dal IV al XIV secolo
Così Cedreno negli Annali. - Est autem NicopoUs civilas Palae- « la testimonianza di quattordici scrittori, di cui sette greci e sette latini, i quali alte-
stinae. Così Guglielmo di Tiro. - In Palaestina civitas est Nicopolis « stano l'appartenenza d'Emaus alla Palestina. Ora aggiungiamo che scrittore non trovasi
« il quale contraddica, e sfidiamo chiunque a darci la mentita. » Così io scriveva allora;
nomine. Così finalmente Niceforo Callisto. - A questi s'aggiungano e per queste mie parole ben parmi che ogni galantuomo comprenda che io slìdava chic-
due insigni commentatori del lX· secolo, Habano Mauro, che ripete cbessia a produrre· uno scrittore antico, il quale facesse Emaus di altra contrada che
le stesse recitate parole di S. Girolamo (1), e Valafrido Strabone, che della Palestina. lo clifatto proseguiva cosÌ: « EllIaus adunque non appartenne alla tribù
chiosando S. Luca seri ve: Emrnaus ipsa est metropolis, civitas in- « di Giuda od a quella di Beniamino, sì invece a quella di Dan, nè trovavasi sui monti
signis Palaestinae (2 i • « della Giudea, ma nella pianura clelIa Palestina o Filistina. Solo l'ignoranza o la mala
« fede può condur aUri a mostrarla altrove. )) AI leggere queste mie parole, un cotale
elle sembra reclamare per sè il merito della mal a fede, si sbraccia a persuadere chi non
(II) Nella Patrologia del Migne, vol. eXl) 11 pago 38. Ne parla pure nel voI. CIX, mi. ha letto, aver io sfidato chiunque a trovare un antico che adoperi la voce Palestina
pago 'I '152, dove l'Emaus evangelico identilìca con quello del libro de' Maccabei c lo col. in altro senso che di Filistina. E non è forse mala fede far dire all'A vversar'io quello
loca anch'egli in terra campestri. che egli detto non ha per poterlo impugnare?
(2) Nella Glossa intel'linearis, che è COlllUIIelllente creduta di esso Strabone. (2) Di questa giunta fatta al nome della Cesarea di mare sono piene le antiche carte,
e n(li ne incontreremo tra breve non pochi esempi.
- 52- - 53-
emme, essendo divenuto facilissimo lo scambio dell'uno coll'altro t~mporibus /udaea et Palaestina synonima haberent't~r. Dunque sè-
nome (e lo scambio avvenne anche troppo (i), gli antichi scrittori condo il Calmet fu solo ne' moderni tempi, postremis temporibus,
cristiani, per meglio distinguere la patria di Cleofa dall'Ammaus, che Giudea e Palestina divennero sinonime (i), e che questa fu
appartenente, come vedemmo, alla Giudea, e dall'altro presso Tibe- usata laxiori sensu per indicare omnem regìonem Canaan, mentre
riade in Galilea, designarono l'Emaus-Nicopoli colla giunta della anticamente esprimeva solo quella parte che correva lungo il mare
contrada a cui apparteneva, che non era nè la Giudea, nè la Galilea, ed aveva per abitatori i Filistei, o che è tutt'uno i Palestini, Phi-
e la chiamarono costantemente città della Palestina. listhinos seu Palestinos(2l.
Ciò torna allo stesso che dire che questo vocabolo di Palestina, Lo stesso insegna 1'insigne orientalista ebreo, Samuele Munk,
sotto la penna degli antichi non significava quello che presso noi che nella sua Palestine, a pago 2 e 3 scrive cosi: Quant au nom
moderni, non era cioè ancora sinonimo di Cananitide, di Paese de Palestine, qui nous a été transmis l'ar les aute'ttrs grecs, et dont
degli ebrei, e tanto meno di Giudea. Che significava esso dunque? se servaient aussi /oseph et Philon, il dérive du nom hébreu Pélés-
- Si legge negli Atti Apostolici di S. Luca (XII, 19) che · Erode cheth. Il ne désignait que la partie sud-ovest du pays, habitée par
Agrippa, dopo il fallito incarceramento di S. Pietro, discese dalla
I Giudea in Cesarea, ed ivi rimase alcun tempo. DescendensqHe a
les Philistins, et qui forme encore aujourd' hui la Palestine pro-
prement dite. Ma su di che fondano costoro la regola, che la voce
Iudaea in Caesaraeam, ibi commoratus est. Se quel re, per andare Palestina denotasse negli antichi tempi il paese de' Filistei? Sull'in-
dalla Giudea a Cesarea, dovette discendere, codesta Cesarea non segnamento e sulla pratica degli antichi medesimi. Vediamo noi ora
era certamente quella di Filippo alle sorgenti del Giordano, per prima l'insegnamento, per passare in appresso a vedere la pratica.
• arrivare alla quale dovevasi salire~ ma era la Cesarea marittima, la Gioseffo Flavio insegna che. i Greci chiamavano Palestina la terra
Cesarea di Palestina. Ed allora che significava questa voce di Pa-
lestina? Che contrada era quella Palestina, che aveva nulla che fare
('I ) Siccome questa Palestina era la prima contrada della Terrasanta che incontravasi
colla Giudea (2)? Ce lo dirà l'eruditissimo Calmet nel suo Comme·nto da chi veniva di Europa, fu ne' moderni tempi trasportata con facile sineddoche dalla
al recitato passo degli Atti. parte ad esprimere il tutto.
Ecco dunque com'egli scrive: Caesaraea inter urbes, quae proprie (2) Quest'ultimo passo del Calmet mi fu obbiettato come contrario alla mia tesi.
Iudaeae appellabantur, non recensebatur, sed erat una ex urbl:bus È propriO il caso di ripetere che la passione acceca. Ma nOI1 basta: mentre in questo
Palaestinae, secus mediterraneum decurrentìs: velus erat regio Phi- passo il Calmet segna i limiti della Palestina da Gaza a Lidda, dopo d'averla antece-
dentemente fatta salire sino a Cesarea, inchiudendovela, colui che questo medesimo passo
listhaeorum. Palestina dunque, secondo il Calmet, era l'antica deno- mi obbiettò, ebbe ancora l'ingenuità di scrivere: Che L i dda sia fuori della F i listina
minazione del paese dei Filistei, lunghesso il Mediterraneo. Di qui non occorre ripeteTlo. Occorrerebbe, rispon do io, più elle dirlo e ripeterlo, occorrerebbe
si comprende come debba intendersi quanto sullo stesso argomento provarlo. Noi speriamo invece di mostrare tra poco che Lidda non solo apparteneva
scrive il dotto Benedettino nel Dizionario Biblico. Palaestina laxiori alla Filistina, ma stava nel centro della parte principale di essa; chè triplice era questa
et strictiori sensu intelligi polest. Si Palaestinam strictiori sensu Filistina, detta Palestina dagli antichi, occidentale , meridionale e settentrionale, con tre
eapitali, Cesarea, Petra e Scitopoli. In quanto al Calmet, quale che fosse la sua opinione
usurpes) Philisthinos seu Palaeslinos designa bis, eam terrae promis- inlorno all'ampiezza della FilisLina, certo è cIle egli teneva costantemente avere questa
sionis partem occupantes, q'ttae iuxta mediterranenm a Gaza ad me- ,oce il suo sinonimo in Palestina. Più prove potrei produrne tratte dal suo Dizionario
ridiern, Lyddam 1isque ad septentrionem protenditur..... Si vero la- Biblico; ma bastino queste tre. AlI'artic. Philisthiim, pal'lando del primo stahilil'si dei
xius Palaestinam snmas, omnetn Tegionem Canaan ad utrasque /or- FiJi.st.ei sul littorale cananeo, cacciatine gli aborigeni Evei, si esprime così: Nonnisi igit1.l1'
danis partes, seu terrcun promissìonis ù~tellìges; quamquam saepis .. post Hevaeos, sive Cananaeos, PhiHsthiim Palaestinam (quam postea 1"egionern
dilltissirne tenuerunt) occupasse oportet. E codesta Palestina occupata dai Filistei, e
sime ad à le1'ioTem Iordanis 1"ipam restringitur, adeo ut postremis da essi tenuta per lunghissimo tempo, potrebbe mai essere il paese degli Ebrei? Dicasi
lo ~esso di quello che il Calmet nota poco dopo, iam ab aetate Abrahami Philisthaeos
'''' Palaestina potentissimos {uisse. Ed egli alla voce IlazaTim scrive ancora: Hazor
C'I) Così nei manoscritti come nelle stampe di Gioseffo Flavio, m Arabia Petraea urbs occurrit, eadem {oTtasse ae HazQ.rùn, sedes oli'ln Hevae07"um,
(2) Se la Cesarea di mare o di Palestina avesse appartenuto alla Giudea, S, Luca o'RIRqllaJn a Caphtorirn, sive Cretensibus, Palacstina occupata, pelle'l'entul'. Così è
avrebbe scritto una sciocchezza uguale a quella di chi dicesse: « Partii dalla Toscana tuUo per me quel Calmet cbe altri fu tanto soro pel' credere il me avverso o cercò
per andar a Pisa. »
~DO di farro credere nella sua abituale sincerit;\.
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emme, essendo divenuto facilissimo lo scambio dell'uno coll'altro t~mporibus /udaea et Palaestina synonima haberent't~r. Dunque sè-
nome (e lo scambio avvenne anche troppo (i), gli antichi scrittori condo il Calmet fu solo ne' moderni tempi, postremis temporibus,
cristiani, per meglio distinguere la patria di Cleofa dall'Ammaus, che Giudea e Palestina divennero sinonime (i), e che questa fu
appartenente, come vedemmo, alla Giudea, e dall'altro presso Tibe- usata laxiori sensu per indicare omnem regìonem Canaan, mentre
riade in Galilea, designarono l'Emaus-Nicopoli colla giunta della anticamente esprimeva solo quella parte che correva lungo il mare
contrada a cui apparteneva, che non era nè la Giudea, nè la Galilea, ed aveva per abitatori i Filistei, o che è tutt'uno i Palestini, Phi-
e la chiamarono costantemente città della Palestina. listhinos seu Palestinos(2l.
Ciò torna allo stesso che dire che questo vocabolo di Palestina, Lo stesso insegna 1'insigne orientalista ebreo, Samuele Munk,
sotto la penna degli antichi non significava quello che presso noi che nella sua Palestine, a pago 2 e 3 scrive cosi: Quant au nom
moderni, non era cioè ancora sinonimo di Cananitide, di Paese de Palestine, qui nous a été transmis l'ar les aute'ttrs grecs, et dont
degli ebrei, e tanto meno di Giudea. Che significava esso dunque? se servaient aussi /oseph et Philon, il dérive du nom hébreu Pélés-
- Si legge negli Atti Apostolici di S. Luca (XII, 19) che · Erode cheth. Il ne désignait que la partie sud-ovest du pays, habitée par
Agrippa, dopo il fallito incarceramento di S. Pietro, discese dalla
I Giudea in Cesarea, ed ivi rimase alcun tempo. DescendensqHe a
les Philistins, et qui forme encore aujourd' hui la Palestine pro-
prement dite. Ma su di che fondano costoro la regola, che la voce
Iudaea in Caesaraeam, ibi commoratus est. Se quel re, per andare Palestina denotasse negli antichi tempi il paese de' Filistei? Sull'in-
dalla Giudea a Cesarea, dovette discendere, codesta Cesarea non segnamento e sulla pratica degli antichi medesimi. Vediamo noi ora
era certamente quella di Filippo alle sorgenti del Giordano, per prima l'insegnamento, per passare in appresso a vedere la pratica.
• arrivare alla quale dovevasi salire~ ma era la Cesarea marittima, la Gioseffo Flavio insegna che. i Greci chiamavano Palestina la terra
Cesarea di Palestina. Ed allora che significava questa voce di Pa-
lestina? Che contrada era quella Palestina, che aveva nulla che fare
('I ) Siccome questa Palestina era la prima contrada della Terrasanta che incontravasi
colla Giudea (2)? Ce lo dirà l'eruditissimo Calmet nel suo Comme·nto da chi veniva di Europa, fu ne' moderni tempi trasportata con facile sineddoche dalla
al recitato passo degli Atti. parte ad esprimere il tutto.
Ecco dunque com'egli scrive: Caesaraea inter urbes, quae proprie (2) Quest'ultimo passo del Calmet mi fu obbiettato come contrario alla mia tesi.
Iudaeae appellabantur, non recensebatur, sed erat una ex urbl:bus È propriO il caso di ripetere che la passione acceca. Ma nOI1 basta: mentre in questo
Palaestinae, secus mediterraneum decurrentìs: velus erat regio Phi- passo il Calmet segna i limiti della Palestina da Gaza a Lidda, dopo d'averla antece-
dentemente fatta salire sino a Cesarea, inchiudendovela, colui che questo medesimo passo
listhaeorum. Palestina dunque, secondo il Calmet, era l'antica deno- mi obbiettò, ebbe ancora l'ingenuità di scrivere: Che L i dda sia fuori della F i listina
minazione del paese dei Filistei, lunghesso il Mediterraneo. Di qui non occorre ripeteTlo. Occorrerebbe, rispon do io, più elle dirlo e ripeterlo, occorrerebbe
si comprende come debba intendersi quanto sullo stesso argomento provarlo. Noi speriamo invece di mostrare tra poco che Lidda non solo apparteneva
scrive il dotto Benedettino nel Dizionario Biblico. Palaestina laxiori alla Filistina, ma stava nel centro della parte principale di essa; chè triplice era questa
et strictiori sensu intelligi polest. Si Palaestinam strictiori sensu Filistina, detta Palestina dagli antichi, occidentale , meridionale e settentrionale, con tre
eapitali, Cesarea, Petra e Scitopoli. In quanto al Calmet, quale che fosse la sua opinione
usurpes) Philisthinos seu Palaeslinos designa bis, eam terrae promis- inlorno all'ampiezza della FilisLina, certo è cIle egli teneva costantemente avere questa
sionis partem occupantes, q'ttae iuxta mediterranenm a Gaza ad me- ,oce il suo sinonimo in Palestina. Più prove potrei produrne tratte dal suo Dizionario
ridiern, Lyddam 1isque ad septentrionem protenditur..... Si vero la- Biblico; ma bastino queste tre. AlI'artic. Philisthiim, pal'lando del primo stahilil'si dei
xius Palaestinam snmas, omnetn Tegionem Canaan ad utrasque /or- FiJi.st.ei sul littorale cananeo, cacciatine gli aborigeni Evei, si esprime così: Nonnisi igit1.l1'
danis partes, seu terrcun promissìonis ù~tellìges; quamquam saepis .. post Hevaeos, sive Cananaeos, PhiHsthiim Palaestinam (quam postea 1"egionern
dilltissirne tenuerunt) occupasse oportet. E codesta Palestina occupata dai Filistei, e
sime ad à le1'ioTem Iordanis 1"ipam restringitur, adeo ut postremis da essi tenuta per lunghissimo tempo, potrebbe mai essere il paese degli Ebrei? Dicasi
lo ~esso di quello che il Calmet nota poco dopo, iam ab aetate Abrahami Philisthaeos
'''' Palaestina potentissimos {uisse. Ed egli alla voce IlazaTim scrive ancora: Hazor
C'I) Così nei manoscritti come nelle stampe di Gioseffo Flavio, m Arabia Petraea urbs occurrit, eadem {oTtasse ae HazQ.rùn, sedes oli'ln Hevae07"um,
(2) Se la Cesarea di mare o di Palestina avesse appartenuto alla Giudea, S, Luca o'RIRqllaJn a Caphtorirn, sive Cretensibus, Palacstina occupata, pelle'l'entul'. Così è
avrebbe scritto una sciocchezza uguale a quella di chi dicesse: « Partii dalla Toscana tuUo per me quel Calmet cbe altri fu tanto soro pel' credere il me avverso o cercò
per andar a Pisa. »
~DO di farro credere nella sua abituale sincerit;\.
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I - f)4- 55--
occupata dai Filistei, provenienti da uno de'figli di Misraim, secon- pro proprio, quae est hodie gens Palaestinon~m, quasi Philisthino-
dogenito di Cb.am, e popolatore dell'Egitto; e ciò asserisce il Flavio l'um, quia P literam sermo hebraicus non habet, sed pro ea PHI
dopo d'aver detto che i discendenti di Cbanaan, ultimo figlio dello gra.eco utitur. E più brevemente nel capo V di Ezechiele: Philistiim,
stesso Cham, avevano popolato la Cananitide, chiamata ai tempi suoi hoc est Palaeslini, prima literarum parle mutata. Altrettanto insegna
Giudea. Chanaan vero, quartus Chamae filius, Iudaeam, ut nunc · il celebre Teodoreto di Mopsuesta tra il IV ed il V secolo, il quale
vocat'l.lf habitans, regionem illam a se Chananaeam appellavit ..... interpretando il Salmo 82, scrive: Alii interpretes alienigenas Phi-
Porro Mestrahimo cum octo essent filii, illi a Gaza usque ad ./Egi- lislhaeos voeant, qttOS nos Palaestinos appellamlts. E finalmente
ptum terram possederunt; solius autem Philislini cognomen regio Remigio d'Auxerre (Antissiodorensis) nei Commenti ad Abdia profeta,
retinuit; Palaestinam enim graeci partem eius (Philistini) nominant. nominati i Filistei, soggiunge: Quos nos Palaestinos vocamus. (Bi-
(Antiq. 1, 6, 2 (il). Prego il lettore a por mente a que'due verbi di blioth. Veler. Patrum, voI. XVI, pago 984.)
tempo presente, vocatur e nominant, pei quali noi siamo istrutti, E adesso un po'di conclusione con un po'di morale. Coloro che
che ai giorni dello storico la Cananitide o paese di Canaan chiama- s'avventano contro di me per la novità geografica, com'essi dicono
vasi Giudea, e che il partaggio di Filistino era chiamato dai greci (vera novità per essi, che nuovi sono a questo genere di studi) mu-
Palestina. Il che durava ancora ai tempi di Santo Epifanio, il quale tino bersaglio alle loro frecce, e le avventino contro Gioseffo Flavio
alla sua volta, parlando della circoncisione incominciata con Abramo, e contro i Santi Epifanio e Girolamo, senza risparmiare Teodoreto e
e diffusa da' suoi discendenti, distingue anch' egli la terra cananea Remigio: egli è da costoro che io appresi l'antica novità, come l'ebbero
• e giudaica dalla filistina, chiamata, egli dice, ai tempi suoi Palestina. appresa prima di me il Munk ed il Calmet. lo intanto, non arre-
Idque cum ab Abrahamo cceptum t'um singillatim ab Isaaco, Iacobo standomi sopra lor vanità che par persona, O vorrebbe parere, passo
huiusque liben's in Chananaea, Iudaea ac Philistaea quondam, nune a mostrare conforme all' esposta dottrina la pratica degli antichi
Palaestina dieta regione propagatum est. (Haeres. VIII, 4.) scrittori greci e latini; se non cbe, al trovarmi qui tra le mani sovrab-
Dopo la testimonianza di due greci, di cui uno ebreo, e l'altro bondante la materia, debbo dividerla in due parti, collocando nella
cristiano, ascoltiam ora quella d'un cristiano latino, che visse lunga- prima gli scrittori non cristiani, ed i cristiani nell' altra.
mente e scrisse in Giudea. È questi il Massimo Dottore S. Girolamo, Lo storico delle Antichità Giudaiche racconta (I, 12, 1) che
il quale commentando gli ultimi versi del capo xxv di Ezechiele, Abramo, dopo la conflagrazione della rea Pentapoli, ritirossi in Gerara
in cui Dio minaccia i Filistee scrive: Post filios Amman ..... venit città della Palestina : Migravi t in Gerararn urbem Palaestinae. E
a.d Philisthiim, quos Septuaginta Cr:ÀÀ6cptÀoç, idesl alienigenas tran- Gerara era non solo città Filistea, ma, al dire d'Eusebio nell'Ono-
stulerunt, non geneTali nomine omnium gentittm, sed speciali gentis mastico, città reale de'Filistei, IToÀtç ~Cr:crtÀt"'~ 'tov <PtÀtcr'tCr:loov.- Nel
suae, qua e nune dicitur Palaestina. Nè qui si arresta Girolamo, ma libro II, 15, 3 lo stesso Flavio racconta di Mosè, che, invece di con·
passa ad assicurarci che ai tempi suoi i Filistei, sebbene da secoli durre il suo popolo dall'Egitto alla Cananitide per la più corta via
dispersi, erano ancor sempre chiamati Palestini. Praeeipitur ergo ,. lungo il mare, ve lo condusse pei tanti errori del deserto, onde
Philistiirn, quos nunc Palaestinos vocant. (In Isai. XIV). E poco evitare lo scontro de'Filistei colà stanziati, coi quali era antica rug-
appresso ancora: Philisthaeos autem, ut supra diximus, Palaestinos gine; e si esprime così: Palaestinis etiam, quos ob veterem simttl-
significato Ed al capo V di Amos: Philisthiim, qui nunc Palaestini tatem sibimet infensos habuerunt Hebraei, quovis modo dum. ite?'
vocantur. Al capo II poi d'Isaia spiega la cosa dicendo: Pro Phili- faceret, latere volebat; proindeque populum dueens, non recta con-
stiim. sernper LXX alienigenas interpretati sunt, non nomen comttne tendit Palaestinam, sed per desertum, multis eonfectis itineribus,
1nalisque pressus, Chananaeam ingredi voluit. _ . Finalmente nel
(1) È contro di questo passo che io trascrivo dal Flavio, che il mio Avversario ebbe lib. VI, 13, iO, parlando di Davide cercato a morte da Saulle, scrive:
l'impudenza di spacciare averlo io troncato col sopprimere le parole A Gaza usque Da-uides veritus, ne quando a Sattlo caperetur si illic (in Ziph) ma-
ad Algyptum. Oh! che è pur doloroso, e quasi direi Umiliante per me, dovermi misu- 1J.eret, sibi eonsultius esse putabat, ut in Palaestinam ascendere t, seque
rare con cIii vanta tale onestà nella polemica, ed altro non Ca che mentire l Ma io debbo
proseguire a confutarlo, per disingannare i miei fratelli di Terrasanta che ebbero la .. illins inlra fin es contineret. Raccontando lo stesso fatto il libro I
dabbenaggine di c\·cùergli. de' Re, cap. XXVII, si esprime così: Et ait David in corde suo ·: ali-
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I - f)4- 55--
occupata dai Filistei, provenienti da uno de'figli di Misraim, secon- pro proprio, quae est hodie gens Palaestinon~m, quasi Philisthino-
dogenito di Cb.am, e popolatore dell'Egitto; e ciò asserisce il Flavio l'um, quia P literam sermo hebraicus non habet, sed pro ea PHI
dopo d'aver detto che i discendenti di Cbanaan, ultimo figlio dello gra.eco utitur. E più brevemente nel capo V di Ezechiele: Philistiim,
stesso Cham, avevano popolato la Cananitide, chiamata ai tempi suoi hoc est Palaeslini, prima literarum parle mutata. Altrettanto insegna
Giudea. Chanaan vero, quartus Chamae filius, Iudaeam, ut nunc · il celebre Teodoreto di Mopsuesta tra il IV ed il V secolo, il quale
vocat'l.lf habitans, regionem illam a se Chananaeam appellavit ..... interpretando il Salmo 82, scrive: Alii interpretes alienigenas Phi-
Porro Mestrahimo cum octo essent filii, illi a Gaza usque ad ./Egi- lislhaeos voeant, qttOS nos Palaestinos appellamlts. E finalmente
ptum terram possederunt; solius autem Philislini cognomen regio Remigio d'Auxerre (Antissiodorensis) nei Commenti ad Abdia profeta,
retinuit; Palaestinam enim graeci partem eius (Philistini) nominant. nominati i Filistei, soggiunge: Quos nos Palaestinos vocamus. (Bi-
(Antiq. 1, 6, 2 (il). Prego il lettore a por mente a que'due verbi di blioth. Veler. Patrum, voI. XVI, pago 984.)
tempo presente, vocatur e nominant, pei quali noi siamo istrutti, E adesso un po'di conclusione con un po'di morale. Coloro che
che ai giorni dello storico la Cananitide o paese di Canaan chiama- s'avventano contro di me per la novità geografica, com'essi dicono
vasi Giudea, e che il partaggio di Filistino era chiamato dai greci (vera novità per essi, che nuovi sono a questo genere di studi) mu-
Palestina. Il che durava ancora ai tempi di Santo Epifanio, il quale tino bersaglio alle loro frecce, e le avventino contro Gioseffo Flavio
alla sua volta, parlando della circoncisione incominciata con Abramo, e contro i Santi Epifanio e Girolamo, senza risparmiare Teodoreto e
e diffusa da' suoi discendenti, distingue anch' egli la terra cananea Remigio: egli è da costoro che io appresi l'antica novità, come l'ebbero
• e giudaica dalla filistina, chiamata, egli dice, ai tempi suoi Palestina. appresa prima di me il Munk ed il Calmet. lo intanto, non arre-
Idque cum ab Abrahamo cceptum t'um singillatim ab Isaaco, Iacobo standomi sopra lor vanità che par persona, O vorrebbe parere, passo
huiusque liben's in Chananaea, Iudaea ac Philistaea quondam, nune a mostrare conforme all' esposta dottrina la pratica degli antichi
Palaestina dieta regione propagatum est. (Haeres. VIII, 4.) scrittori greci e latini; se non cbe, al trovarmi qui tra le mani sovrab-
Dopo la testimonianza di due greci, di cui uno ebreo, e l'altro bondante la materia, debbo dividerla in due parti, collocando nella
cristiano, ascoltiam ora quella d'un cristiano latino, che visse lunga- prima gli scrittori non cristiani, ed i cristiani nell' altra.
mente e scrisse in Giudea. È questi il Massimo Dottore S. Girolamo, Lo storico delle Antichità Giudaiche racconta (I, 12, 1) che
il quale commentando gli ultimi versi del capo xxv di Ezechiele, Abramo, dopo la conflagrazione della rea Pentapoli, ritirossi in Gerara
in cui Dio minaccia i Filistee scrive: Post filios Amman ..... venit città della Palestina : Migravi t in Gerararn urbem Palaestinae. E
a.d Philisthiim, quos Septuaginta Cr:ÀÀ6cptÀoç, idesl alienigenas tran- Gerara era non solo città Filistea, ma, al dire d'Eusebio nell'Ono-
stulerunt, non geneTali nomine omnium gentittm, sed speciali gentis mastico, città reale de'Filistei, IToÀtç ~Cr:crtÀt"'~ 'tov <PtÀtcr'tCr:loov.- Nel
suae, qua e nune dicitur Palaestina. Nè qui si arresta Girolamo, ma libro II, 15, 3 lo stesso Flavio racconta di Mosè, che, invece di con·
passa ad assicurarci che ai tempi suoi i Filistei, sebbene da secoli durre il suo popolo dall'Egitto alla Cananitide per la più corta via
dispersi, erano ancor sempre chiamati Palestini. Praeeipitur ergo ,. lungo il mare, ve lo condusse pei tanti errori del deserto, onde
Philistiirn, quos nunc Palaestinos vocant. (In Isai. XIV). E poco evitare lo scontro de'Filistei colà stanziati, coi quali era antica rug-
appresso ancora: Philisthaeos autem, ut supra diximus, Palaestinos gine; e si esprime così: Palaestinis etiam, quos ob veterem simttl-
significato Ed al capo V di Amos: Philisthiim, qui nunc Palaestini tatem sibimet infensos habuerunt Hebraei, quovis modo dum. ite?'
vocantur. Al capo II poi d'Isaia spiega la cosa dicendo: Pro Phili- faceret, latere volebat; proindeque populum dueens, non recta con-
stiim. sernper LXX alienigenas interpretati sunt, non nomen comttne tendit Palaestinam, sed per desertum, multis eonfectis itineribus,
1nalisque pressus, Chananaeam ingredi voluit. _ . Finalmente nel
(1) È contro di questo passo che io trascrivo dal Flavio, che il mio Avversario ebbe lib. VI, 13, iO, parlando di Davide cercato a morte da Saulle, scrive:
l'impudenza di spacciare averlo io troncato col sopprimere le parole A Gaza usque Da-uides veritus, ne quando a Sattlo caperetur si illic (in Ziph) ma-
ad Algyptum. Oh! che è pur doloroso, e quasi direi Umiliante per me, dovermi misu- 1J.eret, sibi eonsultius esse putabat, ut in Palaestinam ascendere t, seque
rare con cIii vanta tale onestà nella polemica, ed altro non Ca che mentire l Ma io debbo
proseguire a confutarlo, per disingannare i miei fratelli di Terrasanta che ebbero la .. illins inlra fin es contineret. Raccontando lo stesso fatto il libro I
dabbenaggine di c\·cùergli. de' Re, cap. XXVII, si esprime così: Et ait David in corde suo ·: ali-
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Il
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quando incidam una die in manus Sauli; nonne melius est ut (ugiam
et salver in terra Philisthinorum7 Dunque quello che la Scrittura
nomina paese de' Filistei, è chiamato dal Flavio Palestina.
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la Fenicia e l'Egitto. Vetustissimum, scrive il Calmet nel DiZionario,
de Syria Palaestina loquentem scripto'1'em habernt~s Herodotum, qui
/tanc inter Phaeniciam et LEgyptum collocato Se cosi è, la Palestina
Per tal modo scrivendo egli le Antichità Giudaiche confermava il di Erodoto non può esser altro che il paese de' Filistei, il quale
suo generale asserto, da noi riportato qua sopra, che) Greci chia- distendevasi veramente lunghesso il mare da Rinocorura contermina
mavano Palestina il partaggio di Filistino, od in altri termini il all'Egitto, a Tolemaide prima città della Fenicia; nèmai esser
territorio de' Filistei. È vero che tre soli sono i passi da noi testè potrebbe il paese degli Ebrei, che, al dire dello stesso Flavio nella
trascritti, ma è vero ancora che in tutte le sue opere altro non stessa Diatriba contro Appione, era tutto dentro terra, nè arrivava
se ne incontra, in cui egli, il Flavio, adoperi la voce Palestina in al mare. Eccone le parole. Quod ad nos attinet, terram habitamtts,
altro significato; cento invece se ne incontrano, in cui scrive Pale- quae neque mari vicina est, neque negotiationibus gaudemus, neque
stino in luogo di Filisteo: il che gli avviene sopratutto nei libri VJ
earum cattsa nobis consueludo cunì aliis gentibus est: sed suni urbes
VI, VII, VIII e IX, nel secondo dei quali, cioè nel VI, nomina ben quidem nostrae procul a mari silae. (Lib. I, 12).
cinquantotto volte quegli implacati nemici della sua gente, nè mai Ma ammettasi pure per vera la conseguenza, che dal testo di
dove che sia TI designa con altro termine che con quello di Palestini. Erodoto sembra trarre Gioseffo, ne segue forse, come altri si lusinga,
Sembra contraddire a sè stesso il Flavio quando nella sua Dia- che egli, contro il proprio uso ed insegnamento,. prenda qui la voce
triba contro Appione, Iib. I, 22 riporta un passo di ' Erodoto in J
Palestina per indicar altro che il paese de' Filistei? Mai no: ai tempi
.. cui mostra di credere, che facciasi allusione alla gente ebrea (quo- suoi, sin dalle Maccabee conquiste, nella Filistina detta allora Pale-
dammodo meminisse videtur), ma in fondo, e senza volerlo, conferma stina, non mancavano certamente 'ebrei; e questi erano quelli di
coll' autorità del Padre della storia greca la sua propria sentenza, cui lo storico giudaico asserisce, che soliin quella contrada si circon-
che i Greci chiamavano Palestina il territorio de' Filistei. Il passo cidevano. Omniwn autem qui habitant Palaestinam, soli Iudaei cir-
d'Erodoto è il seguente: Soli autem omnium hominum Colchi et cttmciduntur. Segue da tutto ciò, che Gioseffo non si contradice
&gyptii et ~lhiopes ab initio pudenda circumcidunt. Phoenices vero punto, e che Erodoto, il padre della storia greca, quattro secoli
et Syri qui sunt in Palaestina, didicisse ab ~gypliis et ipsi confì- prima di Cristo, con Gioseffo Flavio coevo di Cristo, e con quanti
tentur. Da queste parole Gioseffo conchiude che, siccome tra le varie venner dopo, scrivendo Palestina, intendeva egli , pure paese dei
'genti che abitano la Palestina, soli gli Ebrei si circoncidono, così Filistei (f). ,
sotto nome di Siri Erodoto parlò degli Ebrei. Dixit ergo Syros qui Ed in ciò non son soli gli scrittori greci, ma ad essi s'accordano
in Palaestina sunt, circumcidi: omnùtm autemqui habitant Palae- i latini; ed eccone qui subito tre; due poeti ed un prosatore, Aulo
stinam, soli Iudaei circumciduntur. Hoc igitur sciens, de ipsis pro- Albio Tibullo, Publio Ovidio Nasone e Caio Plinio Secondo. L'insigne
nunciavit.
numismatico tedesco Eckhel, nella sua grand' opera Doctrina num-
Se qui Gioseffo crede proprio che Erodoto ' per Siri intenda morum veterum, voI. III, pago 445, illustrando le monete della fili- ,
Ebrei, erra a partito; perciocchè codesti Siri, al par dei Fenici, con- stina Ascalona, prova che in questa città si venerava la Dea Derceto,
fessano d'aver ricevuto la circoncisione dagli Egiziani, mentre gli
Ebrei non confessarono mai d'averla ricevuta da altri che pur dal
solo unico Dio per mezzo del patriarca loro Abramo. Codesti Siri (I) Non faccia meraviglia il vedere che qui Gioseffo Flavio, per la smania di ma-
gnificare la sua nazione, s'illude nel credere che Erodoto ne abbia parlato, mentre nel
adunque non sono ebrei, nè Erodoto per Palestina designa il paese teapO che segue, la sua illusione è uguale se non maggiore. Egli riporta un passo di
loro. E qual altro dunque? Quello che Gioseffo medesimo designa, ~rilo, uno de' più antichi poeti greci, in cui si nomina un popolo clle parla la lingua
ed insegna essere dai Greci designato col nome di Palestina, cioè ft'.fIicia, ed ha stanza tra i solimi monti in riva ad un ampio lago, coi capelli tagliati in
il paese de'Filistei. Di questo parla Erodoto quando narra che i Siri tondo o tosato in cerchio, e porta per elmo cuoi affumicati di testa cavallina. Dopo di
che lo abitavano, si circoncidevano, confessando d'aver ricevutoqueJ ("iò Gioserro conchiude: « Ognuno dunque vede assai chiaro, cred'io, che egli (Cherilo)
fece parola di noi.» Chi voglia conoscere quanto sia stat.o qui l'inganno dci Confutatore
:1 .. - rito dagli Egiziani. Che poi Erodoto per Palestina intendesse vera- 11(

di _\ppione, legga la nota che ivi appone il traduttore italiano, Ab. Angelini, e l'articolo
mente Filistina si chiarisce inoltre da ciò che egli la colloca tra SiJlymi nel Dizionario Biblico del Calmet.
'I
)/ 1
Il
- 56-
quando incidam una die in manus Sauli; nonne melius est ut (ugiam
et salver in terra Philisthinorum7 Dunque quello che la Scrittura
nomina paese de' Filistei, è chiamato dal Flavio Palestina.
- 57-
la Fenicia e l'Egitto. Vetustissimum, scrive il Calmet nel DiZionario,
de Syria Palaestina loquentem scripto'1'em habernt~s Herodotum, qui
/tanc inter Phaeniciam et LEgyptum collocato Se cosi è, la Palestina
Per tal modo scrivendo egli le Antichità Giudaiche confermava il di Erodoto non può esser altro che il paese de' Filistei, il quale
suo generale asserto, da noi riportato qua sopra, che) Greci chia- distendevasi veramente lunghesso il mare da Rinocorura contermina
mavano Palestina il partaggio di Filistino, od in altri termini il all'Egitto, a Tolemaide prima città della Fenicia; nèmai esser
territorio de' Filistei. È vero che tre soli sono i passi da noi testè potrebbe il paese degli Ebrei, che, al dire dello stesso Flavio nella
trascritti, ma è vero ancora che in tutte le sue opere altro non stessa Diatriba contro Appione, era tutto dentro terra, nè arrivava
se ne incontra, in cui egli, il Flavio, adoperi la voce Palestina in al mare. Eccone le parole. Quod ad nos attinet, terram habitamtts,
altro significato; cento invece se ne incontrano, in cui scrive Pale- quae neque mari vicina est, neque negotiationibus gaudemus, neque
stino in luogo di Filisteo: il che gli avviene sopratutto nei libri VJ
earum cattsa nobis consueludo cunì aliis gentibus est: sed suni urbes
VI, VII, VIII e IX, nel secondo dei quali, cioè nel VI, nomina ben quidem nostrae procul a mari silae. (Lib. I, 12).
cinquantotto volte quegli implacati nemici della sua gente, nè mai Ma ammettasi pure per vera la conseguenza, che dal testo di
dove che sia TI designa con altro termine che con quello di Palestini. Erodoto sembra trarre Gioseffo, ne segue forse, come altri si lusinga,
Sembra contraddire a sè stesso il Flavio quando nella sua Dia- che egli, contro il proprio uso ed insegnamento,. prenda qui la voce
triba contro Appione, Iib. I, 22 riporta un passo di ' Erodoto in J
Palestina per indicar altro che il paese de' Filistei? Mai no: ai tempi
.. cui mostra di credere, che facciasi allusione alla gente ebrea (quo- suoi, sin dalle Maccabee conquiste, nella Filistina detta allora Pale-
dammodo meminisse videtur), ma in fondo, e senza volerlo, conferma stina, non mancavano certamente 'ebrei; e questi erano quelli di
coll' autorità del Padre della storia greca la sua propria sentenza, cui lo storico giudaico asserisce, che soliin quella contrada si circon-
che i Greci chiamavano Palestina il territorio de' Filistei. Il passo cidevano. Omniwn autem qui habitant Palaestinam, soli Iudaei cir-
d'Erodoto è il seguente: Soli autem omnium hominum Colchi et cttmciduntur. Segue da tutto ciò, che Gioseffo non si contradice
&gyptii et ~lhiopes ab initio pudenda circumcidunt. Phoenices vero punto, e che Erodoto, il padre della storia greca, quattro secoli
et Syri qui sunt in Palaestina, didicisse ab ~gypliis et ipsi confì- prima di Cristo, con Gioseffo Flavio coevo di Cristo, e con quanti
tentur. Da queste parole Gioseffo conchiude che, siccome tra le varie venner dopo, scrivendo Palestina, intendeva egli , pure paese dei
'genti che abitano la Palestina, soli gli Ebrei si circoncidono, così Filistei (f). ,
sotto nome di Siri Erodoto parlò degli Ebrei. Dixit ergo Syros qui Ed in ciò non son soli gli scrittori greci, ma ad essi s'accordano
in Palaestina sunt, circumcidi: omnùtm autemqui habitant Palae- i latini; ed eccone qui subito tre; due poeti ed un prosatore, Aulo
stinam, soli Iudaei circumciduntur. Hoc igitur sciens, de ipsis pro- Albio Tibullo, Publio Ovidio Nasone e Caio Plinio Secondo. L'insigne
nunciavit.
numismatico tedesco Eckhel, nella sua grand' opera Doctrina num-
Se qui Gioseffo crede proprio che Erodoto ' per Siri intenda morum veterum, voI. III, pago 445, illustrando le monete della fili- ,
Ebrei, erra a partito; perciocchè codesti Siri, al par dei Fenici, con- stina Ascalona, prova che in questa città si venerava la Dea Derceto,
fessano d'aver ricevuto la circoncisione dagli Egiziani, mentre gli
Ebrei non confessarono mai d'averla ricevuta da altri che pur dal
solo unico Dio per mezzo del patriarca loro Abramo. Codesti Siri (I) Non faccia meraviglia il vedere che qui Gioseffo Flavio, per la smania di ma-
gnificare la sua nazione, s'illude nel credere che Erodoto ne abbia parlato, mentre nel
adunque non sono ebrei, nè Erodoto per Palestina designa il paese teapO che segue, la sua illusione è uguale se non maggiore. Egli riporta un passo di
loro. E qual altro dunque? Quello che Gioseffo medesimo designa, ~rilo, uno de' più antichi poeti greci, in cui si nomina un popolo clle parla la lingua
ed insegna essere dai Greci designato col nome di Palestina, cioè ft'.fIicia, ed ha stanza tra i solimi monti in riva ad un ampio lago, coi capelli tagliati in
il paese de'Filistei. Di questo parla Erodoto quando narra che i Siri tondo o tosato in cerchio, e porta per elmo cuoi affumicati di testa cavallina. Dopo di
che lo abitavano, si circoncidevano, confessando d'aver ricevutoqueJ ("iò Gioserro conchiude: « Ognuno dunque vede assai chiaro, cred'io, che egli (Cherilo)
fece parola di noi.» Chi voglia conoscere quanto sia stat.o qui l'inganno dci Confutatore
:1 .. - rito dagli Egiziani. Che poi Erodoto per Palestina intendesse vera- 11(

di _\ppione, legga la nota che ivi appone il traduttore italiano, Ab. Angelini, e l'articolo
mente Filistina si chiarisce inoltre da ciò che egli la colloca tra SiJlymi nel Dizionario Biblico del Calmet.
- 58- - 59
Finis Palaestinae centum ocloginta novem millia passuurn a confinio
metà donna e metà pesce, stata nodrita, dicevasi, dalle colombe;
Arabiae: deinde Phaenice (O. Dunque non solo Plinio indica la
donde l'astenersi degli Ascaloniti dalla carne di piccione, come inse-
Filistea col nome di Palestina, nè solo la distingue dalla Giudea,
gna Eusebio (Praeparat., evangelico cap. v) sulla fede di Filone ebreò.
della quale parla nel seguente capo XIV, ma ci fa di più conoscere
Allusivi a codesta superstizione l'Eckhel riporta i seguenti versi di
donde la Palestina incominciassé, cioè al sud dall' Egitto, ed al
Tibullo e d'Ovidio:
sud-est dall' Arabia; aggiugnendo che di quivi sino alla Fenicia a
Quiù referam ut voIitel crebras intacta per urbes tramontana misurava cento ottantanove miglia romane, ventinove
Alba palaestino sancta columba suo?
di più della Terra Promessa, secondo S. Girolamo nella sua lettera
Cosi il primo nel libro III, elegia VIII. Ed il secondo nel lib. IV a Dardano. Così a detta di Plinio erano per territorio città Filistee
delle Metamorfosi: o Palestine la doppia Iamnia, Ioppe, Apollonia e Cesarea di mare,
Derceti quam versa squamis velantibus artus quanto lo fossero Gaza, Ascalona ed Azoto. Ed il mio Avversario
Stagna Palaestini credunt coluisse figura. ha il coraggio di dire che Cesarea di Palestina non apparteneva
alla Filistea, ed il coraggio maggiore di citar Plinio per provare
Potrebbe mai qui la voce Palestùw scambiarsi per Giudeo ~ O non che gli antichi per Palestina intendevano il paese degli Ebrei?
è egli evidente, essere sinonimo di -Filisteo? Tanto coraggio potrebbe essere impiegato meglio che a mentire
Plinio il Seniore, mentre nel libro V della sua Storia Naturale contro l'evidenza.
ci parla di Siria, d'Idumea, di Fenicia, di Decapoli, di Giudea e di Chiudo la mia lista degli autori non cristiani col nome d'un
Palestina, non scrive pur una volta le voci Filistina o Filisteo: Perchè, cristiano rinnegato, Giuliano l'Apostata, che anch'egli dopo la metà
domando, questa soppressione di nome? Se allora Palestina era sino- del IV secolo adopera la voce Palestina nel significato di Filistea.
nimo di paese degli Ebrei o Giudea, perchè Plinio scrive amendue Dopo la distruzione di Gerusalemme, gli Ebrei scampati alla ro-
questi nomi, -e sotto di essi tratta di. due differenti contrade? Che mana strage ed alla schiavitù, essendo proibiti di abitare nella
se questi due nomi designano non una, ma due contrade, e se quello Giudea (2), si raccolsero principalmente nella Filistina, éome in sito
di Giudea di nota il paese degli Ebrei, qual' altra contrada potrebbe più vicino alla perduta patria. Quindi è elle Eusebio e S. Girolamo
indicare il nome di Palestina? Che poi questo nome per Plinio suoni ci mostran quivi tre villaggi pieni ancora di Ebrei ai tempi loro,
Filistina, lo mostra ad evidenza la lista delle principali città di quella e sono Ascaron, Anea ed Astemoc od Esterno (3). In labne poi o
sua Palestina, che in apposito capo ci sciorina coi nomi di Gaza, Iamnia fra Diospoli ed Azoto fu installato il Sinedrio, e vi fiorì
di Ascalona, di Azoto e di Iamnia, a cui nissuno mai contrastò d'aver una grande accademia rabbinica (41. Un'altra forse maggiore se ne
appartenuto ai Filistei. Questa lis ta Plinio ci porge nel capo XIll, fondò in Lidda o Diospoli, fra Iarnnia ed Emaus (5). Lidde.nse di-
che intitola Idumaea - Syria Palaestina - Samaria - E ciò prima fatto era il dottissimo ebreo che aiutava S. Girolamo nella tradu-
di passare a discorrere nel capo seguente della Giudea. E qui si
oserebbe ancora impugnare, che ai tempi di Plinio (i quali erano
quelli stessi di Gioseffo) nell' Occidente come nell' Oriente la voce Cl) Dall'edizione di Ginevra del '163'1.
(2) Tertulliano nell'Apologetico) cap. XXI: Vagantt~r per orbem sine homine, sine
Palestina significasse il paese de'Filistei, e non quello degli Ebrei? Deo rege, quibus nec advenart~m iure terTam patriam, saltem vestigio salutare
Or questa è la lista del romano geografo che sale lungo il Medi- conceditt~r. E nella diatriba Contra Iudaeos, cap. XIll: Interdictum est) ne in confinio
terraneo dall'Egitto alla Fenicia. Oppida Rhinocolura et intus Ra- ipsÌ"I/s 1'egionis demoretur ql~isqua'in Iudaeorum. E dopo riferito il vaticinio d'Isaia,
phaea, Gaza et ùltus Anthedon, mons Angaris, oppidum Ascalon O(,~uli vestri videbwnt terram de longinquo, prosegue così: Quod vobis pro meritis
liberum, AzotllS, lamnes duae, altera intus, Ioppe Phaenicum ... (1) restl'is) post expugnationem Ierusalem, prohibitis ingredi in terram vestram) de
lml{Jinq1~o eam oculis tantum videre permisst~m est.
inde Apollonia, Stratonis turris, eadem Caesaraea ab Herode rege
(3) V. nell'Onomastico le voci Accaron, Anab ed Estherno.
condita, nunc colonia prirnct Flavia a Vespasiano imperatore deducta. do ) 'IUNK, Palestine ) pago 601_
;i5) CADIET, Dictionar. a. v. Lydcla .
(11) Qui, per non intenompere la lista delle palestine città, lascio addietro le t.'adi-
zioni mitologiche che Plinio aggiunge relative a Ioppe.
- 58- - 59
Finis Palaestinae centum ocloginta novem millia passuurn a confinio
metà donna e metà pesce, stata nodrita, dicevasi, dalle colombe;
Arabiae: deinde Phaenice (O. Dunque non solo Plinio indica la
donde l'astenersi degli Ascaloniti dalla carne di piccione, come inse-
Filistea col nome di Palestina, nè solo la distingue dalla Giudea,
gna Eusebio (Praeparat., evangelico cap. v) sulla fede di Filone ebreò.
della quale parla nel seguente capo XIV, ma ci fa di più conoscere
Allusivi a codesta superstizione l'Eckhel riporta i seguenti versi di
donde la Palestina incominciassé, cioè al sud dall' Egitto, ed al
Tibullo e d'Ovidio:
sud-est dall' Arabia; aggiugnendo che di quivi sino alla Fenicia a
Quiù referam ut voIitel crebras intacta per urbes tramontana misurava cento ottantanove miglia romane, ventinove
Alba palaestino sancta columba suo?
di più della Terra Promessa, secondo S. Girolamo nella sua lettera
Cosi il primo nel libro III, elegia VIII. Ed il secondo nel lib. IV a Dardano. Così a detta di Plinio erano per territorio città Filistee
delle Metamorfosi: o Palestine la doppia Iamnia, Ioppe, Apollonia e Cesarea di mare,
Derceti quam versa squamis velantibus artus quanto lo fossero Gaza, Ascalona ed Azoto. Ed il mio Avversario
Stagna Palaestini credunt coluisse figura. ha il coraggio di dire che Cesarea di Palestina non apparteneva
alla Filistea, ed il coraggio maggiore di citar Plinio per provare
Potrebbe mai qui la voce Palestùw scambiarsi per Giudeo ~ O non che gli antichi per Palestina intendevano il paese degli Ebrei?
è egli evidente, essere sinonimo di -Filisteo? Tanto coraggio potrebbe essere impiegato meglio che a mentire
Plinio il Seniore, mentre nel libro V della sua Storia Naturale contro l'evidenza.
ci parla di Siria, d'Idumea, di Fenicia, di Decapoli, di Giudea e di Chiudo la mia lista degli autori non cristiani col nome d'un
Palestina, non scrive pur una volta le voci Filistina o Filisteo: Perchè, cristiano rinnegato, Giuliano l'Apostata, che anch'egli dopo la metà
domando, questa soppressione di nome? Se allora Palestina era sino- del IV secolo adopera la voce Palestina nel significato di Filistea.
nimo di paese degli Ebrei o Giudea, perchè Plinio scrive amendue Dopo la distruzione di Gerusalemme, gli Ebrei scampati alla ro-
questi nomi, -e sotto di essi tratta di. due differenti contrade? Che mana strage ed alla schiavitù, essendo proibiti di abitare nella
se questi due nomi designano non una, ma due contrade, e se quello Giudea (2), si raccolsero principalmente nella Filistina, éome in sito
di Giudea di nota il paese degli Ebrei, qual' altra contrada potrebbe più vicino alla perduta patria. Quindi è elle Eusebio e S. Girolamo
indicare il nome di Palestina? Che poi questo nome per Plinio suoni ci mostran quivi tre villaggi pieni ancora di Ebrei ai tempi loro,
Filistina, lo mostra ad evidenza la lista delle principali città di quella e sono Ascaron, Anea ed Astemoc od Esterno (3). In labne poi o
sua Palestina, che in apposito capo ci sciorina coi nomi di Gaza, Iamnia fra Diospoli ed Azoto fu installato il Sinedrio, e vi fiorì
di Ascalona, di Azoto e di Iamnia, a cui nissuno mai contrastò d'aver una grande accademia rabbinica (41. Un'altra forse maggiore se ne
appartenuto ai Filistei. Questa lis ta Plinio ci porge nel capo XIll, fondò in Lidda o Diospoli, fra Iarnnia ed Emaus (5). Lidde.nse di-
che intitola Idumaea - Syria Palaestina - Samaria - E ciò prima fatto era il dottissimo ebreo che aiutava S. Girolamo nella tradu-
di passare a discorrere nel capo seguente della Giudea. E qui si
oserebbe ancora impugnare, che ai tempi di Plinio (i quali erano
quelli stessi di Gioseffo) nell' Occidente come nell' Oriente la voce Cl) Dall'edizione di Ginevra del '163'1.
(2) Tertulliano nell'Apologetico) cap. XXI: Vagantt~r per orbem sine homine, sine
Palestina significasse il paese de'Filistei, e non quello degli Ebrei? Deo rege, quibus nec advenart~m iure terTam patriam, saltem vestigio salutare
Or questa è la lista del romano geografo che sale lungo il Medi- conceditt~r. E nella diatriba Contra Iudaeos, cap. XIll: Interdictum est) ne in confinio
terraneo dall'Egitto alla Fenicia. Oppida Rhinocolura et intus Ra- ipsÌ"I/s 1'egionis demoretur ql~isqua'in Iudaeorum. E dopo riferito il vaticinio d'Isaia,
phaea, Gaza et ùltus Anthedon, mons Angaris, oppidum Ascalon O(,~uli vestri videbwnt terram de longinquo, prosegue così: Quod vobis pro meritis
liberum, AzotllS, lamnes duae, altera intus, Ioppe Phaenicum ... (1) restl'is) post expugnationem Ierusalem, prohibitis ingredi in terram vestram) de
lml{Jinq1~o eam oculis tantum videre permisst~m est.
inde Apollonia, Stratonis turris, eadem Caesaraea ab Herode rege
(3) V. nell'Onomastico le voci Accaron, Anab ed Estherno.
condita, nunc colonia prirnct Flavia a Vespasiano imperatore deducta. do ) 'IUNK, Palestine ) pago 601_
;i5) CADIET, Dictionar. a. v. Lydcla .
(11) Qui, per non intenompere la lista delle palestine città, lascio addietro le t.'adi-
zioni mitologiche che Plinio aggiunge relative a Ioppe.
- 60-
zione del libro di Giobbe (t). Ciò stante, l'Apostata chiama gli Ebrei
abitatori non già della Giudea, che tali più non erano, ma della
Palestina, antico paese de' Filistei: Incolentes Palaestinam (2).
Passando ora dai non cristiani, Erodoto, Gioseffo Flavio, Ovidio, CAPO V.
Tibullo e Giuliano Apostata, agli scrittori cristiani, prevedo che, Segue lo stesso argOID.ento.
per la strabocchevole materia che 'mi toccherà di esporre, non
potrò a meno di rendermi tedioso a' miei lettori: il perchè li prego E qui per conservare l'ordine cronologico, incomincio con
fin d'ora a volermi essere indulgenti, dietro il riflesso che la colpa Eusebio Panfilo, il quale nella Storia Ecclesiastica, lib. I, 7, parlando
non è tutta mia, di ladri idumei piombati su d'Ascalona, quest'una delle antiche capi-
Perch'io m'accorgo a un certo tentennìo, tali filistee chiama città della Palestina. Cum Ascaloni Palaestinae
Che gli orecchioni all'asino stropiccio (3l. civilati pervenissent, ' elc. Lo stesso fa con Cesarea, lib. II, 3, a
E sì che del ranno per quest'operazione ce ne vuole proprio proposito del Centurione Cornelio. Primusque in urbe Palaestinae
un bigoncio, se pur basterà! Caesaraea Cornelius, etc. E quasi lo stesso nel lib. VIII, 13, anno-
verando un vescovo di Gaza fra i palestini martiri: Inter martyres
. antem Palaestinae Silvanus Gazae urbis episcopus. Eusebio ci dà
(II) Memini me ob intelligentiam huius volt~minis, Lyddaeum q~wmdam prae-
ceptorem, qui apud hebraeos primus haberi pntabatur, non parvis redemisse
come appendice al libro VIII della sua Storia un distinto ragguaglio
nummis. (Prae{at. in lob.) dei martiri della Palestina nella persecuzione di Diocleziano (De
(2) Sono debitore di queste parole al mio co' tese Avversario (Nuovi Stadi, part. Il, . Martyrib. Palaest.) dove per Palestina intende Filistina, perchè
pago 18 in nota), che le dice tolte dal libro dell' Apostata Cont1"a Christianos, libro .che parla solo di conf8ssori della Fede appartenenti a quella provincia,
io nOli conosco. o condannati in Cesarea, che n'era allora la metropoli e sede d'un
(3) MENZINI, Satira l J.
Preside. Quindi nel capo I di quell' appendice scrive: Igitur ex
Palaestinae martyribus primus Procopius, etc. E poi conchiude: Hoc
primum apud Caesaraeam Palaestinae martyrium perpetratum est.
Nel capo II parla di un martire di Antiochia, ma nota che lo fa perchè
costui era di Cesarea, e lo chiama però Palestino: Hic enim genere
palaestinus, caesariensis ecclesiae diaconus et exorcisla. E conchiude
dicendo: Et hic quidem utpote palaestinus inter palaestinos marlyres
recenseri meretur, tametsi extra patriam passus sii. Finalmente nel
capo III a proposito d'un martire Timoteo, torna a chiamar Gaza
città della Palestina, Gaza la più antir.a delle filistee città. Thimoteus
apud Gazam, urbem Palaestinae, innumera perpessus tormenta.
Dove in Eusebio sarà per noi più abbondante la spigolatura,
sarà nel suo prezioso Onomasticon, tradotto da S. Girolamo, nel
quale ci riserbiamo di fare le nostre ricerche dopo che. fatte le
avremo in tutte le altre opere del dottissimo Santo Padre. Comin-
ciando ora dalle Epistole, trascriveremo alquante linee da quella
già citata a Dardano, che interrogato avevalo intorno alla vastità
della Terra Promessa. Respondeant mihi qui hanc terram (quae
nune nobis, Christi passione et resurreetione terra repromissionis er-
recta est) possessam putant· a populo Iudaeorum postquam reversus
est ex AEgypto, quantum possederit; utique a Dan usque Bersabee,
- 60-
zione del libro di Giobbe (t). Ciò stante, l'Apostata chiama gli Ebrei
abitatori non già della Giudea, che tali più non erano, ma della
Palestina, antico paese de' Filistei: Incolentes Palaestinam (2).
Passando ora dai non cristiani, Erodoto, Gioseffo Flavio, Ovidio, CAPO V.
Tibullo e Giuliano Apostata, agli scrittori cristiani, prevedo che, Segue lo stesso argOID.ento.
per la strabocchevole materia che 'mi toccherà di esporre, non
potrò a meno di rendermi tedioso a' miei lettori: il perchè li prego E qui per conservare l'ordine cronologico, incomincio con
fin d'ora a volermi essere indulgenti, dietro il riflesso che la colpa Eusebio Panfilo, il quale nella Storia Ecclesiastica, lib. I, 7, parlando
non è tutta mia, di ladri idumei piombati su d'Ascalona, quest'una delle antiche capi-
Perch'io m'accorgo a un certo tentennìo, tali filistee chiama città della Palestina. Cum Ascaloni Palaestinae
Che gli orecchioni all'asino stropiccio (3l. civilati pervenissent, ' elc. Lo stesso fa con Cesarea, lib. II, 3, a
E sì che del ranno per quest'operazione ce ne vuole proprio proposito del Centurione Cornelio. Primusque in urbe Palaestinae
un bigoncio, se pur basterà! Caesaraea Cornelius, etc. E quasi lo stesso nel lib. VIII, 13, anno-
verando un vescovo di Gaza fra i palestini martiri: Inter martyres
. antem Palaestinae Silvanus Gazae urbis episcopus. Eusebio ci dà
(II) Memini me ob intelligentiam huius volt~minis, Lyddaeum q~wmdam prae-
ceptorem, qui apud hebraeos primus haberi pntabatur, non parvis redemisse
come appendice al libro VIII della sua Storia un distinto ragguaglio
nummis. (Prae{at. in lob.) dei martiri della Palestina nella persecuzione di Diocleziano (De
(2) Sono debitore di queste parole al mio co' tese Avversario (Nuovi Stadi, part. Il, . Martyrib. Palaest.) dove per Palestina intende Filistina, perchè
pago 18 in nota), che le dice tolte dal libro dell' Apostata Cont1"a Christianos, libro .che parla solo di conf8ssori della Fede appartenenti a quella provincia,
io nOli conosco. o condannati in Cesarea, che n'era allora la metropoli e sede d'un
(3) MENZINI, Satira l J.
Preside. Quindi nel capo I di quell' appendice scrive: Igitur ex
Palaestinae martyribus primus Procopius, etc. E poi conchiude: Hoc
primum apud Caesaraeam Palaestinae martyrium perpetratum est.
Nel capo II parla di un martire di Antiochia, ma nota che lo fa perchè
costui era di Cesarea, e lo chiama però Palestino: Hic enim genere
palaestinus, caesariensis ecclesiae diaconus et exorcisla. E conchiude
dicendo: Et hic quidem utpote palaestinus inter palaestinos marlyres
recenseri meretur, tametsi extra patriam passus sii. Finalmente nel
capo III a proposito d'un martire Timoteo, torna a chiamar Gaza
città della Palestina, Gaza la più antir.a delle filistee città. Thimoteus
apud Gazam, urbem Palaestinae, innumera perpessus tormenta.
Dove in Eusebio sarà per noi più abbondante la spigolatura,
sarà nel suo prezioso Onomasticon, tradotto da S. Girolamo, nel
quale ci riserbiamo di fare le nostre ricerche dopo che. fatte le
avremo in tutte le altre opere del dottissimo Santo Padre. Comin-
ciando ora dalle Epistole, trascriveremo alquante linee da quella
già citata a Dardano, che interrogato avevalo intorno alla vastità
della Terra Promessa. Respondeant mihi qui hanc terram (quae
nune nobis, Christi passione et resurreetione terra repromissionis er-
recta est) possessam putant· a populo Iudaeorum postquam reversus
est ex AEgypto, quantum possederit; utique a Dan usque Bersabee,
- 6:2 - - 63-
qn(te vix centnm sexaginta millium in longurn spatittm tenditur ... · hodie pop1th circumcidtmlttr et praecìpue JEgyptii et Idumaei,
J

El hoc dico, ut taceam quinq1.te Palaeslinae civitates, Gazam) Asca- Ammonitae et Moabitae. Qui Girolamo rlistingue evidentemente la
lonem, Geth) Accaron et Azotum. Dunque la Palestina, secondo Giudea dalla Palestina, nè per questa può indicar altra contrada
S. Girolamo, non appartenne agli Ebrei. A chi dunque? Ai Filistei, . che quella de' Filistei, perciocchè se erano confinanti alla Giudea
di cui erano città principali Gaza, Ascalon, Geth, Accaron ed Azoto, gli Ammoniti, i Moabiti e gl'Idumei, questi e gli Egizii confinavano
cinque città filistee, che Girolamo chiama civitales Palaèstinae. colla Filistina. Al capo XLVIl: Quod factt~m est verb'um Domini ad
Lo stesso Girolamo nell' Epist. LVIII ad Paulinum, scrive: Beatus iferemiam prophetam contra Palaestinos antequam percttteret Pharao
Ilarion, qUHm Palaestinus esset, et in Palaeslina vivere t, una tantum Gazam ... Pro adventtt diei, in quo vastabuntur omnes Philisthiim ...
dié viderat Hierosolymam. Ma perchè palestino Ilarione? Perchè, Depopulatus est enim Dominus Palaestinos.
risponde Girolamo nella Vita del santo anacoreta, perchè Ilarione Passo ai Commenti su d'Ezechiele. Al capo XVI: Datur autem
era di Tabata, villaggio qui circiter quinque millia a Gaza urbe (Jerusalem) in animas odientium se filiarum Palaestinarum quando
Palestinae ad austrttm situs est. Dunque Palestino significa abitatore t7'aditur Palaestinis... quas intelligere possumus urbes vel oppida
del paese de' Filistei. Nel libro poi De viris illustribus, num. XLIlI, Palaestinae. E dopo poche linee conchiude dicendo: Philisthiim,
a proposito di Cesarea di mare) scrive: Theophilus Caesaraeae Pa- hoc est Palaestini. E più giù nello stesso capo: Ul cunctis urbibus
laestinae, quae olim Stl'utonis turris vocabatur, episcopus. - LXXV. Syriae et Palaestinae, qttae (o Jerusalem) in circttittt tuo sunt, fieres
Pamphilus presbiter ... passus est Caesaraeae Palaestinae. - LXXXI. opprobrium. Al capo xx: Inclitam esse terram Iudae .. dubitare non
... Eusebius Caesaraeae Palaestinae episcopuls. _ . XCVIII. Acacius ... Cae- potest qui a Rinocorura usque ad Taurum montem et Euphratem
sariensis ecclesiae in Palaestina episcoptts. Nel lib. II, n° 7, Advers. (h.wium cunclam consideraverit terram, et urbium potentiam, amae-
Jovinian. scrive ancora: In AEgypto et Palaestina propter bovum nitatemque regionum, Palaestinam videlicet et Phoenicen, Arabiam,
raritatem, nemo vaccam comedit. Al in nostra provincia (la Giudea) Syriam Coelen) Ciliciam et caeteras ,'egiones, qtWS Israeli, .si Dei
scelus putant vitulos devorare. E nelle Questioni ebraiche sul Ge- praecepta servasset, Dominus repromisit; qttas qt~ia twn accepit,
nesi: Chasloim, qui deinceps Philisthiim appellati sunt, quos nos !}itium fuit incredulitatis eius)' na111 et in ipsa Palaestl:na, Iudaeaque
. corrupte Palaestinos dicimus. provincia gentes plurimae remanserunt, quae non s1mt eiectae ( Il. Ed
Passiam ora ai profetici Commenti ·del Santo, e pria d'ogn'altro ecco qui ancora distinta la Giudea dalla Palestina. Al capo XLVIII:
a quelli su d'Isaia. Al capo IX Girolamo scrive: Contra Israel Syria Dicuntque Hebraei, septentrionalem plagam incipere a mari rnagno
ab Oriente, et Philisthiim, hoc est Palaestini, ab Occidente mo- (Mediterraneo) qtwd Palaestinae, Phoeniciei et Syriae quae appel-
v~antur. Al capo XI: Et volent in humeros Philistiim per mare, latltr Coele) Ciliciaeque praetenditttr littoribus, et per .iEgyptum
hoc est primum maritimis praedicent Palaestinis. Al capo XlV: Ser- tendi t ad Lybiam. Nel riportare quest'ebraica opinione, Girolamo
monem qùoque dirigit ad urbes Palaestinorum, quod eiulare debeant per Palestina non può indicare la Giudea, che non distendevasi
et luge1'e, veniente Sennacherib ... Sub rege enim Ezechia venit Assy- sul lidò, ma indica la Filistina, che, somigliante alla Fenicia, alla
rius, et intel' caeteras nationes vastavit Philisthaeos. Al cap. XXI: Celisiria, alla Cilicia ed all' Egitto, faceva spiaggia al Mediterraneo
Azotus) quae hebraice dicitur Asdod, urbs fttit potentissima Palae- da Rinocorura al Carmelo.
stinae. Ed ivi stesso: Est autem Duma, non tota Idumaea provincia, Dai non lunghi Commenti ad Amos -si raccolgono cinque esempi.
sed quaedwn ei-us regio, quae ad austrurn vergit, et ab urbe Palae- Al cap. II: Caetcris supradictis ttrbibtts, gentibusque, Damasco et
stinae, quae hodie dicitUT Eleutheropolis, viginti distat millibus. Al Azoto, Ascaloni, Gazae, Accaron et reliquis oppidis Palaestinorum.
capo XXIX parla del Carmelo, qui hebraice Chermel dicitur) et in Al capo IlI: Primum Damasci, secundo Gazae et caeteris urbibus
confinio Palaestinae atque Phaenicis Ptolemaidi imminet. (I) Quindi Eusebio e S. Girolamo nell'Onomastico: - Gaza ... ceciditque in SOJ'tem,
Due soli passi ci somministrano i Commenti a Geremia, perchè tribus Jlldae; sed eam tenere nOli pot·uit. - Azotus ... decreta quidem triù'ui ltbdae,
questi cessano là appunto dove il profeta parla de' Filistei. Al W non l'etenta ab ea, quia nequaquam vetel'es accolas pot'uit expellere, - Ascalon ...
capo IX il Santo Commentatore scrive: Mt6ltarum ex quadam parte . srparata q1àdem per sortem tribui htdae, nec tamen retenta ab ea, qnia habitatores
gentium, et maxime quae Ludaece, Palaestinaeque confines sunt, 1.tsque superare non potuit, etc. etc. .
- 6:2 - - 63-
qn(te vix centnm sexaginta millium in longurn spatittm tenditur ... · hodie pop1th circumcidtmlttr et praecìpue JEgyptii et Idumaei,
J

El hoc dico, ut taceam quinq1.te Palaeslinae civitates, Gazam) Asca- Ammonitae et Moabitae. Qui Girolamo rlistingue evidentemente la
lonem, Geth) Accaron et Azotum. Dunque la Palestina, secondo Giudea dalla Palestina, nè per questa può indicar altra contrada
S. Girolamo, non appartenne agli Ebrei. A chi dunque? Ai Filistei, . che quella de' Filistei, perciocchè se erano confinanti alla Giudea
di cui erano città principali Gaza, Ascalon, Geth, Accaron ed Azoto, gli Ammoniti, i Moabiti e gl'Idumei, questi e gli Egizii confinavano
cinque città filistee, che Girolamo chiama civitales Palaèstinae. colla Filistina. Al capo XLVIl: Quod factt~m est verb'um Domini ad
Lo stesso Girolamo nell' Epist. LVIII ad Paulinum, scrive: Beatus iferemiam prophetam contra Palaestinos antequam percttteret Pharao
Ilarion, qUHm Palaestinus esset, et in Palaeslina vivere t, una tantum Gazam ... Pro adventtt diei, in quo vastabuntur omnes Philisthiim ...
dié viderat Hierosolymam. Ma perchè palestino Ilarione? Perchè, Depopulatus est enim Dominus Palaestinos.
risponde Girolamo nella Vita del santo anacoreta, perchè Ilarione Passo ai Commenti su d'Ezechiele. Al capo XVI: Datur autem
era di Tabata, villaggio qui circiter quinque millia a Gaza urbe (Jerusalem) in animas odientium se filiarum Palaestinarum quando
Palestinae ad austrttm situs est. Dunque Palestino significa abitatore t7'aditur Palaestinis... quas intelligere possumus urbes vel oppida
del paese de' Filistei. Nel libro poi De viris illustribus, num. XLIlI, Palaestinae. E dopo poche linee conchiude dicendo: Philisthiim,
a proposito di Cesarea di mare) scrive: Theophilus Caesaraeae Pa- hoc est Palaestini. E più giù nello stesso capo: Ul cunctis urbibus
laestinae, quae olim Stl'utonis turris vocabatur, episcopus. - LXXV. Syriae et Palaestinae, qttae (o Jerusalem) in circttittt tuo sunt, fieres
Pamphilus presbiter ... passus est Caesaraeae Palaestinae. - LXXXI. opprobrium. Al capo xx: Inclitam esse terram Iudae .. dubitare non
... Eusebius Caesaraeae Palaestinae episcopuls. _ . XCVIII. Acacius ... Cae- potest qui a Rinocorura usque ad Taurum montem et Euphratem
sariensis ecclesiae in Palaestina episcoptts. Nel lib. II, n° 7, Advers. (h.wium cunclam consideraverit terram, et urbium potentiam, amae-
Jovinian. scrive ancora: In AEgypto et Palaestina propter bovum nitatemque regionum, Palaestinam videlicet et Phoenicen, Arabiam,
raritatem, nemo vaccam comedit. Al in nostra provincia (la Giudea) Syriam Coelen) Ciliciam et caeteras ,'egiones, qtWS Israeli, .si Dei
scelus putant vitulos devorare. E nelle Questioni ebraiche sul Ge- praecepta servasset, Dominus repromisit; qttas qt~ia twn accepit,
nesi: Chasloim, qui deinceps Philisthiim appellati sunt, quos nos !}itium fuit incredulitatis eius)' na111 et in ipsa Palaestl:na, Iudaeaque
. corrupte Palaestinos dicimus. provincia gentes plurimae remanserunt, quae non s1mt eiectae ( Il. Ed
Passiam ora ai profetici Commenti ·del Santo, e pria d'ogn'altro ecco qui ancora distinta la Giudea dalla Palestina. Al capo XLVIII:
a quelli su d'Isaia. Al capo IX Girolamo scrive: Contra Israel Syria Dicuntque Hebraei, septentrionalem plagam incipere a mari rnagno
ab Oriente, et Philisthiim, hoc est Palaestini, ab Occidente mo- (Mediterraneo) qtwd Palaestinae, Phoeniciei et Syriae quae appel-
v~antur. Al capo XI: Et volent in humeros Philistiim per mare, latltr Coele) Ciliciaeque praetenditttr littoribus, et per .iEgyptum
hoc est primum maritimis praedicent Palaestinis. Al capo XlV: Ser- tendi t ad Lybiam. Nel riportare quest'ebraica opinione, Girolamo
monem qùoque dirigit ad urbes Palaestinorum, quod eiulare debeant per Palestina non può indicare la Giudea, che non distendevasi
et luge1'e, veniente Sennacherib ... Sub rege enim Ezechia venit Assy- sul lidò, ma indica la Filistina, che, somigliante alla Fenicia, alla
rius, et intel' caeteras nationes vastavit Philisthaeos. Al cap. XXI: Celisiria, alla Cilicia ed all' Egitto, faceva spiaggia al Mediterraneo
Azotus) quae hebraice dicitur Asdod, urbs fttit potentissima Palae- da Rinocorura al Carmelo.
stinae. Ed ivi stesso: Est autem Duma, non tota Idumaea provincia, Dai non lunghi Commenti ad Amos -si raccolgono cinque esempi.
sed quaedwn ei-us regio, quae ad austrurn vergit, et ab urbe Palae- Al cap. II: Caetcris supradictis ttrbibtts, gentibusque, Damasco et
stinae, quae hodie dicitUT Eleutheropolis, viginti distat millibus. Al Azoto, Ascaloni, Gazae, Accaron et reliquis oppidis Palaestinorum.
capo XXIX parla del Carmelo, qui hebraice Chermel dicitur) et in Al capo IlI: Primum Damasci, secundo Gazae et caeteris urbibus
confinio Palaestinae atque Phaenicis Ptolemaidi imminet. (I) Quindi Eusebio e S. Girolamo nell'Onomastico: - Gaza ... ceciditque in SOJ'tem,
Due soli passi ci somministrano i Commenti a Geremia, perchè tribus Jlldae; sed eam tenere nOli pot·uit. - Azotus ... decreta quidem triù'ui ltbdae,
questi cessano là appunto dove il profeta parla de' Filistei. Al W non l'etenta ab ea, quia nequaquam vetel'es accolas pot'uit expellere, - Ascalon ...
capo IX il Santo Commentatore scrive: Mt6ltarum ex quadam parte . srparata q1àdem per sortem tribui htdae, nec tamen retenta ab ea, qnia habitatores
gentium, et maxime quae Ludaece, Palaestinaeque confines sunt, 1.tsque superare non potuit, etc. etc. .
- 64- - 65-
Pala.estùwe. Al capo Vi: VOS qni habitaJis in monte Sion et in monte come dell' altra. Quello che io nego sì è, che qui ·il Santo voglia
Sarnarùw, descendite ad Palaestinos, qui morantur in campestribus, per Palestina indicar altro che Filistina, perciocchè avendo scritto
et ad optima quaeque regna eorttm, quae diversis civitatibus subiacent, nello stesso libro poche pagine prima, Philistiim, quos nos corntpte
Gazae et Ascalom:, Azoto, Acharon et Geth. Al capo IX: Denique .iEtio- Palaestinos dicimus, non può poche pagine dopo indicar altro, colla
pesI Palaestinos, Syros atque Judaeos tlislantes lo cis, etc. E poche linee voce Palestina, che il paese de' Filistei.
appresso: Hoc idem feci et Palaestinis, quos Septuaginta alienigenas Uguale ragione si vuoI fare d'un altro passo, che è nei Commenti
transtulerunt, qui hebraice Caphtorim appellantur, ut transferrem' ad Ezechiele, nei quali, come abbiamgià visto, Girolamo adopera
eos de Cappadocia, et in Palae$tinae regionibus collocarem. ben sette volte Palestina o Palestini per Filistea o Filistei, ed in
Ad Abdia, capo I: Qui autem habitabant in Sephela, idest in cui attesta chiaramente, che la Filistea nune dicitur Pall'testina. Or
campestribus, Lyddam et Emmaum significans, possidebunt Palae- ecco il passo di cui ragiono, tolto dal capo XXVII. Dicitur autem
stinos, quinque urbes Palaeslinorum, Gazam, Asealonem, Azotum, qttibus terra Iudae, quae nunc appellatur Palaestina, abundel eopiis,
Accaron, Gelh. Parimenti al capo I di Michea: Geth ..... una est de {r'ttmento, balsamo, melle et oleo, quae a Iuda et Israer ad Tyri
quinque urbibus Palaestinae, vicina ludaeae confinio. Ed ivi stesso: nundinas deferuntur. La difficoltà è in queHe parole: Terra Iudae,
Non solnm autem s'Ltper Lachis twnultus veniet et quadriga, sed et quae nune appellatu,r Palaestina; ma svanisce al semplice ricoydo
super Geth, metropolirn Palaestinae. In Sofonia al capo II: Quatuor dell'essere stato il territorio filisteo assegnato alla tribù di Giuda,
magnis Palaeslinae urbibus nominatis (Gaza, Ascalona, Azoto ed Ac- non però potuto da essa conquistarsi o conservarsi: e questa sa-
caro n) m,mc ad ipsam generaliter provinciam patet, sermonem Domini rebbe quella terra di Giuda (non la Giudea provincia) di cui parla
fieri. In Zaccaria finalmente al capo XII: Mos est in urbibus Palaesti- S. Girolam0, la quale a' tempi suoi chiamavasi Palaestina, perchè,
nae, et usque hodie, per omnem htdaeam. Qui ancora abbiamo la Pale- quantunque assegnata alla tribù di Giuda, era pur sempre rimasa
stina così distinta dalla Giudea, da non lasciar appiglio' a credere, che proprietà de'Palestini o Filistei.
la prima possa significare la seconda. Ma che cos'era codesta Pale- Passo da ultimo a cercare in qual senso Eusebio autore e Giro-
stina, che non aveva che fare colla Giudea? Era la Filistina, che, lamo traduttore adoprino nell'Onomastico, la voce Palestina nell'in-
come ,insegna lo stesso Girolamo, solevasi nominare così dagli antichi. dicare che fanno di non poche città il territorio filisteo. Ed affinchè
Ed ora se il mio computo non falla, sono già più di trenta volte d'un tratto apparisca, che in territorio veramente filisteo quelle
che S. Girolamo adopera le voci Palestina e Palestini per signifi- palestinB città sorgevano, esporrò un breve specchio dell' ampIo
care Fi!istea e Filistei. Ciò posto, se di lui si trovasse qualche passo, diffondersi de' Filistei, con cui giunsero a cingere qua.si per ogni
in cui que' vocaboli non sembrassero avere questo significato, non parte l'odiato popolo ebreo, ed asserragliarlo su' suoi monti, paghi
dovrebbersi interpretare benignamente, piuttosto che conchiudere essi delle circostanti pianure, su cui slanciare i falcati loro carri,
che il Santo Dottore si contradisse, e volle imporci, col ripetere che che rendevanli terribili nelle battaglie.
fe' tante volte, che que'vocaboli significavano Filistea e Filistei? Uno Progenie camitica per Mislaim e Casluim (Gen. X, 13 e 14) e
di tali passi è il seguente delle Questioni Ebraiche sul Genesi. Quod colonia migrata da Caftor (Am. IX, 7; [eremo XLVII, 4) che Calmet
autem in omnib1f.,S Scripturis legitur, hic semel dixisse suffìeiat, mare e Munck, provano contro S. Girolamo, essere stata l'isola di Creta,
semper pro occidente poni ab eo quod Palaestinae regio ita sila sii, non la Cappadoccia, i primi Filistei stanziarono sull'orientale riviera
ut mare in occidentis plaga abeat. Che la Palestina-filistea abbia il del Mediterraneo da Gaza a Rinocolura (Ios. Ant. I, 6 2); ma sino
7

mare ad occidente non v'ha chi neghi, come neppure io nego, che dai tempi (1'Abramo si erano già tanto distesi dentro terra, al'mez-
per indicare l'occidente della Giudea la Scrittura si serva della voce zodì della Cananitide, che ivi noi li troviamo stabiliti nell' Idumea
mare, . da che me lo insegna lo stesso Girolamo: Hane habente e nell'Arabia Petrea, cosi·denominata quest'ultima dalla capitale Petra,
ScriptU'ra sacra consuetttdinem, ut pro situ terrae ludaeae semper . a distinzione delle altre due Arabie, Deserta e Felice. Or codesta ·
~ :p~tra, per testimonianza d'Eusebio e di Girolamo, apparteneva tut-
mare occidentem vocet (In Ezech. XLVI). Ma ecco come sta la cosa:
~(:t'> insieme aH' Idumea o terra d' Edom, ed all' Arabia, contrade, che
fa Giudea avendo a ponente la Palestina, e questa il mare, ne
avviene, che il mare segna nella Scrittura l'occidente così dell'una, Q
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Pala.estùwe. Al capo Vi: VOS qni habitaJis in monte Sion et in monte come dell' altra. Quello che io nego sì è, che qui ·il Santo voglia
Sarnarùw, descendite ad Palaestinos, qui morantur in campestribus, per Palestina indicar altro che Filistina, perciocchè avendo scritto
et ad optima quaeque regna eorttm, quae diversis civitatibus subiacent, nello stesso libro poche pagine prima, Philistiim, quos nos corntpte
Gazae et Ascalom:, Azoto, Acharon et Geth. Al capo IX: Denique .iEtio- Palaestinos dicimus, non può poche pagine dopo indicar altro, colla
pesI Palaestinos, Syros atque Judaeos tlislantes lo cis, etc. E poche linee voce Palestina, che il paese de' Filistei.
appresso: Hoc idem feci et Palaestinis, quos Septuaginta alienigenas Uguale ragione si vuoI fare d'un altro passo, che è nei Commenti
transtulerunt, qui hebraice Caphtorim appellantur, ut transferrem' ad Ezechiele, nei quali, come abbiamgià visto, Girolamo adopera
eos de Cappadocia, et in Palae$tinae regionibus collocarem. ben sette volte Palestina o Palestini per Filistea o Filistei, ed in
Ad Abdia, capo I: Qui autem habitabant in Sephela, idest in cui attesta chiaramente, che la Filistea nune dicitur Pall'testina. Or
campestribus, Lyddam et Emmaum significans, possidebunt Palae- ecco il passo di cui ragiono, tolto dal capo XXVII. Dicitur autem
stinos, quinque urbes Palaeslinorum, Gazam, Asealonem, Azotum, qttibus terra Iudae, quae nunc appellatur Palaestina, abundel eopiis,
Accaron, Gelh. Parimenti al capo I di Michea: Geth ..... una est de {r'ttmento, balsamo, melle et oleo, quae a Iuda et Israer ad Tyri
quinque urbibus Palaestinae, vicina ludaeae confinio. Ed ivi stesso: nundinas deferuntur. La difficoltà è in queHe parole: Terra Iudae,
Non solnm autem s'Ltper Lachis twnultus veniet et quadriga, sed et quae nune appellatu,r Palaestina; ma svanisce al semplice ricoydo
super Geth, metropolirn Palaestinae. In Sofonia al capo II: Quatuor dell'essere stato il territorio filisteo assegnato alla tribù di Giuda,
magnis Palaeslinae urbibus nominatis (Gaza, Ascalona, Azoto ed Ac- non però potuto da essa conquistarsi o conservarsi: e questa sa-
caro n) m,mc ad ipsam generaliter provinciam patet, sermonem Domini rebbe quella terra di Giuda (non la Giudea provincia) di cui parla
fieri. In Zaccaria finalmente al capo XII: Mos est in urbibus Palaesti- S. Girolam0, la quale a' tempi suoi chiamavasi Palaestina, perchè,
nae, et usque hodie, per omnem htdaeam. Qui ancora abbiamo la Pale- quantunque assegnata alla tribù di Giuda, era pur sempre rimasa
stina così distinta dalla Giudea, da non lasciar appiglio' a credere, che proprietà de'Palestini o Filistei.
la prima possa significare la seconda. Ma che cos'era codesta Pale- Passo da ultimo a cercare in qual senso Eusebio autore e Giro-
stina, che non aveva che fare colla Giudea? Era la Filistina, che, lamo traduttore adoprino nell'Onomastico, la voce Palestina nell'in-
come ,insegna lo stesso Girolamo, solevasi nominare così dagli antichi. dicare che fanno di non poche città il territorio filisteo. Ed affinchè
Ed ora se il mio computo non falla, sono già più di trenta volte d'un tratto apparisca, che in territorio veramente filisteo quelle
che S. Girolamo adopera le voci Palestina e Palestini per signifi- palestinB città sorgevano, esporrò un breve specchio dell' ampIo
care Fi!istea e Filistei. Ciò posto, se di lui si trovasse qualche passo, diffondersi de' Filistei, con cui giunsero a cingere qua.si per ogni
in cui que' vocaboli non sembrassero avere questo significato, non parte l'odiato popolo ebreo, ed asserragliarlo su' suoi monti, paghi
dovrebbersi interpretare benignamente, piuttosto che conchiudere essi delle circostanti pianure, su cui slanciare i falcati loro carri,
che il Santo Dottore si contradisse, e volle imporci, col ripetere che che rendevanli terribili nelle battaglie.
fe' tante volte, che que'vocaboli significavano Filistea e Filistei? Uno Progenie camitica per Mislaim e Casluim (Gen. X, 13 e 14) e
di tali passi è il seguente delle Questioni Ebraiche sul Genesi. Quod colonia migrata da Caftor (Am. IX, 7; [eremo XLVII, 4) che Calmet
autem in omnib1f.,S Scripturis legitur, hic semel dixisse suffìeiat, mare e Munck, provano contro S. Girolamo, essere stata l'isola di Creta,
semper pro occidente poni ab eo quod Palaestinae regio ita sila sii, non la Cappadoccia, i primi Filistei stanziarono sull'orientale riviera
ut mare in occidentis plaga abeat. Che la Palestina-filistea abbia il del Mediterraneo da Gaza a Rinocolura (Ios. Ant. I, 6 2); ma sino
7

mare ad occidente non v'ha chi neghi, come neppure io nego, che dai tempi (1'Abramo si erano già tanto distesi dentro terra, al'mez-
per indicare l'occidente della Giudea la Scrittura si serva della voce zodì della Cananitide, che ivi noi li troviamo stabiliti nell' Idumea
mare, . da che me lo insegna lo stesso Girolamo: Hane habente e nell'Arabia Petrea, cosi·denominata quest'ultima dalla capitale Petra,
ScriptU'ra sacra consuetttdinem, ut pro situ terrae ludaeae semper . a distinzione delle altre due Arabie, Deserta e Felice. Or codesta ·
~ :p~tra, per testimonianza d'Eusebio e di Girolamo, apparteneva tut-
mare occidentem vocet (In Ezech. XLVI). Ma ecco come sta la cosa:
~(:t'> insieme aH' Idumea o terra d' Edom, ed all' Arabia, contrade, che
fa Giudea avendo a ponente la Palestina, e questa il mare, ne
avviene, che il mare segna nella Scrittura l'occidente così dell'una, Q
l f' - 66- - 67-
in qualche parte almeno sembran essersi mescolate e confuse. Petra Niropoli - Emaus, Rafia e Sozusa (I). Sino ai tempi di S. Girolamo
civitas Arabiae in terra Edom (Onom. a. v.) Gerara poi, il cui re fi- dipese pure da Cesarea la stessa sede Gerosolimitana (2), che solo
listeo accolse Abramo (Gen. xx) Gerara, al dire del Calmet (Diclion. più tardi ottenne dal consiglio di Calcedonia (an. 451) l'onore del
a. v.) in intimis Arabiae Petraeae sila erat; e ciò non ostante era , Patriarcato, con a sè soggette ' le tre Palestine, che furono stac-
città filistea, anzi, al dire d'Eusebio, città reale de'Filistei, 0, come cale dal patriarcato d'Antiochia (S).
traduce Girolamo, invariabile nel chiamar Palestina la Filistea, civilas La distesa di questa Palestina Prima ci fu già indicata, lo ripeto,
metropolis Palaestinae. La filistea adunque, sino dai tempi d'Abramo, da Plinio quando ci disse che arrivava sino a Cesarea, e confinava
a levante ed a sirocco di Gaza, erasi già pròlungata sino all' Ara- c-Olla Fenicia. Lo stesso press'a poco conferma S. Gerolamo, parlando
bia Petrea, attraverso all' Idumea; e quindi verso colà erano già del Carmelo, alle cui radici sorgeva Cesarea: Carmelus mons in
città filistee quelle che nell' Onomastico sono dette città della Pale- confinio Palaestinae et Phoenices, Ptolemaidi imminet (In Isai. XXIX).
stina, non eccettuata Aila od Eia in capo al golfo orientale dell'E- Qui tuttavia non terminavansi ancora le antiche filistee possessioni,
ritreo, che ne tolse il nome, e chiamossi Elanitico.
significate dagli antichi colla voce Palestina. Plinio, dopo avercela
Ma per la distesa meridionale de'Filistei ancor non basta. Il terri- mostrata confinante a mezzodì coll'Egitto, a levante coll'Arabia, ed
torio loro nella direzione di levante arrivava alla punta meridionale a tramontana lungo il mare colla Fenicia, chiude il capo XIII, che
dell' Asfaltite o Mar Morto, alla qual punta sovrastava la città di a lei consacra, con aggiungere, che poi dentro terra nella Samaria,
Segor, la minore della Pentapoli, campata all' eccidio in grazia di inl'us a'Utem Samariae, contava ancora Neapoli , detta in addietro
I Lot, come leggesi nell'Onomastico: Bala qua e et Segor, nunc Zoara
nuncupalur, sola de q1tinque Sodomorum urbibus, Lot preci bus reser- (I) Di questa Sozusa non potei trovar altro che il solo nome nel solo Lexicon
vata, imminet autem mari mortuo. Ora questa riservata città del- Geographicum del Baudrand.
l'infame contrada era confinante colla Moabitide, e, come ne assi- (2) Quindi il S. D. rimprovera Giovanni vescovo gerosolimitano, nemico suo e di
Santo Epifanio, perchè nelle questioni loro fosse ricorso al patriarca alessandrino. Res-
cura S. Girolamo, segnava da quella parte il limite della Filistina. ponde mihi, ad alexandrinum episcopum Palaestina. quid pertinet? Ni fallor, hoc
Segor in fini bus Moabitantm sita esl, di"idensabeis terram Philistiim. ibi (in can. Conco Nicaeni) clecernitur) 'llt Palaestinae metropolis Caesaria sit) et
Dunque il territorio ,filisteo arrivava fin colà, sino all'estremità totius Orientis Antwchia. A'ld igitur ad CaesCL1'iensem episcopum 1'eferl'e deb'lleras,
australe dell'Asfaltìte, sino alla Moabitide. cui spreta comunione tua, comunicare nos noveras; aut si ptoc'lll expetendum
Passiamo adesso al tratto occidentale e più noto di quel terri- ;'udicium erat, Antiochiae potius literae dirigendae. Sed novi CUI' Caesariam, cur
Antiochiam nolueris mittere. Sciebas quid f'ugeres) quid vitares , Maluisti occupatis
torio, che, per testimonianza di Plinio, saliva a confinare colla Fenicia. auribus molestiam facere) , quam debitum metropolitano tuo honorem rèddere.
Questo, sotto il romano impero ai tempi cristiani chiamavasi Pale- lCont. lo. lerosolimit. 37). La provincia ecclesiastica della Palestina Prima; della quale
stina Prima o principale, ed aveva nella Cesarea di mare la sua era metropoli Cesarea di Palestina, e da cui di'pendeva finanche Gerusalemme (sebbene
metropoli civile e religiosa (1). Quante e quali fossero di questa fuori dei limiti di tutta Palestina, come vedemmo), la provincia ecclesiastica della Pale-
Palestina Prima le città, noi conosciamo dalla serie dei vescovadi, 5tina Prima sottostava al patriarcato di Antiochia, non a quello di Alessandria. In
qmlllto poi a Gerusalemme vuolsi sapere, che sino dal concilio di Nicea, ecumenico
che dal metropolìta di Cesarea dipendevano; conciosiacbè ogni primo, (an. 325), in cui furono stabiliti (Can. VI) i diritti dei tre patriarchi romano, ales-
città si avesse allora il suo vescovo. Le città dunque di questa ~drino ed antiocheno; il primo posto d'onore, dopo questi tre, fu concesso (Can. VII)
provincia ecclesiastica erano in ordine alfabetico le seguenti: Ante- al "escovo gerosolimitano, salva tuttavia la gilll'isdizione del metropolita, che era l'arei-
done, Antipatride, Ascalona, Diospoli-Lidda, Dora, Eleuteropoli, Y~OYo di Cesarea. -
Gadara, Gaza, lamnia, Ioppe, Maiuma d'Ascalon, Maiuma di Gaza, (3) EVAGRIO SCOLAST. Ecclesiast. Hist. lib. Il, cap. /18. Come ciò sia avvenuto spiega
'bre"emente il celebre De Marca, DfJ concor·. Sacerdot. et Imp. lib. IlI, cap. H, Bum. 9,
~ITendo: luvenalis Hierosolymorumepiscopus itlS patriarchicum in ' tres Palae-
(1) Per la divisione del R. Impero in provincie veggasi il prezioso opuscolo, edito
sti~,as) ab ecclesia Antiochena distrahendas tentavit Eplltesinae synodi iudicio S'uae
e commentato nel secolo XVI da Guido Panciroli, che ha per titolo Notitia utraque ~i arTogare; sed repulsam passus est. Theodosii tamen rescripto Palaestinal'1lrn,
dignitatum tum Orientis, t//ln Or;cidentis. Per le provincie ecclesiastiche poi e diocesi
amicia et Arabiae ctdministratio illi concredita est; ut patet ex concilioChal-
orientali vuolsi consultare l'Ol'iens Chl'istianns dell' eruditissimo domenicano Michele ~)llensi, cuius decreto concordia patriarchae Antiocheni et Hierosolymitani fìr-
Le Quien, il quale in questn materia sorpassò il fiammingo Le Mire, il tedesco Spanheim, aa1a est. A condizione tuttavia che all'Antiocheno fossero reslituite le due provincie
e lo stesso Carlo da S. Paolo nella sua Geographia Sacra.
t ia Fenicia e dell'Arabia. (/bid. lib. Il, cap. 8, nO 7).
l f' - 66- - 67-
in qualche parte almeno sembran essersi mescolate e confuse. Petra Niropoli - Emaus, Rafia e Sozusa (I). Sino ai tempi di S. Girolamo
civitas Arabiae in terra Edom (Onom. a. v.) Gerara poi, il cui re fi- dipese pure da Cesarea la stessa sede Gerosolimitana (2), che solo
listeo accolse Abramo (Gen. xx) Gerara, al dire del Calmet (Diclion. più tardi ottenne dal consiglio di Calcedonia (an. 451) l'onore del
a. v.) in intimis Arabiae Petraeae sila erat; e ciò non ostante era , Patriarcato, con a sè soggette ' le tre Palestine, che furono stac-
città filistea, anzi, al dire d'Eusebio, città reale de'Filistei, 0, come cale dal patriarcato d'Antiochia (S).
traduce Girolamo, invariabile nel chiamar Palestina la Filistea, civilas La distesa di questa Palestina Prima ci fu già indicata, lo ripeto,
metropolis Palaestinae. La filistea adunque, sino dai tempi d'Abramo, da Plinio quando ci disse che arrivava sino a Cesarea, e confinava
a levante ed a sirocco di Gaza, erasi già pròlungata sino all' Ara- c-Olla Fenicia. Lo stesso press'a poco conferma S. Gerolamo, parlando
bia Petrea, attraverso all' Idumea; e quindi verso colà erano già del Carmelo, alle cui radici sorgeva Cesarea: Carmelus mons in
città filistee quelle che nell' Onomastico sono dette città della Pale- confinio Palaestinae et Phoenices, Ptolemaidi imminet (In Isai. XXIX).
stina, non eccettuata Aila od Eia in capo al golfo orientale dell'E- Qui tuttavia non terminavansi ancora le antiche filistee possessioni,
ritreo, che ne tolse il nome, e chiamossi Elanitico.
significate dagli antichi colla voce Palestina. Plinio, dopo avercela
Ma per la distesa meridionale de'Filistei ancor non basta. Il terri- mostrata confinante a mezzodì coll'Egitto, a levante coll'Arabia, ed
torio loro nella direzione di levante arrivava alla punta meridionale a tramontana lungo il mare colla Fenicia, chiude il capo XIII, che
dell' Asfaltite o Mar Morto, alla qual punta sovrastava la città di a lei consacra, con aggiungere, che poi dentro terra nella Samaria,
Segor, la minore della Pentapoli, campata all' eccidio in grazia di inl'us a'Utem Samariae, contava ancora Neapoli , detta in addietro
I Lot, come leggesi nell'Onomastico: Bala qua e et Segor, nunc Zoara
nuncupalur, sola de q1tinque Sodomorum urbibus, Lot preci bus reser- (I) Di questa Sozusa non potei trovar altro che il solo nome nel solo Lexicon
vata, imminet autem mari mortuo. Ora questa riservata città del- Geographicum del Baudrand.
l'infame contrada era confinante colla Moabitide, e, come ne assi- (2) Quindi il S. D. rimprovera Giovanni vescovo gerosolimitano, nemico suo e di
Santo Epifanio, perchè nelle questioni loro fosse ricorso al patriarca alessandrino. Res-
cura S. Girolamo, segnava da quella parte il limite della Filistina. ponde mihi, ad alexandrinum episcopum Palaestina. quid pertinet? Ni fallor, hoc
Segor in fini bus Moabitantm sita esl, di"idensabeis terram Philistiim. ibi (in can. Conco Nicaeni) clecernitur) 'llt Palaestinae metropolis Caesaria sit) et
Dunque il territorio ,filisteo arrivava fin colà, sino all'estremità totius Orientis Antwchia. A'ld igitur ad CaesCL1'iensem episcopum 1'eferl'e deb'lleras,
australe dell'Asfaltìte, sino alla Moabitide. cui spreta comunione tua, comunicare nos noveras; aut si ptoc'lll expetendum
Passiamo adesso al tratto occidentale e più noto di quel terri- ;'udicium erat, Antiochiae potius literae dirigendae. Sed novi CUI' Caesariam, cur
Antiochiam nolueris mittere. Sciebas quid f'ugeres) quid vitares , Maluisti occupatis
torio, che, per testimonianza di Plinio, saliva a confinare colla Fenicia. auribus molestiam facere) , quam debitum metropolitano tuo honorem rèddere.
Questo, sotto il romano impero ai tempi cristiani chiamavasi Pale- lCont. lo. lerosolimit. 37). La provincia ecclesiastica della Palestina Prima; della quale
stina Prima o principale, ed aveva nella Cesarea di mare la sua era metropoli Cesarea di Palestina, e da cui di'pendeva finanche Gerusalemme (sebbene
metropoli civile e religiosa (1). Quante e quali fossero di questa fuori dei limiti di tutta Palestina, come vedemmo), la provincia ecclesiastica della Pale-
Palestina Prima le città, noi conosciamo dalla serie dei vescovadi, 5tina Prima sottostava al patriarcato di Antiochia, non a quello di Alessandria. In
qmlllto poi a Gerusalemme vuolsi sapere, che sino dal concilio di Nicea, ecumenico
che dal metropolìta di Cesarea dipendevano; conciosiacbè ogni primo, (an. 325), in cui furono stabiliti (Can. VI) i diritti dei tre patriarchi romano, ales-
città si avesse allora il suo vescovo. Le città dunque di questa ~drino ed antiocheno; il primo posto d'onore, dopo questi tre, fu concesso (Can. VII)
provincia ecclesiastica erano in ordine alfabetico le seguenti: Ante- al "escovo gerosolimitano, salva tuttavia la gilll'isdizione del metropolita, che era l'arei-
done, Antipatride, Ascalona, Diospoli-Lidda, Dora, Eleuteropoli, Y~OYo di Cesarea. -
Gadara, Gaza, lamnia, Ioppe, Maiuma d'Ascalon, Maiuma di Gaza, (3) EVAGRIO SCOLAST. Ecclesiast. Hist. lib. Il, cap. /18. Come ciò sia avvenuto spiega
'bre"emente il celebre De Marca, DfJ concor·. Sacerdot. et Imp. lib. IlI, cap. H, Bum. 9,
~ITendo: luvenalis Hierosolymorumepiscopus itlS patriarchicum in ' tres Palae-
(1) Per la divisione del R. Impero in provincie veggasi il prezioso opuscolo, edito
sti~,as) ab ecclesia Antiochena distrahendas tentavit Eplltesinae synodi iudicio S'uae
e commentato nel secolo XVI da Guido Panciroli, che ha per titolo Notitia utraque ~i arTogare; sed repulsam passus est. Theodosii tamen rescripto Palaestinal'1lrn,
dignitatum tum Orientis, t//ln Or;cidentis. Per le provincie ecclesiastiche poi e diocesi
amicia et Arabiae ctdministratio illi concredita est; ut patet ex concilioChal-
orientali vuolsi consultare l'Ol'iens Chl'istianns dell' eruditissimo domenicano Michele ~)llensi, cuius decreto concordia patriarchae Antiocheni et Hierosolymitani fìr-
Le Quien, il quale in questn materia sorpassò il fiammingo Le Mire, il tedesco Spanheim, aa1a est. A condizione tuttavia che all'Antiocheno fossero reslituite le due provincie
e lo stesso Carlo da S. Paolo nella sua Geographia Sacra.
t ia Fenicia e dell'Arabia. (/bid. lib. Il, cap. 8, nO 7).
II. - 68- - 69-
Mamorta e Sebaste, e sur un alto monte Gamala: oppida Neapolis, portano scritto Iudaea capta, It~daea devicta, non mai Palaestina -
I· quae antea Mamorta dicebalur, Sebaste, in monte altiore Gamala. con buona venia del mio eruditissimo avversario (I).
l
Nè qui mi si opponga che Plinio non seguita a parlare della Pa- E perchè non si avrà a dire lo stesso della vicina Sebasta, che,
lestina . o Filistea, ma passa a discorrere d'un'altra contrada, cioè edificata splendidamente da Erode sulle ruine di Samaria città, in
della Samaria, perciocchè, rispondo io, se così avesse voluto il onore di Augusto, sortÌ per ciò il greco suo nome, che è tradu-
IL'
Naturalista, ben altre città avrebbe dovuto registrare della Samaria, zione di August q ? Certo è che, se Cesarea di mare era metropoli
oltre Mamorta e Sebaste, nè mai vi avrebbe unito Gamala, che, assisa civile e religiosa della Palestina Prima) e se Petra lo era mede-
veramente su di alto monte (I), non apparteneva per nulla alla Sa- simamente della Palestina Terza o Salutare, Sebaste, come attesta
maria, ma si alla Perea o Transiordanica, contrada in cui tra poco la preziosa Notizia delle dignità dell' impero (2), Sebaste era me-
vedremo stabilirsi i Filistei sin dalla morte del re Saulle. Vediam tropoli civile della Palestina Seconda. Ciò posto, che v'ha più a stu-
per ora come fossero città filistee o palestine, Neapoli e "Sebaste. pire, se Eusebio e Gerolamo l'ebber chiamata nell'Onomastico op-
L'antica Mamorta o Maborta, quando scriveva Plinio, era stata pidum Palaestinae, per dirla città della Filistea? Quella provincia
di fresco ricostrutta da Vespasiano, p_er cui sur una medaglia co- ecclesiastica intanto della Palestina Seconda aveva per metropoli
niata al ricostruttore, si legge: FLA.VIA. NEAPOLIS SYRIAE PALAESTINAE l'antica Bethsan, detta posteriormente Scitopoli, con sotto di sè le
(Calmet a. v.) parole che voglionsi tradurre così: « Flavia, nova sedi vescovili di D~ocesarea, Elenopoli, Gabara, Iotaba, Massimia-
città della Siria Palestina,» perciocchè il nome impostole non era nopoli, Tiberiade, ecc., di quà dal Giordano; con quelle di Abita,
già quello di Neapoli, che le rimase, ma quello di Flavia, dal nome Gadara, Gerasa, Iotaba e Pella nella Transiordanica o Perea (3). Anche
.. della famiglia a cui Tito Flavio Vespasiano apparteneva; e ciò per qui cesserà lo stupore nel veder indicate come palestine o filistee
la stessa ragione, -per cui quaòdo un mezzo secolo dopo ricostrusse queste . città, quando si saprà che i Filistei eransi già stabiliti nella
la distrutta Gerusalemme l'imperatore Publio Elio Adriano, dal nome stessa Galilea prima ancora della venuta degli Ebrei nella Cananitide,
anch'egli della propria famiglia chiamolla Aelia (2); e così Geru- e vi durarono ai tempi de'Giudici, e finalmente nella morte di Saulle
salemme proseguì a chiamarsi sino ai tempi di Costantino. Basta passaron oltre a stabilirsi sulla sinistra sponda del sacro fiume,
.poi quell'indicazione locale di Siria Palestina ad assicurarci che il cioè nella Perea; ed eccone le prove:
terreno in cui la città sorgeva, aveva appartenuto come che fosse Fra i primi trionfi di Giosuè nella Cananitide, alcuni sovrani del
ai Filistei, stante che lo stesso Plinio, come abbiam visto poco fa, settentrione si collegano contro di lui con Iabin re d'Asor. Giosuè
intitola Syria Palaestina quel capo XIII del suo libro V, in cui ci Ii sconfigge, uccide Iabin, ed incendia Asor la reale città (1). Questa
dà l'elenco delle città filisbee. Abbiam veduto ancora che Erodoto risorge; e noi due secoli dopo troviamo un nuovo Iabin, re d'Asor,
parlava dei Siri, che si chiamano Palestini, e così ancora dei che tiene tributari per venti anni gli Ebrei, padrone com' è di un
Siri che sono in Palestina, mentre per Palestina intendeva Filistea. esercito di novecento ferrati carri, capitanati da un Sisara. Quegli
Anche Santo Agostino chiama Siria Palestina la Filistea mentre vuole oppressi si liberano con insorgere armati alla voce della profetessa
indicare una città che a questa apparteneva (3). Giova inoltre osser- Debora (1Sl. Che razza di gentili erano que' nemici d'Israele? Ce lo
vare che se in quella medaglia di Vespasiano si avesse voluto in-
dicare una città ebrea, non vi si leggerebbe Palaestina, ma Iudaea, (:1) Oltre l'Eckhel già citato, veggasi ancora Trésor de nttmismatique; Empereurs
come si legge nelle medaglie d'oro, d'argento, di rame, che gli Rom., pag. 37, pl. xx, nO 2.
(2) Di essa così parla nella citata Notizia delle dignità del doppio impero, il suo
furono coniate dopo la distruzione di Gerusalemme, le quali tutte editore ed espositore, a pago 72 retro, colon. b: Cuius caput fult Samaria, Sebaste
ab Herode rege dieta, quae fuit colonia. A pago poi 73 retro, cap. ex!: Sub eodem
C01nite (Orientis) praesidem habu1-t Secunda Palaestina, cuius metropolis f1tU Sa-
(1) V. la descl'izione elle ne fa Gioseffo, Bell. IV, il, -~. tna?'ia, postea ab Hel'ode rege Sebaste appellata, idest Aug'usta. Haec regio inter
(2) Adrien fit Mti)' ensnite S/li' les nlines de Jérusalem une nouvelle ville, qu'il Galilaeam et Judaeam sita, a Josepho Samaritis, ab aliis Secttnda Palcestina vocatur.
appela ..&lia de son 120m. de fa mille .tEliU3. (MUNK, Palestine, pago 606, b.) (3) V. !'Oriens Christianus del Le Quien.
(3) Cioè Lidda-Diospoli, della quale parla nel lib. II delle Ritrattazioni, cap. 47. (4) Josue XI, 'I-H.
Per idem tempus in Oriente, hoc est in Sy/'ia Palaestina, etc. (5) Judic. IV, 1-24.
II. - 68- - 69-
Mamorta e Sebaste, e sur un alto monte Gamala: oppida Neapolis, portano scritto Iudaea capta, It~daea devicta, non mai Palaestina -
I· quae antea Mamorta dicebalur, Sebaste, in monte altiore Gamala. con buona venia del mio eruditissimo avversario (I).
l
Nè qui mi si opponga che Plinio non seguita a parlare della Pa- E perchè non si avrà a dire lo stesso della vicina Sebasta, che,
lestina . o Filistea, ma passa a discorrere d'un'altra contrada, cioè edificata splendidamente da Erode sulle ruine di Samaria città, in
della Samaria, perciocchè, rispondo io, se così avesse voluto il onore di Augusto, sortÌ per ciò il greco suo nome, che è tradu-
IL'
Naturalista, ben altre città avrebbe dovuto registrare della Samaria, zione di August q ? Certo è che, se Cesarea di mare era metropoli
oltre Mamorta e Sebaste, nè mai vi avrebbe unito Gamala, che, assisa civile e religiosa della Palestina Prima) e se Petra lo era mede-
veramente su di alto monte (I), non apparteneva per nulla alla Sa- simamente della Palestina Terza o Salutare, Sebaste, come attesta
maria, ma si alla Perea o Transiordanica, contrada in cui tra poco la preziosa Notizia delle dignità dell' impero (2), Sebaste era me-
vedremo stabilirsi i Filistei sin dalla morte del re Saulle. Vediam tropoli civile della Palestina Seconda. Ciò posto, che v'ha più a stu-
per ora come fossero città filistee o palestine, Neapoli e "Sebaste. pire, se Eusebio e Gerolamo l'ebber chiamata nell'Onomastico op-
L'antica Mamorta o Maborta, quando scriveva Plinio, era stata pidum Palaestinae, per dirla città della Filistea? Quella provincia
di fresco ricostrutta da Vespasiano, p_er cui sur una medaglia co- ecclesiastica intanto della Palestina Seconda aveva per metropoli
niata al ricostruttore, si legge: FLA.VIA. NEAPOLIS SYRIAE PALAESTINAE l'antica Bethsan, detta posteriormente Scitopoli, con sotto di sè le
(Calmet a. v.) parole che voglionsi tradurre così: « Flavia, nova sedi vescovili di D~ocesarea, Elenopoli, Gabara, Iotaba, Massimia-
città della Siria Palestina,» perciocchè il nome impostole non era nopoli, Tiberiade, ecc., di quà dal Giordano; con quelle di Abita,
già quello di Neapoli, che le rimase, ma quello di Flavia, dal nome Gadara, Gerasa, Iotaba e Pella nella Transiordanica o Perea (3). Anche
.. della famiglia a cui Tito Flavio Vespasiano apparteneva; e ciò per qui cesserà lo stupore nel veder indicate come palestine o filistee
la stessa ragione, -per cui quaòdo un mezzo secolo dopo ricostrusse queste . città, quando si saprà che i Filistei eransi già stabiliti nella
la distrutta Gerusalemme l'imperatore Publio Elio Adriano, dal nome stessa Galilea prima ancora della venuta degli Ebrei nella Cananitide,
anch'egli della propria famiglia chiamolla Aelia (2); e così Geru- e vi durarono ai tempi de'Giudici, e finalmente nella morte di Saulle
salemme proseguì a chiamarsi sino ai tempi di Costantino. Basta passaron oltre a stabilirsi sulla sinistra sponda del sacro fiume,
.poi quell'indicazione locale di Siria Palestina ad assicurarci che il cioè nella Perea; ed eccone le prove:
terreno in cui la città sorgeva, aveva appartenuto come che fosse Fra i primi trionfi di Giosuè nella Cananitide, alcuni sovrani del
ai Filistei, stante che lo stesso Plinio, come abbiam visto poco fa, settentrione si collegano contro di lui con Iabin re d'Asor. Giosuè
intitola Syria Palaestina quel capo XIII del suo libro V, in cui ci Ii sconfigge, uccide Iabin, ed incendia Asor la reale città (1). Questa
dà l'elenco delle città filisbee. Abbiam veduto ancora che Erodoto risorge; e noi due secoli dopo troviamo un nuovo Iabin, re d'Asor,
parlava dei Siri, che si chiamano Palestini, e così ancora dei che tiene tributari per venti anni gli Ebrei, padrone com' è di un
Siri che sono in Palestina, mentre per Palestina intendeva Filistea. esercito di novecento ferrati carri, capitanati da un Sisara. Quegli
Anche Santo Agostino chiama Siria Palestina la Filistea mentre vuole oppressi si liberano con insorgere armati alla voce della profetessa
indicare una città che a questa apparteneva (3). Giova inoltre osser- Debora (1Sl. Che razza di gentili erano que' nemici d'Israele? Ce lo
vare che se in quella medaglia di Vespasiano si avesse voluto in-
dicare una città ebrea, non vi si leggerebbe Palaestina, ma Iudaea, (:1) Oltre l'Eckhel già citato, veggasi ancora Trésor de nttmismatique; Empereurs
come si legge nelle medaglie d'oro, d'argento, di rame, che gli Rom., pag. 37, pl. xx, nO 2.
(2) Di essa così parla nella citata Notizia delle dignità del doppio impero, il suo
furono coniate dopo la distruzione di Gerusalemme, le quali tutte editore ed espositore, a pago 72 retro, colon. b: Cuius caput fult Samaria, Sebaste
ab Herode rege dieta, quae fuit colonia. A pago poi 73 retro, cap. ex!: Sub eodem
C01nite (Orientis) praesidem habu1-t Secunda Palaestina, cuius metropolis f1tU Sa-
(1) V. la descl'izione elle ne fa Gioseffo, Bell. IV, il, -~. tna?'ia, postea ab Hel'ode rege Sebaste appellata, idest Aug'usta. Haec regio inter
(2) Adrien fit Mti)' ensnite S/li' les nlines de Jérusalem une nouvelle ville, qu'il Galilaeam et Judaeam sita, a Josepho Samaritis, ab aliis Secttnda Palcestina vocatur.
appela ..&lia de son 120m. de fa mille .tEliU3. (MUNK, Palestine, pago 606, b.) (3) V. !'Oriens Christianus del Le Quien.
(3) Cioè Lidda-Diospoli, della quale parla nel lib. II delle Ritrattazioni, cap. 47. (4) Josue XI, 'I-H.
Per idem tempus in Oriente, hoc est in Sy/'ia Palaestina, etc. (5) Judic. IV, 1-24.
- 70- . -.,;.11 -
apprende l'Onomastico con dirci, che Asor civitas regni Iabin ...
J l'uso degli scrittori greci, come ci ha insegnato egli medesimo,
metropolis erat omnium regnorum Philisthiim; . indi 1'Onomastico scrive sempre Palestini e Palestina) At Palaestini in relictis, quas
prosegue, che un'altra Asor v'avea, la quale, a distinzione di quella, deserlas invenerunt, ipsi sedem ceperunt. Ed ora saravvi più luogo
era detta Asor nOlla, e trovavasi in finibus Ascalonis, contra orientem a garrire in vedendo che Eusebio e Girolamo ci danno per pale-
eius: chepperò città filistea anclw questa. Nella Galilea adunque ab stine, cioè filistee talune città finanche della Transiordanica o Perea?
immemorabili stanziavano Fìlistei, come nel primitivo loro nido fra . Dietro quanto siam venuti fin qui discorrendo intorno alla distesa
Gaza e l'Egitto. E questa è la ragione per cui qui e colà s'incontrano che prese il territorio de'Filistei, si fa chiaro che Ailat od Elam,
due città di nome Asor, e due altre ancora nominate Beth-Dagon, casa Gai, Gerara e Petra al mezzodì della Giudea; !oppe, EleuteropoIi,
di Dagon, primaria divinità filistea (Il. Colà inoltre i monti di Gelboe, Emaus-Nicopoli e Cesarea a ponente; Bethsan-Scitopoli e Sebaste 3,
chiamati da Eusebio monti degli Allofili o stranieri, nome, con cui il _ tramontana; Pella ed Ippo a levante, erano città filistee, quanto lo
Cesareense, sulle tracce dei Settanta, suoI designare i Filistei. Colà fossero Accaron, Ascalon, Azoto, Gaza e Iamnia, chiamate le une e
finalmente noi troviamo accampato quell' esercito filisteo, che re le altre città della Palestina nell'Onomastico. Dal quale prima di sepa-
Saulle andò a combattere, e v'incontrò la sconfitta e la morte. rarmi vo'trascrivere ancora un breve articolo, rimasto finora inavver-
Alla dimane della filistina vittoria ... Ma sarà meglio lasciar par- tito, che conferma bellamente la mia tesi: e quell'articolo dice così:
lare la Scrittura: Facta autem die altera venerunt Philisthiim 'ul Philisthiim, quae-n'itnc dicitur Ascalon, et circa eam regio Palaestinae.
• spoliarent interfectos ... Et praeciderunl caput Saul, et spoliaverunt La contrada a cui è centro Ascalona, anticamente Philisthiim, po-
armis ... Corpus vero eius suspenderunt in m'uro Bethsan. E codesta trebbe mai esser altro che il territorio de'Filistei, nomato qui come
Bethsan alle cui mura i Filistei confissero i cadaveri non solo di dovunque paese di Palestina, regio Palestinae? Eusebio intanto e
quel re, ma ancora de'suoi miseri figli, non sarà stata essa pure S. Girolamo colle dicianove città ultimamente nominate ci sommini-
città filistea? Ebrea non era certamente, perciocchè se tale stata strano altri dicianove esempi di sinonimi a tra Palestina e Filistea.
fosse, non avrebber dovuto venire nottetempo gli Ebrei della se- San Cirillo Alessandrino, posteriore di poco a Girolamo, scrive
iii mi tribù di Manasse da Iabas-Galaad, di là.del Giordano, a ritorre quel- nel suo Commento ad Amos profeta: Gerara 'itrbs est Philisthaeorum
l'ohbrobrioso trofeo, e dare sepoltura a que'cadaveri (I Reg. XXXI). sive Palaestinorum. Ermia Sozomeno, storico ecclesiastico del secolo v,
'1 Ma il racconto dell'ebraica sconfitta e del filisteo trionfo non è appartenente egli medesimo alla Palestina o Filistea, perchè nativo
ancor finito; e qui torni a parlare il primo libro de' Re: Videntes od oriundo di Betelia, villaggio non lontano da Gaza, dopo aver
autem viri lsrael q1ti erant lrans vallem et trans Iordanem, quod parlato de'monaci che nel secolo antecedente al suo avevano illu-.
fugissent viri Israelitae, et qtwd morluus essel Saul et filii eius, re- strato l'Egitto, culla del monachismo, trapassa a dire. (lib. III, cap. 14)'
liquerunt civitales suas et fugerunt, veneruntque Philisthiim, et ha- che anche la Palestina incominciò ad averne: Et Palaestina iam
bitaverunt ibi. Altrettanto si ripete nel primo dei Paralipomeni (X, 7); t:wn similiter philosophari coeperat, ab.!Egyptiis entdila. Che intende
ed è confermato dal Flavio nel libro VI, cap. 14, n° 7 delle Anti- qui lo storico palestino per Palestina? Lo indicano le ' parole che
chità Giudaiche. Hebraei vero, qu.i vallem trans Iordanern habitabant, seguono. Florebat in ea lunc temporis divinus Bilario. Patria huic
quique urbes in planitie tenebant, quum audissent, Saulurn ciusque fuit Thanatha~ vicus ad austrum urbis Gazae situs. Qui con Gaza
fìlios cecidisse, et universos qui cum eo erant periisse, relictis suis noi siamo in piena Filistea. Quel santo solitario, prosegue Sozo-
urbibus, in m'l.mitissima se receperunt. A t Palaestini (già sappiamo, meno, si era ritirato in luogo deserto, non più lungi di venti stadii
che Gioseffo non adopera mai le voci Filistina e Filistei, ma secondo dal luogo natio, e finalmente era ito in Cipro, dove morì. Molti
- miracoli si ottennero al suo sepolcro colà, et in Palaeslina, ubi
Cl) Bethdagon in tribu J1uZa; seti et 1lsque hodie grandis vicus Capherdagon .lIne iacet, conciossiachè un suo discepolo, reliquias eius fttratus,
inter Dzospolim et Jamniam demonstratur. Così nell'Onomastico. E qlJesta è la me- · 1. Palaestinam deportavit, et in monaslerio ipsius sepelivit; cioè
ridionale, assegnata, ma invano, da Giosuè alla tribù di Giuda in campestribus, insieme
con Accaron, Azoto, Gaza ed altre filistee città (Josue xv, 41). - Bethdagon loem in
poco lungi da Gaza. Torna Sozomeno a parlare di monaci palestini
qua duae tribus Zabulon et Issaear habent eonfinia (Ibid.) E questa è la settentrionale . nel Jibro Vl, cap. 22. Pcilaestina monachorurn domiciliis floberat:
ricordata in Giosuè XIX, 27, cHt;} probabilmenf.e della tribù di Aser, come credei! CalmeL le l'i si segnalava con altri parecchi quell'Epifanio, che fu poi vescovo
- 70- . -.,;.11 -
apprende l'Onomastico con dirci, che Asor civitas regni Iabin ...
J l'uso degli scrittori greci, come ci ha insegnato egli medesimo,
metropolis erat omnium regnorum Philisthiim; . indi 1'Onomastico scrive sempre Palestini e Palestina) At Palaestini in relictis, quas
prosegue, che un'altra Asor v'avea, la quale, a distinzione di quella, deserlas invenerunt, ipsi sedem ceperunt. Ed ora saravvi più luogo
era detta Asor nOlla, e trovavasi in finibus Ascalonis, contra orientem a garrire in vedendo che Eusebio e Girolamo ci danno per pale-
eius: chepperò città filistea anclw questa. Nella Galilea adunque ab stine, cioè filistee talune città finanche della Transiordanica o Perea?
immemorabili stanziavano Fìlistei, come nel primitivo loro nido fra . Dietro quanto siam venuti fin qui discorrendo intorno alla distesa
Gaza e l'Egitto. E questa è la ragione per cui qui e colà s'incontrano che prese il territorio de'Filistei, si fa chiaro che Ailat od Elam,
due città di nome Asor, e due altre ancora nominate Beth-Dagon, casa Gai, Gerara e Petra al mezzodì della Giudea; !oppe, EleuteropoIi,
di Dagon, primaria divinità filistea (Il. Colà inoltre i monti di Gelboe, Emaus-Nicopoli e Cesarea a ponente; Bethsan-Scitopoli e Sebaste 3,
chiamati da Eusebio monti degli Allofili o stranieri, nome, con cui il _ tramontana; Pella ed Ippo a levante, erano città filistee, quanto lo
Cesareense, sulle tracce dei Settanta, suoI designare i Filistei. Colà fossero Accaron, Ascalon, Azoto, Gaza e Iamnia, chiamate le une e
finalmente noi troviamo accampato quell' esercito filisteo, che re le altre città della Palestina nell'Onomastico. Dal quale prima di sepa-
Saulle andò a combattere, e v'incontrò la sconfitta e la morte. rarmi vo'trascrivere ancora un breve articolo, rimasto finora inavver-
Alla dimane della filistina vittoria ... Ma sarà meglio lasciar par- tito, che conferma bellamente la mia tesi: e quell'articolo dice così:
lare la Scrittura: Facta autem die altera venerunt Philisthiim 'ul Philisthiim, quae-n'itnc dicitur Ascalon, et circa eam regio Palaestinae.
• spoliarent interfectos ... Et praeciderunl caput Saul, et spoliaverunt La contrada a cui è centro Ascalona, anticamente Philisthiim, po-
armis ... Corpus vero eius suspenderunt in m'uro Bethsan. E codesta trebbe mai esser altro che il territorio de'Filistei, nomato qui come
Bethsan alle cui mura i Filistei confissero i cadaveri non solo di dovunque paese di Palestina, regio Palestinae? Eusebio intanto e
quel re, ma ancora de'suoi miseri figli, non sarà stata essa pure S. Girolamo colle dicianove città ultimamente nominate ci sommini-
città filistea? Ebrea non era certamente, perciocchè se tale stata strano altri dicianove esempi di sinonimi a tra Palestina e Filistea.
fosse, non avrebber dovuto venire nottetempo gli Ebrei della se- San Cirillo Alessandrino, posteriore di poco a Girolamo, scrive
iii mi tribù di Manasse da Iabas-Galaad, di là.del Giordano, a ritorre quel- nel suo Commento ad Amos profeta: Gerara 'itrbs est Philisthaeorum
l'ohbrobrioso trofeo, e dare sepoltura a que'cadaveri (I Reg. XXXI). sive Palaestinorum. Ermia Sozomeno, storico ecclesiastico del secolo v,
'1 Ma il racconto dell'ebraica sconfitta e del filisteo trionfo non è appartenente egli medesimo alla Palestina o Filistea, perchè nativo
ancor finito; e qui torni a parlare il primo libro de' Re: Videntes od oriundo di Betelia, villaggio non lontano da Gaza, dopo aver
autem viri lsrael q1ti erant lrans vallem et trans Iordanem, quod parlato de'monaci che nel secolo antecedente al suo avevano illu-.
fugissent viri Israelitae, et qtwd morluus essel Saul et filii eius, re- strato l'Egitto, culla del monachismo, trapassa a dire. (lib. III, cap. 14)'
liquerunt civitales suas et fugerunt, veneruntque Philisthiim, et ha- che anche la Palestina incominciò ad averne: Et Palaestina iam
bitaverunt ibi. Altrettanto si ripete nel primo dei Paralipomeni (X, 7); t:wn similiter philosophari coeperat, ab.!Egyptiis entdila. Che intende
ed è confermato dal Flavio nel libro VI, cap. 14, n° 7 delle Anti- qui lo storico palestino per Palestina? Lo indicano le ' parole che
chità Giudaiche. Hebraei vero, qu.i vallem trans Iordanern habitabant, seguono. Florebat in ea lunc temporis divinus Bilario. Patria huic
quique urbes in planitie tenebant, quum audissent, Saulurn ciusque fuit Thanatha~ vicus ad austrum urbis Gazae situs. Qui con Gaza
fìlios cecidisse, et universos qui cum eo erant periisse, relictis suis noi siamo in piena Filistea. Quel santo solitario, prosegue Sozo-
urbibus, in m'l.mitissima se receperunt. A t Palaestini (già sappiamo, meno, si era ritirato in luogo deserto, non più lungi di venti stadii
che Gioseffo non adopera mai le voci Filistina e Filistei, ma secondo dal luogo natio, e finalmente era ito in Cipro, dove morì. Molti
- miracoli si ottennero al suo sepolcro colà, et in Palaeslina, ubi
Cl) Bethdagon in tribu J1uZa; seti et 1lsque hodie grandis vicus Capherdagon .lIne iacet, conciossiachè un suo discepolo, reliquias eius fttratus,
inter Dzospolim et Jamniam demonstratur. Così nell'Onomastico. E qlJesta è la me- · 1. Palaestinam deportavit, et in monaslerio ipsius sepelivit; cioè
ridionale, assegnata, ma invano, da Giosuè alla tribù di Giuda in campestribus, insieme
con Accaron, Azoto, Gaza ed altre filistee città (Josue xv, 41). - Bethdagon loem in
poco lungi da Gaza. Torna Sozomeno a parlare di monaci palestini
qua duae tribus Zabulon et Issaear habent eonfinia (Ibid.) E questa è la settentrionale . nel Jibro Vl, cap. 22. Pcilaestina monachorurn domiciliis floberat:
ricordata in Giosuè XIX, 27, cHt;} probabilmenf.e della tribù di Aser, come credei! CalmeL le l'i si segnalava con altri parecchi quell'Epifanio, che fu poi vescovo
- 7'2 - - 73-
di Salamina. Stabilitosi questi nel villaggio natìo di Besunduca in su domando io, perchè il S. Dottore, parlando in cinque differenti
quello di Eleuteropoli (città filistea per territorio quanto Gaza ed Azoto) scritti di, un concilio provinciale tenutosi in Lidda-Diospoli, ripete
fn monastica philosophia celeberrimus extitit, non apud lEgyptios ben nove volle palestino o palestina, nè mai una volta sola Giudeo
solurn et Palaeslinos, ventm etiam apud Cyprios ... Porro antequam o Giudea? Facile ne è ]a risposta: Lidda-Diospoli, posta in mezzo
Cyprum venissel principatu Valentis Augusti, adhttc manebat in Pa- alla pianura, che precede i monti della Giudea, sorgeva e sorge
laestina. Dunque anche Sozomeno si serve della voce Palestina, non ancora col prisco suo nome di Lud o Lod in terreno filisteo, no-
per indicare l'antico retaggio degli Ebrei, sì quello de'Filistei. minato dagli antichi Palestina. Molti concilii furono tenuti in Geru-
Passiamo adesso dall'Oriente all'Occidente per vedere il perfetto salemme: fuvvi mai chi per essi abbia adoperato questa voce?
accordo degli scrittori cristiani in favore della mia sentenza. Nel- Coevo di Santo Agostino era Teodoreto di Mopsnesta, ed anche
l'anno 415 tenevasi in Lidda-Diospoli un concilio provinciale di quat- questi, noi l'abbiam già veduto in principio della presente tratta-
tordici vescovi, presieduto dall'arcivescovo di Cesarea di Palestina; zione, attesta che i Filistei erano a'tempi suoi chiamati palestini,
I
ed eravi chiamato l'eresiarca Pelagio a rèndere ragione delle dogma- quos nos palaestinos uppellamus. Un altro storico ecclesiastico,Evagrio,
tiche novità che andava spargendo. Un po' per caso e un po' per scriveva nel VI secolo del santo monaco Zosimo, che vide la ruina
frode l'accusato uscivane illeso; anzi con patente, non par vero! di Antiochia per causa di terremuoto, trovandosi in Cesarea, CHm
I di ortodossia. Di quel concilio, che Girolamo chiamava il miserabile aliquando esset in urbe Caesarea, q'/,tae metropoli est unius e tribus
sino do dÙJspolitano (1), Santo Agostino ebbe e pubblicò gli atti in un Palaestinis. Adesso finalmente un esempio tratto da uno scrittore
IIl suo libro, che porta il titolo De gestis Pelagii, (2) ma che egli me-
desimo asserisce d'averlo intitolato De gestis palaestinis (3). In esso
del secolo IX è questi il monaco di S. Saba, Stefano, il quale nel libro
De viginti martyribus sabaiticis scrive così: In regione Palaestinorum
Il libro dice che i quattordici vescovi erano della provincia palestina (~). inter Saracenorum tribus bellum escortum est ingens. ,Se per questa
li Scrivendo a S. Paolino di Nola asserisce che il giudizio contro regione o contrada dei Palestini) Stefano intenda la Giudea o la Fili-
1 Pelagio fu fatto in Palestina; (5J ed in un' altra a Sisto Romano lo stina, si pare da quanto segue: DepQPulati sunt (requentissimas ttrbes
chiama ecclesiastico giudizio palestino (6). Nell'opera poi De peccato non paucas. Eleutheropolim, abductis in captivitatem universis deser-
7

I'1 originali aggiugne, che Pelagio ingannò il giudizio palestino ed i tam (e cere Ascalonem) Gazam, Sariphaeam, aliasqtte civitates violenter
Il giudici palestini, e nomina i fatti palestini ed i fatti del sinodo pa- diripuerunt. Le nominate città appartengono tutte all'incontrastata Fi-
lestino (7). Nel libro finalmente De haeresibus scrive ancora, -che' Pe- listina antica, non eccettuata l'ultima, Sarifea, la quale fu) come già
l' lagio nell'episcopale giudizio palestino) sue opinioni dissimulando, v,~emmo, sede vescovile, ed è ancor rappresentata al dì d'oggi
le condannò per tema di essere egli medesimo condannato (S). Perchè, dall'arabo villaggio di Sarfand, tra Giaffa e Ramle. Il citato libro del
monaco Stefano si può consultare nei Bollandisti ai 20 di marzo.
Ritornando qui da ultimo colà donde ebbi prese le mosse, credo
CI) Epist. 443 ad Alypium et Augustinum.
d'aver abbastanza provato, che presso gli antichi la voce Palestina
il (2) Postea quam in manus nostras ... ecclesiastica gesta venerunt, ubi Pelagh~s
ab episcopis quatuordecim provinciae palaestinae catholicus est pronunciatus, etc. non aveva l'ampIo significato moderno, ma denotava soltanto il ter-
(De gestis Pelagii, nO 4). ritorio filisteo, ad esclusione sovratutto della Giudea. Quindi Emaus-
(3) In eo libro, quem De gestis palaestinis ... sCl'ipsi (De peccato origino nO ~ 3). Nicopoli, che per ' testimonianza di sedici scrittori antichi, da nissun
(4) Pelagium ad omnia respondentem 1 quatuordecim episcopi provinciae pa- altro antico contradetti, appartenne alla Palestina, non vuoI essere
laestinae secundum responsiones eius, etc. (Ibid. nO 62).
(5) Nec saltem post ùtdicium, q'uod de ipso Pelagio in Palaestina {acttbrfL cercato altrove che in quella terra che fu già territorio de'Filistei.
Il est, etc. (Epist. 1186). Pretendere d'indicarlo quà e là sui monti della Giudea è contradire
(6) Pelagùi,S tamen in ecclesiastico Ì'lulicio palaestino, etc. (Epist. ~ 94). all'antichità cristiana, che l'ha sempre designato quale città della
i'll (7) Fefellit jv,dichtm palaesti1wm pl'opterea ibi videtul' esse purgatus. - Pa-
J
Palestina o Filistina; della Giudea non mai.
'i laestinos Pelagius fefellit judices. - Eorumdem geslorum pctlaestinorwn. - Quid
ergo de Palaestinae synodi gestù, qtdbus, etc.
(8) Quod quidem Pelagius in episcopa.li judicio palaestino .damnari metuens,
dal1mare compulsus est. (Haeresi VIII).

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di Salamina. Stabilitosi questi nel villaggio natìo di Besunduca in su domando io, perchè il S. Dottore, parlando in cinque differenti
quello di Eleuteropoli (città filistea per territorio quanto Gaza ed Azoto) scritti di, un concilio provinciale tenutosi in Lidda-Diospoli, ripete
fn monastica philosophia celeberrimus extitit, non apud lEgyptios ben nove volle palestino o palestina, nè mai una volta sola Giudeo
solurn et Palaeslinos, ventm etiam apud Cyprios ... Porro antequam o Giudea? Facile ne è ]a risposta: Lidda-Diospoli, posta in mezzo
Cyprum venissel principatu Valentis Augusti, adhttc manebat in Pa- alla pianura, che precede i monti della Giudea, sorgeva e sorge
laestina. Dunque anche Sozomeno si serve della voce Palestina, non ancora col prisco suo nome di Lud o Lod in terreno filisteo, no-
per indicare l'antico retaggio degli Ebrei, sì quello de'Filistei. minato dagli antichi Palestina. Molti concilii furono tenuti in Geru-
Passiamo adesso dall'Oriente all'Occidente per vedere il perfetto salemme: fuvvi mai chi per essi abbia adoperato questa voce?
accordo degli scrittori cristiani in favore della mia sentenza. Nel- Coevo di Santo Agostino era Teodoreto di Mopsnesta, ed anche
l'anno 415 tenevasi in Lidda-Diospoli un concilio provinciale di quat- questi, noi l'abbiam già veduto in principio della presente tratta-
tordici vescovi, presieduto dall'arcivescovo di Cesarea di Palestina; zione, attesta che i Filistei erano a'tempi suoi chiamati palestini,
I
ed eravi chiamato l'eresiarca Pelagio a rèndere ragione delle dogma- quos nos palaestinos uppellamus. Un altro storico ecclesiastico,Evagrio,
tiche novità che andava spargendo. Un po' per caso e un po' per scriveva nel VI secolo del santo monaco Zosimo, che vide la ruina
frode l'accusato uscivane illeso; anzi con patente, non par vero! di Antiochia per causa di terremuoto, trovandosi in Cesarea, CHm
I di ortodossia. Di quel concilio, che Girolamo chiamava il miserabile aliquando esset in urbe Caesarea, q'/,tae metropoli est unius e tribus
sino do dÙJspolitano (1), Santo Agostino ebbe e pubblicò gli atti in un Palaestinis. Adesso finalmente un esempio tratto da uno scrittore
IIl suo libro, che porta il titolo De gestis Pelagii, (2) ma che egli me-
desimo asserisce d'averlo intitolato De gestis palaestinis (3). In esso
del secolo IX è questi il monaco di S. Saba, Stefano, il quale nel libro
De viginti martyribus sabaiticis scrive così: In regione Palaestinorum
Il libro dice che i quattordici vescovi erano della provincia palestina (~). inter Saracenorum tribus bellum escortum est ingens. ,Se per questa
li Scrivendo a S. Paolino di Nola asserisce che il giudizio contro regione o contrada dei Palestini) Stefano intenda la Giudea o la Fili-
1 Pelagio fu fatto in Palestina; (5J ed in un' altra a Sisto Romano lo stina, si pare da quanto segue: DepQPulati sunt (requentissimas ttrbes
chiama ecclesiastico giudizio palestino (6). Nell'opera poi De peccato non paucas. Eleutheropolim, abductis in captivitatem universis deser-
7

I'1 originali aggiugne, che Pelagio ingannò il giudizio palestino ed i tam (e cere Ascalonem) Gazam, Sariphaeam, aliasqtte civitates violenter
Il giudici palestini, e nomina i fatti palestini ed i fatti del sinodo pa- diripuerunt. Le nominate città appartengono tutte all'incontrastata Fi-
lestino (7). Nel libro finalmente De haeresibus scrive ancora, -che' Pe- listina antica, non eccettuata l'ultima, Sarifea, la quale fu) come già
l' lagio nell'episcopale giudizio palestino) sue opinioni dissimulando, v,~emmo, sede vescovile, ed è ancor rappresentata al dì d'oggi
le condannò per tema di essere egli medesimo condannato (S). Perchè, dall'arabo villaggio di Sarfand, tra Giaffa e Ramle. Il citato libro del
monaco Stefano si può consultare nei Bollandisti ai 20 di marzo.
Ritornando qui da ultimo colà donde ebbi prese le mosse, credo
CI) Epist. 443 ad Alypium et Augustinum.
d'aver abbastanza provato, che presso gli antichi la voce Palestina
il (2) Postea quam in manus nostras ... ecclesiastica gesta venerunt, ubi Pelagh~s
ab episcopis quatuordecim provinciae palaestinae catholicus est pronunciatus, etc. non aveva l'ampIo significato moderno, ma denotava soltanto il ter-
(De gestis Pelagii, nO 4). ritorio filisteo, ad esclusione sovratutto della Giudea. Quindi Emaus-
(3) In eo libro, quem De gestis palaestinis ... sCl'ipsi (De peccato origino nO ~ 3). Nicopoli, che per ' testimonianza di sedici scrittori antichi, da nissun
(4) Pelagium ad omnia respondentem 1 quatuordecim episcopi provinciae pa- altro antico contradetti, appartenne alla Palestina, non vuoI essere
laestinae secundum responsiones eius, etc. (Ibid. nO 62).
(5) Nec saltem post ùtdicium, q'uod de ipso Pelagio in Palaestina {acttbrfL cercato altrove che in quella terra che fu già territorio de'Filistei.
Il est, etc. (Epist. 1186). Pretendere d'indicarlo quà e là sui monti della Giudea è contradire
(6) Pelagùi,S tamen in ecclesiastico Ì'lulicio palaestino, etc. (Epist. ~ 94). all'antichità cristiana, che l'ha sempre designato quale città della
i'll (7) Fefellit jv,dichtm palaesti1wm pl'opterea ibi videtul' esse purgatus. - Pa-
J
Palestina o Filistina; della Giudea non mai.
'i laestinos Pelagius fefellit judices. - Eorumdem geslorum pctlaestinorwn. - Quid
ergo de Palaestinae synodi gestù, qtdbus, etc.
(8) Quod quidem Pelagius in episcopa.li judicio palaestino .damnari metuens,
dal1mare compulsus est. (Haeresi VIII).

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rentia in Firenze, di Neapolis in Napoli; 30 la tradizione costante
degli indigeni. Ciascuno di tali mezzi ha valore suo proprio; ma
che sarà, 'se noi troveremo concordi la testimonianza degli antichi,
la rassomiglianza, anzi medesimezza del nome, e la tradizionale
~'
credenza del paese? Non potremo noi . allora pronunciare con cer-

~ CAPO VI.
Ernaus dove fu P
tezza, Emaus fu qui? Nelll'intima persuasione di arrivare a questo
risultato, incomincio col mettere in opera il primo mezzo, le note
li' . topografiche degli antichi.
:1" .. La prima volta che Emaus compare nella storia con questo nome,
Sé l'evangelista S. Luca, raccontando il fatto che diè fama a vi è accompagnato da un cenno che ne indica la postura. Il primo
questa città o villa, e notandone la distanza dalla capitale ebrea, libro de'Maccabei (III, 40) parlando delle soldatesche sire, che poi
ne avesse detto ancora in quale direzione la si trovasse, ce ne furono sconfitte da Giuda, il prode figlio di Mattatia, scrive che si
avrebbe resa facile la ricerca, nonostante i tanti rivolgimenti che accamparono presso Emaus, nella pianura: Applicuerunt Emmaum
sconvolsero l'antica Cananitide dopo di Cristo. Ma avendo scritto in terra campestri. Lo stesso riferisce Gioseffo Flavio nelle Antichità
semplicemente che era lungi di Gerusalemme 60 stadi, o, come altri Giudaiche (xn, 7, 3) raccontando lo stesso fatto: Ad urbem u·sque
,j legge, 160, noi non sappiamo da qual parte quegli stadi si debbano Emmauntem progressi in loco campestri castrametantur. Per testi-
misurare, se a levante o a ponente, se· a mezzodì o a tramontana; monianza adunque d'uno scrittore inspirato e dell'illustre storico
il .. per cui, ammessa anche la piu comune lezione dei 60 stadi, per- ebreo, coevo di Cristo, i quali raccontano lo stesso fitto, Emaus
dono il loro tempo coloro che con ciò solo pretendono di provare non era sui monti, ma in pianura; e per conseguenza nell' antica
Il'' Emaus essere stato dov'ora trovasi un arabo villaggio di nome Cu- Palestina o Filistina, non nella Giudea. In riguardo del sacro libro
bebe; imperocchè altri potrebbe con egual ragione sostenere, Emaus de' Maccabei vuolsi aggiungere, che per quelle sue parole del Vol-
! gat\.-, in terra campestri, nissuna variante si può produrre per mu-
essere stato in ciascuno dei 32 punti della Rosa dei venti, fattane
centro Gerusalemme con 32 raggi di 60 stadi. Si arrabattino pur tarne od inforsarne il significato, perciocchè, oltre del Flavio, vi
quindi quanto vogliono que' messeri nel rovistare tutti i codici, tutte s'accordano tutte le antiche e le moderne versioni, come abbiam
iI,l le versioni, tutti i commenti del Vangelo di S. Luca; ne inventino già avuto occasione di osservare nel capo 1.
liI anche · qualcuno che mai non fu, non potranno mai provare che Il che si conferma colla testimonianza del Vangelo di S. Marco,
i'
Cubebe sia Emaus. Potranno con arzigogoli, sofisticherie e falsifi- XVI, 12, dove raccontandosi in brevi termini il viaggio d'Emaus, si
'\11 cazioni impugnare la mia sentenza, non provare la loro. legge nel testo greco: Or dopo di queste cose (Cristo risorto) apparve
Il Se dunque l'indicazione di S. Luca, quale che sia la lezione che sott' altra forma a due di loro, mentre erano in cammino andando
:L. ai campi IIo?suo~Évo~ç slç ~y?òv. Se un evangelista non può essere
I si adotta pel numero degli stadi, non è bastevole a farci trovare
con certezza il sito, o, come dicono, la località della patria di Cleofa, in opposizione con un altro ,nel racconto d'un medesimo fatto, qui si
come faremo noi per rinvenirla? L'antecedente nostro studio sul fa chiaro che, mentre Luca, narrando in disteso l'apparizione del
!IJI primitivo valore della voce Palestina, unito all' incontrastata testi- Risorto ai due discepoli, scrive il nome del sito a cui quelli anda-
monianza degli antichi scrittori cristiani, che di perfetto accordo vano, Marco, che la racconta concisamente, indica quel sito stesso
ascrivono Emaus-Nicopoli alla Palestina o Filistina, ha già messo col solo vago nome della regione o contrada in cui si trovava. Ma
I
fuori del campo delle nostre ricerche la Giudea. Dopo di ciò la perchè codesta contrada designerebbe qui S. Marco colla voce di
critica ci somministra tre mezzi per rintracciare la nostra città nel CA.MPI? Ce lo spiega un passo del Talmudde, che noi rivedrem tra
I poco, e suona in nostro idioma così: « Da Bethoron ad Emaus sono
vasto territorio dei Filistei, ossia nella Palestina, giusta l'antico
significato della parola; e questi mezzi sono: 1° la raccolta della monti: da Emaus a Lidda sono campi o pianura. » Se da Emaus a
note topografiche o locali, lasciateci dagli antichi scrittori; 2° la Lidda sono campi, Emaus trovava si nella regione de'campi o nella
It traccia dell' antico nome in qualche nome moderno, come di Flo- pianura, che da esso incominciava, in opposizione ai monti, cbe in

\
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rentia in Firenze, di Neapolis in Napoli; 30 la tradizione costante
degli indigeni. Ciascuno di tali mezzi ha valore suo proprio; ma
che sarà, 'se noi troveremo concordi la testimonianza degli antichi,
la rassomiglianza, anzi medesimezza del nome, e la tradizionale
~'
credenza del paese? Non potremo noi . allora pronunciare con cer-

~ CAPO VI.
Ernaus dove fu P
tezza, Emaus fu qui? Nelll'intima persuasione di arrivare a questo
risultato, incomincio col mettere in opera il primo mezzo, le note
li' . topografiche degli antichi.
:1" .. La prima volta che Emaus compare nella storia con questo nome,
Sé l'evangelista S. Luca, raccontando il fatto che diè fama a vi è accompagnato da un cenno che ne indica la postura. Il primo
questa città o villa, e notandone la distanza dalla capitale ebrea, libro de'Maccabei (III, 40) parlando delle soldatesche sire, che poi
ne avesse detto ancora in quale direzione la si trovasse, ce ne furono sconfitte da Giuda, il prode figlio di Mattatia, scrive che si
avrebbe resa facile la ricerca, nonostante i tanti rivolgimenti che accamparono presso Emaus, nella pianura: Applicuerunt Emmaum
sconvolsero l'antica Cananitide dopo di Cristo. Ma avendo scritto in terra campestri. Lo stesso riferisce Gioseffo Flavio nelle Antichità
semplicemente che era lungi di Gerusalemme 60 stadi, o, come altri Giudaiche (xn, 7, 3) raccontando lo stesso fatto: Ad urbem u·sque
,j legge, 160, noi non sappiamo da qual parte quegli stadi si debbano Emmauntem progressi in loco campestri castrametantur. Per testi-
misurare, se a levante o a ponente, se· a mezzodì o a tramontana; monianza adunque d'uno scrittore inspirato e dell'illustre storico
il .. per cui, ammessa anche la piu comune lezione dei 60 stadi, per- ebreo, coevo di Cristo, i quali raccontano lo stesso fitto, Emaus
dono il loro tempo coloro che con ciò solo pretendono di provare non era sui monti, ma in pianura; e per conseguenza nell' antica
Il'' Emaus essere stato dov'ora trovasi un arabo villaggio di nome Cu- Palestina o Filistina, non nella Giudea. In riguardo del sacro libro
bebe; imperocchè altri potrebbe con egual ragione sostenere, Emaus de' Maccabei vuolsi aggiungere, che per quelle sue parole del Vol-
! gat\.-, in terra campestri, nissuna variante si può produrre per mu-
essere stato in ciascuno dei 32 punti della Rosa dei venti, fattane
centro Gerusalemme con 32 raggi di 60 stadi. Si arrabattino pur tarne od inforsarne il significato, perciocchè, oltre del Flavio, vi
quindi quanto vogliono que' messeri nel rovistare tutti i codici, tutte s'accordano tutte le antiche e le moderne versioni, come abbiam
iI,l le versioni, tutti i commenti del Vangelo di S. Luca; ne inventino già avuto occasione di osservare nel capo 1.
liI anche · qualcuno che mai non fu, non potranno mai provare che Il che si conferma colla testimonianza del Vangelo di S. Marco,
i'
Cubebe sia Emaus. Potranno con arzigogoli, sofisticherie e falsifi- XVI, 12, dove raccontandosi in brevi termini il viaggio d'Emaus, si
'\11 cazioni impugnare la mia sentenza, non provare la loro. legge nel testo greco: Or dopo di queste cose (Cristo risorto) apparve
Il Se dunque l'indicazione di S. Luca, quale che sia la lezione che sott' altra forma a due di loro, mentre erano in cammino andando
:L. ai campi IIo?suo~Évo~ç slç ~y?òv. Se un evangelista non può essere
I si adotta pel numero degli stadi, non è bastevole a farci trovare
con certezza il sito, o, come dicono, la località della patria di Cleofa, in opposizione con un altro ,nel racconto d'un medesimo fatto, qui si
come faremo noi per rinvenirla? L'antecedente nostro studio sul fa chiaro che, mentre Luca, narrando in disteso l'apparizione del
!IJI primitivo valore della voce Palestina, unito all' incontrastata testi- Risorto ai due discepoli, scrive il nome del sito a cui quelli anda-
monianza degli antichi scrittori cristiani, che di perfetto accordo vano, Marco, che la racconta concisamente, indica quel sito stesso
ascrivono Emaus-Nicopoli alla Palestina o Filistina, ha già messo col solo vago nome della regione o contrada in cui si trovava. Ma
I
fuori del campo delle nostre ricerche la Giudea. Dopo di ciò la perchè codesta contrada designerebbe qui S. Marco colla voce di
critica ci somministra tre mezzi per rintracciare la nostra città nel CA.MPI? Ce lo spiega un passo del Talmudde, che noi rivedrem tra
I poco, e suona in nostro idioma così: « Da Bethoron ad Emaus sono
vasto territorio dei Filistei, ossia nella Palestina, giusta l'antico
significato della parola; e questi mezzi sono: 1° la raccolta della monti: da Emaus a Lidda sono campi o pianura. » Se da Emaus a
note topografiche o locali, lasciateci dagli antichi scrittori; 2° la Lidda sono campi, Emaus trovava si nella regione de'campi o nella
It traccia dell' antico nome in qualche nome moderno, come di Flo- pianura, che da esso incominciava, in opposizione ai monti, cbe in

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esso finivano. Ed ecco qui in perfetto accordo l'Antico Testamento Tre erano le grandi pianure (campestrict) della montuosa Cana-
col Suovo, il Vangelo di S. Marco col Libro l de'Maccabei. È dunque nitide: una verso nord, cre formava la Bassa Galilea, e chiamavasi
indubbio per fede dr rivelata parola, che Emaus era, non sui monti, Gran Campo d'Esdrelon (Judith, I, 8); un'altra verso l'est, solcata
ma in pianura. Ed ora che giudizio formare di coloro che ardi- dal Giordano, ed allargantesi verso Gerico, che ai tempi d'Eusebio
l' · scono temerariamente impugnarlo? Che dire di coloro che, mentre e Girolano chiamavasi Aulon (Onom. a. v.) ed al dire del Munk
~ accusano noi d'incriminare d'errore il Vangelo, perchè proviamo (Palestine, pago 6) appellavasi in ebraico Ha araba, la valle, quasi
,I
,I che S. Luca ha scritto 160 stadi e non 60, essi, senza neppur pro- valle o pianura per eccellenza: la terza ad ovest distendevasi lungo
varsi di dimostrare che !'inspirato autore de'Maccabei abbia scritto il mare, e nella superiore parte toglieva il nome di Saroo e Sarona,
inmontanis invece di in terra campestri, negano che Emaus fosse nell'inferiore quello di Sephela (Onom.) A quale delle tre pianure
in pianura, e lo pretendono sui monti? Non saremmo "noi in apparteneva Emaus, città della Palestina~ Non certamente all'orien-
pien diritto d'accusar loro medesimi d'incriminar d'errore la Sacra tale, che Palestina non fu mai. Ma neppure nella nordica, dove non
'iii Scrittura? leggesi, che Giuda il Maccabeo abbia combattuto mai, anzi neppure,
Per eludere la forza di quest'argomento, si pretese che Emaus che gli eserciti siri v'abbiano campeggiato. Emaus adunque appar-
fosse sui monti dov'è ora Cubebe, e che l'esercito siro si fosse teneva alla terza pianura occidentale, che nel IV secolo cristiano
accampato, non presso di questa città, ma lungi da essa, nel terri- prese il nome di Palestina Prima, o principale territorio de'Filistei . .
torio di lei, e così nella pianura. Ridicolo e vano sutterfugio! Ridi- Lo confermano il Libro I de'Maccabei (IV, 15) e le Antichità Giu-
colo, perchè darebbe ad Emaus dà una sola parte un territorio mag- daiche (XII, 7, 4) col notare, che i Siri scampati alla strage dell'im-

I giore di 10 miglia romane, chè tanta ci corre distanza da Cubebe


.. alla pianura; vano poi, perchè impugnato dallo stesso sacro testo
e da Ilo storico Gioseffo: da quello che al capo IV, 3, asserisce, che
provviso assalto di Giuda, furono inseguiti sino alle pianure di
Azoto e di Iamnia, città filistee di quella terza pianura.
f il oemico esercito era in Emaus stesso: Surrexit Judas percutere
Che se fin colà, usque ad campos Azoti et lamniae, furono per-
seguiti quei fuggiaschi, Emaus, donde fuggirono, doveva essere più·
virlutem exercituum regis, qui erant in Emmaum: dal secondo che in su di quelle due città, ed aver fatto parte dell'antica tribù di
aggiunge, che Giuda lota nocte iter faciebat ad hostes, qui circa Dan, che a mezzodì era limitata da Azoto, a notte da Dora appìè
Emmauntem consederant; che stavano accampati intorno ad Emaus, del Carmelo, ed a levante dai monti dove incominciava quella di _
e sul far del giorno li raggiunse, e trovolli che erano in Emaus, Giuda, comprendendo lamnia e Geth. Danitae autem, scrive il Flavio
sttb diluculum in hostium, qui ad Emmattntem erant, conspectum esponendo la partizione fatta da Giosuè della Cananitide, Danitae
venit. Signori avversari, esser ad Emaus, esser intorno ad Emaus, aittem vallis quaecumque occidenti soli obiacent adepti sunt, Azoto
esser in Emaus, significa forse esser lungi da Emaus dieci miglia, et Dori clausi, omnemque Iamniam simul et Gettam, ab Accarone
nel suo territorio? L'esercito nemico adunque s'era accampato ad ad montem usque, ex quo incipit tribus Iudae (1). Che poi vera-
Emaus, che giaceva veramente in terra campestri secondo il VoI gato,
in terra carnpestrium secondo il Siriaco, in loco campestri secondo anche nel sud, nell'est e nel nord) nello scopo d'isolarla ed accerchiarla su suoi monti,
Gioseffo; in una parola fuori dei monti, nella pianura (1).
~I
finchè il figlio Tito sarebbe andato a porvi l'assedio. Ad Emmauntem inde ventum,
occtlpatoque ad metropolim eorum aditu, et castra mtwo circumdat, et cum eaetera

~ ('I) Anche Pietro Comestore nel secolo XII scriveva: Applictlerunt in Emmaus. in
loco campestri (Pattol. lat.) vòI. 1198, pago 'I:198). E più spiegataqlente Rabano Mauro
manu, quinta ibidem legione re lieta , in Bethleptephorum· toparchiam se confert.
(Bell. IV, 8, 1). Se Emaus non rosse stato in pianura, ma sui monti dov'è Cubebe,
~ aveva scritto tre secoU prima ne' suoi Commenti al Iib. I de' Maccabei: Nec incongrue ridicolo sarebbesi porto Vespasiano nel pretendere di chiudere con quel militare appa-

~I
Emmaus in terra campestri e.sse dicitui', qnia, etc. (Ibid. voI. ~ 09, pago 1152). Così recchio l'adito da quella parte a Gerusalemme, che sarebbe rimaso aperto, se non per
il Comestore fa accampare i Siri nello stesso Emaus, e Rabano attesta che Emaus, presso due altre vie, per quella almeno notissima di llethoron e Gabaon, come l'idicoio si fa
cui i Siri s'accamparono, giaceva in pianura. ì'I'oi ne vedrem tra poco la riconferma in veramente chi collo stiracchiare e manipolare e rivoltolare il testo gioseffino, si lusinga
Remigio d'Auxerre. - Per quel che si spetta al Flavio, non è solamente nel ripetere il di dar ad intendere che Emaus era lassù a Cubebe.
[atto del lib. I de' Maccabei, che ne mostra Emaus nella pianura, ma anche, e meglio, (t) Antiquit. v, 1, 22. - II capo XIX, 46 di Giosuè Ca arrivare questa tribù sino a
quando racconta il collocamento fattovi da Vespasiano della legione v, muniendola con Giaffa, èioè al mare:· Cum termino qtd, respicit Ioppen; e S. Girolamo nella versione
trincea di muro, onde chiudere da ponenle l'adito a Gerusalemme (il che fece in seguito dell'Onomastico: Ioppe oppidum Palaestinae maritimum in tribtt Dan.
t
IIlIlIi

I I~I
II -76 - - 77-
esso finivano. Ed ecco qui in perfetto accordo l'Antico Testamento Tre erano le grandi pianure (campestrict) della montuosa Cana-
col Suovo, il Vangelo di S. Marco col Libro l de'Maccabei. È dunque nitide: una verso nord, cre formava la Bassa Galilea, e chiamavasi
indubbio per fede dr rivelata parola, che Emaus era, non sui monti, Gran Campo d'Esdrelon (Judith, I, 8); un'altra verso l'est, solcata
ma in pianura. Ed ora che giudizio formare di coloro che ardi- dal Giordano, ed allargantesi verso Gerico, che ai tempi d'Eusebio
l' · scono temerariamente impugnarlo? Che dire di coloro che, mentre e Girolano chiamavasi Aulon (Onom. a. v.) ed al dire del Munk
~ accusano noi d'incriminare d'errore il Vangelo, perchè proviamo (Palestine, pago 6) appellavasi in ebraico Ha araba, la valle, quasi
,I
,I che S. Luca ha scritto 160 stadi e non 60, essi, senza neppur pro- valle o pianura per eccellenza: la terza ad ovest distendevasi lungo
varsi di dimostrare che !'inspirato autore de'Maccabei abbia scritto il mare, e nella superiore parte toglieva il nome di Saroo e Sarona,
inmontanis invece di in terra campestri, negano che Emaus fosse nell'inferiore quello di Sephela (Onom.) A quale delle tre pianure
in pianura, e lo pretendono sui monti? Non saremmo "noi in apparteneva Emaus, città della Palestina~ Non certamente all'orien-
pien diritto d'accusar loro medesimi d'incriminar d'errore la Sacra tale, che Palestina non fu mai. Ma neppure nella nordica, dove non
'iii Scrittura? leggesi, che Giuda il Maccabeo abbia combattuto mai, anzi neppure,
Per eludere la forza di quest'argomento, si pretese che Emaus che gli eserciti siri v'abbiano campeggiato. Emaus adunque appar-
fosse sui monti dov'è ora Cubebe, e che l'esercito siro si fosse teneva alla terza pianura occidentale, che nel IV secolo cristiano
accampato, non presso di questa città, ma lungi da essa, nel terri- prese il nome di Palestina Prima, o principale territorio de'Filistei . .
torio di lei, e così nella pianura. Ridicolo e vano sutterfugio! Ridi- Lo confermano il Libro I de'Maccabei (IV, 15) e le Antichità Giu-
colo, perchè darebbe ad Emaus dà una sola parte un territorio mag- daiche (XII, 7, 4) col notare, che i Siri scampati alla strage dell'im-

I giore di 10 miglia romane, chè tanta ci corre distanza da Cubebe


.. alla pianura; vano poi, perchè impugnato dallo stesso sacro testo
e da Ilo storico Gioseffo: da quello che al capo IV, 3, asserisce, che
provviso assalto di Giuda, furono inseguiti sino alle pianure di
Azoto e di Iamnia, città filistee di quella terza pianura.
f il oemico esercito era in Emaus stesso: Surrexit Judas percutere
Che se fin colà, usque ad campos Azoti et lamniae, furono per-
seguiti quei fuggiaschi, Emaus, donde fuggirono, doveva essere più·
virlutem exercituum regis, qui erant in Emmaum: dal secondo che in su di quelle due città, ed aver fatto parte dell'antica tribù di
aggiunge, che Giuda lota nocte iter faciebat ad hostes, qui circa Dan, che a mezzodì era limitata da Azoto, a notte da Dora appìè
Emmauntem consederant; che stavano accampati intorno ad Emaus, del Carmelo, ed a levante dai monti dove incominciava quella di _
e sul far del giorno li raggiunse, e trovolli che erano in Emaus, Giuda, comprendendo lamnia e Geth. Danitae autem, scrive il Flavio
sttb diluculum in hostium, qui ad Emmattntem erant, conspectum esponendo la partizione fatta da Giosuè della Cananitide, Danitae
venit. Signori avversari, esser ad Emaus, esser intorno ad Emaus, aittem vallis quaecumque occidenti soli obiacent adepti sunt, Azoto
esser in Emaus, significa forse esser lungi da Emaus dieci miglia, et Dori clausi, omnemque Iamniam simul et Gettam, ab Accarone
nel suo territorio? L'esercito nemico adunque s'era accampato ad ad montem usque, ex quo incipit tribus Iudae (1). Che poi vera-
Emaus, che giaceva veramente in terra campestri secondo il VoI gato,
in terra carnpestrium secondo il Siriaco, in loco campestri secondo anche nel sud, nell'est e nel nord) nello scopo d'isolarla ed accerchiarla su suoi monti,
Gioseffo; in una parola fuori dei monti, nella pianura (1).
~I
finchè il figlio Tito sarebbe andato a porvi l'assedio. Ad Emmauntem inde ventum,
occtlpatoque ad metropolim eorum aditu, et castra mtwo circumdat, et cum eaetera

~ ('I) Anche Pietro Comestore nel secolo XII scriveva: Applictlerunt in Emmaus. in
loco campestri (Pattol. lat.) vòI. 1198, pago 'I:198). E più spiegataqlente Rabano Mauro
manu, quinta ibidem legione re lieta , in Bethleptephorum· toparchiam se confert.
(Bell. IV, 8, 1). Se Emaus non rosse stato in pianura, ma sui monti dov'è Cubebe,
~ aveva scritto tre secoU prima ne' suoi Commenti al Iib. I de' Maccabei: Nec incongrue ridicolo sarebbesi porto Vespasiano nel pretendere di chiudere con quel militare appa-

~I
Emmaus in terra campestri e.sse dicitui', qnia, etc. (Ibid. voI. ~ 09, pago 1152). Così recchio l'adito da quella parte a Gerusalemme, che sarebbe rimaso aperto, se non per
il Comestore fa accampare i Siri nello stesso Emaus, e Rabano attesta che Emaus, presso due altre vie, per quella almeno notissima di llethoron e Gabaon, come l'idicoio si fa
cui i Siri s'accamparono, giaceva in pianura. ì'I'oi ne vedrem tra poco la riconferma in veramente chi collo stiracchiare e manipolare e rivoltolare il testo gioseffino, si lusinga
Remigio d'Auxerre. - Per quel che si spetta al Flavio, non è solamente nel ripetere il di dar ad intendere che Emaus era lassù a Cubebe.
[atto del lib. I de' Maccabei, che ne mostra Emaus nella pianura, ma anche, e meglio, (t) Antiquit. v, 1, 22. - II capo XIX, 46 di Giosuè Ca arrivare questa tribù sino a
quando racconta il collocamento fattovi da Vespasiano della legione v, muniendola con Giaffa, èioè al mare:· Cum termino qtd, respicit Ioppen; e S. Girolamo nella versione
trincea di muro, onde chiudere da ponenle l'adito a Gerusalemme (il che fece in seguito dell'Onomastico: Ioppe oppidum Palaestinae maritimum in tribtt Dan.
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mente alla tribù di Dan appartenesse Emaus, insegna S. Girolamo, Nell'Epitaffio od elogio funebre che egli fece di Paola romana
il quale commentando un passo di Ezechiele (XLVIII, 2) in cui è no- sotto forma di lettera alla figlia Eustochia, descrivendo il viaggio
minata la danitica tribù, scrive cosi: Septima (tribus) Dan usque . della santa matrona a Gerusalemme, nota i santuari che visitò, e
Ioppem) ubi sunt turres Ailon et Selebi et Emmaus) quae mmc ap- tra questi anche quello di Nicopoli, qua e prius Emmaus vocabat'Ur.
pellat'ìtr Nicopolis. Che se Emaus-Nicopoli apparteneva alla tribù di Per proseguire poi di colà a Gerusalemme, Paola, soggiunge il Santo,
Dan nella pianura, addio Emaus di Cubebe sui monti della tribù sali. .. Ma lo si ascolti, chè sarà più autentico nel suo latino dettato.
di Giuda. Atque inde proficiscens, ascendi t Bethoron in(eriorem et superiorem)
Cerchiamo adesso qual posto occupasse il vero Emaus nel dani- urbes a Salomone conditas, sed varia bellorum tempestate deletas,
tico territorio, se cioè fosse più verso il centro, o verso il mare, ad dexteram aspiciens Aialon et Gabaon. Se da Emaus-Nicopoli, per
ovvero verso i monti della Giudea; e qui ancora S. Girolamo è nostra andare ai due Bethoron si doveva subito salire, Emaus-Nicopoli
guida. Interpretando egli queste parole di Abdia profeta, Qui in doveva essere in basso sito, ed i due Bethoron in alto. Sarebbe
campestribus Philisth1'im (vers. 19) asserisce che vi sono indicate avvenuto cosÌ, se Emaus fosse stato sull'altura di Cubebe, donde
le città di Lidda ed Emaus, Lyddam et Emmaum, Diospolim sci- per andare a Gerusalemme si deve discendere senza incontrare i
licet., Nicopolimque significans. Dunque Emaus-Nicopoli e Lidda- Bethoron? È chiaro questo, sì o no, signori Cubebei? Il Santo
Diospoli trovavansi nella pianura filistea, in campestribus Philistù'm (1); inoltre, conducendo Paola a visitare i luoghi antecedentemente notati,
e di più dovevan essere vicine, perchè il Santo le accoppia, ed usa i verbi ingressa est, intravit, perchè tratlavasi di luoghi di pia- .
egualmente di amendue si serve per l'interpretazione delle profe- nura; ma quando da Emaus la fa andare ai due Bethoron, · muta
.. tiche parole: e che vicine fossero senz'altro, noi vedrem tra poco. frase, e scrive Atque inde proficiscens, ascendit. Non mostra forse
Ora Lidda sta ancor sempre al posto suo col primitivo suo nome con ciò, che questa città era presso dei monti, · ivi cioè, donde per
di Lod o Lud, distante non più di dieci miglia dalle giudaiche mon- proseguire il viaggio si doveva subito salire? Colà insomma, come
tagne (2). Non lungi adunque dal presente villaggio, che segna il ba già detto, ubi incipiunt Ì'Ltdaeae provinciae montana cons1"trgere?
posto di Lidda-Diospoli, presso la piccola città di Ramle, noi do- Vediamo adesso dove fossero i due Bethoron, pe'quali si doveva
vremo trovare Emaus-Nicopoli. passare per andar a Gerusalemme. Distavano, dice Eusebio nel-
Senonchè sarà essa più in qua della campagna, verso il mezzo della l'Onomastico tradotto da Girolamo, distavano da Gerusalemme, lungo
pianura, o più in là verso i monti? Risponde ancora, a questa do- la \'la dI Nicopoli quasi 12 miglia romane. Bethoron sunt duo vici
manda lo stesso S. Padre, assicurandoci ne' più chiari termini che . in d,uodecimo (erme ab ./Elia lapide, Nicopolim pergentibus, e quibus
era di là, e proprio appiè dei monti della Giudea. A proposito d'un propter silura unus dicilur Bethoron superior ... et alius Bethoron
luogo detto Apadno, che leggesi in Daniele secondo la Volgata, Gi- 'inferior. Quanto poi distasse dai due Bethoron Nicopoli, ce lo ap-
rolamo commenta cosi: In Apadno iUlcla Nicopolim, qua e .prius prende l'Itinerario di Bordò, · che risale all'anno dell'e. v. 222, se-
Emmaus vocabatur, ubi Iudaeae provinciaemontana incipiuntcon- gnando cosi: A Jerusalem Nicopolim M. P. XXII - A Nicopoli Dios-
surgere. Sia o no nell'originale del profeta quell' Apadno, a noi poco polim M. P. X (1). Che se da Gerusalemme a Nicopoli (Emaus) cor-
monta: ben ci basta quello che qui Girolamo attesta, e subito dopo
lo vedremo riconfermare, che Emaus-Nicopoli, insigne città della ( I) Credo che ognuno sappia che queste sigle si voglion leggere Millia Passuum}
Palestina a'tempi suoi, trov~vasi alle falde dei monti della Giudea. t ioè miglia romane. - Sebbene l'Avversario rinfacci a noi più volte le 22 miglia del
Bor-dolese fra Gerusalemme e NicopoIi, mostrando di creder esatto quel numero, vedendo
Vediamo di questa indicazione la riconferma presso lo stesso Santo. a:lta\ia che segna Nicopoli ben lungi dal suo Cubebe, cerca di fargli perdere ogni auto-
ri là, e lo spaccia per un parabolano per aver detto che in Gerusalemme v'era una grotta,
(1) Più spiegatamente all'uopo nostro interpretava nel IX secolo il passo d'Abdia . mi Salomone tormentava i demoni, e quella pietra di cui era stato proretizzato in
Remigio d'Auxerre (Antissiodorensis): Qui autem in campestribus et planioribus ~ spirituale, lapidem quem reprobaverwnt aedificantes} etc. ed inoltre che il Tabor
locis} ut sunt civitates Lyddae} quae mmc dicitur Diospolis} et Emmaus} quae nu,nc ·ua prc...'So l'Oliveto, ed il Si/oe cessava di scaturire in sabbato: che presso Cesarea il
appellatur Nicopolis} possidebunt} etc. (V. Biblioth. veter. Patrum, voI. ~ 6, pago 984). . Btantù)ese collocava il Sinai, presso cui una fontana Cecondava le donne, mentre un'altra
(2) Lydda ·seu Diospolis} sic graece et latine; hebraice vero Lud seu Lod. Calmet, ~ Gerico le isteriliva; ma l'Avversario fa prova anche qui di sua malafede e poca
Dictionar. a. v. . ·one. Quel prezioso Itinerario non dice che presso Cesarea si trovasse il Sinai, m a
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mente alla tribù di Dan appartenesse Emaus, insegna S. Girolamo, Nell'Epitaffio od elogio funebre che egli fece di Paola romana
il quale commentando un passo di Ezechiele (XLVIII, 2) in cui è no- sotto forma di lettera alla figlia Eustochia, descrivendo il viaggio
minata la danitica tribù, scrive cosi: Septima (tribus) Dan usque . della santa matrona a Gerusalemme, nota i santuari che visitò, e
Ioppem) ubi sunt turres Ailon et Selebi et Emmaus) quae mmc ap- tra questi anche quello di Nicopoli, qua e prius Emmaus vocabat'Ur.
pellat'ìtr Nicopolis. Che se Emaus-Nicopoli apparteneva alla tribù di Per proseguire poi di colà a Gerusalemme, Paola, soggiunge il Santo,
Dan nella pianura, addio Emaus di Cubebe sui monti della tribù sali. .. Ma lo si ascolti, chè sarà più autentico nel suo latino dettato.
di Giuda. Atque inde proficiscens, ascendi t Bethoron in(eriorem et superiorem)
Cerchiamo adesso qual posto occupasse il vero Emaus nel dani- urbes a Salomone conditas, sed varia bellorum tempestate deletas,
tico territorio, se cioè fosse più verso il centro, o verso il mare, ad dexteram aspiciens Aialon et Gabaon. Se da Emaus-Nicopoli, per
ovvero verso i monti della Giudea; e qui ancora S. Girolamo è nostra andare ai due Bethoron si doveva subito salire, Emaus-Nicopoli
guida. Interpretando egli queste parole di Abdia profeta, Qui in doveva essere in basso sito, ed i due Bethoron in alto. Sarebbe
campestribus Philisth1'im (vers. 19) asserisce che vi sono indicate avvenuto cosÌ, se Emaus fosse stato sull'altura di Cubebe, donde
le città di Lidda ed Emaus, Lyddam et Emmaum, Diospolim sci- per andare a Gerusalemme si deve discendere senza incontrare i
licet., Nicopolimque significans. Dunque Emaus-Nicopoli e Lidda- Bethoron? È chiaro questo, sì o no, signori Cubebei? Il Santo
Diospoli trovavansi nella pianura filistea, in campestribus Philistù'm (1); inoltre, conducendo Paola a visitare i luoghi antecedentemente notati,
e di più dovevan essere vicine, perchè il Santo le accoppia, ed usa i verbi ingressa est, intravit, perchè tratlavasi di luoghi di pia- .
egualmente di amendue si serve per l'interpretazione delle profe- nura; ma quando da Emaus la fa andare ai due Bethoron, · muta
.. tiche parole: e che vicine fossero senz'altro, noi vedrem tra poco. frase, e scrive Atque inde proficiscens, ascendit. Non mostra forse
Ora Lidda sta ancor sempre al posto suo col primitivo suo nome con ciò, che questa città era presso dei monti, · ivi cioè, donde per
di Lod o Lud, distante non più di dieci miglia dalle giudaiche mon- proseguire il viaggio si doveva subito salire? Colà insomma, come
tagne (2). Non lungi adunque dal presente villaggio, che segna il ba già detto, ubi incipiunt Ì'Ltdaeae provinciae montana cons1"trgere?
posto di Lidda-Diospoli, presso la piccola città di Ramle, noi do- Vediamo adesso dove fossero i due Bethoron, pe'quali si doveva
vremo trovare Emaus-Nicopoli. passare per andar a Gerusalemme. Distavano, dice Eusebio nel-
Senonchè sarà essa più in qua della campagna, verso il mezzo della l'Onomastico tradotto da Girolamo, distavano da Gerusalemme, lungo
pianura, o più in là verso i monti? Risponde ancora, a questa do- la \'la dI Nicopoli quasi 12 miglia romane. Bethoron sunt duo vici
manda lo stesso S. Padre, assicurandoci ne' più chiari termini che . in d,uodecimo (erme ab ./Elia lapide, Nicopolim pergentibus, e quibus
era di là, e proprio appiè dei monti della Giudea. A proposito d'un propter silura unus dicilur Bethoron superior ... et alius Bethoron
luogo detto Apadno, che leggesi in Daniele secondo la Volgata, Gi- 'inferior. Quanto poi distasse dai due Bethoron Nicopoli, ce lo ap-
rolamo commenta cosi: In Apadno iUlcla Nicopolim, qua e .prius prende l'Itinerario di Bordò, · che risale all'anno dell'e. v. 222, se-
Emmaus vocabatur, ubi Iudaeae provinciaemontana incipiuntcon- gnando cosi: A Jerusalem Nicopolim M. P. XXII - A Nicopoli Dios-
surgere. Sia o no nell'originale del profeta quell' Apadno, a noi poco polim M. P. X (1). Che se da Gerusalemme a Nicopoli (Emaus) cor-
monta: ben ci basta quello che qui Girolamo attesta, e subito dopo
lo vedremo riconfermare, che Emaus-Nicopoli, insigne città della ( I) Credo che ognuno sappia che queste sigle si voglion leggere Millia Passuum}
Palestina a'tempi suoi, trov~vasi alle falde dei monti della Giudea. t ioè miglia romane. - Sebbene l'Avversario rinfacci a noi più volte le 22 miglia del
Bor-dolese fra Gerusalemme e NicopoIi, mostrando di creder esatto quel numero, vedendo
Vediamo di questa indicazione la riconferma presso lo stesso Santo. a:lta\ia che segna Nicopoli ben lungi dal suo Cubebe, cerca di fargli perdere ogni auto-
ri là, e lo spaccia per un parabolano per aver detto che in Gerusalemme v'era una grotta,
(1) Più spiegatamente all'uopo nostro interpretava nel IX secolo il passo d'Abdia . mi Salomone tormentava i demoni, e quella pietra di cui era stato proretizzato in
Remigio d'Auxerre (Antissiodorensis): Qui autem in campestribus et planioribus ~ spirituale, lapidem quem reprobaverwnt aedificantes} etc. ed inoltre che il Tabor
locis} ut sunt civitates Lyddae} quae mmc dicitur Diospolis} et Emmaus} quae nu,nc ·ua prc...'So l'Oliveto, ed il Si/oe cessava di scaturire in sabbato: che presso Cesarea il
appellatur Nicopolis} possidebunt} etc. (V. Biblioth. veter. Patrum, voI. ~ 6, pago 984). . Btantù)ese collocava il Sinai, presso cui una fontana Cecondava le donne, mentre un'altra
(2) Lydda ·seu Diospolis} sic graece et latine; hebraice vero Lud seu Lod. Calmet, ~ Gerico le isteriliva; ma l'Avversario fa prova anche qui di sua malafede e poca
Dictionar. a. v. . ·one. Quel prezioso Itinerario non dice che presso Cesarea si trovasse il Sinai, m a
- 80- .- 81-
revano 22 miglia romane, e da Gerusalemme a Bethoron, che erano spingendo lo sguardo da Gerusalemme verso N. -O. al di là del
su quella via, se ne numera vano, secondo l'Onomastico, quasi 12, picco di Nabi Samuil (profeta Samuele) trovo segnati due vicini
dai Bethoron ad Emaus ne· rimanevano poco più di iO, press'a poco villaggi di nome Bethùr, de'quali il più alto prende l'arabo aggiunto
quante ne erano da Emaus-Nicopoli a Lidda-Diospoli. Dunque Emaus di Foca) che significa superiore, e l'altro quello di Tahta} che vale
si trovava appiè dei monti fra i montuosi Bethoron -e la campestre inferiore. Chi può qui rifiutarsi di riconoscere i due Bethoron,
Lidda, a pressochè uguale distanza da questa e da quelli. Noi superiore ed inferiore, dei quali il Libro II dei Parali pomeni fa
n'abbiam d'avanzo per subito trovar Emaus divenuto Nicopoli. costruttore o ricostruttore Salomone? Extruxitqtle Bethoron supe-
Spiego a tal uopo la migliore e più estesa carta che io conosca riorem et Bethoron inferiorem (VIlI, 5). Da Bethùr Tahta abbasso
della Terrasanta, che è quella dell'olandese Van de Veld (1); e sovr'essa lo sguardo verso S. -O. appiè de'monti, ubi montana incipiunt con-
s'Urgere, e vi trovo notato un villaggio di nome Emuàs. Se i due
solo che v'era un monte chiamato Sina; ed è tanto lungi dal coHocare presso l'Oliveto Bethùr sono i due Betboron, potrebbe Emuàs non esser Emaus?
il Tabor, che neppur lo nomina, ma dice solo che v'era colà un monti celIo su cui Cristo
ascendit orare, et apparuit illic J!oyses et Helia; credè insomma, che ivi fosse. avve-
Potrebbe non essere quell'Emaus, donde Paola, venerato Cristo ri-
nuta quella Trasfigurazione, a cui più tardi si diè per teatro il Tabor. Ma non sa egli sorto in casa di Cleofa, era salita ai due Bethoron?
l'inerudito censore, che nè Matteo, nè Marco, nè Luca, nel narrare la Trasfigurazione, Per accertarmene meglio osservo ancora, se, volendosi andare
non nominano il Tabor, e neppur S. Pietro nella seconda sua epistola, sebbene vi avesse come Paola da codest'Emuàs, presunto Emaus, ai due Bethùr, si
assistito? Non sa egli che, come nota il Calmet al cap. XVII di Matteo, Patres qui hunc scopra a destra, come avvenne a lei, un Aialon od alcun che di
locum interpretati suntJ Thabol'is non meminere; e tra questi S. Girolamo? il quale
.. ancora ne tace al pal' d'Eusebio nell'Onomastico? Ciò stante, che vieta di credere che
somigliante. Ma ecco appunto, a destra di quel tragitto, comparir .
in Gerusalemme nell'anno 333, quando anclovvi il Bordolese, avesse spaccio . l'opinione sulla carta un villaggio di nome Ialo, il quale, per aver perso nel
che presso l'Oliveto erasi Cristo trasfigurato, ed egli v'abbia creduto, senz'essere perciò giro dei secoli l'articolo e l'ultima lettera; non lascia di manife-
venditor di bubbole? Dicasi lo stesso della grotta di Salomone, della pietra angolare e starsi l'Aialon antico; sicchè risalendo da Emuàs ai due Bethùr si è
delle due fontane di Sina e di Gerico, come anche della sabatica intermitienza del Siloe: sulla strada percorsa da Paola quando, venerata in Emaus la casa
le erano false' opinioni popolari, che il pellegrino raccolse ed inserì nel suo Itinerario,
come i pellegrini ùei secoli xv, XVI e XVII tornarono a raccogliere ed inserire nei pelle-
diCleofa, saliva ai due Bethoron per andar a Gerusalemme. Osservo
grinaggi loro la frottola di quella medesima pietra materiale che fu indicata e descritta ' ancora sulla carta, se non lungi da Emuàs sia notato qualche nome
finanche nel 1875 dal P. Cipriano da Treviso, che curò la seconda edizione di Bonifacio che s'assomigli a Diospoli o Lidda, e disti da Emuàs quanto questo
Raguseo e di Quaresmi. Se per somiglianti fandonie ogni scrittore di Terrasanla rimanesse da Betbùr. In quanto a Lidda, eccola qui nella direzione di Giaffa,
esautorato, potrebbe andarsi a riporre, nonchè un Francesco Quaresmi ed un Alessandro col primitivo suo nome ebraico Lud, modificatosi grecamente in
Ariosto, lo stesso Gioseffo Flavio. Leggasi quanto questi lasciò scritto di Salomone tor-
mentatOl'e dei demoni (Antiq. VIII, 2, 5) e della prodigiosa fontana di Gerico (Bell. IV,
Luddis coll'upsilon e latinamente coll'ipsilon in Lydda. Che poi fra
7, 3) e del fiume sabbatico, che correva solo ogni sabbato (VII, 6, 4) e s'imparerà a Emuàs e Bethùr Foca da una parte, e Lud dall'altra siavi eguale
meglio giudicare il bordolese Itinerario. distanza, basta aprire sulla carta il compasso per subito vederlo,
Un enorme delitto gli appone l'Avversario, che non può ùigerire le 22 miglia di Ni- avvertendo solo di non far rettilinea la prima misura, ma piegarla
copoli; ed è che esso Itinerario, dopo aver assegnato le rispettive miglia da Gerusalemme ad angolo sull'inferiore Bethùr Tahta, perchè l'antica via passava
a Nicopoli, a Lidda, ad Antipatride, a Dettar e Cesarea, sbaglia nel computo del totale,
ed invece di scrivere miglia LXVIII, scrive LXXIII; ma chi .non s'accorge qui subito cIle
prima per colà, per cui Paola, al narrar di GÌrolamo, ascese prima
questo è errore degli scrivani, i quali dopo il x del LX, lasciaron correre la penna a a Betboron inferiore, e poi al superiore, ascendi t Bethoron infe:"
scrivere un altro dieci (x) invece di porre solo un cinque (v); e così in luogo di LXVIJI, riorem et superiorem.
rimase LXXIII? E questi sono i grandi argomenti che il mio Avversario oppone alle Per meglio vedere se Emuàs- occupi proprio il posto d'Emaus-
miglia XXII del Bordolese fra Gerusalemme ' e Nicopoli, cui non è moderno palestinografo
che rifiuti, dal Reland al Guérin.
Robe, da Rochfort, dal tenente Symonds e da altri ufficiali del R. Corpo degl' Ingegnèri
(·1) Senza parlare delle carte più che altro immaginarie dei vecchi trattatisti di Terra- olandesi, a cui egli pure appartiene. La carta è in otto fogli della grandezza complessiva
santa, molte se ne hanno di moderne, ma inesattissime, la sola eccettuata del Robinson,
di m. 'l,30 su 0,82. Assai più vasta è la inglese del 1880, in 26 grandi fogli, tracciata
troppo ristretta. Migliore di tutte è questa del Van de Veld, Map or the Holy Land, dietro le lunghe esplorazioni e gli studi di Conder e Kitchener; ma finora io non ho
Gotha, 11858. Due anni (485;1-52) rimase il Van de Veld in Palestina, esplorando e mi- ancor potuto veclerla; so tuttavia che contiene solo la Palestina cisiordanica, nè è punto
surando. Nel delineare poi la sua carta giovossi delle misure prese nel 184.1 dal maggiore comparata.
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revano 22 miglia romane, e da Gerusalemme a Bethoron, che erano spingendo lo sguardo da Gerusalemme verso N. -O. al di là del
su quella via, se ne numera vano, secondo l'Onomastico, quasi 12, picco di Nabi Samuil (profeta Samuele) trovo segnati due vicini
dai Bethoron ad Emaus ne· rimanevano poco più di iO, press'a poco villaggi di nome Bethùr, de'quali il più alto prende l'arabo aggiunto
quante ne erano da Emaus-Nicopoli a Lidda-Diospoli. Dunque Emaus di Foca) che significa superiore, e l'altro quello di Tahta} che vale
si trovava appiè dei monti fra i montuosi Bethoron -e la campestre inferiore. Chi può qui rifiutarsi di riconoscere i due Bethoron,
Lidda, a pressochè uguale distanza da questa e da quelli. Noi superiore ed inferiore, dei quali il Libro II dei Parali pomeni fa
n'abbiam d'avanzo per subito trovar Emaus divenuto Nicopoli. costruttore o ricostruttore Salomone? Extruxitqtle Bethoron supe-
Spiego a tal uopo la migliore e più estesa carta che io conosca riorem et Bethoron inferiorem (VIlI, 5). Da Bethùr Tahta abbasso
della Terrasanta, che è quella dell'olandese Van de Veld (1); e sovr'essa lo sguardo verso S. -O. appiè de'monti, ubi montana incipiunt con-
s'Urgere, e vi trovo notato un villaggio di nome Emuàs. Se i due
solo che v'era un monte chiamato Sina; ed è tanto lungi dal coHocare presso l'Oliveto Bethùr sono i due Betboron, potrebbe Emuàs non esser Emaus?
il Tabor, che neppur lo nomina, ma dice solo che v'era colà un monti celIo su cui Cristo
ascendit orare, et apparuit illic J!oyses et Helia; credè insomma, che ivi fosse. avve-
Potrebbe non essere quell'Emaus, donde Paola, venerato Cristo ri-
nuta quella Trasfigurazione, a cui più tardi si diè per teatro il Tabor. Ma non sa egli sorto in casa di Cleofa, era salita ai due Bethoron?
l'inerudito censore, che nè Matteo, nè Marco, nè Luca, nel narrare la Trasfigurazione, Per accertarmene meglio osservo ancora, se, volendosi andare
non nominano il Tabor, e neppur S. Pietro nella seconda sua epistola, sebbene vi avesse come Paola da codest'Emuàs, presunto Emaus, ai due Bethùr, si
assistito? Non sa egli che, come nota il Calmet al cap. XVII di Matteo, Patres qui hunc scopra a destra, come avvenne a lei, un Aialon od alcun che di
locum interpretati suntJ Thabol'is non meminere; e tra questi S. Girolamo? il quale
.. ancora ne tace al pal' d'Eusebio nell'Onomastico? Ciò stante, che vieta di credere che
somigliante. Ma ecco appunto, a destra di quel tragitto, comparir .
in Gerusalemme nell'anno 333, quando anclovvi il Bordolese, avesse spaccio . l'opinione sulla carta un villaggio di nome Ialo, il quale, per aver perso nel
che presso l'Oliveto erasi Cristo trasfigurato, ed egli v'abbia creduto, senz'essere perciò giro dei secoli l'articolo e l'ultima lettera; non lascia di manife-
venditor di bubbole? Dicasi lo stesso della grotta di Salomone, della pietra angolare e starsi l'Aialon antico; sicchè risalendo da Emuàs ai due Bethùr si è
delle due fontane di Sina e di Gerico, come anche della sabatica intermitienza del Siloe: sulla strada percorsa da Paola quando, venerata in Emaus la casa
le erano false' opinioni popolari, che il pellegrino raccolse ed inserì nel suo Itinerario,
come i pellegrini ùei secoli xv, XVI e XVII tornarono a raccogliere ed inserire nei pelle-
diCleofa, saliva ai due Bethoron per andar a Gerusalemme. Osservo
grinaggi loro la frottola di quella medesima pietra materiale che fu indicata e descritta ' ancora sulla carta, se non lungi da Emuàs sia notato qualche nome
finanche nel 1875 dal P. Cipriano da Treviso, che curò la seconda edizione di Bonifacio che s'assomigli a Diospoli o Lidda, e disti da Emuàs quanto questo
Raguseo e di Quaresmi. Se per somiglianti fandonie ogni scrittore di Terrasanla rimanesse da Betbùr. In quanto a Lidda, eccola qui nella direzione di Giaffa,
esautorato, potrebbe andarsi a riporre, nonchè un Francesco Quaresmi ed un Alessandro col primitivo suo nome ebraico Lud, modificatosi grecamente in
Ariosto, lo stesso Gioseffo Flavio. Leggasi quanto questi lasciò scritto di Salomone tor-
mentatOl'e dei demoni (Antiq. VIII, 2, 5) e della prodigiosa fontana di Gerico (Bell. IV,
Luddis coll'upsilon e latinamente coll'ipsilon in Lydda. Che poi fra
7, 3) e del fiume sabbatico, che correva solo ogni sabbato (VII, 6, 4) e s'imparerà a Emuàs e Bethùr Foca da una parte, e Lud dall'altra siavi eguale
meglio giudicare il bordolese Itinerario. distanza, basta aprire sulla carta il compasso per subito vederlo,
Un enorme delitto gli appone l'Avversario, che non può ùigerire le 22 miglia di Ni- avvertendo solo di non far rettilinea la prima misura, ma piegarla
copoli; ed è che esso Itinerario, dopo aver assegnato le rispettive miglia da Gerusalemme ad angolo sull'inferiore Bethùr Tahta, perchè l'antica via passava
a Nicopoli, a Lidda, ad Antipatride, a Dettar e Cesarea, sbaglia nel computo del totale,
ed invece di scrivere miglia LXVIII, scrive LXXIII; ma chi .non s'accorge qui subito cIle
prima per colà, per cui Paola, al narrar di GÌrolamo, ascese prima
questo è errore degli scrivani, i quali dopo il x del LX, lasciaron correre la penna a a Betboron inferiore, e poi al superiore, ascendi t Bethoron infe:"
scrivere un altro dieci (x) invece di porre solo un cinque (v); e così in luogo di LXVIJI, riorem et superiorem.
rimase LXXIII? E questi sono i grandi argomenti che il mio Avversario oppone alle Per meglio vedere se Emuàs- occupi proprio il posto d'Emaus-
miglia XXII del Bordolese fra Gerusalemme ' e Nicopoli, cui non è moderno palestinografo
che rifiuti, dal Reland al Guérin.
Robe, da Rochfort, dal tenente Symonds e da altri ufficiali del R. Corpo degl' Ingegnèri
(·1) Senza parlare delle carte più che altro immaginarie dei vecchi trattatisti di Terra- olandesi, a cui egli pure appartiene. La carta è in otto fogli della grandezza complessiva
santa, molte se ne hanno di moderne, ma inesattissime, la sola eccettuata del Robinson,
di m. 'l,30 su 0,82. Assai più vasta è la inglese del 1880, in 26 grandi fogli, tracciata
troppo ristretta. Migliore di tutte è questa del Van de Veld, Map or the Holy Land, dietro le lunghe esplorazioni e gli studi di Conder e Kitchener; ma finora io non ho
Gotha, 11858. Due anni (485;1-52) rimase il Van de Veld in Palestina, esplorando e mi- ancor potuto veclerla; so tuttavia che contiene solo la Palestina cisiordanica, nè è punto
surando. Nel delineare poi la sua carta giovossi delle misure prese nel 184.1 dal maggiore comparata.
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- 82- - 83-
Nicopoli, Eusebio e S. Girolamo ci somministrano un altro indizio -da S. Girolamo, non è Cubebe, ma Emuàs, non dimenticando mai
là dove nell'Onomastico parlano dell'antica città di Gazer o Ghezer, che Emaus era città della Palestina, e che per Palestina gli antichi
vicina a Bethoron inferiore' (1), che ridotta a semplice villaggio, por- intendevano Filistina, non Giudea.
tava ai tempi loro il nome di Gazara, e distava da Emaus quattro Un'ultima nota topografica o locale per rinvenire la patria di
miglia verso tramontana. Gazer in sorte tribus Ephraim ... nunc Ga- Cleofa ci è somministrata da que' cristiani scrittori greci e latini, i
zaravilla dicitur in q'uarto milliario Nicopoleos contra septenlrionem. quali attestano che presso Emaus, in un trebbio (trivium) scaturiva
Ciò posto, se noi scopriremo l'antica Gazer o Ghezer a quattro una fonte prodiziosa (1); la quale poi non doveva esser sola, percbè
miglia da Emuàs verso nord, noi potremo conchiudere, che questo Plinio, nella lista che ci dà delle ebraiche toparchie o capoluoghi,
villaggio è veramente l'Emaus-Nicopoli. Questo è quanto fe' per dopo Gerico 'piantato di palme, mette Emaus irrigato da fontane.
l'appunto l'illustre palestinologo Clermont-Ganneau sin dal 1876 Nel lIiericuntem palmetis consiiam, fontibus irriguam Emmaum (lib. V,
villaggio di Abu-sciusce, a quattro miglia da Emuàs, verso N.-O. cap. 14). Così nella pliniana edizione di Ginevra, 1681. Per dare a
trovò una rupe, che porta ancora il nome di Tall-Ghezer (collina Gerico, oltre i palmeti, anche pluralità di fonti, e toglierla ad Emaus,
di Ghezer) e là scoprì quattro iscrizioni bilingui (ebr. egr.) su tre non basta lo aggiugnere una virgola dopo irriguam (2), ma bisogne-
delle quali lesse queste parole ._- limite di Ghezer (2). Dunque, come rebbe aggiul:!gere un et prima di . fontibus: aggiunta che sarebbe con-
Abu-sciusce occupa yeramente il posto di Gazer o Gllezer, Emuàs tra detta non solo da tutte le edizioni, ma molto più dal fatto che
occupa quello di Emaus. Si potrebbe mostrare altrettanto in Cubebe? Gerico ed il suo territorio erano irrigati, e potrebber esserlo ancora
Proseguendo di là per Gerusalemme, potrebbesi indicare lungo di dall'unica vasta ed abbondantissima fontana di Eliseo (3). Nell'opera
.. quella via il sito di Gazer e. quello dei due Bethoron, con a destra rabbinica Midrasc Koelet si parla di Emaus ne'seguenti termini:
gli avanzi d'Aialon? Essendo ciò impossibile, bisogna rassegnarsi a « Cinque scolari si ebbe il rabbino Giovanni, figlio di Zaccai, i quali,
riconoscere che l'Emaus-Nicopoli visitato da Santa Paola, e descritto « finchè visse, sedettero a'di lui piedi, e quando morì, se n'andarono
( a Gifoa, ad eccezione di Rabbi Eleazaro, che raggiunse la moglie
(-1) Che Gazer o Ghezer fosse vicilla all'inferiore Bethoroll, indica in due luoghi la
Scrittura con accoppiarle. 11 libro di Giosuè, tracciando la distesa della tribù di Efraimo « in Emaus, dove sono acque preziose ed ameno soggiorno ' (~). »
elal Giorùano al mare, porta al eap. XVI, 3: Et descendit ad occidentem ... usque ad È not.o che l'ultima fermata o tappa dei Crociati prima di giun-
terminos Bethoron inferioris et Gazer ( hebr. Ghezer'). Ecl il III dei Re, IX, 17: gere a Gerusalemme fu fatta in Emaus; e due storici coevi, AL-
.&dificavit (hebr. reaedificavit) Salomon Gazer et Bethoron inferiorem. E lo stesso berto d'Aix e Guglielmo Tirio, attestano che quell'ultima notte pas-
sacro libro aveva detto prima che il re d'Egitto l'aveva distrutta, e poi fallone dono sossi colà in aquarun abundantia (5). In Emaus adunque vedevasi
alla sua figliuola, maritata a Salomone. Gi(lSelTo la chiama anch'egli Gazara, e la dice
in regione Palaestinorurn sita (Antiq. VIII, 6, 'I), posta nel territorio de' Filistei, che un trivio, e nonchè' una sola prodigiosa fontana, ve ne scaturi-
sempre lo storico ebreo, come abbia m visto, nomina Palestini. vano molte.
(2) Les trau.des archéologiques en Palestine. Parigi, 1885, pago 49 e 20. Lo stesso Nulla di ciò si è scoperto finora fra le ruine di Cubebe: non il
Ganlleau scoprì nel 4870, sulla parete esteriore ù'un sepolcro incavato nella rupe al vil- trivio, ma solo un'antica via, che le attraversa da levante a ponente;
laggio cii SilUllil presso il Siloe, due epigrafi ebraiche; e nel 187,1, tra le fondamenta
oon le fontane, neppur una per rappresentare la prodigiosa d'Emaus,
cl'un veccllio edifizio al'abo presso la moschea (l'Omar, una stela o colonna del Tempio,
portante il divieto di salire al secondo e terzo cortile per i non ebrei, pena la mOI'te, ma invece numerose cisterne scavate nella rupe per raccorvi le acque
di cui il Flavio (Antiq . xv, '11, 5). Ma la piLÌ importante scoperta del Ganneau fu quella
ratta sin dal ,1868, a levante del Mal' Morto, fra le !'lUne di Dibon, già metropoli del (I) Si posson tutti rileggere nel capo II, che tratta della Storia ù'Emaus.
regno moabitico, che egli pubblicò col suo libro La stèle de Dhiban, ou stèle de Mesa, (2) L'Avversario non si contentò d'una virgola dopo la parola irriguam, ma vi
Toi de Moab . Parigi, ,1870. Ho voluto faI' conoscere quest'egregio palestinografo, perchè 1:H)se un punto con virgola (;), ed ora chi oserà più pensare cile quel (ontibus irr'iguam
anch'egli, come attesta il capitano Guillemot, riconosce Emaus in Emuàs, non in Cubebe, pos..'<l lllai appartenere ad Emaus?
sebbene pei riguardi dovuti al posto che occupava nel consolato francese di Gerusalemme (3) GIOSEFFO FLAVIO, Bell. IV, 8, 3.
non abbia creduto di manifestarsi apertamente. Basta bene, a rivelare l'opinione sua su (~) Ap. Relandurn, Palaestina, Iib. III. Quinq'ue discipuli erant R. Johanni, filio
di ciò, il fatto che egli, nel cercare il sito di Gazer, che Eusebio e S. Girolamo indicavano Zn.ccai, qui toto illo tempore quo vixit, seder'Lmt cotam eo. Qg'wm obiit, iverunt
a quattro miglia da Emaus-Nicopoli verso il settentrione, non prese le mosse da Cubebe lophnem, et R. Eleazar ivit ad ttxorem sua1n Emmauntem, quo loco aquae praes-
ma da Emùàs, ed ottenlle il suo scopo. , &'llites snnt, et habitatio pulchra. .
(5) E noi lo vedremo meglio a suo tempo, nell'ultimo capo.
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Nicopoli, Eusebio e S. Girolamo ci somministrano un altro indizio -da S. Girolamo, non è Cubebe, ma Emuàs, non dimenticando mai
là dove nell'Onomastico parlano dell'antica città di Gazer o Ghezer, che Emaus era città della Palestina, e che per Palestina gli antichi
vicina a Bethoron inferiore' (1), che ridotta a semplice villaggio, por- intendevano Filistina, non Giudea.
tava ai tempi loro il nome di Gazara, e distava da Emaus quattro Un'ultima nota topografica o locale per rinvenire la patria di
miglia verso tramontana. Gazer in sorte tribus Ephraim ... nunc Ga- Cleofa ci è somministrata da que' cristiani scrittori greci e latini, i
zaravilla dicitur in q'uarto milliario Nicopoleos contra septenlrionem. quali attestano che presso Emaus, in un trebbio (trivium) scaturiva
Ciò posto, se noi scopriremo l'antica Gazer o Ghezer a quattro una fonte prodiziosa (1); la quale poi non doveva esser sola, percbè
miglia da Emuàs verso nord, noi potremo conchiudere, che questo Plinio, nella lista che ci dà delle ebraiche toparchie o capoluoghi,
villaggio è veramente l'Emaus-Nicopoli. Questo è quanto fe' per dopo Gerico 'piantato di palme, mette Emaus irrigato da fontane.
l'appunto l'illustre palestinologo Clermont-Ganneau sin dal 1876 Nel lIiericuntem palmetis consiiam, fontibus irriguam Emmaum (lib. V,
villaggio di Abu-sciusce, a quattro miglia da Emuàs, verso N.-O. cap. 14). Così nella pliniana edizione di Ginevra, 1681. Per dare a
trovò una rupe, che porta ancora il nome di Tall-Ghezer (collina Gerico, oltre i palmeti, anche pluralità di fonti, e toglierla ad Emaus,
di Ghezer) e là scoprì quattro iscrizioni bilingui (ebr. egr.) su tre non basta lo aggiugnere una virgola dopo irriguam (2), ma bisogne-
delle quali lesse queste parole ._- limite di Ghezer (2). Dunque, come rebbe aggiul:!gere un et prima di . fontibus: aggiunta che sarebbe con-
Abu-sciusce occupa yeramente il posto di Gazer o Gllezer, Emuàs tra detta non solo da tutte le edizioni, ma molto più dal fatto che
occupa quello di Emaus. Si potrebbe mostrare altrettanto in Cubebe? Gerico ed il suo territorio erano irrigati, e potrebber esserlo ancora
Proseguendo di là per Gerusalemme, potrebbesi indicare lungo di dall'unica vasta ed abbondantissima fontana di Eliseo (3). Nell'opera
.. quella via il sito di Gazer e. quello dei due Bethoron, con a destra rabbinica Midrasc Koelet si parla di Emaus ne'seguenti termini:
gli avanzi d'Aialon? Essendo ciò impossibile, bisogna rassegnarsi a « Cinque scolari si ebbe il rabbino Giovanni, figlio di Zaccai, i quali,
riconoscere che l'Emaus-Nicopoli visitato da Santa Paola, e descritto « finchè visse, sedettero a'di lui piedi, e quando morì, se n'andarono
( a Gifoa, ad eccezione di Rabbi Eleazaro, che raggiunse la moglie
(-1) Che Gazer o Ghezer fosse vicilla all'inferiore Bethoroll, indica in due luoghi la
Scrittura con accoppiarle. 11 libro di Giosuè, tracciando la distesa della tribù di Efraimo « in Emaus, dove sono acque preziose ed ameno soggiorno ' (~). »
elal Giorùano al mare, porta al eap. XVI, 3: Et descendit ad occidentem ... usque ad È not.o che l'ultima fermata o tappa dei Crociati prima di giun-
terminos Bethoron inferioris et Gazer ( hebr. Ghezer'). Ecl il III dei Re, IX, 17: gere a Gerusalemme fu fatta in Emaus; e due storici coevi, AL-
.&dificavit (hebr. reaedificavit) Salomon Gazer et Bethoron inferiorem. E lo stesso berto d'Aix e Guglielmo Tirio, attestano che quell'ultima notte pas-
sacro libro aveva detto prima che il re d'Egitto l'aveva distrutta, e poi fallone dono sossi colà in aquarun abundantia (5). In Emaus adunque vedevasi
alla sua figliuola, maritata a Salomone. Gi(lSelTo la chiama anch'egli Gazara, e la dice
in regione Palaestinorurn sita (Antiq. VIII, 6, 'I), posta nel territorio de' Filistei, che un trivio, e nonchè' una sola prodigiosa fontana, ve ne scaturi-
sempre lo storico ebreo, come abbia m visto, nomina Palestini. vano molte.
(2) Les trau.des archéologiques en Palestine. Parigi, 1885, pago 49 e 20. Lo stesso Nulla di ciò si è scoperto finora fra le ruine di Cubebe: non il
Ganlleau scoprì nel 4870, sulla parete esteriore ù'un sepolcro incavato nella rupe al vil- trivio, ma solo un'antica via, che le attraversa da levante a ponente;
laggio cii SilUllil presso il Siloe, due epigrafi ebraiche; e nel 187,1, tra le fondamenta
oon le fontane, neppur una per rappresentare la prodigiosa d'Emaus,
cl'un veccllio edifizio al'abo presso la moschea (l'Omar, una stela o colonna del Tempio,
portante il divieto di salire al secondo e terzo cortile per i non ebrei, pena la mOI'te, ma invece numerose cisterne scavate nella rupe per raccorvi le acque
di cui il Flavio (Antiq . xv, '11, 5). Ma la piLÌ importante scoperta del Ganneau fu quella
ratta sin dal ,1868, a levante del Mal' Morto, fra le !'lUne di Dibon, già metropoli del (I) Si posson tutti rileggere nel capo II, che tratta della Storia ù'Emaus.
regno moabitico, che egli pubblicò col suo libro La stèle de Dhiban, ou stèle de Mesa, (2) L'Avversario non si contentò d'una virgola dopo la parola irriguam, ma vi
Toi de Moab . Parigi, ,1870. Ho voluto faI' conoscere quest'egregio palestinografo, perchè 1:H)se un punto con virgola (;), ed ora chi oserà più pensare cile quel (ontibus irr'iguam
anch'egli, come attesta il capitano Guillemot, riconosce Emaus in Emuàs, non in Cubebe, pos..'<l lllai appartenere ad Emaus?
sebbene pei riguardi dovuti al posto che occupava nel consolato francese di Gerusalemme (3) GIOSEFFO FLAVIO, Bell. IV, 8, 3.
non abbia creduto di manifestarsi apertamente. Basta bene, a rivelare l'opinione sua su (~) Ap. Relandurn, Palaestina, Iib. III. Quinq'ue discipuli erant R. Johanni, filio
di ciò, il fatto che egli, nel cercare il sito di Gazer, che Eusebio e S. Girolamo indicavano Zn.ccai, qui toto illo tempore quo vixit, seder'Lmt cotam eo. Qg'wm obiit, iverunt
a quattro miglia da Emaus-Nicopoli verso il settentrione, non prese le mosse da Cubebe lophnem, et R. Eleazar ivit ad ttxorem sua1n Emmauntem, quo loco aquae praes-
ma da Emùàs, ed ottenlle il suo scopo. , &'llites snnt, et habitatio pulchra. .
(5) E noi lo vedremo meglio a suo tempo, nell'ultimo capo.
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piovane in mancanza delle sorgenti. In Emuàs per contrario il Trivio, « fond de la' vallée: c'est Ayalon, Yalon en arabe; les noms changent
che quaod'io vi fui non appariva, fu scoperto più tardi dall'inge- « rarement eo ce pays (1). »
go'ere francese, Capitano Guilleinot, il quale, dopo aver diretto gli
Così è per l'appunto: e i dotti moderni che percorrono la Pale-
scavi di Cubebe, passò a dirigere quelli di Emuàs. In un suo arti- stina per 'formarne la geografia comparata, ad ogni tratto ricono-
colo nelle Missions Catholiques~ n° 665, egli aveva scritto sin dal 1882: scono negli attuali nomi di luogo gli antichi registrati nella Bibbia,
( Trois voies romaines parfaitement reconnaissables y aboutissent. ») come Aesib in Ezib, Aialon in Ialo, Anathot, patria di Geremia, in
1n una sua memQria poi venuta di fresco alla luce, e portante la Anata, Ascalon in Asculan, Azoto in Asdud, Beerot in Bir, Beth-
~ ""J
data di Betlemme 29 settembre 18~6, <a proposito di quel Trivio, Annaba in Annabe, Beth-Dagon in Beitdegian, Bethel in Beiten, i
osserva che se le tre v~e che lo formavano fossero state semplici
r.

due Bethoron nei dne Bethur, Cesarea in Kaisarie~ Daberet in Da-


strade locali, sarebbero scomparse col resto di Emaus; ma fortu- burie, Engaddi in Aengiddi, Gorna in Gifna, Jafia in Jafa presso
natamente erano tre gl'andi vie antiche, che lungi di là si possono Nazaret, Lydda in Lud, Modin o Modein in Medie. La città che diè
ancora seguitare, delle quali una veniva dal mezzodì, una da tra- il sopranome alla fervida amante di Gesù, Magdala, sopra vive in
montana, e la terza spiccavasi di là per salire verso levante a Megdel. CarmeI, la patria d'Abigaille, si riconosce in Kurmel, come
Gerusalemme. Persona fededegna, che visitò Emuàs, mi assi- Macmas in Mucmas, Naim in Nim, Nobe in Beth-nuba, Rafea in Rafa,
cura, che gli estremi tronchi, che presso le ruine di quella basilica Remmon in Remùn, Seforis in Safurieh, Sarefta in Sarfand, Sidone
si ricongiungono a formare il Trivio, sono d'un' evidenza incon- in Seida, Tiberiade in Tabarieh ecc., ecc. Anche fra gli antichi monti
trastabile.
il Gelboe è ancora Gilbo, il Libano è Lebanon, il Nebbo è Nabù,
.. 1n quanto all'abbondanza d'acqua in Emuàs; .io per provarla n,on il Silo Seilan, il Sion Sinn, il Tabor Tor. Che si vorrebbe di più?
farò valere l'osservazione che l'attiguo Latrun, il quale dal Reland Sulle inospite sponde del Mar Morto l'errante beduino conserva an-
e da altri moderni è creduto parte di Emaus e sua acropoli, pos- cora il resto dei nomi di quelle città scellerate, che da oltre a quattro
siede due fontane, due pozzi e varie cisterne antiche tagliate nel mill'anni un fuoco celeste consunse; ed il dotto viaggiatore rico-
vivo masso. Non farò valere neppure quello che io medesimo ap- nosce Sodoma in Sdum, Gomorra in Gumra e Seboim in Sebaàn (2).
presi in Emuàs, e riferirò tra poco. Produrrò soltanto la testimo- E a fronte di tanti chiari esempi d'antichi nomi locali, che son
nianza del Capitano Guillemot, che passò in quel villaggio mesi ed riconosciuti negli attuali nomi in Palestina, v'han teste così dure, che
anni. lo lo feci pregare da un illustre amico di dirmi alcun cbe su non vogliono riconoscere l'identità d'Emuàs con Emaus, per far
quest'argomento; ed egli ebbe la cortesia di rispondere, che « in identico questo con un Cubebe? E non son costoro capaci di cono-
« Emuàs sono due pozzi e cinque sorgenti: tre di queste trovansi scere che l'arabo Emuàs è naturale versione del greco Emaus?
( nel villaggio, e due vi mandavano le loro acque con canali ancor L'idioma arabico male si presta alla terminazione dei nomi in aus,
« visibili, sebben rotti. Uno di questi canali passava innanzi alla
come l'italiano a quella in er; quindi a quel modo che nella nostra
« basilica, e l'altro portava l'acqua alla città, che distribuivasi a
lingua la voce padre, 0, come scrivevano i buoni trecentisti, patre,
« vari bagni. D Dalla sua memoria intanto trascrivo le seguenti linee:
è naturale e materiale trasformazione del latino pater col semplice
« Nous entrons dans la -petite vallée des sources, où je vous prie trasporto della R prima dell'E, così Emuàs è la naturale e materiale
( de vous arreter un instant, parce qu'on a osé écrire qu'Amoas versione del greco Emaus, col semplice trasporto del!' U prima
( était dépourvu d'eau. Regardez ces longs et magnifiques tapis de dell'A. Si consulti la versione arabica della Sacra Scrittura, e tro-
( très bon cresson; ils attestent la permanence et la pureté des verassi che, quante yolte il greco porta Emaus, altrettante l'arabico
( sources. Bien souvent je suis venu m'asseoir sur leurs bords,
« avec des amis quelque fois. Nous étions attirés en ce lieu par ('I) GUILLEMOT, Emmails-Nicopolis, Paris. - Questa memoria io ricevo contempo-
( le plaisir d'entendre brnire l'eau: c'est si rare en Judée!» Indi raneamente da Parigi e da Roma; s'abbiano i cortesi ma ignoti donatori i miei ringra-
lo stesso Guillemot prosegue: «Passons ... voici la route qui monte ziamenti. Vidi non è molto che la Civiltà Cattolica l'annunziò con lode. Ma se per aver
lodato me, un Giove Tonante di carta pesta mandò contr'essa lampi e tuoni, s'aspetti
( vers Bethoron; avançons encore un peu; à présent tournez-vous pure i fulmini per la lode data al Guillemot. Buon per lei che i fulmini d'un Giove di
« à droite; vous voyez ce village au miIieu des oliviers, tout au carta pesta sono innocui.
(2) V. Voyage autouT de la Mer Morte, par F. De Saulcy, tomo I.
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piovane in mancanza delle sorgenti. In Emuàs per contrario il Trivio, « fond de la' vallée: c'est Ayalon, Yalon en arabe; les noms changent
che quaod'io vi fui non appariva, fu scoperto più tardi dall'inge- « rarement eo ce pays (1). »
go'ere francese, Capitano Guilleinot, il quale, dopo aver diretto gli
Così è per l'appunto: e i dotti moderni che percorrono la Pale-
scavi di Cubebe, passò a dirigere quelli di Emuàs. In un suo arti- stina per 'formarne la geografia comparata, ad ogni tratto ricono-
colo nelle Missions Catholiques~ n° 665, egli aveva scritto sin dal 1882: scono negli attuali nomi di luogo gli antichi registrati nella Bibbia,
( Trois voies romaines parfaitement reconnaissables y aboutissent. ») come Aesib in Ezib, Aialon in Ialo, Anathot, patria di Geremia, in
1n una sua memQria poi venuta di fresco alla luce, e portante la Anata, Ascalon in Asculan, Azoto in Asdud, Beerot in Bir, Beth-
~ ""J
data di Betlemme 29 settembre 18~6, <a proposito di quel Trivio, Annaba in Annabe, Beth-Dagon in Beitdegian, Bethel in Beiten, i
osserva che se le tre v~e che lo formavano fossero state semplici
r.

due Bethoron nei dne Bethur, Cesarea in Kaisarie~ Daberet in Da-


strade locali, sarebbero scomparse col resto di Emaus; ma fortu- burie, Engaddi in Aengiddi, Gorna in Gifna, Jafia in Jafa presso
natamente erano tre gl'andi vie antiche, che lungi di là si possono Nazaret, Lydda in Lud, Modin o Modein in Medie. La città che diè
ancora seguitare, delle quali una veniva dal mezzodì, una da tra- il sopranome alla fervida amante di Gesù, Magdala, sopra vive in
montana, e la terza spiccavasi di là per salire verso levante a Megdel. CarmeI, la patria d'Abigaille, si riconosce in Kurmel, come
Gerusalemme. Persona fededegna, che visitò Emuàs, mi assi- Macmas in Mucmas, Naim in Nim, Nobe in Beth-nuba, Rafea in Rafa,
cura, che gli estremi tronchi, che presso le ruine di quella basilica Remmon in Remùn, Seforis in Safurieh, Sarefta in Sarfand, Sidone
si ricongiungono a formare il Trivio, sono d'un' evidenza incon- in Seida, Tiberiade in Tabarieh ecc., ecc. Anche fra gli antichi monti
trastabile.
il Gelboe è ancora Gilbo, il Libano è Lebanon, il Nebbo è Nabù,
.. 1n quanto all'abbondanza d'acqua in Emuàs; .io per provarla n,on il Silo Seilan, il Sion Sinn, il Tabor Tor. Che si vorrebbe di più?
farò valere l'osservazione che l'attiguo Latrun, il quale dal Reland Sulle inospite sponde del Mar Morto l'errante beduino conserva an-
e da altri moderni è creduto parte di Emaus e sua acropoli, pos- cora il resto dei nomi di quelle città scellerate, che da oltre a quattro
siede due fontane, due pozzi e varie cisterne antiche tagliate nel mill'anni un fuoco celeste consunse; ed il dotto viaggiatore rico-
vivo masso. Non farò valere neppure quello che io medesimo ap- nosce Sodoma in Sdum, Gomorra in Gumra e Seboim in Sebaàn (2).
presi in Emuàs, e riferirò tra poco. Produrrò soltanto la testimo- E a fronte di tanti chiari esempi d'antichi nomi locali, che son
nianza del Capitano Guillemot, che passò in quel villaggio mesi ed riconosciuti negli attuali nomi in Palestina, v'han teste così dure, che
anni. lo lo feci pregare da un illustre amico di dirmi alcun cbe su non vogliono riconoscere l'identità d'Emuàs con Emaus, per far
quest'argomento; ed egli ebbe la cortesia di rispondere, che « in identico questo con un Cubebe? E non son costoro capaci di cono-
« Emuàs sono due pozzi e cinque sorgenti: tre di queste trovansi scere che l'arabo Emuàs è naturale versione del greco Emaus?
( nel villaggio, e due vi mandavano le loro acque con canali ancor L'idioma arabico male si presta alla terminazione dei nomi in aus,
« visibili, sebben rotti. Uno di questi canali passava innanzi alla
come l'italiano a quella in er; quindi a quel modo che nella nostra
« basilica, e l'altro portava l'acqua alla città, che distribuivasi a
lingua la voce padre, 0, come scrivevano i buoni trecentisti, patre,
« vari bagni. D Dalla sua memoria intanto trascrivo le seguenti linee:
è naturale e materiale trasformazione del latino pater col semplice
« Nous entrons dans la -petite vallée des sources, où je vous prie trasporto della R prima dell'E, così Emuàs è la naturale e materiale
( de vous arreter un instant, parce qu'on a osé écrire qu'Amoas versione del greco Emaus, col semplice trasporto del!' U prima
( était dépourvu d'eau. Regardez ces longs et magnifiques tapis de dell'A. Si consulti la versione arabica della Sacra Scrittura, e tro-
( très bon cresson; ils attestent la permanence et la pureté des verassi che, quante yolte il greco porta Emaus, altrettante l'arabico
( sources. Bien souvent je suis venu m'asseoir sur leurs bords,
« avec des amis quelque fois. Nous étions attirés en ce lieu par ('I) GUILLEMOT, Emmails-Nicopolis, Paris. - Questa memoria io ricevo contempo-
( le plaisir d'entendre brnire l'eau: c'est si rare en Judée!» Indi raneamente da Parigi e da Roma; s'abbiano i cortesi ma ignoti donatori i miei ringra-
lo stesso Guillemot prosegue: «Passons ... voici la route qui monte ziamenti. Vidi non è molto che la Civiltà Cattolica l'annunziò con lode. Ma se per aver
lodato me, un Giove Tonante di carta pesta mandò contr'essa lampi e tuoni, s'aspetti
( vers Bethoron; avançons encore un peu; à présent tournez-vous pure i fulmini per la lode data al Guillemot. Buon per lei che i fulmini d'un Giove di
« à droite; vous voyez ce village au miIieu des oliviers, tout au carta pesta sono innocui.
(2) V. Voyage autouT de la Mer Morte, par F. De Saulcy, tomo I.
- tib-
- 87-
legge Emuàs. Ciò si può vedere nella bella edizione, che ne fe' la quali descrive così il suo viaggio da Gerusalemme a Giaffa: « Prima
Propaganda nel 1625, col Volgato di fronte (1); donde io mi credo « si va a Sarea, chiamata oggidì Suràh, patria di Sansone, del quale
in diritto di con chiudere, che per autorità della Santa Sede, la quale ~ si conserva ancora la tomba. Di là si p'assa ad Emaus, luogo noto
propone come autentica quella versione, Emuàs è Emaus. « pegli scritti dei nostri sapienti. Attualmente non è più che un
Ma intanto potrà qui dire taluno, perchè intorno a codesto sito « povero villaggio, abitato da poveri ismaeliti (musulmani arabi) che
non è stata la tradizione così costante come il nome? Perchè si « soggiornano in povere case. Da Emaus si va a Ghimzo, dove gli
questiona al dì d'oggi per fissarne la postura? Rispondo distinguendo, « Ebrei hanno una bella sinagoga. Da Ghimzo si va a Lud (Lidda)
altro essere parlar d'indigeni, altro di forastieri. I p'rimi ricevono cc ora semplice villaggio. Al tempo degli incirconcisi (cristiani) chia-
la tradizione degli antenati dai loro padri, e la trasmettono ai fi- cc mossi San Giorgio. Di là si va a Ramle, ecc. (1). ») Chi volesse
gliuoli ed ai nipoti: gli aJtri che vengono e vanno, non han che rifare questo tratto di pellegrinaggio ebreo, vada per la via di Giaffa
fare colla tradizione del paese; quindi non fia meraviglia della loro sino ad Abugosc, indi pieghi a sinistra, e per Mibsir arriverà a
discordanza intorno a questo punto; sebbene anche tra costoro Suràh col tempo stesso con cui arriverebbe ad El-atrun. Suràh è
v'abbia di quelli che, non come i più, vengono in fretta, ma vi si quasi al perfetto occidente di Gerusalemme. Da Suràh cammini verso
arrestano, e non accettando senza beneficio d'inventario quanto loro nord, ed in un'ora arriverà ad Emuàs, donde se vorrà andare per
si spaccia a ufo, esaminano, indagano e studiano profondamente la diritta via a Lud, . lascierassi a destra il villaggio di Gimsu, E
senza prevenzione, nè spirito di p~rte, come un Edoardo Robinson, codest'Emaus dell'ebreo Chelo non è esso ancora Emuàs?
-un Feliciano di Saulcy, un abate Michon, un Vittorio Guérin ed un Veniamo alla tradizione degli indigeni cristiani. Il prete toscano
C. R. Conder: il primo e l'ultimo protestanti, gli altri quattro cat- Giovanni Mariti riferisce ne'suoi viaggi d'un secolo fa, che i cristiani
Colici; e costoro riconoscono con me l'Emaus del Vangelo in Emuàs. levantini credevano Emuàs es·sere Emaus (2); e lo stesso aveva già
lo ne riporterò fn fondo al presente capo le testimonianze. Se poi notato un secolo addietro il gesuita Nau, missionario francese in
si parli d'indigeni, ebrei o cristiani, questi hanno sempre creduto Saida (3). Vero è che amendue questi sr,rittori chiamano falsa una tal
che Emuàs è Emaus; ed eccone le prove: credenza, ma a me basta sapere, che due secoli fa i levantini crede-
In quanto agli Ebrei, che non abbandonarono mal interamente vano come i loro maggiori, e come seguono a credere i posteri
la loro sede antica, leggesi nella Ghemara del Talmudde questa dei nostri tempi. lo infatti interrogai i Soriani, i Greci e gli Armeni
sentenza: « Da Bethoron ad Emaus sono monti: da Emaus a Lidda di Gerusalemme - Dove credete voi fosse Emaus? - e tutti mi
sono pianure (2). A qual altro luogo potrebbero mai adattarsi queste risposero - In Emuàs - e parecchi di loro mi fecero un risolino
parole, che ad Emuàs, assiso appiè de'monti fra Bethoron e Lidda ? tra di compassione e di scherno pei nostri, che lo volevano im-
Mille anni dopo del Talmudde, un ebreo ci dà ancora la stessa indi- piantare in Cubebe. I Soriani Giacobiti mi aprirono un enorme Bibbia
cazione. È questi Isac Chelo, che nel 1334 ne parla in un suo pel- arabica, scritta con carattere Carsciuni (4), dove in luogo di Emaus
legrinaggio intitolato I Cammini di Gerusalemme; nel secondo ' dei
(1) Les chemins de Jéru,salern nella collezione di pellegrinaggi ebrei, pubblicata in
(1) Essa, come leggesi nella sua dotta prefazione, fu d'ordine della S. Sede prepul'uta Bl'Usselle dal Carmoly, 1847.
in Levante sin dal il625 da parecchi poliglotti cattolici, i quali non fecero nuova tradu- (2) Viaggi per l'isola di Cipro, per la Soria e Palestina, voI. IU, cap. 11.
zione, ma corressero l'antica Sll di antichi manoscritti: e prima che quella edizione così (3) Voyage nouveau de la Terre Sainte, enrichi de pl1Lsieurs remarques, etc.,
preparata vedesse la luce, fu rivedllta ancora in Roma colla più sCl'upolosa diligenza da Iib. I, chap. 8.
un orientalista insigne, e primo maestro d'arabo nel su o secolo, il P. l'ommaso de' Dal'oni (4) lnterpretatio Carsciunica arabica est, sed Syrorum clw.racterib1Ls conscripta.
Obicilli di Novara, cile fu il personaggio più iIIustl'e della francescana TerrasaIlta, come Sy ri etenim, cum ediscere ae legere cuperent linguam arabicarn, a Saracenis in
quello, che sebbene l'abbia governata solo pel' un anno, le acquistò i due santuari di ma1'itimas Syriae provindas invectam, qua e uti vernacula 1,iSque adhuc 1'etinet'tl1',
Nazaret e di Aen Cw'em) patria del Battista, d01JO d'aver ricondotto all'unitù cattolica Syl'US qu.idam e Mesopotamia (uti (ett traditio, et adfìrmant Gabriel Sionita et
i Nestoriani della Mesopotamia. FausttlS Naironus in praefat. Novi Testamenti Syriaci et Arabici, Romae ,1703 im-
(2) Dixit Rabbi lochanan: Etiam in illa re,qione sunt montana, campestria p/'essi) nomine Carsciun, ut facilius ab illis ea perciperetur, patl'iis coepit cha-
et vallis. A Betho1'on usque ad Emaunta , montana sunt: ab Emattnta Lyddam , racteribus, hoc est syriacis, illam .conscribere: ex quo factwn est, '/.lt omnes lib1'i
campestria; a Lydda ad mare, vallis (Dal Relanel, Palaestina, Iib. l, cap. 17). ((l'a bici sic conscripti, hoc vocabulo Carsciuni adpellati fuerint. Così · l'eruditissimo
Gio. Lami, De erttditione Apostolor'ttm. Firenze, 1766, pago884.
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legge Emuàs. Ciò si può vedere nella bella edizione, che ne fe' la quali descrive così il suo viaggio da Gerusalemme a Giaffa: « Prima
Propaganda nel 1625, col Volgato di fronte (1); donde io mi credo « si va a Sarea, chiamata oggidì Suràh, patria di Sansone, del quale
in diritto di con chiudere, che per autorità della Santa Sede, la quale ~ si conserva ancora la tomba. Di là si p'assa ad Emaus, luogo noto
propone come autentica quella versione, Emuàs è Emaus. « pegli scritti dei nostri sapienti. Attualmente non è più che un
Ma intanto potrà qui dire taluno, perchè intorno a codesto sito « povero villaggio, abitato da poveri ismaeliti (musulmani arabi) che
non è stata la tradizione così costante come il nome? Perchè si « soggiornano in povere case. Da Emaus si va a Ghimzo, dove gli
questiona al dì d'oggi per fissarne la postura? Rispondo distinguendo, « Ebrei hanno una bella sinagoga. Da Ghimzo si va a Lud (Lidda)
altro essere parlar d'indigeni, altro di forastieri. I p'rimi ricevono cc ora semplice villaggio. Al tempo degli incirconcisi (cristiani) chia-
la tradizione degli antenati dai loro padri, e la trasmettono ai fi- cc mossi San Giorgio. Di là si va a Ramle, ecc. (1). ») Chi volesse
gliuoli ed ai nipoti: gli aJtri che vengono e vanno, non han che rifare questo tratto di pellegrinaggio ebreo, vada per la via di Giaffa
fare colla tradizione del paese; quindi non fia meraviglia della loro sino ad Abugosc, indi pieghi a sinistra, e per Mibsir arriverà a
discordanza intorno a questo punto; sebbene anche tra costoro Suràh col tempo stesso con cui arriverebbe ad El-atrun. Suràh è
v'abbia di quelli che, non come i più, vengono in fretta, ma vi si quasi al perfetto occidente di Gerusalemme. Da Suràh cammini verso
arrestano, e non accettando senza beneficio d'inventario quanto loro nord, ed in un'ora arriverà ad Emuàs, donde se vorrà andare per
si spaccia a ufo, esaminano, indagano e studiano profondamente la diritta via a Lud, . lascierassi a destra il villaggio di Gimsu, E
senza prevenzione, nè spirito di p~rte, come un Edoardo Robinson, codest'Emaus dell'ebreo Chelo non è esso ancora Emuàs?
-un Feliciano di Saulcy, un abate Michon, un Vittorio Guérin ed un Veniamo alla tradizione degli indigeni cristiani. Il prete toscano
C. R. Conder: il primo e l'ultimo protestanti, gli altri quattro cat- Giovanni Mariti riferisce ne'suoi viaggi d'un secolo fa, che i cristiani
Colici; e costoro riconoscono con me l'Emaus del Vangelo in Emuàs. levantini credevano Emuàs es·sere Emaus (2); e lo stesso aveva già
lo ne riporterò fn fondo al presente capo le testimonianze. Se poi notato un secolo addietro il gesuita Nau, missionario francese in
si parli d'indigeni, ebrei o cristiani, questi hanno sempre creduto Saida (3). Vero è che amendue questi sr,rittori chiamano falsa una tal
che Emuàs è Emaus; ed eccone le prove: credenza, ma a me basta sapere, che due secoli fa i levantini crede-
In quanto agli Ebrei, che non abbandonarono mal interamente vano come i loro maggiori, e come seguono a credere i posteri
la loro sede antica, leggesi nella Ghemara del Talmudde questa dei nostri tempi. lo infatti interrogai i Soriani, i Greci e gli Armeni
sentenza: « Da Bethoron ad Emaus sono monti: da Emaus a Lidda di Gerusalemme - Dove credete voi fosse Emaus? - e tutti mi
sono pianure (2). A qual altro luogo potrebbero mai adattarsi queste risposero - In Emuàs - e parecchi di loro mi fecero un risolino
parole, che ad Emuàs, assiso appiè de'monti fra Bethoron e Lidda ? tra di compassione e di scherno pei nostri, che lo volevano im-
Mille anni dopo del Talmudde, un ebreo ci dà ancora la stessa indi- piantare in Cubebe. I Soriani Giacobiti mi aprirono un enorme Bibbia
cazione. È questi Isac Chelo, che nel 1334 ne parla in un suo pel- arabica, scritta con carattere Carsciuni (4), dove in luogo di Emaus
legrinaggio intitolato I Cammini di Gerusalemme; nel secondo ' dei
(1) Les chemins de Jéru,salern nella collezione di pellegrinaggi ebrei, pubblicata in
(1) Essa, come leggesi nella sua dotta prefazione, fu d'ordine della S. Sede prepul'uta Bl'Usselle dal Carmoly, 1847.
in Levante sin dal il625 da parecchi poliglotti cattolici, i quali non fecero nuova tradu- (2) Viaggi per l'isola di Cipro, per la Soria e Palestina, voI. IU, cap. 11.
zione, ma corressero l'antica Sll di antichi manoscritti: e prima che quella edizione così (3) Voyage nouveau de la Terre Sainte, enrichi de pl1Lsieurs remarques, etc.,
preparata vedesse la luce, fu rivedllta ancora in Roma colla più sCl'upolosa diligenza da Iib. I, chap. 8.
un orientalista insigne, e primo maestro d'arabo nel su o secolo, il P. l'ommaso de' Dal'oni (4) lnterpretatio Carsciunica arabica est, sed Syrorum clw.racterib1Ls conscripta.
Obicilli di Novara, cile fu il personaggio più iIIustl'e della francescana TerrasaIlta, come Sy ri etenim, cum ediscere ae legere cuperent linguam arabicarn, a Saracenis in
quello, che sebbene l'abbia governata solo pel' un anno, le acquistò i due santuari di ma1'itimas Syriae provindas invectam, qua e uti vernacula 1,iSque adhuc 1'etinet'tl1',
Nazaret e di Aen Cw'em) patria del Battista, d01JO d'aver ricondotto all'unitù cattolica Syl'US qu.idam e Mesopotamia (uti (ett traditio, et adfìrmant Gabriel Sionita et
i Nestoriani della Mesopotamia. FausttlS Naironus in praefat. Novi Testamenti Syriaci et Arabici, Romae ,1703 im-
(2) Dixit Rabbi lochanan: Etiam in illa re,qione sunt montana, campestria p/'essi) nomine Carsciun, ut facilius ab illis ea perciperetur, patl'iis coepit cha-
et vallis. A Betho1'on usque ad Emaunta , montana sunt: ab Emattnta Lyddam , racteribus, hoc est syriacis, illam .conscribere: ex quo factwn est, '/.lt omnes lib1'i
campestria; a Lydda ad mare, vallis (Dal Relanel, Palaestina, Iib. l, cap. 17). ((l'a bici sic conscripti, hoc vocabulo Carsciuni adpellati fuerint. Così · l'eruditissimo
Gio. Lami, De erttditione Apostolor'ttm. Firenze, 1766, pago884.
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si leggeva Emuàs; donde essi conchiudevano che il villaggio di S. Girolamo, Sozomeno, S. Villibalcto, Guglielmo di Tiro e tutta
Emuàs è il vero Emaus. Il patriarca degli Armeni presentommi l'antichità. E soggiunge che solo neir Xl secolo pare che la tradi-
due libri scritti nella lingua della sua nazione per provarmi che la zione abbia incominciato a collocare Emaus a Kirbet Giaus, e più
sua risposta non era opinione recente, nè sua particolare. Uno dei tardi ad Abugosc (Kiriet el enab) ed a Colonia; e non nomina
due libri era di un tal Battista Arzerunian Megherdisce, intitolato neppure Cubebe, tanto i Greci furono sempre alieni dal creder Emaus
Descrizione di Gerusalemme, composto nei primi anni del corrente colà (V. pago 29 e 30). In quanto al villaggio di Kirbet Giaus, loan-
secolo; ed in esso si legge: Ema'its, che dagli Arabi è chiamato nides lo colloca a S.-E. di Nabi Samuìl, d'accordo con Tito Tobler,
Emuàs, dista cinque ore da Gerusalemme. L'altro era di un tal Hanna il quale aggiunge trovarsi vicino a Beth-icsa (I).
(Giovanni) Badmise, il quale compieva nel 1727 una sua Storia della In partendo io da Gerusalemme nel maggio del 1864 volli cono-
Palestina, in cui trovansi queste parole: L'Emaus del Vangelo si scere di presenza quell' Emuàs; che sino allora ,conosceva solo per
chiama adesso Emuàs, ed è distante tre ore da Ramle (I). le carte geografiche. Partii da Gerusalemme per alla volta di Giaffa,
Vengo finalmente ai Greci. Essi mi porsero i noti ~rMMIKTA e giunto al diruto villaggio di El Atrun (sul quale i miei antichi
dell'Allacci (greco-latino, Colonia, 1653) mostrandomi in esso Gio- fratelli avevano costrutto la patria del Buon Ladr'one), a vece di
vanni Foca, greco pellegrino del 1185 (le cui parole io darò nell'ul- scendere verso Ramle, presi a destra, e per un dolce pendio, nella
timo capo, dove ragionerò dei tempi dei Crociati) e poi; Epifanio direzione di nord, dopo un quarticello d'ora mi trovai appiè dei
Agiopolita, scrittore del secolo VIII, che lo indica a 18 miglia oltre monti della Giudea, che mi sorgevano di fronte e dallato, formando
la patria del Battista verso ponente, e ad 8 miglia prima di Ramle (2). un seno (2). Ivi mi si pararono innanzi le ruine d'una chiesa in un

ii Ma ciò per l'opinione dei Greci non basta ancora. Tredici anni dopo
la mia partenza da Gerusalemme, cioè nel 1877, l'archimandrita
greco non unito Beniamino Ioannides pubblicava in Gerusalemme
vasto campo di ,messe biondeggiante. In un batter d'occhio un branco
d'arabi del vicino casolare mi assiepò, domandando II solito bacs?:s
( mancia), la parola che in quelle parti suona più spesso all' orec-
un suo Proskinitarion o Guida dei luoghi santi, con per appendice chio del viaggiatore. Voltomi a que'luridi fellàh (contadini), chiesi
il greco testo di Foca, di Perdicca Protonotario, di Epifania Agio- se vi fosse tra loro lo 8ciehr el bèled (capo del villaggio) e trasse
polita e di Beniamino Ieromonaco; ed in quella sua Guida asserisce innanzi un vecchio ne cencioso e squarquoio, col quale, fatti prima
chiaramente, che Emuàs è l'Emaus de' Maccabei e di S. Luca, la i dovuti salamelecchi, che non sono corti, intavolai coll' aiuto del
Nicopoli dei Romani (parole del Ioannides) come l'attestano Eùsebio, dragomano il seguente dialogo:
« Come si chiama il tuo villaggio?
(II) Son debitol'e della traduzione di questi due passi alla gentilezza del signor Gia~
como Pascal, armeno di Gerusalemme, e Cancelliel'c-elragomano al Consolato Austriaco,
- Emuàs. » - (Noto che quell'E vuoi esser pronunziato come
clle mi accompagnò nella mia visita al suo patriarca. l'E muta dei Francesi, accostandolo un poco al suono dell' A, donde
(2) EnwTatio Syriae) 1ltbis sanctae) et Sacro rum ibi Locorum. Coloro che l'usanza degli Europei di nominare quel villaggio Amuàs.)
fanno posteriore al mille il monaco agiopolita, Epifanio, mostrano di non averlo letto. « Qual è il primo villaggio da questa parte? - (E segnai colla
Cl'eelo <l'averne assegnato giusto il secolo quando scrissi di lui: « L'età di costui ci è mano verso E-N-E.)
« indicata da due note del suo stesso opuscolo. Quand'egli scriveva era già in piedi la
« città di Ramle presso Lidda, ed in Alessandria venel'avasi ancora il corpo di S. Marco.
- Ialo (Aialon).
« Ora Ramle fu edificata sul principio <lei secolo VIII, e le ossa di S. Marco furono
- E di là? - (Segnando verso N-N-E.)
« trasportate a Venezia sul principio del IX; quindi l'Agiopoìita scriveva nell'VIII secolo. » - Bethùr Foca, Bethùr Tahta, (Bethoron inferiore e superiore).
(Il padre e la patria del Battista. Torino, 1188 ,1). Ecco adesso la versione letterale - Quanto tempo ci vorrebbe per andarvi?
del passo che ci risguarcla: « Ad occidente e vicino alla Santa Città sonvi due spelonche - Tre ore a Foca, e un poco più a Tahta.
« che contengono reliquie dei santi Innocenti, uccisi da Erode; e verso occidente di queste,
« a circa miglia sei v'è il monte Carmelio, paterne possessioni del PrecUl'sore; e verso
- E per andare a Lud? (Lidda)
c( occidente del Carmelio monte, a .circa miglia diciotto è l'Emmàus, a cui viaggiò Cleopa - Strada piana, tre ore besse (Basta)
« col Cristo, e non sapeva che il Cristo fosse. Ed ancora da questo stesso luogo, circa
(I) Topog-raphie von Jerusalem. Berlino, 11854, voI. II, pago 535.
« miglia otto, è Ramble; e vicino a Ramble è il luogo Diapoli (Diospoli) ed il S3ntoGior-
(2) Nella prima edizione la mia visita ad Emuàs è raccontata in disteso: qui la .
« gio, ecc. » Signori Cubebei, Emaus nell'ottavo secolo veneravasi a Cubebe o ad Emuils?
rac.corcio d'assai dietro la risoluzione presa da principio di eliminare quanto non con~
corre direttamente od indirettamente allo Sc.opo di mostrare in Emuils il vero Emans.
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si leggeva Emuàs; donde essi conchiudevano che il villaggio di S. Girolamo, Sozomeno, S. Villibalcto, Guglielmo di Tiro e tutta
Emuàs è il vero Emaus. Il patriarca degli Armeni presentommi l'antichità. E soggiunge che solo neir Xl secolo pare che la tradi-
due libri scritti nella lingua della sua nazione per provarmi che la zione abbia incominciato a collocare Emaus a Kirbet Giaus, e più
sua risposta non era opinione recente, nè sua particolare. Uno dei tardi ad Abugosc (Kiriet el enab) ed a Colonia; e non nomina
due libri era di un tal Battista Arzerunian Megherdisce, intitolato neppure Cubebe, tanto i Greci furono sempre alieni dal creder Emaus
Descrizione di Gerusalemme, composto nei primi anni del corrente colà (V. pago 29 e 30). In quanto al villaggio di Kirbet Giaus, loan-
secolo; ed in esso si legge: Ema'its, che dagli Arabi è chiamato nides lo colloca a S.-E. di Nabi Samuìl, d'accordo con Tito Tobler,
Emuàs, dista cinque ore da Gerusalemme. L'altro era di un tal Hanna il quale aggiunge trovarsi vicino a Beth-icsa (I).
(Giovanni) Badmise, il quale compieva nel 1727 una sua Storia della In partendo io da Gerusalemme nel maggio del 1864 volli cono-
Palestina, in cui trovansi queste parole: L'Emaus del Vangelo si scere di presenza quell' Emuàs; che sino allora ,conosceva solo per
chiama adesso Emuàs, ed è distante tre ore da Ramle (I). le carte geografiche. Partii da Gerusalemme per alla volta di Giaffa,
Vengo finalmente ai Greci. Essi mi porsero i noti ~rMMIKTA e giunto al diruto villaggio di El Atrun (sul quale i miei antichi
dell'Allacci (greco-latino, Colonia, 1653) mostrandomi in esso Gio- fratelli avevano costrutto la patria del Buon Ladr'one), a vece di
vanni Foca, greco pellegrino del 1185 (le cui parole io darò nell'ul- scendere verso Ramle, presi a destra, e per un dolce pendio, nella
timo capo, dove ragionerò dei tempi dei Crociati) e poi; Epifanio direzione di nord, dopo un quarticello d'ora mi trovai appiè dei
Agiopolita, scrittore del secolo VIII, che lo indica a 18 miglia oltre monti della Giudea, che mi sorgevano di fronte e dallato, formando
la patria del Battista verso ponente, e ad 8 miglia prima di Ramle (2). un seno (2). Ivi mi si pararono innanzi le ruine d'una chiesa in un

ii Ma ciò per l'opinione dei Greci non basta ancora. Tredici anni dopo
la mia partenza da Gerusalemme, cioè nel 1877, l'archimandrita
greco non unito Beniamino Ioannides pubblicava in Gerusalemme
vasto campo di ,messe biondeggiante. In un batter d'occhio un branco
d'arabi del vicino casolare mi assiepò, domandando II solito bacs?:s
( mancia), la parola che in quelle parti suona più spesso all' orec-
un suo Proskinitarion o Guida dei luoghi santi, con per appendice chio del viaggiatore. Voltomi a que'luridi fellàh (contadini), chiesi
il greco testo di Foca, di Perdicca Protonotario, di Epifania Agio- se vi fosse tra loro lo 8ciehr el bèled (capo del villaggio) e trasse
polita e di Beniamino Ieromonaco; ed in quella sua Guida asserisce innanzi un vecchio ne cencioso e squarquoio, col quale, fatti prima
chiaramente, che Emuàs è l'Emaus de' Maccabei e di S. Luca, la i dovuti salamelecchi, che non sono corti, intavolai coll' aiuto del
Nicopoli dei Romani (parole del Ioannides) come l'attestano Eùsebio, dragomano il seguente dialogo:
« Come si chiama il tuo villaggio?
(II) Son debitol'e della traduzione di questi due passi alla gentilezza del signor Gia~
como Pascal, armeno di Gerusalemme, e Cancelliel'c-elragomano al Consolato Austriaco,
- Emuàs. » - (Noto che quell'E vuoi esser pronunziato come
clle mi accompagnò nella mia visita al suo patriarca. l'E muta dei Francesi, accostandolo un poco al suono dell' A, donde
(2) EnwTatio Syriae) 1ltbis sanctae) et Sacro rum ibi Locorum. Coloro che l'usanza degli Europei di nominare quel villaggio Amuàs.)
fanno posteriore al mille il monaco agiopolita, Epifanio, mostrano di non averlo letto. « Qual è il primo villaggio da questa parte? - (E segnai colla
Cl'eelo <l'averne assegnato giusto il secolo quando scrissi di lui: « L'età di costui ci è mano verso E-N-E.)
« indicata da due note del suo stesso opuscolo. Quand'egli scriveva era già in piedi la
« città di Ramle presso Lidda, ed in Alessandria venel'avasi ancora il corpo di S. Marco.
- Ialo (Aialon).
« Ora Ramle fu edificata sul principio <lei secolo VIII, e le ossa di S. Marco furono
- E di là? - (Segnando verso N-N-E.)
« trasportate a Venezia sul principio del IX; quindi l'Agiopoìita scriveva nell'VIII secolo. » - Bethùr Foca, Bethùr Tahta, (Bethoron inferiore e superiore).
(Il padre e la patria del Battista. Torino, 1188 ,1). Ecco adesso la versione letterale - Quanto tempo ci vorrebbe per andarvi?
del passo che ci risguarcla: « Ad occidente e vicino alla Santa Città sonvi due spelonche - Tre ore a Foca, e un poco più a Tahta.
« che contengono reliquie dei santi Innocenti, uccisi da Erode; e verso occidente di queste,
« a circa miglia sei v'è il monte Carmelio, paterne possessioni del PrecUl'sore; e verso
- E per andare a Lud? (Lidda)
c( occidente del Carmelio monte, a .circa miglia diciotto è l'Emmàus, a cui viaggiò Cleopa - Strada piana, tre ore besse (Basta)
« col Cristo, e non sapeva che il Cristo fosse. Ed ancora da questo stesso luogo, circa
(I) Topog-raphie von Jerusalem. Berlino, 11854, voI. II, pago 535.
« miglia otto, è Ramble; e vicino a Ramble è il luogo Diapoli (Diospoli) ed il S3ntoGior-
(2) Nella prima edizione la mia visita ad Emuàs è raccontata in disteso: qui la .
« gio, ecc. » Signori Cubebei, Emaus nell'ottavo secolo veneravasi a Cubebe o ad Emuils?
rac.corcio d'assai dietro la risoluzione presa da principio di eliminare quanto non con~
corre direttamente od indirettamente allo Sc.opo di mostrare in Emuils il vero Emans.
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- gO -
ed in distanza di 10 miglia romane per retta linea da Cubebe; e
- Sono fontane nel tuo villaggio? » L'arabo spalancò quanto sotto Emuàs scrive Emaus. Qui credo bene di aggiungere che il
potè la mano, e disse: Robinson viaggiò, scrisse e stampò sei anni almeno prima che sor-
({ Chamse (cinque): tre per la campagna, e due nel villaggio: gesse la questione intorno a Cubebe; quindi non può essere sospet-
eccole qua sotto. » - E me le indicò, proseguendo: « A questa tato di parzialità per questo o quel partito (V. Later biblica l re-
si attigne, nell'altra si fanno le abluzioni. » - Guardai, e ad una searches in Palestina. Boston, 1857, vol. III, pago 150). Quest'opera
vidi delle donne, che riempivano le brocche: nell' altra un uomo fu pubblicata contemporaneamente in tedesco a Berlino col titolo
nudo sino alla cintola, che si purificava secondo il rito musulmano.
di Nettere biblische forschungen in Paliistina.
« Dimmi, questo luogo dove siamo, come lo chiami tu?
De Saulcy, di cui ho parlato nel capo' I, in salendo verso
- Chenise (Chiesa). Cubebe, così scrive sutta presente questione: « Saint Jéròme nous
- Che credete voi sia stata questa Chenise? « apprend que ces deux villes (Bethoron supérieur et inférieur)
- Hon fen Saiedna Issa falàk el aèsc. » (Qui dove Signor-nostro cc quiavaient été construites par Salomon, se trouvaient sur la ronte
Gesù ruppe il pane): Eco lontana e non troppo languida di quelle « de Nicopolis à JBrusalem. Voi ci ce passage, qui suffit pour trancher
parole del Vangelo: « Lo conobbero nel rompere che fece il pane. » (C enfaveur d'Amoas la question de l'Emmaiis de l'Évangi1e. C'est
lo qui m'arresto, e raccogliendo come in un fascio tutto il' risul- « encore dans 1'épitaphe de Paula ,que nous lisons: Repetitoque
tato delle mie ricerche, conchiudendo dico. Emaus era in terra « itinere, Nicopolim, quae prius Emmaus vocabatttr etc. Si Amoas est
palestina o filistina, non in ebrea: apparteneva alla tribù di Dan, « Emmaiis, tout ce passage est clair etvrai. Si EI-Koubeibe était
non a quella di Giuda: trova vasi in pianura, ma alle falde dei monti, « Emmaiis, Saint Jéròme aurait écrit là une série de non-senso Mais
non sovressi, nè lungi da essi: fra Lidda e Bethoron, non lungi da « .ie ne veux pas m'appesantir sur cette question délicate, dont
Gazer e da Aialon: per indi andar a Gerusalemme, dovevasi salire « l'étude ,approfondie m'entrainerait beaucoup trop loin. Ella a été
non discendere: era in terreno irrigato da fonti, con una presso « d'ailleurs, a ma connaissance, traitée de main de maitre par mon
un trebbio o convegno di tre vie romane: Emaus finalmente, secondo «( excellent ami, le P. Bassi. On pourra n'etre pas satisfait partout des
la versione araba della Bibbia, approvata dalla S. Sede, chiamasi « résultats auxquels il est parvenu, mais on ne pourra jamais prouver
in arabo Emuàs: nel villaggio adunque di questo nome, nel quale « qu'il s'est trompé. » Voyage en Terre Sainte, tomo I, pago 86. E
si riscontrano tutte le antiche note topografiche di Emaus vuoi essere poi ancora a pago 89: « Un moine nous attendait à EI-Koubeibeh,
riconosciuta la patria di Cleofa, non altrove. Tanto confermano la « et nous nouS sommes abrités dans l'église que l'on construit là
tradizione ebrea e la cristiana degli indigeni, e finanche la musul- « dans la pensée qu'EI-Koubeibeh est l'Emmaiis de l'Evangile. J'ai
mana del villaggio, che ne perenna il nome~ « déjà dit, que jen'en croyais absolument rien. Après le déjeuner
« nous avons, pour l'acquit de notre conscience, parcouru les ruines
Mantengo la parola data, e trascrivo i Giudizi pubbli~ati sulla « qui sont près de la nouvene église. Elles s'ètendent vers l'est
vertente questione da E. Robinson, da F. De Saulcy, dall'Ab. Michon, « en longueur, et nous Y remarquons des murailles de construc-
da V. Guérin e da C. R. Conder, come coronide al presente capo, e « tion byzantine, qui sont vraisemblablement les débris de l'église
ciò in grazia del mio Avversario, il quale non avendo parl.ato dei tre « primitive. Comme elles sont distantes d'une quarantaine de mètres
primi nè dell'ultimo, fa mostra di non conoscerli, e del quarto parlò « de celles que l' on croit elever sur la maisQn de Cléophas, j'ai
in guisa da lasciar credere che lo conosca molto imperfettamente. It bien peur qu' on ·ne se trompe de toutes manières. ))
Robinson. ~ Questo ministro protestante, colla stessa penna, Michon. __ Questo prete francese fece due viaggi in Palestina:
con cui difende l'autenticità del S. Sepolcro, sostiene la tradizione, frutto del primo fu Voyage religieux en Orient, 1853: dopo del
che colloca Emaus in Emuàs, e dopo d'aver impiegato cinque pagine secondo pubblicò Vie de Jésus, suivie des évangiles parallèles, tra-
su quest' argomento, conchiude con dire che, in seguito a lunghe du.ction littérale sur le greco Nei Prolegomeni della seconda parte
e ripetute considerazioni, egli sta con Eusebio e Girolamo: «After di questa, a pago x, parlando dell'edizione fatta nel 1865 dal Tischen-
« long and repealed consideration, I am disposed to acquiesce in the dor( del Novum Testdm. graece ex Sinaitico codice omnium anti-
« judgment of Eusebius and Ierome. ») E poi nella preziosa carta, qlÙssirno, scrive: « Pour la question d'Emmaiis, le texte sinal'tique
che accompagna il suo viaggio, pone Amuàs presso Latrun e Jalo,
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ed in distanza di 10 miglia romane per retta linea da Cubebe; e
- Sono fontane nel tuo villaggio? » L'arabo spalancò quanto sotto Emuàs scrive Emaus. Qui credo bene di aggiungere che il
potè la mano, e disse: Robinson viaggiò, scrisse e stampò sei anni almeno prima che sor-
({ Chamse (cinque): tre per la campagna, e due nel villaggio: gesse la questione intorno a Cubebe; quindi non può essere sospet-
eccole qua sotto. » - E me le indicò, proseguendo: « A questa tato di parzialità per questo o quel partito (V. Later biblica l re-
si attigne, nell'altra si fanno le abluzioni. » - Guardai, e ad una searches in Palestina. Boston, 1857, vol. III, pago 150). Quest'opera
vidi delle donne, che riempivano le brocche: nell' altra un uomo fu pubblicata contemporaneamente in tedesco a Berlino col titolo
nudo sino alla cintola, che si purificava secondo il rito musulmano.
di Nettere biblische forschungen in Paliistina.
« Dimmi, questo luogo dove siamo, come lo chiami tu?
De Saulcy, di cui ho parlato nel capo' I, in salendo verso
- Chenise (Chiesa). Cubebe, così scrive sutta presente questione: « Saint Jéròme nous
- Che credete voi sia stata questa Chenise? « apprend que ces deux villes (Bethoron supérieur et inférieur)
- Hon fen Saiedna Issa falàk el aèsc. » (Qui dove Signor-nostro cc quiavaient été construites par Salomon, se trouvaient sur la ronte
Gesù ruppe il pane): Eco lontana e non troppo languida di quelle « de Nicopolis à JBrusalem. Voi ci ce passage, qui suffit pour trancher
parole del Vangelo: « Lo conobbero nel rompere che fece il pane. » (C enfaveur d'Amoas la question de l'Emmaiis de l'Évangi1e. C'est
lo qui m'arresto, e raccogliendo come in un fascio tutto il' risul- « encore dans 1'épitaphe de Paula ,que nous lisons: Repetitoque
tato delle mie ricerche, conchiudendo dico. Emaus era in terra « itinere, Nicopolim, quae prius Emmaus vocabatttr etc. Si Amoas est
palestina o filistina, non in ebrea: apparteneva alla tribù di Dan, « Emmaiis, tout ce passage est clair etvrai. Si EI-Koubeibe était
non a quella di Giuda: trova vasi in pianura, ma alle falde dei monti, « Emmaiis, Saint Jéròme aurait écrit là une série de non-senso Mais
non sovressi, nè lungi da essi: fra Lidda e Bethoron, non lungi da « .ie ne veux pas m'appesantir sur cette question délicate, dont
Gazer e da Aialon: per indi andar a Gerusalemme, dovevasi salire « l'étude ,approfondie m'entrainerait beaucoup trop loin. Ella a été
non discendere: era in terreno irrigato da fonti, con una presso « d'ailleurs, a ma connaissance, traitée de main de maitre par mon
un trebbio o convegno di tre vie romane: Emaus finalmente, secondo «( excellent ami, le P. Bassi. On pourra n'etre pas satisfait partout des
la versione araba della Bibbia, approvata dalla S. Sede, chiamasi « résultats auxquels il est parvenu, mais on ne pourra jamais prouver
in arabo Emuàs: nel villaggio adunque di questo nome, nel quale « qu'il s'est trompé. » Voyage en Terre Sainte, tomo I, pago 86. E
si riscontrano tutte le antiche note topografiche di Emaus vuoi essere poi ancora a pago 89: « Un moine nous attendait à EI-Koubeibeh,
riconosciuta la patria di Cleofa, non altrove. Tanto confermano la « et nous nouS sommes abrités dans l'église que l'on construit là
tradizione ebrea e la cristiana degli indigeni, e finanche la musul- « dans la pensée qu'EI-Koubeibeh est l'Emmaiis de l'Evangile. J'ai
mana del villaggio, che ne perenna il nome~ « déjà dit, que jen'en croyais absolument rien. Après le déjeuner
« nous avons, pour l'acquit de notre conscience, parcouru les ruines
Mantengo la parola data, e trascrivo i Giudizi pubbli~ati sulla « qui sont près de la nouvene église. Elles s'ètendent vers l'est
vertente questione da E. Robinson, da F. De Saulcy, dall'Ab. Michon, « en longueur, et nous Y remarquons des murailles de construc-
da V. Guérin e da C. R. Conder, come coronide al presente capo, e « tion byzantine, qui sont vraisemblablement les débris de l'église
ciò in grazia del mio Avversario, il quale non avendo parl.ato dei tre « primitive. Comme elles sont distantes d'une quarantaine de mètres
primi nè dell'ultimo, fa mostra di non conoscerli, e del quarto parlò « de celles que l' on croit elever sur la maisQn de Cléophas, j'ai
in guisa da lasciar credere che lo conosca molto imperfettamente. It bien peur qu' on ·ne se trompe de toutes manières. ))
Robinson. ~ Questo ministro protestante, colla stessa penna, Michon. __ Questo prete francese fece due viaggi in Palestina:
con cui difende l'autenticità del S. Sepolcro, sostiene la tradizione, frutto del primo fu Voyage religieux en Orient, 1853: dopo del
che colloca Emaus in Emuàs, e dopo d'aver impiegato cinque pagine secondo pubblicò Vie de Jésus, suivie des évangiles parallèles, tra-
su quest' argomento, conchiude con dire che, in seguito a lunghe du.ction littérale sur le greco Nei Prolegomeni della seconda parte
e ripetute considerazioni, egli sta con Eusebio e Girolamo: «After di questa, a pago x, parlando dell'edizione fatta nel 1865 dal Tischen-
« long and repealed consideration, I am disposed to acquiesce in the dor( del Novum Testdm. graece ex Sinaitico codice omnium anti-
« judgment of Eusebius and Ierome. ») E poi nella preziosa carta, qlÙssirno, scrive: « Pour la question d'Emmaiis, le texte sinal'tique
che accompagna il suo viaggio, pone Amuàs presso Latrun e Jalo,
- 93-
- 9~-
« maus de Saint Luc » (Galilée, tomo I, pag. 68). Ripete ancora
Il: porte cen~ soixante stades de distance d'Emmaiis à .Jérusalem,
l'istessa sentenza nell'ultima sua opera La Terre Sainte, son histoire,
« pendant que le texte du Vatican et nos exemplaires des Elzevir ses souvenirs .. ses sites, ses monuments. Paris, 1882, a pagina 217.
« portent seulement soixante stades. Or c'est le manuscrit du Sinal Conder, capo d'una spedizione inglese per l'esplorazione della
« qui se trouve avoir raison. L'Emmaus évangélique était dans la Palestina, dall'estate del 1872 al settembre del 75 percorse misu-
« plaine, à la naissance des montagnes de Judée. Nous avons sur
rando nella sola Cisiordanica 4,700 miglia quadrate, e pubblicò nel
« cela l'autorité d'Eusèbe et de S. Jeròme. Celui-ci habitait la Pa- 79' Tent Vork in Palestine, opera dedieata al Principe di Galles, ìn
« lestine. Il n'en était pas à confondre cent soixante stades avec cui al nostro proposito si legge in inglese quanto segue: « IL rozzo
« soixante. S'il a placé Emmaiis au pied de la chaine judalque, dans « villaggio di Amwas conserva il nome di Emaus, famoso nella
« le voisinage de Lydda, c'est qu'il" savait positivement que ce « storia de'Maccabei. I primitivi cristiani riconobbero pure questo
« versant des montagnes a plus de soixante stades de largeur. (\ luogo per l'Emaus del Nuovo Testamento, verso cui i due disce-
« L'opinion de mon savant ami le Père Bassi, qui pIace dans l'Em- « poli s'avvìavano il giorno della Risurrezione. Questa opinione
« maiis de la plaine 1'Emmaiis évangélique, se trouve confirmée « continuò SINO AL SECOLO DECIMOQUINTO, quando si osservò, che la
« par ce texte du manuscrit du Sinai". » « distanza data dal presente testo del Vangelo è di 60 stadi, laddove
Gnérln. - Questo recente illustratore della Palestina, dopo aver « il sito presente (Emuàs) è giusto di· 160 da Gerusalemme. Questo
identificato Emuàs coll'Emaus de'Maccabei e colla Nicopoli dei Romani, cc generalmente credesi che_ sia contrario alla tradizione. Ma il mano-
scrive: « L'opinion d'Eusèbe e de Saint Jéròme est donc très-nette: (C scritto Sinaitico, secondo il solito, getta nuova luce sulla que-
« pour eux Emmaiis-Nicopolis n'est pas distincte de Emmaus évan- (C stione. Questo venerabil codice del IV secolo dev'essere ritenuto
« gélique, et elle était située dans la plaine, au seuiI mème des « della più importante autorità, perchèè IL PIÙ ANTICO scoperto
« montagnes de la Judée, ce qui la fixe incontestablement au vil- « finora; e nel Sinaitico Emaus è detto lontano 160 stadi da Geru-
« lage actuel d'Amouas, dont la dénomination arabe rappelle d'ail- « salemme; non sembra quindi ragionevole supporre un altro luogo
« leurs et reproduit "la" dénomination primitive D (Description de la « sconosciuto (Cubebe) quando la distanza ci porta al celebre sito di
.Tudée, tomo I, pago 201). CHa quindi Sozomeno, Teofane, il Pelle- « Emaus-Nicopoli }) (Vol. I, pago 14).
grinaggio di S. Villibaldo, e prosegue: « De ces diverses citations il Clermont-Ganneau e Vigoureux. Ai giudizi di Robinson, Saulcy,
« résulte, que, d'apré& les témoignages les plus anciens, l'Emmaiis Michon, Guérin e Conder, non che a quello del Clermont-Ganneau
« de Saint Luc était la mème localité qu'Emmaus Nicopolis, don t che per trovare Ghezzer o Gazzer, notato nell'Onomastico d'Eusebio
« la position à Amouas est hors de doute» (pag. 202). In seguito e Girolamo a quattro miglia da Emaus verso nord, partì, non da
impiega cinque pagine nel rispondere alle obbiezioni de' Cubebei, Cubebe, ma da Emuàs, e ve lo trovò veramente, come abbiam visto
intrattanto che a pago 202 fa questa giusta osservazione, che i citati testè: a questi illustri nomi posso aggiungere quello non meno illu- . .
autori antichi, collocando Emaus dov' ora è Emuàs « ils rejettent stre dell' Abate Vigoureux, prete di S. Sulpizio in Parigi, uno dei
« tous implicitement le chiffre de soixantes stades pour la distance più profondi illustratori della Bibbia. Egli visitò ultimamente Terra-
« d'Emmaus a Jérusalem. » Così esprimesi il Guérin parlando d'E- santa, e da Gerusalemme partì per Damasco, Antiochia, Efeso ecc.
muàs. Altrove descrivendo Cubebe, ripete: « La tradition primitive, nello scopo di scrivere una Vita di S. Paolo. Un mio amico, che
« telle qu'elle nous est attestée par Eusèbe, par Saint Jéròme lui- lo incontrò in quel viaggio, lo richiese del suo parere intorno al
« méme, et par les autres écrivains que j'ai cités, recule jusqu'à Nico- sito d'Emaus; ed il dotto Sulpiziano rispose d'aver visitato Emuàs
« polis et identifie avec cette ville, dont l'emplacement à Amouàs est e di essersi confermato nella preconcetta opinione, che fosse il vero
« incontestable, l'Emmaus de l'Évangile » (Judée, tom. I, pago 250). Emaus di S. Luca. Così il Vigoureux autenticava quanto aveva già
Non contento d'aver ciò detto e ripetuto, torna ad inculcarlo notato nella sua bella Carte de la Palestine pour l'étude de l'Ancien
nella Descrizione della Galilea: « Sans reproduire tous les argu- et d'H Nouveau Testament, nella quale segna Emaus-Nicopoli a due
« ments que j'ai fourni alors, je me bornerai à dire, qu'Amouas,
miglia ovest da Aialon, presso la via attuale di Giaffa dov'è Emuàs.
« l'Emmaiis Nicopolis des anciens, est pour Eusèbe, pour Saint
« Jéròme, pour Sozomène, pour Théophane et pour Saint Willi-
« balde, d'après Ies divers textes que j'ai cités de ces auteurs, l'Em-
- 93-
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« maus de Saint Luc » (Galilée, tomo I, pag. 68). Ripete ancora
Il: porte cen~ soixante stades de distance d'Emmaiis à .Jérusalem,
l'istessa sentenza nell'ultima sua opera La Terre Sainte, son histoire,
« pendant que le texte du Vatican et nos exemplaires des Elzevir ses souvenirs .. ses sites, ses monuments. Paris, 1882, a pagina 217.
« portent seulement soixante stades. Or c'est le manuscrit du Sinal Conder, capo d'una spedizione inglese per l'esplorazione della
« qui se trouve avoir raison. L'Emmaus évangélique était dans la Palestina, dall'estate del 1872 al settembre del 75 percorse misu-
« plaine, à la naissance des montagnes de Judée. Nous avons sur
rando nella sola Cisiordanica 4,700 miglia quadrate, e pubblicò nel
« cela l'autorité d'Eusèbe et de S. Jeròme. Celui-ci habitait la Pa- 79' Tent Vork in Palestine, opera dedieata al Principe di Galles, ìn
« lestine. Il n'en était pas à confondre cent soixante stades avec cui al nostro proposito si legge in inglese quanto segue: « IL rozzo
« soixante. S'il a placé Emmaiis au pied de la chaine judalque, dans « villaggio di Amwas conserva il nome di Emaus, famoso nella
« le voisinage de Lydda, c'est qu'il" savait positivement que ce « storia de'Maccabei. I primitivi cristiani riconobbero pure questo
« versant des montagnes a plus de soixante stades de largeur. (\ luogo per l'Emaus del Nuovo Testamento, verso cui i due disce-
« L'opinion de mon savant ami le Père Bassi, qui pIace dans l'Em- « poli s'avvìavano il giorno della Risurrezione. Questa opinione
« maiis de la plaine 1'Emmaiis évangélique, se trouve confirmée « continuò SINO AL SECOLO DECIMOQUINTO, quando si osservò, che la
« par ce texte du manuscrit du Sinai". » « distanza data dal presente testo del Vangelo è di 60 stadi, laddove
Gnérln. - Questo recente illustratore della Palestina, dopo aver « il sito presente (Emuàs) è giusto di· 160 da Gerusalemme. Questo
identificato Emuàs coll'Emaus de'Maccabei e colla Nicopoli dei Romani, cc generalmente credesi che_ sia contrario alla tradizione. Ma il mano-
scrive: « L'opinion d'Eusèbe e de Saint Jéròme est donc très-nette: (C scritto Sinaitico, secondo il solito, getta nuova luce sulla que-
« pour eux Emmaiis-Nicopolis n'est pas distincte de Emmaus évan- (C stione. Questo venerabil codice del IV secolo dev'essere ritenuto
« gélique, et elle était située dans la plaine, au seuiI mème des « della più importante autorità, perchèè IL PIÙ ANTICO scoperto
« montagnes de la Judée, ce qui la fixe incontestablement au vil- « finora; e nel Sinaitico Emaus è detto lontano 160 stadi da Geru-
« lage actuel d'Amouas, dont la dénomination arabe rappelle d'ail- « salemme; non sembra quindi ragionevole supporre un altro luogo
« leurs et reproduit "la" dénomination primitive D (Description de la « sconosciuto (Cubebe) quando la distanza ci porta al celebre sito di
.Tudée, tomo I, pago 201). CHa quindi Sozomeno, Teofane, il Pelle- « Emaus-Nicopoli }) (Vol. I, pago 14).
grinaggio di S. Villibaldo, e prosegue: « De ces diverses citations il Clermont-Ganneau e Vigoureux. Ai giudizi di Robinson, Saulcy,
« résulte, que, d'apré& les témoignages les plus anciens, l'Emmaiis Michon, Guérin e Conder, non che a quello del Clermont-Ganneau
« de Saint Luc était la mème localité qu'Emmaus Nicopolis, don t che per trovare Ghezzer o Gazzer, notato nell'Onomastico d'Eusebio
« la position à Amouas est hors de doute» (pag. 202). In seguito e Girolamo a quattro miglia da Emaus verso nord, partì, non da
impiega cinque pagine nel rispondere alle obbiezioni de' Cubebei, Cubebe, ma da Emuàs, e ve lo trovò veramente, come abbiam visto
intrattanto che a pago 202 fa questa giusta osservazione, che i citati testè: a questi illustri nomi posso aggiungere quello non meno illu- . .
autori antichi, collocando Emaus dov' ora è Emuàs « ils rejettent stre dell' Abate Vigoureux, prete di S. Sulpizio in Parigi, uno dei
« tous implicitement le chiffre de soixantes stades pour la distance più profondi illustratori della Bibbia. Egli visitò ultimamente Terra-
« d'Emmaus a Jérusalem. » Così esprimesi il Guérin parlando d'E- santa, e da Gerusalemme partì per Damasco, Antiochia, Efeso ecc.
muàs. Altrove descrivendo Cubebe, ripete: « La tradition primitive, nello scopo di scrivere una Vita di S. Paolo. Un mio amico, che
« telle qu'elle nous est attestée par Eusèbe, par Saint Jéròme lui- lo incontrò in quel viaggio, lo richiese del suo parere intorno al
« méme, et par les autres écrivains que j'ai cités, recule jusqu'à Nico- sito d'Emaus; ed il dotto Sulpiziano rispose d'aver visitato Emuàs
« polis et identifie avec cette ville, dont l'emplacement à Amouàs est e di essersi confermato nella preconcetta opinione, che fosse il vero
« incontestable, l'Emmaus de l'Évangile » (Judée, tom. I, pago 250). Emaus di S. Luca. Così il Vigoureux autenticava quanto aveva già
Non contento d'aver ciò detto e ripetuto, torna ad inculcarlo notato nella sua bella Carte de la Palestine pour l'étude de l'Ancien
nella Descrizione della Galilea: « Sans reproduire tous les argu- et d'H Nouveau Testament, nella quale segna Emaus-Nicopoli a due
« ments que j'ai fourni alors, je me bornerai à dire, qu'Amouas,
miglia ovest da Aialon, presso la via attuale di Giaffa dov'è Emuàs.
« l'Emmaiis Nicopolis des anciens, est pour Eusèbe, pour Saint
« Jéròme, pour Sozomène, pour Théophane et pour Saint Willi-
« balde, d'après Ies divers textes que j'ai cités de ces auteurs, l'Em-
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mento, era autentica quanto la Volgata fra noi; ciò non ostante non
incontrasi quasi foglio nei Commenti di S. Girolamo, in cui egli
non la mostri discorde dall'originale, del quale ci dà egli stesso più
CAPO VII. esatta versione latina; e l'esempio di lui fu sempre seguito dai
commentatori cattolici in riguardo della Volgata, dal Lirano al Martini.
Risposta alle obbiezioni. E si che spesso, massime trattandosi di passi poetici della Bibbia,
occorre d'aver ricorso agli originali per l'intelligenza di molti luoghi,
Per quanto sembri provato ad evidenza che il sito dell' unico Ghe, anche dopo le tante correzioni del Volgaio, presentano sempre
Emaus fu sempre riconosciuto in quello dell'arabo attuale villaggio grandi difficoltà. E qui a darne un piccolissimo saggio, tolto dagli
d'Emuàs, nome che perpetua l'antico, meglio di quel che facciano stessi libri storici, che son pure i più piani, là dove nell'Esodo (XXXII)
Firenze per Florentia e Milano per Mediolanum, non io però dis- si narra la strage ordinata da Mosè, ed eseguita dai Leviti sul popolo
simulo grave oggezione che mi si fa, cui è dover mio di sciorre prevaric"ato appiè del Sinai, il Volgato legge che gli uccisi furono
in modo corrispondente alla sua gravità. - « L'Emaus del Vangelo quasi viginti tria millia; di che gl'increduli imprecano alla barbara
« di S. Luca, secondo la VOlgata, opera di S. Girolamo, dichia- ferocia del legislatore ebreo. Ma noi, ricorrendo all'originale, e cor-
« rata autentica dal Tridentioo, anzi secondo lo stesso testo greco, reggendo con esso il Volgato, mostriamo che quella severa giustizia
« distava da Gerusalemme ' 60 stadi, pari a miglia romane sette e fu eseguita su nulla più che su tre mila uomini, e cosi su venti
« mezzo. Come dunque ' codesto Emaus poteva mai essere dov'è mila di meno di quel che porta il Volgato. Al capo XXXVlII dello
« Emuàs, che tu stesso mostrasti lungi da Gerusalemme miglia 22, stesso Esodo, narrandosi l'offerta del rame fatta dal popolo nel
( pari a stadi 176? j) lungo viaggio del deserto per la costruzione del mobile Santuario,
Prima di sciorre questa difficoltà, ammonisco coloro che la pro- il Volgato porta .iEris quoque oblata sunt talenta sept'ttaginta duo
pongono che le proposizioni - La Volgata è opera di S. Girolamo millia, cosa affatto incredibile, Ma noi ricorriamo al testo, e vi leg-
- La VoJgata è dichiarata autentica dal Conco di Trento _ voglion giamo che quell' offerta fu di soli settanta talenti, colla differenza
essere intese colle debite restrizioni. Ed in quanto all'autenticità di 71,930; e così cessa l'incredibile (1). Che se il Val gato sbaglia
della Volgata, dichiarata dal Concilio, sappiano gli avversari che cosi forte nel numero degli uccisi e dei talenti offerti, sarà poi im-
questa risguarda solo le altre versioni latine, e non esclude meno- possibile che sbagli molto meno nel numero degli stadi assegnati
mamente l'autorità degli originali, sempre superiore a qualunque alla distanza d'Emaus da Gerusalemme? Che se in seguito del con-
versione (I ). La Greca dei LXX, citata finanche nel Nuovo Testa- ciliare decreto, e dopo la corretta edizione di Sisto V, l'ottavo Cle-
mente ne ordinò un'altra più corretta, e poi una terza ancora, che
(I ) SaCl'osancta Synodus considerans, non parum utilitatis accedere posse Ec- è l'attuale, perchè un altro pontefice non potrebbe ordinarne una
clesiae Dei, si ex omnibus latinis editionibus quaenam pro mtthentica ha benda sit, quarta per correggere le mende che ancor vi sono? (2)
innotescat, etc. II Calmet, dopo aver trascritto intero questo decreto del Concilio, sessoIV,
can. 2, prosegue: Porro S. Concilium Vulgatam cum originalibus non contulit,' Venendo ora a S. Girolamo,come autore della Volgata, ricordo '
neque enim ea de re tunc agebatur,- sed aliis tantum latinis versionibus tunc tem- che non sono versione di lui i Salmi, non la profezia di Baruch, non
potis obtinentibus, utpote haereticae ut phtrirnum , sive ignoto auctore suspectis, l'Ecclesiastico, nè la Sapienza, non i due libri de'Maccabei e neppure
praeferendam declamt. Inconsulto igitur vitio patribus illis vertitw' ab Ecclesiae l'epistola di Geremia, nè i due ultimi capi di Daniele, nè le giunte
advetsariis,. quasi Vulgatam originalib~ts praetulrwit. Salmero qui Concilio inter- appiè del libro d'Ester; e ciò in quanto al Testamento Antico. In
fuit, et Pallavicinus, qui eius historiam intexit, eam fuisse mentern Concilio te-
stantur, ut Vulgatam solam inter versiones latinas probaret, atque authenticarn quanto poi al Nuovo, nulla v'ha,che sia traduzione di lui (al, il quale,
declararet, utpoteq/we nihil {idei et rnol'ibus absonu,m contineret. Così nel Dizional'io
alla voce Vulgata. Lo stesso insegnano il primo biblicisla del nostro secolo, Bernardo
(I) DEROSSI,Sinopsi delr Ermeneutica Sacra , capo IX :
Derossi(Jntroduzione alla S. SCI'ittut'CI, cap. LXXIV) ed il Glaire, il più completo trat- (2) V. Praefatio ad lectol'em , che incomincia In rnultis rnagnisque beneficiis , e
pl'fcede la Volgata attuale.
tatista cattolico (lntroduction attx livres de rAne. et du Nouv. Testament, tomo 1,
pago 230, dell'ediz. di Parigi, .1843). (3) Qui l'Avversario, che è molto sottile, oppone (N .. S. part. lI, pago ·106): È (also
de /wl Nuovo Testamento nulla vi sia di traduzione di S. GÙ'olamo. Basterà ti·
- 95-
mento, era autentica quanto la Volgata fra noi; ciò non ostante non
incontrasi quasi foglio nei Commenti di S. Girolamo, in cui egli
non la mostri discorde dall'originale, del quale ci dà egli stesso più
CAPO VII. esatta versione latina; e l'esempio di lui fu sempre seguito dai
commentatori cattolici in riguardo della Volgata, dal Lirano al Martini.
Risposta alle obbiezioni. E si che spesso, massime trattandosi di passi poetici della Bibbia,
occorre d'aver ricorso agli originali per l'intelligenza di molti luoghi,
Per quanto sembri provato ad evidenza che il sito dell' unico Ghe, anche dopo le tante correzioni del Volgaio, presentano sempre
Emaus fu sempre riconosciuto in quello dell'arabo attuale villaggio grandi difficoltà. E qui a darne un piccolissimo saggio, tolto dagli
d'Emuàs, nome che perpetua l'antico, meglio di quel che facciano stessi libri storici, che son pure i più piani, là dove nell'Esodo (XXXII)
Firenze per Florentia e Milano per Mediolanum, non io però dis- si narra la strage ordinata da Mosè, ed eseguita dai Leviti sul popolo
simulo grave oggezione che mi si fa, cui è dover mio di sciorre prevaric"ato appiè del Sinai, il Volgato legge che gli uccisi furono
in modo corrispondente alla sua gravità. - « L'Emaus del Vangelo quasi viginti tria millia; di che gl'increduli imprecano alla barbara
« di S. Luca, secondo la VOlgata, opera di S. Girolamo, dichia- ferocia del legislatore ebreo. Ma noi, ricorrendo all'originale, e cor-
« rata autentica dal Tridentioo, anzi secondo lo stesso testo greco, reggendo con esso il Volgato, mostriamo che quella severa giustizia
« distava da Gerusalemme ' 60 stadi, pari a miglia romane sette e fu eseguita su nulla più che su tre mila uomini, e cosi su venti
« mezzo. Come dunque ' codesto Emaus poteva mai essere dov'è mila di meno di quel che porta il Volgato. Al capo XXXVlII dello
« Emuàs, che tu stesso mostrasti lungi da Gerusalemme miglia 22, stesso Esodo, narrandosi l'offerta del rame fatta dal popolo nel
( pari a stadi 176? j) lungo viaggio del deserto per la costruzione del mobile Santuario,
Prima di sciorre questa difficoltà, ammonisco coloro che la pro- il Volgato porta .iEris quoque oblata sunt talenta sept'ttaginta duo
pongono che le proposizioni - La Volgata è opera di S. Girolamo millia, cosa affatto incredibile, Ma noi ricorriamo al testo, e vi leg-
- La VoJgata è dichiarata autentica dal Conco di Trento _ voglion giamo che quell' offerta fu di soli settanta talenti, colla differenza
essere intese colle debite restrizioni. Ed in quanto all'autenticità di 71,930; e così cessa l'incredibile (1). Che se il Val gato sbaglia
della Volgata, dichiarata dal Concilio, sappiano gli avversari che cosi forte nel numero degli uccisi e dei talenti offerti, sarà poi im-
questa risguarda solo le altre versioni latine, e non esclude meno- possibile che sbagli molto meno nel numero degli stadi assegnati
mamente l'autorità degli originali, sempre superiore a qualunque alla distanza d'Emaus da Gerusalemme? Che se in seguito del con-
versione (I ). La Greca dei LXX, citata finanche nel Nuovo Testa- ciliare decreto, e dopo la corretta edizione di Sisto V, l'ottavo Cle-
mente ne ordinò un'altra più corretta, e poi una terza ancora, che
(I ) SaCl'osancta Synodus considerans, non parum utilitatis accedere posse Ec- è l'attuale, perchè un altro pontefice non potrebbe ordinarne una
clesiae Dei, si ex omnibus latinis editionibus quaenam pro mtthentica ha benda sit, quarta per correggere le mende che ancor vi sono? (2)
innotescat, etc. II Calmet, dopo aver trascritto intero questo decreto del Concilio, sessoIV,
can. 2, prosegue: Porro S. Concilium Vulgatam cum originalibus non contulit,' Venendo ora a S. Girolamo,come autore della Volgata, ricordo '
neque enim ea de re tunc agebatur,- sed aliis tantum latinis versionibus tunc tem- che non sono versione di lui i Salmi, non la profezia di Baruch, non
potis obtinentibus, utpote haereticae ut phtrirnum , sive ignoto auctore suspectis, l'Ecclesiastico, nè la Sapienza, non i due libri de'Maccabei e neppure
praeferendam declamt. Inconsulto igitur vitio patribus illis vertitw' ab Ecclesiae l'epistola di Geremia, nè i due ultimi capi di Daniele, nè le giunte
advetsariis,. quasi Vulgatam originalib~ts praetulrwit. Salmero qui Concilio inter- appiè del libro d'Ester; e ciò in quanto al Testamento Antico. In
fuit, et Pallavicinus, qui eius historiam intexit, eam fuisse mentern Concilio te-
stantur, ut Vulgatam solam inter versiones latinas probaret, atque authenticarn quanto poi al Nuovo, nulla v'ha,che sia traduzione di lui (al, il quale,
declararet, utpoteq/we nihil {idei et rnol'ibus absonu,m contineret. Così nel Dizional'io
alla voce Vulgata. Lo stesso insegnano il primo biblicisla del nostro secolo, Bernardo
(I) DEROSSI,Sinopsi delr Ermeneutica Sacra , capo IX :
Derossi(Jntroduzione alla S. SCI'ittut'CI, cap. LXXIV) ed il Glaire, il più completo trat- (2) V. Praefatio ad lectol'em , che incomincia In rnultis rnagnisque beneficiis , e
pl'fcede la Volgata attuale.
tatista cattolico (lntroduction attx livres de rAne. et du Nouv. Testament, tomo 1,
pago 230, dell'ediz. di Parigi, .1843). (3) Qui l'Avversario, che è molto sottile, oppone (N .. S. part. lI, pago ·106): È (also
de /wl Nuovo Testamento nulla vi sia di traduzione di S. GÙ'olamo. Basterà ti·
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dietro un ordine del Papa S. Damaso, corresse solo, vivente quel relione del Volgato antico, potrei sciorinare una lista ben lunga di
pontefice, i Vangeli sul greco, e ancora con tanta parsimonia, che, varianti fra questo e l'originale, che egli giudicò di non fare scom-
come attesta egli medesimo, emendò soltanto quello che pareva mu- parire. Nota egli medesimo, scrivendo a Minerviaed Alessandro
tasse il senso del sacro scrittore. Quae (evangelia) ne multunl- a (Ep. CXIX) falsa essere la traduzione latina di quel passo del-
lectionis latinae consuetudine discreparent ita calamo temperavimus, l'Epist. I, ai Corinti, XV, 51. Onines quidem 'f'esttrgemtts, sed non
ut his tantum, quae sensum mutare videbantur, correctis, reliqua omnes immutabimttr, mentre nei greci esemplari, dice il Santo, si
manere pateremur ut fuerant (Il.
legge: Omnes dormiemus, non autem omnes immutabi1nur, ovvero
In seguito egli corresse (non tradusse) il resto del N. T., come Non omnes d01"miemus: omnes autem immutabimur. E dopo d'aver
risulta da più luoghi delle sue opere. Nell'ultimò paragrafo De Scriptor. esaminato le differenti sentenze di Teodoro d'Eraclea, di Diodoro
Ecclesiasticis~ parlando de'lavori suoi in terza persona, scrive: Novum da Tarso, di Apollinario, di Didimo e d'Acacio cesareense, conchiude
Testamentum graecae (idei reddidit: Vetus iuxla hebraicam transtulit. così: Hoc autem sciendum, quod magis conveniat veritati ita legere
Nell'Epist. LXXI ad Licinittm) scrive ancora: Novum Testamentum « Omnes quidem dormiemus) non omnes autem immtttabimur. )) Egli
graecae reddidi auctoritati. E nella CXII ad Agostino: Si me, t,t dì cis, intanto, non ostante la differenza riconosciuta, lasciò scritto com'era.
in Novi Testamenti emendatione suscipis, etc. Quindi Giovanni Tri- Egli -sapeva pure dove nella Perea si trovasse Gadara, Contra Scy-
temio Dè Scriptorib. Ecclesiast. lib. l, dice di lui: Vetus Testa- thopolim et Tiberiadem ad orientalem plagam sita in monte, ad
mentum de hebraico in latinum transtulit: Novum ad graecam cuius radices aquae calidaè erumpunt, com'egli traduce letteralmente
veritatem correxit. Quindi finalmente il Breviario R. nelle lezioni bio- dall'Onomastico d'Eusebio, mentre Gerasa era molto più a mezzodì
grafiche del Santo ai .30 di settembre: Vetus Testamentum ex hebraeo (los. Bell. IV, 7, 3); ciò nullameno non corresse il Volgato, che nel
convertito Novum iussu Damasi graecae (ideireddidit. In conclusione,. . capo VIII di S. Luca pone il paese dei Geraseni, dove il greco legge
nulla tradusse Girolamo del N. T., ma solo corresse 'con somma giustamente Paese de'Gadareni. Nel Vangelo di S. Giovanni al capo v
riserbatezza i Santi Vangeli in Roma, vivente Damaso: più tardi si legge nel greco: ~(Avvi in Gerusalemme presso la Probatica una
il resto.
piscina, nominata in ebraico Bethesda. )) Girolamo sapeva pure che
A mostra poi del quanto sia stato parco Girolamo in quella cor- quella piscina chiamavasi così, perchè cosÌ la nomina egli stesso
flettere che esso restituiva la versione latina alla precisa (!) fedeltà del testo greco. in due luoghi delle sue opere (l); ciò nullameno nella Volgata da
Qualche cosa per lo 'meno doveva dunque tradurre. Compatendo io al ristretto com- lui corretta lasciò sussistere la doppiamente falsa versione antica,
prendonio altrui, ripeterò più spiegatamente che il Santo non tradusse i Vangeli, non Est autem Ierosolymis PROBATICA PISCINA, quae cognominatur hebraice
gIi Atti Apostolici, non le Epistole e neppure l'Apocalisse, nulla insomma del N. T. ma BETHSAlDA. E ci sarà poi da stupire e da tacciarlo di contraddizione,
solo corresse la preesistente traduzione; ed in ciò fare non la restituì, come sogna l'Av- se, correggendo il Vangelo in Roma, lasciò sussistere i 60 stadi di
versario alla precisa fedeltà del testo greco, ma his tantum ~ guae sensum mutare
videbantur) correctis, lasciò il resto com'era; anzi non vi aggiunse neppureque' tanti quell'Emaus, che più tardL (si noti bene), e dopo d'averlo visitato
pezzetti, che come io provo, vi mancano. Altro che precisa fedeltà del testo greco I mentr'era fiorente città della Filistea col nome di Nicopoli, notò
Ma di grazia (ripiglia l'Avversario) cento stadi di più o di meno) in una piccola dov'era, appiè de'monti, ed a molto maggior distanza da Gerusalemme?
distanza) non mutavano forse il senso) non alteravano forse tutto il racconto? Che se dai passi dal greco discordi, passeremo a quelli che il
Per nulla, rispondo io, anzi anche senza quegli stadi, sarebbe sempre vero che Gesù Volgato ommette, e S. Girolamo nel correggerlo non vi aggiunse,
nel dì della Risurrezione, dopo d'aver viaggiato incognito con due suoi discepoli, mani-
festossi loro in Emaus, quale che si fosse la
sua distanza da Gerusalemme; come sarà lunghissimo ne è l'elenco, mentre più di trenta se ne contano nei .
sempre vero che l'Incarnazione del Verbo avvenne in Nazaret, e la nascita del Verbo soli Vangeli. lo ne riporterò per saggio uno solo per ogni evan-
incarnato in Betlemme, sebbene S. Luca non dica quanto Betlemme e Nazaret distino da gelista. In S. Matteo, cap. V, 44, il Volgato ommette questa sen-
Gerusalemme. Dov'è dunque la mutazione del senso e l'alterazione di tutto il racconto tenza di Cristo, che leggesi nell'originale: « Benedite coloro che vi
per la diversa cifra degli stadL? Povero CUbebeo, siete pur infelice nel giuoco dei
vostri arzigoli!
( I) v. l'Onomastico d'Eusebio nella versione un po' libera di Girolamo. Egli poi, il
(1) Queste parole del Santo Dottore si leggono nella Prefazione di lui ai santi Evan- 5310 traduttore, ne parla da sè solo nella Alte/'catio seu clialogt~s Vuciferùt.ni et Or-
geli ad Damasum) che accompagna le moderne edizioni della Volgata, ed incomincia -,JiJ;.ri) nUIll. 6, in questa forma: Bethesda lacus ludaeae) nisi per aclventurn angeli
Novum opus tacere me cogis. 'm1itata COl'poraliter membra sanare non poteTat.
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dietro un ordine del Papa S. Damaso, corresse solo, vivente quel relione del Volgato antico, potrei sciorinare una lista ben lunga di
pontefice, i Vangeli sul greco, e ancora con tanta parsimonia, che, varianti fra questo e l'originale, che egli giudicò di non fare scom-
come attesta egli medesimo, emendò soltanto quello che pareva mu- parire. Nota egli medesimo, scrivendo a Minerviaed Alessandro
tasse il senso del sacro scrittore. Quae (evangelia) ne multunl- a (Ep. CXIX) falsa essere la traduzione latina di quel passo del-
lectionis latinae consuetudine discreparent ita calamo temperavimus, l'Epist. I, ai Corinti, XV, 51. Onines quidem 'f'esttrgemtts, sed non
ut his tantum, quae sensum mutare videbantur, correctis, reliqua omnes immutabimttr, mentre nei greci esemplari, dice il Santo, si
manere pateremur ut fuerant (Il.
legge: Omnes dormiemus, non autem omnes immutabi1nur, ovvero
In seguito egli corresse (non tradusse) il resto del N. T., come Non omnes d01"miemus: omnes autem immutabimur. E dopo d'aver
risulta da più luoghi delle sue opere. Nell'ultimò paragrafo De Scriptor. esaminato le differenti sentenze di Teodoro d'Eraclea, di Diodoro
Ecclesiasticis~ parlando de'lavori suoi in terza persona, scrive: Novum da Tarso, di Apollinario, di Didimo e d'Acacio cesareense, conchiude
Testamentum graecae (idei reddidit: Vetus iuxla hebraicam transtulit. così: Hoc autem sciendum, quod magis conveniat veritati ita legere
Nell'Epist. LXXI ad Licinittm) scrive ancora: Novum Testamentum « Omnes quidem dormiemus) non omnes autem immtttabimur. )) Egli
graecae reddidi auctoritati. E nella CXII ad Agostino: Si me, t,t dì cis, intanto, non ostante la differenza riconosciuta, lasciò scritto com'era.
in Novi Testamenti emendatione suscipis, etc. Quindi Giovanni Tri- Egli -sapeva pure dove nella Perea si trovasse Gadara, Contra Scy-
temio Dè Scriptorib. Ecclesiast. lib. l, dice di lui: Vetus Testa- thopolim et Tiberiadem ad orientalem plagam sita in monte, ad
mentum de hebraico in latinum transtulit: Novum ad graecam cuius radices aquae calidaè erumpunt, com'egli traduce letteralmente
veritatem correxit. Quindi finalmente il Breviario R. nelle lezioni bio- dall'Onomastico d'Eusebio, mentre Gerasa era molto più a mezzodì
grafiche del Santo ai .30 di settembre: Vetus Testamentum ex hebraeo (los. Bell. IV, 7, 3); ciò nullameno non corresse il Volgato, che nel
convertito Novum iussu Damasi graecae (ideireddidit. In conclusione,. . capo VIII di S. Luca pone il paese dei Geraseni, dove il greco legge
nulla tradusse Girolamo del N. T., ma solo corresse 'con somma giustamente Paese de'Gadareni. Nel Vangelo di S. Giovanni al capo v
riserbatezza i Santi Vangeli in Roma, vivente Damaso: più tardi si legge nel greco: ~(Avvi in Gerusalemme presso la Probatica una
il resto.
piscina, nominata in ebraico Bethesda. )) Girolamo sapeva pure che
A mostra poi del quanto sia stato parco Girolamo in quella cor- quella piscina chiamavasi così, perchè cosÌ la nomina egli stesso
flettere che esso restituiva la versione latina alla precisa (!) fedeltà del testo greco. in due luoghi delle sue opere (l); ciò nullameno nella Volgata da
Qualche cosa per lo 'meno doveva dunque tradurre. Compatendo io al ristretto com- lui corretta lasciò sussistere la doppiamente falsa versione antica,
prendonio altrui, ripeterò più spiegatamente che il Santo non tradusse i Vangeli, non Est autem Ierosolymis PROBATICA PISCINA, quae cognominatur hebraice
gIi Atti Apostolici, non le Epistole e neppure l'Apocalisse, nulla insomma del N. T. ma BETHSAlDA. E ci sarà poi da stupire e da tacciarlo di contraddizione,
solo corresse la preesistente traduzione; ed in ciò fare non la restituì, come sogna l'Av- se, correggendo il Vangelo in Roma, lasciò sussistere i 60 stadi di
versario alla precisa fedeltà del testo greco, ma his tantum ~ guae sensum mutare
videbantur) correctis, lasciò il resto com'era; anzi non vi aggiunse neppureque' tanti quell'Emaus, che più tardL (si noti bene), e dopo d'averlo visitato
pezzetti, che come io provo, vi mancano. Altro che precisa fedeltà del testo greco I mentr'era fiorente città della Filistea col nome di Nicopoli, notò
Ma di grazia (ripiglia l'Avversario) cento stadi di più o di meno) in una piccola dov'era, appiè de'monti, ed a molto maggior distanza da Gerusalemme?
distanza) non mutavano forse il senso) non alteravano forse tutto il racconto? Che se dai passi dal greco discordi, passeremo a quelli che il
Per nulla, rispondo io, anzi anche senza quegli stadi, sarebbe sempre vero che Gesù Volgato ommette, e S. Girolamo nel correggerlo non vi aggiunse,
nel dì della Risurrezione, dopo d'aver viaggiato incognito con due suoi discepoli, mani-
festossi loro in Emaus, quale che si fosse la
sua distanza da Gerusalemme; come sarà lunghissimo ne è l'elenco, mentre più di trenta se ne contano nei .
sempre vero che l'Incarnazione del Verbo avvenne in Nazaret, e la nascita del Verbo soli Vangeli. lo ne riporterò per saggio uno solo per ogni evan-
incarnato in Betlemme, sebbene S. Luca non dica quanto Betlemme e Nazaret distino da gelista. In S. Matteo, cap. V, 44, il Volgato ommette questa sen-
Gerusalemme. Dov'è dunque la mutazione del senso e l'alterazione di tutto il racconto tenza di Cristo, che leggesi nell'originale: « Benedite coloro che vi
per la diversa cifra degli stadL? Povero CUbebeo, siete pur infelice nel giuoco dei
vostri arzigoli!
( I) v. l'Onomastico d'Eusebio nella versione un po' libera di Girolamo. Egli poi, il
(1) Queste parole del Santo Dottore si leggono nella Prefazione di lui ai santi Evan- 5310 traduttore, ne parla da sè solo nella Alte/'catio seu clialogt~s Vuciferùt.ni et Or-
geli ad Damasum) che accompagna le moderne edizioni della Volgata, ed incomincia -,JiJ;.ri) nUIll. 6, in questa forma: Bethesda lacus ludaeae) nisi per aclventurn angeli
Novum opus tacere me cogis. 'm1itata COl'poraliter membra sanare non poteTat.
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- ~8-

maledicono. » Nel capo VI di S. Marco, 11, manca questo periodo: - 99-


II In verità vi dico, sarà trattata meno severamente Sodo ma e Go- Catlisto?(l) Degli Occidentali, poi, durante lo stesso millenio, due
morra nel giorno del giudizio, di quella città. » In S. Giovanni, VIII, 10, soli li nominano, Agostino e Beda, che non vider mai la Palestina,
mancano queste parole: « Non avendo veduto alcuno fuori della e ne tacciono il Pellegrinaggio di Villibaldo, che conduce colà questo
donna, ») Dove l'ommissione è maggiore si è nell'esempio che sto santo, e Girolamo che lo visitò, e ne parla ben sette volte nelle
per produrre da quel Vangelo di S. Luca, dal quale è riferito il varie sue opere?
fatto d'Emaus. Nel greco, al capo XI, è riportata intera l'Orazione Do- Questo silenzio pressochè universale dell'antichità cristiana in-
menicale, come in S. Matteo, ma tronca di molto nel Volgato di torno a que' 60 stadi, pei quali strepita tanto il mio avversario,
S, Luca; chè dopo la prima parola « Padre» manca « nostro che debbe pur aver la sua ragione; ed io, in verità, non so trovarne
sei ne' cieli. » Manca ancora la terza petizione « Sia fatto il tuo vo- altra che questa: - che a malgrado di quella misura che leggesi
lere come in cielo, così in terra, » E manca finalmente l'ultima nel Vangelo, sapevasi generalmente, Emaus essere molto più lon-
« Ma liberaci dal male o dal maligno. (1)) E si dovrà poi tenere per tano di Gerusalemme; per non dire che nel testo greco leggevasi
impossibile che nel Volgato dello stesso Luca sia stata dimenticata altro numero da quello del Volgato degli Occidentali. Quale che sia
una parola, mentre tante ne furono dimenticate neJJa preghiera inse- il valore di quest'osservazione, essa prova ben più di tutti que'la-
gnata da Cristo, ed in tutti i tempi usata dalla Chiesa e dai fedeli? tini commentatori che l'Avversario affastella, de' quali nissuno vide
Così preparati, accostiamoci alla difficoltà dei 60 stadi, e studia- mai Emaus, nè la contrada che lo conteneva; mentre quei che co-
mola un momento in sè e nelle sue conseguenze. Essa, come ognun nobbero quella città, o ne tacquero una tale distanza, o lei indica-
vede, è talmente naturale ed ovvia, che chiunque abbia Ietto nel rono molto _più lontana da Gerusalemme,
"'Vangelo il fatto d'Emaus, e sappia che lo stadio è l'ottava parte Ammesso intanto che con quei 60 stadi si possa smentire l'an-
del miglio romano, se la sente germogliar nel pensiero, e spuntar tica tradizione che riconobbe sempre Emaus dov'è ora Emuàs,
sulle labbra, Ma intanto perchè questa difficoltà non sorse nella due conseguenze ne verrebbero, a cui un buon cattolico non può
mente degli antichi cristiani della Palestina e della Giudea, i quali acconsentire, La prima sarebbe che se l'antica tradizione, testificata
conoscevan pure il Vangelo quanto noi] e più di noi lo leggevano, dagli antichi scrittori latini e greci circa il sito d'Emaus, s'ingannò,
e meglio di noi sapevano dov'era Emaus-Nicopoli, insignis civitas, torna vano l'andarlo cercando oggidì, ed è pazzia il pretendere
come la chiama Girolamo, in cui veneravano Cristo risorto e rico- d'averlo trovato altrove, Siccome il Vangelo di S, Luca non ci porge
nosciuto nella casa di eleofa? Perchè a quella venerazione in quel altra indicazione che pur quell'unica della distanza da Gerusalemme,
luogo non si oppose l'Episcopato, nè notarono quell'errore Eusebio ove si contrasti all'antica tradizione, non si ' potrà mai decidere da
e Girolamo, anzi lo favorirono? Perchè finalmente nissuno degli qual parte si debba quella distanza misurare; conciossiachè, tolta la
Orientali cbe nel primo mil1enio parlarono d' Emaus, nissuno no-
CI) Di tutti gli scrittori greci cile parlarono d'Emaus prima del mille, l' Avversario
mina i 60 stadi, non Eusebio, 110n Sozomeno, non Teofane, non il non seppe produr altri che nomini i 60 stadi all'infuori di Tito, vescovo di Bostra, città
Sincel1o] non la Cronaca Pasquale, e neppure il Cedreno e Niceforo dell'Arabia, nel IV secolo; ma quanto provi la costui supposta Expositio in Evangelium
Lucae, lascio che giudichi il lettore. Già il Bellarmino, De Scriptol'ib. ecclesiast., ed il
(I) Le varianti clle qui si riportano del testo greco, sono tolte da quelle che il MUI'. suo continuatore Labbè avevano notato che citandosi in quel commento GiangrisostolIlo,
tini pubblicò dopo ciascun libro del N. T. che egli tradusse dal latino della Volgata. Cirillo Alessandrino, Isidoro da Pelusio, ecc., esso non poteva essere di Tito, anteriore
Per questo coscienzioso lavoro del fiorentino arcivescovo io non credo il mio Avvèrsario a costoro. Il Cllimet poi nella Bibliothew Sa ct'CL , sotto l'articolo Commentarii Catho-
tanto audace da morergliene rimprover'o; ma quando trattasi dcI povero Bassi, che al- ricor. in S. Lucam, scrive: Commentarius Titi Boslrensis in S. Luwm, latinu-s ex
eune di quelle yarianti copiò, la Cosa muta aspetto. Il suo lavoro (così egli inter'pretando I;ersione Peltani, editus an, ,1580 ... Opus est autem non unius eiusdemque auctoris,
cal'itativamente le lllie secre.te intenzioni a pago J 08) il suo lavoro altro scopo non ha sed ex pluribus patribus collectum, uti apertissime demonstrat inscriptio manu-
fl/ol' di quello di vale)' fai' c)'edeì'e che nella Volgata vi siano errori a centinaia, scl'ipti Bibliothecae Regiae, num. 2320, quae facile dehenl'wr Q;uctpri saeculi VI.
lasciativi senza cOITezione dal Jfassimo Dotto/'e. Così si onora S. Girolamo .I.... Episcopus in Arabia Petraea agebat Titus, obiitqne ano 371. Di quest'anno lo fa pUl'
Così si rispettano le decisioni Jlel Ti'wentino .'... E così, mi limito io a rispondere, morto il Cave nella sua stol'ia letterario-cristiana, il quale ripete quanto dissero gli allte-
così parla chi ha il cuore pieno di fiele, e non ha risposta da dare. E così, potrei aggiun- eedenti, e riporta l'iscrizione greca del greco esemplare clelia Biblioteca H. di Parigi,
gere, così ragiona chi crede Chè un P. Jl. R. possa dispensarlo dall'essere persona educata. donde consta che l'ignoto rappezzatore di quel commentai'io appar'tiene al secolo VI j
quindi addio vescovo di Bostra nel IV secolo; acI(lio città dell'Arabia vicina alla Giudea.
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maledicono. » Nel capo VI di S. Marco, 11, manca questo periodo: - 99-


II In verità vi dico, sarà trattata meno severamente Sodo ma e Go- Catlisto?(l) Degli Occidentali, poi, durante lo stesso millenio, due
morra nel giorno del giudizio, di quella città. » In S. Giovanni, VIII, 10, soli li nominano, Agostino e Beda, che non vider mai la Palestina,
mancano queste parole: « Non avendo veduto alcuno fuori della e ne tacciono il Pellegrinaggio di Villibaldo, che conduce colà questo
donna, ») Dove l'ommissione è maggiore si è nell'esempio che sto santo, e Girolamo che lo visitò, e ne parla ben sette volte nelle
per produrre da quel Vangelo di S. Luca, dal quale è riferito il varie sue opere?
fatto d'Emaus. Nel greco, al capo XI, è riportata intera l'Orazione Do- Questo silenzio pressochè universale dell'antichità cristiana in-
menicale, come in S. Matteo, ma tronca di molto nel Volgato di torno a que' 60 stadi, pei quali strepita tanto il mio avversario,
S, Luca; chè dopo la prima parola « Padre» manca « nostro che debbe pur aver la sua ragione; ed io, in verità, non so trovarne
sei ne' cieli. » Manca ancora la terza petizione « Sia fatto il tuo vo- altra che questa: - che a malgrado di quella misura che leggesi
lere come in cielo, così in terra, » E manca finalmente l'ultima nel Vangelo, sapevasi generalmente, Emaus essere molto più lon-
« Ma liberaci dal male o dal maligno. (1)) E si dovrà poi tenere per tano di Gerusalemme; per non dire che nel testo greco leggevasi
impossibile che nel Volgato dello stesso Luca sia stata dimenticata altro numero da quello del Volgato degli Occidentali. Quale che sia
una parola, mentre tante ne furono dimenticate neJJa preghiera inse- il valore di quest'osservazione, essa prova ben più di tutti que'la-
gnata da Cristo, ed in tutti i tempi usata dalla Chiesa e dai fedeli? tini commentatori che l'Avversario affastella, de' quali nissuno vide
Così preparati, accostiamoci alla difficoltà dei 60 stadi, e studia- mai Emaus, nè la contrada che lo conteneva; mentre quei che co-
mola un momento in sè e nelle sue conseguenze. Essa, come ognun nobbero quella città, o ne tacquero una tale distanza, o lei indica-
vede, è talmente naturale ed ovvia, che chiunque abbia Ietto nel rono molto _più lontana da Gerusalemme,
"'Vangelo il fatto d'Emaus, e sappia che lo stadio è l'ottava parte Ammesso intanto che con quei 60 stadi si possa smentire l'an-
del miglio romano, se la sente germogliar nel pensiero, e spuntar tica tradizione che riconobbe sempre Emaus dov'è ora Emuàs,
sulle labbra, Ma intanto perchè questa difficoltà non sorse nella due conseguenze ne verrebbero, a cui un buon cattolico non può
mente degli antichi cristiani della Palestina e della Giudea, i quali acconsentire, La prima sarebbe che se l'antica tradizione, testificata
conoscevan pure il Vangelo quanto noi] e più di noi lo leggevano, dagli antichi scrittori latini e greci circa il sito d'Emaus, s'ingannò,
e meglio di noi sapevano dov'era Emaus-Nicopoli, insignis civitas, torna vano l'andarlo cercando oggidì, ed è pazzia il pretendere
come la chiama Girolamo, in cui veneravano Cristo risorto e rico- d'averlo trovato altrove, Siccome il Vangelo di S, Luca non ci porge
nosciuto nella casa di eleofa? Perchè a quella venerazione in quel altra indicazione che pur quell'unica della distanza da Gerusalemme,
luogo non si oppose l'Episcopato, nè notarono quell'errore Eusebio ove si contrasti all'antica tradizione, non si ' potrà mai decidere da
e Girolamo, anzi lo favorirono? Perchè finalmente nissuno degli qual parte si debba quella distanza misurare; conciossiachè, tolta la
Orientali cbe nel primo mil1enio parlarono d' Emaus, nissuno no-
CI) Di tutti gli scrittori greci cile parlarono d'Emaus prima del mille, l' Avversario
mina i 60 stadi, non Eusebio, 110n Sozomeno, non Teofane, non il non seppe produr altri che nomini i 60 stadi all'infuori di Tito, vescovo di Bostra, città
Sincel1o] non la Cronaca Pasquale, e neppure il Cedreno e Niceforo dell'Arabia, nel IV secolo; ma quanto provi la costui supposta Expositio in Evangelium
Lucae, lascio che giudichi il lettore. Già il Bellarmino, De Scriptol'ib. ecclesiast., ed il
(I) Le varianti clle qui si riportano del testo greco, sono tolte da quelle che il MUI'. suo continuatore Labbè avevano notato che citandosi in quel commento GiangrisostolIlo,
tini pubblicò dopo ciascun libro del N. T. che egli tradusse dal latino della Volgata. Cirillo Alessandrino, Isidoro da Pelusio, ecc., esso non poteva essere di Tito, anteriore
Per questo coscienzioso lavoro del fiorentino arcivescovo io non credo il mio Avvèrsario a costoro. Il Cllimet poi nella Bibliothew Sa ct'CL , sotto l'articolo Commentarii Catho-
tanto audace da morergliene rimprover'o; ma quando trattasi dcI povero Bassi, che al- ricor. in S. Lucam, scrive: Commentarius Titi Boslrensis in S. Luwm, latinu-s ex
eune di quelle yarianti copiò, la Cosa muta aspetto. Il suo lavoro (così egli inter'pretando I;ersione Peltani, editus an, ,1580 ... Opus est autem non unius eiusdemque auctoris,
cal'itativamente le lllie secre.te intenzioni a pago J 08) il suo lavoro altro scopo non ha sed ex pluribus patribus collectum, uti apertissime demonstrat inscriptio manu-
fl/ol' di quello di vale)' fai' c)'edeì'e che nella Volgata vi siano errori a centinaia, scl'ipti Bibliothecae Regiae, num. 2320, quae facile dehenl'wr Q;uctpri saeculi VI.
lasciativi senza cOITezione dal Jfassimo Dotto/'e. Così si onora S. Girolamo .I.... Episcopus in Arabia Petraea agebat Titus, obiitqne ano 371. Di quest'anno lo fa pUl'
Così si rispettano le decisioni Jlel Ti'wentino .'... E così, mi limito io a rispondere, morto il Cave nella sua stol'ia letterario-cristiana, il quale ripete quanto dissero gli allte-
così parla chi ha il cuore pieno di fiele, e non ha risposta da dare. E così, potrei aggiun- eedenti, e riporta l'iscrizione greca del greco esemplare clelia Biblioteca H. di Parigi,
gere, così ragiona chi crede Chè un P. Jl. R. possa dispensarlo dall'essere persona educata. donde consta che l'ignoto rappezzatore di quel commentai'io appar'tiene al secolo VI j
quindi addio vescovo di Bostra nel IV secolo; acI(lio città dell'Arabia vicina alla Giudea.
- lUI -
tradizione cbe riconosce Emaus in Eqluàs, avranno egual ragione in Emaus, e sempre in Emaus, che dura tuttavia sotto nome di
·f
coloro che lo vogliono in Cubebe, e coloro che lo pretendono in Emuàs, che è lo stesso nome colla semplice 'trasposizione d'una
.-\bugosc, od a Ca&tal, od a Colonia. lettera, sebbene sian già corsi due mill'anni che questo nome com-
I La seconda conseguenza più grave sarebbe, ,che se ai tempi parisce nella storia (1). Dunque la tradizione è in perfetto accordo
d'Eusebio e di Girolamo la tradizione intorno ai santuari di 'ferra- col Vangelo.
santa dava in inganno così madornale da trasportare la patria di Vero è che questo sacro libro asserisce distare Emaus da Ge-
Cleofa lungi più di cento stadi dal vero suo sito, quale sarà ancora rusalemme 60 stadi, mentre tra questi due luoghi corre una distanza
colà il santuario, della cui locale autenticità si possa più essere troppo maggiore: ma se quei 60 stadi si oppongono alla tradizione
sicuri? Se con tutta l'antichità d'Eusebio e di Girolamo, quando che sempre designò Emaus come luogo in cui Cristo risorto mani-
Emaus-Nicopoli era ancora insignis civitas Palaestinae} ci fu inganno festassi ai due discepoli, quei 60 stadi si oppongono del pari e
così enorme intorno al sito della manifestazione di Cristo risorto ai meglio al Vangelo stesso, che asserisce detta manifestazione avve-
discepoli emauntei, come si potrà più credere alla località dei san- nuta in Emaus. Così è senz'altro: da che si conosce indubitatamente
tuari di Gerusalemme, città che da Cristo a Costantino fu due volte la posizione dell'antico Emaus, che ancor dura al posto suo, noi
distrutta ( I), e dalla quale, innanzi al primo eccidio faLtone da Tito, dobbiamo far ragione e dire: Se quella manifestazione avvenne in
tutti i cristiani fuggirono, ricovrando a Pella di là dal Giordano? (2) Emaus, non può essere avvenuta alla distanza di soli 60 stadi da
Coloro che impugnano l'antica tradizione d'Emaus, nella lusinga di Gerusalemme, perchè ci vuoI ben altro che 60 stadi per andare da
farlo venerare altrove, non approderanno ad altro che a far sì che questa a quella città. Se poi quella manifestazione avvenne alla
non sia più venerato in alcun luogo. Il peggio è, che danno ansa distanza di soli 60 stadi dalla metropoli, non può essere avvenuta
a quegli intemperanti scrittori, i quali impugnano quasi tutti i Santi in Emaus, che ne dista quasi tre tanti. Di qui non si sfugge: o nel
... Luoghi, e, più d'ogn'altro, il più augusto di tutti, il glorioso Se- nome della città, o nella distanza assegnatale dal testo attuale del
polcro di Gesù Cristo. Qui è dove mirano que' protestanti d'Inghil- Vangelo, è corso un errore, non certo riversabile sull'inspirato scrit-
terra e di Germania, che ora fan· bordone ai Francescani di Geru- tore, sì invece sui trascrittori antichi dell'originale e delle versioni
salemme in favor di Cubebe. Timeo Danaos et dona (erentes. prima della stampa. Ma ciò non basta. Secondo il Libro l de'l\'Iac-
« Ma intanto, ripigliano qui gli avversari, a chi in questa questione cabei, che è Sacra Scrittura quanto il Vangelo, Emaus, come ve-
si deve credere? Alla tradizione od al Vangelo? » Rispondo: Ne- demmo, giaceva in pianura, non sui monti. Ma consoli 60 stadi
gare la tradizione, che limpida, universale e perpetua si presenta da Gerusalemme non si esce per nissuna parte dai monti, su cui
ai nostri sguardi; negare il sito d'Emaus} che ancor sussiste col- sorge questa città. Si ha quindi da ripetere lo stesso ragionamento,
l'antico nome ivi stesso dove · gli antichi documenti e la credenza e dire: Se Emaus era in pianura, non era a soli 60 stadi da Ge-
perenne degl'indigeni attestano che sempre fu, sarebbe negare l'e- rusalemme: se invece era a soli 60 stadi dalla metropoli, non po-
videnza, sarebbe ragionare da scettico; ma impugnare l'autorità di- teva essere in pianura. In conclusione si ha qui una di quelle
rina del \'angelo - lo proclamo senza reticenze - sarebbe giudi- antilogie od apparenti contraddizioni della Scri ttura, cui °è debito
eare òa empio. Sebbene è egli poi certo che qui il Vangelo si dell'esegesi biblica di sciogliere e fare scomparire. Se ne fosse bi-
opponga alla tradizione? No, assolutamente no: e valga il vero. sogno, potrei produrne parecchie di tali antilogie somiglianti a
Che dice il Vangelo parlando del luogo in cui avvenne quella ma- questa: vo' tuttavia produrne una, che è generalmente riconosciuta
nifestazione di Cristo risorto? Dice che fu in Emaus. E la tradi- dagli espositori.
zione dove venerò, e dove indicò quella manifestazione? Forse a
Colonia, come altri pretende, o ad Abugosc, od a Cubebe? No, ma (I) La pl'ima volta che il nome (dico il nome, non la ciWI) di El1Iaus compal'e
nella storia è nel lib. I de' Maccabei, il quale credesi composto VC1'SO l'anno 1106 pl'ima
di Cristo. Da Cristo a noi, co]l'nggiunta de' sei anni, che sono conosciuti Illnncare alla
(1) Da Tito, sotto Vespasiano, e da Giulio Sevel'o, sotto Adriano, in seguito all'insur- nostr'èra, da Cristo a Iloicorsero anni 1894: quindi 'l 06 l'''-·--~·-----~'.
rezione . di Bar-Coclleba, ,1894. l B! B LI O T H E C A l'
(2) EUSEBIO, Hist. Eccl. lill, III , 5, ascrive quell 'emigrazione ad un OI'dine del cielo, \ Smi SA L. Vi), TOR1S
TOTALE 2000 1 IERVSAl EM .
\,.._.-_.,.,~.~ _._-'
- lUI -
tradizione cbe riconosce Emaus in Eqluàs, avranno egual ragione in Emaus, e sempre in Emaus, che dura tuttavia sotto nome di
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coloro che lo vogliono in Cubebe, e coloro che lo pretendono in Emuàs, che è lo stesso nome colla semplice 'trasposizione d'una
.-\bugosc, od a Ca&tal, od a Colonia. lettera, sebbene sian già corsi due mill'anni che questo nome com-
I La seconda conseguenza più grave sarebbe, ,che se ai tempi parisce nella storia (1). Dunque la tradizione è in perfetto accordo
d'Eusebio e di Girolamo la tradizione intorno ai santuari di 'ferra- col Vangelo.
santa dava in inganno così madornale da trasportare la patria di Vero è che questo sacro libro asserisce distare Emaus da Ge-
Cleofa lungi più di cento stadi dal vero suo sito, quale sarà ancora rusalemme 60 stadi, mentre tra questi due luoghi corre una distanza
colà il santuario, della cui locale autenticità si possa più essere troppo maggiore: ma se quei 60 stadi si oppongono alla tradizione
sicuri? Se con tutta l'antichità d'Eusebio e di Girolamo, quando che sempre designò Emaus come luogo in cui Cristo risorto mani-
Emaus-Nicopoli era ancora insignis civitas Palaestinae} ci fu inganno festassi ai due discepoli, quei 60 stadi si oppongono del pari e
così enorme intorno al sito della manifestazione di Cristo risorto ai meglio al Vangelo stesso, che asserisce detta manifestazione avve-
discepoli emauntei, come si potrà più credere alla località dei san- nuta in Emaus. Così è senz'altro: da che si conosce indubitatamente
tuari di Gerusalemme, città che da Cristo a Costantino fu due volte la posizione dell'antico Emaus, che ancor dura al posto suo, noi
distrutta ( I), e dalla quale, innanzi al primo eccidio faLtone da Tito, dobbiamo far ragione e dire: Se quella manifestazione avvenne in
tutti i cristiani fuggirono, ricovrando a Pella di là dal Giordano? (2) Emaus, non può essere avvenuta alla distanza di soli 60 stadi da
Coloro che impugnano l'antica tradizione d'Emaus, nella lusinga di Gerusalemme, perchè ci vuoI ben altro che 60 stadi per andare da
farlo venerare altrove, non approderanno ad altro che a far sì che questa a quella città. Se poi quella manifestazione avvenne alla
non sia più venerato in alcun luogo. Il peggio è, che danno ansa distanza di soli 60 stadi dalla metropoli, non può essere avvenuta
a quegli intemperanti scrittori, i quali impugnano quasi tutti i Santi in Emaus, che ne dista quasi tre tanti. Di qui non si sfugge: o nel
... Luoghi, e, più d'ogn'altro, il più augusto di tutti, il glorioso Se- nome della città, o nella distanza assegnatale dal testo attuale del
polcro di Gesù Cristo. Qui è dove mirano que' protestanti d'Inghil- Vangelo, è corso un errore, non certo riversabile sull'inspirato scrit-
terra e di Germania, che ora fan· bordone ai Francescani di Geru- tore, sì invece sui trascrittori antichi dell'originale e delle versioni
salemme in favor di Cubebe. Timeo Danaos et dona (erentes. prima della stampa. Ma ciò non basta. Secondo il Libro l de'l\'Iac-
« Ma intanto, ripigliano qui gli avversari, a chi in questa questione cabei, che è Sacra Scrittura quanto il Vangelo, Emaus, come ve-
si deve credere? Alla tradizione od al Vangelo? » Rispondo: Ne- demmo, giaceva in pianura, non sui monti. Ma consoli 60 stadi
gare la tradizione, che limpida, universale e perpetua si presenta da Gerusalemme non si esce per nissuna parte dai monti, su cui
ai nostri sguardi; negare il sito d'Emaus} che ancor sussiste col- sorge questa città. Si ha quindi da ripetere lo stesso ragionamento,
l'antico nome ivi stesso dove · gli antichi documenti e la credenza e dire: Se Emaus era in pianura, non era a soli 60 stadi da Ge-
perenne degl'indigeni attestano che sempre fu, sarebbe negare l'e- rusalemme: se invece era a soli 60 stadi dalla metropoli, non po-
videnza, sarebbe ragionare da scettico; ma impugnare l'autorità di- teva essere in pianura. In conclusione si ha qui una di quelle
rina del \'angelo - lo proclamo senza reticenze - sarebbe giudi- antilogie od apparenti contraddizioni della Scri ttura, cui °è debito
eare òa empio. Sebbene è egli poi certo che qui il Vangelo si dell'esegesi biblica di sciogliere e fare scomparire. Se ne fosse bi-
opponga alla tradizione? No, assolutamente no: e valga il vero. sogno, potrei produrne parecchie di tali antilogie somiglianti a
Che dice il Vangelo parlando del luogo in cui avvenne quella ma- questa: vo' tuttavia produrne una, che è generalmente riconosciuta
nifestazione di Cristo risorto? Dice che fu in Emaus. E la tradi- dagli espositori.
zione dove venerò, e dove indicò quella manifestazione? Forse a
Colonia, come altri pretende, o ad Abugosc, od a Cubebe? No, ma (I) La pl'ima volta che il nome (dico il nome, non la ciWI) di El1Iaus compal'e
nella storia è nel lib. I de' Maccabei, il quale credesi composto VC1'SO l'anno 1106 pl'ima
di Cristo. Da Cristo a noi, co]l'nggiunta de' sei anni, che sono conosciuti Illnncare alla
(1) Da Tito, sotto Vespasiano, e da Giulio Sevel'o, sotto Adriano, in seguito all'insur- nostr'èra, da Cristo a Iloicorsero anni 1894: quindi 'l 06 l'''-·--~·-----~'.
rezione . di Bar-Coclleba, ,1894. l B! B LI O T H E C A l'
(2) EUSEBIO, Hist. Eccl. lill, III , 5, ascrive quell 'emigrazione ad un OI'dine del cielo, \ Smi SA L. Vi), TOR1S
TOTALE 2000 1 IERVSAl EM .
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- lÙ~- ~ t03-
Leggesi nel Vangelo di S. Giovanni (I, 28), là dove è riferita la scono qui un errore degli amanuensi (ben più antico di quello dei
seconda testimoni,anza resa dal Battista al Salvatore: Haec in Be- 60 stadi) i quali scrissero Betania invece di Betabara (luogo di pas-
thania (acta sunt trans Iordanem, ubi eral Ioannes baptizans. Così la saggio) che era veramente di là dal Giordano, e della quale atte-
YoIgata, cosÌ la più parte dei manoscritti greci, cosi le più corrette stano Eusebio e Girolamo, che ivi era per l'appunto dove Giovanni
edizioni greche del N. T., quali quella di Torino del 1741, e quella aveva battezzato (I). E qui non ci sfugga che ciò asserisce con Eu-
di Lipsia preparata dal Titt~an del 1828; così le versioni siriaca, sebio quel Girolamo, che nei Vangeli da lui corretti aveva lasciato
araba e corta; cosÌ, per confessione di Origene, leggeva si già nel sussistere Betania, come aveva lasciato sussistere 60 stadi per Emaus,
testo greco sino dai tempi suoi, che è quanto dire fra il secondo sebbene l'abbia poi riconosciuto, come vedemmo, molto più lon-
ed il terzo secolo. Ma siccome Betania fu sempre una sola, nè mai tano da Gerusalemme.
antico scrittore parlò d'un'altra oltre quella che fu patria di Lazzaro; Per ritornar ora al nostro argomento, ammesso non per ca-
e siccomel'nnica Betania fu sempre, non di là dal Giordano, ma priccio, ma per necessità, che nell'attuai testo di S. Luca corse un
di quà, a soli 15 stadi da Gerusalemme per testimonianza dello errore a proposito d'Emaus, vediamo in qual modo lo si debba
stesso evangelista Giovanni (XI, 18), quindi anche qui vuolsi ragio- correggere. Anzitutto la correzione non può cadere sulla parola
nare come si fa con Emaus, e dire: Se quello di che si parla av- Emaus, la quale trovasi sempre nel testo ed in tutte le versioni:
venne al di là del Giordano, non potè essere avvenuto in Betania, bisogna quindi riconoscere lo sbaglio nei 60 stadi. Ed in che con-
che n'era di quà, in distanza di 20 e più miglia da quel fiume. sisterebbe codesto sbaglio? Prima di rispondere domando: Sarebbe
Se poi vorrà dirsi che quello avvenne proprio in Betania, biso- egli tanto strano che nella trascrizione de'libri prima della stampa
gnerà conchiudere che non potè esser avvenuto di là del sacro si fosse ommessa una parola ?, .. E tale ommissione non sarebbe
fiume. Perchè il Reland ed i seguaci suoi, fabbricatori di due Emaus, stata più facile con un numero, che può essere indicato con una
perchè non fabbricano anche qui due Betanie) di cui una trans cifra, o, come i Greci usavano, con una lettera dell'alfabeto ? .. E
lordanem ubi eral loannes baptizans, e l'altra di qua ùtxla lero- quando una tale ommissione fosse avvenuta, non sarebbesi corso
solymam quasi stadiis quindecim 9 Il Reland tuttavia, e con lui gli . pericolo di vederla perpetuata, massime se per essa non zoppicasse
eBpositori moderni, osservando che nissuno degli antichi menzionò il periodo, nè si mutasse il senso?
mai una seconda Betania, e che altramente sentono Origene, Eusebio, Giunto col ragionamento a questo punto, io misuro sulla carta
Epifanio, Girolamo, Giangrisostomo, Teofilatto e Suida (I), ricono-
(In cap. I , lo.) Anche Suida il Grammatico nel suo famoso Lessico, alla voce Betania,
CI) Origenes (sono parole del Reland) in Evnngelium loctnnis, tomo VI/I fatelttr, dopo aveI' ripol'tato il testo corrente, dice: (( Così sta scritto malamente; chè 13etania
in omnib'lIs fe/'e p,::rempl(/.}'iblls legi c( Haec (acta sunt in Bethania » et apud Hera- « era di quà dal Giordano, mentre Betabara, dove battezzava Giovanni, erane di là.
cleonem (ereti co commentatore del Vango di Gio. nel secolo Il) etiam Bethaniam legi. « Debbesi dunque leggere: Queste cose avvennero in BetabarQ., non già in BeLania. »
Sed pei'sll((smn sibi esse scribit , non Bethaniarn , sed Bethabammlegendum. Ed Dal sin qui esposto risulta che dal terzo secolo dell' Adalllanzio sino al decimo del Gram-
Ol'igene aggiunge che, ave'ndo visitato la Terrasanta, gli fu falto conoscere quell'errore; matico, la più parte dei codici greci del Vangelo di Giovanni erano già guasti con Be-
pel' cui fu egli il primo a correggerlo; il che viene a dire che colà si conosceva allora t.ania in luogo di Betauara; ed ora saravvi dal gridare all'impossibile che guasti parimenti
l'unica Betania e la Bethabara trans lordanem, non ostante che il testo greco fosse fossero i codici di Luca coi 60 stadi in luogo di 160? L'Avversario giudir,ò pruden-
già sin d'allora guasto col Betania. Quanta somiglianza tra questa questione e la nostra temente di non occuparsi di questo antichissimo c riconosciuto errore di Betania invece
della distanza c!'Emaus c!a Gerusalemme l Ecco intanto le parole del Grisostomo: Accu· di Bethabara, così calzante COli quello di 60 stadi invece di 1 60.
(I) Jl Calmet nel suo commento a questo luogo, dopo un lungo ragionare conchiude:
ratiora autem ej~emplai'ia habent in Bethabara, nam Bethania non est · trans
lordanern, neq1/R in desel'to, sed p/'ope lerosolyrna1n (Hom. XVII in cap. I, lo.) Ed ecco FalendlL1n est, lectione1n quae 1:n optimis editionibus plerisque Bethabaram {eFt,
optirnam videri. Nel Dizionario poi alla voce Bethabara scrive ancora: Tex tus latinus
le parole di Epifani o : Qnibus expositis ita deinde (foannes) proseqnitur « Haec i n
·Bethabara (a.cta sunto » (Hael' . LV, 13). Eusebio e Girolamo nell'Onomastico portano: Evangelii S. loannis pro BethabcL'f'a habet Bethaniam: legi autem debet Bethabara,
Bethabcwa trans Iordanem, ubi 10annes in poenitentiam baptizabat, unde et usque ut Origenes, D.loannes ' Chrysostomus et D. Epiphanius notant. Ed alla voce Be-
hodie plu,rimi de fra.tribus ... ibi l'enasci cupientes, vitali gurgite baptizantur. Eceo Uumia aggiunge: Pltwa greca (exemplaria) non sect(,s ac latina hoc in loco viti ata
adesso le parole di Teotìlatto: c( Haec in Bethania facta sunto » (Così portava anche kgllnlul'. Veggasi inoltre, fra tanti altri commentatori, Natale Alessandro nel C'tLrsus
allora il comune testo greco) sciendwn autern, q'tlOd exemplaria emendatiom habent ('vmpletus S. Script'twae del Migne, voI. 23, dove il dotto domenicano riporta intero
in Bethabara; Bethania enirn nnn tmns T01'danem est , sed prope Hierosolymam il pa5-50 d'Origene, secondo la versione dell'Huezio.
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Leggesi nel Vangelo di S. Giovanni (I, 28), là dove è riferita la scono qui un errore degli amanuensi (ben più antico di quello dei
seconda testimoni,anza resa dal Battista al Salvatore: Haec in Be- 60 stadi) i quali scrissero Betania invece di Betabara (luogo di pas-
thania (acta sunt trans Iordanem, ubi eral Ioannes baptizans. Così la saggio) che era veramente di là dal Giordano, e della quale atte-
YoIgata, cosÌ la più parte dei manoscritti greci, cosi le più corrette stano Eusebio e Girolamo, che ivi era per l'appunto dove Giovanni
edizioni greche del N. T., quali quella di Torino del 1741, e quella aveva battezzato (I). E qui non ci sfugga che ciò asserisce con Eu-
di Lipsia preparata dal Titt~an del 1828; così le versioni siriaca, sebio quel Girolamo, che nei Vangeli da lui corretti aveva lasciato
araba e corta; cosÌ, per confessione di Origene, leggeva si già nel sussistere Betania, come aveva lasciato sussistere 60 stadi per Emaus,
testo greco sino dai tempi suoi, che è quanto dire fra il secondo sebbene l'abbia poi riconosciuto, come vedemmo, molto più lon-
ed il terzo secolo. Ma siccome Betania fu sempre una sola, nè mai tano da Gerusalemme.
antico scrittore parlò d'un'altra oltre quella che fu patria di Lazzaro; Per ritornar ora al nostro argomento, ammesso non per ca-
e siccomel'nnica Betania fu sempre, non di là dal Giordano, ma priccio, ma per necessità, che nell'attuai testo di S. Luca corse un
di quà, a soli 15 stadi da Gerusalemme per testimonianza dello errore a proposito d'Emaus, vediamo in qual modo lo si debba
stesso evangelista Giovanni (XI, 18), quindi anche qui vuolsi ragio- correggere. Anzitutto la correzione non può cadere sulla parola
nare come si fa con Emaus, e dire: Se quello di che si parla av- Emaus, la quale trovasi sempre nel testo ed in tutte le versioni:
venne al di là del Giordano, non potè essere avvenuto in Betania, bisogna quindi riconoscere lo sbaglio nei 60 stadi. Ed in che con-
che n'era di quà, in distanza di 20 e più miglia da quel fiume. sisterebbe codesto sbaglio? Prima di rispondere domando: Sarebbe
Se poi vorrà dirsi che quello avvenne proprio in Betania, biso- egli tanto strano che nella trascrizione de'libri prima della stampa
gnerà conchiudere che non potè esser avvenuto di là del sacro si fosse ommessa una parola ?, .. E tale ommissione non sarebbe
fiume. Perchè il Reland ed i seguaci suoi, fabbricatori di due Emaus, stata più facile con un numero, che può essere indicato con una
perchè non fabbricano anche qui due Betanie) di cui una trans cifra, o, come i Greci usavano, con una lettera dell'alfabeto ? .. E
lordanem ubi eral loannes baptizans, e l'altra di qua ùtxla lero- quando una tale ommissione fosse avvenuta, non sarebbesi corso
solymam quasi stadiis quindecim 9 Il Reland tuttavia, e con lui gli . pericolo di vederla perpetuata, massime se per essa non zoppicasse
eBpositori moderni, osservando che nissuno degli antichi menzionò il periodo, nè si mutasse il senso?
mai una seconda Betania, e che altramente sentono Origene, Eusebio, Giunto col ragionamento a questo punto, io misuro sulla carta
Epifanio, Girolamo, Giangrisostomo, Teofilatto e Suida (I), ricono-
(In cap. I , lo.) Anche Suida il Grammatico nel suo famoso Lessico, alla voce Betania,
CI) Origenes (sono parole del Reland) in Evnngelium loctnnis, tomo VI/I fatelttr, dopo aveI' ripol'tato il testo corrente, dice: (( Così sta scritto malamente; chè 13etania
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cleonem (ereti co commentatore del Vango di Gio. nel secolo Il) etiam Bethaniam legi. « Debbesi dunque leggere: Queste cose avvennero in BetabarQ., non già in BeLania. »
Sed pei'sll((smn sibi esse scribit , non Bethaniarn , sed Bethabammlegendum. Ed Dal sin qui esposto risulta che dal terzo secolo dell' Adalllanzio sino al decimo del Gram-
Ol'igene aggiunge che, ave'ndo visitato la Terrasanta, gli fu falto conoscere quell'errore; matico, la più parte dei codici greci del Vangelo di Giovanni erano già guasti con Be-
pel' cui fu egli il primo a correggerlo; il che viene a dire che colà si conosceva allora t.ania in luogo di Betauara; ed ora saravvi dal gridare all'impossibile che guasti parimenti
l'unica Betania e la Bethabara trans lordanem, non ostante che il testo greco fosse fossero i codici di Luca coi 60 stadi in luogo di 160? L'Avversario giudir,ò pruden-
già sin d'allora guasto col Betania. Quanta somiglianza tra questa questione e la nostra temente di non occuparsi di questo antichissimo c riconosciuto errore di Betania invece
della distanza c!'Emaus c!a Gerusalemme l Ecco intanto le parole del Grisostomo: Accu· di Bethabara, così calzante COli quello di 60 stadi invece di 1 60.
(I) Jl Calmet nel suo commento a questo luogo, dopo un lungo ragionare conchiude:
ratiora autem ej~emplai'ia habent in Bethabara, nam Bethania non est · trans
lordanern, neq1/R in desel'to, sed p/'ope lerosolyrna1n (Hom. XVII in cap. I, lo.) Ed ecco FalendlL1n est, lectione1n quae 1:n optimis editionibus plerisque Bethabaram {eFt,
optirnam videri. Nel Dizionario poi alla voce Bethabara scrive ancora: Tex tus latinus
le parole di Epifani o : Qnibus expositis ita deinde (foannes) proseqnitur « Haec i n
·Bethabara (a.cta sunto » (Hael' . LV, 13). Eusebio e Girolamo nell'Onomastico portano: Evangelii S. loannis pro BethabcL'f'a habet Bethaniam: legi autem debet Bethabara,
Bethabcwa trans Iordanem, ubi 10annes in poenitentiam baptizabat, unde et usque ut Origenes, D.loannes ' Chrysostomus et D. Epiphanius notant. Ed alla voce Be-
hodie plu,rimi de fra.tribus ... ibi l'enasci cupientes, vitali gurgite baptizantur. Eceo Uumia aggiunge: Pltwa greca (exemplaria) non sect(,s ac latina hoc in loco viti ata
adesso le parole di Teotìlatto: c( Haec in Bethania facta sunto » (Così portava anche kgllnlul'. Veggasi inoltre, fra tanti altri commentatori, Natale Alessandro nel C'tLrsus
allora il comune testo greco) sciendwn autern, q'tlOd exemplaria emendatiom habent ('vmpletus S. Script'twae del Migne, voI. 23, dove il dotto domenicano riporta intero
in Bethabara; Bethania enirn nnn tmns T01'danem est , sed prope Hierosolymam il pa5-50 d'Origene, secondo la versione dell'Huezio.
IVq. - - 105-
l' del Van de Yeld per linea retta fra Gerusalemme ed Emuàs, che già cabile scopritore in 20 anni di ~icerche nell'Europa e nell' Asia, come
;11\ ! so iodubitabilmente esser Emaus, e ricorrendo alla scala di detta quello, che, per le note paleografiche, sembra appartenere alla prima
111 1
metà del IV secolo. lo lo dico il più completo, perchè il Vaticano
, Il carla, trovo miglia R. 15. A queste aggiungo il terzo pei meandri ed
i sali scendi della via, secondo la regola dei paesi montagnosi, ed che pretendesi anteriore (?) è molto mancante: lo chiamo ancora il
lli!1 - eccoti miglia venti. Riduco queste a stadi con moltiplicare 20 per 8, più antico dì quanti ne esaminò il suo scopritore, perchè il Vati-
l

i"
e mi trovo avere 160 stadi. Da ciò conchiudoche l'Evangelista deve cano non fu permesso al Tischendorf di esaminare. Il Sinaitico forma
l avere scritto questo doppio numero, il quale nella lunga serie delle ora il più bell'ornamento dell'imperiale biblioteca di Pietroburgo.
i trascrizioni perdè la prima sua parte, e rimase 60 invece di 160 Lo Czar Alessandro II, a cui riesci di farlo suo,ne ordinò un' edi-
che era prima. Nè questo è un mio vano supposto, mentre così zione apocrafa o per fac-simile colla stessa forma di caratteri espres-
legge per l'appunto la versione armena, che risale al principio del samente fusi, e colla carta imitante in tutto la pergamena del co-
secolo v, cioè all'esiglio del Grisostomo nell'armena città di Cucuso dice. Di codest'edizione io mi ebbi in Gerusalemme tra le mani un
(an. 404), dove il Santo Padre eccitò quella nazione a procurarsi esemplare. Era in quattro grossi volumi, stupendamente legati, e
la parola di Dio nel patrio idioma, giovandosi dell'opera di alcuni chiusi ciascuno in busta, contenenti tutto 1'Antico e Nuovo Testa-
de'suoi, che peritissimi erano di greco (1). Che se questa versione mento in greco, a caratteri onciali, senza distinzione di capi, di
porta, come sempre portò, 150 stadi, bisogna dire che così leggesse versetti e neppure di parole, ed ogni pagina presentava, come l'ori-
il testo greco dei tempi del Grisostomo, non sapendosi comprendere ginale, quattro colonne (il Vaticano ne ha tre sole). Con molta pa-
come mai gli armeni interpreti si fossero indotti a correggerlo col- zienza io vi cercai il passo di S. Luca, che riferisce il grand'avve-
l'aggiunta di cento stadi. Risulta difatto dall'erculeo lavoro di Costan- nimento d'Emaus, e finalm,ente vi lessi con ' trepidante gioia IS COMIN
tino Tischendorf sui codici greci del N. T. (2), che la lezione dei APÈCUSAN STADlUS ECATON EXICONDA APÒ JERUSALlM I ONOMA EMMAUS, ad
160 stadi si riscontra in dieci antichi codici, di cui tre in caratteri un villaggio distante stadi cento sessanta da Gerusalemme, nomi-
onciali, più impervii all'errore (parlo di manoscritti greci, M. R. Av- nato Emmaus (l).
versario, non di latini) ed uno dei tre ~ppartenentiappunto al se- ' Chiuderò questa prova dedotta dall' erudizione biblicistica colle
colo v. Degli altri sette non onciali, il siro-gerosolimitano appartiene parole d'un benemerito degli studi palestini, 1. C. M. Laurent. In
pelo testo allo stesso secolo, sebbene il carattere corsivo ne sia una nota a Ricoldo da Monte Croce, che egli pubblica con Borcardo
dell'XI. Porta ancora 160 stadi un manoscritto della versione siriaca, da M. Sion, Odorico da Forlì e Villebrando da Oldenburg, così pro-
mentre altri hanno la correzione di '160 in margine, donde appare, nunzia della comun lezione dei 60 stadi:' Scriptio vulgaris repu-
che se antico è l'errore introc1ottosi degli stadi 60, antico ne è pure dianda est, quum vera scriptio, quam luetur aucloritas non sola
il suo riconoscimento. duorltm codicum anliquissimorum, Cyprii saec. IX, et Vindobonensis
Particolare menzione vuolsi far qui ùel Codice Sinaitico, scoperto Caesarii saec. VII, et aUorum, nec ·non versionis Syriacae Hierosoly-
dallo stesso Tischendorf nel monastero del M. Sinai, il quale è il milanae saec. v, et ltalae I, sed etiam codicis Sinaitici, 'sit ExatOv .
più completo ed antico di quanti n'abbia esaminati il suo instan- eç'1jxoYta (centum sexaginta) (2). Ed ora mi si oppongano pure quanti

( I) Così l'ifel'isce Giorgio Alessandl'ino, scrittore del sec. VII, nella vita elel Griso- ('I) Qui mi si oppone cile a fronte della di In co ltil del ripetuto viaggio dei due di-
stOlllo, cile trovasi nel yol. VIII delle sue opere, ediz, del Sivilio; e lo conferma l'armeno scepoli d'Emaus, difficoltà a cui si risponderà tra poco, il Tischendol'f finì per accettare,
Samuele Aniense, scrillore, è vero, del secolo x, ma che compilò la sua Cronaca dietro prima di morire, la lezione dei 60 stadi; ma a me che importa ciò? lo non so che farmi
gli antichi storici della sua patria, Mosè eù Esdra. V. Sa?nllelis presb'it. Aniensis tem- dell'opinione del Tischeridorf: io cito l'auLoritil del codice Sinaitico da lui scoperto e
porum tbsque ad suar!l aetatem, rafio) traduzione dall'armeno di G. ZOI'ab ed A. Mai. proclamato il più antico dei codici greci. Se egli non seppe acconciarsi a quella lezione,
Milano, ~ 8,18. bensepper altri, fl'a cui il Michon, il Guérin ed il Conder già veduti, nonchè il Laurent,
(2) Novum TestmnentUin graece (Id (mtiquos testes recensuit, etc, Il Tischendorf che sta per comparire.
impiegò vent'anni in esaminare tul! i i manosc ritti gl'eci d'EUI'opa e ti' Asia, ecceLLuato il (2) Peregrinatores medii aevi qucr,tuor... quorum duos mmc p'l'imurn ediclit,
solo Valicano che non potl\ vedere, e (li (urti ,segnò nel suo libl'o ogni benchè menoma cluos ad fidem manuscriptorum recensuit J. C. M. LaHrent, Lipsiae, "864. - I l Laurent
variante; lavoro veramente tedesco. lo ne ho nelle mani la VII edizione di Lipsia, 18i:i9; aveva gHI pubblicato del ThieLmar Historia clè dispositione Terme Sanctae (Ham-
ma altre ne furono falle ancora posfcl'lol'lllcn/e. boul'g, 1852) che rimonta all'anno 4'l ~ 7.
IVq. - - 105-
l' del Van de Yeld per linea retta fra Gerusalemme ed Emuàs, che già cabile scopritore in 20 anni di ~icerche nell'Europa e nell' Asia, come
;11\ ! so iodubitabilmente esser Emaus, e ricorrendo alla scala di detta quello, che, per le note paleografiche, sembra appartenere alla prima
111 1
metà del IV secolo. lo lo dico il più completo, perchè il Vaticano
, Il carla, trovo miglia R. 15. A queste aggiungo il terzo pei meandri ed
i sali scendi della via, secondo la regola dei paesi montagnosi, ed che pretendesi anteriore (?) è molto mancante: lo chiamo ancora il
lli!1 - eccoti miglia venti. Riduco queste a stadi con moltiplicare 20 per 8, più antico dì quanti ne esaminò il suo scopritore, perchè il Vati-
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e mi trovo avere 160 stadi. Da ciò conchiudoche l'Evangelista deve cano non fu permesso al Tischendorf di esaminare. Il Sinaitico forma
l avere scritto questo doppio numero, il quale nella lunga serie delle ora il più bell'ornamento dell'imperiale biblioteca di Pietroburgo.
i trascrizioni perdè la prima sua parte, e rimase 60 invece di 160 Lo Czar Alessandro II, a cui riesci di farlo suo,ne ordinò un' edi-
che era prima. Nè questo è un mio vano supposto, mentre così zione apocrafa o per fac-simile colla stessa forma di caratteri espres-
legge per l'appunto la versione armena, che risale al principio del samente fusi, e colla carta imitante in tutto la pergamena del co-
secolo v, cioè all'esiglio del Grisostomo nell'armena città di Cucuso dice. Di codest'edizione io mi ebbi in Gerusalemme tra le mani un
(an. 404), dove il Santo Padre eccitò quella nazione a procurarsi esemplare. Era in quattro grossi volumi, stupendamente legati, e
la parola di Dio nel patrio idioma, giovandosi dell'opera di alcuni chiusi ciascuno in busta, contenenti tutto 1'Antico e Nuovo Testa-
de'suoi, che peritissimi erano di greco (1). Che se questa versione mento in greco, a caratteri onciali, senza distinzione di capi, di
porta, come sempre portò, 150 stadi, bisogna dire che così leggesse versetti e neppure di parole, ed ogni pagina presentava, come l'ori-
il testo greco dei tempi del Grisostomo, non sapendosi comprendere ginale, quattro colonne (il Vaticano ne ha tre sole). Con molta pa-
come mai gli armeni interpreti si fossero indotti a correggerlo col- zienza io vi cercai il passo di S. Luca, che riferisce il grand'avve-
l'aggiunta di cento stadi. Risulta difatto dall'erculeo lavoro di Costan- nimento d'Emaus, e finalm,ente vi lessi con ' trepidante gioia IS COMIN
tino Tischendorf sui codici greci del N. T. (2), che la lezione dei APÈCUSAN STADlUS ECATON EXICONDA APÒ JERUSALlM I ONOMA EMMAUS, ad
160 stadi si riscontra in dieci antichi codici, di cui tre in caratteri un villaggio distante stadi cento sessanta da Gerusalemme, nomi-
onciali, più impervii all'errore (parlo di manoscritti greci, M. R. Av- nato Emmaus (l).
versario, non di latini) ed uno dei tre ~ppartenentiappunto al se- ' Chiuderò questa prova dedotta dall' erudizione biblicistica colle
colo v. Degli altri sette non onciali, il siro-gerosolimitano appartiene parole d'un benemerito degli studi palestini, 1. C. M. Laurent. In
pelo testo allo stesso secolo, sebbene il carattere corsivo ne sia una nota a Ricoldo da Monte Croce, che egli pubblica con Borcardo
dell'XI. Porta ancora 160 stadi un manoscritto della versione siriaca, da M. Sion, Odorico da Forlì e Villebrando da Oldenburg, così pro-
mentre altri hanno la correzione di '160 in margine, donde appare, nunzia della comun lezione dei 60 stadi:' Scriptio vulgaris repu-
che se antico è l'errore introc1ottosi degli stadi 60, antico ne è pure dianda est, quum vera scriptio, quam luetur aucloritas non sola
il suo riconoscimento. duorltm codicum anliquissimorum, Cyprii saec. IX, et Vindobonensis
Particolare menzione vuolsi far qui ùel Codice Sinaitico, scoperto Caesarii saec. VII, et aUorum, nec ·non versionis Syriacae Hierosoly-
dallo stesso Tischendorf nel monastero del M. Sinai, il quale è il milanae saec. v, et ltalae I, sed etiam codicis Sinaitici, 'sit ExatOv .
più completo ed antico di quanti n'abbia esaminati il suo instan- eç'1jxoYta (centum sexaginta) (2). Ed ora mi si oppongano pure quanti

( I) Così l'ifel'isce Giorgio Alessandl'ino, scrittore del sec. VII, nella vita elel Griso- ('I) Qui mi si oppone cile a fronte della di In co ltil del ripetuto viaggio dei due di-
stOlllo, cile trovasi nel yol. VIII delle sue opere, ediz, del Sivilio; e lo conferma l'armeno scepoli d'Emaus, difficoltà a cui si risponderà tra poco, il Tischendol'f finì per accettare,
Samuele Aniense, scrillore, è vero, del secolo x, ma che compilò la sua Cronaca dietro prima di morire, la lezione dei 60 stadi; ma a me che importa ciò? lo non so che farmi
gli antichi storici della sua patria, Mosè eù Esdra. V. Sa?nllelis presb'it. Aniensis tem- dell'opinione del Tischeridorf: io cito l'auLoritil del codice Sinaitico da lui scoperto e
porum tbsque ad suar!l aetatem, rafio) traduzione dall'armeno di G. ZOI'ab ed A. Mai. proclamato il più antico dei codici greci. Se egli non seppe acconciarsi a quella lezione,
Milano, ~ 8,18. bensepper altri, fl'a cui il Michon, il Guérin ed il Conder già veduti, nonchè il Laurent,
(2) Novum TestmnentUin graece (Id (mtiquos testes recensuit, etc, Il Tischendorf che sta per comparire.
impiegò vent'anni in esaminare tul! i i manosc ritti gl'eci d'EUI'opa e ti' Asia, ecceLLuato il (2) Peregrinatores medii aevi qucr,tuor... quorum duos mmc p'l'imurn ediclit,
solo Valicano che non potl\ vedere, e (li (urti ,segnò nel suo libl'o ogni benchè menoma cluos ad fidem manuscriptorum recensuit J. C. M. LaHrent, Lipsiae, "864. - I l Laurent
variante; lavoro veramente tedesco. lo ne ho nelle mani la VII edizione di Lipsia, 18i:i9; aveva gHI pubblicato del ThieLmar Historia clè dispositione Terme Sanctae (Ham-
ma altre ne furono falle ancora posfcl'lol'lllcn/e. boul'g, 1852) che rimonta all'anno 4'l ~ 7.
- tÙ6 - -'- 107 ~

si \'ùgliano greci codici ed antiche . versioni in numero maggiore l'ultima tappa, in aquarum abundantia, come a suo luogo vedremo;
de'miei, io rispondo che ciò tutto è pienamente inutile, mentre qui questa via che d'allora in poi fu per un pezzo la " più frequentata
non trattasi della scelta di varianti testi, ma dello accertare il sito dai pellegrini, fu pur quella che presero i due discepoli Emauntei
d'Emaus. Da che noi l'abbiam mostrato ad evidenza nel villaggio nel ritorno a Gerusalemme; ed essa non misurava, come l'altra,
d'Emuàs, nel qual solo si riscontrano tutte le antiche note locali, miglia 22, ma solo 20, pari a 160 stadi.
ed in cui fu sempre riconosciuta dagli indigeni la patria di Cleofa, Sciolta così tutta intera la prima difficoltà, disponiamoci subito
mentre lo stesso nome di Emuàs, per fede finanche dell'araba ver- a distrigarne una nuova) anzi due" in una) e queste, per quanto
sione della Bibbia, è araba traduzione di Emaus, quello sfarzo di si va dicendo, indissolubili. Sentiamo: « Stando al racconto evan~
codici e di versioni antiche non arriverà mai a provare che Emaus « getico, è al tutto impossibile che Emalls fosse lontano ~o miglia
fosse dove non fu, o che non fosse dove fu realmente, e dove esiste « o stadi 160, come lo fai tu. I due discepoli vi arrivano con Gesù
ancora col prisco suo nome; come tutti i più antichi codici, tutte « incognito sul far della sera (qu,oniam advesperascit, et inclinata
le versioni e tutte le stampe del Vangelo di S. Giovanni non fa- "« est iam dies). Appena poi riconosciutolo, riparlono veloci per la
ranno mai che Betania fosse di là del Giordano, dov'era Betabara. « capitale (eadem hora regressi S'Lmt in Iert~salem), dove raccontano
Così la distanza di 160 stadi fra Gerusalemme ed Emaus rimane « agli assembrati Apostoli l'avvenuto loro. Stanno essi anco.ra .par-
incontràstabilmente accertata, ed accertata la lezione dell'ecaton « lando (dum autem hcec loquuntur) vi ricompare Gesù (stetit Iesus
exiconda nel testo primitivo di S. Luca. E qui ho con me il più « in medio eorum). In qualora sian essi arrivati colà S. Luca non
recente illustratore della Palestina, Vittorio Guérin, il quale nel voI. I « dice; ma ben dice S. Giovanni in qualora siavi apparso Cristo,
.• della sua Judée, a pago 803, scrive a conclusione della presente ma- « nella stessa sera di quella memoranda giornata (cum sero esset
teria: « Au chiffre de 60 stades ... la critique oppose celui de 160, « die illo). Che se cosi fu, l'arrivù dei discepoli che precedè l'ap-
« que l'on trouve non pas seulement dans plusieurs manuscrits à « parizione del Redentore, dovette essere stato anch'esso nella sera,
(( écriture cursi ve, mais dans trois manuscrits très importants à « cum sero esset. Ma avrebber eglino potuto ritornare cosi presto
( leltres onciales, le Codex Cyprius, le Codex Vindobonensis, et le « a Gerusalemme, se Emaus ne fosse stato lontano 160 stadi? ... E
« plus précieux de tous, parce qu'il est le plus ancien, je veux dire « quei due Emauntei avrebber eglino avuto forza di subito ripetere
« le fameux Codex Sinaiticus ... qui) DE L'ACCORDE DE TOUSLES SAYANTS, « un così lungo viaggio? »
« REMONTE AU MOINS AU Iy
e
SIÈCLE DE NOTRE ÈRE. » Nell' affrontare la prima parte di quest' obbiezione, debbo pur-
Con quanto son venuto fin qui ragionando non rimane ancora troppo riconoscere, e lo riconosco sbalordito e confuso, che la patria
interamente disciolta l'obbiezione che mi fu mossa da principio, ma di eleofa era molto più vicina a Gerusalemme di quello che io mi
resta da sciorre "l'ultima parte che dice: «Come mai poteva Emaus sono immaginato. Le parole dei due discepoli a Cristo, advesperascit
« trovarsi dov' è Emuàs, che tu "medesimo coll'Itinerario di Bordò et inclinata est iam dies, e sopratutto la prima che significa « si fa
ti: ci mostrasti lontano da Gerusalemme non 160 stadi, ma ~~ miglia, sera » mostrano che all'arrivo in Emaus la sera era vicina, massime
« pari a stadi 176. » - Rispondo: La via da Emaus a Gerusalemme, se quelle parole si considerino come ragione prodotta dai due per
percorsa dà Santa Paola e descritta da San Girolamo, la quale saliva arrestare !'incognito, che mostrava di voler proseguire il viaggio (se
ai due Bethoron, lasciandosi a destra Aialon, era veramente di fi~xil longius ire). Se non fosse stato così, se invece fosse rimasa
miglia ~2, come annota il bordolese Itinerario; ma se questa era ancora una 'parte notabile eli giorno, l'incognitO avrebbe potuto sba-
la grande più comoda via, un'altra ve n'aveva pure, scorciatoia e razzarsi del pressante invito dicendo: « Il sole, amici, è ancor altp,
più diretta, che, partendo dalla medesima città, piegava assai presto « ed io ho tempo ancora da far un altro buon tratto di via prima
a destra, ed entrava in quella yalle o borra, presso il cui sbocco « che annotti. » Invece no; ' egli si arrende a quell'osservazione, ed
trovavasi in elevato sito la città di Nobe; e di là incominciando a accetta l'offerta ospitalità; indizio questo che veramente il giorno
salire, poggiava forse all'altura dell'attuale Cubebe, per di là, o non era vicino al suo termine.
lungi di là, avvallarsi, e giungere alla metropoli. Questa via che Ciò premesso, e tenuto conto del po' di tempo trascorso prima
tennero i Crociati, quando da Emaus, or Emuàs, dove avevan fatto di sedere a mensa, e d'un altro poco impiegato dai due ospiti nel
- tÙ6 - -'- 107 ~

si \'ùgliano greci codici ed antiche . versioni in numero maggiore l'ultima tappa, in aquarum abundantia, come a suo luogo vedremo;
de'miei, io rispondo che ciò tutto è pienamente inutile, mentre qui questa via che d'allora in poi fu per un pezzo la " più frequentata
non trattasi della scelta di varianti testi, ma dello accertare il sito dai pellegrini, fu pur quella che presero i due discepoli Emauntei
d'Emaus. Da che noi l'abbiam mostrato ad evidenza nel villaggio nel ritorno a Gerusalemme; ed essa non misurava, come l'altra,
d'Emuàs, nel qual solo si riscontrano tutte le antiche note locali, miglia 22, ma solo 20, pari a 160 stadi.
ed in cui fu sempre riconosciuta dagli indigeni la patria di Cleofa, Sciolta così tutta intera la prima difficoltà, disponiamoci subito
mentre lo stesso nome di Emuàs, per fede finanche dell'araba ver- a distrigarne una nuova) anzi due" in una) e queste, per quanto
sione della Bibbia, è araba traduzione di Emaus, quello sfarzo di si va dicendo, indissolubili. Sentiamo: « Stando al racconto evan~
codici e di versioni antiche non arriverà mai a provare che Emaus « getico, è al tutto impossibile che Emalls fosse lontano ~o miglia
fosse dove non fu, o che non fosse dove fu realmente, e dove esiste « o stadi 160, come lo fai tu. I due discepoli vi arrivano con Gesù
ancora col prisco suo nome; come tutti i più antichi codici, tutte « incognito sul far della sera (qu,oniam advesperascit, et inclinata
le versioni e tutte le stampe del Vangelo di S. Giovanni non fa- "« est iam dies). Appena poi riconosciutolo, riparlono veloci per la
ranno mai che Betania fosse di là del Giordano, dov'era Betabara. « capitale (eadem hora regressi S'Lmt in Iert~salem), dove raccontano
Così la distanza di 160 stadi fra Gerusalemme ed Emaus rimane « agli assembrati Apostoli l'avvenuto loro. Stanno essi anco.ra .par-
incontràstabilmente accertata, ed accertata la lezione dell'ecaton « lando (dum autem hcec loquuntur) vi ricompare Gesù (stetit Iesus
exiconda nel testo primitivo di S. Luca. E qui ho con me il più « in medio eorum). In qualora sian essi arrivati colà S. Luca non
recente illustratore della Palestina, Vittorio Guérin, il quale nel voI. I « dice; ma ben dice S. Giovanni in qualora siavi apparso Cristo,
.• della sua Judée, a pago 803, scrive a conclusione della presente ma- « nella stessa sera di quella memoranda giornata (cum sero esset
teria: « Au chiffre de 60 stades ... la critique oppose celui de 160, « die illo). Che se cosi fu, l'arrivù dei discepoli che precedè l'ap-
« que l'on trouve non pas seulement dans plusieurs manuscrits à « parizione del Redentore, dovette essere stato anch'esso nella sera,
(( écriture cursi ve, mais dans trois manuscrits très importants à « cum sero esset. Ma avrebber eglino potuto ritornare cosi presto
( leltres onciales, le Codex Cyprius, le Codex Vindobonensis, et le « a Gerusalemme, se Emaus ne fosse stato lontano 160 stadi? ... E
« plus précieux de tous, parce qu'il est le plus ancien, je veux dire « quei due Emauntei avrebber eglino avuto forza di subito ripetere
« le fameux Codex Sinaiticus ... qui) DE L'ACCORDE DE TOUSLES SAYANTS, « un così lungo viaggio? »
« REMONTE AU MOINS AU Iy
e
SIÈCLE DE NOTRE ÈRE. » Nell' affrontare la prima parte di quest' obbiezione, debbo pur-
Con quanto son venuto fin qui ragionando non rimane ancora troppo riconoscere, e lo riconosco sbalordito e confuso, che la patria
interamente disciolta l'obbiezione che mi fu mossa da principio, ma di eleofa era molto più vicina a Gerusalemme di quello che io mi
resta da sciorre "l'ultima parte che dice: «Come mai poteva Emaus sono immaginato. Le parole dei due discepoli a Cristo, advesperascit
« trovarsi dov' è Emuàs, che tu "medesimo coll'Itinerario di Bordò et inclinata est iam dies, e sopratutto la prima che significa « si fa
ti: ci mostrasti lontano da Gerusalemme non 160 stadi, ma ~~ miglia, sera » mostrano che all'arrivo in Emaus la sera era vicina, massime
« pari a stadi 176. » - Rispondo: La via da Emaus a Gerusalemme, se quelle parole si considerino come ragione prodotta dai due per
percorsa dà Santa Paola e descritta da San Girolamo, la quale saliva arrestare !'incognito, che mostrava di voler proseguire il viaggio (se
ai due Bethoron, lasciandosi a destra Aialon, era veramente di fi~xil longius ire). Se non fosse stato così, se invece fosse rimasa
miglia ~2, come annota il bordolese Itinerario; ma se questa era ancora una 'parte notabile eli giorno, l'incognitO avrebbe potuto sba-
la grande più comoda via, un'altra ve n'aveva pure, scorciatoia e razzarsi del pressante invito dicendo: « Il sole, amici, è ancor altp,
più diretta, che, partendo dalla medesima città, piegava assai presto « ed io ho tempo ancora da far un altro buon tratto di via prima
a destra, ed entrava in quella yalle o borra, presso il cui sbocco « che annotti. » Invece no; ' egli si arrende a quell'osservazione, ed
trovavasi in elevato sito la città di Nobe; e di là incominciando a accetta l'offerta ospitalità; indizio questo che veramente il giorno
salire, poggiava forse all'altura dell'attuale Cubebe, per di là, o non era vicino al suo termine.
lungi di là, avvallarsi, e giungere alla metropoli. Questa via che Ciò premesso, e tenuto conto del po' di tempo trascorso prima
tennero i Crociati, quando da Emaus, or Emuàs, dove avevan fatto di sedere a mensa, e d'un altro poco impiegato dai due ospiti nel
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ria rersi dallo stupore per l'improvviso rivelarsi e sparire del Risorto, discepoli anche oltre la mezzanotte, anZl 810 verso l'aurora del dì
e nel communicarsi a vicenda i sentimenti avuti lungo il viaggio seguente. Tanto asserisco dietro l'insegnamento degli evangelisti
(Di:cerunt ad invicem: Nonne cor noslrum ardens erat in nobis dum Matteo e Marco, anzi di Gesù medesimo: e lo provo.
loqueret1"tT in via~); tutto questo premesso e calcolato, si può esser Al prosontuoso Pietro che promettevagli fedeltà ad oltranza,
certi che quando que' due ripresero il cammino per alla volta di rispondeva il Redentore nella notte della sua passione: lo ti dico
Gerusalemme, la sera erasi fatta, o per lo meno si stava facendo. in v.erità, che tu oggi in questa notte, prima che il gallo canti la
Ora essi terminarono quel viaggio, che la sera durava ancora; anzi seconda volta, tu mi negherai tre volte: Amen dico tibi, qui a lu
durava ancora quando Cristo riapparve, ed essi eran dietro a raccon- HODIE IN NOCTE HAC, prius quam gallus vocem bis dederit, ter me es
tare l'avvenuto per via (Narrabant quce gesta erant in m'a), e come negaturus (MARC. XIV, 30). La notte adunque, secondo Gesù Cristo
in casa ed a mensa l'avevano riconosciuto mentre rompeva il pane faceva parte del giorno antecedente, e questo si protraeva sino al
(et quomodo cognoverunt cum in fraclione panis), Ma la sera, il secondo cantar del gallo, cioè sino al principio del giorno seguente
tempo cioè che scorre fra il tramonto del sole ed il principio della perchè, come insegna il Calmet citando il greco Aristofane ed il
notte, la sera in Gerusalemme, per testimonianza della Tabella horaria latino Giovenale, ' apud veteres secundo gallicinio noctis ~nis et diei
del Calendario francescano, dura solo mezz' ora; quindi que' reduci initium. signi~cabatur (Com. a. 1.). Ecco ora ciò che a questo pro-
più di 30 minuti impiegar non poterono in quel tragitto. Ora in posito insegna S. Matleo, XXVIII, 1. Indicando l'ora in cui Maria
30 minuti quanti stadi si fanno? Giusta la regola comune di tre la Magdalena e l'altra Maria visitarono il Sepolcro, dice che fu
miglia o 24 stadi all'ora, in 30 minuti coloro non ne poterono fare vespere sabbati ò~è OS O'CG~~tX'tov, sul tardi del sabbato, quae lucescit
più di dodici. Ma supponiamo che per la santa smania di recar a in prima sabbati, 'tS èm~oO'~o60''f) p.tCGv O'CG~~tX'tov, quando incomincia
,.. Gerusalemme una lietissima novella, abbiano camminato di carriera a schiarire il primo di sabbato, cioè la nostra domenica. Era dunque
e di stadi n'abbiano fatti 20, si dovrà conchiudere che tanto e non ancor giorno di sabbato tutta la seguente notte, sino all'albeggiare
più distasse Emaus da Gerusalemme. Dav.vero che io presi un gran- delta domenica; e quel punto cbe separava it sabbato dalla dome-
chio a secco nel fare cosÌ lunga come ho fatto quella distanza! Ma nica (prima sabbati) ,è chiamato da S. Matteo Ofa tarda del sab-
mi consolo pensando che con me la sbagliò pure S. Luca con asse- Lato. Conferma questa mià spiegazione S. Girolamo, interpretando
gnarle che fece stadi 60 invece di soli 20. - Così l'indissolubile questo luogo medesimo nella lettera CXX ad Edibia: Vespere sab~
difficoltà si dissolve scherzando (I). Ma non s'interpreta scherzando bali, idest sero, non incipiente nocte, sed iam profunda et magna
la S. Scrittura. Rimettiamoci dunque in sul serio, e rispondiamo ex pa,rte transacta.
da senno alla proposta difficoltà. Veniamo adesso al fatto nostro. I reduci discepoli arrivarono a
L'avverbio latino sera - basta aprire il Mandosio per saperlo Gerusalemme cttm sero esset die illo, a tarda ora di quel giorno
- significa lardi; quindi con quel sero die illo si viene a dire che della Risurrezione. Ma siccome quell' ora avanzata, quel sero, che
i reduci discepoli arrivarono a Gerusalemme ad ora tarda del giorno non vuoI già dire di sera; ma tardi, può estenùersi per tutta la
della Risurrezione, o come interpreta qui il Calmet nella tradu- notte sin presso all'aurora del dì seguente, così conchiudo che tutto
zione del Mansi, mu,lta iam nocte, a notte inoltrata. Secoli addietro il tempo rimase loro per un viaggio di 160 stadi, pari a 20 miglia
più chiaramente e con più autorità spiegava così questo passo Esichio, romane, pel quale bastavàno loro ore 6, o poco più; e così l'ora
cittadino .e patriarcar,'di Gerusalemme. Sero enim appellare solemus dell'arrivo, comunque avanzata e tarda del giorno della Risurrezione,
qtwd ad mnltam noctem protendituì' tempus(2), Preso quel sero in sarebbe ancora stata sero die ilio, o per dirla colla fras'e di S. Giro-
questo significato ci offre un tempo bastante per un viaggio di 60 lamo, nocte magna ex parte transacta.
stadi come per uno di 160, perchè ci permette di far arrivare i due « Sia pure; ma come un viaggio così lungo si sarebbe potuto
eadem hora ripetere?» Nuova difficoltà, alla quale ecco pronta
CI) M'intendo di dire con ciò che la proposta difficoltà si oppone non solo ai ,160 stadi, e breve la risposta: Che quel viaggio sia stato ripetuto, è certo per
ma ancora ai 60, perchè, nissuno potl'ebbe in mezz'ora pcrcorrere sctte miglia e mezzo. l'asserzione del Vangelo: il quale tuttavia si tace intorno al modo
(2) Collectio dìflìcnltattm" et solutionnm excel"pta per compendiurn, etc. Nei con cui si ripetè. Se in un avvenimento miracoloso nel principio,
Monumenta graeea del CotcHer (Co te le l'i'us) voI. III, nella soluzione alla difficoltà LVII.
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ria rersi dallo stupore per l'improvviso rivelarsi e sparire del Risorto, discepoli anche oltre la mezzanotte, anZl 810 verso l'aurora del dì
e nel communicarsi a vicenda i sentimenti avuti lungo il viaggio seguente. Tanto asserisco dietro l'insegnamento degli evangelisti
(Di:cerunt ad invicem: Nonne cor noslrum ardens erat in nobis dum Matteo e Marco, anzi di Gesù medesimo: e lo provo.
loqueret1"tT in via~); tutto questo premesso e calcolato, si può esser Al prosontuoso Pietro che promettevagli fedeltà ad oltranza,
certi che quando que' due ripresero il cammino per alla volta di rispondeva il Redentore nella notte della sua passione: lo ti dico
Gerusalemme, la sera erasi fatta, o per lo meno si stava facendo. in v.erità, che tu oggi in questa notte, prima che il gallo canti la
Ora essi terminarono quel viaggio, che la sera durava ancora; anzi seconda volta, tu mi negherai tre volte: Amen dico tibi, qui a lu
durava ancora quando Cristo riapparve, ed essi eran dietro a raccon- HODIE IN NOCTE HAC, prius quam gallus vocem bis dederit, ter me es
tare l'avvenuto per via (Narrabant quce gesta erant in m'a), e come negaturus (MARC. XIV, 30). La notte adunque, secondo Gesù Cristo
in casa ed a mensa l'avevano riconosciuto mentre rompeva il pane faceva parte del giorno antecedente, e questo si protraeva sino al
(et quomodo cognoverunt cum in fraclione panis), Ma la sera, il secondo cantar del gallo, cioè sino al principio del giorno seguente
tempo cioè che scorre fra il tramonto del sole ed il principio della perchè, come insegna il Calmet citando il greco Aristofane ed il
notte, la sera in Gerusalemme, per testimonianza della Tabella horaria latino Giovenale, ' apud veteres secundo gallicinio noctis ~nis et diei
del Calendario francescano, dura solo mezz' ora; quindi que' reduci initium. signi~cabatur (Com. a. 1.). Ecco ora ciò che a questo pro-
più di 30 minuti impiegar non poterono in quel tragitto. Ora in posito insegna S. Matleo, XXVIII, 1. Indicando l'ora in cui Maria
30 minuti quanti stadi si fanno? Giusta la regola comune di tre la Magdalena e l'altra Maria visitarono il Sepolcro, dice che fu
miglia o 24 stadi all'ora, in 30 minuti coloro non ne poterono fare vespere sabbati ò~è OS O'CG~~tX'tov, sul tardi del sabbato, quae lucescit
più di dodici. Ma supponiamo che per la santa smania di recar a in prima sabbati, 'tS èm~oO'~o60''f) p.tCGv O'CG~~tX'tov, quando incomincia
,.. Gerusalemme una lietissima novella, abbiano camminato di carriera a schiarire il primo di sabbato, cioè la nostra domenica. Era dunque
e di stadi n'abbiano fatti 20, si dovrà conchiudere che tanto e non ancor giorno di sabbato tutta la seguente notte, sino all'albeggiare
più distasse Emaus da Gerusalemme. Dav.vero che io presi un gran- delta domenica; e quel punto cbe separava it sabbato dalla dome-
chio a secco nel fare cosÌ lunga come ho fatto quella distanza! Ma nica (prima sabbati) ,è chiamato da S. Matteo Ofa tarda del sab-
mi consolo pensando che con me la sbagliò pure S. Luca con asse- Lato. Conferma questa mià spiegazione S. Girolamo, interpretando
gnarle che fece stadi 60 invece di soli 20. - Così l'indissolubile questo luogo medesimo nella lettera CXX ad Edibia: Vespere sab~
difficoltà si dissolve scherzando (I). Ma non s'interpreta scherzando bali, idest sero, non incipiente nocte, sed iam profunda et magna
la S. Scrittura. Rimettiamoci dunque in sul serio, e rispondiamo ex pa,rte transacta.
da senno alla proposta difficoltà. Veniamo adesso al fatto nostro. I reduci discepoli arrivarono a
L'avverbio latino sera - basta aprire il Mandosio per saperlo Gerusalemme cttm sero esset die illo, a tarda ora di quel giorno
- significa lardi; quindi con quel sero die illo si viene a dire che della Risurrezione. Ma siccome quell' ora avanzata, quel sero, che
i reduci discepoli arrivarono a Gerusalemme ad ora tarda del giorno non vuoI già dire di sera; ma tardi, può estenùersi per tutta la
della Risurrezione, o come interpreta qui il Calmet nella tradu- notte sin presso all'aurora del dì seguente, così conchiudo che tutto
zione del Mansi, mu,lta iam nocte, a notte inoltrata. Secoli addietro il tempo rimase loro per un viaggio di 160 stadi, pari a 20 miglia
più chiaramente e con più autorità spiegava così questo passo Esichio, romane, pel quale bastavàno loro ore 6, o poco più; e così l'ora
cittadino .e patriarcar,'di Gerusalemme. Sero enim appellare solemus dell'arrivo, comunque avanzata e tarda del giorno della Risurrezione,
qtwd ad mnltam noctem protendituì' tempus(2), Preso quel sero in sarebbe ancora stata sero die ilio, o per dirla colla fras'e di S. Giro-
questo significato ci offre un tempo bastante per un viaggio di 60 lamo, nocte magna ex parte transacta.
stadi come per uno di 160, perchè ci permette di far arrivare i due « Sia pure; ma come un viaggio così lungo si sarebbe potuto
eadem hora ripetere?» Nuova difficoltà, alla quale ecco pronta
CI) M'intendo di dire con ciò che la proposta difficoltà si oppone non solo ai ,160 stadi, e breve la risposta: Che quel viaggio sia stato ripetuto, è certo per
ma ancora ai 60, perchè, nissuno potl'ebbe in mezz'ora pcrcorrere sctte miglia e mezzo. l'asserzione del Vangelo: il quale tuttavia si tace intorno al modo
(2) Collectio dìflìcnltattm" et solutionnm excel"pta per compendiurn, etc. Nei con cui si ripetè. Se in un avvenimento miracoloso nel principio,
Monumenta graeea del CotcHer (Co te le l'i'us) voI. III, nella soluzione alla difficoltà LVII.
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nel mezzo e nel fine ~on si vuoI amIhettere una vigoria straordi-
naria, supernamente infusa; e se agli avversari non par proprio
possibile che per la stanchezza dei viaggiatori quel viaggio abbia CAPO VIII.
potuto ripetersi a piedi, suppongano pure che fu fatto a cavallo, Ernaus dopo le crociate.
che noi non vi ci opporremo. E cosÌ senza spreco di parole la
grande difficoltà è già bella e disciolta (1). Mi accingo a terminare il mio lavoro come l'incominciai, ritor-
nando cioè alla storia d'Emaus, non tuttavia per continuare il rac-
(1) II già citato GuilleulOt risponde alla proposta difficoltà con prove di fatto. Egli conto di avvenimenti succeduti in quella terricciuola dopo il breve
sCl'ive a pago 7 del suo Ernmai),s-Nicopolis : Pendant mes travaux d>Amoas , pOUT
une chose 1J,7'gente onbliee, mes ouvriers .ant aCGompli mainles fois cette prétendue regno latino di Gerusalemme, ma solo per esporre le vicende, a cui
impossibilité (del ripetuto viaggio tra Emaus, or Emuàs, e Gerusalemme). Au reste, d'allora in poi Emaus andò soggètto nell'opinione degli occidentali
l'épreuve est (acile: faites luire deux 1nidy'idifh (moneta d'Abdul Megid, del valore ~irca il vario posto che costoro gli assegnarono. E dico degli occi-
di L. 4,50) sous les yeux de deux (ellahs de Jérusalem. Q1.1'ils soient certains de dentali, perchè in quanto ai levantini abbiam già visto abbastanza
ies recevoir si, dans le dilai de onze. heures, ils rapportent une 1'éponse à une averlo essi creduto sempre in quell'Emuàs, che nella lingua araba
lett1'e que vous adressez èI A11'was; là une personne avertie devra les nourrir et
les (aire reposer tI,ne heure. Qu>ils partent vers onze heures du matin de Jér1.1- parlata in Palestina ne perpetua il nome. Che se così fu, anche i
sall'm, à dix hentes du soir ils seront de retour. Sans doute vous ne les Ve1"reZ Crociati dovettero venerarlo colà, come venerarono ogni altro san-
pas le jour suivant,. mais si to'Us les deu.x 01.1 trois jours, vous disirez continuer tuario là dove i levantini fratelli venivanli indicando loro. Ne abbiam
l'épreuve, je V01tS certifie q1te vous vous lasserez plus vite que vos clients. _ la prova in que' coevi storiografi, che raccontano l'ultima tappa
De'ux midjidieh ... cela vaut 9 franes.' Il me semble que les disciples d'Emmaus
.. avaient un moteur d'une puissance bie'n supétieure ...
dei soldati della Croce prima di giungere alla Santa Città; e sono
Ecco ancora una più recente prova di fatto, raccontatami dall'amico citato qua sopra,
Fulcherio di Chartres, Alberto d'Aix, Baldrico di Dola, Guglielmo di
che con altri 32 pellegrini, fra cui cinque della carovana francese, . visitò Emuàs nel Tiro e l'Anonimo dei Gesta Francorum expugnantitt,m Iherusalem(I).
lunedì dell'ultima pasqua, iniziandovi solennemente una nuova più giuSta pellegrinazione Compendiamone subito il racconto.
al vero Emaus Evangelico. I convenuti furono ricevuti colà da un santo prete ~rancese L'esercito cristiano, dopo un rìposo di tre o quattro giorm IO
che vi si stabilì da qualche tempo nella casetta e cappella costrutta presso le dis~otterrate Ramle, città della pianura che precede i monti della Giudea, si mosse
ruine dell'antica basilica, dalla fu madamigella Berta di Saint Cr'iq, l'acquisitrice di quel
santuario, e fondatrice in Betlemme di un monastero di Teresiane. In quel giorno che
colla risoluzione d'andarsi ad accampare appiè di que'monti stessi,
la romana liturgia consacra alla ricordanza di Cristo risorto e riconosciuto nella patria come ne assicura Alberto d'Aix, scrittore coevo. Usque ad locum
cii Cleofa, vi si cantò messa solenne, e nel pomeriggio il Te Delt1n, seguito dalla bene- quo haec montana incipiunt ... proficisci statuerunt (2). Prudente con-
dizione del Venerabile; dopo di che i pellegrini ritornarono verso sera alla Santa Città. siglio fu questo, onde aver intera la vegnente giornata per l'ultimo
11 prete che ye li accolse, e vive colà vita erelllitica e santa, celebrandovi ogni giorno tratto di viaggio pericoloso fra le gole dei monti, e per arrivar in
la messa, ed alzandosi ogni notte a reeitarvi il mattutino innanzi il SS. Sacramento, che
debitamente licenziato yi conserva, quel prete è l'Ab. Viallet, distinto predicatore francese,
tempo a Gerusalemme da accamparvisi prima di notte. Che se tale
conosciuto assai hene a Homa, dove soggiornò più anni, per éui parla spedilamente la fu la risoluzione presa, e se i Crociati si acçamparono in Emàus,
nostra lingua. Siccome si porta spesso il Gerusalemme per sua divozione o per predicarvi Emaus non era ancora sui monti dov'è Cubebe, ma alle falde loro,
or in questo, or in quel monastero, egli attesta d'aver fatto quel viaggio in cinque ore dove incominciano, quo montana incipiunt.
a piè nudi, ed in ore quattro e mezza cui sandali ne' piedi, partito da Emuàs alle 'I ,1 anti- Lo confermano i verbi di moto, di cui quegli scrittori si ser-
meridiane, e rHornatovi nella sera dello stesso giorno. lo scrissi di ciò a Gerusalemme,
e di là fui accertato della verità del racconto fattomi dall'amico pellegrino, che è quello
vano.' Se allora Emaus fosse stato creduto sui monti, dove lo si
stesso che poco innanzi aveva incontrato l'Ab. Vigoureux, e raccoltone il giudizio sulla immaginò più tardi, coloro avrebbero adoperato il verbo salire.
presente questione. Come vedesi, il Viallet mise alla provil e confermò il suggerimento
dell'architetto Guillemot. Cl) Trovansi tutti nella Collezione del Bongars, Gesta Dei per Francos, e nel Recueil
dl's Historiens des Croisades, che sta pubblicando l'Accademia francese.
(2) Diamone intero il testo: Quarta veroexorta luce, pariter peregrini proci-
dentes, viarn insistunt, relicta Rames (Ramle) qui usque ad locum q1l0 haec .mon-
tana incipiunt, quae urbem Iel'usalern in medio sitam undiquecircurnstant, pro-
ficisci statuerunt. - (Hi3t01'. ierosolimit. expedit. lib, V, ~ XLIII).
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nel mezzo e nel fine ~on si vuoI amIhettere una vigoria straordi-
naria, supernamente infusa; e se agli avversari non par proprio
possibile che per la stanchezza dei viaggiatori quel viaggio abbia CAPO VIII.
potuto ripetersi a piedi, suppongano pure che fu fatto a cavallo, Ernaus dopo le crociate.
che noi non vi ci opporremo. E cosÌ senza spreco di parole la
grande difficoltà è già bella e disciolta (1). Mi accingo a terminare il mio lavoro come l'incominciai, ritor-
nando cioè alla storia d'Emaus, non tuttavia per continuare il rac-
(1) II già citato GuilleulOt risponde alla proposta difficoltà con prove di fatto. Egli conto di avvenimenti succeduti in quella terricciuola dopo il breve
sCl'ive a pago 7 del suo Ernmai),s-Nicopolis : Pendant mes travaux d>Amoas , pOUT
une chose 1J,7'gente onbliee, mes ouvriers .ant aCGompli mainles fois cette prétendue regno latino di Gerusalemme, ma solo per esporre le vicende, a cui
impossibilité (del ripetuto viaggio tra Emaus, or Emuàs, e Gerusalemme). Au reste, d'allora in poi Emaus andò soggètto nell'opinione degli occidentali
l'épreuve est (acile: faites luire deux 1nidy'idifh (moneta d'Abdul Megid, del valore ~irca il vario posto che costoro gli assegnarono. E dico degli occi-
di L. 4,50) sous les yeux de deux (ellahs de Jérusalem. Q1.1'ils soient certains de dentali, perchè in quanto ai levantini abbiam già visto abbastanza
ies recevoir si, dans le dilai de onze. heures, ils rapportent une 1'éponse à une averlo essi creduto sempre in quell'Emuàs, che nella lingua araba
lett1'e que vous adressez èI A11'was; là une personne avertie devra les nourrir et
les (aire reposer tI,ne heure. Qu>ils partent vers onze heures du matin de Jér1.1- parlata in Palestina ne perpetua il nome. Che se così fu, anche i
sall'm, à dix hentes du soir ils seront de retour. Sans doute vous ne les Ve1"reZ Crociati dovettero venerarlo colà, come venerarono ogni altro san-
pas le jour suivant,. mais si to'Us les deu.x 01.1 trois jours, vous disirez continuer tuario là dove i levantini fratelli venivanli indicando loro. Ne abbiam
l'épreuve, je V01tS certifie q1te vous vous lasserez plus vite que vos clients. _ la prova in que' coevi storiografi, che raccontano l'ultima tappa
De'ux midjidieh ... cela vaut 9 franes.' Il me semble que les disciples d'Emmaus
.. avaient un moteur d'une puissance bie'n supétieure ...
dei soldati della Croce prima di giungere alla Santa Città; e sono
Ecco ancora una più recente prova di fatto, raccontatami dall'amico citato qua sopra,
Fulcherio di Chartres, Alberto d'Aix, Baldrico di Dola, Guglielmo di
che con altri 32 pellegrini, fra cui cinque della carovana francese, . visitò Emuàs nel Tiro e l'Anonimo dei Gesta Francorum expugnantitt,m Iherusalem(I).
lunedì dell'ultima pasqua, iniziandovi solennemente una nuova più giuSta pellegrinazione Compendiamone subito il racconto.
al vero Emaus Evangelico. I convenuti furono ricevuti colà da un santo prete ~rancese L'esercito cristiano, dopo un rìposo di tre o quattro giorm IO
che vi si stabilì da qualche tempo nella casetta e cappella costrutta presso le dis~otterrate Ramle, città della pianura che precede i monti della Giudea, si mosse
ruine dell'antica basilica, dalla fu madamigella Berta di Saint Cr'iq, l'acquisitrice di quel
santuario, e fondatrice in Betlemme di un monastero di Teresiane. In quel giorno che
colla risoluzione d'andarsi ad accampare appiè di que'monti stessi,
la romana liturgia consacra alla ricordanza di Cristo risorto e riconosciuto nella patria come ne assicura Alberto d'Aix, scrittore coevo. Usque ad locum
cii Cleofa, vi si cantò messa solenne, e nel pomeriggio il Te Delt1n, seguito dalla bene- quo haec montana incipiunt ... proficisci statuerunt (2). Prudente con-
dizione del Venerabile; dopo di che i pellegrini ritornarono verso sera alla Santa Città. siglio fu questo, onde aver intera la vegnente giornata per l'ultimo
11 prete che ye li accolse, e vive colà vita erelllitica e santa, celebrandovi ogni giorno tratto di viaggio pericoloso fra le gole dei monti, e per arrivar in
la messa, ed alzandosi ogni notte a reeitarvi il mattutino innanzi il SS. Sacramento, che
debitamente licenziato yi conserva, quel prete è l'Ab. Viallet, distinto predicatore francese,
tempo a Gerusalemme da accamparvisi prima di notte. Che se tale
conosciuto assai hene a Homa, dove soggiornò più anni, per éui parla spedilamente la fu la risoluzione presa, e se i Crociati si acçamparono in Emàus,
nostra lingua. Siccome si porta spesso il Gerusalemme per sua divozione o per predicarvi Emaus non era ancora sui monti dov'è Cubebe, ma alle falde loro,
or in questo, or in quel monastero, egli attesta d'aver fatto quel viaggio in cinque ore dove incominciano, quo montana incipiunt.
a piè nudi, ed in ore quattro e mezza cui sandali ne' piedi, partito da Emuàs alle 'I ,1 anti- Lo confermano i verbi di moto, di cui quegli scrittori si ser-
meridiane, e rHornatovi nella sera dello stesso giorno. lo scrissi di ciò a Gerusalemme,
e di là fui accertato della verità del racconto fattomi dall'amico pellegrino, che è quello
vano.' Se allora Emaus fosse stato creduto sui monti, dove lo si
stesso che poco innanzi aveva incontrato l'Ab. Vigoureux, e raccoltone il giudizio sulla immaginò più tardi, coloro avrebbero adoperato il verbo salire.
presente questione. Come vedesi, il Viallet mise alla provil e confermò il suggerimento
dell'architetto Guillemot. Cl) Trovansi tutti nella Collezione del Bongars, Gesta Dei per Francos, e nel Recueil
dl's Historiens des Croisades, che sta pubblicando l'Accademia francese.
(2) Diamone intero il testo: Quarta veroexorta luce, pariter peregrini proci-
dentes, viarn insistunt, relicta Rames (Ramle) qui usque ad locum q1l0 haec .mon-
tana incipiunt, quae urbem Iel'usalern in medio sitam undiquecircurnstant, pro-
ficisci statuerunt. - (Hi3t01'. ierosolimit. expedit. lib, V, ~ XLIII).
'- 111- -113 -
Fulcherio invece scrisse che, partiti i Crociati da Ramle, cammi- l'ultima stazione fu presso i monti, iuxta montana, non potè essere
narono sino ad Emaus: Usque ad caslellum quod dicitur Emaus, a Cubebe in sui monti; e se, al riferire degli altri tre storici, avvenne
mnbulaverunt (I). L'Anonimo dei Gesta Francorum disse semplice- in Emaus, Emaus era presso i monti, iuxta montana, come Emuàs.
mente che vi andarono: Profecti sunt usqul5 ad castellum quod Questo testo d'Alberto e l'altro di Baldrico sono nella presente
dicitur Emaus (2). E Guglielmo di Tiro asserì che vi arrivarono: Per- questione così decisi vi che i' Avversario, vedendo di non poterli in
venerunt Nicopolim, la q'uale, dum vicus adhuc esse t , il Vangelo alcun modo impugnare, giudicò prudente di sopprimerli, e nello
appellat Emaus (3). Il verbo salire adopera Baldrico; ma come? Egli sforzo fatto per provare il suo Emaus-Cubebe cogli storici delle cro-
non nomina il villaggio di quell'ultima nottata, ma discorrendo del- ciate, lasciò addietro quello del Canonico Aquense" e non fe'il più
l'impazienza di quella divota torma, non composta tutta di militari" lieve cenno di quello del Vescovo di Dola, sebbene, la costui Storia
di presto arrivare alla meta, dice che allo spuntare del giorno salì Gerosolimitana trovisi nella collezione del Bongars con quelle degli
instancabile sui vicini imminenti monti: Illuxit dies, et MON'l'ANA altri fin qui nominati.
QUAE JNSTABANT Dei populus indefessus conscendit (~). Se dopo quella Raccogliamo noi adesso, come in un fascio, gl'indizi che gli sto-
notte insonne passata io Emaus, quell'esercito salì sui vicini monti, rici delle crociate ci danno intorno al sito d'Emaus nei tempi loro.
Emaus allora non era certamente sui monti, ma appiè di essi, Ì1.~xta Da Ramle vi si andava semplicemente, vi si camminava, vi si arri-
montana, come si esprime Alberto d'Aix. vava, non vi si saliva: era quindi in pianura, in loco campestri,
11 quale, dopo d'aver detto che i Crociati, nel loro proposito di come ai tempi de'Maccabei e di Gioseffo Flavio. Volendo di là pro-
• accamparsi appiè dei monti della Giudea, patirono nella prima loro seguire per Gerusalemme dovevasi salire sui monti imminenti, come
fermata scarsezza d'acqua, ma che a tre miglia di là trovarono in fatto avevano sei secoli prima Paola Romana e la figlia Eustochia,
Emaus fontane scorrenti e cisterne con ampio foraggio pei cavalli (5) .. perocchè imminenti e vicini erano que'monti, montana instabant",
conchiude dicendo (dopo raccontato un'eclisse avvenuto) che ivi si ed esso eravi da presso, iuxta montana, e precisamente come ai
accamparono presso i monti. Hospitatis denique christianis in eodem tempi di S. Girolamo, dove le montagne della Giudea cominciano
loco IUXTA MONTANA Ierusalem cum universo exercitu, etc. (6) Ora se quel- ad alzarsi, quo haec montana incipiunt: - tlbi iudaeae provineiae
- ~ --_._ _--
.. ._- - -- --
montana ineipiunt consttrgere. Quell'Emaus inoltre aveva abbon-
('I) Mora ibi per qualtwr dies (acta, ... Hieru,salem iter S1.mm praetenderunt.
Ipso' die Ilsqu,e ad casteUwn quod dicitur Emaus, ambulaveru,nt. _ (Gesta Pere-
danza d'acque e di foraggi: Non solum aquarum eopiam, verwn
grinant. Francor., ~ "XVIII). etiam pabula equorum pl1trima; perocchè vi si erano incontrate
(2) MOl'atiqlle sunt ibi (in Ramle) per quatuol' dies ... Ibique mmcios Christianorum cisterne e fontane scorrenti : cisternis et irriguis {ontibus compertis;
Syrianorllm, qui emnt in Bethlehem, habuerunt... Atque ipsa die pro(ecti sunt donde conchiude il Tirio Arcivescovo che così ben provvisti (avendo
usque ad castellum quod dicitu/' Emaus, sexaginta stadiorum ab Iherusalem. _ da Ramle riportato ampIo bottino di vittovaglie (ll) i Crociati pas-
(Gesta Francol'. expugnant. HieJ"usal. ) ~ XXII).
(3) "Cnde ( da Ramle) ass/lmptis itineris ducibus, vir'is prudentibus et locoTum
saronvi tranquillamente la notte. Ubi noctem illam in aquarum·' abun-
peritis, percene/'unt Nicopqlim. Est autem Nicopolis civitas Palaestinae : hanc dum dantia et rerum copia vie lui necessariarum egerunt tranquillam.
viclls adhac esse t, sacer EvangelioJ'wn liber appellat Emma'/.ls, beatusque Lucas Contro quest'ultima prova delle acque abbondanti in Emaus, or
hanc dicit ab Hiaosolymis distare sexaginta stadiis. De hac SozomemlS, in sexto Emuàs, ed assenti da Cubebe, gli avversari s'attaccano, come suoi
tripartitae lIistol'iae libro, ita ait: Hanc R01nani post vastationem Hierosolymorum, dirsi, alle funi del cielo, per isventarla; ed oltre il negare, ma in-
Iudaeaeqlle cictoi'i(l;ln) Nicopolim ex fventu vidoriae vocaterunt. Ante han c urbem
in triVio) Hbi Clu'istlls cmn Cleopha pos! reswTectionem noscitur ambulasse tam- vano, come abbiam veduto, le fontane del nostro Emuàs, van ripe-
quam ad aliwm (Jic/t"ln itlli ' lIS, fons quidam est saZ,utaris, etc. (Bell. Sacro VII, 24). tendo che se in Cubebe fontane non sono, vi si vedono tuttavia
(4) BALDRICI .-\.RCHIEPISC. DOLEl'iSIS Hist. l1ierosol.lib. IV, pago ,130 nel voI. I del Bongars.
(5) In loco ilio penuria a·guae ninu".a re}Jel'ta est. Unde ad castellum Emmaus ('1) Ubi cum Franci venissent, repererunt areas tritici innumeras) et annonae
trans tria milliaria, ci.st.e/'nis et iI'/'i.g/li.s (ontibllS compertis ex relatione convialoris etiam trituratae magnam abundantiam (ANONIMO, Gesta Francor. expugnant. Hie-
et d'/.lctoris sui Sarraceni pbtrima ìnaJWS Qnnigerorum transmissa est, qui non r'usal., ~ xxn). Lo stesso e meglio attesta Fulcherio di Chartres; e Raimondo di Agiles
solHm aqlLarum copia m ) vel'tt?n etiam pab-ula equorum att1llere plurima (ALBERTI (Histor. Francor. qui, etc.) aggiunge che dei viveri trovati in Ramle, caricarono buoi,
AQUENS. CANONICI Historia Hiel'osolimitana(' 1!J..'p~dit. Iib. V, ~ XLIIl) . c avalli, camelli e quanti avevano giumenti, e Ii trasportarono a Gerusalemme.
(6) lbid. XLIV.
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Fulcherio invece scrisse che, partiti i Crociati da Ramle, cammi- l'ultima stazione fu presso i monti, iuxta montana, non potè essere
narono sino ad Emaus: Usque ad caslellum quod dicitur Emaus, a Cubebe in sui monti; e se, al riferire degli altri tre storici, avvenne
mnbulaverunt (I). L'Anonimo dei Gesta Francorum disse semplice- in Emaus, Emaus era presso i monti, iuxta montana, come Emuàs.
mente che vi andarono: Profecti sunt usqul5 ad castellum quod Questo testo d'Alberto e l'altro di Baldrico sono nella presente
dicitur Emaus (2). E Guglielmo di Tiro asserì che vi arrivarono: Per- questione così decisi vi che i' Avversario, vedendo di non poterli in
venerunt Nicopolim, la q'uale, dum vicus adhuc esse t , il Vangelo alcun modo impugnare, giudicò prudente di sopprimerli, e nello
appellat Emaus (3). Il verbo salire adopera Baldrico; ma come? Egli sforzo fatto per provare il suo Emaus-Cubebe cogli storici delle cro-
non nomina il villaggio di quell'ultima nottata, ma discorrendo del- ciate, lasciò addietro quello del Canonico Aquense" e non fe'il più
l'impazienza di quella divota torma, non composta tutta di militari" lieve cenno di quello del Vescovo di Dola, sebbene, la costui Storia
di presto arrivare alla meta, dice che allo spuntare del giorno salì Gerosolimitana trovisi nella collezione del Bongars con quelle degli
instancabile sui vicini imminenti monti: Illuxit dies, et MON'l'ANA altri fin qui nominati.
QUAE JNSTABANT Dei populus indefessus conscendit (~). Se dopo quella Raccogliamo noi adesso, come in un fascio, gl'indizi che gli sto-
notte insonne passata io Emaus, quell'esercito salì sui vicini monti, rici delle crociate ci danno intorno al sito d'Emaus nei tempi loro.
Emaus allora non era certamente sui monti, ma appiè di essi, Ì1.~xta Da Ramle vi si andava semplicemente, vi si camminava, vi si arri-
montana, come si esprime Alberto d'Aix. vava, non vi si saliva: era quindi in pianura, in loco campestri,
11 quale, dopo d'aver detto che i Crociati, nel loro proposito di come ai tempi de'Maccabei e di Gioseffo Flavio. Volendo di là pro-
• accamparsi appiè dei monti della Giudea, patirono nella prima loro seguire per Gerusalemme dovevasi salire sui monti imminenti, come
fermata scarsezza d'acqua, ma che a tre miglia di là trovarono in fatto avevano sei secoli prima Paola Romana e la figlia Eustochia,
Emaus fontane scorrenti e cisterne con ampio foraggio pei cavalli (5) .. perocchè imminenti e vicini erano que'monti, montana instabant",
conchiude dicendo (dopo raccontato un'eclisse avvenuto) che ivi si ed esso eravi da presso, iuxta montana, e precisamente come ai
accamparono presso i monti. Hospitatis denique christianis in eodem tempi di S. Girolamo, dove le montagne della Giudea cominciano
loco IUXTA MONTANA Ierusalem cum universo exercitu, etc. (6) Ora se quel- ad alzarsi, quo haec montana incipiunt: - tlbi iudaeae provineiae
- ~ --_._ _--
.. ._- - -- --
montana ineipiunt consttrgere. Quell'Emaus inoltre aveva abbon-
('I) Mora ibi per qualtwr dies (acta, ... Hieru,salem iter S1.mm praetenderunt.
Ipso' die Ilsqu,e ad casteUwn quod dicitur Emaus, ambulaveru,nt. _ (Gesta Pere-
danza d'acque e di foraggi: Non solum aquarum eopiam, verwn
grinant. Francor., ~ "XVIII). etiam pabula equorum pl1trima; perocchè vi si erano incontrate
(2) MOl'atiqlle sunt ibi (in Ramle) per quatuol' dies ... Ibique mmcios Christianorum cisterne e fontane scorrenti : cisternis et irriguis {ontibus compertis;
Syrianorllm, qui emnt in Bethlehem, habuerunt... Atque ipsa die pro(ecti sunt donde conchiude il Tirio Arcivescovo che così ben provvisti (avendo
usque ad castellum quod dicitu/' Emaus, sexaginta stadiorum ab Iherusalem. _ da Ramle riportato ampIo bottino di vittovaglie (ll) i Crociati pas-
(Gesta Francol'. expugnant. HieJ"usal. ) ~ XXII).
(3) "Cnde ( da Ramle) ass/lmptis itineris ducibus, vir'is prudentibus et locoTum
saronvi tranquillamente la notte. Ubi noctem illam in aquarum·' abun-
peritis, percene/'unt Nicopqlim. Est autem Nicopolis civitas Palaestinae : hanc dum dantia et rerum copia vie lui necessariarum egerunt tranquillam.
viclls adhac esse t, sacer EvangelioJ'wn liber appellat Emma'/.ls, beatusque Lucas Contro quest'ultima prova delle acque abbondanti in Emaus, or
hanc dicit ab Hiaosolymis distare sexaginta stadiis. De hac SozomemlS, in sexto Emuàs, ed assenti da Cubebe, gli avversari s'attaccano, come suoi
tripartitae lIistol'iae libro, ita ait: Hanc R01nani post vastationem Hierosolymorum, dirsi, alle funi del cielo, per isventarla; ed oltre il negare, ma in-
Iudaeaeqlle cictoi'i(l;ln) Nicopolim ex fventu vidoriae vocaterunt. Ante han c urbem
in triVio) Hbi Clu'istlls cmn Cleopha pos! reswTectionem noscitur ambulasse tam- vano, come abbiam veduto, le fontane del nostro Emuàs, van ripe-
quam ad aliwm (Jic/t"ln itlli ' lIS, fons quidam est saZ,utaris, etc. (Bell. Sacro VII, 24). tendo che se in Cubebe fontane non sono, vi si vedono tuttavia
(4) BALDRICI .-\.RCHIEPISC. DOLEl'iSIS Hist. l1ierosol.lib. IV, pago ,130 nel voI. I del Bongars.
(5) In loco ilio penuria a·guae ninu".a re}Jel'ta est. Unde ad castellum Emmaus ('1) Ubi cum Franci venissent, repererunt areas tritici innumeras) et annonae
trans tria milliaria, ci.st.e/'nis et iI'/'i.g/li.s (ontibllS compertis ex relatione convialoris etiam trituratae magnam abundantiam (ANONIMO, Gesta Francor. expugnant. Hie-
et d'/.lctoris sui Sarraceni pbtrima ìnaJWS Qnnigerorum transmissa est, qui non r'usal., ~ xxn). Lo stesso e meglio attesta Fulcherio di Chartres; e Raimondo di Agiles
solHm aqlLarum copia m ) vel'tt?n etiam pab-ula equorum att1llere plurima (ALBERTI (Histor. Francor. qui, etc.) aggiunge che dei viveri trovati in Ramle, caricarono buoi,
AQUENS. CANONICI Historia Hiel'osolimitana(' 1!J..'p~dit. Iib. V, ~ XLIIl) . c avalli, camelli e quanti avevano giumenti, e Ii trasportarono a Gerusalemme.
(6) lbid. XLIV.
8
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molte antiche cisterne, la cui acqqa, dicon essi, avrebbe potuto da Gerusalemme) e quindi non in Emuàs. Ma siccome gli occiden-
bastare a tutto l'esercito crocesignato ed alle sue cavalcature. E poC tali non misuravano a stadi le distanze, ma a miglia e leghe, così
soggiungono, potevano ben esservi sta te una volta le fontane ed sotto la penna di que' due i 60 stadi non han altra valore che questo
essersi perdute. Ma noi, rispondendo loro, li preghiamo di spiegarci di ammonirci che l'Emaus di cui parlano è proprio quel desso, di
come le vuote cisterne di Cubebe possano dar da bere ad un esercito? cui trovasi scritto che tanto distasse da Gerusalemme. Così quando
Sarebber eglino per avventura in grado di provarci che piene lo nominano Castellum) non vogliono già esprimere che un castello
d'acqua le fossero quando il pio Goffredo - Il gran Sepolcro liberò fosse veramente ai tempi loro, ma solo che era quel tal luogo che
di Crist9? - Ma noi dom,andiamo di più: come posson eglino pro- così trovavasi denominato nel Vangelo secondo il Volgato. ,Che la
vare che l'esercito della Croce sia passato per Cubebe? Dov'è l'au- cosa stia proprio in questi termini appare dalle parole del prin-
tore antico che lo asserisca? Risponderanno anche qui col ritor- cipale dei due, che è l'Arcivescovo di Tiro. (L'altro non fu in Pa-
nello dei 60 stadi? Ma dov'è la prova che que' 60 sJadi debbano lestina). Guglielmo dunque incomincia con dire che i Crociati arri-
far capo a Cubebe e non altrove? Sebbene sia pur nulla di tutto varono a Nicopoli, pervenerunt Nicopolim)' e poi soggiunge che
. ciò; ma lo storico d'Aix non parla solo di cisterne trovate in Emaus, codesta NicOI>oli è città non della Giudea, ma della Palestina: est
sì ancora di fontane, e fontane scorrevoli ed irrigatrici, cisternis et autem Nicopolis civitas Palaestinae, chiamata Emaus dal Vangelo
irrigtds fontibus comperlis) quali soltanto possono render ragione quand'era semplice villaggio, hanc dum ViC'tbS adh'Uc esset, sacer
dell'ampIa pasciona ivi stesso ritrovata, pabula equorum plurima; Evangeliorum liber appellat Ema'tts)' e San Luca la disse distante
ragione che render non possono le cisterne, per quanto le si vo- da Gerusalemme 60 stadi, beatusque Lucas hanc dixit ab Hiero-
gliano numerose, perchè non è con acqua di cisterna che si adac- solymis distare sexaginta stadiis. La distanza adunque dei 60 stadi
"'quano i prati per ottenerne pabula equorum plurima. Le quali non è asserita dal dotto Arcivescovo che si conosceva assai bene
cisterne inoltre, appunto perché numerose in Cubebe, una cosa sola de'luoghi, ma ascritta al Vangelo di San Luca, che nella versione
provano, l'aridità perpetua di quel suolo, che quando da bel prin· latina degli occidentali portava e porta veramente così. Ora siccome
cipio fu coperto di fabbriche, necessitò la costruzione di tanti ri- noi abbiam provato che San Luca non scrisse 60 stadi, ma ben 160,
cetti per raccorre e conservare agli abitatori le acque piova ne nella quindi l'opposizione che altri potrebbe trarre dalle parole del Tirio,
totale mancanza delle sorgenti. sarebbe cassa d'ogni valore (1).
Vero è che le fontane possono talora sparire per qualche tel- Proseguo intanto nel mio còmpito, quello di proyare che ai
lurgico sconvolgimento; ma dove sono colassù i segni d'una scossa tempi dei Crociati Emaus era creduto ancor sempre in Emuàs, non
tale del suolo da farvi scomparire le sorgenti che si pretende es- in Cubebe: e ciò farò con un documento del 1141, con un pelle-
servi state? Quel sasseo pianoro non presenta fenditura nè spacco grinaggio latino del 1172 e con un altro greco del 1185.
di sorta: il prossimo Nabi-Samuìl erge ancor sempre al cielo la sua Il documento che qui nomino, è quella convenzione stipulata
vetta fiancheggiata d'ebraiche tombe e grotte: gettano ancora le fonti tra i Canonici del S. Sepolcro ed i Cavalieri dello Spedale, che io
di Colonia, di Cariet-el-enab e -di Lifta, antica Neftoa; gettano quelle riportai più sopra nel chiudere la breve storia della nostra città.
di Ethan alle Vasche di Salomone, di Aen Carem nella patria del In essa convenzione parlasi dei prodotti della terra d'Emaus e dei
Battista e presso la grotta del suo deserto: gettano da ultimo,. get- suoi casali (tetram de Emaus et de s'ttis casalibus) che vi si nominano
tano ancor sempre quelle di ;Emuàs, che dicono a quanti non voglion in numero di sei, e dei quali è detto che trovansi sparsi sui monti
esser sordi: Qui sui freschi nostri margini e non lassù sugli aridi
1

monti, fu Emaus. - E or come non getterebbero ancora quelle di (I) Pel Tirio inoltre, Emaus è micor sempre quello degli antichi, perchè egli nel
Cubebe, se mai fossero state? designarlo fa sue le parole di Sozomeno, fra cui quelle che ne mostrano una fontana in
Prima di separarmi dagli storici delle crociate non voglio lasciar un trivio; trivio e fontana che vedonsi ancora in Emuàs, non altrove. Quest' Emaus
inosservato che due di loro (l'Anonimo dei Gesta Francorum e Gu- adunque e non altro è indicato dal primo storico delle crociate. Anche qui l'Avversario
glielmo Tirio) nominano i 60 stadi del Vangelo; dal che taluno po- rkonosce la forza di quest'argomento, sopprimendo con un prudente etcetera quelle parole
di Sozomeno nel testo del Tirio che riportà, perchè ben sa, che nè di fontana nè di
trebbe conchiudere che quei due lo collocavano a quella distanza lriYio v'è traccia nel suo Cubebe.
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molte antiche cisterne, la cui acqqa, dicon essi, avrebbe potuto da Gerusalemme) e quindi non in Emuàs. Ma siccome gli occiden-
bastare a tutto l'esercito crocesignato ed alle sue cavalcature. E poC tali non misuravano a stadi le distanze, ma a miglia e leghe, così
soggiungono, potevano ben esservi sta te una volta le fontane ed sotto la penna di que' due i 60 stadi non han altra valore che questo
essersi perdute. Ma noi, rispondendo loro, li preghiamo di spiegarci di ammonirci che l'Emaus di cui parlano è proprio quel desso, di
come le vuote cisterne di Cubebe possano dar da bere ad un esercito? cui trovasi scritto che tanto distasse da Gerusalemme. Così quando
Sarebber eglino per avventura in grado di provarci che piene lo nominano Castellum) non vogliono già esprimere che un castello
d'acqua le fossero quando il pio Goffredo - Il gran Sepolcro liberò fosse veramente ai tempi loro, ma solo che era quel tal luogo che
di Crist9? - Ma noi dom,andiamo di più: come posson eglino pro- così trovavasi denominato nel Vangelo secondo il Volgato. ,Che la
vare che l'esercito della Croce sia passato per Cubebe? Dov'è l'au- cosa stia proprio in questi termini appare dalle parole del prin-
tore antico che lo asserisca? Risponderanno anche qui col ritor- cipale dei due, che è l'Arcivescovo di Tiro. (L'altro non fu in Pa-
nello dei 60 stadi? Ma dov'è la prova che que' 60 sJadi debbano lestina). Guglielmo dunque incomincia con dire che i Crociati arri-
far capo a Cubebe e non altrove? Sebbene sia pur nulla di tutto varono a Nicopoli, pervenerunt Nicopolim)' e poi soggiunge che
. ciò; ma lo storico d'Aix non parla solo di cisterne trovate in Emaus, codesta NicOI>oli è città non della Giudea, ma della Palestina: est
sì ancora di fontane, e fontane scorrevoli ed irrigatrici, cisternis et autem Nicopolis civitas Palaestinae, chiamata Emaus dal Vangelo
irrigtds fontibus comperlis) quali soltanto possono render ragione quand'era semplice villaggio, hanc dum ViC'tbS adh'Uc esset, sacer
dell'ampIa pasciona ivi stesso ritrovata, pabula equorum plurima; Evangeliorum liber appellat Ema'tts)' e San Luca la disse distante
ragione che render non possono le cisterne, per quanto le si vo- da Gerusalemme 60 stadi, beatusque Lucas hanc dixit ab Hiero-
gliano numerose, perchè non è con acqua di cisterna che si adac- solymis distare sexaginta stadiis. La distanza adunque dei 60 stadi
"'quano i prati per ottenerne pabula equorum plurima. Le quali non è asserita dal dotto Arcivescovo che si conosceva assai bene
cisterne inoltre, appunto perché numerose in Cubebe, una cosa sola de'luoghi, ma ascritta al Vangelo di San Luca, che nella versione
provano, l'aridità perpetua di quel suolo, che quando da bel prin· latina degli occidentali portava e porta veramente così. Ora siccome
cipio fu coperto di fabbriche, necessitò la costruzione di tanti ri- noi abbiam provato che San Luca non scrisse 60 stadi, ma ben 160,
cetti per raccorre e conservare agli abitatori le acque piova ne nella quindi l'opposizione che altri potrebbe trarre dalle parole del Tirio,
totale mancanza delle sorgenti. sarebbe cassa d'ogni valore (1).
Vero è che le fontane possono talora sparire per qualche tel- Proseguo intanto nel mio còmpito, quello di proyare che ai
lurgico sconvolgimento; ma dove sono colassù i segni d'una scossa tempi dei Crociati Emaus era creduto ancor sempre in Emuàs, non
tale del suolo da farvi scomparire le sorgenti che si pretende es- in Cubebe: e ciò farò con un documento del 1141, con un pelle-
servi state? Quel sasseo pianoro non presenta fenditura nè spacco grinaggio latino del 1172 e con un altro greco del 1185.
di sorta: il prossimo Nabi-Samuìl erge ancor sempre al cielo la sua Il documento che qui nomino, è quella convenzione stipulata
vetta fiancheggiata d'ebraiche tombe e grotte: gettano ancora le fonti tra i Canonici del S. Sepolcro ed i Cavalieri dello Spedale, che io
di Colonia, di Cariet-el-enab e -di Lifta, antica Neftoa; gettano quelle riportai più sopra nel chiudere la breve storia della nostra città.
di Ethan alle Vasche di Salomone, di Aen Carem nella patria del In essa convenzione parlasi dei prodotti della terra d'Emaus e dei
Battista e presso la grotta del suo deserto: gettano da ultimo,. get- suoi casali (tetram de Emaus et de s'ttis casalibus) che vi si nominano
tano ancor sempre quelle di ;Emuàs, che dicono a quanti non voglion in numero di sei, e dei quali è detto che trovansi sparsi sui monti
esser sordi: Qui sui freschi nostri margini e non lassù sugli aridi
1

monti, fu Emaus. - E or come non getterebbero ancora quelle di (I) Pel Tirio inoltre, Emaus è micor sempre quello degli antichi, perchè egli nel
Cubebe, se mai fossero state? designarlo fa sue le parole di Sozomeno, fra cui quelle che ne mostrano una fontana in
Prima di separarmi dagli storici delle crociate non voglio lasciar un trivio; trivio e fontana che vedonsi ancora in Emuàs, non altrove. Quest' Emaus
inosservato che due di loro (l'Anonimo dei Gesta Francorum e Gu- adunque e non altro è indicato dal primo storico delle crociate. Anche qui l'Avversario
glielmo Tirio) nominano i 60 stadi del Vangelo; dal che taluno po- rkonosce la forza di quest'argomento, sopprimendo con un prudente etcetera quelle parole
di Sozomeno nel testo del Tirio che riportà, perchè ben sa, che nè di fontana nè di
trebbe conchiudere che quei due lo collocavano a quella distanza lriYio v'è traccia nel suo Cubebe.
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adiacenti o vicini (de terra et de caeteris casalibus in ipsis montanis « Dalla santa città di Gerusalemme a circa miglia sei avvi la città
adiacentibus). Da queste parole si fa chiaro che, se i casali d'Emaus « di Armathem (eo'tlv ~ A(ìfl!X8efl 1COÀtç) in cui Samuele, quel gran
si trovavano sui monti adiacenti o vicini, Emaus non poteva tro- t( profeta, ebbe i natali. Dopo di quello (fl€'t' exetvov, cioè dopo Ar-
varvisi esso pure, ma doveva essere nel piano, onde potere quei « mathem), in distanza di circa altre sette miglia o anche di più, è
monti chiamarsi adiacenti o vicini ad esso, mentre tali chiamar non « l'Emaus, città grande, la quale nel mezzo d'una valle è posta sur
si potevano per motivo dei. casali che erano in essi o sovr'essi « un dorso eminente (xotÀ&'ooç flÉoOV xetfl€v'Ij ~v u7tep!Xv€a't'ljxo't~ fxxx{w).
monti. Così quell'adiacentibus concorderebbe, come di ragione, col « Così (da quella valle) per circa miglia ventiquattro si distende la
vicino ~uo nome montanis. Che se lo si volesse far concordare con t( ,contrada di Ramplea (di Ramle) ed in questa (contrada) .si vede
t( del gran martire San Giorgio un vastissimo tempio. ») Sin qui
terra e con casalibus onde poter collocare in sui monti anche la terra
d'Emaus, nè questa, nè i casali suoi potrebbero dirsi adiacenti o il Foca, il quale, sebbene non ci dà d'Emaus la precisa distanza
vicini ai monti quando vi fossero sopra; conciossiachè ragionerebbe da Gerusalemme, facendola indi lontana miglia tredici e più, non
da sciocco chi dicesse « Emaus ed i suoi casali stavano sopra i ammette certamente la distanza dei 60 stadi, pari a non più che sette
monti vicini a loro.») Nissun villaggio può dirsi vicino ad un monte miglia e mezzo. E questi è un monaco greco che senza dubbio
quando siede sovr'esso; nè alcun monte può dirsi vicino ad alcun conosceva il Vangelo greco di San Luca, nel quale bisogn·a pur dire
villaggio quando se lo reca sulle spalle. che anche allora i 60 stadi non si leggessero. Che se in que'tempi
La postura d'Emaus appiè de' monti vicini, attestata dalla Con- Emaus veneravasi nella distanza di più che tredici miglia da Geru-
"'Venzione del 1141, è confermata dal pellegrinaggio del 1172 collo salemme verso la pianura di Ramle, dove poteva ciò essere se non
stesso verbo adiacere. L'infaticabile bibliofilo della Palestina Tito in Emuàs, donde incomincia la pianura di Ramle, nella quale an-
Tobler pubblicò in San Gallo, fra tanti altri pellegrinaggi antichi, cora al dì d'oggi stanno in Lidda le ruine del gran tempio di San
quello ancora di un Teoderico De locis sanctis, che appartiene all'anno Giorgio? E in capo a quella pianura non vedesi forse il villaggio
indicato. Codesto Teoderico parla anch' egli di Emaus, e ci dona di Emuàs in mezzo ad una valle, sur una prominenza, quale ne
finanche il nome popolare che allora portava presso i Franchi, mostr~ Emaus il monaco greco del secolo dodicesimo? Lo attesti
dedotto dalle sue fontane. Dopo averci detto che la montagna occi- per me il recentissimo Guérin, il quale nel citato voI. I della sua
dentale della Giudea, su cui era Modin, prendeva il nome di Bel- Judée, a pago 293, 10 mostra collocato in parte in una valle, ed in
monte (ista montana a modernis Belmont appella ttr-r) , soggiunge: parte sul pendìo d'un poggio: situé, partie dans 'une vallée, et partie
His montibus adiacel castellum Emaus, quod moderni Fontenoid sur les pentes d'un monticule (I). Dunque Emaus ai tempi dei Cro-
vocant. Chi nulla nulla si capisce di latino, comprende assai bene che ciati non altrove si visitava che in Emuàs, con pieno accordo dei
Teoderico non ne mostra Emaus sui monti, ma adiacente o vicino latini e dei greci. '
ad essi, his '1nontib1.LS adiacet, in accordo colla Convenzione ante- Nel 1187 i Crociati, in seguito alla sconfitta toccata nella infausta
cedente e con Alberto d'Aix, che collocayalo non supra, ma iuxla battaglia di Tiberiade, perdono Gerusalemme, e debbono ritrarsi
montana, eco perpetua dell'inappellabile sentenza di San Girolamo: dalla Giudea. Allorchè dopo due anni Riccardo Cuor di Leone, ve-
Ubi iudaeae provinciae montana incipiunt consurgere. nuto a prender parte alla terza crociata, mostrava di voler salire
Passiamo alla testimonianza 'del pellegrinaggio greco. È questo alla riconquista della Santa Città, Emaus nella mente degli occi-
del monaco cretense Giovanni Foca, che visitava Gerusalemme due dentali era ancor sempre all'antico suo posto. Lo storico inglese
anni prima che Saladino la ritogliesse ai Crociati. Lo scoprì inedito Matteo Paris così parla del suo monarca: Cumque rex Richardus
in Schio, sua patria, Leone Allacci, e lo pubblicò in greco ed in latino cum nniverso exercitu suo pervenisse t ad caslrum Ernoldi et Betho-'
ne'Symmikta: i Bollandisti ne ripeterono la sola versione latina twple iuxta Emaus, ecce quidam bedevini, qui se regi obligaverant,
nel voI. 11, part. I di maggio. lo del passo relativo ad Emaus, ri-
portato dal Guérin con buona versione francese nel voI. I della sua (I) E prima (pag. 60) aveva già detto che quel villaggio si tiene ascoso in una valle
Judée, io, la mercè d'un dotto professore di greco mio amico, sono e sul pendio d'una collina. Se cache dans une vallée et S'W ' les pentes d'une colline.
in grado di presentare una quasi letterale traduzione, che ecco: - Ed ecco visibile ancora al dì d'oggi la valle e l'eminente dorso del greco Foca.
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adiacenti o vicini (de terra et de caeteris casalibus in ipsis montanis « Dalla santa città di Gerusalemme a circa miglia sei avvi la città
adiacentibus). Da queste parole si fa chiaro che, se i casali d'Emaus « di Armathem (eo'tlv ~ A(ìfl!X8efl 1COÀtç) in cui Samuele, quel gran
si trovavano sui monti adiacenti o vicini, Emaus non poteva tro- t( profeta, ebbe i natali. Dopo di quello (fl€'t' exetvov, cioè dopo Ar-
varvisi esso pure, ma doveva essere nel piano, onde potere quei « mathem), in distanza di circa altre sette miglia o anche di più, è
monti chiamarsi adiacenti o vicini ad esso, mentre tali chiamar non « l'Emaus, città grande, la quale nel mezzo d'una valle è posta sur
si potevano per motivo dei. casali che erano in essi o sovr'essi « un dorso eminente (xotÀ&'ooç flÉoOV xetfl€v'Ij ~v u7tep!Xv€a't'ljxo't~ fxxx{w).
monti. Così quell'adiacentibus concorderebbe, come di ragione, col « Così (da quella valle) per circa miglia ventiquattro si distende la
vicino ~uo nome montanis. Che se lo si volesse far concordare con t( ,contrada di Ramplea (di Ramle) ed in questa (contrada) .si vede
t( del gran martire San Giorgio un vastissimo tempio. ») Sin qui
terra e con casalibus onde poter collocare in sui monti anche la terra
d'Emaus, nè questa, nè i casali suoi potrebbero dirsi adiacenti o il Foca, il quale, sebbene non ci dà d'Emaus la precisa distanza
vicini ai monti quando vi fossero sopra; conciossiachè ragionerebbe da Gerusalemme, facendola indi lontana miglia tredici e più, non
da sciocco chi dicesse « Emaus ed i suoi casali stavano sopra i ammette certamente la distanza dei 60 stadi, pari a non più che sette
monti vicini a loro.») Nissun villaggio può dirsi vicino ad un monte miglia e mezzo. E questi è un monaco greco che senza dubbio
quando siede sovr'esso; nè alcun monte può dirsi vicino ad alcun conosceva il Vangelo greco di San Luca, nel quale bisogn·a pur dire
villaggio quando se lo reca sulle spalle. che anche allora i 60 stadi non si leggessero. Che se in que'tempi
La postura d'Emaus appiè de' monti vicini, attestata dalla Con- Emaus veneravasi nella distanza di più che tredici miglia da Geru-
"'Venzione del 1141, è confermata dal pellegrinaggio del 1172 collo salemme verso la pianura di Ramle, dove poteva ciò essere se non
stesso verbo adiacere. L'infaticabile bibliofilo della Palestina Tito in Emuàs, donde incomincia la pianura di Ramle, nella quale an-
Tobler pubblicò in San Gallo, fra tanti altri pellegrinaggi antichi, cora al dì d'oggi stanno in Lidda le ruine del gran tempio di San
quello ancora di un Teoderico De locis sanctis, che appartiene all'anno Giorgio? E in capo a quella pianura non vedesi forse il villaggio
indicato. Codesto Teoderico parla anch' egli di Emaus, e ci dona di Emuàs in mezzo ad una valle, sur una prominenza, quale ne
finanche il nome popolare che allora portava presso i Franchi, mostr~ Emaus il monaco greco del secolo dodicesimo? Lo attesti
dedotto dalle sue fontane. Dopo averci detto che la montagna occi- per me il recentissimo Guérin, il quale nel citato voI. I della sua
dentale della Giudea, su cui era Modin, prendeva il nome di Bel- Judée, a pago 293, 10 mostra collocato in parte in una valle, ed in
monte (ista montana a modernis Belmont appella ttr-r) , soggiunge: parte sul pendìo d'un poggio: situé, partie dans 'une vallée, et partie
His montibus adiacel castellum Emaus, quod moderni Fontenoid sur les pentes d'un monticule (I). Dunque Emaus ai tempi dei Cro-
vocant. Chi nulla nulla si capisce di latino, comprende assai bene che ciati non altrove si visitava che in Emuàs, con pieno accordo dei
Teoderico non ne mostra Emaus sui monti, ma adiacente o vicino latini e dei greci. '
ad essi, his '1nontib1.LS adiacet, in accordo colla Convenzione ante- Nel 1187 i Crociati, in seguito alla sconfitta toccata nella infausta
cedente e con Alberto d'Aix, che collocayalo non supra, ma iuxla battaglia di Tiberiade, perdono Gerusalemme, e debbono ritrarsi
montana, eco perpetua dell'inappellabile sentenza di San Girolamo: dalla Giudea. Allorchè dopo due anni Riccardo Cuor di Leone, ve-
Ubi iudaeae provinciae montana incipiunt consurgere. nuto a prender parte alla terza crociata, mostrava di voler salire
Passiamo alla testimonianza 'del pellegrinaggio greco. È questo alla riconquista della Santa Città, Emaus nella mente degli occi-
del monaco cretense Giovanni Foca, che visitava Gerusalemme due dentali era ancor sempre all'antico suo posto. Lo storico inglese
anni prima che Saladino la ritogliesse ai Crociati. Lo scoprì inedito Matteo Paris così parla del suo monarca: Cumque rex Richardus
in Schio, sua patria, Leone Allacci, e lo pubblicò in greco ed in latino cum nniverso exercitu suo pervenisse t ad caslrum Ernoldi et Betho-'
ne'Symmikta: i Bollandisti ne ripeterono la sola versione latina twple iuxta Emaus, ecce quidam bedevini, qui se regi obligaverant,
nel voI. 11, part. I di maggio. lo del passo relativo ad Emaus, ri-
portato dal Guérin con buona versione francese nel voI. I della sua (I) E prima (pag. 60) aveva già detto che quel villaggio si tiene ascoso in una valle
Judée, io, la mercè d'un dotto professore di greco mio amico, sono e sul pendio d'una collina. Se cache dans une vallée et S'W ' les pentes d'une colline.
in grado di presentare una quasi letterale traduzione, che ecco: - Ed ecco visibile ancora al dì d'oggi la valle e l'eminente dorso del greco Foca.
- tt8-
I 119 -
I mmciant etc. (1) Lo conferma con più d' alltorità e quasi colle
J
suna rassomiglianza fra Emaus e Cubebe, nel villaggio di quest'ul-
stesse parole Rodolfo di Coggeshale, che conosceva pienamente la timo nome indicano da quattro secoli la patria di eleofa. - Giovanni
Terrasanta pel lungo soggiorno fattovi ~ e per essersi trovato pre- da Wurzburgo, che visitava Gerusalemme durante la dominazione
sente all'ingresso in Gerusalemme del vincitore Saladino. Cumque latina, ci mostra alle falde orientali del Sion la cappella sotterranea
Rex cum exercitu suo devenisset ad castellum Ernoldi et ad Betho- del Carcere di S. Pietro con un'iscrizione che ricorda le parole
noble iuxla Emaus ... (2) Basta cosi: se allora Emaus era ancor cre- dell'angelo liberatore e quelle dell' Apostolo liberato: ed il buon
duto presso Bethnoble e Castel d'Arnoldo, era adunque ancor creduto prete bavar~_se aggiunge che egli medesimo nella festa di S. Pietro
in Emuàs appiè dei monti e nella pianura, come Castel d'Arnoldo, in vinculis vi celebrò la messa coll'orazione propria che diceva, Deus
fondato, al riferire' di Guglielmo di ·Tiro, in descensu montium, in q1.li Beatum Petrum a vinculis in hoc loco absolutum, etc. (1) I
. primis auspiciis campestri'L~m (3), e presso Bethnoble che ancor sus- Francescani invece hanno sempre mostrato iI Carcere di S. Pietro
siste con questo nome, non lungi d'Emuàs. E questa è l'ultima volta, non lungi dal S. Sepolcro (2) tra le ruine di Santa Maria la Latina (3).
per quanto ne consta a me, che negli scritti degli occidentali Emaus - Il santuario ancora della lapidazione di Santo Stefano, che era
è indicato al posto suo. . stato venerato sempre verso nord di Gerusalemme, ad uno stadio
Dopo d'allora lo si trova presso gli occidentali trasportato ben fuori della porta attuale di Damasco, già per l'appunto chiamata
lungi di là dalla pianura, cioè in sui monti; ma, ora presso il picco porta dì Santo Stefano (4), questo santuario trovasi trasportato a le-
di Nabi Samuìl, ora a poche miglia da Gerusalemme; quando, a vante in sul pendio del Moria, dove i Francescani lo indicarono sino
quel che pare, a Colonia, quando ad Abugòs e quando a Bethtulme, al di d'oggi. - Dietro questi esempi che potrebbero essere accre- ,
e per dirla col Saulcy, un peu partout, finchè verso il principio del sciuti di molto, può solo stupirsi del trasporto d'Emaus chi sia
secolo XVI riesce ai Francescani, non tutto in una volta, nè senza affatto ignaro di questi studi. Vediam ora noi in quanti differenti
difficoltà, di fissarlo alle ruine del villaggio di Cubebe, dove, sebben modi avvenne questo trasporto, tanto acremente impugnato dal mio
traccia non v'abbia di fontane, combinano i 60 stadi del Volgato (~). Avversario, che non oserà, spero, gridare anche qui alla calunnia
Ma prima che noi passiamo a provare codesto spostamento della contro i Francescani.
patria di Cleofa, dopo l'ultimo rovescio delle armi crociate, ne piace Nel secolo XlII l'autore della Citez de Jherusalem (5) così scrive
notare che esso non fu solo, ma parecchi ne avvennero nella Giudea in suo vecchio francioso al Capo VII. A tr8is lieues de Jherusalem
e nella stessa Gerusalemme, causati, crediamo noi, dall'assenza colà
di latini abitatori, dall'avversione vicendevole tra questi che rara- (1) DesCl'iptio Terrae Sanctae, cap. XII, nel voI. 155 della Patrologia latina del Migne.
mente vi pellegl'inavano, ed i levantini scismatici,e dalla sospettosa (2) Distat a sacratissimo dominicae resurrectionis tempIo quantum bis iacit
durezza de'fanatici dominatori, che impediva ogni topo grafica ri- orcus. Quaresmi, voI. Il, pago 89.
cerca. Modin,a cagion d'esempio, dal villaggio di Medieh, dove solo (3) Fino alla metà di questo secolo 'una tradizione mal fondata segnava le
rovine della chiesa di S. Maria latina presso al piazzale del S. Sepolcro pel luogo
ai tempi nostri fu restituito al proprio posto, trovasi allora traspor- della PTigione di S. Pietro, e quivi fu condotta altTesì la nost1'a GaTovana nel 1857.
tato a Soba, di fronte alla grotta del deserto di S. Giovanni; ed i DALFI, Viaggio Biblico, voI. IlI, pago 419.
Francescani lo mostrano colà ai pellegrini, non ostante .la nissuna (4) In quel sito, Eudocia Atenaide, moglie di Teodosio il giovine, edificò· una stu-
rassomiglianza di nome fra Modin e Soba, come non ostante la nis- penda basilica in onore del Protomartire, e, morta nel 460, vi fu sepolta. Quel tempio
fu poi distrutto dai Saraceni all'accostarsi dei Crociati, per la sua vicinanza alla città:
e per la stessa ragione, all'accostarsi delle truppe di Saladino, fu distrutto dai cristiani
(1) Historia Maiot. Ad an. ,1192. quello che essi medesimi avevano editìcato in luogo dell'antico. Questo è quanto si rac-
(2) Chronicon Anglic(11wm, nel voI. V della Veterum scriptor. ampliss. collectio coglie nell'anno 415 dalla Relazione dello scoprime12to delle reliquie del Santo, di Luciano
di Martene e Durand. prete; nel 594· dalla Storia Ecclesiastica di Evagrio Scolastico; nel 1102 dal Pellegrinaggio
(3) Histor. Iib. XIV, cap. 8. di Saewulf; verso ii 1231 dalla Citez de /herusalem del francese Ernoul, e finalmente
(4) Nel secolo quartodecimo (scriye il Robinson) sonvi tracce, come se una nuova
c(
dalla più parte dei cl'onacisti coevi delle crociate e dei . pellegl'inaggi dei sec. XI e XII.
« ipotesi avesse cominciato a trasportar Elllaus sopra le montagne ... Nel corso del sedi- (5) Fu finalmente conosciuto l'autore (Ernoul) della Citez, e l'anno press' a poco in
« cesimo secolo il trasferimento divenne completo; d'allora in poi Kubebeh comparisce cui fu scritta. V. ltineraires à Jérusalem ... p~~bliés par Henry Michelant et Gaston
« Emaus. » Biblical Resea-rches, etc. voI. III, pago 60. Raynaud. Genève, 1882.
- tt8-
I 119 -
I mmciant etc. (1) Lo conferma con più d' alltorità e quasi colle
J
suna rassomiglianza fra Emaus e Cubebe, nel villaggio di quest'ul-
stesse parole Rodolfo di Coggeshale, che conosceva pienamente la timo nome indicano da quattro secoli la patria di eleofa. - Giovanni
Terrasanta pel lungo soggiorno fattovi ~ e per essersi trovato pre- da Wurzburgo, che visitava Gerusalemme durante la dominazione
sente all'ingresso in Gerusalemme del vincitore Saladino. Cumque latina, ci mostra alle falde orientali del Sion la cappella sotterranea
Rex cum exercitu suo devenisset ad castellum Ernoldi et ad Betho- del Carcere di S. Pietro con un'iscrizione che ricorda le parole
noble iuxla Emaus ... (2) Basta cosi: se allora Emaus era ancor cre- dell'angelo liberatore e quelle dell' Apostolo liberato: ed il buon
duto presso Bethnoble e Castel d'Arnoldo, era adunque ancor creduto prete bavar~_se aggiunge che egli medesimo nella festa di S. Pietro
in Emuàs appiè dei monti e nella pianura, come Castel d'Arnoldo, in vinculis vi celebrò la messa coll'orazione propria che diceva, Deus
fondato, al riferire' di Guglielmo di ·Tiro, in descensu montium, in q1.li Beatum Petrum a vinculis in hoc loco absolutum, etc. (1) I
. primis auspiciis campestri'L~m (3), e presso Bethnoble che ancor sus- Francescani invece hanno sempre mostrato iI Carcere di S. Pietro
siste con questo nome, non lungi d'Emuàs. E questa è l'ultima volta, non lungi dal S. Sepolcro (2) tra le ruine di Santa Maria la Latina (3).
per quanto ne consta a me, che negli scritti degli occidentali Emaus - Il santuario ancora della lapidazione di Santo Stefano, che era
è indicato al posto suo. . stato venerato sempre verso nord di Gerusalemme, ad uno stadio
Dopo d'allora lo si trova presso gli occidentali trasportato ben fuori della porta attuale di Damasco, già per l'appunto chiamata
lungi di là dalla pianura, cioè in sui monti; ma, ora presso il picco porta dì Santo Stefano (4), questo santuario trovasi trasportato a le-
di Nabi Samuìl, ora a poche miglia da Gerusalemme; quando, a vante in sul pendio del Moria, dove i Francescani lo indicarono sino
quel che pare, a Colonia, quando ad Abugòs e quando a Bethtulme, al di d'oggi. - Dietro questi esempi che potrebbero essere accre- ,
e per dirla col Saulcy, un peu partout, finchè verso il principio del sciuti di molto, può solo stupirsi del trasporto d'Emaus chi sia
secolo XVI riesce ai Francescani, non tutto in una volta, nè senza affatto ignaro di questi studi. Vediam ora noi in quanti differenti
difficoltà, di fissarlo alle ruine del villaggio di Cubebe, dove, sebben modi avvenne questo trasporto, tanto acremente impugnato dal mio
traccia non v'abbia di fontane, combinano i 60 stadi del Volgato (~). Avversario, che non oserà, spero, gridare anche qui alla calunnia
Ma prima che noi passiamo a provare codesto spostamento della contro i Francescani.
patria di Cleofa, dopo l'ultimo rovescio delle armi crociate, ne piace Nel secolo XlII l'autore della Citez de Jherusalem (5) così scrive
notare che esso non fu solo, ma parecchi ne avvennero nella Giudea in suo vecchio francioso al Capo VII. A tr8is lieues de Jherusalem
e nella stessa Gerusalemme, causati, crediamo noi, dall'assenza colà
di latini abitatori, dall'avversione vicendevole tra questi che rara- (1) DesCl'iptio Terrae Sanctae, cap. XII, nel voI. 155 della Patrologia latina del Migne.
mente vi pellegl'inavano, ed i levantini scismatici,e dalla sospettosa (2) Distat a sacratissimo dominicae resurrectionis tempIo quantum bis iacit
durezza de'fanatici dominatori, che impediva ogni topo grafica ri- orcus. Quaresmi, voI. Il, pago 89.
cerca. Modin,a cagion d'esempio, dal villaggio di Medieh, dove solo (3) Fino alla metà di questo secolo 'una tradizione mal fondata segnava le
rovine della chiesa di S. Maria latina presso al piazzale del S. Sepolcro pel luogo
ai tempi nostri fu restituito al proprio posto, trovasi allora traspor- della PTigione di S. Pietro, e quivi fu condotta altTesì la nost1'a GaTovana nel 1857.
tato a Soba, di fronte alla grotta del deserto di S. Giovanni; ed i DALFI, Viaggio Biblico, voI. IlI, pago 419.
Francescani lo mostrano colà ai pellegrini, non ostante .la nissuna (4) In quel sito, Eudocia Atenaide, moglie di Teodosio il giovine, edificò· una stu-
rassomiglianza di nome fra Modin e Soba, come non ostante la nis- penda basilica in onore del Protomartire, e, morta nel 460, vi fu sepolta. Quel tempio
fu poi distrutto dai Saraceni all'accostarsi dei Crociati, per la sua vicinanza alla città:
e per la stessa ragione, all'accostarsi delle truppe di Saladino, fu distrutto dai cristiani
(1) Historia Maiot. Ad an. ,1192. quello che essi medesimi avevano editìcato in luogo dell'antico. Questo è quanto si rac-
(2) Chronicon Anglic(11wm, nel voI. V della Veterum scriptor. ampliss. collectio coglie nell'anno 415 dalla Relazione dello scoprime12to delle reliquie del Santo, di Luciano
di Martene e Durand. prete; nel 594· dalla Storia Ecclesiastica di Evagrio Scolastico; nel 1102 dal Pellegrinaggio
(3) Histor. Iib. XIV, cap. 8. di Saewulf; verso ii 1231 dalla Citez de /herusalem del francese Ernoul, e finalmente
(4) Nel secolo quartodecimo (scriye il Robinson) sonvi tracce, come se una nuova
c(
dalla più parte dei cl'onacisti coevi delle crociate e dei . pellegl'inaggi dei sec. XI e XII.
« ipotesi avesse cominciato a trasportar Elllaus sopra le montagne ... Nel corso del sedi- (5) Fu finalmente conosciuto l'autore (Ernoul) della Citez, e l'anno press' a poco in
« cesimo secolo il trasferimento divenne completo; d'allora in poi Kubebeh comparisce cui fu scritta. V. ltineraires à Jérusalem ... p~~bliés par Henry Michelant et Gaston
« Emaus. » Biblical Resea-rches, etc. voI. III, pago 60. Raynaud. Genève, 1882.
- 1:20 - 1:21 -
avoit une fontaine, que l'en apeloit la fontaine d'Esmaus. Là soloit Monte Sion e Ricoldo da Monte Croce (1): il primo (1275-1285) asse-
avoir.1. chastel, dont il avint, si com l'Evangile tesmoigne, q'tw Nostre risce che de Ierusalem quatuor leucis contra occidentem Emmaus
Sire q1.tant il ftt res'ttscitez ala avec deus de ses deciples jusque a cel est, ubi Dominus ambulans cum duobus disciputis in specie pelle-
chastel. E nel Capo I dei Pelerinages de la Sante Terre, che fan grini, agnitus est in fractione panis. La lega di Burcardo è vera
seguito alla Citez, dopo d'aver parlato del luogo deIra Visitazione lega; quindi l'Emaus suo dista da Gerusalemme miglia dodici. Addio,
(Aen Carem), scrive ancora: Di qui a deux lieues est un chastelque Cubebe, ti saluto in passando. Meno favorevole ai Cubebei è Ricoldo
l'en apele Emax: illHec aparut Nostre Sire à Saint Luc et à Cleophas (1294), il quale, andando da Lidda a Gerusalemme, incontra e no-
après sa surrection. La stessa distanza dalla capitale coUa stessa mina Bethnopolim (Beth-nuba) e Ramatha (Nabi-Samuil); percorre
accompagnatura d'una fontana, dona ad Emaus nel 1295 il Conti· insomma la via di Cubebe, ma non v'incontra, nè nomina Emaus.
nuatore di Guglielmo Tirio, scrivendo in fine del Capo VIII della sua Emaus dunque non era ancora a Cubebe. Lo incontra invece tor-
rozza continuazione: A III lieues de Iherusalem par devers soleil nando per altra via da Gerusalemme, via diritta ed amena, quanto
couohant avoit une fontainne) qtte l' on apeloit la Fontainne des scontorta e dirupata è quella di Cubebe; via di otto miglia, in fondo
Emauz. Le castel des Emauz est de lez (I). Di là; cioè, venendo da alle quali incontra una bella chiesa. Inde exeuntes et redeuntes, de
Gerusalemme, prima s'incontrava la fontana e poi il Castello. Per Ierusalem, venimtts recto c'ttrsu, octo milliaria in Emmaus. El confe-
quanto sembrino precisi questi due scrittori, nulla se ne può rac- rentes de Christo, ut ipse appropinquans iret nobiscum, per prata et
.. corre di sicuro intorno al sito assegnato in quel secolo ad Emaus, lo ca pulcherrima appropinquantes castello) venimus ad viam) in qua
e ciò a motivo dell'incerto valore da essi dato alla lega, che talora se finxit longius ire, et postea in Emmaus ad locttm ubi paraverttnt
adoprano in senso di miglio (2). Di che questo solo si può conchiu- coenam, et agnoverunt, etc. Ibi est ecclesia pulchra. E qui una sempli-
dere, dicendo: Se quelle sono vere leghe di miglia tre, Emaus era cissima osservazione: Se andando a Cubebe per balze e dirupi s'im-
allora creduta distante nove miglia da Gerusalemme: se poi SOIlO · piegano miglia 7 1l2, andando all'Emaus di Ricoldo con 8 miglia, recto
sinonime di miglia, quella distanza era solo di un terzo. Quindi, cttrsu per prata et lo ca pulcherrima, si deve andar molto più lungi
prescindendo anche dalla fontana che in Cubebe non è, nulla si di Cubebe, perchè si cammina per via troppo migliore e diretta (2).
può indi trarre in favore di questo villaggio che vuolsi distante da Il francescano Beato Odorico da Forlì (così detto dalla provincia
Gerusalemme 60 stadi, pari a miglia sette e mezzo. a cui apparteneva Pordinone, sua patria), scrivendo o .dettando nel
Dicasi pure lo stesso di quanto sul nostro argomento lasciarono ' 1330 (3), poneva Emaus, come l'autore della Citez, a due leghe da
scritto due Domenicani, verso la fine di quel secolo, Burcardo da Aen Carem, presso Modin e Gabaon. Inde ad duas leucas iuxta
Modin civitatem Machabaeorum, et civitatem Gabaon, est caslellum
(11) Questo Continuatore arriva sino al ~ 275, e trovasi nel voI. V della citata Colle- Emaus, in quo, etc. Siccome questo nostro Beato adopera per le
zione di Martene e Durand. In una nota finale del manoscritto, donde lo trassero i due
benemeriti l\[aurini, leggevasi che fu scritto in Roma nel 1290, sotto il pontificato di distanze le misure di lega e di miglio, quindi la prima è sempre
Bonifacio VIII. in lui vera lega di miglia 3: in conseguenza le sue due leghe di
(2) Per non dire che a codesta loro lega danno talora una lunghezza che non è nè
di lega nè di miglio. Ecco intanto alcuni esempi di lega adoperata da costoro in luogo (II) V. Peregrinatores medii aevi qtwtuor, Burchardus de Monte Sion) Ricoldus
di miglio. Dalle mura di Gerusalemme al greco monistero di Santa Croce v'è un miglio de Monte Crucis, Odoricus de Foroiulii, .vVilbrandus de Oldenborg; quorum duos
scarso, e l'Ernould scrive: A une lieue avoit 'une abéie de Joriatts (Georgiani) là ou nunc primum edidit, duos ad {idem manttscriptorum recensuit l. C. M. Laurent.
en disoit que 'Une des pièces de la tTaie Ol'ois f1l cueiUue. E più oltre ripete ancora: Lipsiae, 1864.
Devers Iherusalem t'ers ponent si a 1me lielle jusques à la sainte Crois: iluec c'rut (2) Qui il eh. Guérin che, appoggiandosi a questo passo, concesse a madamigella
l'arb1°e dont la Sainte Crois fn (aite. - A une lieue de Bethleem est une yglise où De Nicolay che dalle crociate in poi Emaus era stato venerato in Cubebe, non s'addonti
li anges nonça aus pastours la natir:'Ìté Nostre Seigneur. E da Betlemme a quel se gli dico che più che la nota sua critica, adoperò in questo giudizio la galanteria fran-
sito non v'ha che un miglio; come nulla più d'un miglio v'ha da Nazaret al così detto eese. Nulla v'ha nelle parole di Ricoldo che ci conduca colassù. Sembra piuttosto che
Precipizio, che ne' bassi tempi chiamavasi SaUus Domini. Non pertanto il nostro vecchio pel domenicano Emaus fosse ad Abugosc, dove la bella chiesa è ancora in piedi.
francioso prosegue a scrivere: De Nazareth a1t Sattt Nostre Seignor si a 1 lieue. (3) 1'edit. Laurent riporta dal codice gueHerbitano la nota seguente: Pnwdicta
Lo stesso fa il Continu.atore del Tirio colla chiesa dei Pastori a Betlemme e con quella aulem fideliter (rater (}uilhelmus de Solagna in scriptis Tedegit, sicut praedictus
di S. Croce a Gerusalemme. Odoì'icus Ote proprio exprimebat, anno Domini·· millesimo tricentesirno tricesimo.
- 1:20 - 1:21 -
avoit une fontaine, que l'en apeloit la fontaine d'Esmaus. Là soloit Monte Sion e Ricoldo da Monte Croce (1): il primo (1275-1285) asse-
avoir.1. chastel, dont il avint, si com l'Evangile tesmoigne, q'tw Nostre risce che de Ierusalem quatuor leucis contra occidentem Emmaus
Sire q1.tant il ftt res'ttscitez ala avec deus de ses deciples jusque a cel est, ubi Dominus ambulans cum duobus disciputis in specie pelle-
chastel. E nel Capo I dei Pelerinages de la Sante Terre, che fan grini, agnitus est in fractione panis. La lega di Burcardo è vera
seguito alla Citez, dopo d'aver parlato del luogo deIra Visitazione lega; quindi l'Emaus suo dista da Gerusalemme miglia dodici. Addio,
(Aen Carem), scrive ancora: Di qui a deux lieues est un chastelque Cubebe, ti saluto in passando. Meno favorevole ai Cubebei è Ricoldo
l'en apele Emax: illHec aparut Nostre Sire à Saint Luc et à Cleophas (1294), il quale, andando da Lidda a Gerusalemme, incontra e no-
après sa surrection. La stessa distanza dalla capitale coUa stessa mina Bethnopolim (Beth-nuba) e Ramatha (Nabi-Samuil); percorre
accompagnatura d'una fontana, dona ad Emaus nel 1295 il Conti· insomma la via di Cubebe, ma non v'incontra, nè nomina Emaus.
nuatore di Guglielmo Tirio, scrivendo in fine del Capo VIII della sua Emaus dunque non era ancora a Cubebe. Lo incontra invece tor-
rozza continuazione: A III lieues de Iherusalem par devers soleil nando per altra via da Gerusalemme, via diritta ed amena, quanto
couohant avoit une fontainne) qtte l' on apeloit la Fontainne des scontorta e dirupata è quella di Cubebe; via di otto miglia, in fondo
Emauz. Le castel des Emauz est de lez (I). Di là; cioè, venendo da alle quali incontra una bella chiesa. Inde exeuntes et redeuntes, de
Gerusalemme, prima s'incontrava la fontana e poi il Castello. Per Ierusalem, venimtts recto c'ttrsu, octo milliaria in Emmaus. El confe-
quanto sembrino precisi questi due scrittori, nulla se ne può rac- rentes de Christo, ut ipse appropinquans iret nobiscum, per prata et
.. corre di sicuro intorno al sito assegnato in quel secolo ad Emaus, lo ca pulcherrima appropinquantes castello) venimus ad viam) in qua
e ciò a motivo dell'incerto valore da essi dato alla lega, che talora se finxit longius ire, et postea in Emmaus ad locttm ubi paraverttnt
adoprano in senso di miglio (2). Di che questo solo si può conchiu- coenam, et agnoverunt, etc. Ibi est ecclesia pulchra. E qui una sempli-
dere, dicendo: Se quelle sono vere leghe di miglia tre, Emaus era cissima osservazione: Se andando a Cubebe per balze e dirupi s'im-
allora creduta distante nove miglia da Gerusalemme: se poi SOIlO · piegano miglia 7 1l2, andando all'Emaus di Ricoldo con 8 miglia, recto
sinonime di miglia, quella distanza era solo di un terzo. Quindi, cttrsu per prata et lo ca pulcherrima, si deve andar molto più lungi
prescindendo anche dalla fontana che in Cubebe non è, nulla si di Cubebe, perchè si cammina per via troppo migliore e diretta (2).
può indi trarre in favore di questo villaggio che vuolsi distante da Il francescano Beato Odorico da Forlì (così detto dalla provincia
Gerusalemme 60 stadi, pari a miglia sette e mezzo. a cui apparteneva Pordinone, sua patria), scrivendo o .dettando nel
Dicasi pure lo stesso di quanto sul nostro argomento lasciarono ' 1330 (3), poneva Emaus, come l'autore della Citez, a due leghe da
scritto due Domenicani, verso la fine di quel secolo, Burcardo da Aen Carem, presso Modin e Gabaon. Inde ad duas leucas iuxta
Modin civitatem Machabaeorum, et civitatem Gabaon, est caslellum
(11) Questo Continuatore arriva sino al ~ 275, e trovasi nel voI. V della citata Colle- Emaus, in quo, etc. Siccome questo nostro Beato adopera per le
zione di Martene e Durand. In una nota finale del manoscritto, donde lo trassero i due
benemeriti l\[aurini, leggevasi che fu scritto in Roma nel 1290, sotto il pontificato di distanze le misure di lega e di miglio, quindi la prima è sempre
Bonifacio VIII. in lui vera lega di miglia 3: in conseguenza le sue due leghe di
(2) Per non dire che a codesta loro lega danno talora una lunghezza che non è nè
di lega nè di miglio. Ecco intanto alcuni esempi di lega adoperata da costoro in luogo (II) V. Peregrinatores medii aevi qtwtuor, Burchardus de Monte Sion) Ricoldus
di miglio. Dalle mura di Gerusalemme al greco monistero di Santa Croce v'è un miglio de Monte Crucis, Odoricus de Foroiulii, .vVilbrandus de Oldenborg; quorum duos
scarso, e l'Ernould scrive: A une lieue avoit 'une abéie de Joriatts (Georgiani) là ou nunc primum edidit, duos ad {idem manttscriptorum recensuit l. C. M. Laurent.
en disoit que 'Une des pièces de la tTaie Ol'ois f1l cueiUue. E più oltre ripete ancora: Lipsiae, 1864.
Devers Iherusalem t'ers ponent si a 1me lielle jusques à la sainte Crois: iluec c'rut (2) Qui il eh. Guérin che, appoggiandosi a questo passo, concesse a madamigella
l'arb1°e dont la Sainte Crois fn (aite. - A une lieue de Bethleem est une yglise où De Nicolay che dalle crociate in poi Emaus era stato venerato in Cubebe, non s'addonti
li anges nonça aus pastours la natir:'Ìté Nostre Seigneur. E da Betlemme a quel se gli dico che più che la nota sua critica, adoperò in questo giudizio la galanteria fran-
sito non v'ha che un miglio; come nulla più d'un miglio v'ha da Nazaret al così detto eese. Nulla v'ha nelle parole di Ricoldo che ci conduca colassù. Sembra piuttosto che
Precipizio, che ne' bassi tempi chiamavasi SaUus Domini. Non pertanto il nostro vecchio pel domenicano Emaus fosse ad Abugosc, dove la bella chiesa è ancora in piedi.
francioso prosegue a scrivere: De Nazareth a1t Sattt Nostre Seignor si a 1 lieue. (3) 1'edit. Laurent riporta dal codice gueHerbitano la nota seguente: Pnwdicta
Lo stesso fa il Continu.atore del Tirio colla chiesa dei Pastori a Betlemme e con quella aulem fideliter (rater (}uilhelmus de Solagna in scriptis Tedegit, sicut praedictus
di S. Croce a Gerusalemme. Odoì'icus Ote proprio exprimebat, anno Domini·· millesimo tricentesirno tricesimo.
- f22- - 123-
distanza d'Emaus da Aen Carem esprimono miglia 6, come le 92 da rusalemme, rimangono miglia 4 incirca. L'Emaus adunque djallora
Gerusalemme a Betlemme (deinde itur Bctlehem, distans a Ierusalem era a circa miglia 26 da Ramle, ed a circa 4 prima d'arrivare a
per dttas leucas). Ma qui, oltre che non è detto da qual parte di Aen Gerusalemme: non ancora per conseguenza a Cubebe, indi distan1e
Carem si trovi Emaus, è molto imbarazzante l'indicazione della vici- miglia 7 1(2.
nanza di Modin e Gabaon. Dove credevasi allora che fosse Modin ? Dove Che t'Emaus dei tempi del Senese Pellegrino distasse solo circa
Gabaon? Lo dica chi lo sa. I moderni riconoscon questo in El-gib, quattro miglia, prosegue costui a provare col suo racconto. Così
e quello in Medieh; ma fra questo e quello correranno per lo meno ce ne andammo dltr8 (da Emaus) CIRCA DUE MIGLIA, e trovasi a mano
12 miglia di distanza. Come dunque potrebbe quell' Emaus esser sinistra una vallicella di lungi alla strada CIRCA MEZZO MIGLIO: evvi
vicino all'uno ed all'altro? Più chiaro è il pellegrinaggio seguente, 'un castello; questo chiamavasi Ramata (!) qui nacque loseph ab
che ne mostra Emaus a non più che circa 4 miglia da Gerusalemme. Arimathia, e funne signore, e sì vi fu sotterrato (!), il quale levò Gesù,
Nell'anno 1421 visitava per la terza volta i Santi Luoghi un prete suo dolce maestro, di croce, e miselo nel suo monumento nuovo. E
da Siena, Ser Mariano, in compagnia d'un suo fratello e d'un altro camminando pure sempre verso levante CIRCA UN MIGLIO, ogni cosa è
prete. Quel Viaggio s'ebbe nel nostro secolo due edizioni: io con- montagna e un sasso: si trova in sulla strada un castelletto guasto,
sultai la seconda del Fiaccadori di Parma del 1842; e questo è chiamasi Santo Samuel; qui s'incomincia a vedere il tempio di
quello che vi riscontrai all'uopo nostro: Sono da Rama a Gerusa- Salomone e Montana Iudaeae, dove nacque S. Giovanni Battista, ed
lemme trenta miglia. Così il Sere; e poi prosegue raccontando: anche il monte Oliveto; e così ce ne venimmo sempre sopra sassi e
A dì 27 (maggio) partimmo da Rama (Ramle) asinando verso Geru- e montagnole, che pare che elle ci siano seminate) e venimmo alla
salemme sempre a levante; e sempre si vuole andare in frotta. Par- Santa Città desiderata. Sin qui ancora Ser Mariano; alle cui parole
timmo in sulle 22 ore per le grandi caldane, e sempre si vuole non dovendo io, nè volendo fare i commenti (1), noterovvi soltanto
portare da bere e da mangiare e da confortare, e così camminammo che quel circa due miglia, circa mezzo miglio e circa un miglio,
per una bella pianura abbondantissima e con belli oliveti, e di due ne dànno circa tre miglia e mezzo, le quali unite alle circa ventisei
miglia, un miglio, ttn mezzo miglio sono. Alla montagna sono cotali del calcolo antecedente, formano le notate da lui miglia trenta, meno
castelletla dove nacquero molti profeti; non però fummo in nessuno, un mezzo miglio, ehe può benissimo essere" supplito da quel circa
e circa due . ore di notte fummo in un castello; QUINDICI MIGLIA DI tante volte ripetuto. In conclusione, l'Emaus d'allora era indicato a
LUNGI DA RAMA, pur de' Sarraini: chiamasi Gottofredi, perchè esso circa quattro miglia da Gerusalemme, e non a sette e mezzo come
il fece. Non vi può entrare nessun cristiano. Passammo dinanzi alla Cubebe (2).
porta in una grande pianura piena di grosse pietre, e così ci stemmo Checchessia delle varie relazioni od opinioni fin qui esposte in-
fra quelle pietre. lo n'ebbi una buona e grossa pietra per capez- torno al sito assegnato, dopo le crociate, ad Emaus dagli occidentali,
zale..... E così stemmo fra quelle pietre qualche 5 ore. Partimmo i Francescani nel secolo xv lo indicavano fra Nabi-Samuìl e Geru-
di notte, e DI LUNGI AQUI CIRCA UN MIGLIO entrammo in una vallice~la salemme; ed eccone una prova che non ammette replica. Avvi un
'stretta e sterile, ed ogni cosa è 'Un sasso per infino a Gerusalemme, libercolo a rozze ed arbitrarie figure, nella superiore Italia diffusis-
ed è LUNGA CIRCA DUE MIGLIA, e poi sale CIRCA OTTO MIGLIA, e viensi a
(I) Potrei aggiugnere di non esserne capace e di non sapere chi potesse mai essel'lo.
un castello disfatto che si chiama Emaus. Sin qui il buon prete di
Chi difatto potrebbe indovinare che cosa intenda il. Mariano per quella Ramatha, già
. Siena; a noi adesso a fargli i conti per vedere dove a' tempi suoi proprietà e sepolcro di loseph ab Arimathia, incontrata da lui circa due miglia e mezzo
si collocasse Emaus. dopù di Emaus? Chè non potrebbe mai essere San Samuele o Nabi-Samuìl, incontrato
Da Rama a castel Gottofredi miglia . . 15 .solo dopo di un altro miglio. Nè osta che egli di là abbia incominciato a vedere Geru"
Da Gottofredi alla vatlicella stretta e sterile circa un miglio 1 , : Sllemme ed Aen Carem, perchè questi due luoghi vedonsi pure da Colonia; ed in quanto
La vallicella è lunga circa ' due miglia .
E poi sale circa otto miglia per arrivare ad Emaus
2
8
·,.i
a Gerusalemme , anche Pietro della Valle la scoprì andandovi per la stessa via, poco
di un rniglio lontano.
_ (2} La distanza di 4 m. da Gerusalemme è confermata nel 11483 dal pellegrinaggio
Dunque da Ramle ad Emaus erano circa miglia . . 26 ~ ~ del Conte Gio. di Solms che l'Avversario produce in italiano nell' ultima sua

le quali, sottratte dalle 20 che Ser Mariano pose fra Ramle e Ge- ìtaziùne, e noi vedremo a suo luogo nell'Appendice.
- f22- - 123-
distanza d'Emaus da Aen Carem esprimono miglia 6, come le 92 da rusalemme, rimangono miglia 4 incirca. L'Emaus adunque djallora
Gerusalemme a Betlemme (deinde itur Bctlehem, distans a Ierusalem era a circa miglia 26 da Ramle, ed a circa 4 prima d'arrivare a
per dttas leucas). Ma qui, oltre che non è detto da qual parte di Aen Gerusalemme: non ancora per conseguenza a Cubebe, indi distan1e
Carem si trovi Emaus, è molto imbarazzante l'indicazione della vici- miglia 7 1(2.
nanza di Modin e Gabaon. Dove credevasi allora che fosse Modin ? Dove Che t'Emaus dei tempi del Senese Pellegrino distasse solo circa
Gabaon? Lo dica chi lo sa. I moderni riconoscon questo in El-gib, quattro miglia, prosegue costui a provare col suo racconto. Così
e quello in Medieh; ma fra questo e quello correranno per lo meno ce ne andammo dltr8 (da Emaus) CIRCA DUE MIGLIA, e trovasi a mano
12 miglia di distanza. Come dunque potrebbe quell' Emaus esser sinistra una vallicella di lungi alla strada CIRCA MEZZO MIGLIO: evvi
vicino all'uno ed all'altro? Più chiaro è il pellegrinaggio seguente, 'un castello; questo chiamavasi Ramata (!) qui nacque loseph ab
che ne mostra Emaus a non più che circa 4 miglia da Gerusalemme. Arimathia, e funne signore, e sì vi fu sotterrato (!), il quale levò Gesù,
Nell'anno 1421 visitava per la terza volta i Santi Luoghi un prete suo dolce maestro, di croce, e miselo nel suo monumento nuovo. E
da Siena, Ser Mariano, in compagnia d'un suo fratello e d'un altro camminando pure sempre verso levante CIRCA UN MIGLIO, ogni cosa è
prete. Quel Viaggio s'ebbe nel nostro secolo due edizioni: io con- montagna e un sasso: si trova in sulla strada un castelletto guasto,
sultai la seconda del Fiaccadori di Parma del 1842; e questo è chiamasi Santo Samuel; qui s'incomincia a vedere il tempio di
quello che vi riscontrai all'uopo nostro: Sono da Rama a Gerusa- Salomone e Montana Iudaeae, dove nacque S. Giovanni Battista, ed
lemme trenta miglia. Così il Sere; e poi prosegue raccontando: anche il monte Oliveto; e così ce ne venimmo sempre sopra sassi e
A dì 27 (maggio) partimmo da Rama (Ramle) asinando verso Geru- e montagnole, che pare che elle ci siano seminate) e venimmo alla
salemme sempre a levante; e sempre si vuole andare in frotta. Par- Santa Città desiderata. Sin qui ancora Ser Mariano; alle cui parole
timmo in sulle 22 ore per le grandi caldane, e sempre si vuole non dovendo io, nè volendo fare i commenti (1), noterovvi soltanto
portare da bere e da mangiare e da confortare, e così camminammo che quel circa due miglia, circa mezzo miglio e circa un miglio,
per una bella pianura abbondantissima e con belli oliveti, e di due ne dànno circa tre miglia e mezzo, le quali unite alle circa ventisei
miglia, un miglio, ttn mezzo miglio sono. Alla montagna sono cotali del calcolo antecedente, formano le notate da lui miglia trenta, meno
castelletla dove nacquero molti profeti; non però fummo in nessuno, un mezzo miglio, ehe può benissimo essere" supplito da quel circa
e circa due . ore di notte fummo in un castello; QUINDICI MIGLIA DI tante volte ripetuto. In conclusione, l'Emaus d'allora era indicato a
LUNGI DA RAMA, pur de' Sarraini: chiamasi Gottofredi, perchè esso circa quattro miglia da Gerusalemme, e non a sette e mezzo come
il fece. Non vi può entrare nessun cristiano. Passammo dinanzi alla Cubebe (2).
porta in una grande pianura piena di grosse pietre, e così ci stemmo Checchessia delle varie relazioni od opinioni fin qui esposte in-
fra quelle pietre. lo n'ebbi una buona e grossa pietra per capez- torno al sito assegnato, dopo le crociate, ad Emaus dagli occidentali,
zale..... E così stemmo fra quelle pietre qualche 5 ore. Partimmo i Francescani nel secolo xv lo indicavano fra Nabi-Samuìl e Geru-
di notte, e DI LUNGI AQUI CIRCA UN MIGLIO entrammo in una vallice~la salemme; ed eccone una prova che non ammette replica. Avvi un
'stretta e sterile, ed ogni cosa è 'Un sasso per infino a Gerusalemme, libercolo a rozze ed arbitrarie figure, nella superiore Italia diffusis-
ed è LUNGA CIRCA DUE MIGLIA, e poi sale CIRCA OTTO MIGLIA, e viensi a
(I) Potrei aggiugnere di non esserne capace e di non sapere chi potesse mai essel'lo.
un castello disfatto che si chiama Emaus. Sin qui il buon prete di
Chi difatto potrebbe indovinare che cosa intenda il. Mariano per quella Ramatha, già
. Siena; a noi adesso a fargli i conti per vedere dove a' tempi suoi proprietà e sepolcro di loseph ab Arimathia, incontrata da lui circa due miglia e mezzo
si collocasse Emaus. dopù di Emaus? Chè non potrebbe mai essere San Samuele o Nabi-Samuìl, incontrato
Da Rama a castel Gottofredi miglia . . 15 .solo dopo di un altro miglio. Nè osta che egli di là abbia incominciato a vedere Geru"
Da Gottofredi alla vatlicella stretta e sterile circa un miglio 1 , : Sllemme ed Aen Carem, perchè questi due luoghi vedonsi pure da Colonia; ed in quanto
La vallicella è lunga circa ' due miglia .
E poi sale circa otto miglia per arrivare ad Emaus
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a Gerusalemme , anche Pietro della Valle la scoprì andandovi per la stessa via, poco
di un rniglio lontano.
_ (2} La distanza di 4 m. da Gerusalemme è confermata nel 11483 dal pellegrinaggio
Dunque da Ramle ad Emaus erano circa miglia . . 26 ~ ~ del Conte Gio. di Solms che l'Avversario produce in italiano nell' ultima sua

le quali, sottratte dalle 20 che Ser Mariano pose fra Ramle e Ge- ìtaziùne, e noi vedremo a suo luogo nell'Appendice.
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simo, perchè molte edizioni ne furono fatte in Venezia e Padova, « di là dov' eravamo scoprimmo l'Oliveto e la Chiesa dell' Ascen-
come quello che distribuivasi ai pellegrini quando in Venezia ogni .« sione. » E qui lo Schmith ricorda esattamente i nomi che quel
anno s'imbarcavano per Terrasanta, su apposite galere della Repub· monte portava sotto i Crociati - Ad SanctHm Samuelem - Mons
blica, dopo la solennità del Corpus Domini. Quel libretto porta per gaudii - sebbene s'inganni con altri, prima e dopo di lui, nel
titolo: Viaggio da Venezia al S. Sepolcro, del R. P. Noè dell' Ordine crederlo il Silo; chepperò egli prosegue dicendo: ( In seguito dando
di S. Francesco. Alcuna volta è anonimo, ed anche con titolo un « noi le spalle al Silo, e proseguendo il nostro cammino, arrivammo
po' diverso. Siccome in esso si parla ancora del re di Cipro resi- « ad Emaus, consequenter postergavimtis Silo, et procedentes veni-
dente in Nicosia, così dev'essere anteriore al 1475 che fu l'ultimo « mus in castellwn Emaus sacrum. » Potrebbe esser piu chiaro che
anno dell'ultimo re di quell' isola, Giacomo III. Or ecco dove quel l'Emaus d'allora, da chi da Ramle andava a Gerusalemme, incon-
Viaggio colloca Emaus: Da Giaffa conduce il pellegrino a Ramle, da travasi dopo di San Samuele o Nabi-Samuil? Vero è che lo Schmith,
Ramle al Castello de' Maccabei, e poi a S. Samuel profeta, in cima proseguendo a parlarn~, dice che, secondo San Luca, Emaus distava
d'un monte ... alla villa Ramatha, dove nacque Samuel et Ioseph ab da Gerusalemme 60 stadii, pari a sette miglia italiane e ad un
Arimathia, del quale era il sepolcro dove fu posto Giesù. Ivi giunto, miglio e mezzo teutoni.co; e noi non vi contrastiamo punto: solo
prosegue cosi: Andando per la medesima strada circa un miglio, domandiamo al domenicano · pellegrino dove a' tempi suoi i Fran-
troverai una via in sulla mano manca a Gerusalem, che va delle cescani mostrasser Emaus? Ed egli risponde come il Francescano
miglia cinque. Come t1~ anderai tre miglia incirca, troverai un Noè: « Dopo San Samuele, prima d'arrivar a Gerusalemme. ») Dal
castello tutto fracassato e guasto, il quale fu chiamalo Emaus; e che noi concludiamo che dunque allora i nostri fratelli non lo
~ quivi apparve il nostro Signore, ecc. Checchè voglia dirsi di questa
indicavano ancora a Cubebe (1).
oscura indicazione che non lascia ben comprendere a quante miglia Dicasi lo stesso del 1494, anno in cui pellegrinava il milanese .
si trovasse quell'Emaus dopo San Samuele, certo è che ce lo mostra Pietro Casola, il cui Viaggio a Gerusalemme pubblicò" ai tempi
non prima di quella vetta, come Cubebe, ma dopo di essa. E questo nostri l'allievo di Silvio Pellico ,Giulio Porro. Parlando il Casola
è quanto risulta ancor meglio dal pellegrinaggio seguente. della partenza da Gerusalemme e di quei cani mori che accompa-
Nella seconda metà del detto secolo il Domenicano Felice Schmith gnavano lui ed i suoi compagni, scrive: Partiti da lentsalem se
(lat. Faber) di Ulma nel Virtemberga, fe' due volte il pellegrinaggio aviarono verso Rama, facendo la via d Emaus, . qttello Castello dove
J

di Terrasanta, e dopo del secondo viaggio lo descrisse (I). Egli vide apparse Cristo" da poi la RisHrreclione, a qttelli discipuli che dissero:
quattro volte il creduto Emaus; la prima e seconda volta nel 1480, ' Tu solus peregrinus es, etc. E ginnli che furono al dicto Castello,
andando e ritornando da Gerusalemme; la terza volta ritornandovi perchè GLI ERA · UNA FONTE, volseno li patroni delle bestie darli da
nel 1484. E siccome fn questo secondo viaggio non rifece la strada bevere. lo guardai quello loco,' egli (evvi) pur qualche abitazione,
perchè proseguì sino al Sinai, così volle andarvi espressamente per ma poche. Volseno poi qttello Abraim grasso e li, compagni dimo-
la ' quarta volta (lo racconta egli medesimo) in compagnia di due rarsi in una campagna per cenare, e già era sera;' e così tutti li
Francescani, durante il suo soggiorno d'un mese e mezzo nel con- peregrini smontàrono a reficiarsi, aspectando se levasse la luna per
vento di. M. Sion. Potrebbesi più autorevole e certa testimonianza avviarsi. Sin qui il buon milanese. Quella fontana che serve ad
desiderare intorno al posto che allora dai Francescani assegnavasi abbeverare le cavalcature dei pellegrini e delle loro scorte, ed invita
ad Emaus? Ciò premesso, ecco quanto lo Schmitb ne lasciò scritto:
« Venendo da Ramle a Gerusalemme, noi salimmo tant'alto sul monte
Ct) Come colà non lo indicavano neppure quando nel ~ 480 il milanese Sante Brasca
« di S. Samuele, che, sebbene i soldati di nostra scorta non ci ab- visilava presso a Ierusalem miglia vlJn lo castello chiamato Emaus, dov'egli trovava
« biano permesso di toccarne la cima, quia festinabant venire citius anchoTa in unCL poca chiesa situata nel luogo dell' apparitione la sepoltura de
« in lerusalem, ne solis ardores nos postea cruciarent, pur tuttavia Cleofas. Il viaggio del Brasca ebbe due edizioni in Milano che formano due preziosi
ineunab oli , 1481 e 1497. Anche nel 1650 dava di distanza da Gerusalemme nove miglia
ad Emaus il P. Gesuita Besson (V. La Syriè et la T. S., Poitiers, '1862, pago 372).
('I) FRA TRIS FELICIS F ABRI Evagatorium in Ten"ae Sanctae Arabiae et .&gypti
J
L' .hyersario dice del Brasca che s'è sbagliato; dica altl'ettanto del Besson, poichè gli
peTegrinationem. Stutgardiae, 1843, voI. I, pago 234.
ro5l3 così poco.
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simo, perchè molte edizioni ne furono fatte in Venezia e Padova, « di là dov' eravamo scoprimmo l'Oliveto e la Chiesa dell' Ascen-
come quello che distribuivasi ai pellegrini quando in Venezia ogni .« sione. » E qui lo Schmith ricorda esattamente i nomi che quel
anno s'imbarcavano per Terrasanta, su apposite galere della Repub· monte portava sotto i Crociati - Ad SanctHm Samuelem - Mons
blica, dopo la solennità del Corpus Domini. Quel libretto porta per gaudii - sebbene s'inganni con altri, prima e dopo di lui, nel
titolo: Viaggio da Venezia al S. Sepolcro, del R. P. Noè dell' Ordine crederlo il Silo; chepperò egli prosegue dicendo: ( In seguito dando
di S. Francesco. Alcuna volta è anonimo, ed anche con titolo un « noi le spalle al Silo, e proseguendo il nostro cammino, arrivammo
po' diverso. Siccome in esso si parla ancora del re di Cipro resi- « ad Emaus, consequenter postergavimtis Silo, et procedentes veni-
dente in Nicosia, così dev'essere anteriore al 1475 che fu l'ultimo « mus in castellwn Emaus sacrum. » Potrebbe esser piu chiaro che
anno dell'ultimo re di quell' isola, Giacomo III. Or ecco dove quel l'Emaus d'allora, da chi da Ramle andava a Gerusalemme, incon-
Viaggio colloca Emaus: Da Giaffa conduce il pellegrino a Ramle, da travasi dopo di San Samuele o Nabi-Samuil? Vero è che lo Schmith,
Ramle al Castello de' Maccabei, e poi a S. Samuel profeta, in cima proseguendo a parlarn~, dice che, secondo San Luca, Emaus distava
d'un monte ... alla villa Ramatha, dove nacque Samuel et Ioseph ab da Gerusalemme 60 stadii, pari a sette miglia italiane e ad un
Arimathia, del quale era il sepolcro dove fu posto Giesù. Ivi giunto, miglio e mezzo teutoni.co; e noi non vi contrastiamo punto: solo
prosegue cosi: Andando per la medesima strada circa un miglio, domandiamo al domenicano · pellegrino dove a' tempi suoi i Fran-
troverai una via in sulla mano manca a Gerusalem, che va delle cescani mostrasser Emaus? Ed egli risponde come il Francescano
miglia cinque. Come t1~ anderai tre miglia incirca, troverai un Noè: « Dopo San Samuele, prima d'arrivar a Gerusalemme. ») Dal
castello tutto fracassato e guasto, il quale fu chiamalo Emaus; e che noi concludiamo che dunque allora i nostri fratelli non lo
~ quivi apparve il nostro Signore, ecc. Checchè voglia dirsi di questa
indicavano ancora a Cubebe (1).
oscura indicazione che non lascia ben comprendere a quante miglia Dicasi lo stesso del 1494, anno in cui pellegrinava il milanese .
si trovasse quell'Emaus dopo San Samuele, certo è che ce lo mostra Pietro Casola, il cui Viaggio a Gerusalemme pubblicò" ai tempi
non prima di quella vetta, come Cubebe, ma dopo di essa. E questo nostri l'allievo di Silvio Pellico ,Giulio Porro. Parlando il Casola
è quanto risulta ancor meglio dal pellegrinaggio seguente. della partenza da Gerusalemme e di quei cani mori che accompa-
Nella seconda metà del detto secolo il Domenicano Felice Schmith gnavano lui ed i suoi compagni, scrive: Partiti da lentsalem se
(lat. Faber) di Ulma nel Virtemberga, fe' due volte il pellegrinaggio aviarono verso Rama, facendo la via d Emaus, . qttello Castello dove
J

di Terrasanta, e dopo del secondo viaggio lo descrisse (I). Egli vide apparse Cristo" da poi la RisHrreclione, a qttelli discipuli che dissero:
quattro volte il creduto Emaus; la prima e seconda volta nel 1480, ' Tu solus peregrinus es, etc. E ginnli che furono al dicto Castello,
andando e ritornando da Gerusalemme; la terza volta ritornandovi perchè GLI ERA · UNA FONTE, volseno li patroni delle bestie darli da
nel 1484. E siccome fn questo secondo viaggio non rifece la strada bevere. lo guardai quello loco,' egli (evvi) pur qualche abitazione,
perchè proseguì sino al Sinai, così volle andarvi espressamente per ma poche. Volseno poi qttello Abraim grasso e li, compagni dimo-
la ' quarta volta (lo racconta egli medesimo) in compagnia di due rarsi in una campagna per cenare, e già era sera;' e così tutti li
Francescani, durante il suo soggiorno d'un mese e mezzo nel con- peregrini smontàrono a reficiarsi, aspectando se levasse la luna per
vento di. M. Sion. Potrebbesi più autorevole e certa testimonianza avviarsi. Sin qui il buon milanese. Quella fontana che serve ad
desiderare intorno al posto che allora dai Francescani assegnavasi abbeverare le cavalcature dei pellegrini e delle loro scorte, ed invita
ad Emaus? Ciò premesso, ecco quanto lo Schmitb ne lasciò scritto:
« Venendo da Ramle a Gerusalemme, noi salimmo tant'alto sul monte
Ct) Come colà non lo indicavano neppure quando nel ~ 480 il milanese Sante Brasca
« di S. Samuele, che, sebbene i soldati di nostra scorta non ci ab- visilava presso a Ierusalem miglia vlJn lo castello chiamato Emaus, dov'egli trovava
« biano permesso di toccarne la cima, quia festinabant venire citius anchoTa in unCL poca chiesa situata nel luogo dell' apparitione la sepoltura de
« in lerusalem, ne solis ardores nos postea cruciarent, pur tuttavia Cleofas. Il viaggio del Brasca ebbe due edizioni in Milano che formano due preziosi
ineunab oli , 1481 e 1497. Anche nel 1650 dava di distanza da Gerusalemme nove miglia
ad Emaus il P. Gesuita Besson (V. La Syriè et la T. S., Poitiers, '1862, pago 372).
('I) FRA TRIS FELICIS F ABRI Evagatorium in Ten"ae Sanctae Arabiae et .&gypti
J
L' .hyersario dice del Brasca che s'è sbagliato; dica altl'ettanto del Besson, poichè gli
peTegrinationem. Stutgardiae, 1843, voI. I, pago 234.
ro5l3 così poco.
- 1:?6 - - 1:27 -
a cenare, dice assai chiaro che Emaus non era ancora stato tras- Anselmo parlando di Betlemme, includit quinque -italica miliaria.
ferito all'arido Cubebe. Non passi poi inosservata la confessione del Cracoviense, che mentre
Ciò ,avvenne soltanto verso il principio del secolo XVI, quando' i pellegrini ignari sogliono far pausa in Cubebe, que' Saraceni non
pare che i Francescani siansi accorti, non poter Emaus esser dove indicano loro nulla dell' antico Emaus. E, ·per vero dire, come
eglino venendo in Terrasantal'avevano trovato, perciocchè ivi, oltre avrebber potuto que' Sarac'eni parlarne ad altrui, quando colà non
San Samuele verso Gerusalemme, ed a poche miglia prima di questa se n'era inteso a parlare mai; quando appena incominciavano a
città, si era ben lungi dal riscontrarvi la distanza dei 60 stadii. Osser- parlarne in Gerusalemme i Frati della Corda? Alcuna cosa invece
varono invece che una tal distanza verificavasi prima di San Sa- ne sanno ancora al dì d'oggi i Saraceni d'Emuàs, i quali" interrogati,
muele nel villaggio di Cubebe, sur un altipiano coperto di ruine, rispondono: « Qui è, dove il Signor nostro Gesù ruppe il pane. »
tra cui quelle d'una chiesa; di che incominciarono a credere esser Il perchè d'una tal differenza è abbastanza chiaro.
colà gli avanzi d'Emaus-Nicopoli e della sua chiesa eretta in antichi La nuova opinione intorno al sito d'Emaus non si stabilì neppur
tempi sulla casa di Cleofa. Due scrittori francescani, di fatto, di cui tra i Francescani così subito da far cessare l'antecedente che mo-
uno toscano, l'altro polacco, sono i primi., che, a poca distanza strava quel sito a sole poche miglia dalla capitale. Contemporanea-
uno .dall'altro ~ ci mostrano Emaus lassù. II toscano, Frate Pier mente ad Anselmo di Cracovia, saliva a Gerusalemme il monaco
Pagolo Rucellai dell' Osservanza di S. Francesco, visitava i Santi certosino Giorgio, priore Gemnicense, ed accompagnato (notisi
Luoghi nell'anno 1501, quando partiva per Gerusalemme la nuova bene) da tre Francescani, visitava quel luogo il 21 dicembre 1507,
• famiglia, col nuovo guardiano P. Mauro della provincia di San Ber- come attesta egli medesimo nel Diario delle sue peregrinazion~(Il;
nardino, eletto nel Capitolo Generale degli Osservanti in S. Donato, e di quell'Emaus parla nel seguente metro: In illo loco nihil aliud
presso Urbino. Il Rucellai, avuta l'obbedienza del suo Vicario Gene- memoraht 4ignum vidimus, nisi ruinas ecclesiae cuiusdam, in eo
rale (chè Generale ancor non avevano gli Osservanti, sì solo i Con- loeo -extructae, ubi !tt habettlr Lucae ultimo Dominus Iesus .cum
ventuali, sino a Leone X), il Rucellai parti cogli altri compagni per duodecim (corr. duobus) discipulis ab Hierosolymis illuc euntibus
Gerusalemme, donde tornato poi a suo tempo in patria, descrisse intravit~ etc. Osservisi qui subito che mentre il Cracoviense nel suo
il suo pellegrinaggio, che, a' giorni nostri, pubblicò per la prima Emaus dei 60 stadi non vede altro di sano che una m1trata domus
volta il benemeritissimodella Storia Francescana, P. Marcellino da earens operimento ~ il Gemnicense, senza nominare i 60 stadi nè
Civezza. Frate pagolo segna 40 miglia dal Zaffo (Giaffa) a Gerusa- altra misura -di distanza, nell'Emaus a cui lo con~ussero tre frati
lemme, di cui 12 per arrivare a Rama (Ramle) e poi trova discosto altro non vide nisi ruinas ecclesiae ettittsdam, che era stata eretta
da Rama venti miglia Emaus, che è presso ad Ierusalem otto miglia; sulla casa di Cleofa. Ma ben altro vide egli colà, che a Cubebe non
con che parmi indicato abbastanza Cubebe, sebbene non nominato. potev:lsi vedere. Ascoltiamolo che prosegue: Ante hanc urbem in
Più chiaramente lo indica il polacco Frate' Anselmo da Cracovia trivio, ubi Christus ÌJominus cum Cleopha et alio discipulo noscitttr
che fu in Gerusalemme negli anni 1507 e 1508, e nella sua De- ambulasse, tamquam ad alium vicum iturus, est quidam fons licei
scriptio Terrae Sanetae, edita in Cracovia nel 1514, così scrive: exiguus. Ora a noi: Vedesi forse in Cubebe prima d'entrarvi un
Adht~c de Ierusalem vadendo _ad Ioppem versus occidentem, aliqua- fonticello in un trivio? Oh! no davvero; colà non havvi nè trivio
liter ad aquilonem est Emaus eastellum, distans sexaginta stadiis a nè fonticello, nè prima d'entrarvi nè dopo d'esservi entrati. Queste
Ier-usalem, idest duab1.lS leucis, hoc est mediwn sec1mdum ~illiare indicazioni invece convengono a meraviglia all'arabo villaggiuzzo di
nostrt~m, ubi Dominns, SeC1.ltus discip1.dos suos in die Resurrectionis Beth-tulme, a mezza via fra Gerusalemme e Cubebe, presso il quale
comedit C1~m eis (sic); et ibi hodie nihil aliud est nisi domus murata sono od eranvi i resti d'un' antica chiesa con un fonticello d'acqua
quadrangtllaris, carens operimento. Circa istum locurn peregrini eccellente nell' incontro di tre vie, di cui una va verso Colonia,
transeuntes Ierusalem solent pallsare, et nesciunt quidquam de isto
loeo, qtlÌa saraccni earum civitatum eis non indicant. La barbara (1) Die 21 decembris 1507 perrex'imus cum tribt/'s fratribus ac saraceno quo-
dam duce versus Emaus. In eD loco etc. GEORGII PRIORIS GEMNICENSIS ordino CaT-
J
frase medium secUndtlm milliare nostrum vuoI essere intesa per thusianor. ephemeris sive diarium peregrinationis transmarinae per JEgyptum,
un miglio e mezzo, perchè il miglio polacco, come insegna lo stesso -montem Sinai Terram Sancta,m et Syriam. Augsboul'g, '172-1.
J -
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a cenare, dice assai chiaro che Emaus non era ancora stato tras- Anselmo parlando di Betlemme, includit quinque -italica miliaria.
ferito all'arido Cubebe. Non passi poi inosservata la confessione del Cracoviense, che mentre
Ciò ,avvenne soltanto verso il principio del secolo XVI, quando' i pellegrini ignari sogliono far pausa in Cubebe, que' Saraceni non
pare che i Francescani siansi accorti, non poter Emaus esser dove indicano loro nulla dell' antico Emaus. E, ·per vero dire, come
eglino venendo in Terrasantal'avevano trovato, perciocchè ivi, oltre avrebber potuto que' Sarac'eni parlarne ad altrui, quando colà non
San Samuele verso Gerusalemme, ed a poche miglia prima di questa se n'era inteso a parlare mai; quando appena incominciavano a
città, si era ben lungi dal riscontrarvi la distanza dei 60 stadii. Osser- parlarne in Gerusalemme i Frati della Corda? Alcuna cosa invece
varono invece che una tal distanza verificavasi prima di San Sa- ne sanno ancora al dì d'oggi i Saraceni d'Emuàs, i quali" interrogati,
muele nel villaggio di Cubebe, sur un altipiano coperto di ruine, rispondono: « Qui è, dove il Signor nostro Gesù ruppe il pane. »
tra cui quelle d'una chiesa; di che incominciarono a credere esser Il perchè d'una tal differenza è abbastanza chiaro.
colà gli avanzi d'Emaus-Nicopoli e della sua chiesa eretta in antichi La nuova opinione intorno al sito d'Emaus non si stabilì neppur
tempi sulla casa di Cleofa. Due scrittori francescani, di fatto, di cui tra i Francescani così subito da far cessare l'antecedente che mo-
uno toscano, l'altro polacco, sono i primi., che, a poca distanza strava quel sito a sole poche miglia dalla capitale. Contemporanea-
uno .dall'altro ~ ci mostrano Emaus lassù. II toscano, Frate Pier mente ad Anselmo di Cracovia, saliva a Gerusalemme il monaco
Pagolo Rucellai dell' Osservanza di S. Francesco, visitava i Santi certosino Giorgio, priore Gemnicense, ed accompagnato (notisi
Luoghi nell'anno 1501, quando partiva per Gerusalemme la nuova bene) da tre Francescani, visitava quel luogo il 21 dicembre 1507,
• famiglia, col nuovo guardiano P. Mauro della provincia di San Ber- come attesta egli medesimo nel Diario delle sue peregrinazion~(Il;
nardino, eletto nel Capitolo Generale degli Osservanti in S. Donato, e di quell'Emaus parla nel seguente metro: In illo loco nihil aliud
presso Urbino. Il Rucellai, avuta l'obbedienza del suo Vicario Gene- memoraht 4ignum vidimus, nisi ruinas ecclesiae cuiusdam, in eo
rale (chè Generale ancor non avevano gli Osservanti, sì solo i Con- loeo -extructae, ubi !tt habettlr Lucae ultimo Dominus Iesus .cum
ventuali, sino a Leone X), il Rucellai parti cogli altri compagni per duodecim (corr. duobus) discipulis ab Hierosolymis illuc euntibus
Gerusalemme, donde tornato poi a suo tempo in patria, descrisse intravit~ etc. Osservisi qui subito che mentre il Cracoviense nel suo
il suo pellegrinaggio, che, a' giorni nostri, pubblicò per la prima Emaus dei 60 stadi non vede altro di sano che una m1trata domus
volta il benemeritissimodella Storia Francescana, P. Marcellino da earens operimento ~ il Gemnicense, senza nominare i 60 stadi nè
Civezza. Frate pagolo segna 40 miglia dal Zaffo (Giaffa) a Gerusa- altra misura -di distanza, nell'Emaus a cui lo con~ussero tre frati
lemme, di cui 12 per arrivare a Rama (Ramle) e poi trova discosto altro non vide nisi ruinas ecclesiae ettittsdam, che era stata eretta
da Rama venti miglia Emaus, che è presso ad Ierusalem otto miglia; sulla casa di Cleofa. Ma ben altro vide egli colà, che a Cubebe non
con che parmi indicato abbastanza Cubebe, sebbene non nominato. potev:lsi vedere. Ascoltiamolo che prosegue: Ante hanc urbem in
Più chiaramente lo indica il polacco Frate' Anselmo da Cracovia trivio, ubi Christus ÌJominus cum Cleopha et alio discipulo noscitttr
che fu in Gerusalemme negli anni 1507 e 1508, e nella sua De- ambulasse, tamquam ad alium vicum iturus, est quidam fons licei
scriptio Terrae Sanetae, edita in Cracovia nel 1514, così scrive: exiguus. Ora a noi: Vedesi forse in Cubebe prima d'entrarvi un
Adht~c de Ierusalem vadendo _ad Ioppem versus occidentem, aliqua- fonticello in un trivio? Oh! no davvero; colà non havvi nè trivio
liter ad aquilonem est Emaus eastellum, distans sexaginta stadiis a nè fonticello, nè prima d'entrarvi nè dopo d'esservi entrati. Queste
Ier-usalem, idest duab1.lS leucis, hoc est mediwn sec1mdum ~illiare indicazioni invece convengono a meraviglia all'arabo villaggiuzzo di
nostrt~m, ubi Dominns, SeC1.ltus discip1.dos suos in die Resurrectionis Beth-tulme, a mezza via fra Gerusalemme e Cubebe, presso il quale
comedit C1~m eis (sic); et ibi hodie nihil aliud est nisi domus murata sono od eranvi i resti d'un' antica chiesa con un fonticello d'acqua
quadrangtllaris, carens operimento. Circa istum locurn peregrini eccellente nell' incontro di tre vie, di cui una va verso Colonia,
transeuntes Ierusalem solent pallsare, et nesciunt quidquam de isto
loeo, qtlÌa saraccni earum civitatum eis non indicant. La barbara (1) Die 21 decembris 1507 perrex'imus cum tribt/'s fratribus ac saraceno quo-
dam duce versus Emaus. In eD loco etc. GEORGII PRIORIS GEMNICENSIS ordino CaT-
J
frase medium secUndtlm milliare nostrum vuoI essere intesa per thusianor. ephemeris sive diarium peregrinationis transmarinae per JEgyptum,
un miglio e mezzo, perchè il miglio polacco, come insegna lo stesso -montem Sinai Terram Sancta,m et Syriam. Augsboul'g, '172-1.
J -
- t~8- - 1~9-

un' altra verso Beth-icsa e Nabi-Samuìl, ed è terza quella, per la libretto egli ha una specie di car\.a geografica, nel dare spiega-
quale si viene da Gerusalemme. Ecco dove da tre Francescani fu zione della . quale scrive cosi: Et quello edifìtio, che sulla strada
condotto a venerar Emaus il priore certosino Giorgio; in un sito clelli detti pellegrini con due lettere di sopra, R. A., si vede, signi-
cioè ben diverso da quello in cui lo indicavano contemporaneamente fica la città di Rama, dove i pellegrini, smontati dalla nave per
due altri Francescani, uno italiano, l'altro polacco. andar in Hierusalem, dormono la prima notte in 'un hospitale delli
Il disaccordo dei Francescani medesimi intorno al riconoscimento religiosi dell' Osservanza. Et quell' altro edifitio fuora della detta via
d'Emaus in Cubebe apparisce ancor meglio per la testimonianza di a man manca verso tramontana, che ha due lettere) C. M., significa
un altro Minorita di nazione spagnuolo, il quale, verso la metà di il castello de' Maccabei; e poco lontano di lì è il luogo di Emaus,
quel medesimo secolo, ci riconduce niente meno che all'Emaus an- ,dove il nostro Signore apparve alli due discepoli dopo la resurretione.
tico, dov'è ora Emuàs. Visitava Gerusalemme nel 1545 il P. Antonio Quel castello de'Maccabei non può esser altro che El-atrun, creduto
da Medina; e nel 1573 stampava a Salamanca, in suo volgare idioma, già Modin, od il vero Modin, in oggi Medieh, che gli sta vicino. Se
la descrizione del suo pellegrinaggio, che noi possediamo in ita- poco lontano di lì è il luogo d'Emaus, quest'Emaus non può esser
liana lingua tradotta (1). Or il Medina, partito da Rama o Ramle, altro che Emuàs. Or dove potè costui aver appreso ciò, se non nel
scrive cosi sul nostro argomento: Cavalcammo per una gran pia- francescano convento di M. Sion, che lo tenne nasco so per un anno?
nura da sei o sett,e miglia, ed arrivammo al castello d'Emaus, dove Non fia più dunque meraviglia se il Medina, che otto anni dopo
il Signore si diede a conoscere a due discepoli nel partire il pane. fu egli pure colà, ci mostra così chiaramente Emaus in Emuàs (1).
Signori Cubebei, è forse camminando per una gran ·pianura che si Si pare da ciò che nel primo mezzo secolo in cui incomin-
arriva al vostr' Emaus, posto in cima ed in mezzo de' monti? E se ciossi a parlare dell'Emaus di Cubebe, gli stessi autori della nuova
esso, come avvisava testè frà Pier Pago lo, è discosto da.Rama venti opinione furono tanto lungi dal mostrarsi fermi in essa, che ora
miglia ,come vi si può arrivare con un cammino di sei o sette ritornavano al falso Emaus di Beth-tulme, ora inclinavano ad accor-
miglia? Voi yedete quindi che il francescano Medina, reduce da darsi coi levantini nel riconoscer il vero Emaus in Emuàs, appiè
Gerusalemme, non riconosceva per nulla il vostr'Emans di Cubebe, dei monti. L'autorità tuttavia della Volgata, che allora appunto (1546)
come trentott'anni prima non l'avevano neppur riconosciuto i tre era dal Tridentino Concilio dichiarata autentica, e fatta valere in
Francescani che avevano condotto il priore gemnicense a venerarlo Gerusalemme dal P. Bonifacio Stefani di Ragusi, già teologo in detto
presso la fontana di Bethtulme. Ma attenti, chè il nostro spagnuolo Concilio, che nel 1553 era eletto guardiano di M. Sion, l'autorità
non ha ancor finito. Egli ne addita Emaus dove lo additavano della Volgata co'suoi 60 stadi impedì i Francescani di ritornare al
nel XII secolo gli scrittori delle crociate, e nel secolo IV San Giro- vero Emaus, e li .stabilì in Cubebe; ed in ciò s'ba da compatire al
lamo; dove lo credono ancor sempre i levantini, alle falde dei monti loro inganno; anzi a me paion lodevoli per aver conosciuto l'er-
della Giudea; dove insomma esso dura tuttavia col prisco suo nome, rore dell'Emaus antecedente di Beth-tulme. Ma prima di passar oltre
nel villaggio di Emuàs. Ecco del Medina le precise parole: Al ca- accertiamo meglio quel trasporto.
stello d'Emaus incominciano le montagne di Gerusalemme. Si è veduto poco fa che nissuna delle false indicazioni d'Emaus,
Anche ad Emuàs ci aveva già condotti otl'anni prima, non un dateci dagli occidentali dopo lo sgombro dei Crociati dalla Giudea
Francescano, ma un ungaro, Bartolomeo Georgievicz, che nel con- sino al secolo XVI, nissuna conviene a Cubebe. Le ·une hanno mag-
vento francescano di M. Sion aveva passato l'anno 1537, dove aveva giore o minore di 60 stadi la distanza da Gerusalemme: le altre
trovato rifugio e scampo da dodicenne schiavitù turchesca. Ridottosi ci fanno trpvar Emaus al di là di San Samuele, mentre Cubebe ne
costui a' Roma, vi pubblicò nel 1553 un suo Specchio della pelle- è di qua. Alcune non lo collocano neppure su quella via; parecchie
grinatione delli più notabili l1wghi di Terrasanta. In questo suo
CI) L'importanza di qlleste due testimonianze non isfugge all' Avversario, il quale
non sapendo che opporvi, scrive a pago ~ 96 dell'ultima sua dispensa: Per non dilttn-
(1) Viaggio di Terra Santa con sue stazioni e misterii del M. R. P. Frate
gurmi soverchiamente, faccio grazia (Troppa bontà, padre molto reverendo!) di non
Antonio Medina, spagnuolo, dell' Ordine di S. Francesco degli Scalzi, tradotto di
lingua castigliana nella toscana. Firenze, ,1590. prendere in esame nè Bartolomeo Georgieviez ... nè il P. Antonio da Medina.

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un' altra verso Beth-icsa e Nabi-Samuìl, ed è terza quella, per la libretto egli ha una specie di car\.a geografica, nel dare spiega-
quale si viene da Gerusalemme. Ecco dove da tre Francescani fu zione della . quale scrive cosi: Et quello edifìtio, che sulla strada
condotto a venerar Emaus il priore certosino Giorgio; in un sito clelli detti pellegrini con due lettere di sopra, R. A., si vede, signi-
cioè ben diverso da quello in cui lo indicavano contemporaneamente fica la città di Rama, dove i pellegrini, smontati dalla nave per
due altri Francescani, uno italiano, l'altro polacco. andar in Hierusalem, dormono la prima notte in 'un hospitale delli
Il disaccordo dei Francescani medesimi intorno al riconoscimento religiosi dell' Osservanza. Et quell' altro edifitio fuora della detta via
d'Emaus in Cubebe apparisce ancor meglio per la testimonianza di a man manca verso tramontana, che ha due lettere) C. M., significa
un altro Minorita di nazione spagnuolo, il quale, verso la metà di il castello de' Maccabei; e poco lontano di lì è il luogo di Emaus,
quel medesimo secolo, ci riconduce niente meno che all'Emaus an- ,dove il nostro Signore apparve alli due discepoli dopo la resurretione.
tico, dov'è ora Emuàs. Visitava Gerusalemme nel 1545 il P. Antonio Quel castello de'Maccabei non può esser altro che El-atrun, creduto
da Medina; e nel 1573 stampava a Salamanca, in suo volgare idioma, già Modin, od il vero Modin, in oggi Medieh, che gli sta vicino. Se
la descrizione del suo pellegrinaggio, che noi possediamo in ita- poco lontano di lì è il luogo d'Emaus, quest'Emaus non può esser
liana lingua tradotta (1). Or il Medina, partito da Rama o Ramle, altro che Emuàs. Or dove potè costui aver appreso ciò, se non nel
scrive cosi sul nostro argomento: Cavalcammo per una gran pia- francescano convento di M. Sion, che lo tenne nasco so per un anno?
nura da sei o sett,e miglia, ed arrivammo al castello d'Emaus, dove Non fia più dunque meraviglia se il Medina, che otto anni dopo
il Signore si diede a conoscere a due discepoli nel partire il pane. fu egli pure colà, ci mostra così chiaramente Emaus in Emuàs (1).
Signori Cubebei, è forse camminando per una gran ·pianura che si Si pare da ciò che nel primo mezzo secolo in cui incomin-
arriva al vostr' Emaus, posto in cima ed in mezzo de' monti? E se ciossi a parlare dell'Emaus di Cubebe, gli stessi autori della nuova
esso, come avvisava testè frà Pier Pago lo, è discosto da.Rama venti opinione furono tanto lungi dal mostrarsi fermi in essa, che ora
miglia ,come vi si può arrivare con un cammino di sei o sette ritornavano al falso Emaus di Beth-tulme, ora inclinavano ad accor-
miglia? Voi yedete quindi che il francescano Medina, reduce da darsi coi levantini nel riconoscer il vero Emaus in Emuàs, appiè
Gerusalemme, non riconosceva per nulla il vostr'Emans di Cubebe, dei monti. L'autorità tuttavia della Volgata, che allora appunto (1546)
come trentott'anni prima non l'avevano neppur riconosciuto i tre era dal Tridentino Concilio dichiarata autentica, e fatta valere in
Francescani che avevano condotto il priore gemnicense a venerarlo Gerusalemme dal P. Bonifacio Stefani di Ragusi, già teologo in detto
presso la fontana di Bethtulme. Ma attenti, chè il nostro spagnuolo Concilio, che nel 1553 era eletto guardiano di M. Sion, l'autorità
non ha ancor finito. Egli ne addita Emaus dove lo additavano della Volgata co'suoi 60 stadi impedì i Francescani di ritornare al
nel XII secolo gli scrittori delle crociate, e nel secolo IV San Giro- vero Emaus, e li .stabilì in Cubebe; ed in ciò s'ba da compatire al
lamo; dove lo credono ancor sempre i levantini, alle falde dei monti loro inganno; anzi a me paion lodevoli per aver conosciuto l'er-
della Giudea; dove insomma esso dura tuttavia col prisco suo nome, rore dell'Emaus antecedente di Beth-tulme. Ma prima di passar oltre
nel villaggio di Emuàs. Ecco del Medina le precise parole: Al ca- accertiamo meglio quel trasporto.
stello d'Emaus incominciano le montagne di Gerusalemme. Si è veduto poco fa che nissuna delle false indicazioni d'Emaus,
Anche ad Emuàs ci aveva già condotti otl'anni prima, non un dateci dagli occidentali dopo lo sgombro dei Crociati dalla Giudea
Francescano, ma un ungaro, Bartolomeo Georgievicz, che nel con- sino al secolo XVI, nissuna conviene a Cubebe. Le ·une hanno mag-
vento francescano di M. Sion aveva passato l'anno 1537, dove aveva giore o minore di 60 stadi la distanza da Gerusalemme: le altre
trovato rifugio e scampo da dodicenne schiavitù turchesca. Ridottosi ci fanno trpvar Emaus al di là di San Samuele, mentre Cubebe ne
costui a' Roma, vi pubblicò nel 1553 un suo Specchio della pelle- è di qua. Alcune non lo collocano neppure su quella via; parecchie
grinatione delli più notabili l1wghi di Terrasanta. In questo suo
CI) L'importanza di qlleste due testimonianze non isfugge all' Avversario, il quale
non sapendo che opporvi, scrive a pago ~ 96 dell'ultima sua dispensa: Per non dilttn-
(1) Viaggio di Terra Santa con sue stazioni e misterii del M. R. P. Frate
gurmi soverchiamente, faccio grazia (Troppa bontà, padre molto reverendo!) di non
Antonio Medina, spagnuolo, dell' Ordine di S. Francesco degli Scalzi, tradotto di
lingua castigliana nella toscana. Firenze, ,1590. prendere in esame nè Bartolomeo Georgieviez ... nè il P. Antonio da Medina.

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poi parlano di fontane, di cui Cubebe è brullo. Finalmente sul bel ~Y-anzi: assi da villa o castello Emaus, como ~a cidade Nicopolis,
principio del sedecimo secolo due scrittori francescani, di cui uno ha o dia de oje muy pouca memoria, se si eccettui il sito della casa
toscano e l'altro polacco, ce lo mostrano abbastanza chiaro colà, dov'era stato Gesù coi due discepoli, che fu poi fatto chiesa: so-
sebbene senza nominarlo. E perchè non dovrassi da ciò conchiudere mente no lugar dct casa, onde esteve nosso Redemptor com os dous
che allora, ma soltanto allora, i Francescani lo riconobbero colà? discipolos, que de pois foy {eito igreia; la qual chiesa era allora
La stessa difficoltà che la nuova opinione incontrò a stabilirsi, non atlerrata e ridotta ad una sol~ cappella mezzo ruinata essa pure,
prova essa pure che nuova ell'era veramente? Dopo la metà di dove, andandosi colà, celebravasi la messa: a qual ogora està posta
quel secolo il prete olandese Cristiano Adricomio compilava il suo por terra tirando a capella, e inda està mea arruinada, na qual
Theatrum Terrae Sanctae dietro le indicazioni de'viaggi che cono- dize1n missa quando là vào (1).
sceva e de' viaggiatori che poteva consultare, non avendo egli viag- Se quel trasporto consolava i trasportatori colla riscontrata distanza
giato; ed al nostro proposito scriveva: Emmaus ab Hierusalem distat di circa 60 stadi, presentava poi un grande imbarazzo in riguardo
itinere sesquihorae: trit~m vero horarum et dimidiae, ut Siglerus dei pellegrini. Ve n'eran di quelli che ripetevano il divoto viaggio,
ait. Perchè, o lettori, queste due distanze date dall' Adricomio ad come Mariano da Siena e lo Schmidt; altri lo studiavano prima
Emaus? Perchè verso quel tempo lo si era mutato di posto; per d'intraprenderlo sugli anteriori pellegrinaggi; altri viaggiavano dietro
cui, la prima distanza di un'ora e mezzo (sesquihorae) sarebbe quella la scorta del P. Noè, il cui Viaggio era quasi la Guida officiale di
di Bethtulme; e l'altra quella dell'Emaus novello di Cubebe. Nè qui quel tempo. Che avrebber detto costoro in veder Emaus cosi traspor-
facciano incaglio quelle tre ore e mezzo, quasi che per Cubebe tato? - « Cosa fatta capo ha» dice un antico proverbio: adunque
'"'fosser troppe; cbè allora vi si andava con un giro più lungo d'og- l'antecedente Emaus di Bethtulme non sarà spoglio affatto del prisco
gidi, come ci mostrerà tra poco un pellegrino olandese che lo onore, ma apparterrà ancora al grande avvenimento d'Emaus; esso
descrive minutamente. Anche il Quaresmi, dopo riportato questo sarà quind'innanzi il sito in cui Cristo s'accompagnò per via ai
medesimo passo dell' Adricomio, lungi dal correggere quel viaggio due discepoli. Per tal modo si salva capra e cavoli, e si acquista
di tre ore e mezzo, lo conferma con immediatamente aggiungere un nuovo santuario. - Santuario veramente nuovo, dico io, per-
rateor mihi longt~m visum (uisse (I). ciocchè per quanto io abbia frugato in antichi 'libri, e, più di me,
Operatosi quel trasporto ,i Francescani che nel 1551 avevano frugato v'abbiano i collaboratori e traduttori del mio eruditissimo
perduto il Cenacolo col convento di M. Sion, presero a visitare ogni Avversario, finora non se ne rinvenne traccia anteriore alla metà
anno Cubebe nel secondo giorno di Pasqua, in cui leggesi nella di quel secolo, in cui si credè d'avere scoperto Emaus nelle ruine
messa il Vangelo d'Emaus, parendo a que'pii, dietro l'opinione che di Cubebe(2)r - O miei antichi fratelli, Quid dicam vobis~ ... Laudo
ivi Gesù avesse rinnovato il Gran Mistero del suo corpo, di trovare vos ~... In hoc non laudo (I, Corinth, XI, 22).
colà un secondo Cenacolo; e siccome della chiesa creduta eretta Uno sguardo adesso al nuovo Emaus e sue ruine. L'arabo vo-
sulla casa di Cleofa era allora ancor in piedi l'absida, in essa cele- cabolo Cubebe, diminutivo di Cube (cupola), significa cupoletta. Donde
bravano la messa. Il P. Pantaleone de Aveira, venuto in Terrasanta mai una tale denominazione? La geografia sacra non offre nome
nel 1563, scrive nel suo Itinerario in lingua portoghese che il nuovo che a. quello s'assomigli, nè la storia lascia sospettare essere stata
Emaus distava da Gerusalemme poco più di due leghe, pouco mais
de duas leguas, e che di esso, come di Nicopoli, rimanevano pochi (1) Itinerario da. Terra Santa,. Lisbona, HS93, ,1600, 4720.
(2) Il raguseo Bonifacio Stefani che, eletto nel 1553 dal solo Generale, governò
(1) Ben più lungo dev'esser parso al gesuita Besson, che, come abbiam visto, asse- rome guardiano o come supplente sino al 1560, perchè il suo successore nominato dal
gnavagli nove miglia. Ben più lungo ancora nel 1669 al francescano Giacomo Goujon Q.pitolo dell'Aquila non vide Gerusalemme, quin constet) scrive il Wadding, an muneri
(preside per cinque mesi nel , S. Sepolcro), che poneva l'Emaus de' tempi suoi a quattr'ore . nnwntiavel'it) vel in itinere obierit, Bonifacio Sterani nel suo libro De perenni cultu.
da Gerusalemme (Histoil'e et voyage de la Terre Sainte. Lion, 1670, pa~. 288). E che Terme Sanctae, descrivendo la visita pasquale d'Emaus, non parla ancora del santuario
dirassi del viaggiatore Monconys (Voyages, etc. Lion, ~ 660, pago 318), che davagli tre o .n:ello, perchè forse non ancor nato. Primo a notarlo è il viaggiatore Cristoforo Furer
quattro I~he di distanza dalla S. Città? Ciò sia colla buona venia di que' cattolici e 6Baimendorf, che tra il 1565 ed il 1567 perlustrava l'Egitto, l'Arabia, la Palestina, ecc.
protestanti che sostengono pro aris et focis i 60 stadi evangelici al loro Cubebe. il cui Itinerarium vide la luce in ' Noremberga nel 1621.
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poi parlano di fontane, di cui Cubebe è brullo. Finalmente sul bel ~Y-anzi: assi da villa o castello Emaus, como ~a cidade Nicopolis,
principio del sedecimo secolo due scrittori francescani, di cui uno ha o dia de oje muy pouca memoria, se si eccettui il sito della casa
toscano e l'altro polacco, ce lo mostrano abbastanza chiaro colà, dov'era stato Gesù coi due discepoli, che fu poi fatto chiesa: so-
sebbene senza nominarlo. E perchè non dovrassi da ciò conchiudere mente no lugar dct casa, onde esteve nosso Redemptor com os dous
che allora, ma soltanto allora, i Francescani lo riconobbero colà? discipolos, que de pois foy {eito igreia; la qual chiesa era allora
La stessa difficoltà che la nuova opinione incontrò a stabilirsi, non atlerrata e ridotta ad una sol~ cappella mezzo ruinata essa pure,
prova essa pure che nuova ell'era veramente? Dopo la metà di dove, andandosi colà, celebravasi la messa: a qual ogora està posta
quel secolo il prete olandese Cristiano Adricomio compilava il suo por terra tirando a capella, e inda està mea arruinada, na qual
Theatrum Terrae Sanctae dietro le indicazioni de'viaggi che cono- dize1n missa quando là vào (1).
sceva e de' viaggiatori che poteva consultare, non avendo egli viag- Se quel trasporto consolava i trasportatori colla riscontrata distanza
giato; ed al nostro proposito scriveva: Emmaus ab Hierusalem distat di circa 60 stadi, presentava poi un grande imbarazzo in riguardo
itinere sesquihorae: trit~m vero horarum et dimidiae, ut Siglerus dei pellegrini. Ve n'eran di quelli che ripetevano il divoto viaggio,
ait. Perchè, o lettori, queste due distanze date dall' Adricomio ad come Mariano da Siena e lo Schmidt; altri lo studiavano prima
Emaus? Perchè verso quel tempo lo si era mutato di posto; per d'intraprenderlo sugli anteriori pellegrinaggi; altri viaggiavano dietro
cui, la prima distanza di un'ora e mezzo (sesquihorae) sarebbe quella la scorta del P. Noè, il cui Viaggio era quasi la Guida officiale di
di Bethtulme; e l'altra quella dell'Emaus novello di Cubebe. Nè qui quel tempo. Che avrebber detto costoro in veder Emaus cosi traspor-
facciano incaglio quelle tre ore e mezzo, quasi che per Cubebe tato? - « Cosa fatta capo ha» dice un antico proverbio: adunque
'"'fosser troppe; cbè allora vi si andava con un giro più lungo d'og- l'antecedente Emaus di Bethtulme non sarà spoglio affatto del prisco
gidi, come ci mostrerà tra poco un pellegrino olandese che lo onore, ma apparterrà ancora al grande avvenimento d'Emaus; esso
descrive minutamente. Anche il Quaresmi, dopo riportato questo sarà quind'innanzi il sito in cui Cristo s'accompagnò per via ai
medesimo passo dell' Adricomio, lungi dal correggere quel viaggio due discepoli. Per tal modo si salva capra e cavoli, e si acquista
di tre ore e mezzo, lo conferma con immediatamente aggiungere un nuovo santuario. - Santuario veramente nuovo, dico io, per-
rateor mihi longt~m visum (uisse (I). ciocchè per quanto io abbia frugato in antichi 'libri, e, più di me,
Operatosi quel trasporto ,i Francescani che nel 1551 avevano frugato v'abbiano i collaboratori e traduttori del mio eruditissimo
perduto il Cenacolo col convento di M. Sion, presero a visitare ogni Avversario, finora non se ne rinvenne traccia anteriore alla metà
anno Cubebe nel secondo giorno di Pasqua, in cui leggesi nella di quel secolo, in cui si credè d'avere scoperto Emaus nelle ruine
messa il Vangelo d'Emaus, parendo a que'pii, dietro l'opinione che di Cubebe(2)r - O miei antichi fratelli, Quid dicam vobis~ ... Laudo
ivi Gesù avesse rinnovato il Gran Mistero del suo corpo, di trovare vos ~... In hoc non laudo (I, Corinth, XI, 22).
colà un secondo Cenacolo; e siccome della chiesa creduta eretta Uno sguardo adesso al nuovo Emaus e sue ruine. L'arabo vo-
sulla casa di Cleofa era allora ancor in piedi l'absida, in essa cele- cabolo Cubebe, diminutivo di Cube (cupola), significa cupoletta. Donde
bravano la messa. Il P. Pantaleone de Aveira, venuto in Terrasanta mai una tale denominazione? La geografia sacra non offre nome
nel 1563, scrive nel suo Itinerario in lingua portoghese che il nuovo che a. quello s'assomigli, nè la storia lascia sospettare essere stata
Emaus distava da Gerusalemme poco più di due leghe, pouco mais
de duas leguas, e che di esso, come di Nicopoli, rimanevano pochi (1) Itinerario da. Terra Santa,. Lisbona, HS93, ,1600, 4720.
(2) Il raguseo Bonifacio Stefani che, eletto nel 1553 dal solo Generale, governò
(1) Ben più lungo dev'esser parso al gesuita Besson, che, come abbiam visto, asse- rome guardiano o come supplente sino al 1560, perchè il suo successore nominato dal
gnavagli nove miglia. Ben più lungo ancora nel 1669 al francescano Giacomo Goujon Q.pitolo dell'Aquila non vide Gerusalemme, quin constet) scrive il Wadding, an muneri
(preside per cinque mesi nel , S. Sepolcro), che poneva l'Emaus de' tempi suoi a quattr'ore . nnwntiavel'it) vel in itinere obierit, Bonifacio Sterani nel suo libro De perenni cultu.
da Gerusalemme (Histoil'e et voyage de la Terre Sainte. Lion, 1670, pa~. 288). E che Terme Sanctae, descrivendo la visita pasquale d'Emaus, non parla ancora del santuario
dirassi del viaggiatore Monconys (Voyages, etc. Lion, ~ 660, pago 318), che davagli tre o .n:ello, perchè forse non ancor nato. Primo a notarlo è il viaggiatore Cristoforo Furer
quattro I~he di distanza dalla S. Città? Ciò sia colla buona venia di que' cattolici e 6Baimendorf, che tra il 1565 ed il 1567 perlustrava l'Egitto, l'Arabia, la Palestina, ecc.
protestanti che sostengono pro aris et focis i 60 stadi evangelici al loro Cubebe. il cui Itinerarium vide la luce in ' Noremberga nel 1621.
- 10':1-
- 1~~-
lassù cittade ebrea; chè il volervisi riconoscer Emaus è moderna
. sono attualmente sorgenti nella località (1); e CIO IO conferma-
immaginazione contradetta dal libro de' Maccabei, a cui ogni buon
zione dello stesso Avversario cbe, sempre veritiero ad un modo, asse-
cattolico dovrebbe pur inchinarsi; contradelta inoltre da Gioseffo
. risce nell'ultima sua Dispensa (pag. 70 e 71) ehe sono in Cubebe
Flavio e da S. Girolamo, che, d'accordo con quel sacro libro, ci
due sorgenti continue ~ e che l'esistenza dì quelle due fonti è un
mostra n Emaus nella pianura; contradetta dalle antiche note topo-
{a,tto noto a tutti. Cosi gli conferma il titolo di mentitore un dotto
. grafiche di quella città, delle quali nissuna si riscontra in Cubebe;
protestante da lui prodotto ed encomiato.
contradetta dal consenso de'differenti indigeni e dallo stesso con-
Il quale prosegue scrivendo: In fondo poi della valle (che si
servato nome della patria di Cleofa, che ce la mostrano ben lungi
sprofonda dietro di Cubebe) si trova verso il nord nna fontana,
di colassù. A fronte di tutto ciò io domando: Quale potrebbe ancor
dliamata dagli Arabi Ain-Agiab, che significa fontana miracolosa.
essere prova in favor di Cubebe? - « I 60 stadi» rispondono i
Ho misurato la sua distanza da Kubeibe, discendendo per una strada
Cubebei. - Ma que' 60 stadi, ripiglio io, sono ascritti ad Emaus,
a.ssai scoscesa nella direzione del Nord-Ovest, ed ho trovato 3,325 piedi
non a Cubebe; qual è dunque, ripeto, qual è la prova che Cubebe
inglesi. Così ]0 Scbik. Ora il piede inglese, ragguagHato alla misura
sia Emaus? 0, se piace meglio, qual è la prova che la distanza di
quei 60 stadi da Gerusalemme si debba misurare nella direzione di metrica, corrisponde a 304 millimetri; quindi i piedi 3,325 corris-
pondono a m. 1,010,80; e così l' Ain-Agiab (opportuna, non antica
Cubebe, e non in un'altra qualunque? Forti di que'60 stadi, il Bour-
modificazione di Ain-Agiam), appartenente al territorio di Beth-anan,
quemond, il Sepp, il Jacobs, il vVitliams, il Voguè voglion Emaus,
non a quello di Cubebe, dista da questo più d'un chilometro, e non
. ciascuno alla sua volta, qua e là nella regione di ponente, ma non
incontrasi venendo da Gerusalemme a Cubebe, ma discendendo dal
in Cubebe; mentre il Barbiè du Bocage col De Vette ed il Mayer
monte alla pianura del Saron; quindi perduta impresa lo arrab-
lo collocano al settentrione di Gerusalemme. E quest'è il valore
dei 60 stadi in favor di Cubebe. battarsi a raffazzonarlo per fargli rappresentare la venerata fontana
d'Emaus, che ancora scaturisce in Emuàs, presso lo scoperto antico
Fra le antiche note d'Emaus che a questo villaggio mancano, trivio, come abbiam veduto a suo luogo.
j" è insigne quella d'una fonte prodigiosa, che scaturiva presso d'un
Se dunque quelle ruine non sono di Emaus, città ebrea, non
trivio in vicinanza della città. Una tale mancanza attestava già da
s.aranno neppure di Nicopoli, città romana, in cui nel terzo secolo
due secoli e mezzo il più compiuto illustratore de'Santi Luoghi, il
Emaus risorse. Dicasi lo stesso della colonia degli 800 emeriti, che,
francescano Quaresmi, e noi lo sentiremo tra breve. Ascoltiamo
come vedemmo, non fu da Tito fondata in Emaus, ma in Amosa,
adesso un testimonio recente, somministratoci dallo stesso AvverI'! là precisamente dove sino al dì d'oggi ne conserva memoria il vil-
sario nella persona del professore Corrado Schik decorato della
J
laggio di Colonieh co'suoi resti di romana costruzione, e collo stesso
grande medaglia cl' oro di lVl~rtemberg per scienza ed arte, e diret- . nome che porta. In quanto alle ruine di Cubebe, io persisto a cre-
tore in Gerusalemme di un istituto protestante; imperciocchè gli è dere che abbiano appartenuto a qualcuno di que'vasti monasteri,
qui da sapere che nella presente questione i protestanti di Geru- che nell'epoca bisantina sorsero nella Giudea, e de'quali resta me-
salemme fanno comunella coi Francescani, e dietro di loro cercano moria in più luoghi, designati coll'araba denominazione di Deir (mo-
di piantare in Cubebe le proprie tende; di chè l'Avversario gareg- nastero). Nè osta al mio sentire l'estensione delle ruine di .Cubebe;
giando con essi in cortesia, pubblica in fondo al suo lavoro, e come -cbè quelle di Deir-Dosi, o monastero di S. Teodosio, esplorate da
coronide del medesimo, la Relazione tradotta dal tedesco di detto
professore sulla misurazione (parole dell' Avversario toscano) delle
tre strade, per le quali da Gerusalemme si va al nostro Emmaus e ( I) A pago 385, dove dopo le trascritte parole, soggiunge: Dico attualmente, pe1'chè
'i abitanti del luogo pretendono che vi era anticamente una sorgente che si sa-
relative carte topografiche. In quella Relazione il dotto protestante rd.Jbe pe/'d'u,ta, Ciò dev'essere avvenuto, ripiglio io, da ben lunga serie d'anni l prima
descri ve pienamente le ruine di Cubebe, tra le quali nota un tronco arora cile gli Arabi occupassero la Palestina; anzi prima dello scavamento di quelle
d'antica via, una grande vasca al sud, cisterne da ogni parte, gli cisterne nelle viscere del monte; scavamento che dev'essere stato falto per soppe-
It mte
avanzi d'una chiesa e quelli d'un castello, ma non segnala nis- all 'acqua della sorgente perduta. E gli abitanti del luogo ne consel'vano ancora
wmoria? ... Da qualche anno iII qua hanrl'o imparato moltI' cose quei villani! Potenza
suna traccia di trivio, ed invece testifica senza ambagi che non ~ doppi bacsls, cattolici e protestanti !
- 10':1-
- 1~~-
lassù cittade ebrea; chè il volervisi riconoscer Emaus è moderna
. sono attualmente sorgenti nella località (1); e CIO IO conferma-
immaginazione contradetta dal libro de' Maccabei, a cui ogni buon
zione dello stesso Avversario cbe, sempre veritiero ad un modo, asse-
cattolico dovrebbe pur inchinarsi; contradelta inoltre da Gioseffo
. risce nell'ultima sua Dispensa (pag. 70 e 71) ehe sono in Cubebe
Flavio e da S. Girolamo, che, d'accordo con quel sacro libro, ci
due sorgenti continue ~ e che l'esistenza dì quelle due fonti è un
mostra n Emaus nella pianura; contradetta dalle antiche note topo-
{a,tto noto a tutti. Cosi gli conferma il titolo di mentitore un dotto
. grafiche di quella città, delle quali nissuna si riscontra in Cubebe;
protestante da lui prodotto ed encomiato.
contradetta dal consenso de'differenti indigeni e dallo stesso con-
Il quale prosegue scrivendo: In fondo poi della valle (che si
servato nome della patria di Cleofa, che ce la mostrano ben lungi
sprofonda dietro di Cubebe) si trova verso il nord nna fontana,
di colassù. A fronte di tutto ciò io domando: Quale potrebbe ancor
dliamata dagli Arabi Ain-Agiab, che significa fontana miracolosa.
essere prova in favor di Cubebe? - « I 60 stadi» rispondono i
Ho misurato la sua distanza da Kubeibe, discendendo per una strada
Cubebei. - Ma que' 60 stadi, ripiglio io, sono ascritti ad Emaus,
a.ssai scoscesa nella direzione del Nord-Ovest, ed ho trovato 3,325 piedi
non a Cubebe; qual è dunque, ripeto, qual è la prova che Cubebe
inglesi. Così ]0 Scbik. Ora il piede inglese, ragguagHato alla misura
sia Emaus? 0, se piace meglio, qual è la prova che la distanza di
quei 60 stadi da Gerusalemme si debba misurare nella direzione di metrica, corrisponde a 304 millimetri; quindi i piedi 3,325 corris-
pondono a m. 1,010,80; e così l' Ain-Agiab (opportuna, non antica
Cubebe, e non in un'altra qualunque? Forti di que'60 stadi, il Bour-
modificazione di Ain-Agiam), appartenente al territorio di Beth-anan,
quemond, il Sepp, il Jacobs, il vVitliams, il Voguè voglion Emaus,
non a quello di Cubebe, dista da questo più d'un chilometro, e non
. ciascuno alla sua volta, qua e là nella regione di ponente, ma non
incontrasi venendo da Gerusalemme a Cubebe, ma discendendo dal
in Cubebe; mentre il Barbiè du Bocage col De Vette ed il Mayer
monte alla pianura del Saron; quindi perduta impresa lo arrab-
lo collocano al settentrione di Gerusalemme. E quest'è il valore
dei 60 stadi in favor di Cubebe. battarsi a raffazzonarlo per fargli rappresentare la venerata fontana
d'Emaus, che ancora scaturisce in Emuàs, presso lo scoperto antico
Fra le antiche note d'Emaus che a questo villaggio mancano, trivio, come abbiam veduto a suo luogo.
j" è insigne quella d'una fonte prodigiosa, che scaturiva presso d'un
Se dunque quelle ruine non sono di Emaus, città ebrea, non
trivio in vicinanza della città. Una tale mancanza attestava già da
s.aranno neppure di Nicopoli, città romana, in cui nel terzo secolo
due secoli e mezzo il più compiuto illustratore de'Santi Luoghi, il
Emaus risorse. Dicasi lo stesso della colonia degli 800 emeriti, che,
francescano Quaresmi, e noi lo sentiremo tra breve. Ascoltiamo
come vedemmo, non fu da Tito fondata in Emaus, ma in Amosa,
adesso un testimonio recente, somministratoci dallo stesso AvverI'! là precisamente dove sino al dì d'oggi ne conserva memoria il vil-
sario nella persona del professore Corrado Schik decorato della
J
laggio di Colonieh co'suoi resti di romana costruzione, e collo stesso
grande medaglia cl' oro di lVl~rtemberg per scienza ed arte, e diret- . nome che porta. In quanto alle ruine di Cubebe, io persisto a cre-
tore in Gerusalemme di un istituto protestante; imperciocchè gli è dere che abbiano appartenuto a qualcuno di que'vasti monasteri,
qui da sapere che nella presente questione i protestanti di Geru- che nell'epoca bisantina sorsero nella Giudea, e de'quali resta me-
salemme fanno comunella coi Francescani, e dietro di loro cercano moria in più luoghi, designati coll'araba denominazione di Deir (mo-
di piantare in Cubebe le proprie tende; di chè l'Avversario gareg- nastero). Nè osta al mio sentire l'estensione delle ruine di .Cubebe;
giando con essi in cortesia, pubblica in fondo al suo lavoro, e come -cbè quelle di Deir-Dosi, o monastero di S. Teodosio, esplorate da
coronide del medesimo, la Relazione tradotta dal tedesco di detto
professore sulla misurazione (parole dell' Avversario toscano) delle
tre strade, per le quali da Gerusalemme si va al nostro Emmaus e ( I) A pago 385, dove dopo le trascritte parole, soggiunge: Dico attualmente, pe1'chè
'i abitanti del luogo pretendono che vi era anticamente una sorgente che si sa-
relative carte topografiche. In quella Relazione il dotto protestante rd.Jbe pe/'d'u,ta, Ciò dev'essere avvenuto, ripiglio io, da ben lunga serie d'anni l prima
descri ve pienamente le ruine di Cubebe, tra le quali nota un tronco arora cile gli Arabi occupassero la Palestina; anzi prima dello scavamento di quelle
d'antica via, una grande vasca al sud, cisterne da ogni parte, gli cisterne nelle viscere del monte; scavamento che dev'essere stato falto per soppe-
It mte
avanzi d'una chiesa e quelli d'un castello, ma non segnala nis- all 'acqua della sorgente perduta. E gli abitanti del luogo ne consel'vano ancora
wmoria? ... Da qualche anno iII qua hanrl'o imparato moltI' cose quei villani! Potenza
suna traccia di trivio, ed invece testifica senza ambagi che non ~ doppi bacsls, cattolici e protestanti !
- 134- - 135-
me col signor Carlo Guarmani, ufficiale della posta francese, al sud battitnento di David contro Golia; donde, dopo due miglia) giun-
di Gerusalemme, non sono punto meno vaste. Taluni ascelerij d'al- gemmo al luogo memorando per l'unirsi che ivi fece Gesù ai due
lora componevansi di tante fabbriche, quante erano nazioni de'nu- emanntini discepoli; in memoria del che Sant' Elena vi -edificò un
merosissimi monaci, come appunto quello di S. Teodosio, che con- tempio ed un monistero (I) oggid-ì ruinati. Dopo un po' di preghiera
stava di tre distinte famiglie, di Greci, ' di Bessi e d'Armeni, con in questo santo luogo, piegammo a mezzodì presso una ricca (on-
una gran chiesa comune, oltre una quarta casa pegli ossessi, l'ospizio tana~ lasciandoci a sinistra ed in cima ad un monte il villaggio di
dei forastieri, !'infermeria, con tutti gli opitizi destinati alla pro- Luza. Trapassato quel monte, proseguimmo un' altra volta ad occi-
duzione di quanto occorrev:r alla religiosa colonia. Tanto risulta dente, e poco appresso salimmo sur un altro erto monte) in cima al
dalla vita del santo fondatore in Simeone Metafraste. quale attraversammo un meschin villaggio, e dopo d'un miglio arri-
Che poi Cubebe fosse stato proprio un antico monastero è di- vammo finalmente al castello d'Emaus, che trovasi sur una grande
mostro dall'appellativo Deir) che sin dal tempo delle crociate ne eminenza, ma in luogo piano ed ameno. Quale città si (osse a'suoi
accompagnava il nome. Il Codice diplomatico della sacra religione floridi giorni mostra l'ampiezza delle sue ruine, ma oggigiorno è
Gerosolimitana, pubblicato in Lucca nel secolo scorso da Sebastiano affatto deserto (desolatus et habitatore vacuus). Noi ci dirigemmo
Paoli, riporta un diploma del 1136, con cui re Folco angioino, con- là dov' era la chiesa eretta sulla casa di Cleofa, che ora è distrutta
senziente Melisende sua moglie, conferma la donazione fatta da Ugo ed ingombra di rovi, non altro restandone in piedi che una piccola
di Santo Abramo ai Cavalieri dell'Ospedale di parecchi villaggi, fra i parte dell' absida (nihil praeter chori partem perexiguam reliquum
• quali si trova pur quello di Deir-el-Cobebe. Che poi codesto vil- habet) (1). - . Era probabilmente quello che trent' anni addietro il
laggio sia proprio il nostro si pare da ciò che ancora presente- De Aveira chiamava cappella (2); donde si fa manifesto che il sito,
mente trovasi in esso un recinto assai considerevole, che i villici a cui s'arrestavano colà i divoti visitanti; e veneravasi come parli·
del lu,ogo chiamano essi stessi el Deir, il monastero: parole di Vit- colare santuario, erano le ruine d'una chiesa che credevasi eretta
torio Guérin, riportate dall'Avversario (1). Ai tempi adunque delle sulla casa di Cleofa.
crociate, quando presso gli occidentali Emaus, siccome abbiam visto, Conferma la cosa il cavaliere romano Pietro Della Valle, che,
era ancor sempre appiè de' monti, Cubebe già esisteva, ed esisteva nella Pasqua del 1616, visitava egli pure coi Francescani l'Emaus
come al dì d'oggi, quale arabo villaggio derivato da un antico mo- di Cubebe, e ne scriveva così: Smontammo ivi da cavallo) e alle
nastero; quindi sino ~llora nissnno, neppure degli occidentali, si ruine d'una chiesa antica ... che era fabbricata nel luogo preciso dove
era ancor sognato di salire a venerar Emaus in Cubebe. E qui faccio i discepoli conobbero Cristo in fraclione panis, cantarono i Frati,
_avvertito l'Avversario che a quest'argomento comprovante la mo- presenti noi, il vangelo corrente (3). Nell'anno stesso in cui il Della
dernità del suo Emaus cubebeo, egli si è scordato finora di rispon- Valle perlustrava la Palestina, incominciava in Gerusalemme la sua
dere, sebbene siagli stato opposto da altri sin dal principio della celebre Terrae Sanctae Elucidatio il più compiutù, ma non troppo
presente questione. felice illustratore dei Santi Luoghi, P. Francesco Quaresmi, fran-
Nella Pasqua dcI 1599 Giovanni Von K.ootwick (Iat. CototJicus), cescano di Lodi; ed egli ancora, parlando di quetl'Emaus, attesta
dottore io utroque di Utrecht, ed autore di un dotto pellegrinaggio, -che quello che veneravasi colà come santuario, eran gli avanzi di
trovandosi in Gerusalemme, andò coi Francescani al nuovo Emaus, una chiesa, creduta tenere il posto della casa di ' Cleora. Dopo aver
e ne descrisse il viaggio. Noi arrivammo) scrive egli, sino al punto
in cui venendo a Gerusalemme, la s'incomincia a vedere. [vi, lascia la (~) ltinerarium hierosolymitanum et syriacum, in quo, etc. Anversa, ~ 619.
la via di Giaffa (intendi la moderna per Colonia, Abugosc e Sarìs) (2) A queste mie parole l'Avversario pone la seguente ,sua correzione: lo direi
prendemmo a destra) e scendemmo nella valle irrigata dalla ricca piuttosto 30 anni innanzi; il P. Pantaleo da Aveira scrisse nel 1564. - Essere
fonte di Litta, vitlaggio che ci lasciammo a destra. Camminando toscano e non sapere che l'avverbio addietro esprime benissimo il tempo passato che
è veramente dietro di noi, mentre con noi è il presente, eù innanzi a noi l'avvenire:
poi verso l'occaso, attraversammo il torrente che è famoso pel com- esset·e toscano, ripeto, e non sapere neppur questo.! Davvero che con tanta ignoranza
starebbe pur bene una poca di modestia.
(~) Nell'ultima Dispensa, a pago 249. (3) Viaggi di Pietro della Valle il Pellegrino. Roma, ~ 61)0-53 (V. voI. III, pago 539).
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me col signor Carlo Guarmani, ufficiale della posta francese, al sud battitnento di David contro Golia; donde, dopo due miglia) giun-
di Gerusalemme, non sono punto meno vaste. Taluni ascelerij d'al- gemmo al luogo memorando per l'unirsi che ivi fece Gesù ai due
lora componevansi di tante fabbriche, quante erano nazioni de'nu- emanntini discepoli; in memoria del che Sant' Elena vi -edificò un
merosissimi monaci, come appunto quello di S. Teodosio, che con- tempio ed un monistero (I) oggid-ì ruinati. Dopo un po' di preghiera
stava di tre distinte famiglie, di Greci, ' di Bessi e d'Armeni, con in questo santo luogo, piegammo a mezzodì presso una ricca (on-
una gran chiesa comune, oltre una quarta casa pegli ossessi, l'ospizio tana~ lasciandoci a sinistra ed in cima ad un monte il villaggio di
dei forastieri, !'infermeria, con tutti gli opitizi destinati alla pro- Luza. Trapassato quel monte, proseguimmo un' altra volta ad occi-
duzione di quanto occorrev:r alla religiosa colonia. Tanto risulta dente, e poco appresso salimmo sur un altro erto monte) in cima al
dalla vita del santo fondatore in Simeone Metafraste. quale attraversammo un meschin villaggio, e dopo d'un miglio arri-
Che poi Cubebe fosse stato proprio un antico monastero è di- vammo finalmente al castello d'Emaus, che trovasi sur una grande
mostro dall'appellativo Deir) che sin dal tempo delle crociate ne eminenza, ma in luogo piano ed ameno. Quale città si (osse a'suoi
accompagnava il nome. Il Codice diplomatico della sacra religione floridi giorni mostra l'ampiezza delle sue ruine, ma oggigiorno è
Gerosolimitana, pubblicato in Lucca nel secolo scorso da Sebastiano affatto deserto (desolatus et habitatore vacuus). Noi ci dirigemmo
Paoli, riporta un diploma del 1136, con cui re Folco angioino, con- là dov' era la chiesa eretta sulla casa di Cleofa, che ora è distrutta
senziente Melisende sua moglie, conferma la donazione fatta da Ugo ed ingombra di rovi, non altro restandone in piedi che una piccola
di Santo Abramo ai Cavalieri dell'Ospedale di parecchi villaggi, fra i parte dell' absida (nihil praeter chori partem perexiguam reliquum
• quali si trova pur quello di Deir-el-Cobebe. Che poi codesto vil- habet) (1). - . Era probabilmente quello che trent' anni addietro il
laggio sia proprio il nostro si pare da ciò che ancora presente- De Aveira chiamava cappella (2); donde si fa manifesto che il sito,
mente trovasi in esso un recinto assai considerevole, che i villici a cui s'arrestavano colà i divoti visitanti; e veneravasi come parli·
del lu,ogo chiamano essi stessi el Deir, il monastero: parole di Vit- colare santuario, erano le ruine d'una chiesa che credevasi eretta
torio Guérin, riportate dall'Avversario (1). Ai tempi adunque delle sulla casa di Cleofa.
crociate, quando presso gli occidentali Emaus, siccome abbiam visto, Conferma la cosa il cavaliere romano Pietro Della Valle, che,
era ancor sempre appiè de' monti, Cubebe già esisteva, ed esisteva nella Pasqua del 1616, visitava egli pure coi Francescani l'Emaus
come al dì d'oggi, quale arabo villaggio derivato da un antico mo- di Cubebe, e ne scriveva così: Smontammo ivi da cavallo) e alle
nastero; quindi sino ~llora nissnno, neppure degli occidentali, si ruine d'una chiesa antica ... che era fabbricata nel luogo preciso dove
era ancor sognato di salire a venerar Emaus in Cubebe. E qui faccio i discepoli conobbero Cristo in fraclione panis, cantarono i Frati,
_avvertito l'Avversario che a quest'argomento comprovante la mo- presenti noi, il vangelo corrente (3). Nell'anno stesso in cui il Della
dernità del suo Emaus cubebeo, egli si è scordato finora di rispon- Valle perlustrava la Palestina, incominciava in Gerusalemme la sua
dere, sebbene siagli stato opposto da altri sin dal principio della celebre Terrae Sanctae Elucidatio il più compiutù, ma non troppo
presente questione. felice illustratore dei Santi Luoghi, P. Francesco Quaresmi, fran-
Nella Pasqua dcI 1599 Giovanni Von K.ootwick (Iat. CototJicus), cescano di Lodi; ed egli ancora, parlando di quetl'Emaus, attesta
dottore io utroque di Utrecht, ed autore di un dotto pellegrinaggio, -che quello che veneravasi colà come santuario, eran gli avanzi di
trovandosi in Gerusalemme, andò coi Francescani al nuovo Emaus, una chiesa, creduta tenere il posto della casa di ' Cleora. Dopo aver
e ne descrisse il viaggio. Noi arrivammo) scrive egli, sino al punto
in cui venendo a Gerusalemme, la s'incomincia a vedere. [vi, lascia la (~) ltinerarium hierosolymitanum et syriacum, in quo, etc. Anversa, ~ 619.
la via di Giaffa (intendi la moderna per Colonia, Abugosc e Sarìs) (2) A queste mie parole l'Avversario pone la seguente ,sua correzione: lo direi
prendemmo a destra) e scendemmo nella valle irrigata dalla ricca piuttosto 30 anni innanzi; il P. Pantaleo da Aveira scrisse nel 1564. - Essere
fonte di Litta, vitlaggio che ci lasciammo a destra. Camminando toscano e non sapere che l'avverbio addietro esprime benissimo il tempo passato che
è veramente dietro di noi, mentre con noi è il presente, eù innanzi a noi l'avvenire:
poi verso l'occaso, attraversammo il torrente che è famoso pel com- esset·e toscano, ripeto, e non sapere neppur questo.! Davvero che con tanta ignoranza
starebbe pur bene una poca di modestia.
(~) Nell'ultima Dispensa, a pago 249. (3) Viaggi di Pietro della Valle il Pellegrino. Roma, ~ 61)0-53 (V. voI. III, pago 539).
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parlato di quelle ampie ruine, prosegue così: Quod magis integrum tnila piastre (l). Una delle prime operazioni fatte dai Riformati per
cernitur est domus in qua Christus cum duobus discipulis (forse si sollevamento de'Santi Luoghi, pare sia stata quella di mutar di posto
ha da leggere a duo bus) hospitio exceptus fuit: quae olim in pul- il santuario deIl'Emaus . cubebeo, trasportandolo dalle ruine della
chrmn versa ecclesiam, ntmc fere lota collapsa visitatur(ll. È dunque chiesa creduta eretta sulla casa di Cleofa, ad un camerone trovato
indubitato 'che dacchè colà s'incominciò a venerar Emaus, sino alla lungi di là quaranta e più metri, . il quale spacciarono per l'iden-
partenza del Quaresmi per l'Europa, che fu l'anno 1628, dove final- tico triclinio, in cui Cristo era stato riconosciuto a mensa. Il recol-
mente pubblicò la sua opera nel 1639, santuario dj quell'Emaus letto o riformato francese Eugenio Roger, che fu in Terrasanta
altro non fu che la chiesa ruinata. Si parrà tra breve perchè io dal 1630 al 1635, e ne scrisse due volumi, parlando dell'Emaus
insista così su quest' osservazione. di Cubebe, si esprime così: A présent n'est habité de personne,
Il Quaresmi intanto ben altra più importante ne fa fare colà, ed quoy qu'il y ayt encore assez de logement. Entr'autres la mesme salle
è la mancanza d'ogni sorgente, e singolarmente di quella prodi- où nostre divin Saveur se fist connaistre à ses disciples bénissant leur
giosa di cui parlaronc gli storici cristiani, nominatamente il Sozo- pain, est encore entiere, où nos religieux de Jérusalem voni le lnndy
meno, del quale riporta le parole; e pOI soggiugne: Post multam de Pasques, et y chantent l'évangile (2). E delle ruine della chiesa
per me et alios factarn inq1.tisitionem in via Emmaus et in ipsa lo scrittore riformato non fa il più lieve cenno. Quindi anche qui
Ernmatts, nullum pot'ui deprehendere fontem ... Qui ob longarn in un nuovo inventato santuario, quello del camerone.
partibus istis consuet1.ldinem et moram, optimam distinctamqu,e istorum A questo camerone divenuto sala di Cleofa furono brevi gli onori
locorum habent cognitionem, a me super hac re rogati, alia a diclis di santuario. Morto Urbano VIII, tornano gli Osservanti all'antico
.non responderunt... Procedendo ultra Emmaus, Ramam versus, est possesso, e rimettono in venerazione le ruine della chiesa, la quale
fons vel aqua, ut ab oculatis testibus accepi, ad quam hauriendam è creduta un'altra volta eretta sul sito della casa di Cleofa, con una
incolae illarum parlium accedunt; sed hic esse non polest, quoniam piccola aggiunta, come fan fede queste parole del belga P. Bernar-
est ultra Emmaus. Quod si quis vellet talem dicere, deberet respon- dino Surius, che do tradotte alla lettera dall'originale fiammingo:
dere, quomodo dici posset in via, qua Christus cum duobus disci- Di Emaus non si ha più che ruine. Sul sito in cui il nostro Sal-
pulis ex Ierusalem profectus fuit ad castellum Emmaus (VoI. II, vatore co' suoi discepoli sedette a mensa, e ruppe il pane, trovasi
pago 7~1). O io non ci vedo nulla,o qui il Quaresmi si mostra ben adesso un verde u,livo; ed è quivi che si canta il Vangelo del giorno (a).
poco persuaso dell'identità di Emaus con Cubebe. Eglr ad ogni modo, Fu questo Pad·re · in Gerusalemme dal maggio del 1646 al luglio
unitamente al moderno Schik, già da noi fatto conoscere, cava di del 47. Quattordici anni dopo il medico marsigliese Gabriele Bremond
capo il ruzzo a coloro che vorrebbero trasportare a Cubebe la fon- (1660) ci spiega meglio la nuova tradizione dell'ulivo ne'suoi Viaggi
tana del vicino Bethanàn, e spacciarla per l'antica d'Emaus, in grazia da lui pubbiicati in italiano a Roma. Del luogo, scrive egli, ove quei
del mutato nome di Ainagiam in quello di Ainagiab. fortunati discepoli convitarono Nostro Signore, non v' è altro che un
:Ma fontana o non fontana, Emaus non si mosse più di là: vi si pezzo di muro della chiesa già fabbricatavi sopra ed un olivo a mano
mosse tutta via il suo creduto santuario, la casa cioè di eleofa con- dritta, ove si crede che stesse appoggiato Nostro Signore quando si
vertita in chiesa, ovveramente la chiesa eretta sul sito della casa diede a conoscere. Era allora quest'olivo nel cortile della casa ove
di Cleofa. Il P. Francesco da Secli, Riformato venuto in Terra-
J si mangiava (li). Gnaffe l che quell'olivo doveva esser vecchio, se ai
santa nel 1628, e ripartitone l'anno appresso, narra che il porto- tempi di Cristo poteva già servire di spalliera ad un commensale.
ghese Generale del nostr'Ordine, Bernardino da Siena, col concorso E non avervi badato prima!
della Sacra Cnngregazione di Propaganda Fide e di sua Beatitudine
(Urbano VIII), mandò gtwrdiano e fameglia (sic) riformata per sol- (~) Viaggio di Gerusalemme, nel quale si trova minuta e distinta notizia delli

levamento dei Santi L1.wg hi, quali stavano impegnati in seltaniatrè Santi Luoghi. Lecce, '1639.
(2) La Terre Sainte, OU Description topographique très-particulière, etc. -
Paris, 1646.
(II) Historica, theologica et mo/'alis Tume Sanctae elucidatio. Antuerpìae, 4639. (3) Le pieux pélerin, ou ·Voyage de Jérusalem. Brusselle, 1666 j voI. II, 88.
(VoI. II, lib. VI, Peregrinatio V). (4) Viaggi fatti nell'Egitto superiore et inferiore) ecc. Roma, ,1679.
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parlato di quelle ampie ruine, prosegue così: Quod magis integrum tnila piastre (l). Una delle prime operazioni fatte dai Riformati per
cernitur est domus in qua Christus cum duobus discipulis (forse si sollevamento de'Santi Luoghi, pare sia stata quella di mutar di posto
ha da leggere a duo bus) hospitio exceptus fuit: quae olim in pul- il santuario deIl'Emaus . cubebeo, trasportandolo dalle ruine della
chrmn versa ecclesiam, ntmc fere lota collapsa visitatur(ll. È dunque chiesa creduta eretta sulla casa di Cleofa, ad un camerone trovato
indubitato 'che dacchè colà s'incominciò a venerar Emaus, sino alla lungi di là quaranta e più metri, . il quale spacciarono per l'iden-
partenza del Quaresmi per l'Europa, che fu l'anno 1628, dove final- tico triclinio, in cui Cristo era stato riconosciuto a mensa. Il recol-
mente pubblicò la sua opera nel 1639, santuario dj quell'Emaus letto o riformato francese Eugenio Roger, che fu in Terrasanta
altro non fu che la chiesa ruinata. Si parrà tra breve perchè io dal 1630 al 1635, e ne scrisse due volumi, parlando dell'Emaus
insista così su quest' osservazione. di Cubebe, si esprime così: A présent n'est habité de personne,
Il Quaresmi intanto ben altra più importante ne fa fare colà, ed quoy qu'il y ayt encore assez de logement. Entr'autres la mesme salle
è la mancanza d'ogni sorgente, e singolarmente di quella prodi- où nostre divin Saveur se fist connaistre à ses disciples bénissant leur
giosa di cui parlaronc gli storici cristiani, nominatamente il Sozo- pain, est encore entiere, où nos religieux de Jérusalem voni le lnndy
meno, del quale riporta le parole; e pOI soggiugne: Post multam de Pasques, et y chantent l'évangile (2). E delle ruine della chiesa
per me et alios factarn inq1.tisitionem in via Emmaus et in ipsa lo scrittore riformato non fa il più lieve cenno. Quindi anche qui
Ernmatts, nullum pot'ui deprehendere fontem ... Qui ob longarn in un nuovo inventato santuario, quello del camerone.
partibus istis consuet1.ldinem et moram, optimam distinctamqu,e istorum A questo camerone divenuto sala di Cleofa furono brevi gli onori
locorum habent cognitionem, a me super hac re rogati, alia a diclis di santuario. Morto Urbano VIII, tornano gli Osservanti all'antico
.non responderunt... Procedendo ultra Emmaus, Ramam versus, est possesso, e rimettono in venerazione le ruine della chiesa, la quale
fons vel aqua, ut ab oculatis testibus accepi, ad quam hauriendam è creduta un'altra volta eretta sul sito della casa di Cleofa, con una
incolae illarum parlium accedunt; sed hic esse non polest, quoniam piccola aggiunta, come fan fede queste parole del belga P. Bernar-
est ultra Emmaus. Quod si quis vellet talem dicere, deberet respon- dino Surius, che do tradotte alla lettera dall'originale fiammingo:
dere, quomodo dici posset in via, qua Christus cum duobus disci- Di Emaus non si ha più che ruine. Sul sito in cui il nostro Sal-
pulis ex Ierusalem profectus fuit ad castellum Emmaus (VoI. II, vatore co' suoi discepoli sedette a mensa, e ruppe il pane, trovasi
pago 7~1). O io non ci vedo nulla,o qui il Quaresmi si mostra ben adesso un verde u,livo; ed è quivi che si canta il Vangelo del giorno (a).
poco persuaso dell'identità di Emaus con Cubebe. Eglr ad ogni modo, Fu questo Pad·re · in Gerusalemme dal maggio del 1646 al luglio
unitamente al moderno Schik, già da noi fatto conoscere, cava di del 47. Quattordici anni dopo il medico marsigliese Gabriele Bremond
capo il ruzzo a coloro che vorrebbero trasportare a Cubebe la fon- (1660) ci spiega meglio la nuova tradizione dell'ulivo ne'suoi Viaggi
tana del vicino Bethanàn, e spacciarla per l'antica d'Emaus, in grazia da lui pubbiicati in italiano a Roma. Del luogo, scrive egli, ove quei
del mutato nome di Ainagiam in quello di Ainagiab. fortunati discepoli convitarono Nostro Signore, non v' è altro che un
:Ma fontana o non fontana, Emaus non si mosse più di là: vi si pezzo di muro della chiesa già fabbricatavi sopra ed un olivo a mano
mosse tutta via il suo creduto santuario, la casa cioè di eleofa con- dritta, ove si crede che stesse appoggiato Nostro Signore quando si
vertita in chiesa, ovveramente la chiesa eretta sul sito della casa diede a conoscere. Era allora quest'olivo nel cortile della casa ove
di Cleofa. Il P. Francesco da Secli, Riformato venuto in Terra-
J si mangiava (li). Gnaffe l che quell'olivo doveva esser vecchio, se ai
santa nel 1628, e ripartitone l'anno appresso, narra che il porto- tempi di Cristo poteva già servire di spalliera ad un commensale.
ghese Generale del nostr'Ordine, Bernardino da Siena, col concorso E non avervi badato prima!
della Sacra Cnngregazione di Propaganda Fide e di sua Beatitudine
(Urbano VIII), mandò gtwrdiano e fameglia (sic) riformata per sol- (~) Viaggio di Gerusalemme, nel quale si trova minuta e distinta notizia delli

levamento dei Santi L1.wg hi, quali stavano impegnati in seltaniatrè Santi Luoghi. Lecce, '1639.
(2) La Terre Sainte, OU Description topographique très-particulière, etc. -
Paris, 1646.
(II) Historica, theologica et mo/'alis Tume Sanctae elucidatio. Antuerpìae, 4639. (3) Le pieux pélerin, ou ·Voyage de Jérusalem. Brusselle, 1666 j voI. II, 88.
(VoI. II, lib. VI, Peregrinatio V). (4) Viaggi fatti nell'Egitto superiore et inferiore) ecc. Roma, ,1679.
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Lasciando da parte questa frottola dell' olivo, di cui feci solo che quel pellegrinaggio assai presto cessò. E veramente il fran-
cenno per mostrare come in un certo paese le così dette tradizioni cescàno Corrado Hietling, che fu in Gerusalemme nel 1697, e guar-
nascano come i funghi tra noi, certo è che dal ritorno degli Osser- diano del convento di Betlemme, non ne parla più nel suo Pere-
vanti in Terrasanta, quel che credevasi santuario in Cubebe furon g nRILS affectuose per Terram Sanclam deduclus. Nulla ne dice nep-
sempre le' ruine d'una chiesa, com'era stato prima del breve sog- pure l'Ab. Angeli Bartolomeo nel suo Viaggio di Terra Santa, fatto
giorno dei Riformati. Così nel 1647 il viaggiatore lionese Baldas- da lui nel 1700 in compagnia del P. Pier' Antonio da Venezia; il
sarre di Monconys, in compagnia d'un frate Ilario, suo conduttore, qu.aie attesta in chiari termini nella sua Gw:da fedele alla S. Città
visita les ruines d'un village et d'tlne eglise, que Sainte Hélène avoit .di Gerusalemme, ecc., che la pellegrinazione pasquale d'Emaus era
{ait bastir au lieu où les disciples connurent Jesus Christ in frac- 5lala dismessa da alcuni anni per le esorbitanti avarie (sic) che ci
tione panis {Il. Parimente nel 1658 il viaggiatore parigino Giovanni' let~arono li Turchi. Non ne parlano neppur più il P. Gaetano Podestà,
Thevenot notava ancora che nella pellegrinazione francescana un Custode di Terrasanta nel 1706, nella sua Evangelica Historia, nè
religioso con cotta e stola leggeva il Vangelo del giorno fra le ruine
il gesuita Carlo Neret, il quale invece scrive (Lcttre au P. Floran
d'una cappella, e che quelle ruine trovavansi au méme endroit, OÙ
nelle Letlres édifìantes, t. I, pago 414) che il giorno di Pasqua (1713)
était la maison de Cleophas (2). Finalmente il P. Michele Nau, mis-
preparassi pel lunedì pour faire, SELON LA COUTUME le pèlerinage
sionario gesuita in Saida (ant. Sidone), essendo andato per la seconda de Bethléem. Infatti Paolo Lucas nel suo Voyage fait en 1714 par
volla in Gerusalemme (1674) in compagnia del Marchese di NointeI, ord,,'e de Louis XIV, dans la Turquie, l'As1:e, la Sourie, la Pales-
ambasciatore di Francia a Costantinopoli, così scriveva dell' Emaus
tine etc. nomina i santuari visitati nel lunedì di Pasqua, e tace di
di Cubebe: Il n'y a pas à présent uneseute maison entière. L'église,
quello di Cubebe; intantochè nel 1740 Riccardo Pocoke ne mostra
..qui avait encore quelques murailles, il n'y a que sept ou huit ans
stabilito il pellegrinaggio del Giordano, come risulta dalla tradu-
(quand' egli vi fu la prima voJta), n'en a presque plus. Vous ne voyez
zione francese del suo Travels of the east, voI. III. La grande caravan e
parlout qn'une con{usion de pierres renversées les 1.tnes sur les autres " qui va au J ourdain, partit à L' ORDINAIRE lé lundi de Paq'tles .....
exceplé au bout de ces ruines, qu' on trouve une longue salle voulée, Environ trente religieux du couvent latin montèrent à cheval sous
où il y a quelques pressoirs à {aire l' huile (3).
l'escorte de dix soldats ..... et le Gouverneur conduisait l'arrière-garde.
Che la lunga sala qui menziona ta fosse la stessa di cuL a ve\'a Ancora Federigo Hasselquist, discepolo di Linneo, che fu in Geru-
parlato il Roger, sembra certo; ma che ai tempi del Gesuita godesse salemme nel '1751, scrive che la grande carovana, della quale
gli onori che ai tempi del Recolletto, no davvero. Accompagnava facevano parte io stesso Padre Custode, il Procuratore ed il Vicario
pure l'ambasciatore di Francia il viaggiatore italiano Cornelio Magni, con circa 30 religiosi, partì pel Giordano nel ·pomeriggio dello stesso
il quale ne' suoi viaggi in Turchia così ne scrive: Q1.livi scesi a
giorno di Pasqua. (Voyages dans le Levant. Paris, 1769).
terra, ci riducemmo alle ruine d'una chiesa distrutta, in cui entrati
Il prete fiorentino Giovanni Mariti, trovatosi in Gerusalemme
recitossi dal P. Guardiano il Vangelo che parla della pellegrinazione nel 1767, scrive nel voI. III de'suoi Viaggi per l'isola d,i Cipro, per
del Salvatore a questa parte in mezzo a due pellegrini ... .. collo sco- la Soria e Palestina, che il lunedì di Pasqua, dopo aver assistito
prirsi ad essi nella frazione del pane (~J. Così i Francescani dell'Os- alla messa cantàta in S. Salvatore..... si passò alla chiesa princi-
servanza, prima e dopo del breve governo dei Riformati, nel pasquale pale degli armeni per osservarne i superbi arredi .. ... Dalla chiesa
loro pellegrinaggio all'Emaus di Cubebe veneraronvi sempre come si passò a riverire il patriarca armeno, ecc. E cosÌ neppure in quel-
luogo della casa di Cleofa le ruine che v' erano d'una chiesa; se l'anno si pellegrinò a Cubebe. Ma prima che ci separiamo dal Mariti
(I) Jonrnal des voyages, etc. Lion, '1665.
non vuolsi dissimulare che egli visitò quell' Emaus, ma nel modo
(2) Relation d'un voyage fait en Levant. Paris, 1665. con cui egli racconta quella visita, dopo aver provato la cessazione
(3) Voyage nouveau de la T. S. en1'ichi de plusieurs remarques, etc. Prlris, ,1674. del pasquale pellegrinaggio di colà, prova ancora la dimenticanza
Anonimo. Avvene una seconda edizione pur di Parigi, 1744, col nome dell'autore. in cui era caduto: dimenticanza cosi amara al palato del mio Avver-
(4) Il titolo del libro è questo: Quanto di più curioso e vago ha potuto raccorre sario che per nissun modo può trangugiarla. Il prete fiorentino
Cornelio Magni) ecc. Parma, 1692 (V. la lettera III al Cardinalf' Darberino).
adunque racconta nell'altra sua opera (Viaggio da Gerusalemme per
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Lasciando da parte questa frottola dell' olivo, di cui feci solo che quel pellegrinaggio assai presto cessò. E veramente il fran-
cenno per mostrare come in un certo paese le così dette tradizioni cescàno Corrado Hietling, che fu in Gerusalemme nel 1697, e guar-
nascano come i funghi tra noi, certo è che dal ritorno degli Osser- diano del convento di Betlemme, non ne parla più nel suo Pere-
vanti in Terrasanta, quel che credevasi santuario in Cubebe furon g nRILS affectuose per Terram Sanclam deduclus. Nulla ne dice nep-
sempre le' ruine d'una chiesa, com'era stato prima del breve sog- pure l'Ab. Angeli Bartolomeo nel suo Viaggio di Terra Santa, fatto
giorno dei Riformati. Così nel 1647 il viaggiatore lionese Baldas- da lui nel 1700 in compagnia del P. Pier' Antonio da Venezia; il
sarre di Monconys, in compagnia d'un frate Ilario, suo conduttore, qu.aie attesta in chiari termini nella sua Gw:da fedele alla S. Città
visita les ruines d'un village et d'tlne eglise, que Sainte Hélène avoit .di Gerusalemme, ecc., che la pellegrinazione pasquale d'Emaus era
{ait bastir au lieu où les disciples connurent Jesus Christ in frac- 5lala dismessa da alcuni anni per le esorbitanti avarie (sic) che ci
tione panis {Il. Parimente nel 1658 il viaggiatore parigino Giovanni' let~arono li Turchi. Non ne parlano neppur più il P. Gaetano Podestà,
Thevenot notava ancora che nella pellegrinazione francescana un Custode di Terrasanta nel 1706, nella sua Evangelica Historia, nè
religioso con cotta e stola leggeva il Vangelo del giorno fra le ruine
il gesuita Carlo Neret, il quale invece scrive (Lcttre au P. Floran
d'una cappella, e che quelle ruine trovavansi au méme endroit, OÙ
nelle Letlres édifìantes, t. I, pago 414) che il giorno di Pasqua (1713)
était la maison de Cleophas (2). Finalmente il P. Michele Nau, mis-
preparassi pel lunedì pour faire, SELON LA COUTUME le pèlerinage
sionario gesuita in Saida (ant. Sidone), essendo andato per la seconda de Bethléem. Infatti Paolo Lucas nel suo Voyage fait en 1714 par
volla in Gerusalemme (1674) in compagnia del Marchese di NointeI, ord,,'e de Louis XIV, dans la Turquie, l'As1:e, la Sourie, la Pales-
ambasciatore di Francia a Costantinopoli, così scriveva dell' Emaus
tine etc. nomina i santuari visitati nel lunedì di Pasqua, e tace di
di Cubebe: Il n'y a pas à présent uneseute maison entière. L'église,
quello di Cubebe; intantochè nel 1740 Riccardo Pocoke ne mostra
..qui avait encore quelques murailles, il n'y a que sept ou huit ans
stabilito il pellegrinaggio del Giordano, come risulta dalla tradu-
(quand' egli vi fu la prima voJta), n'en a presque plus. Vous ne voyez
zione francese del suo Travels of the east, voI. III. La grande caravan e
parlout qn'une con{usion de pierres renversées les 1.tnes sur les autres " qui va au J ourdain, partit à L' ORDINAIRE lé lundi de Paq'tles .....
exceplé au bout de ces ruines, qu' on trouve une longue salle voulée, Environ trente religieux du couvent latin montèrent à cheval sous
où il y a quelques pressoirs à {aire l' huile (3).
l'escorte de dix soldats ..... et le Gouverneur conduisait l'arrière-garde.
Che la lunga sala qui menziona ta fosse la stessa di cuL a ve\'a Ancora Federigo Hasselquist, discepolo di Linneo, che fu in Geru-
parlato il Roger, sembra certo; ma che ai tempi del Gesuita godesse salemme nel '1751, scrive che la grande carovana, della quale
gli onori che ai tempi del Recolletto, no davvero. Accompagnava facevano parte io stesso Padre Custode, il Procuratore ed il Vicario
pure l'ambasciatore di Francia il viaggiatore italiano Cornelio Magni, con circa 30 religiosi, partì pel Giordano nel ·pomeriggio dello stesso
il quale ne' suoi viaggi in Turchia così ne scrive: Q1.livi scesi a
giorno di Pasqua. (Voyages dans le Levant. Paris, 1769).
terra, ci riducemmo alle ruine d'una chiesa distrutta, in cui entrati
Il prete fiorentino Giovanni Mariti, trovatosi in Gerusalemme
recitossi dal P. Guardiano il Vangelo che parla della pellegrinazione nel 1767, scrive nel voI. III de'suoi Viaggi per l'isola d,i Cipro, per
del Salvatore a questa parte in mezzo a due pellegrini ... .. collo sco- la Soria e Palestina, che il lunedì di Pasqua, dopo aver assistito
prirsi ad essi nella frazione del pane (~J. Così i Francescani dell'Os- alla messa cantàta in S. Salvatore..... si passò alla chiesa princi-
servanza, prima e dopo del breve governo dei Riformati, nel pasquale pale degli armeni per osservarne i superbi arredi .. ... Dalla chiesa
loro pellegrinaggio all'Emaus di Cubebe veneraronvi sempre come si passò a riverire il patriarca armeno, ecc. E cosÌ neppure in quel-
luogo della casa di Cleofa le ruine che v' erano d'una chiesa; se l'anno si pellegrinò a Cubebe. Ma prima che ci separiamo dal Mariti
(I) Jonrnal des voyages, etc. Lion, '1665.
non vuolsi dissimulare che egli visitò quell' Emaus, ma nel modo
(2) Relation d'un voyage fait en Levant. Paris, 1665. con cui egli racconta quella visita, dopo aver provato la cessazione
(3) Voyage nouveau de la T. S. en1'ichi de plusieurs remarques, etc. Prlris, ,1674. del pasquale pellegrinaggio di colà, prova ancora la dimenticanza
Anonimo. Avvene una seconda edizione pur di Parigi, 1744, col nome dell'autore. in cui era caduto: dimenticanza cosi amara al palato del mio Avver-
(4) Il titolo del libro è questo: Quanto di più curioso e vago ha potuto raccorre sario che per nissun modo può trangugiarla. Il prete fiorentino
Cornelio Magni) ecc. Parma, 1692 (V. la lettera III al Cardinalf' Darberino).
adunque racconta nell'altra sua opera (Viaggio da Gerusalemme per
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le coste della Soria)' Livorno 1787, voI. I, pago 22), racconta, dico, , . t1eligiosù culto, e distasse per 40 e più metri dai ruderi della chiesa;
che nel maggio del 1767 egli parlì da Gerusalemme in compagnia fu proclamato senz' altro vera identica sala di Cleofa, santificata
di due frati con una guida araba, e presa la via di Nabi Samuìl, dalla presenza del Redentore risorto; e con tre edizioni d'una fran-
di là si andò a Cubebe. Si ardvò, prosegue il Mariti, ad un luogo ... tese Relation se ne bandì all'urbe ed all'orbe la stupenda scoperta.
che ALLE RELAZIONI DEL NOSTRO ARABO CONDUTTOR~ NOI DOVEMMO CREDERE In essa Relation facevasi talmente a fidanza colla bonarietà dei lettori, '
CHE FOSSE IL CASTELLO D'EMAUS ..... Quanto poi alla slfada che avranno
che per mostrar Emaus in Cubebe producevansi gli antichi testi,
tenuto nostro Signore e i due discepoli non credo che possa essere
J
che lo .mostravano ben lungi di là, appiè dei monti; e per far credere
stata differente da q1lella che si fece venendo qui da Gerusalemme) che il camerone era la méme salle de Cleophas, si trascrivevano
, SE PURE IL SUDDETTO LUOGO ERA L'ANTICO EMMAUS, come parrebbe pro-
que'passi de'pellegrinaggi, che parlavano della visita solita farsi una
babile, quantunque per crederlo io non trovassi altre ragioni che la volta alle rovine della chiesa creduta eretta sulla casa di eleofa.
distanza del luogo e l'asserzione del nostro conduttore. Da questa Era ignoranza o malizi~? Sallo soltanto Iddio.
testimonianza risulta che nel 1767 i Francescani di Gerusalemme Quel camerone divenuto così il vero santuario della casa di Cleofa,
non ne sapevan quasi più nulla dell'Emaus di Cubebe, dimentica- come tre secoli prima Cubebe erane divenuta la patria, quel came-
tane finanche la via che passava pel pseudo-santuario, di Beth rone fu allungato e raffazzonato a forma di cappella, a cui si unÌ la
Tulme; di che il Mariti ed i due frati compagni dovettero lasciarsi fabbrica d'un ospizio per alcuni religiosi destinati ad uffiziarla, e
guidare cecamente da un arabo, senza restar ben certi d'aver toccato farne conoscere il pregio ai divoti visitanti. Se non che quest'errore
la mela. Ragione dell'oblio in cui era caduto quell'Emaus fu il cessato era troppo stempiato per durare a lungo anche nel cervello de'suoi '
annuo pellegrinaggio di Pasqua, e la mutata strada tra Ramle e spacciatori; il perchè dopo morta la Nicolay (1868), altri prese a
Gerusalemme, che non passava più per Cubebe, ma per Cariath- sgombrare le ruine della chiesa (1872) sotto la direzione d'un archi-
el-aneb e Colonia. tetto francese, il capitano Gianbattista Guillemot, sino a nudarne
Codesto oblio o dimenticanza durò per tutto il secolo scorso sino le fondamenta nella lusinga di trovare almen quivi alcuna traccia
alla metà del presente, quando nel 1852, al dire del Guérin ripor- del preteso santuario; ma finora, dopo quattordici anni di trame-
tato dall' Avversario, parecchi religiosi francescani, e fra gli altri stio e di aspettazione, non si fu più fortunati colà che nel came-
il R. P. Emmanuele Forner, allora curato di S. Giovanni in Mon- rone, e non ne venne fuori neppure una certa iscrizione antica
tana, essendosi posti alla ricerca del sanlttario d'Emmaus) lo ritro- antichissima, che vi deve pur essere sepolta, e della quale io, reduce
varono in C'/Jbebe; trovarono cioè quell'Emaus, che dal secolo XVI da Gerusalemme nel 1864, ebbi conosciuto in Roma l'autore. Ma lo
in poi i loro antenati avevano venerato colà, ed indicato ai pelle- smacco dell' Emaus di Cubebe non è ancor compiuto. L'architetto
grini, dopo d'averlo per un secolo e mezzo indicato a Bethtulme. Guillemot pubblicava in Gerusalemme, nel febbraio del 1875, la Rela-
:Ma intanto se que'religiosi e quel curato, di cui parla il Guérin, zione degli scavi praticati nella chiesa di Cubebe, senza badare che pri-
dovettero fare delle ricerche per ottenere il loro intento, non àssi ma un camerone, non una chiesa, era santuario di quell'Emaus. Invitato
in ciò una prova che l'Emaus cubebeo era caduto in dimenticanza più tardi a fare altrettanto attorno alla basilica d'Emuàs, dopo avervi
com' era già nel 47 quand' io fui la prima volta a Gerusalemme? lavorato per tre anni (1880-81-83) riconosceva finalmente la falsità
Trovato intanto quell'Emaus, crederete voi, o lettori, che volen- di Cubebe, e prendeva egli pure a provare la verità di Emuàs,
dosi colà restaurare l'antico santuario, i nostri restauratori siansi dopo avervi scoperto la pluralità delle fonti ed il famoso trivio.
rivolti alle ruine della chiesa, creduta eretta sulla casa di Cleofa, Lo stesso era avvenuto con Feliciano De Saulcy. Pregato a Parigi
a cui s'erano pur rivolti per tanto tempo i loro maggiori? Oibò! ed a Gerusalemme di prendere la difesa di Cubebe, dopo averlo
lasciando in pace la chiesa rovinata) si volsero a quel camerone visitato, dichiarò colle stampe che quello non era Emaus, ma ben
che i Riformati nel breve loro go'verno avevano dichiarato, per lo era Emuàs. Lo stesso avverrne ancora con Vittorio Guérin, il
servirmi delle parole di uno dei loro, la medesima sala in cui il quale piacevòleggiò colla Nicolay sino a concederle che dalle crociate
nostro divin Salvatore si era fatto conoscere a'suoi discepoli, bene- in poi Emaus era stato creduto in Cubebe; ma finiva per promul-
dicendo il loro pane. Nè ostò che fosse spoglio d'ogni indizio di gare nel modo più esplicito che altrove non era che in Emuàs.
- 140- - 141-
le coste della Soria)' Livorno 1787, voI. I, pago 22), racconta, dico, , . t1eligiosù culto, e distasse per 40 e più metri dai ruderi della chiesa;
che nel maggio del 1767 egli parlì da Gerusalemme in compagnia fu proclamato senz' altro vera identica sala di Cleofa, santificata
di due frati con una guida araba, e presa la via di Nabi Samuìl, dalla presenza del Redentore risorto; e con tre edizioni d'una fran-
di là si andò a Cubebe. Si ardvò, prosegue il Mariti, ad un luogo ... tese Relation se ne bandì all'urbe ed all'orbe la stupenda scoperta.
che ALLE RELAZIONI DEL NOSTRO ARABO CONDUTTOR~ NOI DOVEMMO CREDERE In essa Relation facevasi talmente a fidanza colla bonarietà dei lettori, '
CHE FOSSE IL CASTELLO D'EMAUS ..... Quanto poi alla slfada che avranno
che per mostrar Emaus in Cubebe producevansi gli antichi testi,
tenuto nostro Signore e i due discepoli non credo che possa essere
J
che lo .mostravano ben lungi di là, appiè dei monti; e per far credere
stata differente da q1lella che si fece venendo qui da Gerusalemme) che il camerone era la méme salle de Cleophas, si trascrivevano
, SE PURE IL SUDDETTO LUOGO ERA L'ANTICO EMMAUS, come parrebbe pro-
que'passi de'pellegrinaggi, che parlavano della visita solita farsi una
babile, quantunque per crederlo io non trovassi altre ragioni che la volta alle rovine della chiesa creduta eretta sulla casa di eleofa.
distanza del luogo e l'asserzione del nostro conduttore. Da questa Era ignoranza o malizi~? Sallo soltanto Iddio.
testimonianza risulta che nel 1767 i Francescani di Gerusalemme Quel camerone divenuto così il vero santuario della casa di Cleofa,
non ne sapevan quasi più nulla dell'Emaus di Cubebe, dimentica- come tre secoli prima Cubebe erane divenuta la patria, quel came-
tane finanche la via che passava pel pseudo-santuario, di Beth rone fu allungato e raffazzonato a forma di cappella, a cui si unÌ la
Tulme; di che il Mariti ed i due frati compagni dovettero lasciarsi fabbrica d'un ospizio per alcuni religiosi destinati ad uffiziarla, e
guidare cecamente da un arabo, senza restar ben certi d'aver toccato farne conoscere il pregio ai divoti visitanti. Se non che quest'errore
la mela. Ragione dell'oblio in cui era caduto quell'Emaus fu il cessato era troppo stempiato per durare a lungo anche nel cervello de'suoi '
annuo pellegrinaggio di Pasqua, e la mutata strada tra Ramle e spacciatori; il perchè dopo morta la Nicolay (1868), altri prese a
Gerusalemme, che non passava più per Cubebe, ma per Cariath- sgombrare le ruine della chiesa (1872) sotto la direzione d'un archi-
el-aneb e Colonia. tetto francese, il capitano Gianbattista Guillemot, sino a nudarne
Codesto oblio o dimenticanza durò per tutto il secolo scorso sino le fondamenta nella lusinga di trovare almen quivi alcuna traccia
alla metà del presente, quando nel 1852, al dire del Guérin ripor- del preteso santuario; ma finora, dopo quattordici anni di trame-
tato dall' Avversario, parecchi religiosi francescani, e fra gli altri stio e di aspettazione, non si fu più fortunati colà che nel came-
il R. P. Emmanuele Forner, allora curato di S. Giovanni in Mon- rone, e non ne venne fuori neppure una certa iscrizione antica
tana, essendosi posti alla ricerca del sanlttario d'Emmaus) lo ritro- antichissima, che vi deve pur essere sepolta, e della quale io, reduce
varono in C'/Jbebe; trovarono cioè quell'Emaus, che dal secolo XVI da Gerusalemme nel 1864, ebbi conosciuto in Roma l'autore. Ma lo
in poi i loro antenati avevano venerato colà, ed indicato ai pelle- smacco dell' Emaus di Cubebe non è ancor compiuto. L'architetto
grini, dopo d'averlo per un secolo e mezzo indicato a Bethtulme. Guillemot pubblicava in Gerusalemme, nel febbraio del 1875, la Rela-
:Ma intanto se que'religiosi e quel curato, di cui parla il Guérin, zione degli scavi praticati nella chiesa di Cubebe, senza badare che pri-
dovettero fare delle ricerche per ottenere il loro intento, non àssi ma un camerone, non una chiesa, era santuario di quell'Emaus. Invitato
in ciò una prova che l'Emaus cubebeo era caduto in dimenticanza più tardi a fare altrettanto attorno alla basilica d'Emuàs, dopo avervi
com' era già nel 47 quand' io fui la prima volta a Gerusalemme? lavorato per tre anni (1880-81-83) riconosceva finalmente la falsità
Trovato intanto quell'Emaus, crederete voi, o lettori, che volen- di Cubebe, e prendeva egli pure a provare la verità di Emuàs,
dosi colà restaurare l'antico santuario, i nostri restauratori siansi dopo avervi scoperto la pluralità delle fonti ed il famoso trivio.
rivolti alle ruine della chiesa, creduta eretta sulla casa di Cleofa, Lo stesso era avvenuto con Feliciano De Saulcy. Pregato a Parigi
a cui s'erano pur rivolti per tanto tempo i loro maggiori? Oibò! ed a Gerusalemme di prendere la difesa di Cubebe, dopo averlo
lasciando in pace la chiesa rovinata) si volsero a quel camerone visitato, dichiarò colle stampe che quello non era Emaus, ma ben
che i Riformati nel breve loro go'verno avevano dichiarato, per lo era Emuàs. Lo stesso avverrne ancora con Vittorio Guérin, il
servirmi delle parole di uno dei loro, la medesima sala in cui il quale piacevòleggiò colla Nicolay sino a concederle che dalle crociate
nostro divin Salvatore si era fatto conoscere a'suoi discepoli, bene- in poi Emaus era stato creduto in Cubebe; ma finiva per promul-
dicendo il loro pane. Nè ostò che fosse spoglio d'ogni indizio di gare nel modo più esplicito che altrove non era che in Emuàs.
E prima di costoro era avvenuto lo stesso con me. Invitato a difen-
dere i Cubebei, acconsentii di gran voglia; ma dopo breve studio
su quella questione, dovei dichiarare che Cubebe non era per nulla
Emaus, ma ben lo era Emuàs; ed ora credo d'averlo provato ad
oltranza. Il colmo tuttavia dello smacco se l'ebbe quel meschin d'un
Cubebe da' suoi medesimi sostenitori. Un frate laico ed un segre-
tario di Terrasanta (C. L. o meglio P. L. da C.) non seppero far
di meglio che accusare S. Girolamo d'errore, come se egli solo
degli antichi avesse segnato il posto d'Emaus, e non avessero mai
esistito il Libro I de' Maccabei, Gioseffo Flavio, l'Itinerario di Bordò,
Eusebio Sozomeno ecc., ecc.; mentre un altro segretario di Terra-
santa, contrario a quei due, in mille pagine che già stampò, le
armi che meglio brandì, furono l'insulto agli avversari, gli spropo-
siti, le falsificazioni ed una serie ognor crescente di menzogne.
Pei due primi non franca la pena di occuparsene (1); del terzo ho
svelato fin qui l'inonesto procedere, e passo a svelarlo ancor meglio
neUa seguente Appendice.

.. ('I) Salvo il riconoscerli meno cocciuti del terzo, perchè cercando di cogliere in
fallo S. Girolamo, lo confessano almeno contrario a Cubebe. APPENDICE
E prima di costoro era avvenuto lo stesso con me. Invitato a difen-
dere i Cubebei, acconsentii di gran voglia; ma dopo breve studio
su quella questione, dovei dichiarare che Cubebe non era per nulla
Emaus, ma ben lo era Emuàs; ed ora credo d'averlo provato ad
oltranza. Il colmo tuttavia dello smacco se l'ebbe quel meschin d'un
Cubebe da' suoi medesimi sostenitori. Un frate laico ed un segre-
tario di Terrasanta (C. L. o meglio P. L. da C.) non seppero far
di meglio che accusare S. Girolamo d'errore, come se egli solo
degli antichi avesse segnato il posto d'Emaus, e non avessero mai
esistito il Libro I de' Maccabei, Gioseffo Flavio, l'Itinerario di Bordò,
Eusebio Sozomeno ecc., ecc.; mentre un altro segretario di Terra-
santa, contrario a quei due, in mille pagine che già stampò, le
armi che meglio brandì, furono l'insulto agli avversari, gli spropo-
siti, le falsificazioni ed una serie ognor crescente di menzogne.
Pei due primi non franca la pena di occuparsene (1); del terzo ho
svelato fin qui l'inonesto procedere, e passo a svelarlo ancor meglio
neUa seguente Appendice.

.. ('I) Salvo il riconoscerli meno cocciuti del terzo, perchè cercando di cogliere in
fallo S. Girolamo, lo confessano almeno contrario a Cubebe. APPENDICE
APPENDICE

Sin dal principio dell'antecenente lavoro, esponendo io storica-


mente la questione d'Emaus, m'arrestai alla pubblicazione fatta dal-
l'Avversario di due fascicol~ intitolati Nuovi Studi, parte I e II; e
di que'fascicoli, come di due antecedenti in Risposta ad un ano-
nimo, porsi al lettore un saggio per apprendergli quale e quanto
onesta sia la critica del Campione di Cubebe. Facendo adesso se-
guito al mio racconto, debbo registrare due fatti relativi alla nostra
questione, che avvennero l'anno 1886; il primo in aprile, il secondo
... in ottobre; quello in Palestina, questo in Italia .
La pellegrinazione del lunedì di Pasqua da Gerusalemme a Cu-
bebe si fe' in quell'anno con insolita solennità, perchè decorata
dalla presenza del suo invitto sostenitore, Sventuratamente al ritorno
_ della festosa carovana arriva dalle sponde del Mansanare una brutta
novella ad intorbidarne la gioia. Il governo spagnuolo aveva ordi-
nato che i milioni lasciati dagli antichi re di Spagna in favore di
Terrasanta, fossero versati nelle casse dello Stato.
Il Campione tuttavia non ne sentÌ disagio, perchè rimasto co-
lassù nel campo de'suoi allori, trovossi molto soddisfatto degli scavi
praticati alla fontana di Aen-el-Agiab, lontana più d'un chilometro,
sebbene non abbia potuto trasportarla presso il villaggio a rappre-
sentarvi quella portentosa d'Em~us, la ~ui assenza lamentava già
a'tempi suoi il Quaresmi. Lusingavasi pure l'amico di poter ripor-
tare testimoniati di qualche insigne grazia, se' non di miracolo, otte-
nuta per l'acqua di quella sorgente, il cui nome di Agiab gli fu
fatto credere che significhi miracolo (1); ma dovè riconoscere con
un po' di disappunto, che certe gambe inferme, lavate e risciac-
quate là entro, erano rimaste inferme come prima.
(,1) Il mio maestro d'arabo che conosce anclle iI dialetto della Palestina, interrogato
da me sul vaÌore della parola Agiab) mi rispose: « II classico Vocabulaire arabe-
([ français, pubblicato dai Gesuiti in Beirut nel 1883, traduce Agiab pel' étonnement,
te. étonnant, extraordinaire,. così pure gli altri lessici. Per dire miracolo i moùerni

-ti usano la voce Agibe, e gli antichi Agibat ed Ugiubat, »

iO
APPENDICE

Sin dal principio dell'antecenente lavoro, esponendo io storica-


mente la questione d'Emaus, m'arrestai alla pubblicazione fatta dal-
l'Avversario di due fascicol~ intitolati Nuovi Studi, parte I e II; e
di que'fascicoli, come di due antecedenti in Risposta ad un ano-
nimo, porsi al lettore un saggio per apprendergli quale e quanto
onesta sia la critica del Campione di Cubebe. Facendo adesso se-
guito al mio racconto, debbo registrare due fatti relativi alla nostra
questione, che avvennero l'anno 1886; il primo in aprile, il secondo
... in ottobre; quello in Palestina, questo in Italia .
La pellegrinazione del lunedì di Pasqua da Gerusalemme a Cu-
bebe si fe' in quell'anno con insolita solennità, perchè decorata
dalla presenza del suo invitto sostenitore, Sventuratamente al ritorno
_ della festosa carovana arriva dalle sponde del Mansanare una brutta
novella ad intorbidarne la gioia. Il governo spagnuolo aveva ordi-
nato che i milioni lasciati dagli antichi re di Spagna in favore di
Terrasanta, fossero versati nelle casse dello Stato.
Il Campione tuttavia non ne sentÌ disagio, perchè rimasto co-
lassù nel campo de'suoi allori, trovossi molto soddisfatto degli scavi
praticati alla fontana di Aen-el-Agiab, lontana più d'un chilometro,
sebbene non abbia potuto trasportarla presso il villaggio a rappre-
sentarvi quella portentosa d'Em~us, la ~ui assenza lamentava già
a'tempi suoi il Quaresmi. Lusingavasi pure l'amico di poter ripor-
tare testimoniati di qualche insigne grazia, se' non di miracolo, otte-
nuta per l'acqua di quella sorgente, il cui nome di Agiab gli fu
fatto credere che significhi miracolo (1); ma dovè riconoscere con
un po' di disappunto, che certe gambe inferme, lavate e risciac-
quate là entro, erano rimaste inferme come prima.
(,1) Il mio maestro d'arabo che conosce anclle iI dialetto della Palestina, interrogato
da me sul vaÌore della parola Agiab) mi rispose: « II classico Vocabulaire arabe-
([ français, pubblicato dai Gesuiti in Beirut nel 1883, traduce Agiab pel' étonnement,
te. étonnant, extraordinaire,. così pure gli altri lessici. Per dire miracolo i moùerni

-ti usano la voce Agibe, e gli antichi Agibat ed Ugiubat, »

iO
- IMi-
I Lieto ciò nullameno de'ricevuti onori, era tornato dai monti della - 147-
Giudea alla tosca marina; ma ahimè! mentre stava per mandar ( yoleva incominciare a fare quivi qualche chiesa o cappella per
alla stampa una nuova filippica contro di me, ecco piombargli tra f. il Clero secolare che andava formando per il patriarcato.

capo e collo la Minuta di una dichiarazione, che la Propaganda gli « È falso che Mons. Val erga interdicesse, il Santuario d'Emmaus,
impone di far sua e pubblicare in riparazione degli oltraggi fatLi ( perchè la Nicolay lo cedeva ai Francescani. Egli sapeva che la
alla memoria del defunto patriarca Valerga. Quell'imposta ritratta- .: Nicolay non ne aveva chiesto ed ottenuto il rescritto da Pio IX
zione leggesi in capo a detta filippica, che col titolo di Parte III e IV « per mezzo della S. C. di Propaganda, alla quale spettava questo
dei Nuovi Studi sull'Emaus di Cubebe, videro la luce in sullo spi- oc affare, e trovava 'nella istanza, che aveva fatto presentare al S. P.,

rare del detto anno 1886. Trattandosi d'un documento che spande « cose non vere o non esattamente esposte; e però, valendosi del
molta luce sulla storia della questione d'Emaus, credo opportuno « suo diritto, sospese l'esecuzione del rescritto, ed interdisse il
di qui riprodurlo; ed è del tenore seguente: ( Santuario. Contemporaneamente interdisse altri due santuari, quello
~( Nella mia opera intitolata L'Emmaus Evangelico, parte I, pago 7, « cioè della Flagellazione e della Visitazione, per i quali i France-
« facendo la storia della questione che si agita intorno all'autenticità « scani avevano anch'essi ottenuto due rescritti senza ricorrere alla
« dello stesso santuario, ho stampato una nota sulla questione « S. C. di Propaganda. Ne diede poi la notizia alla stessa S. C. alta
« d'Emmaus, che dissi essere stata scritta da Madamigella Nicolay, « quale espose diffusamente le forti ragioni, per le quali si era sen-
« e diretta all'Eminentissimo Signor Card. Barnabò, allora Prefetto « tito costretto di usare tal rigore. La questione si fece studiare

« della S. C. di Propaganda, dal cui archivio l'av~va estratta. « ad un Consultore Canonista, e col voto di lui venne sottoposta
« Ora, verificate meglio le cose, mi è d'uopo confessare che
« alla Congregazione Generale, la quale dichiarò di lasciare intatta
• « sebbene abbia affermato essere quello scrino della Nicolay, pure « la questione sull'autenticità del Santuario d'Emmaus, e convenendo
« di ciò vi è molto a dubitare, perchè la Nicolay aveva già infor- « nel dotto voto del Consultore, riconobbe essere realmente i re-
f!. scritti orrettizii e surreltizii, e giusto essere stato il Decreto d'in-
« mato la S. C. dell'interdetto, che Monsignor Valerga aveva dalo
( all'Emmaus, e non occorreva che tornasse di nuovo a ripeterlo. «: terdetto emesso da Monsignor Valerga. La risoluzione della S. C.
« La Nicolay scriveva sempre in francese, e questo sarebbe stato « v.enne approvata da Pio IX (I ), il quale prescrisse come i Fran-
« il suo primo scritto in italiano. Questo scritto non fu diretto dalla « cescani dovevano in seguito comportarsi col Patriarca, e per grazia
« Nicolay, nè da altri. Solamente di carattere del Generale viene speciale venne a permettere che la Nicolay desse ai Francescani
« intesLato~ Relazione storica relatù,a alla noia controversia di due « la casa e la cappella che aveva fabbricato nel terreno da essa
« santuari di Palestina, estesa dalla P. N. « acquistato, che diceva essere il Santuario di Emmaus (2). Quindi
« L'autore di questa relazione fa una manifesta ingiuria a Mon-
(I) 11 PontelÌl:e adunque riconobbe anch'egli ol'rettizii e surrettizii i rescritti che gli
( signor Valerga quando afferma che il medesimo incominciò a erano stati carpiti: riconohhe quindi d'essel'e stato ingannato; ed era ben lungi dal con-
« muover dubbi sulI'autenticità dell'Emmaus quando s'avvide che cedere all'Emaus di Cubebe quel!' indUlgenza plenaria, di cui il Canonic}l Del Corona,
la Nicolay non lo voleva cedere a lui, ma lo dava ai Francescani (1). presidente nel ,1879 della Carovana italiana, pubblicava: La S. Sede ha già. concesso
« Monsignor Valerga ha sempre dubitato dell'autenticità di questo findulgenz(t plenaria a q'uesto santuario (di Cubebe), nè è da suppon'e che Roma,
« santuario, come risulta da'suoi scritte e se desiderava di averlo, sempre prudente nelle sue deliberazioni, abbia agito con leggerezza in questo solo
caso. E quando fece tal concessione, la controversia era anche più ardente, perchp
tiveva il patriarca Valerga. lo trascrivo queste parole da un lungo squarcio del fio-
CI) Ben amara deye tornare questa pillola a colui che sin elal ,/882 scriveva: Quand'io rentino canonico, riportato dall'Avversario, il quale fa così comprendere da chi la frottola
dimorava in Palestina ) e già. rolguano al 101'0 tennine i lavori intrapresi in dell'indulgenza sia stata imbeccata al Del Corona. E questi che dirà adesso al leggere la
Emmous el Kubebe ... per opera delta Signora JJru'['hesa Paolina De Nicola!], la Dichiarazione emessa ed imposta dalla Propaganda?
quale vi rialzava un' antica chiesa e vi erigew u.n ospizio pei religiosi, diceva ad (2) E dunque falso quello che leggesi a pago 407 dell'ultima pubblicazione dell'A vver-
essa un per.'Wnaggio che per certi n'spetti non si vuoi nominare: c( Se cedete a sario che il celebre santuario d> Ernmaus fu affidato alle c'w'e dei nostri benemeriti
cc me il vostro Emmaus, allora sarà l'Enwuws del Vwngp,lo, diversamente non Padri Francescani in Terra Santa. No, il Pontefice permise soltanto per grazia
et lo sarà mai. » (L'Emmaus Evangehco 1 l1isposta ad W~ anonimo; Prefazione. speciale che la Nicolay desse ai .Fral~cescani quello che essa diceva essere il santu.ario '
Livol'Oo, 4882). d' Emmaus; e nulla più. Se poi lo Cosse o no, credo d'aver io sufficientemente dimostro
col mio antecedente lavoro.
- IMi-
I Lieto ciò nullameno de'ricevuti onori, era tornato dai monti della - 147-
Giudea alla tosca marina; ma ahimè! mentre stava per mandar ( yoleva incominciare a fare quivi qualche chiesa o cappella per
alla stampa una nuova filippica contro di me, ecco piombargli tra f. il Clero secolare che andava formando per il patriarcato.

capo e collo la Minuta di una dichiarazione, che la Propaganda gli « È falso che Mons. Val erga interdicesse, il Santuario d'Emmaus,
impone di far sua e pubblicare in riparazione degli oltraggi fatLi ( perchè la Nicolay lo cedeva ai Francescani. Egli sapeva che la
alla memoria del defunto patriarca Valerga. Quell'imposta ritratta- .: Nicolay non ne aveva chiesto ed ottenuto il rescritto da Pio IX
zione leggesi in capo a detta filippica, che col titolo di Parte III e IV « per mezzo della S. C. di Propaganda, alla quale spettava questo
dei Nuovi Studi sull'Emaus di Cubebe, videro la luce in sullo spi- oc affare, e trovava 'nella istanza, che aveva fatto presentare al S. P.,

rare del detto anno 1886. Trattandosi d'un documento che spande « cose non vere o non esattamente esposte; e però, valendosi del
molta luce sulla storia della questione d'Emaus, credo opportuno « suo diritto, sospese l'esecuzione del rescritto, ed interdisse il
di qui riprodurlo; ed è del tenore seguente: ( Santuario. Contemporaneamente interdisse altri due santuari, quello
~( Nella mia opera intitolata L'Emmaus Evangelico, parte I, pago 7, « cioè della Flagellazione e della Visitazione, per i quali i France-
« facendo la storia della questione che si agita intorno all'autenticità « scani avevano anch'essi ottenuto due rescritti senza ricorrere alla
« dello stesso santuario, ho stampato una nota sulla questione « S. C. di Propaganda. Ne diede poi la notizia alla stessa S. C. alta
« d'Emmaus, che dissi essere stata scritta da Madamigella Nicolay, « quale espose diffusamente le forti ragioni, per le quali si era sen-
« e diretta all'Eminentissimo Signor Card. Barnabò, allora Prefetto « tito costretto di usare tal rigore. La questione si fece studiare

« della S. C. di Propaganda, dal cui archivio l'av~va estratta. « ad un Consultore Canonista, e col voto di lui venne sottoposta
« Ora, verificate meglio le cose, mi è d'uopo confessare che
« alla Congregazione Generale, la quale dichiarò di lasciare intatta
• « sebbene abbia affermato essere quello scrino della Nicolay, pure « la questione sull'autenticità del Santuario d'Emmaus, e convenendo
« di ciò vi è molto a dubitare, perchè la Nicolay aveva già infor- « nel dotto voto del Consultore, riconobbe essere realmente i re-
f!. scritti orrettizii e surreltizii, e giusto essere stato il Decreto d'in-
« mato la S. C. dell'interdetto, che Monsignor Valerga aveva dalo
( all'Emmaus, e non occorreva che tornasse di nuovo a ripeterlo. «: terdetto emesso da Monsignor Valerga. La risoluzione della S. C.
« La Nicolay scriveva sempre in francese, e questo sarebbe stato « v.enne approvata da Pio IX (I ), il quale prescrisse come i Fran-
« il suo primo scritto in italiano. Questo scritto non fu diretto dalla « cescani dovevano in seguito comportarsi col Patriarca, e per grazia
« Nicolay, nè da altri. Solamente di carattere del Generale viene speciale venne a permettere che la Nicolay desse ai Francescani
« intesLato~ Relazione storica relatù,a alla noia controversia di due « la casa e la cappella che aveva fabbricato nel terreno da essa
« santuari di Palestina, estesa dalla P. N. « acquistato, che diceva essere il Santuario di Emmaus (2). Quindi
« L'autore di questa relazione fa una manifesta ingiuria a Mon-
(I) 11 PontelÌl:e adunque riconobbe anch'egli ol'rettizii e surrettizii i rescritti che gli
( signor Valerga quando afferma che il medesimo incominciò a erano stati carpiti: riconohhe quindi d'essel'e stato ingannato; ed era ben lungi dal con-
« muover dubbi sulI'autenticità dell'Emmaus quando s'avvide che cedere all'Emaus di Cubebe quel!' indUlgenza plenaria, di cui il Canonic}l Del Corona,
la Nicolay non lo voleva cedere a lui, ma lo dava ai Francescani (1). presidente nel ,1879 della Carovana italiana, pubblicava: La S. Sede ha già. concesso
« Monsignor Valerga ha sempre dubitato dell'autenticità di questo findulgenz(t plenaria a q'uesto santuario (di Cubebe), nè è da suppon'e che Roma,
« santuario, come risulta da'suoi scritte e se desiderava di averlo, sempre prudente nelle sue deliberazioni, abbia agito con leggerezza in questo solo
caso. E quando fece tal concessione, la controversia era anche più ardente, perchp
tiveva il patriarca Valerga. lo trascrivo queste parole da un lungo squarcio del fio-
CI) Ben amara deye tornare questa pillola a colui che sin elal ,/882 scriveva: Quand'io rentino canonico, riportato dall'Avversario, il quale fa così comprendere da chi la frottola
dimorava in Palestina ) e già. rolguano al 101'0 tennine i lavori intrapresi in dell'indulgenza sia stata imbeccata al Del Corona. E questi che dirà adesso al leggere la
Emmous el Kubebe ... per opera delta Signora JJru'['hesa Paolina De Nicola!], la Dichiarazione emessa ed imposta dalla Propaganda?
quale vi rialzava un' antica chiesa e vi erigew u.n ospizio pei religiosi, diceva ad (2) E dunque falso quello che leggesi a pago 407 dell'ultima pubblicazione dell'A vver-
essa un per.'Wnaggio che per certi n'spetti non si vuoi nominare: c( Se cedete a sario che il celebre santuario d> Ernmaus fu affidato alle c'w'e dei nostri benemeriti
cc me il vostro Emmaus, allora sarà l'Enwuws del Vwngp,lo, diversamente non Padri Francescani in Terra Santa. No, il Pontefice permise soltanto per grazia
et lo sarà mai. » (L'Emmaus Evangehco 1 l1isposta ad W~ anonimo; Prefazione. speciale che la Nicolay desse ai .Fral~cescani quello che essa diceva essere il santu.ario '
Livol'Oo, 4882). d' Emmaus; e nulla più. Se poi lo Cosse o no, credo d'aver io sufficientemente dimostro
col mio antecedente lavoro.
- 148- - 149-
« Monsignor Valerga ritirò l'interdetto, e si stabilì la pace nel pa- porta il ridicolo titolo di Expositio in quatuor EvangelUs de brevi
« triarcato. - Tanto debbo dichiarare per la pura verità. - Livorno, proverbio, edita Hieronymi presbiteri. Dalla forra di questo bel pel-
« 12 ottobre 1886. » Segue il nome dell'Avversario non preceduto legrinaggio i' Avversario, che ha buon naso, scova il seguente squarcio
dal modesto emme ed erre, nè seguito dai quattro titoli, con cui per provare che Cubebe ed Emaus sono una cosa sola. Duo ex
illù~ ibanl; oslendit gentes, quia sie ostensus est illis q1ti {oris erant,
egli suole accompagnarlo.
Quanti pasticci per quel benedetto Cubebe! Quale smacco alla siettt his qui inlus erant; easlellum idest mttndum; Ierusalem idest
povera Terrasanta francescana! Che brutta figura si fe' fare al dabben eaelestis; stadium, 'idesl octava pars de milliario; stadia LX oslendit
Generale d'allora! D'altra parte quanto lustro al mio Avversario a numerum dierwn 1'n quibus {aetus est m'lmdus. Nomen castelli ...
cuj la Propaganda concesse, anzi ordinò di pubblicare in nome Basta, basta cosi: ·il mondo fu fatlo in 60 giorni!. .. O Mosè, colla
proprio la di lei sentenza! Or egli vorrebbe caritativamente farmi tua settimana genesiaca puoi andarti a riporre. Ed è con questi cenci
parte di quel suo lnstro onorandomi più volte (gentilezza non usa- che i' Avversario vuoI combattere l'autorità del Libro I de' Maccabei,
tami prima) colla taccia d'aver calunniato i miei fratelli. Se a ragione, del Flavio, d'Eusebio e di S. Girolamo, per trasportar Emaus dalla
e con qual diritto, passiamo a vedere mediante un po' d'analisi d~l­ pianura sui monti, e precisamente a Cubebe?
l'ultima sua pubblicazione. Adunque nella prima delle due nuove M.a di ben altre più gravi menzogne e falsità che non sono le
parti, che è la terza de' suoi Nuovi Studi, l'autore si propone di sin qui notate, debbo adesso accusare i' Avversario, delle quali
produrre sentenze di scrittori antichi non ancor riportate, ad ulte- non l'avrei mai creduto capace. Ecco di che si tratta: Il bene-
... riore prova, che Emaus fu in ogni tempo riconosciuto in Cu- merito illustratore della cristiana Palestina, Tito Tobler, morto sul
bebe, sebbene nissuno l'abbia mai nominato. Dopo aver preludiato principio del 1877, aveva pubblicato nel 74, in Lipsia, otto antichi
colla cristianità durata sempre in Palestina, entra nel Capitolo III opuscoli sulla Terrasanta, corredandoli di amplissime note. Questi
a sciorinare autorità di Pellegrinaggi anteriori ai Crociati; ma qui opuscoli, come segna sul frontispizio il dotto editore, appartengono
ancora e subito le solite menzogne. Di undici testimonianze, che ai secoli VIII, IX, XII e XV, e sono il Viaggio di S. VillibalJo, il Cllm-
spaccia siccome tratte da undici pellegrinaggi, ben cinque ve n'ha memoralorium de casis Dei, Bernardo monaco, un Anonimo VII,
che tali non sono, e quattro che anteriori non sono ai Crociati; ma Gio. di Virsburg, un Anonimo VllI, la Citez de Jherusalern e Gio. Po-
coeve, con una che prova più in favore di Emuàs che di Cubebe, loner. I due anonimi qui registrati appartengono, come prova aper-
ed un'altra che d'Emaus porta unicamente il nome. Gran ragiona- tissimamente il Tobler, al secolo dodicesimo, e sono qui designati
tore bisogna pur dire sia costui, se con tale avariata merce crede coi numeri settimo e ottavo relativamente ad altri sei anonimi, che
di provare l'identità di Cubebe con Emaus. erano già stati pubblicati prima. Ma l'Avversario che voleva abbar-
Il primo dei falsi pellegrinaggi è il Diatessaron dell'eresiarca bagliare i suoi lettori con un'autorità del secolo settimo, che fa?
Taziano, opera perduta; e di questa l'A vversario produce le seguenti Spaccia per tale l'Anonimo settimo, Innominalus VII, nonostante
parole, che dice tradotte da una traduzione araba, della quale esrste che appartenga al secolo dodicesimo, falsificandone la data di anni 5001
un .unico esemplare in Roma: E in andando al villaggio, il cui Ma a . questa falsificazione opponesi il titolo stesso del libro, che
nome Emaus, e la etti distanza da Gerusalemme sessanta miglia ... ! esclude ogni scrittura del secolo VII. Che importa ciò alla coscienza
Si e, sie; ma io che non ho voglia di buffoneggiare, passo al se- del mio onesto Avversario? Egli falsifica ancora il titolo stesso del
condo non pellegrinaggio, che è l'Armonia dei Vangeli d'un altro libro, che è Descriptiones Terrae Sanclae ex saeculis VIlI, IX, XIl
etj(IV, elc., e scrive imperterrito, a pago 58: « Rileviamo dall'opera
Taziano, perduta anch' essa nel greco originale, di cui resta solo la
« Descriptiones Terrae Sanctae ex saeculis VII (sic), VIII et IX, elc. quas
latina traduzione di Vittore da Capua nel secolo VI, la quale attesta
che Emaus erat in spatio stadiorum spxaginta ab Hierosolymis.E ( collegit et edidit Titus Tobler, quest'altre testimonianze. Una del
« secolo VII d'uno scrittore anonimo çhe dice, ecc. » E nella pagina
con queste parole è indicato Cubebe? Iudaeus eredat Appella; Non
ego. È tanto vero che qui si accenna a Cubebe, quanto è vero che seguente aggiunge: « Parimenti a pagina 195-196 di detta opera, un
un'Armonia Evangelica è un pellegrinaggio. Avanti. Fra le opere ( altro anonimo dell'vlIl secolo (sic) ci dice: Deinde venimus, elc. »
spurie di S. Girolamo la più evidentemente spuria è quella che Così con una perversità ~ che in un sacerdote ha dell'incredibile,
- 148- - 149-
« Monsignor Valerga ritirò l'interdetto, e si stabilì la pace nel pa- porta il ridicolo titolo di Expositio in quatuor EvangelUs de brevi
« triarcato. - Tanto debbo dichiarare per la pura verità. - Livorno, proverbio, edita Hieronymi presbiteri. Dalla forra di questo bel pel-
« 12 ottobre 1886. » Segue il nome dell'Avversario non preceduto legrinaggio i' Avversario, che ha buon naso, scova il seguente squarcio
dal modesto emme ed erre, nè seguito dai quattro titoli, con cui per provare che Cubebe ed Emaus sono una cosa sola. Duo ex
illù~ ibanl; oslendit gentes, quia sie ostensus est illis q1ti {oris erant,
egli suole accompagnarlo.
Quanti pasticci per quel benedetto Cubebe! Quale smacco alla siettt his qui inlus erant; easlellum idest mttndum; Ierusalem idest
povera Terrasanta francescana! Che brutta figura si fe' fare al dabben eaelestis; stadium, 'idesl octava pars de milliario; stadia LX oslendit
Generale d'allora! D'altra parte quanto lustro al mio Avversario a numerum dierwn 1'n quibus {aetus est m'lmdus. Nomen castelli ...
cuj la Propaganda concesse, anzi ordinò di pubblicare in nome Basta, basta cosi: ·il mondo fu fatlo in 60 giorni!. .. O Mosè, colla
proprio la di lei sentenza! Or egli vorrebbe caritativamente farmi tua settimana genesiaca puoi andarti a riporre. Ed è con questi cenci
parte di quel suo lnstro onorandomi più volte (gentilezza non usa- che i' Avversario vuoI combattere l'autorità del Libro I de' Maccabei,
tami prima) colla taccia d'aver calunniato i miei fratelli. Se a ragione, del Flavio, d'Eusebio e di S. Girolamo, per trasportar Emaus dalla
e con qual diritto, passiamo a vedere mediante un po' d'analisi d~l­ pianura sui monti, e precisamente a Cubebe?
l'ultima sua pubblicazione. Adunque nella prima delle due nuove M.a di ben altre più gravi menzogne e falsità che non sono le
parti, che è la terza de' suoi Nuovi Studi, l'autore si propone di sin qui notate, debbo adesso accusare i' Avversario, delle quali
produrre sentenze di scrittori antichi non ancor riportate, ad ulte- non l'avrei mai creduto capace. Ecco di che si tratta: Il bene-
... riore prova, che Emaus fu in ogni tempo riconosciuto in Cu- merito illustratore della cristiana Palestina, Tito Tobler, morto sul
bebe, sebbene nissuno l'abbia mai nominato. Dopo aver preludiato principio del 1877, aveva pubblicato nel 74, in Lipsia, otto antichi
colla cristianità durata sempre in Palestina, entra nel Capitolo III opuscoli sulla Terrasanta, corredandoli di amplissime note. Questi
a sciorinare autorità di Pellegrinaggi anteriori ai Crociati; ma qui opuscoli, come segna sul frontispizio il dotto editore, appartengono
ancora e subito le solite menzogne. Di undici testimonianze, che ai secoli VIII, IX, XII e XV, e sono il Viaggio di S. VillibalJo, il Cllm-
spaccia siccome tratte da undici pellegrinaggi, ben cinque ve n'ha memoralorium de casis Dei, Bernardo monaco, un Anonimo VII,
che tali non sono, e quattro che anteriori non sono ai Crociati; ma Gio. di Virsburg, un Anonimo VllI, la Citez de Jherusalern e Gio. Po-
coeve, con una che prova più in favore di Emuàs che di Cubebe, loner. I due anonimi qui registrati appartengono, come prova aper-
ed un'altra che d'Emaus porta unicamente il nome. Gran ragiona- tissimamente il Tobler, al secolo dodicesimo, e sono qui designati
tore bisogna pur dire sia costui, se con tale avariata merce crede coi numeri settimo e ottavo relativamente ad altri sei anonimi, che
di provare l'identità di Cubebe con Emaus. erano già stati pubblicati prima. Ma l'Avversario che voleva abbar-
Il primo dei falsi pellegrinaggi è il Diatessaron dell'eresiarca bagliare i suoi lettori con un'autorità del secolo settimo, che fa?
Taziano, opera perduta; e di questa l'A vversario produce le seguenti Spaccia per tale l'Anonimo settimo, Innominalus VII, nonostante
parole, che dice tradotte da una traduzione araba, della quale esrste che appartenga al secolo dodicesimo, falsificandone la data di anni 5001
un .unico esemplare in Roma: E in andando al villaggio, il cui Ma a . questa falsificazione opponesi il titolo stesso del libro, che
nome Emaus, e la etti distanza da Gerusalemme sessanta miglia ... ! esclude ogni scrittura del secolo VII. Che importa ciò alla coscienza
Si e, sie; ma io che non ho voglia di buffoneggiare, passo al se- del mio onesto Avversario? Egli falsifica ancora il titolo stesso del
condo non pellegrinaggio, che è l'Armonia dei Vangeli d'un altro libro, che è Descriptiones Terrae Sanclae ex saeculis VIlI, IX, XIl
etj(IV, elc., e scrive imperterrito, a pago 58: « Rileviamo dall'opera
Taziano, perduta anch' essa nel greco originale, di cui resta solo la
« Descriptiones Terrae Sanctae ex saeculis VII (sic), VIII et IX, elc. quas
latina traduzione di Vittore da Capua nel secolo VI, la quale attesta
che Emaus erat in spatio stadiorum spxaginta ab Hierosolymis.E ( collegit et edidit Titus Tobler, quest'altre testimonianze. Una del
« secolo VII d'uno scrittore anonimo çhe dice, ecc. » E nella pagina
con queste parole è indicato Cubebe? Iudaeus eredat Appella; Non
ego. È tanto vero che qui si accenna a Cubebe, quanto è vero che seguente aggiunge: « Parimenti a pagina 195-196 di detta opera, un
un'Armonia Evangelica è un pellegrinaggio. Avanti. Fra le opere ( altro anonimo dell'vlIl secolo (sic) ci dice: Deinde venimus, elc. »
spurie di S. Girolamo la più evidentemente spuria è quella che Così con una perversità ~ che in un sacerdote ha dell'incredibile,
j:i',
'III - t50- - 151-
Il
due scrittori del sec. XII si producono come appartenenti, uno al scritta dal monaco Cirillo; ma in essa lo scrittore coevo neppur
sec. VII, e l'altro all'vIII! Povero Cubebe, che per diventar Emaus per sogno racconta di quel Santo, che siasi. ritirato in Nicopoli, e
abbisogni di artifizi così vili, quali sono la falsificazione dell'età di che ivi abbia edificato un piccolo monastero, a cui abbia unito una
l'II
due scrittori, e del titolo del libro che li contiene! Poveri miei spelonca. Nulla in quell'agiografia risconlrasi di ciò, ma tutto è in-
III fratelli di Terrasanta, cbe, illusi alla burbanza del vostro campione, \'enzione e menzogna dell'Avversario, che non arrossì d'incomin-
l,I dovete dividere con esso l'infamia delle sue frodi! ciare questa pappolata con dire: Leggiamo. ~ Non te pudet?
,II! Ed egli prosegue imperterrito lungo la stessa via, scrivendo a Nè miglior costrutto può trarre costui dalh Peregrinatio di una
Il
Il pago 57: Leggiamo n l lomo fIl del mese di magg1:o dei Bolland1'sti, Santa Silvia del secolo IV, edita dal Prof. Gamurrini d'Arezzo, il
I nella .vita di S. Giovanni Silenziario, scritta da Cirillo monaco, che · quale, interrogato dall' Avversario circa qU3ato vi si dicesse d'~maus,
I questo Santo morto nel 558... si ritirò in Nicopoli; che prima chia- rispose che la parte relativa alla Giudea era perduta, e solo gli
mavasi Emmaus, ed i1Ji (ondò un piccolo monastero con una spe- trasmise un pa5so del riassunto fattone da Pietro Diacono nel se-
. lonca unita all' edifizio. Nell' annotazione a questo racconlosi hanno colo XII (I). lo non perderò il tempo a rilevare le peregrine notizie
I queste parole a dilucidazione: ({ Nicopolis, aliis Emmaus cum Pto- che quel passo contiene; mi arresterò solo al cenno che fa di Emaus;
lomaeu dicitur. Urbs Iudaeae, ab occidente Ierosolymae. » - Sin qui e per meglio afferrarne il senso, ricorro alla spiegazione che ne '
l'Avversario, il quale dopo avere un po' sragionato sulle trascritte dà lo stesso prof. Gamurrini nella lettera all'Avversario: « Chi ben
linee, . conchiude che tutte le testimonianze antiche prodotte e da « legge si accorge che Emmaus 'era nella via di Gabaon per an-
prodursi sono t1ttte per Emnuws-Oubebe e non per qualsl:asi altra ({ dare verso la Galilea, e che s'incontrava Gabaon non lungi da GenI-
località ; indi vien fuori colla seguente sfuriata: l'engano adunque « salemme, e poi Emmaus: onde la ricerca del sito dovrebbe adesso
a dirci i nostri dotti avrersari che solam,enle l'ignoranza o la mala « rimanere più agevole. Imperocchè, come si desume dall'intero
(ede può cercarlo (Emaus) altrove fuori d1: Emuàs e noi risponde-
7 « contesto, la pellegrina ritornata da una gita che fece a Gerico,
remo loro: Venilea smentire questi antichi leslimoni~ se potete, còlle (I. di nuovo si parlì da Gerusalemme per visitare la Galilea. Nella
vosltea1'gomentazioni prive eli antiche testimonianze, se pur visen . . (i via prima incontrò Gabaon, poi ' Emmaus, poi la torre di Cades,

lite in grado di farlo. - Non isgomentito da quei se potete, se siete « poi il villaggio di Some, poi il monte Hermon. » - Se cosi fu,
in grado di farlo, io, povero Bassi, che sono autore della sent.enza siccome la Galilea trovasi al nord della Samaria, e questa al nord
« Solo l'ignoranza o la mala fede può condur altri a mostrar Emalls della Giudea e delìa sua capitale Gerusalemme, così Emaus non
« aItrove che ad Emuàs, » io raccolgo il guanto che mi getta l'A \'-
Il
versario, ed eccomi pronto a sfatare come ho fatto fin qui questi ('I) L'opuscolo De Locis Sanctis di Pietro . Diacono non può essere, come erede il
,I suoi antichi testimoni, ed a mettere in piena luce 'la mala fede di Ch. Prof. Gamurrini, un riass'unto brevissimo della sua Peregrinatio: ~ o Perchè Pietro
i
lui, posto anche che le mie argomentazioni siano prive di antiche stesso nel Prologo designa quel suo Itinerario ex omnibus, ut ito. dicam, libris col-
lectum : non può quindi essere compendio di uno solo e tanto meno della Peregrinatio.
testimonianze; del che il giudizio ai lettori. 2 0 Perchè contiene cose che nel IV secolo della Peregrinatio non potevan essere, quali
Costui, in primo luogo, a vece dei pellegrinaggi promessi, mette q'uelle che si leggono nella descrizione del Tempio di Salomone (moschea d'Omar, cri-
i n mostra un'antica biografia nella quale nulla v'ha, che accenni a stianizzata dai Crociati) e della basilica del S. Sepolcro, ben diversa nel disegno dall' Ana-
pellegrinaggio: egli dunque mentisce a sè medesimo. Che poi Ni· stasi di Costantino. 30 Finnlmente, perchè quel Liber de Locis Sanctis, almeno per la
copoli di Palestina si chiamasse pria Emalls, già sapevamcelo; ma metà, è trascrizione letterale dell'opuscolo omonimo di Beda (V. Patrol. Lat. del Migne,
voI. '173, pag. 'I·l ~ 7), e l'uno e l'altro incominciano egualmente Situs urbis fe1'usalem,
che però? Sarebbe forse questa una prova in favor di Cubebe? O pone (sic) -in orbem circumactus, etc., e così di seguito per ottantuna linea. In co 11-
proverebbe Emaus venerato colà il fatto di S. Giovanni il Silenziario, tlusione, il testo di Pietl'o Diacono, pel quale mena tanto vampo l' Avversario (Emaus
che vi avrebbe edificato un piccolo monastero? .. Ma ben altra più mdem, ubi Dominus cum discipulis suis post 1'es1l,rrectionem comedit, sexaginta.
grave interrogazione io debbo rivolgere a codesto messere; ed è stadiis ab ferosolymis distat) è di uno scrittore Ialino del sec. XII, che, non avendo
come una coscienza di religioso e di sacerdote regga al turpe mestiero visitato Terrasanta, scrisse d'Emaus quello che leggeva in S. Luca della Volgata, col-
l'aggiunta d' una circostanza contradetLa dal Vangelo stesso che Gesù mangiò coi due
del falsario? Sì, o lettori, nel tomo III di maggio, giorno 13, della discepoli, mentre verità evangelica è che Gesù, roLLo e distribuito il pane, disparve senza
grand'opera dei Bollandisti, trovasi veramente la Vita del Silenziario, mangiare coi due discepoli.
Il

. I~
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j:i',
'III - t50- - 151-
Il
due scrittori del sec. XII si producono come appartenenti, uno al scritta dal monaco Cirillo; ma in essa lo scrittore coevo neppur
sec. VII, e l'altro all'vIII! Povero Cubebe, che per diventar Emaus per sogno racconta di quel Santo, che siasi. ritirato in Nicopoli, e
abbisogni di artifizi così vili, quali sono la falsificazione dell'età di che ivi abbia edificato un piccolo monastero, a cui abbia unito una
l'II
due scrittori, e del titolo del libro che li contiene! Poveri miei spelonca. Nulla in quell'agiografia risconlrasi di ciò, ma tutto è in-
III fratelli di Terrasanta, cbe, illusi alla burbanza del vostro campione, \'enzione e menzogna dell'Avversario, che non arrossì d'incomin-
l,I dovete dividere con esso l'infamia delle sue frodi! ciare questa pappolata con dire: Leggiamo. ~ Non te pudet?
,II! Ed egli prosegue imperterrito lungo la stessa via, scrivendo a Nè miglior costrutto può trarre costui dalh Peregrinatio di una
Il
Il pago 57: Leggiamo n l lomo fIl del mese di magg1:o dei Bolland1'sti, Santa Silvia del secolo IV, edita dal Prof. Gamurrini d'Arezzo, il
I nella .vita di S. Giovanni Silenziario, scritta da Cirillo monaco, che · quale, interrogato dall' Avversario circa qU3ato vi si dicesse d'~maus,
I questo Santo morto nel 558... si ritirò in Nicopoli; che prima chia- rispose che la parte relativa alla Giudea era perduta, e solo gli
mavasi Emmaus, ed i1Ji (ondò un piccolo monastero con una spe- trasmise un pa5so del riassunto fattone da Pietro Diacono nel se-
. lonca unita all' edifizio. Nell' annotazione a questo racconlosi hanno colo XII (I). lo non perderò il tempo a rilevare le peregrine notizie
I queste parole a dilucidazione: ({ Nicopolis, aliis Emmaus cum Pto- che quel passo contiene; mi arresterò solo al cenno che fa di Emaus;
lomaeu dicitur. Urbs Iudaeae, ab occidente Ierosolymae. » - Sin qui e per meglio afferrarne il senso, ricorro alla spiegazione che ne '
l'Avversario, il quale dopo avere un po' sragionato sulle trascritte dà lo stesso prof. Gamurrini nella lettera all'Avversario: « Chi ben
linee, . conchiude che tutte le testimonianze antiche prodotte e da « legge si accorge che Emmaus 'era nella via di Gabaon per an-
prodursi sono t1ttte per Emnuws-Oubebe e non per qualsl:asi altra ({ dare verso la Galilea, e che s'incontrava Gabaon non lungi da GenI-
località ; indi vien fuori colla seguente sfuriata: l'engano adunque « salemme, e poi Emmaus: onde la ricerca del sito dovrebbe adesso
a dirci i nostri dotti avrersari che solam,enle l'ignoranza o la mala « rimanere più agevole. Imperocchè, come si desume dall'intero
(ede può cercarlo (Emaus) altrove fuori d1: Emuàs e noi risponde-
7 « contesto, la pellegrina ritornata da una gita che fece a Gerico,
remo loro: Venilea smentire questi antichi leslimoni~ se potete, còlle (I. di nuovo si parlì da Gerusalemme per visitare la Galilea. Nella
vosltea1'gomentazioni prive eli antiche testimonianze, se pur visen . . (i via prima incontrò Gabaon, poi ' Emmaus, poi la torre di Cades,

lite in grado di farlo. - Non isgomentito da quei se potete, se siete « poi il villaggio di Some, poi il monte Hermon. » - Se cosi fu,
in grado di farlo, io, povero Bassi, che sono autore della sent.enza siccome la Galilea trovasi al nord della Samaria, e questa al nord
« Solo l'ignoranza o la mala fede può condur altri a mostrar Emalls della Giudea e delìa sua capitale Gerusalemme, così Emaus non
« aItrove che ad Emuàs, » io raccolgo il guanto che mi getta l'A \'-
Il
versario, ed eccomi pronto a sfatare come ho fatto fin qui questi ('I) L'opuscolo De Locis Sanctis di Pietro . Diacono non può essere, come erede il
,I suoi antichi testimoni, ed a mettere in piena luce 'la mala fede di Ch. Prof. Gamurrini, un riass'unto brevissimo della sua Peregrinatio: ~ o Perchè Pietro
i
lui, posto anche che le mie argomentazioni siano prive di antiche stesso nel Prologo designa quel suo Itinerario ex omnibus, ut ito. dicam, libris col-
lectum : non può quindi essere compendio di uno solo e tanto meno della Peregrinatio.
testimonianze; del che il giudizio ai lettori. 2 0 Perchè contiene cose che nel IV secolo della Peregrinatio non potevan essere, quali
Costui, in primo luogo, a vece dei pellegrinaggi promessi, mette q'uelle che si leggono nella descrizione del Tempio di Salomone (moschea d'Omar, cri-
i n mostra un'antica biografia nella quale nulla v'ha, che accenni a stianizzata dai Crociati) e della basilica del S. Sepolcro, ben diversa nel disegno dall' Ana-
pellegrinaggio: egli dunque mentisce a sè medesimo. Che poi Ni· stasi di Costantino. 30 Finnlmente, perchè quel Liber de Locis Sanctis, almeno per la
copoli di Palestina si chiamasse pria Emalls, già sapevamcelo; ma metà, è trascrizione letterale dell'opuscolo omonimo di Beda (V. Patrol. Lat. del Migne,
voI. '173, pag. 'I·l ~ 7), e l'uno e l'altro incominciano egualmente Situs urbis fe1'usalem,
che però? Sarebbe forse questa una prova in favor di Cubebe? O pone (sic) -in orbem circumactus, etc., e così di seguito per ottantuna linea. In co 11-
proverebbe Emaus venerato colà il fatto di S. Giovanni il Silenziario, tlusione, il testo di Pietl'o Diacono, pel quale mena tanto vampo l' Avversario (Emaus
che vi avrebbe edificato un piccolo monastero? .. Ma ben altra più mdem, ubi Dominus cum discipulis suis post 1'es1l,rrectionem comedit, sexaginta.
grave interrogazione io debbo rivolgere a codesto messere; ed è stadiis ab ferosolymis distat) è di uno scrittore Ialino del sec. XII, che, non avendo
come una coscienza di religioso e di sacerdote regga al turpe mestiero visitato Terrasanta, scrisse d'Emaus quello che leggeva in S. Luca della Volgata, col-
l'aggiunta d' una circostanza contradetLa dal Vangelo stesso che Gesù mangiò coi due
del falsario? Sì, o lettori, nel tomo III di maggio, giorno 13, della discepoli, mentre verità evangelica è che Gesù, roLLo e distribuito il pane, disparve senza
grand'opera dei Bollandisti, trovasi veramente la Vita del Silenziario, mangiare coi due discepoli.
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. I~
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- 15.:2 - - 153-
l!
Il'' sarebbe stato allora (nel secolo XII, cioè di Pietro Diacono, non il nudo nome. E Ì'Avversario ci presenta questo passo per provare
'l':'.!I, nel IV della Silvia) a ponente di Gerusalemme come Cubebe, ma a che i pellegrinaggi anteriori ai Crociati parlano di Emmaus, 1:ndi-
lii l
,t 'i I
tramontana, lungo la via della Galilea, e dopo di Gabaon. Debbe candolo nei monti della Giudea, nel luogo ov' è difeso da lui? Non
Il'II i, proprio riconoscersi da sè patrocinatore d'una causa spallata chi basta: egli fa precedere il testo da queste sue parole: Bernardo ci
Il!:' si riduce a sostenerla con tali quisquigIie! E che dire della cita..; ricorda per sommi capi il suo viaggio da Gaza alla Santa Città.
k
dii
zione di quella Peregrinatio, in cui non trovasi pure scritta la pa-
rola Emaus? .'
Dopo Gaza egli scrive, ecc. Qui io domando a voi,. o lettori, dove
in quel testo sia nominata Gaza? Bernardo colla sua comitiva viene
fili Teodosio l'Arcidiacono pellegrinò verso il 530, e scrisse il suo d'Egitto, ed arriva ad EI-arisc (Alarixa), specie d'oasi fra l'Egitto e
.f:I' pellegrinaggio, che Tito Tobler ed Augusto Molinier pubblicarono la Palestina, a 40 e più miglia prima di Gaza. Da El-arisc vassene a
negli llinera Hierosolymitana et descriptiones Terrae Sanctae, Belli Ramle (Ramula), presso la quale, in Lidda, si venera S. Giorgio. Da
'l,I
I Sacri anleriora. Siccome di questo peJlegrinaggio esistono molti Ramle va ad Emaus; da Emaus a Gerusalemme. Dov'è, ripeto, dov'è
esemplari noti egualmente corretti, così il Tobler avvisa nella pre- qui nominata Gaza? Ma in grazia, o lettori, mentire con tra le mani un
'I
fazione, pago XXI, che le parole racchiuse tra parentesi sono di testo ehe ti smentisce, non è l'eccesso della mentogna? Osservate
posteriori aggiunte: tali nel passo che l'Avversario riporta in fa- ancora le alcune linee, da cui egli fa seguire quel testo: Se poi si
yore del suo Cubebe, sarebbero le seguenti (A Ierusalem ad Em- riuniscono queste raro le di Bernar'do con quelle ove racconta la gioia
maum LXV stadia) parole che si trovano nel solo codice del Museo dei Crociali al primo scoprir Gerusalemme dal monte di S. Sarnuele,
'Brittanico del sec. XIII o XIV, per cui Tobler le inchiuse fra paren- dove erano giunti da Emmaus poco distante di là, come dicono ali
tesi, e che l'Avversario, pe' suoi onesti fini, lasciò ·Iibere da quei altri storici, ecc. Gli altri storici! Dunque il monaco Bernardo è uno
segni di modernità. Noi invece le lascieremo nella penna anche storico egli pure? - Sì, signori, e che storico prodigioso ed unico,
perchè ripugnanti evidentemente al contesto. Or ecco il passo che nell'anno 870 raccontava già (lo atiesta il mio sapientissimo
sgombro. da quella insulsa posteriore aggiunta: A Ierusalem in Avversario) la gioia dei Crociati, quando dugenvent'anni appresso
Beth-semes, ubi fuit arca Teslamenti,millia ' novem. De Beth-semes avrebber salutato, da-t monte diS. Samuele, Gerusalemme perla
usque Emmattm, quae n'Unc Nicopolis dicitur, millia novem, ubi prima volta!... Che ne dite, o lettori, di questo fiore di galantuomini (1)?
S. Cleophas cognovit Dominum in , fructione panis, ubi et martyrium Dal capitolo III, del quale abbiamo esaminato i . pellegrinaggi
pertulit. De Emmao usque Diospolim millia duodecim, ubi S. Georgius
martyrizatus est. Ho detto che le parole A Iernsalem ad Em- (,I) Ed egli è così procace nel suo mentire che a pago 318, facendo la rassegna di
mattm LX V sladia ripugnano al contesto; e veramente se tra Ge- questo suo capitolo, nomina i dne Taziani del II e JII secolo J la Peregrinatio di
rusalemme e Beth-semes Teodosio pone 9 miglia, ed altrettante tra S. Silvia del IV; Ammonio Alessandro del v; r Arcidiacono Teodosio del VI; e
Beth-semes ed Emaus, questa città fa distante 18 miglia dalla capi. così dicasi degli altri... non escluso Bernardo, monaco, CHE CI HA CONSERVATO IL
EMAus; l1ttti questi parlano dei sessanta stadi.
NOME li)EL « MONS GAU91l )) PR05SIMO Ali)
tale; facendola inoltre lontana 12 miglia da Lidda-Diospoli, non in- - In queste poche linee, oltre l'ultima menzogna triplice di Bernardo (e dico triplice,
dica certamente Emaus in Cubepe, ma piuttosto in Emuàs. E qui perchè è falso che costui nomini Mons Gaudii, è falso che faccia quel inonte prossimo
distinte grazie al mio cortese Avversario, che, credendosi di appoggiar ad Emaus, è falso che parli di 60 stadi), oltre la menzogna del primo Taziano cbe pone
Cubebe, ba fa.voritoEmuàs. Emaus a 60 miglia; oltre ['altra di Santa Silvia, nella cui Peregrinatio non trovasi
nominato Emaus; ed oltre quella di Teodosio che lo pone a 48 miglia dalla capitale,
Veniamo al terzo ed ultimo pellegrinaggio, che è quello di Ber- havvi un'altra menzogna insigne, ma difficile ad essere avvertita dal lettore; e sta in
nardo monaco nel IX secolo, dal quale l'Avversario riporLa le se- quell'Ammonio Alessandro (sic) dci sec. v, del quale l'Avversario non riportò nulla, ma
guenti linee: Deinde venerunt A larixa; de Alarixa in Ramula, iuxla semplicemente disse, parlando dell'IIarmonia del secondo Taziano, e di questa inserendo
quam est monasteriwn Sancti Georgii martyris, ubi ipse requiescil. un passo, disse tra parentesi che il Baronio lct crede lavoro di Ammonio alessandrino,
De Ramula ad Emaus, castellum, et de ' Emaus ad sanclam dvi- (pag. 1H). Ora l'unico autore di quell' Armonia o concordanza evangelica si parte in due,
in Taziano del III secolo ed in Ammonio Alessandro del sec. v. Ma, Dio mio! si po-
tatem Ierusalem. Dov'è qui il più lieve cenno che indichi Emaus trebbe mai essere più mentito re di costui? - In questo Capit. III sono pur citati Euge-
in Cubebe? Non vi son nomin~ti i 60 stadi, non i monti della sippo e Fretello che appartengono all'epoca dei Crociati: noi ne parleremo al posto che
Giudea e neppure l'identica sala di Cleofa; nulla, insomma, tranne loro compete.

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Il'' sarebbe stato allora (nel secolo XII, cioè di Pietro Diacono, non il nudo nome. E Ì'Avversario ci presenta questo passo per provare
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tramontana, lungo la via della Galilea, e dopo di Gabaon. Debbe candolo nei monti della Giudea, nel luogo ov' è difeso da lui? Non
Il'II i, proprio riconoscersi da sè patrocinatore d'una causa spallata chi basta: egli fa precedere il testo da queste sue parole: Bernardo ci
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zione di quella Peregrinatio, in cui non trovasi pure scritta la pa-
rola Emaus? .'
Dopo Gaza egli scrive, ecc. Qui io domando a voi,. o lettori, dove
in quel testo sia nominata Gaza? Bernardo colla sua comitiva viene
fili Teodosio l'Arcidiacono pellegrinò verso il 530, e scrisse il suo d'Egitto, ed arriva ad EI-arisc (Alarixa), specie d'oasi fra l'Egitto e
.f:I' pellegrinaggio, che Tito Tobler ed Augusto Molinier pubblicarono la Palestina, a 40 e più miglia prima di Gaza. Da El-arisc vassene a
negli llinera Hierosolymitana et descriptiones Terrae Sanctae, Belli Ramle (Ramula), presso la quale, in Lidda, si venera S. Giorgio. Da
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I Sacri anleriora. Siccome di questo peJlegrinaggio esistono molti Ramle va ad Emaus; da Emaus a Gerusalemme. Dov'è, ripeto, dov'è
esemplari noti egualmente corretti, così il Tobler avvisa nella pre- qui nominata Gaza? Ma in grazia, o lettori, mentire con tra le mani un
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fazione, pago XXI, che le parole racchiuse tra parentesi sono di testo ehe ti smentisce, non è l'eccesso della mentogna? Osservate
posteriori aggiunte: tali nel passo che l'Avversario riporta in fa- ancora le alcune linee, da cui egli fa seguire quel testo: Se poi si
yore del suo Cubebe, sarebbero le seguenti (A Ierusalem ad Em- riuniscono queste raro le di Bernar'do con quelle ove racconta la gioia
maum LXV stadia) parole che si trovano nel solo codice del Museo dei Crociali al primo scoprir Gerusalemme dal monte di S. Sarnuele,
'Brittanico del sec. XIII o XIV, per cui Tobler le inchiuse fra paren- dove erano giunti da Emmaus poco distante di là, come dicono ali
tesi, e che l'Avversario, pe' suoi onesti fini, lasciò ·Iibere da quei altri storici, ecc. Gli altri storici! Dunque il monaco Bernardo è uno
segni di modernità. Noi invece le lascieremo nella penna anche storico egli pure? - Sì, signori, e che storico prodigioso ed unico,
perchè ripugnanti evidentemente al contesto. Or ecco il passo che nell'anno 870 raccontava già (lo atiesta il mio sapientissimo
sgombro. da quella insulsa posteriore aggiunta: A Ierusalem in Avversario) la gioia dei Crociati, quando dugenvent'anni appresso
Beth-semes, ubi fuit arca Teslamenti,millia ' novem. De Beth-semes avrebber salutato, da-t monte diS. Samuele, Gerusalemme perla
usque Emmattm, quae n'Unc Nicopolis dicitur, millia novem, ubi prima volta!... Che ne dite, o lettori, di questo fiore di galantuomini (1)?
S. Cleophas cognovit Dominum in , fructione panis, ubi et martyrium Dal capitolo III, del quale abbiamo esaminato i . pellegrinaggi
pertulit. De Emmao usque Diospolim millia duodecim, ubi S. Georgius
martyrizatus est. Ho detto che le parole A Iernsalem ad Em- (,I) Ed egli è così procace nel suo mentire che a pago 318, facendo la rassegna di
mattm LX V sladia ripugnano al contesto; e veramente se tra Ge- questo suo capitolo, nomina i dne Taziani del II e JII secolo J la Peregrinatio di
rusalemme e Beth-semes Teodosio pone 9 miglia, ed altrettante tra S. Silvia del IV; Ammonio Alessandro del v; r Arcidiacono Teodosio del VI; e
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EMAus; l1ttti questi parlano dei sessanta stadi.
NOME li)EL « MONS GAU91l )) PR05SIMO Ali)
tale; facendola inoltre lontana 12 miglia da Lidda-Diospoli, non in- - In queste poche linee, oltre l'ultima menzogna triplice di Bernardo (e dico triplice,
dica certamente Emaus in Cubepe, ma piuttosto in Emuàs. E qui perchè è falso che costui nomini Mons Gaudii, è falso che faccia quel inonte prossimo
distinte grazie al mio cortese Avversario, che, credendosi di appoggiar ad Emaus, è falso che parli di 60 stadi), oltre la menzogna del primo Taziano cbe pone
Cubebe, ba fa.voritoEmuàs. Emaus a 60 miglia; oltre ['altra di Santa Silvia, nella cui Peregrinatio non trovasi
nominato Emaus; ed oltre quella di Teodosio che lo pone a 48 miglia dalla capitale,
Veniamo al terzo ed ultimo pellegrinaggio, che è quello di Ber- havvi un'altra menzogna insigne, ma difficile ad essere avvertita dal lettore; e sta in
nardo monaco nel IX secolo, dal quale l'Avversario riporLa le se- quell'Ammonio Alessandro (sic) dci sec. v, del quale l'Avversario non riportò nulla, ma
guenti linee: Deinde venerunt A larixa; de Alarixa in Ramula, iuxla semplicemente disse, parlando dell'IIarmonia del secondo Taziano, e di questa inserendo
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De Ramula ad Emaus, castellum, et de ' Emaus ad sanclam dvi- (pag. 1H). Ora l'unico autore di quell' Armonia o concordanza evangelica si parte in due,
in Taziano del III secolo ed in Ammonio Alessandro del sec. v. Ma, Dio mio! si po-
tatem Ierusalem. Dov'è qui il più lieve cenno che indichi Emaus trebbe mai essere più mentito re di costui? - In questo Capit. III sono pur citati Euge-
in Cubebe? Non vi son nomin~ti i 60 stadi, non i monti della sippo e Fretello che appartengono all'epoca dei Crociati: noi ne parleremo al posto che
Giudea e neppure l'identica sala di Cleofa; nulla, insomma, tranne loro compete.

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- 154- - 155-
J1'llt! veri e falsi, e mostrato che nissuno allesta in favor di Cubebe, noi basilica della Natìvità, partono da Emaus, nella nolte diqllell'ullima
\[1 non ei separiamo ancora, perchè qualche aMra prova ci resta da lappa, Tancredi e Baldovino del Borgo con 100 cavalli, e giungono
colà · in tempo da scongiurare quel disastro; indi ritornano veloci
raccogliere dell'esimia veracità dell'autore. Nell'ésordio di quel capi-
.- l!l! I tolo egli si vanta d'aver anteriormente prodotto in suo favore Giro- a Gerusalemme, che in andando avevano salutato; ed ecco che
1i !~1~. 1 1
q~
lamo, Agostino, Eusebio, Tito Bostrense, Beda, Teodoreto, Sozo- l'esercito, avendo tenuto loro dietro, già si avvicinava alla città:
meno, Teofane, il Bibliotecario, Bernardo monaco, Cedreno, Niceforo Ecce subst!quens exercitus nosler àvilali tune appropinquavit, Fin qui
IU.II I.
'1111 1 Callisto e Gfoseffo Flavio; 'indi conchiude: Ci sembra d'aver già una Fulcherio, coevo. Guglielmo Tirio aggiunge che Gastone di Beziers,
I
1I II 1 lunga serie di PELLEGRJNl ANTERIORI AI CROCIATI da imporre assai e il quale, precedendo l'esercito, era corso con 30 cavalieri verso
.'[ili'P II pel numero e per le qualità che posseggono. Or lutti questi li ab-. Gerusalemme per vedere di farvi preda di animali da macello, e
ll biamo uditi, e lutti sempre concordi col Vangelo, indicar ci Emmaus fatta avev:\la veramente, ma ritoltagli poi da forte drappello di ne-
a 60 stadii da Gerusalemme, (qui riderebbero, se capissero, anche mici, avendo incontrato Tancredi che tornava da Betlemm~; fu aiu-
le galline) nella. direz1'one e luogo dove noi lo veneriamo. Così a tato da lui a ricuperare quella preda, e con essa tornaro~o amen-
pago 4·9. Sono i ~: quest'elenco più falsità che nomi. Pellegrino an- due lietamente all' esercito: ad exercitum CHm mulla laetitia snnt
teriore a que' Crociati che andarono a Gerusalemme in sul chiudersi reversi. I Crociati allora, intesa dai due la vicinanza della città, affret-
del sec. XI, sarebbe dunque Niceforo Callisto che non pellegrinò tarono la marcia, e dopo breve cammino, progressi pusillurn, la
mai, e scriveva nel sec, XIV?". Concorda forse coi 60 stadii del contemplarono anch' essi da vicino r,on ineffabilgiubilo: e vicino
Vangelo il Flavio, che, facendo eco ai Maccabei, pone Emaus in pia- w'bem sanclam contemplantes cum gemitu et susp1'riis prae gaudio
nura? ... Sarebbe mai l'Avversario in grado di provare che pellegri- fusis spirituali; di che pedestri ed a piè nudi vi arrivarono subita-
nassero il falso Boslrense, Santo Agostino, Beda, Teodoreto, Sozo- mente, pediles et nudis, ex plurima parte,~J(stigiis, coepto insislenles
meno, Teofane, Anastasio e Cedreno ? .. Noi avemmo testè per le itineri) subito . ante urbem conslitentnl (1)-; e lì s'accamparono con
mani Bernardo monaco, ed abbiam visto se nulla scriva d'Emaus, quell' ordine che veniva a ciascuno prescritto dai capitani: castra
oltre il nome; ed anche di costui osa l'Avversario asserire che indica circumponenles eo ordine, quo a maioTibus pn'nc1'pibus des1'gnabalur
a 60 stadi Emaus, e nella direzione di Cubebe? ... Designa forse la nVILH. TYfi. VII, 25). Ora un'osservazione.
posizione di Cubebe Eusebio, che tace finanche d'Emaus la distanza Se l'esercito crociato, all'annunzio di Gerusalemme vicina, poco
da Gerusalemme?,. Sui giudaici monti, dov' è Cubebe, ci conduce più dovette camminare per contemplarla dappresso, e se, vista la,
. forse S. Girolamo, che in due luoghi lo mostra -alle falde? Alludono vi arrivò subito, segno è che non la vide da Cubebe} nè da Nabi
forse a Cubebe Sozomeno) Teofane e Cedreno, che parlano della Samuìl, come si sforza di far credere l'Avversario, ma in distanza
prodigiosa fonte d'Emaus, cercata finora invano a Cubebe? ... Indica non più d'un miglio, donde si vede anc'oggi in venendo da Giaffa.
finalmente Emaus a 60 stadii da Gerusalemme e nella direzione di Così ancora, se poco più oltre di lì Tancredi e Gastone incontrarono
Cubebe lo storico Teodoreto che mai non ne parlò, nè mai l'A vver- l'esercito, cui diedero la fausta novella, segno è pure che l'esercito
sario citò ?... Oh fecondità portentosa di menzogne! era già presso alla sua meta, e quei due, per raggiungerlo, non
Nel IV capitolo I Crociati e i loro storici, l'Avversario per 16 e più dovettero far ritorno ad Emaus, dove l'esercito aveva posto il suo
pagine ristampa quanto su quest'argomento aveva già pubblicato ultimo accampamento. A malgrado di ciò l'Avversario, per ricondurre
nella Risposta ad 'Un anonimo, e mantiene la stessa infedeltà in una colà quei Jtie e di là farli ritornare a Gerusalemme, onde far loro
tronca citazione d'Alberto d' t\ iz e nel sopprimere Baldrico di Dola, ripetere tre volte in un giorno lo stesso viaggio di 20 miglia, traduce
perchè questo e quello mostran Emaus appiè de'monti. Avendo già
notato questa sua malafede nell'antecedente mio lavoro, m'arresto ( I) Se dai pressi di Cubebe o da S. Samuele, come vuoi far credere l'Avvel'sario,
qui solo SUl' una falsa traduzione, alla quale appoggia un suo lungo aye-ssero i Crociati scoperto Gerusalemme, è egli mai probabile o verosimile che di colà,
per sette miglia e mezzo, vi fosser andati pedestri, anzi nella maggior parte a piè nudi ?
rJgionamento, e sulle solite menzogne, che neppur qui fanno difetto. ~ulla invece di più naturillc che l vistil la prima volta in distilnza d'un sol miglio la
Racconta Fnlcherio di Chartres che, dietro un'imbasciata di Belle- Santa CittH, meta di viaggio sì lungo, ed oggetto di sì ardente desìo, abbian trascorso
mitani supplicanti per un prontù soccorso a difesa della minacciata quel breve tratto di via piana, pedestri . e nudipedi.

ti
- 154- - 155-
J1'llt! veri e falsi, e mostrato che nissuno allesta in favor di Cubebe, noi basilica della Natìvità, partono da Emaus, nella nolte diqllell'ullima
\[1 non ei separiamo ancora, perchè qualche aMra prova ci resta da lappa, Tancredi e Baldovino del Borgo con 100 cavalli, e giungono
colà · in tempo da scongiurare quel disastro; indi ritornano veloci
raccogliere dell'esimia veracità dell'autore. Nell'ésordio di quel capi-
.- l!l! I tolo egli si vanta d'aver anteriormente prodotto in suo favore Giro- a Gerusalemme, che in andando avevano salutato; ed ecco che
1i !~1~. 1 1
q~
lamo, Agostino, Eusebio, Tito Bostrense, Beda, Teodoreto, Sozo- l'esercito, avendo tenuto loro dietro, già si avvicinava alla città:
meno, Teofane, il Bibliotecario, Bernardo monaco, Cedreno, Niceforo Ecce subst!quens exercitus nosler àvilali tune appropinquavit, Fin qui
IU.II I.
'1111 1 Callisto e Gfoseffo Flavio; 'indi conchiude: Ci sembra d'aver già una Fulcherio, coevo. Guglielmo Tirio aggiunge che Gastone di Beziers,
I
1I II 1 lunga serie di PELLEGRJNl ANTERIORI AI CROCIATI da imporre assai e il quale, precedendo l'esercito, era corso con 30 cavalieri verso
.'[ili'P II pel numero e per le qualità che posseggono. Or lutti questi li ab-. Gerusalemme per vedere di farvi preda di animali da macello, e
ll biamo uditi, e lutti sempre concordi col Vangelo, indicar ci Emmaus fatta avev:\la veramente, ma ritoltagli poi da forte drappello di ne-
a 60 stadii da Gerusalemme, (qui riderebbero, se capissero, anche mici, avendo incontrato Tancredi che tornava da Betlemm~; fu aiu-
le galline) nella. direz1'one e luogo dove noi lo veneriamo. Così a tato da lui a ricuperare quella preda, e con essa tornaro~o amen-
pago 4·9. Sono i ~: quest'elenco più falsità che nomi. Pellegrino an- due lietamente all' esercito: ad exercitum CHm mulla laetitia snnt
teriore a que' Crociati che andarono a Gerusalemme in sul chiudersi reversi. I Crociati allora, intesa dai due la vicinanza della città, affret-
del sec. XI, sarebbe dunque Niceforo Callisto che non pellegrinò tarono la marcia, e dopo breve cammino, progressi pusillurn, la
mai, e scriveva nel sec, XIV?". Concorda forse coi 60 stadii del contemplarono anch' essi da vicino r,on ineffabilgiubilo: e vicino
Vangelo il Flavio, che, facendo eco ai Maccabei, pone Emaus in pia- w'bem sanclam contemplantes cum gemitu et susp1'riis prae gaudio
nura? ... Sarebbe mai l'Avversario in grado di provare che pellegri- fusis spirituali; di che pedestri ed a piè nudi vi arrivarono subita-
nassero il falso Boslrense, Santo Agostino, Beda, Teodoreto, Sozo- mente, pediles et nudis, ex plurima parte,~J(stigiis, coepto insislenles
meno, Teofane, Anastasio e Cedreno ? .. Noi avemmo testè per le itineri) subito . ante urbem conslitentnl (1)-; e lì s'accamparono con
mani Bernardo monaco, ed abbiam visto se nulla scriva d'Emaus, quell' ordine che veniva a ciascuno prescritto dai capitani: castra
oltre il nome; ed anche di costui osa l'Avversario asserire che indica circumponenles eo ordine, quo a maioTibus pn'nc1'pibus des1'gnabalur
a 60 stadi Emaus, e nella direzione di Cubebe? ... Designa forse la nVILH. TYfi. VII, 25). Ora un'osservazione.
posizione di Cubebe Eusebio, che tace finanche d'Emaus la distanza Se l'esercito crociato, all'annunzio di Gerusalemme vicina, poco
da Gerusalemme?,. Sui giudaici monti, dov' è Cubebe, ci conduce più dovette camminare per contemplarla dappresso, e se, vista la,
. forse S. Girolamo, che in due luoghi lo mostra -alle falde? Alludono vi arrivò subito, segno è che non la vide da Cubebe} nè da Nabi
forse a Cubebe Sozomeno) Teofane e Cedreno, che parlano della Samuìl, come si sforza di far credere l'Avversario, ma in distanza
prodigiosa fonte d'Emaus, cercata finora invano a Cubebe? ... Indica non più d'un miglio, donde si vede anc'oggi in venendo da Giaffa.
finalmente Emaus a 60 stadii da Gerusalemme e nella direzione di Così ancora, se poco più oltre di lì Tancredi e Gastone incontrarono
Cubebe lo storico Teodoreto che mai non ne parlò, nè mai l'A vver- l'esercito, cui diedero la fausta novella, segno è pure che l'esercito
sario citò ?... Oh fecondità portentosa di menzogne! era già presso alla sua meta, e quei due, per raggiungerlo, non
Nel IV capitolo I Crociati e i loro storici, l'Avversario per 16 e più dovettero far ritorno ad Emaus, dove l'esercito aveva posto il suo
pagine ristampa quanto su quest'argomento aveva già pubblicato ultimo accampamento. A malgrado di ciò l'Avversario, per ricondurre
nella Risposta ad 'Un anonimo, e mantiene la stessa infedeltà in una colà quei Jtie e di là farli ritornare a Gerusalemme, onde far loro
tronca citazione d'Alberto d' t\ iz e nel sopprimere Baldrico di Dola, ripetere tre volte in un giorno lo stesso viaggio di 20 miglia, traduce
perchè questo e quello mostran Emaus appiè de'monti. Avendo già
notato questa sua malafede nell'antecedente mio lavoro, m'arresto ( I) Se dai pressi di Cubebe o da S. Samuele, come vuoi far credere l'Avvel'sario,
qui solo SUl' una falsa traduzione, alla quale appoggia un suo lungo aye-ssero i Crociati scoperto Gerusalemme, è egli mai probabile o verosimile che di colà,
per sette miglia e mezzo, vi fosser andati pedestri, anzi nella maggior parte a piè nudi ?
rJgionamento, e sulle solite menzogne, che neppur qui fanno difetto. ~ulla invece di più naturillc che l vistil la prima volta in distilnza d'un sol miglio la
Racconta Fnlcherio di Chartres che, dietro un'imbasciata di Belle- Santa CittH, meta di viaggio sì lungo, ed oggetto di sì ardente desìo, abbian trascorso
mitani supplicanti per un prontù soccorso a difesa della minacciata quel breve tratto di via piana, pedestri . e nudipedi.

ti
- 156- ,;..- l-57 -
falsamente le parole del Tirio ad exercilum reversi sunl per « ritor- A pago 91 scrive: Come la discorrano gli storici del XII secolo già
narono al campo! }) Lo storico dice che tornarono all'esercito, cioè l'abbiamo ndito, riportandoli nella loro lingua, e li ascolteremo an-
lo raggiunsero già vicino, e l'esatto traduttore gli fi;l dire che tor- corre Per esserne anche più persuasi lasceremo parlare lo storico
narono all' accampamento, donde 1'esercito non si sarebbe ancor Micawl (sic), il quale la discorre così: « Il 10 di giugno i Crociati
mosso. Anima innocente I Chi potrebbe non ammirare tanto can- cc s,: avanzarono SULLE ALTURE D'EMMAUS. Tutlo ad un tratto la città
dore? .. Nè qui s'arresta; ma d{)po aver detto che Tancredi tornò « santa si presenta ai loro sguardi. I primi che la scorgono gridano
da Betlemme a Gerusalemme con miglia 6, come altre 6 impiegato « uni tamente: Gerusalemme, Gerusalemme! Coloro che camminavano
avevavi in andando, gli affibbia altre due miglia pei ritorre che fece c( nelle ultime file accorsero per mirare quella città, oggetto di tutti
con Gastone, presso le mura di Gerusalemme, la perduta preda; « i loro voli. » A fronte di questo passo dell' Avversario noi tra-
come se da Gerusalemme a Betlemme si misurassero miglia 6, e scri veremo le parole di Michaud, che colui falsifica: Qttand le soleil
da Betlemme a Gerusalemme se. ne dovessero misurar otto. Nè se leva sur l' horizon, toule l'armée s'avança les enseignes déployées,
ancor gli basta. Narrano gli storici, aggiunge, che Tancredi andò et lout à coup la Gité révérée s'offrit aux regards des soldats de .la
ancora solo sul monte Olivèto (non dice in qualora), vi sostenne un Croix rangés en bataille. Les premiers qui l' aperçoivent, s' écrien t
combattimento con cinq:ue musulmani, e tornò al suo posto. E qui d'ttne seule V01'X: Jérusalem, Jér-usalem! Le nom de Jérusalem vole
altre tre miglia; e poi conchiude che, supponendo Emaus in Emuàs, de bouche en bonche, de rang en rango Così Michaud nelle prime
Tancredi e gli altri cento avrebbero fatto in quel giorno 77 miglia pagine del IV libro della sua storia, IV ediz. di Parigi. Dove sono
a cavallo (pag. 90). Così subito dopo d'aver detto che Tancredi era qui le alture d'Emaus, che l'Avversario presentò in carattere maiu-
andato solo all'Oliveto, appioppa anche quelle tre ultime miglia agli scolo per far credere Emaus in Cubebe? Dov'è la data dei 10 giugno,
altri cento, che non vi salirono. Lusingandosi finalmente d'avere, prctta invenzione di chi fa sua gloria il mentire, contradctla dagU
col falso suo calcolo, persuaso i suoi interressati lettori che Emaus stessi storici , che egli medesimo ha citati (1)? Ma . v' ha di più ;il
non poteva esser lungi da Gerusalemme 20 miglia come Emuàs, Michaud fa scoprire Gerusalemme dai soldati della Croce, ordinati
sfida i suoi dotti a1Jversarii a smentirlo; ma noi, paghi d'esser in battaglia, cioè dappresso la città che si dispongono ad assalire;
onesti e tanto solo dotti da sapere che exercitus si traduce per e l'Avversario la fa loro scoprire dalle alture di Emaus; sempre
esercito e non per campo, rispondiamo al dottissimo sfidatore che consentaneo a sè medesimo, falsificatore e mentitore.
il suo calcolo è già smentito da sè. Il capitolo V intitola 1'Avversario così: I Francescani fedeli custodi
Da una falsa traduzione passiam ora a due menzogne, una più dei santuari di Palestina dai Crociati fino al presente, ed in esso ri~
grossa dell'altra. A pago 74 l'Avversario interroga: Dove sono in Am- porta, con lode e mirallegri all'autore, più pagine del mio Pellegri-
muàs le cisterne, dove la distanza di 60 sladii da Gerusalemme, dove rUiggio, cui -giunge finanche a chiamare dotto. Questo egli fa come
l'indicazione di Sozomeno, che ha parlato come S. Lttca ~ - Sozo- per rincorsa, onde assalirmi, poco stante, con più violenza; ma io
meno ha parlato come S. Luca? O costui non conosce Sozomeno, e non rattenuto nè dalle sue iovenie, nè da' suoi grugniti, proseguo a
allora percl1è lo cita? O lo conosce, e allora mentisce sformatamente. mettere in mostra i meriti suoi. A pago 101 scrive: Era l'anno 1·219,
Infatti che disse S. Luca di Emaus? Ne indicò a misura di stadi la 1nen tre v' eran tu ttora le armale di S. Luigi di Francia, allorchè i l
distanza da Gerusalemme, e nulla più. Che ne disse Sozomeno? Non gran campione di Cristo, il poverello d'Assisi, vi recava la prima
nominò nè stadii, nè Gerusalemme, ma segnò di Emaus l'ullimo squadra della sua sacra milizia. Dunque ne11219 quando il Santo Re,
nome, e ne diè la spiegazione. Parlò d'una fonte prodigiosa dal- nato nel 1215, contava appena quattro anni di vita, era già stato in
l'esservisi lavato i piedi Gesù, e questa indicò ante urbem in lrim'o,
come vedesi tuttavia nel trivio dissotterrato in Emuàs: tutte cose (1) Fulcherio di Chartl'es, l'anonimo dei Gesta Francontm, Guglielmo Tirio e Pietro
dì cui S. Luca non re' alcun cenno. E si osa dire che Sozomeno Tudebodo ci danno la data di VJI id~lS iunii (sette di giugno): l'anonimo ìnvece dei
Gesta Dei per FranGos, Baldrico, Ghiberto, Oderieo Vitale e Matteo Paris anticipano
parlò come S. Luca? Ed ora, di ripicco, domanderemo noi all'Av- d'un giorno, VIIl idus iunii. 11 laico rrà Lievino nel SIlO Guide-indicatew' mostra d'aver
versario dove, nel suo Cubebe, si trovi l'indicazione di Sozomeno, capito megliò questo latino, scrivendo (tom.2, pago -129): Les Croises, s'etant empares
una fontana ante ul'bem in irivio? Aspettiamo la risposta. de Lydda et de Rarnleh, vini'ent camper à EmaUs le 6 juinl 099.
- 156- ,;..- l-57 -
falsamente le parole del Tirio ad exercilum reversi sunl per « ritor- A pago 91 scrive: Come la discorrano gli storici del XII secolo già
narono al campo! }) Lo storico dice che tornarono all'esercito, cioè l'abbiamo ndito, riportandoli nella loro lingua, e li ascolteremo an-
lo raggiunsero già vicino, e l'esatto traduttore gli fi;l dire che tor- corre Per esserne anche più persuasi lasceremo parlare lo storico
narono all' accampamento, donde 1'esercito non si sarebbe ancor Micawl (sic), il quale la discorre così: « Il 10 di giugno i Crociati
mosso. Anima innocente I Chi potrebbe non ammirare tanto can- cc s,: avanzarono SULLE ALTURE D'EMMAUS. Tutlo ad un tratto la città
dore? .. Nè qui s'arresta; ma d{)po aver detto che Tancredi tornò « santa si presenta ai loro sguardi. I primi che la scorgono gridano
da Betlemme a Gerusalemme con miglia 6, come altre 6 impiegato « uni tamente: Gerusalemme, Gerusalemme! Coloro che camminavano
avevavi in andando, gli affibbia altre due miglia pei ritorre che fece c( nelle ultime file accorsero per mirare quella città, oggetto di tutti
con Gastone, presso le mura di Gerusalemme, la perduta preda; « i loro voli. » A fronte di questo passo dell' Avversario noi tra-
come se da Gerusalemme a Betlemme si misurassero miglia 6, e scri veremo le parole di Michaud, che colui falsifica: Qttand le soleil
da Betlemme a Gerusalemme se. ne dovessero misurar otto. Nè se leva sur l' horizon, toule l'armée s'avança les enseignes déployées,
ancor gli basta. Narrano gli storici, aggiunge, che Tancredi andò et lout à coup la Gité révérée s'offrit aux regards des soldats de .la
ancora solo sul monte Olivèto (non dice in qualora), vi sostenne un Croix rangés en bataille. Les premiers qui l' aperçoivent, s' écrien t
combattimento con cinq:ue musulmani, e tornò al suo posto. E qui d'ttne seule V01'X: Jérusalem, Jér-usalem! Le nom de Jérusalem vole
altre tre miglia; e poi conchiude che, supponendo Emaus in Emuàs, de bouche en bonche, de rang en rango Così Michaud nelle prime
Tancredi e gli altri cento avrebbero fatto in quel giorno 77 miglia pagine del IV libro della sua storia, IV ediz. di Parigi. Dove sono
a cavallo (pag. 90). Così subito dopo d'aver detto che Tancredi era qui le alture d'Emaus, che l'Avversario presentò in carattere maiu-
andato solo all'Oliveto, appioppa anche quelle tre ultime miglia agli scolo per far credere Emaus in Cubebe? Dov'è la data dei 10 giugno,
altri cento, che non vi salirono. Lusingandosi finalmente d'avere, prctta invenzione di chi fa sua gloria il mentire, contradctla dagU
col falso suo calcolo, persuaso i suoi interressati lettori che Emaus stessi storici , che egli medesimo ha citati (1)? Ma . v' ha di più ;il
non poteva esser lungi da Gerusalemme 20 miglia come Emuàs, Michaud fa scoprire Gerusalemme dai soldati della Croce, ordinati
sfida i suoi dotti a1Jversarii a smentirlo; ma noi, paghi d'esser in battaglia, cioè dappresso la città che si dispongono ad assalire;
onesti e tanto solo dotti da sapere che exercitus si traduce per e l'Avversario la fa loro scoprire dalle alture di Emaus; sempre
esercito e non per campo, rispondiamo al dottissimo sfidatore che consentaneo a sè medesimo, falsificatore e mentitore.
il suo calcolo è già smentito da sè. Il capitolo V intitola 1'Avversario così: I Francescani fedeli custodi
Da una falsa traduzione passiam ora a due menzogne, una più dei santuari di Palestina dai Crociati fino al presente, ed in esso ri~
grossa dell'altra. A pago 74 l'Avversario interroga: Dove sono in Am- porta, con lode e mirallegri all'autore, più pagine del mio Pellegri-
muàs le cisterne, dove la distanza di 60 sladii da Gerusalemme, dove rUiggio, cui -giunge finanche a chiamare dotto. Questo egli fa come
l'indicazione di Sozomeno, che ha parlato come S. Lttca ~ - Sozo- per rincorsa, onde assalirmi, poco stante, con più violenza; ma io
meno ha parlato come S. Luca? O costui non conosce Sozomeno, e non rattenuto nè dalle sue iovenie, nè da' suoi grugniti, proseguo a
allora percl1è lo cita? O lo conosce, e allora mentisce sformatamente. mettere in mostra i meriti suoi. A pago 101 scrive: Era l'anno 1·219,
Infatti che disse S. Luca di Emaus? Ne indicò a misura di stadi la 1nen tre v' eran tu ttora le armale di S. Luigi di Francia, allorchè i l
distanza da Gerusalemme, e nulla più. Che ne disse Sozomeno? Non gran campione di Cristo, il poverello d'Assisi, vi recava la prima
nominò nè stadii, nè Gerusalemme, ma segnò di Emaus l'ullimo squadra della sua sacra milizia. Dunque ne11219 quando il Santo Re,
nome, e ne diè la spiegazione. Parlò d'una fonte prodigiosa dal- nato nel 1215, contava appena quattro anni di vita, era già stato in
l'esservisi lavato i piedi Gesù, e questa indicò ante urbem in lrim'o,
come vedesi tuttavia nel trivio dissotterrato in Emuàs: tutte cose (1) Fulcherio di Chartl'es, l'anonimo dei Gesta Francontm, Guglielmo Tirio e Pietro
dì cui S. Luca non re' alcun cenno. E si osa dire che Sozomeno Tudebodo ci danno la data di VJI id~lS iunii (sette di giugno): l'anonimo ìnvece dei
Gesta Dei per FranGos, Baldrico, Ghiberto, Oderieo Vitale e Matteo Paris anticipano
parlò come S. Luca? Ed ora, di ripicco, domanderemo noi all'Av- d'un giorno, VIIl idus iunii. 11 laico rrà Lievino nel SIlO Guide-indicatew' mostra d'aver
versario dove, nel suo Cubebe, si trovi l'indicazione di Sozomeno, capito megliò questo latino, scrivendo (tom.2, pago -129): Les Croises, s'etant empares
una fontana ante ul'bem in irivio? Aspettiamo la risposta. de Lydda et de Rarnleh, vini'ent camper à EmaUs le 6 juinl 099.
- t58- - 159-
Palestina a combattere i musulmani, e le sue armate erano tuttora role.Tengasi " quindi per sè l'Avversario nn venzione del poeta
colà. li sapiente Avversario tiene dalla sua educazione il diritto di di- )laripeti, posteriore di quattro secoli al grande Assisiate, che im-
leggiarmi; ma qui deve rassegnarsi ad imparare da me che S. Luigi maginò quel viaggio; sì tengasela per sè, egli amator di fole pel
fu in Damiata trent'anni dopo di S. Francesco, ed in Palestina paradosso di Cubebe: noi cerchiamo nella storia la verità, e col
trenl'uno dopo di lui. Ma egli prosegue imperterrito a dire che primo poeta d'Italia, Dante Alighieri, Janto più antico del Maripeti,
S. Francesco si recava anch' esso alla visita, o dirò meglio} alla con- conchiuderemo:
quista dci Luoghi Santi (Davvero? e gl'infedeli e i scismatici non E poi che, per la sete del marliro,
;'IIella presenza del sol da n superba
vi s'opposero?), c fin da quel tempo v'impiantava il SIW nascente c
Predicò Cristo e gli altri che 'I se{!;uiro;
crescente istituto alla loro perpetua venerazione. Dunque sin da11~19
E per trovare a conversione acerba
furono case francescane in Gerusalemme, in Betlemme, in Nazaret Troppo la gente, e per nOli stare indarno,
e dovunque eranvi Luoghi Santi, "che tutti conquistò Il grande Pa- Reddissi al frutto dell'italic' erba. (Paradiso, Cant. Xl.)
triarca, ed alla cui perpetua venerazione impiantò il suo nascente isti-
tulo. Ma oh perdita deplorabile di documenti! Ve n'ha per le case Nè qui mi si obbietti che abbracciai io medesimo quesl' opi-
francescane di Cipro, Acri, Tiro, Antiochia e dovunque durarono e nione nel mio Pellegrinaggio, perchè _ volesse il Cielo che fosse
finchè durarono i Cr-ociati; non uno se ne trova relativo a quelle questo il solo errore, che quarant'anni fa mi fu fallo bere in Ge-
impiantale da S" Francesco nei santuarii da lui conquistati! Perchè rusalemme alle più vantate fonti della storia di Terrasanta, le qua li,
.. non ne fecero almeno un lieve cenno Brocardo di M. Sion, Ricoldo quando fui chiamato a ritessere quella sloria medesima con un
da M. Croce e Francesco Pipino da Bologna, anzi neppure il Bal- po' più di critica che fatto non si fosse sino allora, riconobbi non fonti,
densel verso il 1220? .. Sebbene consoliamoci; a questa totale defi- ma pozzanghere limacciosè. Per non tediare- il leltore ne porrò in
cienza di documenti sopperisce ampIamente la testimonianza arci- mostra due sole, una esterna e recente, l'altra vecchia di oltre a due
autorevolissima dell'arcieruditissimo Avversario il quale ne assicura secoli, ed interna. Si levava allora a cielo l'opuscolo di Eugenio Borè
nel modo più solenne ....: Della questione dei Luoghi Santi, che pretendeva d'essere il ricono-
Ma bando agli scherzi; e costui si rassegni ancor una volta ad scimento dei diplomi arabici e turcheschi, posseduti dai nostri reli-
impar-are da uno spregiato storiografo di Terrasanta, qual è il po- g"iosi, e comprovanti i loro diritti contro le scismatiche pretese. Come
veTO Bassi, che tanto lungi fu S. Francesco dall'aver posto fin d'al- poteva 10 dubitare allora della veracità di quell'opuscolo, che vidi
lora i suoi figli a custodia di que'santuari, che egli non salì neppure finanche riprodotto in una versione italiana, ed accettato dall'eru-
a venerarli. Del suo viaggio in Orien te parlano lacopo da Vitry, la di lissimo Storico delle Missioni Francescane? Ma quando molti anni
Cronaca di S. Bertino, il francese Continuatore di Guglielmo l'irio, dopo posi l'animo a scrivere della nostra Terrasanla una storia e
Marin Sanudo, Uernardo da Celano, i Tre Compagni nelle vite loro non un romanzo, nè un panegirico, ed esaminai diligentemente
del Santo, e con piu autorità di tutti S. Bonaventura nella Leggenda; quell'opuscolo, assai presto mi persuasi che o il Borè era un illuso,
ma nissun di costoro dice che Francesco abbia posto alcun frate o i diplomi nostri erano stati scambiati con alll'i apocrifi da dra-
alla venerazione perpetua de'Santi Luoghi, e nemmeno che sia ito gomani infedeli e venduti ai nostri nemici potenti, quali furono
a venerarli. Il Dottore sera fico intitola il Capo lX, in cui narra quel sempre i Gr-eci scismatici.
viaggio di Francesco, De fervore charitatis et desiderio martyrii; e Scrive il Borè, a pago 5 dell'edizione italiana, che il sultano Mon-
dopo d'aver raccontato la fallita ·visita al Soldano d'Egitto, oggelto zaffer, con SIlO decreto conservato nell'archivio di S. Salvatore del-
principale del suo viaggio (1/;t soldani Babiloniae T'0sset adire prae- l'anno 414 dell'egira (1023) da lui letto e verificato, proibiva di mo-
sentiam), termina il capo con queste parole: Videns cliam se non le:;tare i religiosi franchi. Religiosi franchi in Pa lestina nd 10~3?!
posse profìcere in conversione genlis illius, nec suum asseqtti lJOsse Uu sultano in quell'anno? Allora non dominavano Sultani, ma Califfi;
proposilum (incontrare il martirio) ad parles fìdelium., divina rcve- ~ e sotto questo titolo regnava ,non un Monzaffer, ma Ali-Abu-el-Hassan
latione praemonitltS, remeavit. Lo stesso dice in suo vecchio fran- sotto il nome elogistico assunto di Daher-lAzasdin-Illah (illustre per
cioso il Continuatore del l'irio; Marin Sanudo ripete le stesse pa- la gloria di Dio). - In una nota deHa pago 6, Borè, parlando dei
- t58- - 159-
Palestina a combattere i musulmani, e le sue armate erano tuttora role.Tengasi " quindi per sè l'Avversario nn venzione del poeta
colà. li sapiente Avversario tiene dalla sua educazione il diritto di di- )laripeti, posteriore di quattro secoli al grande Assisiate, che im-
leggiarmi; ma qui deve rassegnarsi ad imparare da me che S. Luigi maginò quel viaggio; sì tengasela per sè, egli amator di fole pel
fu in Damiata trent'anni dopo di S. Francesco, ed in Palestina paradosso di Cubebe: noi cerchiamo nella storia la verità, e col
trenl'uno dopo di lui. Ma egli prosegue imperterrito a dire che primo poeta d'Italia, Dante Alighieri, Janto più antico del Maripeti,
S. Francesco si recava anch' esso alla visita, o dirò meglio} alla con- conchiuderemo:
quista dci Luoghi Santi (Davvero? e gl'infedeli e i scismatici non E poi che, per la sete del marliro,
;'IIella presenza del sol da n superba
vi s'opposero?), c fin da quel tempo v'impiantava il SIW nascente c
Predicò Cristo e gli altri che 'I se{!;uiro;
crescente istituto alla loro perpetua venerazione. Dunque sin da11~19
E per trovare a conversione acerba
furono case francescane in Gerusalemme, in Betlemme, in Nazaret Troppo la gente, e per nOli stare indarno,
e dovunque eranvi Luoghi Santi, "che tutti conquistò Il grande Pa- Reddissi al frutto dell'italic' erba. (Paradiso, Cant. Xl.)
triarca, ed alla cui perpetua venerazione impiantò il suo nascente isti-
tulo. Ma oh perdita deplorabile di documenti! Ve n'ha per le case Nè qui mi si obbietti che abbracciai io medesimo quesl' opi-
francescane di Cipro, Acri, Tiro, Antiochia e dovunque durarono e nione nel mio Pellegrinaggio, perchè _ volesse il Cielo che fosse
finchè durarono i Cr-ociati; non uno se ne trova relativo a quelle questo il solo errore, che quarant'anni fa mi fu fallo bere in Ge-
impiantale da S" Francesco nei santuarii da lui conquistati! Perchè rusalemme alle più vantate fonti della storia di Terrasanta, le qua li,
.. non ne fecero almeno un lieve cenno Brocardo di M. Sion, Ricoldo quando fui chiamato a ritessere quella sloria medesima con un
da M. Croce e Francesco Pipino da Bologna, anzi neppure il Bal- po' più di critica che fatto non si fosse sino allora, riconobbi non fonti,
densel verso il 1220? .. Sebbene consoliamoci; a questa totale defi- ma pozzanghere limacciosè. Per non tediare- il leltore ne porrò in
cienza di documenti sopperisce ampIamente la testimonianza arci- mostra due sole, una esterna e recente, l'altra vecchia di oltre a due
autorevolissima dell'arcieruditissimo Avversario il quale ne assicura secoli, ed interna. Si levava allora a cielo l'opuscolo di Eugenio Borè
nel modo più solenne ....: Della questione dei Luoghi Santi, che pretendeva d'essere il ricono-
Ma bando agli scherzi; e costui si rassegni ancor una volta ad scimento dei diplomi arabici e turcheschi, posseduti dai nostri reli-
impar-are da uno spregiato storiografo di Terrasanta, qual è il po- g"iosi, e comprovanti i loro diritti contro le scismatiche pretese. Come
veTO Bassi, che tanto lungi fu S. Francesco dall'aver posto fin d'al- poteva 10 dubitare allora della veracità di quell'opuscolo, che vidi
lora i suoi figli a custodia di que'santuari, che egli non salì neppure finanche riprodotto in una versione italiana, ed accettato dall'eru-
a venerarli. Del suo viaggio in Orien te parlano lacopo da Vitry, la di lissimo Storico delle Missioni Francescane? Ma quando molti anni
Cronaca di S. Bertino, il francese Continuatore di Guglielmo l'irio, dopo posi l'animo a scrivere della nostra Terrasanla una storia e
Marin Sanudo, Uernardo da Celano, i Tre Compagni nelle vite loro non un romanzo, nè un panegirico, ed esaminai diligentemente
del Santo, e con piu autorità di tutti S. Bonaventura nella Leggenda; quell'opuscolo, assai presto mi persuasi che o il Borè era un illuso,
ma nissun di costoro dice che Francesco abbia posto alcun frate o i diplomi nostri erano stati scambiati con alll'i apocrifi da dra-
alla venerazione perpetua de'Santi Luoghi, e nemmeno che sia ito gomani infedeli e venduti ai nostri nemici potenti, quali furono
a venerarli. Il Dottore sera fico intitola il Capo lX, in cui narra quel sempre i Gr-eci scismatici.
viaggio di Francesco, De fervore charitatis et desiderio martyrii; e Scrive il Borè, a pago 5 dell'edizione italiana, che il sultano Mon-
dopo d'aver raccontato la fallita ·visita al Soldano d'Egitto, oggelto zaffer, con SIlO decreto conservato nell'archivio di S. Salvatore del-
principale del suo viaggio (1/;t soldani Babiloniae T'0sset adire prae- l'anno 414 dell'egira (1023) da lui letto e verificato, proibiva di mo-
sentiam), termina il capo con queste parole: Videns cliam se non le:;tare i religiosi franchi. Religiosi franchi in Pa lestina nd 10~3?!
posse profìcere in conversione genlis illius, nec suum asseqtti lJOsse Uu sultano in quell'anno? Allora non dominavano Sultani, ma Califfi;
proposilum (incontrare il martirio) ad parles fìdelium., divina rcve- ~ e sotto questo titolo regnava ,non un Monzaffer, ma Ali-Abu-el-Hassan
latione praemonitltS, remeavit. Lo stesso dice in suo vecchio fran- sotto il nome elogistico assunto di Daher-lAzasdin-Illah (illustre per
cioso il Continuatore del l'irio; Marin Sanudo ripete le stesse pa- la gloria di Dio). - In una nota deHa pago 6, Borè, parlando dei
-t60 - - 161-
Francescani, scrive: Nell'anno 609 dell'eg,ira (1212) un mandamento est; ut enim docet S. Hieronymus contra Vigilantinm, sacrilegus
del sultano Akmet Chah (pronunc. Ssah) autorizza i religiosi a go- Augt~stus Arcadius (!) illius ossa longo post tempore ex ludaea trans-
de?'si i santuari da loro posseduti ab antico. Dunque i Francescani, tttlit in Thraciam (pag. 7~7). Si potrebbe spropositare più enor-
prima ancora che ve li collocasse il S. Istitutore, possedevano già memente? Nè qui solo il Quaresmi diè prova di non capire S~ Gi-
- i santuari ab antico! Ma non, basta: nell'anno citato regnava, non rolamo. Questi, nella versione dell' Onomastico, scriveva d'accordo
un Acmet-Chah, nome ignoto a tutte le arabe dinastie, sì bene Me- con Eusebio: Bethsur in tribu Iuda, sive Beniamin; et est ,-hodie
lech-el-Adel, padre di quel Melech-el-Camel, a cui dopo 7 anni pre- Bethsoron, vicus euntibus nobis ab Aelia Chebron, in vicesimo la.;.
sentavasi S. Francesco. - Prosegue ivi stesso il Borè: Omar con pide, iuxta q'iLem fons ebulliens, ab eodem in quo gignitur sorbelur
un altro mandamento del 610 (1213) permette il restauro della chiesa httmo, et Apostolorurn Acta referunt, Eumtchum Candacis reginae
di Betlemme. Ed in quell'anno regna ancora il detto Melech-el-Camel, in hoc esse a Philippo baptizatum. Chi non capisce qui, che quel
che dura sino al 635 dell'egira, corrispondente al nostro 1~37. - fonte colla città di Bethsar era a 20 miglia da Gerusalemme, lungo
Tiriam oltre. Nel 676 (1273), per mezzo d'un att.o non meno auten- la via d'Ebron? Or avvi nell'indicato sito la fontana Aen ed Dirueh,
tico, il sultano Akmet AcI~eref (pron. Asceref) dichiara che il Santo che come nota il Guide-indicaleur di Terrasanta, dopo aver segui-
Sepolcro e le adiacenti abitazioni, la metà del Calvario, il convento tato la strada per circa 100 metri, se perd dans le sol. Ivi tutti i
di li!. Sion e la grotta della Natività in Betlemme sono proprietà moderni palestinologi, compreso Fr. Livino, riconoscono la fontana
dei religiosi franchi. Intanto nell'indicato anno non esisteva ancora di S. Filippo, e nelle ruine del prossimo colle, l'antica Betbsur. Il
il convento di M. Sion, fabbricato solo 60 anni dopo dai napoletani Quaresmi invece confonde questa fontana colla moderna di Aen Hanìe,
re Roberto e Sancio; ed in quell'anno regnava il feroce Bibars-el- a mezz'ora ad ovest di Malcha (villaggio delle rose) in venendo da
Bondocdari, distruttore di Nazareth e di Antiochia, e carnefice del pre- Aen Carem a Betlemme, ed a forse neppur ~ miglia da Gerusa-
sidio eristiano di Safet contro i giurati patti della resa, meQtre il lemme. Ma prova che egli non capì S. Girolamo, si è che egli né
nome di un Acmet-Acheref non riscontrasi in alcuna lista di domina- riporta il trascritto passo in prova della sua falsa sentenza. - Pa-
tori della Palestina (Il. Dicasi lo stesso degli altri tre sultani, con _ rimente a pago ~95 trasporta il sito della lapidazione di Santo Ste-
cui chiude il Borè la nota della pago 6, ed il catalogo dei falsi fir- fano e la chiesa eretta vi dall'imperatrice Eudossia, sul pendìo del
mani arabi, prima della turchesca dominazione. - Tale è il valor~ Moria in val di Giosafat, a levante del Tempio contro le autorità
di quel suo opuscolo La questione dei Ltwghi Santi. da lui citate e non capite del prete Luciano, di Evagrio, Beda, Gu-
Passo alla più vantata fonte della nostra storia di Terrasanla, glielmo Tirio e Iacopo da Vitry, che segnano quel sito a tramontana
la famosa Elucidatio del P. Francesco Quaresmi, attenendomi solo della città.
al secondo . de'suoi volumi. Una grave censura contro costui dei Ancora un esempio di latino non capito dal Quaresmi. Al capo IJI
Bollandisti ai ~O d'agosto, con cui lo accusano di non aver capito della Pellegrinazione I del libro VII, impiega quindici colonne a c,ia-
S. Girolamo, mi portò a riconoscere in quel solo voI. II tanti spro- . - ramellare su Bethel-Luza. Ivi, a pago 791, cita il testo dell'Onoma-
positi, che a registrarli tutti dovrei impiegare più pagine. S. Giro- stico, con cui S. Girolamo traduttore fissa Bethel in duodecimo ab
lamo scrivendo contro Vigilanzio, che chiamava sacrilego il culto Aelia lapide, ad dexteram eunlibus Neapolim: sul qual testo appog-
delle Sacre Reliquie, domandava: « Sarà dunque sacrirego l'augusto
giati i moderni palestinologi, riconoscono BetheI nell'attuale Betin.
Arcadio, che testè, dopo tanto tempo, trasportò ·dalla Giudea in Trar,ia
Il Quaresmi invece che non capì quel testo, col suo interminabile
le ossa del beato Samuele?» Ed il Quaresmi che non capì queste
sproloquio, finì coll'immaginare due BetheI, duas urbes Bethel ap-
parole, parlando di Nflbi Samuìl, creduto culla e tomba dell'ultimo
pellatas, altera m in sorte tribus · Ephraim, alteram in sorte tribt~s
dei Giudici, seri ve: In praesentia lOGUS ille sacro pignore privalus
Beniamin (!); soggiunge quindi che Giacobbe ebbe la visione nella
Bethel d'Efraim, situata tra il Silo e Sichem: Verum et certum est,
(I) Pei sultani arabi fin qui nominati, vedi l'opera stupenda del Marcel, compilata Bethel esse inter Silo et Sichem (pag. 79~); e che Bethel distat a
su arabeschi documenti: Égypte ·depl.lis la conqué'te des Arabes j'usqu'à la domination Sichem dirnidia Leuca, seu unum milliare (!) quia Bethel est in latere
française} che Ca parte della collezione Vunivers di Firmin Didot.
montis Garizim, Sichem proximi (!!) orientali huius terra e (!li). -
H
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Francescani, scrive: Nell'anno 609 dell'eg,ira (1212) un mandamento est; ut enim docet S. Hieronymus contra Vigilantinm, sacrilegus
del sultano Akmet Chah (pronunc. Ssah) autorizza i religiosi a go- Augt~stus Arcadius (!) illius ossa longo post tempore ex ludaea trans-
de?'si i santuari da loro posseduti ab antico. Dunque i Francescani, tttlit in Thraciam (pag. 7~7). Si potrebbe spropositare più enor-
prima ancora che ve li collocasse il S. Istitutore, possedevano già memente? Nè qui solo il Quaresmi diè prova di non capire S~ Gi-
- i santuari ab antico! Ma non, basta: nell'anno citato regnava, non rolamo. Questi, nella versione dell' Onomastico, scriveva d'accordo
un Acmet-Chah, nome ignoto a tutte le arabe dinastie, sì bene Me- con Eusebio: Bethsur in tribu Iuda, sive Beniamin; et est ,-hodie
lech-el-Adel, padre di quel Melech-el-Camel, a cui dopo 7 anni pre- Bethsoron, vicus euntibus nobis ab Aelia Chebron, in vicesimo la.;.
sentavasi S. Francesco. - Prosegue ivi stesso il Borè: Omar con pide, iuxta q'iLem fons ebulliens, ab eodem in quo gignitur sorbelur
un altro mandamento del 610 (1213) permette il restauro della chiesa httmo, et Apostolorurn Acta referunt, Eumtchum Candacis reginae
di Betlemme. Ed in quell'anno regna ancora il detto Melech-el-Camel, in hoc esse a Philippo baptizatum. Chi non capisce qui, che quel
che dura sino al 635 dell'egira, corrispondente al nostro 1~37. - fonte colla città di Bethsar era a 20 miglia da Gerusalemme, lungo
Tiriam oltre. Nel 676 (1273), per mezzo d'un att.o non meno auten- la via d'Ebron? Or avvi nell'indicato sito la fontana Aen ed Dirueh,
tico, il sultano Akmet AcI~eref (pron. Asceref) dichiara che il Santo che come nota il Guide-indicaleur di Terrasanta, dopo aver segui-
Sepolcro e le adiacenti abitazioni, la metà del Calvario, il convento tato la strada per circa 100 metri, se perd dans le sol. Ivi tutti i
di li!. Sion e la grotta della Natività in Betlemme sono proprietà moderni palestinologi, compreso Fr. Livino, riconoscono la fontana
dei religiosi franchi. Intanto nell'indicato anno non esisteva ancora di S. Filippo, e nelle ruine del prossimo colle, l'antica Betbsur. Il
il convento di M. Sion, fabbricato solo 60 anni dopo dai napoletani Quaresmi invece confonde questa fontana colla moderna di Aen Hanìe,
re Roberto e Sancio; ed in quell'anno regnava il feroce Bibars-el- a mezz'ora ad ovest di Malcha (villaggio delle rose) in venendo da
Bondocdari, distruttore di Nazareth e di Antiochia, e carnefice del pre- Aen Carem a Betlemme, ed a forse neppur ~ miglia da Gerusa-
sidio eristiano di Safet contro i giurati patti della resa, meQtre il lemme. Ma prova che egli non capì S. Girolamo, si è che egli né
nome di un Acmet-Acheref non riscontrasi in alcuna lista di domina- riporta il trascritto passo in prova della sua falsa sentenza. - Pa-
tori della Palestina (Il. Dicasi lo stesso degli altri tre sultani, con _ rimente a pago ~95 trasporta il sito della lapidazione di Santo Ste-
cui chiude il Borè la nota della pago 6, ed il catalogo dei falsi fir- fano e la chiesa eretta vi dall'imperatrice Eudossia, sul pendìo del
mani arabi, prima della turchesca dominazione. - Tale è il valor~ Moria in val di Giosafat, a levante del Tempio contro le autorità
di quel suo opuscolo La questione dei Ltwghi Santi. da lui citate e non capite del prete Luciano, di Evagrio, Beda, Gu-
Passo alla più vantata fonte della nostra storia di Terrasanla, glielmo Tirio e Iacopo da Vitry, che segnano quel sito a tramontana
la famosa Elucidatio del P. Francesco Quaresmi, attenendomi solo della città.
al secondo . de'suoi volumi. Una grave censura contro costui dei Ancora un esempio di latino non capito dal Quaresmi. Al capo IJI
Bollandisti ai ~O d'agosto, con cui lo accusano di non aver capito della Pellegrinazione I del libro VII, impiega quindici colonne a c,ia-
S. Girolamo, mi portò a riconoscere in quel solo voI. II tanti spro- . - ramellare su Bethel-Luza. Ivi, a pago 791, cita il testo dell'Onoma-
positi, che a registrarli tutti dovrei impiegare più pagine. S. Giro- stico, con cui S. Girolamo traduttore fissa Bethel in duodecimo ab
lamo scrivendo contro Vigilanzio, che chiamava sacrilego il culto Aelia lapide, ad dexteram eunlibus Neapolim: sul qual testo appog-
delle Sacre Reliquie, domandava: « Sarà dunque sacrirego l'augusto
giati i moderni palestinologi, riconoscono BetheI nell'attuale Betin.
Arcadio, che testè, dopo tanto tempo, trasportò ·dalla Giudea in Trar,ia
Il Quaresmi invece che non capì quel testo, col suo interminabile
le ossa del beato Samuele?» Ed il Quaresmi che non capì queste
sproloquio, finì coll'immaginare due BetheI, duas urbes Bethel ap-
parole, parlando di Nflbi Samuìl, creduto culla e tomba dell'ultimo
pellatas, altera m in sorte tribus · Ephraim, alteram in sorte tribt~s
dei Giudici, seri ve: In praesentia lOGUS ille sacro pignore privalus
Beniamin (!); soggiunge quindi che Giacobbe ebbe la visione nella
Bethel d'Efraim, situata tra il Silo e Sichem: Verum et certum est,
(I) Pei sultani arabi fin qui nominati, vedi l'opera stupenda del Marcel, compilata Bethel esse inter Silo et Sichem (pag. 79~); e che Bethel distat a
su arabeschi documenti: Égypte ·depl.lis la conqué'te des Arabes j'usqu'à la domination Sichem dirnidia Leuca, seu unum milliare (!) quia Bethel est in latere
française} che Ca parte della collezione Vunivers di Firmin Didot.
montis Garizim, Sichem proximi (!!) orientali huius terra e (!li). -
H
- .16'2 - ....:.. 163-
lo notai e provai che i noslri, nel trasportare che fecero Emaus delle sbagliate distanze e delle erronee direzioni od indicaiioni locali
a Cubebe, avevano inventato un nuovo santuario, quello dell'in- del Quaresmi, non la farei più finita. Parlando egli delle chiese di
contro di Gesù coi due discepoli, e sono un calunniatore de'miei Nazareth (pag. 825), cita S. Girolamo De loeis hebraids, e S. Giro-
antichi fratelli! Quaresmi, contro la Bibbia, Eusebio e S. Girolamo, lamo in tutta quest'opera non fa fiato di quelle chiese. Trattando
e contro quanti illustrarono la biblica geografia, inventa una se- del luogo dove orò il Redentore, dopo l'ultima cena, scrive: Hie enim
conda Bethel, e per sentenza inappellabIle del mio dottissimo Avver- loe'Us a Bethania nùnium distat, tribus videlieet milUaribus circiter
sario Qu~resmi non si allontana quant'è un' unghia dalla ven:tà c (pag. 162). Questa Bctania poihabel montem Sion in plaga meri-
dalla storia; massime che ebbe il merito di confondere Ramle edi- dionali (pag. 299); mentre, secondo lui, il monastero di S. Saba
ficala dagli Arabi coll' Arimatea del Vangelo (pag. 7): - Nobe, città trovasi in orientali plaga lam Ierusalem quam Bethlehem (pag. 687);
sacerdotale, ora Beth-Nuba presso Emuàs, colla Noba transior- ed i Sepolcri dei Giudici sunl 1~n O'rientali plaga Sanclae Civitatis
danica; e questa collocando in dim1'diae tribus Manassae sorte (pag. 728).
(pag. 796-97): - il villaggio d'El Bir, antico Beerot, con Micmas, c.he Ma quello che nissun Francescano potrà mai perdonare al Qua-
è evidentemente l'antica Machmas (pag. 786): - Acri, l'Acca degli resmi si è d'aver negato l'lmmacolata Concezione, protettrice del
Arabi, con Accaron, una delle cinque satrapie filistee (pag. 896-97): no'str'Ordine, che sino dai tempi del generalato di S. Bonaventura,
- Pelusio, ora Bilbeis, con Damiata, l'antica Thamiatis (pag. 935). ne celebrava ogni anno la festa. Nel lib. IV, Peregrinazione VI,
11 111
L'antico Sicaminos, appiè del' Carmelo, detto Epha ai tempi d'Eu- capo XI, impiega trenta nove colonne a discutere De spasmo B. Vir-
sebio e di Girolamo (Onom. a. v. laflie) , donde gli Arabi fecero ginis Mariae in passione dileetifilii sui; ed al paragrafo III di quel
Heifa ed Haifa, che noi, non avvezzi alle aspirazioni, pronunziamo, capo ardisce scrivere che giustizia originale in B. Virgine non erat,
Caifa, il Quaresmi dice che fu extrueta a Caipha pontifìee, ct a su.o secundum eomuniorem doetor'Um sententiam (m), pago 220. Lo stesso
nomine appellala (pag. 896). Apage (abellas! E non dico (abellam, moderno ristampatore dell'Elueidatio, pur cercando di scusare la
perchè questa non è sola in Quaresmi. E qui, senza ripeter quella procace sentenza, vi appose la seguente nota: Meminerit leetor, tem-
del carcere di S. Pietro, che distat a saeratissimo dominieae resur- pore aucloris nostri, liberum esse disputare de immaeulata eoneeptione
,,
reelionis templo quanlum bis iaeit areus (pag. 89), nè quella di Deiparae, eiusque iustitia originaU; 1Jerum senfentia negans non
S. Giovanni l'evangelista, galileo certamente, se non nativo di Beth- multos neque tune habebal patronos. Così un ,seguace della scuola
saida, che egli fa nascere in Gerusalemme (pag. 93), noterò solo scotistica negava la giustizia originale di Maria dodici secoli dopo
che per lui il Garizim e l'Ebal non sono due monti, ma un monte che San Massimo di Torino aveva pronunziato che eH' era stata
solo con due pun,te, come gl'insegnò il suo perpetuo maestro Adri- idoneum plane Christo habitaculum .. , pro gratia originali, e men-
comio, che non vide mai la Palestiua (pag. 806): e finalmente che tiva per appoggiare la temeraria sentenza, asserendola tenuta dal
Baalasor, cui il Libro II de'Re e S. Girolamo indicano iuxla Ephraim, più dei dottori. Ed ecco qual è in realtà quel decantalo Quares~i,
trovavasi lungo la via tra Gerusalemmé ed Emaus-Cubebe (pag. 719).
' ~Ir, Questo sproposito fu ripetuto da molti prima e dopo di lui, e tra leggere il capo del Tiriense (parola sua) che il Quaresmi falsamente eita; ed al vedere
che ivi lo storico' della Guerra Sacra enumera semplicemente le sedi dipendenti dal pa-
I questi dal mio dotto Avversario.
11 11 triarcato antiocheno, senza pur nominare nè Cesarea nè Emaus, godrà in riconoscere nel
Se dovessi proseguire coll'enumerazione delle false citazioni (t),
Quaresmi un compagno illustre nell'onorata sua via. Legga ancora a soddisfazione mag-
giore quanto scrive il Quaresmi a pag.155, che la valle di Giosafat o del Cedron distava
(I) Ne do una per saggio, e questa relativa ad Emaus, Di quest'antica città che ai ,stadi 6 da Gerusalemme, citando erroneamente il Flavio, e mostrando di non averlo
tempi de' Crociati era tornata ad essere l'oscuro villaggio dei tempi di Cristo, il Quaresmi capito o d'averlo falsificato, Scrive il Lodigiano: Distabat m-ttem ab urbe vallis haec
,scrive al capo 3 della Pellegrinazione V del libro VI : Tempore Christiano1'um, quando sex stCldiis,u,t constat ex losepho lib. 6 de Bell, l1.td., cap. 3. E Gioseffo nel libro V,
occttparunt Terram Sanctam sub Godefrido, habuit episcopum, qui erot sub metro- cap. Il della Guerra, narra che chiamat.a da Gerico la legione X all'assedio di Geru-
politano caesariensi. E per appoggiare questa rrottola cita la storia Belli Sacri del salemme, ebbe ordine di accamparsi a 6 stadi dalla città in sull'Oliveto, cui dalla città
Tirio, XIV, 12, il quale non ha verbo che a codesto vescovado accenni, e neppure alcun separa la valle ùel Cedron. His antem pmei;eptum emt, qumn sex sladiis ab Hiero-
altro cronacista di quell'età. Alla menzogna del vescovado ed alla falsa citazione di soly'mis abessent, · castra metari iuxta montem' Olit1a1'um nuncupatum, qui civitati
Guglielmo Tirio, il mio Avversario, a pag, 2'12, degnamente applaude. lo lo consiglio a ab oriente obiacel, intetiecta pro(nnrla valle quae Cedron est appellala.
- .16'2 - ....:.. 163-
lo notai e provai che i noslri, nel trasportare che fecero Emaus delle sbagliate distanze e delle erronee direzioni od indicaiioni locali
a Cubebe, avevano inventato un nuovo santuario, quello dell'in- del Quaresmi, non la farei più finita. Parlando egli delle chiese di
contro di Gesù coi due discepoli, e sono un calunniatore de'miei Nazareth (pag. 825), cita S. Girolamo De loeis hebraids, e S. Giro-
antichi fratelli! Quaresmi, contro la Bibbia, Eusebio e S. Girolamo, lamo in tutta quest'opera non fa fiato di quelle chiese. Trattando
e contro quanti illustrarono la biblica geografia, inventa una se- del luogo dove orò il Redentore, dopo l'ultima cena, scrive: Hie enim
conda Bethel, e per sentenza inappellabIle del mio dottissimo Avver- loe'Us a Bethania nùnium distat, tribus videlieet milUaribus circiter
sario Qu~resmi non si allontana quant'è un' unghia dalla ven:tà c (pag. 162). Questa Bctania poihabel montem Sion in plaga meri-
dalla storia; massime che ebbe il merito di confondere Ramle edi- dionali (pag. 299); mentre, secondo lui, il monastero di S. Saba
ficala dagli Arabi coll' Arimatea del Vangelo (pag. 7): - Nobe, città trovasi in orientali plaga lam Ierusalem quam Bethlehem (pag. 687);
sacerdotale, ora Beth-Nuba presso Emuàs, colla Noba transior- ed i Sepolcri dei Giudici sunl 1~n O'rientali plaga Sanclae Civitatis
danica; e questa collocando in dim1'diae tribus Manassae sorte (pag. 728).
(pag. 796-97): - il villaggio d'El Bir, antico Beerot, con Micmas, c.he Ma quello che nissun Francescano potrà mai perdonare al Qua-
è evidentemente l'antica Machmas (pag. 786): - Acri, l'Acca degli resmi si è d'aver negato l'lmmacolata Concezione, protettrice del
Arabi, con Accaron, una delle cinque satrapie filistee (pag. 896-97): no'str'Ordine, che sino dai tempi del generalato di S. Bonaventura,
- Pelusio, ora Bilbeis, con Damiata, l'antica Thamiatis (pag. 935). ne celebrava ogni anno la festa. Nel lib. IV, Peregrinazione VI,
11 111
L'antico Sicaminos, appiè del' Carmelo, detto Epha ai tempi d'Eu- capo XI, impiega trenta nove colonne a discutere De spasmo B. Vir-
sebio e di Girolamo (Onom. a. v. laflie) , donde gli Arabi fecero ginis Mariae in passione dileetifilii sui; ed al paragrafo III di quel
Heifa ed Haifa, che noi, non avvezzi alle aspirazioni, pronunziamo, capo ardisce scrivere che giustizia originale in B. Virgine non erat,
Caifa, il Quaresmi dice che fu extrueta a Caipha pontifìee, ct a su.o secundum eomuniorem doetor'Um sententiam (m), pago 220. Lo stesso
nomine appellala (pag. 896). Apage (abellas! E non dico (abellam, moderno ristampatore dell'Elueidatio, pur cercando di scusare la
perchè questa non è sola in Quaresmi. E qui, senza ripeter quella procace sentenza, vi appose la seguente nota: Meminerit leetor, tem-
del carcere di S. Pietro, che distat a saeratissimo dominieae resur- pore aucloris nostri, liberum esse disputare de immaeulata eoneeptione
,,
reelionis templo quanlum bis iaeit areus (pag. 89), nè quella di Deiparae, eiusque iustitia originaU; 1Jerum senfentia negans non
S. Giovanni l'evangelista, galileo certamente, se non nativo di Beth- multos neque tune habebal patronos. Così un ,seguace della scuola
saida, che egli fa nascere in Gerusalemme (pag. 93), noterò solo scotistica negava la giustizia originale di Maria dodici secoli dopo
che per lui il Garizim e l'Ebal non sono due monti, ma un monte che San Massimo di Torino aveva pronunziato che eH' era stata
solo con due pun,te, come gl'insegnò il suo perpetuo maestro Adri- idoneum plane Christo habitaculum .. , pro gratia originali, e men-
comio, che non vide mai la Palestiua (pag. 806): e finalmente che tiva per appoggiare la temeraria sentenza, asserendola tenuta dal
Baalasor, cui il Libro II de'Re e S. Girolamo indicano iuxla Ephraim, più dei dottori. Ed ecco qual è in realtà quel decantalo Quares~i,
trovavasi lungo la via tra Gerusalemmé ed Emaus-Cubebe (pag. 719).
' ~Ir, Questo sproposito fu ripetuto da molti prima e dopo di lui, e tra leggere il capo del Tiriense (parola sua) che il Quaresmi falsamente eita; ed al vedere
che ivi lo storico' della Guerra Sacra enumera semplicemente le sedi dipendenti dal pa-
I questi dal mio dotto Avversario.
11 11 triarcato antiocheno, senza pur nominare nè Cesarea nè Emaus, godrà in riconoscere nel
Se dovessi proseguire coll'enumerazione delle false citazioni (t),
Quaresmi un compagno illustre nell'onorata sua via. Legga ancora a soddisfazione mag-
giore quanto scrive il Quaresmi a pag.155, che la valle di Giosafat o del Cedron distava
(I) Ne do una per saggio, e questa relativa ad Emaus, Di quest'antica città che ai ,stadi 6 da Gerusalemme, citando erroneamente il Flavio, e mostrando di non averlo
tempi de' Crociati era tornata ad essere l'oscuro villaggio dei tempi di Cristo, il Quaresmi capito o d'averlo falsificato, Scrive il Lodigiano: Distabat m-ttem ab urbe vallis haec
,scrive al capo 3 della Pellegrinazione V del libro VI : Tempore Christiano1'um, quando sex stCldiis,u,t constat ex losepho lib. 6 de Bell, l1.td., cap. 3. E Gioseffo nel libro V,
occttparunt Terram Sanctam sub Godefrido, habuit episcopum, qui erot sub metro- cap. Il della Guerra, narra che chiamat.a da Gerico la legione X all'assedio di Geru-
politano caesariensi. E per appoggiare questa rrottola cita la storia Belli Sacri del salemme, ebbe ordine di accamparsi a 6 stadi dalla città in sull'Oliveto, cui dalla città
Tirio, XIV, 12, il quale non ha verbo che a codesto vescovado accenni, e neppure alcun separa la valle ùel Cedron. His antem pmei;eptum emt, qumn sex sladiis ab Hiero-
altro cronacista di quell'età. Alla menzogna del vescovado ed alla falsa citazione di soly'mis abessent, · castra metari iuxta montem' Olit1a1'um nuncupatum, qui civitati
Guglielmo Tirio, il mio Avversario, a pag, 2'12, degnamente applaude. lo lo consiglio a ab oriente obiacel, intetiecta pro(nnrla valle quae Cedron est appellala.
- 164- - 165-
a CUI IO credei ceca mente quando quarant'anni fa scriveva il mio bolecosì portentose ed insieme sconce, che la decenza vieta di tra-
pellegrinaggio. durle? Ovvero mostrerò ancora le falsità senza numero di un Cala-
E dopo di costui e del Borè porrò io ancora ad esame altri horra (1) e di altri illustratori di Terrasanta, di ugual risma? No;
somiglianti scrittori di Terrasanta per render ragione di quello che
altra volta credei, e adesso rinnego? Parlerò io di un Bonifacio da Libano. E adesso ancor tre noterelle. A pago 664 ci mostra nei pressi d'Ebron una spe·
Ragusi, che, dopo d'essere stato più anni superiore dei Francescani lonca longitudinis pariter et laUtudinis pedum quadraginta, in cui Adamo ed Eva
di Gerusalemme, finÌ vescovo di Stagno in Dalmazia, e nel suo Liber piansero lungamente l'ucciso Abele; e vi si vedono ancora intagliati nella rupe i due
letti in CUI separati dormivano. A pago 662 fa sapere che ìl deserto Ùi S. Giovanni non
de perenni cultu Ten'ae Sanctae, a pago 101, intitola di suo capo era allora dov'è adesso, sÌ a 4 miglia da Ebron verso il mezzodì. L'Ariosto finalmente
da S. Geremia un'antichissima chiesa che ancor dura in Abugos, precesse tutti gli altri nel trasportare (pag. 664) la Fontana in cui S. Filippo battezzò
e vi unisce le ruine d'un convento francescano, cui nissuno mai l'Etiopo della regina Candace.
conobbe prima di lui (I)? Ovvero mi arresterò ad Alessandro Ariosto, (1) Calahorra (P. Gio. di), spagnuolo, pubblicò in Madl'id nel 4684 Ilna ChrOnica de
che confonde il Moria col Sion; che della moschea El Acsa fa un'an- la provincia de Syria, 11 Tierra Santa de Gerusal,en. Parte primel'a, dal 124 9
al 1632. Se la seconda parte sia mai uscita, Ilon so_ Non avendo io }' opera originale,
tica chiesa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio; che mi servo della pessima traduzione italiana di un P. Angelico da Milano, Custode di Ter-
trasporta il monastero della penitenza di S. Girolamo dall'eremo di santa (Venezia, 1694). - L'autore adunque a pago 24 trasfol'ma Ramle in Arimatea; ed a
Calcide in Soria, alla pianura di Gerico; che ad ogni triennio fa pago 78 la colloca nei confini della sorte di Gitu.la, Dan et Efraim, distante sette leghe
uscire dai monti della Giudea o dell'Arabia un vitello di fet.ente da Gerusalemme,. ed egli sa che in codesta città araba, fondata nell'VIII secolo, habitava
pece ('2); e che finalmente sui famosi pomi di Sodo ma spaccia bub- il santo Nicodemo. A pago 77 dice che il monastero di Betlemme ru distrutto dai Sa:-
raceni l'anno 1261 ; e lo fu invece nel 1263, co;ne attesta Marin Sanudo, e non ignora
neppure il mio Avversario. A pago 331 dice eletto superiore di Terrasanta nel ,1484 il
(:1) Lo stesso fa presso Santo Elia lungo la strada di Betlemme, dove sogna (pag. 193) P. Bernardino da Parma; e questi lo fu Invece nel 1472 dal Capitolo Genernle degli
clle già esistesse maximu,s conventus fratrum nella casa di Abacucco. E senza qui Osservanti, tenuto in Aquila; mentre nell' 84 era confermato dal Capit. Gener. dell' AI-
vernia Paolo da Canneto, eletto nell'8~ dal Capit. di Ferrara. Calahorra ammucchiando
i~1
ripetere gli errori già ·notati nel Quaresmi, suo fedel copiatore, il Raguseo scopre, a
pago 99, nell'al'abo villaggio di El Atrun la patria del Buon Ladrone. - Sostiene a pago n2, errori su errori, aggiugne che i giudicI di Gerusalemme diedero sentenza a noi favorevole
contro la tradizione ebrea appoggiata dai SS. Girolamo ed Agostino, che il monte desio contro i Giorgiani intorno al Calvario neli'anno 896 dell'egira, che venne ad es§ere il
gnato da Dio ad Abramo pel sacrlfizio del · suo Isacco, non è il monte Moria, ma il secondo anno del governo del P. Bernardino. Ora l'anno 896 dell'egira cOrJ'isponde
Calvario che non fu mai un monte, ma, per sentenza di tutti e quattro gli Evangelisti, al nostro 149,1. Ma, caro il mio cronùlogo di Spagna, se anche secondo voi il P. Ber-
un luogo, Calvariae locus. - A pago 206 insegna che Adamo fu creato e sepolto in Ebron. nardino fu eletto nel 1484, come mai il 149·1 poteva essere l'anno secondo del suo go-
- A pago 257, contro l'opinione degli stessi FrancesclIni che mostraron in ogni tempo verno? In quest'ultim'anno chi · fosse superiore non si sa, perchè negli Atti del Capitolo
il Campo delle Spighe lungo il montuoso cammIno tra Nazaret e TiberIade, colloca di S. Donalo presso Urbino , tenuto l'anno antecedente, non trovasi registrato (scrive il
quel campo nella pianura d'Esdrelon, a quattro miglia da Gianin o Genin. - Finalmente nostro grand'annalista Luca Wading) il ;pome dell'eletto; quindi se lo inventano coloro
il pago '1'14 riferisce che nella casa di Caifasso adhuc columna ostenditur, super qua che lo chiamano Bartolomeo da Piacenza-; nome ignoto a tutta la serie di quei superiori.
gallus stabat quando, ut Christus praedixit, cantavit, et Petl'us negaverat ipsum. Ciò nullameno il Calahorra, a pago 355, lo fa ricomparire con dirlo rieletto nel 1495; e
Eh via: per un teologo del Concilio di Trento questa è un po' troppo grossa. - Le cita- cita in prova un firmano di non 'so che accordo sul conto di Detania, nel qual firmano
zioni sono fatte sulla nuova edizione De perenni cultu T. S. Venezia, 1875. (Dio sa se autentico o spurio) sarebbe costui nominato; e ciò nell'anno di 905 di
(2) V. Topographia Terrae promissionis in rondo al voI. V della Storia delle. Mahoma (il reverendissimo traduttore non sa nemanco che il Mahoma spagnuolo, si
missioni francescane del P. Mal'cellino da Civezza, pago 644, 64.6, 656, 657; e qui dopo iraduce in italiano per Maometto) che fu, secondo il computo della Chiesa, del 1497
avei' parlato del fetente vitello, passa alle famose poma delI'Asfaltite, delle quali dice della legge di grazia. Ma il 905 dell'egira corrisponde al 1500 di Cristo; ed in questo
d'aver letto soltanto che erano belle in apparenza, ma piene di cenere: egli crede tuttavia anno era superiore Antonio ' de Regnis, eletto due anni prima nel Capit. Generale di
elle l'antico scrittore da lui letto avesse per decenza taciuto il meglio. Arbitrm' plane Milano. A pago 39 '1, raccontando il Calahorra la perdita del convento di M. Sion, la dice
honestatis gra.tia maluisse eurn praetetite qtwd emt magis, ad exptobrandum avvenuta in forza d'una Cedola reale, portante la data del 929 dell'egira che, secondo
scelus Sodmnitarum, edicendum; namque et fig'll-ram et lineamenta, effigiemque lui, corrisponde al nostr' anno 1518-,19. Indi prosegue, a pago 397, con raccontare che
humanorum testiculorwn poma haec loculentissime praeseferunt,. quare nimium Papa Leone X, informato di quella perdita, scrisse subito a Francesco I di Fl'ancia ,
et ephebor'wn adolescentulorum formam egregiam, et execrabilis abominandaeque pregandolo d'interporre la sua mediazione presso il Sultano pel riacquisto eli quel sacro
libidinis, quae profane et petulanter homines illi seXU1n suum illudebant, monstrant1.tr cenobio che racchiudeva il santuario del Cenacolo. Ora l'anno dell'egira 929 non corri-
indicia. CosÌ scriveva nella metà del sec. xv per Borso d'Este, primo Duca di Ferrara, sponde al 15'18-19, ma al 1523-24, due o tre 'anni dopo che Leone X era morto. Sebbene
u n francescano pellegrino di Terrasanta, e Delegato Apostolico presso i Maroniti del lasciamola lì, che a tutti enumerare gli spropositi così del Calahol'ra, come del Qual'esmi
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a CUI IO credei ceca mente quando quarant'anni fa scriveva il mio bolecosì portentose ed insieme sconce, che la decenza vieta di tra-
pellegrinaggio. durle? Ovvero mostrerò ancora le falsità senza numero di un Cala-
E dopo di costui e del Borè porrò io ancora ad esame altri horra (1) e di altri illustratori di Terrasanta, di ugual risma? No;
somiglianti scrittori di Terrasanta per render ragione di quello che
altra volta credei, e adesso rinnego? Parlerò io di un Bonifacio da Libano. E adesso ancor tre noterelle. A pago 664 ci mostra nei pressi d'Ebron una spe·
Ragusi, che, dopo d'essere stato più anni superiore dei Francescani lonca longitudinis pariter et laUtudinis pedum quadraginta, in cui Adamo ed Eva
di Gerusalemme, finÌ vescovo di Stagno in Dalmazia, e nel suo Liber piansero lungamente l'ucciso Abele; e vi si vedono ancora intagliati nella rupe i due
letti in CUI separati dormivano. A pago 662 fa sapere che ìl deserto Ùi S. Giovanni non
de perenni cultu Ten'ae Sanctae, a pago 101, intitola di suo capo era allora dov'è adesso, sÌ a 4 miglia da Ebron verso il mezzodì. L'Ariosto finalmente
da S. Geremia un'antichissima chiesa che ancor dura in Abugos, precesse tutti gli altri nel trasportare (pag. 664) la Fontana in cui S. Filippo battezzò
e vi unisce le ruine d'un convento francescano, cui nissuno mai l'Etiopo della regina Candace.
conobbe prima di lui (I)? Ovvero mi arresterò ad Alessandro Ariosto, (1) Calahorra (P. Gio. di), spagnuolo, pubblicò in Madl'id nel 4684 Ilna ChrOnica de
che confonde il Moria col Sion; che della moschea El Acsa fa un'an- la provincia de Syria, 11 Tierra Santa de Gerusal,en. Parte primel'a, dal 124 9
al 1632. Se la seconda parte sia mai uscita, Ilon so_ Non avendo io }' opera originale,
tica chiesa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio; che mi servo della pessima traduzione italiana di un P. Angelico da Milano, Custode di Ter-
trasporta il monastero della penitenza di S. Girolamo dall'eremo di santa (Venezia, 1694). - L'autore adunque a pago 24 trasfol'ma Ramle in Arimatea; ed a
Calcide in Soria, alla pianura di Gerico; che ad ogni triennio fa pago 78 la colloca nei confini della sorte di Gitu.la, Dan et Efraim, distante sette leghe
uscire dai monti della Giudea o dell'Arabia un vitello di fet.ente da Gerusalemme,. ed egli sa che in codesta città araba, fondata nell'VIII secolo, habitava
pece ('2); e che finalmente sui famosi pomi di Sodo ma spaccia bub- il santo Nicodemo. A pago 77 dice che il monastero di Betlemme ru distrutto dai Sa:-
raceni l'anno 1261 ; e lo fu invece nel 1263, co;ne attesta Marin Sanudo, e non ignora
neppure il mio Avversario. A pago 331 dice eletto superiore di Terrasanta nel ,1484 il
(:1) Lo stesso fa presso Santo Elia lungo la strada di Betlemme, dove sogna (pag. 193) P. Bernardino da Parma; e questi lo fu Invece nel 1472 dal Capitolo Genernle degli
clle già esistesse maximu,s conventus fratrum nella casa di Abacucco. E senza qui Osservanti, tenuto in Aquila; mentre nell' 84 era confermato dal Capit. Gener. dell' AI-
vernia Paolo da Canneto, eletto nell'8~ dal Capit. di Ferrara. Calahorra ammucchiando
i~1
ripetere gli errori già ·notati nel Quaresmi, suo fedel copiatore, il Raguseo scopre, a
pago 99, nell'al'abo villaggio di El Atrun la patria del Buon Ladrone. - Sostiene a pago n2, errori su errori, aggiugne che i giudicI di Gerusalemme diedero sentenza a noi favorevole
contro la tradizione ebrea appoggiata dai SS. Girolamo ed Agostino, che il monte desio contro i Giorgiani intorno al Calvario neli'anno 896 dell'egira, che venne ad es§ere il
gnato da Dio ad Abramo pel sacrlfizio del · suo Isacco, non è il monte Moria, ma il secondo anno del governo del P. Bernardino. Ora l'anno 896 dell'egira cOrJ'isponde
Calvario che non fu mai un monte, ma, per sentenza di tutti e quattro gli Evangelisti, al nostro 149,1. Ma, caro il mio cronùlogo di Spagna, se anche secondo voi il P. Ber-
un luogo, Calvariae locus. - A pago 206 insegna che Adamo fu creato e sepolto in Ebron. nardino fu eletto nel 1484, come mai il 149·1 poteva essere l'anno secondo del suo go-
- A pago 257, contro l'opinione degli stessi FrancesclIni che mostraron in ogni tempo verno? In quest'ultim'anno chi · fosse superiore non si sa, perchè negli Atti del Capitolo
il Campo delle Spighe lungo il montuoso cammIno tra Nazaret e TiberIade, colloca di S. Donalo presso Urbino , tenuto l'anno antecedente, non trovasi registrato (scrive il
quel campo nella pianura d'Esdrelon, a quattro miglia da Gianin o Genin. - Finalmente nostro grand'annalista Luca Wading) il ;pome dell'eletto; quindi se lo inventano coloro
il pago '1'14 riferisce che nella casa di Caifasso adhuc columna ostenditur, super qua che lo chiamano Bartolomeo da Piacenza-; nome ignoto a tutta la serie di quei superiori.
gallus stabat quando, ut Christus praedixit, cantavit, et Petl'us negaverat ipsum. Ciò nullameno il Calahorra, a pago 355, lo fa ricomparire con dirlo rieletto nel 1495; e
Eh via: per un teologo del Concilio di Trento questa è un po' troppo grossa. - Le cita- cita in prova un firmano di non 'so che accordo sul conto di Detania, nel qual firmano
zioni sono fatte sulla nuova edizione De perenni cultu T. S. Venezia, 1875. (Dio sa se autentico o spurio) sarebbe costui nominato; e ciò nell'anno di 905 di
(2) V. Topographia Terrae promissionis in rondo al voI. V della Storia delle. Mahoma (il reverendissimo traduttore non sa nemanco che il Mahoma spagnuolo, si
missioni francescane del P. Mal'cellino da Civezza, pago 644, 64.6, 656, 657; e qui dopo iraduce in italiano per Maometto) che fu, secondo il computo della Chiesa, del 1497
avei' parlato del fetente vitello, passa alle famose poma delI'Asfaltite, delle quali dice della legge di grazia. Ma il 905 dell'egira corrisponde al 1500 di Cristo; ed in questo
d'aver letto soltanto che erano belle in apparenza, ma piene di cenere: egli crede tuttavia anno era superiore Antonio ' de Regnis, eletto due anni prima nel Capit. Generale di
elle l'antico scrittore da lui letto avesse per decenza taciuto il meglio. Arbitrm' plane Milano. A pago 39 '1, raccontando il Calahorra la perdita del convento di M. Sion, la dice
honestatis gra.tia maluisse eurn praetetite qtwd emt magis, ad exptobrandum avvenuta in forza d'una Cedola reale, portante la data del 929 dell'egira che, secondo
scelus Sodmnitarum, edicendum; namque et fig'll-ram et lineamenta, effigiemque lui, corrisponde al nostr' anno 1518-,19. Indi prosegue, a pago 397, con raccontare che
humanorum testiculorwn poma haec loculentissime praeseferunt,. quare nimium Papa Leone X, informato di quella perdita, scrisse subito a Francesco I di Fl'ancia ,
et ephebor'wn adolescentulorum formam egregiam, et execrabilis abominandaeque pregandolo d'interporre la sua mediazione presso il Sultano pel riacquisto eli quel sacro
libidinis, quae profane et petulanter homines illi seXU1n suum illudebant, monstrant1.tr cenobio che racchiudeva il santuario del Cenacolo. Ora l'anno dell'egira 929 non corri-
indicia. CosÌ scriveva nella metà del sec. xv per Borso d'Este, primo Duca di Ferrara, sponde al 15'18-19, ma al 1523-24, due o tre 'anni dopo che Leone X era morto. Sebbene
u n francescano pellegrino di Terrasanta, e Delegato Apostolico presso i Maroniti del lasciamola lì, che a tutti enumerare gli spropositi così del Calahol'ra, come del Qual'esmi
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io voglio essere generoso col mio Avversario, e non rapirgli la Avversario che pel merito della veracità fa la barba a tutti); e fa-
gloriuzza proveniente da'suoi grulli ammiratori al sentirlo decla- cilmente si resta convinti di questa gran verità; verità non mai ri-
mare che fa trionfalmente a pag, 118: Chi ha scritto dei riti, dei cordata abbastanza. San questi che hanno esaminalo palmo a palmo
costumi, degli scismi, delle eresie, della topografia e della storia la Terrasanta (!) e l'Oriente (!); che hanno raccolto le memorie, le
orientale, non sono stati altro (sic) che questi (i Francescani di tradizioni, e le hanno tramandate fino a noi. - Scusate, o lettori,
Terrasanta). Basta prendere in mano il Quaresmio, il Thesaurus se è poco. ,
Terrac Sanctae (1), Bonifacio da Ragusa, il P. Morone da Maleo, il Prima di rannodare l'interrotta catena degli spropositi e delle
Patrimonio Serafico (2), e, per esser breve, il P. Lorenzo da S, 'Lorenzo, menzogne dell' Avversario dichiaro che in un punto storico sono
Cardinal Lorenzo Cozza (S), ed. altri (e d'or innanzi anche il mio perfettamente d'accordo con lui. Quant'egli espone da sè o con pa-
role altrui, di persecuzioni, di angherie, di saccheggi, di pestilenze,
che pur vanno per la maggiore tra gli scrittori nostri di Tel'l'asanta, non una nota si d'incarceramenti, di martiriì sostenuti dagli antichi nostri fratelli in
vorrebbe, ma un libro. Generalmente parlando, ' nè questi nè altri de' grandi scrittori che
Terrasallta, non solo è vero, ma non è la metà del vero; ed io
quassù l' Avversario enumera, conobbero alcuna delle regole che si hanno per la riduzione
degli anni maomettani in cristiani, e quindi portarono la confusione nella storia della l'avrei posto alla piena, luce del giorno, se il malaugurato Cubebe
Terrasanta francescana. Disgraziato chi a' tempi nostri prende atrattame e crede a non avesse tronco i miei lavori sulla storia di quest'antichissima
costoro! Disgraziato me medesimo che, quando quarant'anni fa scrissi il mio Pellegrinaggio delle missioni cattoliche, anteriore di tre secoli alla fondazione della
Storico Descrittivo, vi aggiustai credenza, per cui adesso « Di me medesmo meco mi Propaganda, Ma appunto l'oppressione continua sotto cui gemettero
vergogno. »
in Palestina i Francescani, fn quella che impedì loro d'illusLr~rne i
(I) Come va che l'Avversario ci dà questo libro per anonimo?: Che egli ignori il
nome dell'autore? Se così è, eccomi pronto a somministrarglielo con intero il titolo del santuari. E come avrebber eglino potuto farlo colà fra barbari e
libro, e due linee di saggio pel' sua consolùzione. - Thesmu'us Terme Sanctae, quem nemici, prima che l'erudizione nascesse, · o qu:md'era ancor bam-
Sel'uphica Minornm religio de Observantia inter infideles per tl'ecentos et amplius bina fra noi? Prima dell'invenzione della stampa (1450) erano rare
annos religiose custodito Attthore Didaco de Cea. Stampato in Roma coi tipi di Pro- in Europa le copie manoscritte della stessa Bibbia, più rare quelle
paganda nel 1639. L'A. francescano di Spagna scrive a pag, ,19: Anno '1333, in monte
dei Santi Padri, rarissime e non ancor tradotte le opere di Gioseffo
Sion, s~~b Sancti SalvatoTis irlvocatione, PRIMUS C1'ectus fui! nostri ordinis CONVENTUS.
Ed orà l'Avversario mi avrà egli capito? Flavio. Deh! come senza costui, senza Eusebio e S. Girolamo,
(2) Ecco un'altr'opera di cui l'Avversario non sa il nome dell'autore: prova che l'ha come senza gli storici ecclesiastici greci si sarebbe potllto illustrare
letta! Sopperiamo noi. Il P. Francesco ùa San luan del Puerto, dal Generale Giuseppe la biblica geografia ed i palestini santuari? Avrebber potuto i nostri
Garciache Ju poi vescovo di ~Ialaga, fu spedito in Terrasanta nel 1717, e ne scrisse giovarsi" è vero, delle tradizioni de'cristiani indigeni, ma poco a co-
una stol'ia incominciando dal Padre S. Francesco che visita e conquista (piaccia o di-
loro s'accostarono perchè erano eretici e feroci loro odiatori. Legga
spiaccia ai padroni infedeli) tutli i santuari deL@ Palestina, i quali senza tante Bolle di
Pontelìci e firmani arabi o turchi diventano Patrimonio Se1'afico. E tanto basti per l'Avversario come fu ricevuto in Gerusalemme fra Nicolò da Poggi-
saggio del valore storico di questo libro che vide la luce in l\Iadrid nel 1724. bonzi pochi anni dopo che vi si erano stabiliti i suoi fratell i, e poi
(:3) Il P. Lorenzo da S. L01'enzo, Cardinale Lorenzo, fu veramente uomo sommo rilegga quello che egli medesimo stampò, e nel 1602 esponeva al
e meritevolissimo della porpora, più che pel' le sue Vindiciae Areopagiticae e pel' la Pontefice il P. Custode, Francesco Manerba, e con tutta quella sua
Ilistol'ia polemicet de GraeCOf'wn schisrnate, pel' le grandi cose che operò in Oriente non punto delicata coscienza, vedrà quanto false siano le sue parole,
in servizio della S. Sede, massime fra i Maroniti del Libano, minaccianti scisma, e nella
fl'ancescana Terrasanta, conquassata dalle p,lzzie del Custode Gaetano Podestà, che ii che io ho qua sopra riprodotte. Ma egli è ben tempo di ripigliare
Deffinitorio aveva deposto ed il Console francese di Saida, imprigionato e spedito prr il nostro cammino,
forza in EUI'opa. Mi è pienamente conto il merito del P. Lorenzo Cozza da S. Lorenzo, Pellegrinaggi del tempo dei Crociati, e dei primi tempi dei Fran-
del quale io medesimo raccolsi in Gerusalemme ed ordinai il prezioso epistolario, degno eescani in Palestina. Cosi intitola l'Avversario il capit. VI, in cui
della stampa. Ma se l'Avversario crede che il Cozza sia stato uno di quelli che secondo
il primo pellegrinaggio che produce, e così parecchi altri che se-
lui hanno esaminato palrno a. palmo la Terrasanta e l'Oriente.; che hanno mccclto
le memorie, le tradizioni, e le hanno tmmandate fino a noi, una cosa sola egli gnono, pellegrinaggi non sono, ma descrizioni tolte dalle Descrip-
prova, di non averne letto la Storia Polemica. Non parlo delle Vindiciae che il Cozza tiones Terrae Sanctae; e la menzogna del titolo è seguita subito da
aveva pubblicato molto prima di partire per Gerusalemme, dove rimase dal febbraio altre. del capitolo. Nell' opera già citata di Tito Tobler lrovansi i
del 1TI O all'aprile del 1715, come si raccoglie dai Registri di S. Salvatore. seguenti pellegrinaggi del duodecimo secolo. - Vuoi tu sapere, o
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io voglio essere generoso col mio Avversario, e non rapirgli la Avversario che pel merito della veracità fa la barba a tutti); e fa-
gloriuzza proveniente da'suoi grulli ammiratori al sentirlo decla- cilmente si resta convinti di questa gran verità; verità non mai ri-
mare che fa trionfalmente a pag, 118: Chi ha scritto dei riti, dei cordata abbastanza. San questi che hanno esaminalo palmo a palmo
costumi, degli scismi, delle eresie, della topografia e della storia la Terrasanta (!) e l'Oriente (!); che hanno raccolto le memorie, le
orientale, non sono stati altro (sic) che questi (i Francescani di tradizioni, e le hanno tramandate fino a noi. - Scusate, o lettori,
Terrasanta). Basta prendere in mano il Quaresmio, il Thesaurus se è poco. ,
Terrac Sanctae (1), Bonifacio da Ragusa, il P. Morone da Maleo, il Prima di rannodare l'interrotta catena degli spropositi e delle
Patrimonio Serafico (2), e, per esser breve, il P. Lorenzo da S, 'Lorenzo, menzogne dell' Avversario dichiaro che in un punto storico sono
Cardinal Lorenzo Cozza (S), ed. altri (e d'or innanzi anche il mio perfettamente d'accordo con lui. Quant'egli espone da sè o con pa-
role altrui, di persecuzioni, di angherie, di saccheggi, di pestilenze,
che pur vanno per la maggiore tra gli scrittori nostri di Tel'l'asanta, non una nota si d'incarceramenti, di martiriì sostenuti dagli antichi nostri fratelli in
vorrebbe, ma un libro. Generalmente parlando, ' nè questi nè altri de' grandi scrittori che
Terrasallta, non solo è vero, ma non è la metà del vero; ed io
quassù l' Avversario enumera, conobbero alcuna delle regole che si hanno per la riduzione
degli anni maomettani in cristiani, e quindi portarono la confusione nella storia della l'avrei posto alla piena, luce del giorno, se il malaugurato Cubebe
Terrasanta francescana. Disgraziato chi a' tempi nostri prende atrattame e crede a non avesse tronco i miei lavori sulla storia di quest'antichissima
costoro! Disgraziato me medesimo che, quando quarant'anni fa scrissi il mio Pellegrinaggio delle missioni cattoliche, anteriore di tre secoli alla fondazione della
Storico Descrittivo, vi aggiustai credenza, per cui adesso « Di me medesmo meco mi Propaganda, Ma appunto l'oppressione continua sotto cui gemettero
vergogno. »
in Palestina i Francescani, fn quella che impedì loro d'illusLr~rne i
(I) Come va che l'Avversario ci dà questo libro per anonimo?: Che egli ignori il
nome dell'autore? Se così è, eccomi pronto a somministrarglielo con intero il titolo del santuari. E come avrebber eglino potuto farlo colà fra barbari e
libro, e due linee di saggio pel' sua consolùzione. - Thesmu'us Terme Sanctae, quem nemici, prima che l'erudizione nascesse, · o qu:md'era ancor bam-
Sel'uphica Minornm religio de Observantia inter infideles per tl'ecentos et amplius bina fra noi? Prima dell'invenzione della stampa (1450) erano rare
annos religiose custodito Attthore Didaco de Cea. Stampato in Roma coi tipi di Pro- in Europa le copie manoscritte della stessa Bibbia, più rare quelle
paganda nel 1639. L'A. francescano di Spagna scrive a pag, ,19: Anno '1333, in monte
dei Santi Padri, rarissime e non ancor tradotte le opere di Gioseffo
Sion, s~~b Sancti SalvatoTis irlvocatione, PRIMUS C1'ectus fui! nostri ordinis CONVENTUS.
Ed orà l'Avversario mi avrà egli capito? Flavio. Deh! come senza costui, senza Eusebio e S. Girolamo,
(2) Ecco un'altr'opera di cui l'Avversario non sa il nome dell'autore: prova che l'ha come senza gli storici ecclesiastici greci si sarebbe potllto illustrare
letta! Sopperiamo noi. Il P. Francesco ùa San luan del Puerto, dal Generale Giuseppe la biblica geografia ed i palestini santuari? Avrebber potuto i nostri
Garciache Ju poi vescovo di ~Ialaga, fu spedito in Terrasanta nel 1717, e ne scrisse giovarsi" è vero, delle tradizioni de'cristiani indigeni, ma poco a co-
una stol'ia incominciando dal Padre S. Francesco che visita e conquista (piaccia o di-
loro s'accostarono perchè erano eretici e feroci loro odiatori. Legga
spiaccia ai padroni infedeli) tutli i santuari deL@ Palestina, i quali senza tante Bolle di
Pontelìci e firmani arabi o turchi diventano Patrimonio Se1'afico. E tanto basti per l'Avversario come fu ricevuto in Gerusalemme fra Nicolò da Poggi-
saggio del valore storico di questo libro che vide la luce in l\Iadrid nel 1724. bonzi pochi anni dopo che vi si erano stabiliti i suoi fratell i, e poi
(:3) Il P. Lorenzo da S. L01'enzo, Cardinale Lorenzo, fu veramente uomo sommo rilegga quello che egli medesimo stampò, e nel 1602 esponeva al
e meritevolissimo della porpora, più che pel' le sue Vindiciae Areopagiticae e pel' la Pontefice il P. Custode, Francesco Manerba, e con tutta quella sua
Ilistol'ia polemicet de GraeCOf'wn schisrnate, pel' le grandi cose che operò in Oriente non punto delicata coscienza, vedrà quanto false siano le sue parole,
in servizio della S. Sede, massime fra i Maroniti del Libano, minaccianti scisma, e nella
fl'ancescana Terrasanta, conquassata dalle p,lzzie del Custode Gaetano Podestà, che ii che io ho qua sopra riprodotte. Ma egli è ben tempo di ripigliare
Deffinitorio aveva deposto ed il Console francese di Saida, imprigionato e spedito prr il nostro cammino,
forza in EUI'opa. Mi è pienamente conto il merito del P. Lorenzo Cozza da S. Lorenzo, Pellegrinaggi del tempo dei Crociati, e dei primi tempi dei Fran-
del quale io medesimo raccolsi in Gerusalemme ed ordinai il prezioso epistolario, degno eescani in Palestina. Cosi intitola l'Avversario il capit. VI, in cui
della stampa. Ma se l'Avversario crede che il Cozza sia stato uno di quelli che secondo
il primo pellegrinaggio che produce, e così parecchi altri che se-
lui hanno esaminato palrno a. palmo la Terrasanta e l'Oriente.; che hanno mccclto
le memorie, le tradizioni, e le hanno tmmandate fino a noi, una cosa sola egli gnono, pellegrinaggi non sono, ma descrizioni tolte dalle Descrip-
prova, di non averne letto la Storia Polemica. Non parlo delle Vindiciae che il Cozza tiones Terrae Sanctae; e la menzogna del titolo è seguita subito da
aveva pubblicato molto prima di partire per Gerusalemme, dove rimase dal febbraio altre. del capitolo. Nell' opera già citata di Tito Tobler lrovansi i
del 1TI O all'aprile del 1715, come si raccoglie dai Registri di S. Salvatore. seguenti pellegrinaggi del duodecimo secolo. - Vuoi tu sapere, o
- 168- - 169-
lettore, quanti siano codesti seguenti pellegrinaggi che costui prende rico} quarto a Bethleem, decimo sexto a Bersabee, vigesimo quarto ab
dal Tobler? Uno 'solo! chè il secondo è tolto dal Vogiiè, il terzo Ascalone, totidemque a Ioppe, decimo sexto a Ramatl~a.:. lerusalem
dai Bollandistr, il quarto ed il quinto dal Vogùè ancora. Adunque sanctissima ludaeae metropolis. E qui lJscio giudice il mio stesso
il primo ed unico dei seguenti pellegrinaggi è il non pellegrinaggio, Avversario e lo invito a pronunziare, se tra tutte queste distanze ve
ma Descriptio Terrae Sanctae Ioannis Wirzburgensis, che credesi n'abbia una sola esatta. Dica egli se da Betlemme a Gerusalemme v'ab-
appartenga all'anno 1170. Di costui l'Avversario riferisce le seguenti biano solo miglia 4; solo 16 da Diospoli·Lidda e da Ebron; solo 24
parole: Eadem die declinante iam ad 'vesperam ... Ma adagio, Biagio; da Ioppe-Giaffa, e da Ascalon, ecc., e dopo gli domanderò ancora se
queste stesse parole io l'ho già lette nel capitolo III, non una, ma si possa più credere alle sei, che codesto Wirzburgense pone fra Ge-
due volte sotto i nomi di Eugesippo e di Fretello, come scrittori rusalemme ed Emaus.
anteriori alle crociate: come va, che l'Avversario me le ripropone Il Vogiiè nelle appendici alle Églises de la T. S. pubblica De
qui per la terza volta siccome scritte dal Wirzburgense? A rinver- situ u1'bis lerusalem et de lo cis sanctis, etc. Da quest'antica descri-
gare questa matassa vuoI si sapere che un tal Gio. da vVirzburg zione, non pellegrinaggio, l'Avversario stacca il seguente passo per
compose veramente la citata Descriptio, e che un Eugesippo ed un provare 0he ai tempi dei Crociati Emaus era venerato in Cubebe:
Fretello se l'appropriarono con lievi modi,ficazioni. L'Avversario Octavo milliario ab Ierttsalem Eutheropol.is, idest Emaus, per qtwm
scrivendo tre volte quel passo su d'Emaus, non potè non vedere viam euntibu~ discipulis, etc. Ed io, per tutta risposta, espongo anche
che quello era un passo solo, ma si guardò bene dal notarlo per qui un saggio delle esattissime distanze di quest'Anonimo. Eusebio
,non perdere due autorità, ed averne una sola invece di tre (1). Ma in- e Girolamo nell'Onomastico (a. v. Arboc) mettono Ebron a circa
somma, che dice ,d'Emaus il testo uno e trino? Che dista da Geru- 22 miglia da Gerusalemme; e l'Anonimu, a pago 414, lo colloca sexto
salemme miglia 6 e miglia 7. A quale delle due distanze egual- milliario a Ierusalem, colla piccola differenza di miglia 16. Eusebio
mente disformi dai 60 stadi appiglierassi l'Avversario? Ad amendue: e Girolamo (ibid.) pongono Bersabea a 20 miglia da Ebron verso
e tra poco ci presenterà altra descrizione di miglia 8, e poi altra sud; ~ 1'Anonimo, a pago 415, scrive: Ab Hebron m'illiario clecimo
ancora di miglia 9; ma ciò è tutt'uno per lui: chè miglia 6 e miglia contra Philistiim Bersabee. Differenza di miglia 'lO. Girulamo, tradu
7 e miglia 8 e miglia 9 mirano sempre a Cubebe, sebbene senza cendo l'Onomastico, vi aggiunge che Betlemme s'incontra in sextu
nominarlo od indicarne anche solo la direzione a partire da Genl- ab Aelia milliario; l'Anonimo si contenta di 4, come l'antecedente,
salemme. Che ricchezza d'argomenti! Che evidenza di prove! . ma suppli.sce al difetto delle miglia con una notizia non più intesa,
lo tuttavia per mostrare quanto false siano le distanze date da scrivendo a pago 425: Quarto milliario a lerusalem Effrata ... quarn
questi tre, pongo qui per saggio quelle che il principale di essi, postea lacob norninavit Bethleem. Voi, o M. R. Avversario, che foste
cioè il 'iVirzburgense, assegna a Gerusalemme versu parecchie città, a Gerusalemme, voi sapele che il monastero greco di S. Croce dista
che più o meno lontane la circondano: Vigesimo quarto milliario a dalle mura della città uno scarso miglio; ma il vostro Anonimo, a
Sichem, decimo sexto a Diospoli} decimo sexto ab Ebron, decimo a le- pago 428, ne mette due: Secundo milliarìo locus ubi crevit clomi-
nicae crucis lignum. A voi poi domando} se fra Lidda-Diospoli e
(I) :'I/Cltiilmogliele noi sotto gli occhi in modo elle lIon p_ossa più dissimularne Giaffa-loppe corrano due sole ,miglia : e voi per risposta mi doman-
l'identità. - WIR5BURG •. Eodern die declinante iwn ad vfspera.m, peregrini sub specie derete,se io sia pazzo? E pure il vostro Anonimo scrive a pago 430:
Christl.IS lateils appantit d110bus discipulis in via sub cOllquestg de rnofte iUÌ'tls Secundo millùtrio a DiospoU, supra mare Ioppe. Stando così la cosa,
tendentibus Nicopoli1n, idest Emalls, oppùlum VI 1nilliatio ab lenlsalem. - EUGESIPPO.
Eadem die iam declinante advespermn. snb peregrini specie, Christl1s latitans non offendetevi se vi dico che bisogna esser pazzi per pretendere
appantit duobus discipulis tendentibns Sicopolim} idest Emaus, oppidnm septimo che quest'Anonimo, facendo Emaus lontano otto sole miglia, possa
milliario ab Ien~salem. - FRETELLO_ Eadem (lie declinante iam ad vespemm, pere- provare che sotto i Crociati veÌleravasi a Cubebe.
grini sub specie Christus latitans apparnit duobus discipnlis in 'eia tendelililms Alla pa;Z. 127 l'Avversario ci presenta quel passo del Focas,
Eu,feropolim (errore d'amanuense), idest Emaus,. oppidum sexto milliario ab lerusalem. greco pellegrino del 1185, che io esamino con tutta critica nel capo
Tutta la differenza tI'a questi tre pa8si che io trascrivo dali' Avversal'io, sta in ciò che
i due copiatori lasciarono ·addietro le parole del copiato sub conquestu mOTtis illins ullimo del mio antecedente lavoro, p. mostro ad evidenza favorevole
che nulla dicono intorrlo alla distanza d'Em<llIS da Gerusalemme. ad Emuàs. E come potrebbe essere altramente, se i Greci, come a
Hl!
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lettore, quanti siano codesti seguenti pellegrinaggi che costui prende rico} quarto a Bethleem, decimo sexto a Bersabee, vigesimo quarto ab
dal Tobler? Uno 'solo! chè il secondo è tolto dal Vogiiè, il terzo Ascalone, totidemque a Ioppe, decimo sexto a Ramatl~a.:. lerusalem
dai Bollandistr, il quarto ed il quinto dal Vogùè ancora. Adunque sanctissima ludaeae metropolis. E qui lJscio giudice il mio stesso
il primo ed unico dei seguenti pellegrinaggi è il non pellegrinaggio, Avversario e lo invito a pronunziare, se tra tutte queste distanze ve
ma Descriptio Terrae Sanctae Ioannis Wirzburgensis, che credesi n'abbia una sola esatta. Dica egli se da Betlemme a Gerusalemme v'ab-
appartenga all'anno 1170. Di costui l'Avversario riferisce le seguenti biano solo miglia 4; solo 16 da Diospoli·Lidda e da Ebron; solo 24
parole: Eadem die declinante iam ad 'vesperam ... Ma adagio, Biagio; da Ioppe-Giaffa, e da Ascalon, ecc., e dopo gli domanderò ancora se
queste stesse parole io l'ho già lette nel capitolo III, non una, ma si possa più credere alle sei, che codesto Wirzburgense pone fra Ge-
due volte sotto i nomi di Eugesippo e di Fretello, come scrittori rusalemme ed Emaus.
anteriori alle crociate: come va, che l'Avversario me le ripropone Il Vogiiè nelle appendici alle Églises de la T. S. pubblica De
qui per la terza volta siccome scritte dal Wirzburgense? A rinver- situ u1'bis lerusalem et de lo cis sanctis, etc. Da quest'antica descri-
gare questa matassa vuoI si sapere che un tal Gio. da vVirzburg zione, non pellegrinaggio, l'Avversario stacca il seguente passo per
compose veramente la citata Descriptio, e che un Eugesippo ed un provare 0he ai tempi dei Crociati Emaus era venerato in Cubebe:
Fretello se l'appropriarono con lievi modi,ficazioni. L'Avversario Octavo milliario ab Ierttsalem Eutheropol.is, idest Emaus, per qtwm
scrivendo tre volte quel passo su d'Emaus, non potè non vedere viam euntibu~ discipulis, etc. Ed io, per tutta risposta, espongo anche
che quello era un passo solo, ma si guardò bene dal notarlo per qui un saggio delle esattissime distanze di quest'Anonimo. Eusebio
,non perdere due autorità, ed averne una sola invece di tre (1). Ma in- e Girolamo nell'Onomastico (a. v. Arboc) mettono Ebron a circa
somma, che dice ,d'Emaus il testo uno e trino? Che dista da Geru- 22 miglia da Gerusalemme; e l'Anonimu, a pago 414, lo colloca sexto
salemme miglia 6 e miglia 7. A quale delle due distanze egual- milliario a Ierusalem, colla piccola differenza di miglia 16. Eusebio
mente disformi dai 60 stadi appiglierassi l'Avversario? Ad amendue: e Girolamo (ibid.) pongono Bersabea a 20 miglia da Ebron verso
e tra poco ci presenterà altra descrizione di miglia 8, e poi altra sud; ~ 1'Anonimo, a pago 415, scrive: Ab Hebron m'illiario clecimo
ancora di miglia 9; ma ciò è tutt'uno per lui: chè miglia 6 e miglia contra Philistiim Bersabee. Differenza di miglia 'lO. Girulamo, tradu
7 e miglia 8 e miglia 9 mirano sempre a Cubebe, sebbene senza cendo l'Onomastico, vi aggiunge che Betlemme s'incontra in sextu
nominarlo od indicarne anche solo la direzione a partire da Genl- ab Aelia milliario; l'Anonimo si contenta di 4, come l'antecedente,
salemme. Che ricchezza d'argomenti! Che evidenza di prove! . ma suppli.sce al difetto delle miglia con una notizia non più intesa,
lo tuttavia per mostrare quanto false siano le distanze date da scrivendo a pago 425: Quarto milliario a lerusalem Effrata ... quarn
questi tre, pongo qui per saggio quelle che il principale di essi, postea lacob norninavit Bethleem. Voi, o M. R. Avversario, che foste
cioè il 'iVirzburgense, assegna a Gerusalemme versu parecchie città, a Gerusalemme, voi sapele che il monastero greco di S. Croce dista
che più o meno lontane la circondano: Vigesimo quarto milliario a dalle mura della città uno scarso miglio; ma il vostro Anonimo, a
Sichem, decimo sexto a Diospoli} decimo sexto ab Ebron, decimo a le- pago 428, ne mette due: Secundo milliarìo locus ubi crevit clomi-
nicae crucis lignum. A voi poi domando} se fra Lidda-Diospoli e
(I) :'I/Cltiilmogliele noi sotto gli occhi in modo elle lIon p_ossa più dissimularne Giaffa-loppe corrano due sole ,miglia : e voi per risposta mi doman-
l'identità. - WIR5BURG •. Eodern die declinante iwn ad vfspera.m, peregrini sub specie derete,se io sia pazzo? E pure il vostro Anonimo scrive a pago 430:
Christl.IS lateils appantit d110bus discipulis in via sub cOllquestg de rnofte iUÌ'tls Secundo millùtrio a DiospoU, supra mare Ioppe. Stando così la cosa,
tendentibus Nicopoli1n, idest Emalls, oppùlum VI 1nilliatio ab lenlsalem. - EUGESIPPO.
Eadem die iam declinante advespermn. snb peregrini specie, Christl1s latitans non offendetevi se vi dico che bisogna esser pazzi per pretendere
appantit duobus discipulis tendentibns Sicopolim} idest Emaus, oppidnm septimo che quest'Anonimo, facendo Emaus lontano otto sole miglia, possa
milliario ab Ien~salem. - FRETELLO_ Eadem (lie declinante iam ad vespemm, pere- provare che sotto i Crociati veÌleravasi a Cubebe.
grini sub specie Christus latitans apparnit duobus discipnlis in 'eia tendelililms Alla pa;Z. 127 l'Avversario ci presenta quel passo del Focas,
Eu,feropolim (errore d'amanuense), idest Emaus,. oppidum sexto milliario ab lerusalem. greco pellegrino del 1185, che io esamino con tutta critica nel capo
Tutta la differenza tI'a questi tre pa8si che io trascrivo dali' Avversal'io, sta in ciò che
i due copiatori lasciarono ·addietro le parole del copiato sub conquestu mOTtis illins ullimo del mio antecedente lavoro, p. mostro ad evidenza favorevole
che nulla dicono intorrlo alla distanza d'Em<llIS da Gerusalemme. ad Emuàs. E come potrebbe essere altramente, se i Greci, come a
Hl!
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suo luogo provai, presenti e passati han sempre riconosciuto Emaus dopo d'averle visiLate (cosa impossibile in quel periodo di più acca-
io Emuàs? L'Avversario si lusinga di scoprire nel Focas il suo Cu- nita lotta fra musulmani e Crociati), ma solo sicul mihi visum fuit
bebe coll'innocente (!) aggiunta della parola Gerusalemme, per cui expedire ad maiorem intelligentiam Sacrae Scripturae; mentre della
mentre il testo dice che Emaus è a sette miglia e più al di là di terza parte (Historia orientalis) attesta che sicut propr'iis oculis vidi,
S. Samuele, l'Avversario gli fa dire che è a sette miglia e più da tractal'C coepi. Parla quindi d'Emaus come parla di Bostra e del Cairo,
Gerusalemme. Focas aggiunge che giace in mezzo d'una valle SUl' che non vide mai.
un' eminenza, precisa postura d'Emuàs; e 1'A vversario, pur accettandu Sempre nello scopo di provare che dopo dei Crociati fu tras-
il verbo giace,'che accenna a basso sito, traduce così: Giacesitu,alo ferito Emaus qui e colà più vicino di Gerusalemme, io riportai le
in mezzo ad una valle sul dorso elel'ato di 1tn monte. Per tal guisa testimonianze di llurcardo e di Ricoldo, mostrando in pari tempo
valle e monte cessan d'essere l'opposto uno dell'altro, e se la inten- che costoro nissun indizio ci porgono di Cubebe, come falsamente
j
dono a meraviglia. Focas finalmente scrive che nella pianura di pretendete voi, mio dolce fratello, a pago 133 e seguenti. Permet- - I
Ramle si vede il gran tempio di S. Giorgio; e l'Avversario gli fa tetemi quindi di non ripetere quello che altrove ho detto, ma invece iì
dire che di tas~ù, cioè dall'Emaus di Cubebe si vede il vasto tempio d'insegnarvi alcune cose, che voi mostrate d'ignorare, e: - 10 Che
del gran 'l1uirtire S. Giorgio. Così l'Emaus della valle si trasforma le 4 leghe di Burcardo sono pari a' stadii 96, non à 60; - 20 Che i
nel Cubebe del monte. Destrezza da giocoliere! queste sue parole: De isla (Gabaa) ad leucam parvam est Gabaon, non
Dalla nominata appendice del Vogiiè l'Avversario traduce due indicano già che Burcardo adoperi, come voi sognate, due differenti
passi in vecchio francese, che io stesso già riportai per provare che leghe, la grande di miglia 3 e la piccola di sole 2, ma significano
dopo le Crociate Emaus era stato trasportato molto più vicino di che traque' due luoghi corre una piccola, una scarsa lega. Se taluno
.. Gerusalemme; sciocca è quindi l'osservazione di lui, che le distanze all'udirmi dire che tra Gerusalemme ed il monastero di Santa Croce
dale da que' due non potrebbero applicarsi ad Emuàs; ma giusta è vi è un picco I miglio, volesse conchiudere che io adopero due sorta
la mia, che non potrebbero applicarsi a Cubebe. Tien dietro ai due di miglia, il grande ed il piccolo, io gli risponderei - scnsate ve', !
ì
francesi quel Privilegium Concordiae del 1141, che io pure già ri- Padre Molto Reverendo, - « Tu sei balordo. }) - 3° Che se l'unico
parLai ed al quale rimando il lettore, non senza avvertire l'Avver- esempio da voi prodotto di leuca parva prova l'uso in Bllrcardo di I
I

sario che nel Codice Diplomatico del Paoli, dal quale egli dice, due diverse leghe, mostra pure che quando egli adopera la piccola lo
menLitore come al solito, che lo riporta, quel documento non Lrovasi dice. Quindi facendo egli Emaus distante da Gerusalemme quattro
al N° XVH, ma al XXI, e che ivi non ha il titolo latino che egli gli dà leghe senza più, intende leghe di miglia 3, nè più nè meno d'allora,
(mentitore anche qui); ma lo ha in ita[iano, mentre lo ha in latino che scrivendo Ab Ierusalem duabtts leuàs ... sila esi Bethleem, ci dà
nel Carlulaire du Saint Sépulchre d61 Ronzière, ma non scemo, la giusta distanza di miglia 6, non la falsa di 4; - 4° Che l'edizione
come lo dà egli, delle parole De casalibns Egli riporta ancora, a del Bllrcardo di Anversa (1536) e quella d'Amsterdam (1707) porlano
pago 133, queste parole di Jacopo da Vitry, Vescovo d'Acri e poi leghe iO, quella del Canisio (1725) leghe 2, e tutte le allre leghe 4;
Cardinale: Castellnm Emaus quod distat ab Ierusalem stadiù sexa- neppur una che ne dia due leghe e mezzo da pareggiare i 60 stadii
gìnla. E che però? Lo scrittore non dà qui quella distanza per di Cubebe; - 5" Finalmente che il Ricoldo non morì, come voi dite,
averla egli riconosciuta, ma perchè così leggeva nella VolgaLa, come nel 1309, ma, come scrive il suo italiano traduttore e confratello
per la stessa ragione chiama Emaus castellum, sebbene castello P. Fineschi nelle Memorie istoriche degli uomini illustri del convento
non fosse allora nè mai. E poi dato e non concesso che avesse rico- di Santa N/aria Novella, Ricoldo da Monte Croce morì nel 1220. E ciò
nosciuto Emaus distante 60 stadij da Gerusalemme, qual è la ragione sia detto per soddisfare ad nn vostro onesto desiderio, espresso
per credere che ei l'abbia riconosciuto in Cubebe, e non dovechessia quando scrivevate a pago 125: Sto aspettando le dotte osservazioni
ad egual distanza dalla Santa Città? Nel prologo della sua triplice degli avversari sul mio modo di argomentare. Se le mie osservazioni
storia il Vitryavvisa che la prima parte (Historia Ierosolimitana) , non son dotte, sono vere, come capziosa è la vostra argomentazione.
in cui egl i descrive civitales et alict toca de quibns frequenlius in Nel capitolo VII, che ha per titolo: Pellegrini del secoto XIV,
divinis scripturis mentionem fieri reperio, avvisa, dico, di farlo, non l'A vversario invoca la te:stimonianza di sei scrittori, che egli, nella

Il
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suo luogo provai, presenti e passati han sempre riconosciuto Emaus dopo d'averle visiLate (cosa impossibile in quel periodo di più acca-
io Emuàs? L'Avversario si lusinga di scoprire nel Focas il suo Cu- nita lotta fra musulmani e Crociati), ma solo sicul mihi visum fuit
bebe coll'innocente (!) aggiunta della parola Gerusalemme, per cui expedire ad maiorem intelligentiam Sacrae Scripturae; mentre della
mentre il testo dice che Emaus è a sette miglia e più al di là di terza parte (Historia orientalis) attesta che sicut propr'iis oculis vidi,
S. Samuele, l'Avversario gli fa dire che è a sette miglia e più da tractal'C coepi. Parla quindi d'Emaus come parla di Bostra e del Cairo,
Gerusalemme. Focas aggiunge che giace in mezzo d'una valle SUl' che non vide mai.
un' eminenza, precisa postura d'Emuàs; e 1'A vversario, pur accettandu Sempre nello scopo di provare che dopo dei Crociati fu tras-
il verbo giace,'che accenna a basso sito, traduce così: Giacesitu,alo ferito Emaus qui e colà più vicino di Gerusalemme, io riportai le
in mezzo ad una valle sul dorso elel'ato di 1tn monte. Per tal guisa testimonianze di llurcardo e di Ricoldo, mostrando in pari tempo
valle e monte cessan d'essere l'opposto uno dell'altro, e se la inten- che costoro nissun indizio ci porgono di Cubebe, come falsamente
j
dono a meraviglia. Focas finalmente scrive che nella pianura di pretendete voi, mio dolce fratello, a pago 133 e seguenti. Permet- - I
Ramle si vede il gran tempio di S. Giorgio; e l'Avversario gli fa tetemi quindi di non ripetere quello che altrove ho detto, ma invece iì
dire che di tas~ù, cioè dall'Emaus di Cubebe si vede il vasto tempio d'insegnarvi alcune cose, che voi mostrate d'ignorare, e: - 10 Che
del gran 'l1uirtire S. Giorgio. Così l'Emaus della valle si trasforma le 4 leghe di Burcardo sono pari a' stadii 96, non à 60; - 20 Che i
nel Cubebe del monte. Destrezza da giocoliere! queste sue parole: De isla (Gabaa) ad leucam parvam est Gabaon, non
Dalla nominata appendice del Vogiiè l'Avversario traduce due indicano già che Burcardo adoperi, come voi sognate, due differenti
passi in vecchio francese, che io stesso già riportai per provare che leghe, la grande di miglia 3 e la piccola di sole 2, ma significano
dopo le Crociate Emaus era stato trasportato molto più vicino di che traque' due luoghi corre una piccola, una scarsa lega. Se taluno
.. Gerusalemme; sciocca è quindi l'osservazione di lui, che le distanze all'udirmi dire che tra Gerusalemme ed il monastero di Santa Croce
dale da que' due non potrebbero applicarsi ad Emuàs; ma giusta è vi è un picco I miglio, volesse conchiudere che io adopero due sorta
la mia, che non potrebbero applicarsi a Cubebe. Tien dietro ai due di miglia, il grande ed il piccolo, io gli risponderei - scnsate ve', !
ì
francesi quel Privilegium Concordiae del 1141, che io pure già ri- Padre Molto Reverendo, - « Tu sei balordo. }) - 3° Che se l'unico
parLai ed al quale rimando il lettore, non senza avvertire l'Avver- esempio da voi prodotto di leuca parva prova l'uso in Bllrcardo di I
I

sario che nel Codice Diplomatico del Paoli, dal quale egli dice, due diverse leghe, mostra pure che quando egli adopera la piccola lo
menLitore come al solito, che lo riporta, quel documento non Lrovasi dice. Quindi facendo egli Emaus distante da Gerusalemme quattro
al N° XVH, ma al XXI, e che ivi non ha il titolo latino che egli gli dà leghe senza più, intende leghe di miglia 3, nè più nè meno d'allora,
(mentitore anche qui); ma lo ha in ita[iano, mentre lo ha in latino che scrivendo Ab Ierusalem duabtts leuàs ... sila esi Bethleem, ci dà
nel Carlulaire du Saint Sépulchre d61 Ronzière, ma non scemo, la giusta distanza di miglia 6, non la falsa di 4; - 4° Che l'edizione
come lo dà egli, delle parole De casalibns Egli riporta ancora, a del Bllrcardo di Anversa (1536) e quella d'Amsterdam (1707) porlano
pago 133, queste parole di Jacopo da Vitry, Vescovo d'Acri e poi leghe iO, quella del Canisio (1725) leghe 2, e tutte le allre leghe 4;
Cardinale: Castellnm Emaus quod distat ab Ierusalem stadiù sexa- neppur una che ne dia due leghe e mezzo da pareggiare i 60 stadii
gìnla. E che però? Lo scrittore non dà qui quella distanza per di Cubebe; - 5" Finalmente che il Ricoldo non morì, come voi dite,
averla egli riconosciuta, ma perchè così leggeva nella VolgaLa, come nel 1309, ma, come scrive il suo italiano traduttore e confratello
per la stessa ragione chiama Emaus castellum, sebbene castello P. Fineschi nelle Memorie istoriche degli uomini illustri del convento
non fosse allora nè mai. E poi dato e non concesso che avesse rico- di Santa N/aria Novella, Ricoldo da Monte Croce morì nel 1220. E ciò
nosciuto Emaus distante 60 stadij da Gerusalemme, qual è la ragione sia detto per soddisfare ad nn vostro onesto desiderio, espresso
per credere che ei l'abbia riconosciuto in Cubebe, e non dovechessia quando scrivevate a pago 125: Sto aspettando le dotte osservazioni
ad egual distanza dalla Santa Città? Nel prologo della sua triplice degli avversari sul mio modo di argomentare. Se le mie osservazioni
storia il Vitryavvisa che la prima parte (Historia Ierosolimitana) , non son dotte, sono vere, come capziosa è la vostra argomentazione.
in cui egl i descrive civitales et alict toca de quibns frequenlius in Nel capitolo VII, che ha per titolo: Pellegrini del secoto XIV,
divinis scripturis mentionem fieri reperio, avvisa, dico, di farlo, non l'A vversario invoca la te:stimonianza di sei scrittori, che egli, nella

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.111 " sua usata veracità, presenta come pellegrini, sebbene tre soli lo possa conchiudere che Cubebe è Emaus? Forse perchè il Beato lo
siano ed uno di questi tre non abbia visto Emaus. Che pellegrino fa distante due leghe o miglia 6 da Aen Carem, senza dirci in qual

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non sia stato Ludolfo il Sassooe, riconosce egli medesimo; ma allora
perchè schierarlo qui Lra i pellegrini 'del 300'? Tu domandi, o let-
tore, perchè? Per abbagliare i suoi pipistrelli col fulgore della sua
direzione le due leghe si debbano misurare? .. Ma via non perdiam
tempo e veniamo ad un vero pellegrinaggio seritto da quello stesso
che pellegrinò, Frà Niccolò da Poggibonsi. Questo primo fra gli
:i vasta erudizione. E che dice sto Sassone in pro di Cubebe? Copia le scrittori francescani di Terrasanta, del quale l'Avversario, veritiero
parole del Volgato, e ripete che nel giorno della Risurrezione di Gesù -sempre, asserisce che scriveva il suo pellegrinaggio nel 134.5 (pa-
due discepoli ibant adversus caslellttm Emmaus, quod distabat ab gina 148), partiva dalla sua patria nel marzo di quest'anno, s'imbar-
Ierusalem sladiis sexaginla. Grazie dell' avviso. Pellegrino non fu, cava in Venezia ai 6 d'aprile e giungeva a Gerusalemme in febbraio
in secondo luogo, il veneto viaggiatore Marin Sa nudo. L'editore del dell'anno seguente, come nota egli medesimo. Tanto fu lungo per
costui libro Secretorum fidelium. Crucis, nella prefazione dice, ap- terra e tanto fortunoso in mare il suo viaggio che si calcola v'abbia
poggiandosi alle lettere di lui, 'che navigò in Cyprum, Arrneniam, impiegato più di 3 anni; ed è così che lo 8criveva nel 1345 (!).
Alexandn'a7n) Rhodurn; ma non nomina la Giudea, nè la Terrasanta, Vediam ora quel passo di costui, che l'Avversario riporta in prova
,&~,U
come non la nomina neppur egli, t'autore stesso, nella supplica del SIlO Cubebe; io lo trascrivo da lui colle parole con che lo
presentata al Papa, in cui dice de' suoi libri che 1tt eosdem execu- accompagna:
t1:om: rnandatem, quinquies trans{'I'etaverim 'ultra mare, quandoque « Partendo da Rama (Ramle) si va tra levante e mezzogiorno per
"" in Cyprum, quandoque in Armeniam, quandoque Ùl Alexandriam, « piano sino ad un albergo chiamato lo cane, e poi si sale da parte
quandoque vero in Rhodum. Nihilominus priusquam super d1~cta causa « diritta, e trovi un piccolo monte che vi sono case guaste. » Non
scribere sum aggress'Us, vicibus multis extiteram in Alexandria ... , in simno più dunque nella pianura, poichè si sale .e si trova un monte,
Romania t'ero mm'orem partemtemporis 1)itae meae peregi. E l' Av· che il pellegrino crede sia Modin. Seguita poi a dire,' « Andando
versario, a pago 142, osa scrivere che il Sanudo visitò cinqlle volte « più avanti per detta via, a un miglio da parte sinistra trovi una
la Palestina? « via che si dilunga da Gerusalemme per 5 miglia, e andando per
Dicasi lo stesso del B. Odorico da p'ordinone, che nel 1380 (non « detta via tre miglia, trovi un castello che si chiama Emaus, ove
nel 1320, come nota l'Avversario) dettava un suo Liber de TerTa « Cristo apparve a' suoi discepoli. » Si può domandare agli avver-
Sancta al francescano suo fratello Guglielmo da Solagna nel Mode- sari se salendo pei monti e nella indicata direzione, e per più miglia
nese (1). Il nostro i Ilustre Marcellino da Civezza, che nella sua Storia dopo percorsa la pianura, se tuttavia si va ad Amrn:uàs ovvero a
Universale delle Missioni Francescane (vol. III, cap. 12) ne tesse la S. Giovanni. A me poco importa che questo antico visitante di Terra
vita e ne racconta distintamente i viaggi, nota forse che il Beato Santa non segni tanto bene le distanze da Gerusalemme; mi basta
abbia percorso la Palestina? No; ma si ammetta che fatto l'abhia, soltanto che abbia descritto la via di Emma1ls presso MoJin e Cubebe,
che dice po' poi di Emaus? Eccone le parole, che io trascrivo dal- nonchè degli altri luoghi che poi ricO?'da, come abbiamo udito dagli
l'Avversario stesso, pago 143: Iuda (Ain-Carem) ad duas leucas, altri a lui precedenU. - Adesso a me. E in prima, rispondendo,
ùJ.xla Modin civitalem Machabaeorum, et civitatem Gabaon, est ca- fratel mio dolce, alla vostra domanda, non so capire perchè voi mi
stellum Ematts) in quo discip'tltli, etc. ,Qui, anzitutto, io invito il let- cacciate qui S. Giovanni; siett! voi che un momento fa ci volevate
~I tore ad ammirare la bella traduzione che l'Avversario ci dà delle
prime parole di questo passo: ( Vicino due leghe da (sic) S. Gio-
condurre a S. Giovanni con quella vostra troppo libera versione della
parola Inda. In quanto ad Emuàs dovrò io ripetervi sempre che
l . l:~rl
li vanni in Mùntana. 7> Indi domando a lui come da questo passo si . da poi delle Crociate Emausfu trasferito dagli occidentali or qua,
!
'I" or là, finchè verso il 500 i nostri fratelli Jo fissarono in Cubebe?
iji
~
In secondo luogo se a voi basta soltanto che Frà Niccolò abbia de-
(1) Il Laurent, editore del B. Odorico, riporta dal Codice Guelferbitano la seguente
i!
~I nota: Praedicta autem fidelitel' {rater G1dlhelmus de Solagna in 'scl'iptis redegit, scritto la via d'Emaus presso Modin e presso Cubebe, che neppul'
sicut praedictus Odol'icus ore pl~oprio exprimebat, anno Domini millesimo trice11- nomina, a me basta, senza il soltanto, che abbia indicato Emaus a
tesimo tricesirno. due miglia presso la Santa Città) scrivendo che lo si trovava dopo
,ml.1 - f7:? - - 173-
.111 " sua usata veracità, presenta come pellegrini, sebbene tre soli lo possa conchiudere che Cubebe è Emaus? Forse perchè il Beato lo
siano ed uno di questi tre non abbia visto Emaus. Che pellegrino fa distante due leghe o miglia 6 da Aen Carem, senza dirci in qual

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non sia stato Ludolfo il Sassooe, riconosce egli medesimo; ma allora
perchè schierarlo qui Lra i pellegrini 'del 300'? Tu domandi, o let-
tore, perchè? Per abbagliare i suoi pipistrelli col fulgore della sua
direzione le due leghe si debbano misurare? .. Ma via non perdiam
tempo e veniamo ad un vero pellegrinaggio seritto da quello stesso
che pellegrinò, Frà Niccolò da Poggibonsi. Questo primo fra gli
:i vasta erudizione. E che dice sto Sassone in pro di Cubebe? Copia le scrittori francescani di Terrasanta, del quale l'Avversario, veritiero
parole del Volgato, e ripete che nel giorno della Risurrezione di Gesù -sempre, asserisce che scriveva il suo pellegrinaggio nel 134.5 (pa-
due discepoli ibant adversus caslellttm Emmaus, quod distabat ab gina 148), partiva dalla sua patria nel marzo di quest'anno, s'imbar-
Ierusalem sladiis sexaginla. Grazie dell' avviso. Pellegrino non fu, cava in Venezia ai 6 d'aprile e giungeva a Gerusalemme in febbraio
in secondo luogo, il veneto viaggiatore Marin Sa nudo. L'editore del dell'anno seguente, come nota egli medesimo. Tanto fu lungo per
costui libro Secretorum fidelium. Crucis, nella prefazione dice, ap- terra e tanto fortunoso in mare il suo viaggio che si calcola v'abbia
poggiandosi alle lettere di lui, 'che navigò in Cyprum, Arrneniam, impiegato più di 3 anni; ed è così che lo 8criveva nel 1345 (!).
Alexandn'a7n) Rhodurn; ma non nomina la Giudea, nè la Terrasanta, Vediam ora quel passo di costui, che l'Avversario riporta in prova
,&~,U
come non la nomina neppur egli, t'autore stesso, nella supplica del SIlO Cubebe; io lo trascrivo da lui colle parole con che lo
presentata al Papa, in cui dice de' suoi libri che 1tt eosdem execu- accompagna:
t1:om: rnandatem, quinquies trans{'I'etaverim 'ultra mare, quandoque « Partendo da Rama (Ramle) si va tra levante e mezzogiorno per
"" in Cyprum, quandoque in Armeniam, quandoque Ùl Alexandriam, « piano sino ad un albergo chiamato lo cane, e poi si sale da parte
quandoque vero in Rhodum. Nihilominus priusquam super d1~cta causa « diritta, e trovi un piccolo monte che vi sono case guaste. » Non
scribere sum aggress'Us, vicibus multis extiteram in Alexandria ... , in simno più dunque nella pianura, poichè si sale .e si trova un monte,
Romania t'ero mm'orem partemtemporis 1)itae meae peregi. E l' Av· che il pellegrino crede sia Modin. Seguita poi a dire,' « Andando
versario, a pago 142, osa scrivere che il Sanudo visitò cinqlle volte « più avanti per detta via, a un miglio da parte sinistra trovi una
la Palestina? « via che si dilunga da Gerusalemme per 5 miglia, e andando per
Dicasi lo stesso del B. Odorico da p'ordinone, che nel 1380 (non « detta via tre miglia, trovi un castello che si chiama Emaus, ove
nel 1320, come nota l'Avversario) dettava un suo Liber de TerTa « Cristo apparve a' suoi discepoli. » Si può domandare agli avver-
Sancta al francescano suo fratello Guglielmo da Solagna nel Mode- sari se salendo pei monti e nella indicata direzione, e per più miglia
nese (1). Il nostro i Ilustre Marcellino da Civezza, che nella sua Storia dopo percorsa la pianura, se tuttavia si va ad Amrn:uàs ovvero a
Universale delle Missioni Francescane (vol. III, cap. 12) ne tesse la S. Giovanni. A me poco importa che questo antico visitante di Terra
vita e ne racconta distintamente i viaggi, nota forse che il Beato Santa non segni tanto bene le distanze da Gerusalemme; mi basta
abbia percorso la Palestina? No; ma si ammetta che fatto l'abhia, soltanto che abbia descritto la via di Emma1ls presso MoJin e Cubebe,
che dice po' poi di Emaus? Eccone le parole, che io trascrivo dal- nonchè degli altri luoghi che poi ricO?'da, come abbiamo udito dagli
l'Avversario stesso, pago 143: Iuda (Ain-Carem) ad duas leucas, altri a lui precedenU. - Adesso a me. E in prima, rispondendo,
ùJ.xla Modin civitalem Machabaeorum, et civitatem Gabaon, est ca- fratel mio dolce, alla vostra domanda, non so capire perchè voi mi
stellum Ematts) in quo discip'tltli, etc. ,Qui, anzitutto, io invito il let- cacciate qui S. Giovanni; siett! voi che un momento fa ci volevate
~I tore ad ammirare la bella traduzione che l'Avversario ci dà delle
prime parole di questo passo: ( Vicino due leghe da (sic) S. Gio-
condurre a S. Giovanni con quella vostra troppo libera versione della
parola Inda. In quanto ad Emuàs dovrò io ripetervi sempre che
l . l:~rl
li vanni in Mùntana. 7> Indi domando a lui come da questo passo si . da poi delle Crociate Emausfu trasferito dagli occidentali or qua,
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'I" or là, finchè verso il 500 i nostri fratelli Jo fissarono in Cubebe?
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In secondo luogo se a voi basta soltanto che Frà Niccolò abbia de-
(1) Il Laurent, editore del B. Odorico, riporta dal Codice Guelferbitano la seguente
i!
~I nota: Praedicta autem fidelitel' {rater G1dlhelmus de Solagna in 'scl'iptis redegit, scritto la via d'Emaus presso Modin e presso Cubebe, che neppul'
sicut praedictus Odol'icus ore pl~oprio exprimebat, anno Domini millesimo trice11- nomina, a me basta, senza il soltanto, che abbia indicato Emaus a
tesimo tricesirno. due miglia presso la Santa Città) scrivendo che lo si trovava dopo
- 174- - 175-
tre miglia d'una via., che si dilungava da Gerusaiemme per miglia 5. fabbricare la brutta satira e nera calunnia contro i Francescani di
Dunque non lo indicava ancora al vostro Cubebe che se ne dilunga Palestina, amati confratelli del Bassi ... d'avere cioè più volle tras-
sette e mezzo. Voglio credervi capace di questa sottrazione aritme- parlato il sito d'Emaus in luog~1: diversi. Conchiude poi il snochi-
tica: Se da 5 togli 3, rimangono 2.' È poi assolutamente falso che riello sul Baldensel così: Quindi è, che altro scopo non vi si riscontra
l'antico visitante ricordi altri luoghi dopo di Emaus; con esso chiude {uor di quello di calunniare apertamente i Francescani!! (Sono anche
il capo, e sul bel principio del capo seguente ci si mostra alle dell'educato scrittore i due punti d'esclamazione). Or io dico che
porte di Gerusalemme. Come si fa egli, caro fratello, che non pos- C]nesta è una calunnia appostami dal mio Avversario; ,perciocch-è,
siate ordire un periodo senza incastrarvi una menzogna? in primo luogo, è falso che io abbia preso motivo dal Baldensel
Il pellegrino che parla d'Emaus senz'esservi stato è Simone Si- per affermare che Emaus fu dai Francesc~mi trasportato or qua or là;
goli. Visitato il Sinai, va a Gerusalemme per Gaza, Ebron e Betlemme; in secondo luogo è falso, falsissimo che io abbia affermato un tale
e dopo d'essersi fermato undici dì nella Ciltà Santa, senza dire d'es- molteplic~ trasporto, avendo semplicemente asserito (pag. 82) che
serne mai uscito, parte per Damasco., donde a Beruti, a Venezra, ecc. 'verso il principio del secolo XVI i Francescani s'accorsero che Emaus,
Terminato il racconto del suo viaggio, ne dà il catalogo di tutti i duv' {'glino venendo in Terrasanta l'avevan trovato., non presentava la
luoghi memorandi della Terrasanla, e tra quesli anche di Emaus; ma distanza dei 60 stadii, ed osservarono che questa distanza verificavasi
prova che egli non vi fu, si è il silenzio del suo compagno Lionardo invece più oltre sur un al.tipiano coperto di T1tine e no ma lo Cubebe;
Frescobaldi, chepur descrisse quel loro viaggio. D'Emaus intanlo di che quelle ruine credettero e fecero credere essere di Emaus-Nico- !
'\
eosì scrive il Sigoli: « Valtene in verso Rama, di fuori della detta poli. Aggiunsi: Sembra tuttavia che non lulli i Francescani accet-
« terra di Rama quasi a un miglio si è il sepolcro di Samuele pro- lltssero quel trasporto, ed alcuni inclinassero a riconoscer Emaus coi
.« feta. Appresso a Rama a 60 stadii è un castello il quale si chiama lcvantini e coll' antichità l:n Emuàs. Così nella citata pagina. Ed a
« Emaus, nel quale luogo quelli due discepoli di Gesù Cristo il pago 84 soggiunsi: L'autorità tuttavia della Volgata, che allora ap-
« conobbero nel partire il pane. ») Qui 1'Avversario pretende che punto (anno 1546) era dal Tridentino dichiarala autentica, impedì
per Rama si debba intendere non Ramle, come negli antecedenti ai Francescani di tornare fin là; ed in ciò noi compcilianw al toro
e seguenti scrittori., ma Ramataim Sofin. Ma Ramataim Sofim, se- inganno, e ne paion anzi lodevoli per aver riconosciuto il primo er-
polcro di Samuele, è comunemente riconosciuto in ~abi Samuil, rore. S'arroge che fra le ruine di Cubebe essi trovarono quelle d'unà
discosto miglia 6 da Gerusalemme, pari a stadii 48; quindi l'Emaus chiesa ... e quelle ruine {urofto credute della chiesa eretta negli an-
del Sigoli, che è a 60 stallii appresso Rama o Ramathaim Sophim, lichi lemlJi sul silo del riconoscimento di Cristo risorto. Così io scrissi
disterebbe da Gerusalemme 108 stadii. - « Ma no, ripiglia l'Avver- a pago 84 del mio « Emaus, città della Palestina. ») E così scrivendo
sario, perocchè dopo que' 60 stadii bisogna aggiungere da Gerusa- io calunniai i miei antichi fratelli? ..
m~ lemme. » -Ob! sentite, rispondo io, siccome quest'aggiunta non Veggasi ora se io li abbia accusati d'aver trasportato or qua or là
~:1 riscontrasi in alcun Codi~e, nè in alcuna delle tre edizioni che si più volte il sila d'Emaus in diversi luoghi. Dopo d'aver trascritto le
hanno del Sigoli, io, trattandosi di arbitraria aggiunta, vi consi- parole con cui il Quaresmi lamentava l'assenza nel nuovo Emaus
glierei di aggiunger subito Cubebe, che s'arebbe la più spiccia. d'ogni fontana, anche di quella famosa presso gli scrittori cristiani,
Prima di lasciare il capitolo VII. dobbiamo arrestarci sull'Ode- io conchiusi in questi termini,: Ma fontana o non fontana, Emaus
porico (viaggio) in Terrasauta di Guglielmo Baldensel, che l'A vver- non si mosse più di colà. CosÌ a pago 88. Sarebbe forse così che io
sario cita non come prova dell' Emaus di Cubebe, ma per appuntar avrei calunniato i miei antichi fratelli accusandoli d'aver più volte
',:
l,i me che me ne sel'yii impropriamente d'un passo. In ciò io gli dò trasportato il sito di Emaus in luoghi diversi ? .. Ed ora che ' dovrà
piena ragione; quel passo è sparito dalla mia seconlla edizione. dirsi del mio Avversario e mio vero calunniatore? ... Oh! egli che
Nonpertanto gli lascierò passar liscia la calunnia che qui (pag. 146) in tutti i suoi scritti sulla presente questione si scaglia cosÌ spesso
mi appicca d'aver io preso motivo da qnel passo per affermare che contro d,i ,me con termini d'insulto e di scherno, con perfide insi-
il Sautuario d'Emaus fu dai Francescani trasportalo or qua 'or là; nuazioni e colla falsificazione delle mie parole, allora massimamente
Ii'IIi' - parole a cui fan eco, in fondo a ùetta pagin3, quest'altre: Si vnol che si trova arreticato fra le mie ragioni e non sa come sguizzarne;
1:11
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tre miglia d'una via., che si dilungava da Gerusaiemme per miglia 5. fabbricare la brutta satira e nera calunnia contro i Francescani di
Dunque non lo indicava ancora al vostro Cubebe che se ne dilunga Palestina, amati confratelli del Bassi ... d'avere cioè più volle tras-
sette e mezzo. Voglio credervi capace di questa sottrazione aritme- parlato il sito d'Emaus in luog~1: diversi. Conchiude poi il snochi-
tica: Se da 5 togli 3, rimangono 2.' È poi assolutamente falso che riello sul Baldensel così: Quindi è, che altro scopo non vi si riscontra
l'antico visitante ricordi altri luoghi dopo di Emaus; con esso chiude {uor di quello di calunniare apertamente i Francescani!! (Sono anche
il capo, e sul bel principio del capo seguente ci si mostra alle dell'educato scrittore i due punti d'esclamazione). Or io dico che
porte di Gerusalemme. Come si fa egli, caro fratello, che non pos- C]nesta è una calunnia appostami dal mio Avversario; ,perciocch-è,
siate ordire un periodo senza incastrarvi una menzogna? in primo luogo, è falso che io abbia preso motivo dal Baldensel
Il pellegrino che parla d'Emaus senz'esservi stato è Simone Si- per affermare che Emaus fu dai Francesc~mi trasportato or qua or là;
goli. Visitato il Sinai, va a Gerusalemme per Gaza, Ebron e Betlemme; in secondo luogo è falso, falsissimo che io abbia affermato un tale
e dopo d'essersi fermato undici dì nella Ciltà Santa, senza dire d'es- molteplic~ trasporto, avendo semplicemente asserito (pag. 82) che
serne mai uscito, parte per Damasco., donde a Beruti, a Venezra, ecc. 'verso il principio del secolo XVI i Francescani s'accorsero che Emaus,
Terminato il racconto del suo viaggio, ne dà il catalogo di tutti i duv' {'glino venendo in Terrasanta l'avevan trovato., non presentava la
luoghi memorandi della Terrasanla, e tra quesli anche di Emaus; ma distanza dei 60 stadii, ed osservarono che questa distanza verificavasi
prova che egli non vi fu, si è il silenzio del suo compagno Lionardo invece più oltre sur un al.tipiano coperto di T1tine e no ma lo Cubebe;
Frescobaldi, chepur descrisse quel loro viaggio. D'Emaus intanlo di che quelle ruine credettero e fecero credere essere di Emaus-Nico- !
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eosì scrive il Sigoli: « Valtene in verso Rama, di fuori della detta poli. Aggiunsi: Sembra tuttavia che non lulli i Francescani accet-
« terra di Rama quasi a un miglio si è il sepolcro di Samuele pro- lltssero quel trasporto, ed alcuni inclinassero a riconoscer Emaus coi
.« feta. Appresso a Rama a 60 stadii è un castello il quale si chiama lcvantini e coll' antichità l:n Emuàs. Così nella citata pagina. Ed a
« Emaus, nel quale luogo quelli due discepoli di Gesù Cristo il pago 84 soggiunsi: L'autorità tuttavia della Volgata, che allora ap-
« conobbero nel partire il pane. ») Qui 1'Avversario pretende che punto (anno 1546) era dal Tridentino dichiarala autentica, impedì
per Rama si debba intendere non Ramle, come negli antecedenti ai Francescani di tornare fin là; ed in ciò noi compcilianw al toro
e seguenti scrittori., ma Ramataim Sofin. Ma Ramataim Sofim, se- inganno, e ne paion anzi lodevoli per aver riconosciuto il primo er-
polcro di Samuele, è comunemente riconosciuto in ~abi Samuil, rore. S'arroge che fra le ruine di Cubebe essi trovarono quelle d'unà
discosto miglia 6 da Gerusalemme, pari a stadii 48; quindi l'Emaus chiesa ... e quelle ruine {urofto credute della chiesa eretta negli an-
del Sigoli, che è a 60 stallii appresso Rama o Ramathaim Sophim, lichi lemlJi sul silo del riconoscimento di Cristo risorto. Così io scrissi
disterebbe da Gerusalemme 108 stadii. - « Ma no, ripiglia l'Avver- a pago 84 del mio « Emaus, città della Palestina. ») E così scrivendo
sario, perocchè dopo que' 60 stadii bisogna aggiungere da Gerusa- io calunniai i miei antichi fratelli? ..
m~ lemme. » -Ob! sentite, rispondo io, siccome quest'aggiunta non Veggasi ora se io li abbia accusati d'aver trasportato or qua or là
~:1 riscontrasi in alcun Codi~e, nè in alcuna delle tre edizioni che si più volte il sila d'Emaus in diversi luoghi. Dopo d'aver trascritto le
hanno del Sigoli, io, trattandosi di arbitraria aggiunta, vi consi- parole con cui il Quaresmi lamentava l'assenza nel nuovo Emaus
glierei di aggiunger subito Cubebe, che s'arebbe la più spiccia. d'ogni fontana, anche di quella famosa presso gli scrittori cristiani,
Prima di lasciare il capitolo VII. dobbiamo arrestarci sull'Ode- io conchiusi in questi termini,: Ma fontana o non fontana, Emaus
porico (viaggio) in Terrasauta di Guglielmo Baldensel, che l'A vver- non si mosse più di colà. CosÌ a pago 88. Sarebbe forse così che io
sario cita non come prova dell' Emaus di Cubebe, ma per appuntar avrei calunniato i miei antichi fratelli accusandoli d'aver più volte
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l,i me che me ne sel'yii impropriamente d'un passo. In ciò io gli dò trasportato il sito di Emaus in luoghi diversi ? .. Ed ora che ' dovrà
piena ragione; quel passo è sparito dalla mia seconlla edizione. dirsi del mio Avversario e mio vero calunniatore? ... Oh! egli che
Nonpertanto gli lascierò passar liscia la calunnia che qui (pag. 146) in tutti i suoi scritti sulla presente questione si scaglia cosÌ spesso
mi appicca d'aver io preso motivo da qnel passo per affermare che contro d,i ,me con termini d'insulto e di scherno, con perfide insi-
il Sautuario d'Emaus fu dai Francescani trasportalo or qua 'or là; nuazioni e colla falsificazione delle mie parole, allora massimamente
Ii'IIi' - parole a cui fan eco, in fondo a ùetta pagin3, quest'altre: Si vnol che si trova arreticato fra le mie ragioni e non sa come sguizzarne;
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- 176- - 177-
egli, che dopo d'avermi per ben sei volte incnmlOato di calunnia, stesso numero in cifra arabica" Ma anche qui se Emaus distava 9
arrirò aH'eccesso della maldicenza collo scrivere finanche nell'indice miglia da Gerusalemme non eta ancora a Cubebe. Perchè dunque
de' suoi Nuovisludi: « Orribile e crudele ammasso di calunnie preso l'Avversario lo cita in suo favore?
dal libello del P. Bassi,~ ») pensi egli per tempo alla sua coscienza, Non mi occuperò qui di Mariano da Siena, del Faber o Schmidt,
e riconoscendo d'aver denigrato colla stampa un suo fratello che .del Noè, del Casola, che già esaminai e porsi quai testimoni i irre-
non l' ebbe mai offeso neppur d'un molto, ricordi il principio di fragabili di Emaus visitato nel 400 al di là di S. ~amuele, ed a poche
cristiana morale: Non remittitt~r peccatum nisi restitualur ablalum. miglia prima di Gerusalemme. Non voglio tuttavia, a proposito del
È l'onore che egli mi l'api ed il buon nome presso quanti come- Casola, defraudar il lettore dell'edificazione che non potrà a meno
chessia mi conoscono, e questo deve pensare a restituirmi. In quantu di trarre dalla fedeltà scrupolosa del mio Avversario nel riportare
a me io lo perdono; domando anzi Dio in testimonio che, dacclin i passi degli autori che cita. Mentre quel canonico milanese a pa-
mi fu conto il livore che egli cova in seno contro di me, rion lasciai gina 80 del suo « Viaggio a Gerusalemme ») scrive: Lunedì a XVIII ·
passar giorno senza adempiere verso di lui il precetto di Cristo: · de agosto quando Dio volse} erano ultra a due hore de dì, furono
Orate pro persequenlibus et calumniantibus 'Vos. avisati tutti li peregrini fossero apparegiati al vespero per levarse
L'Avversario dedica il capitolo YIII ai pellegrinaggi del secolo xv, fora de le mani de questi cani mori (cioè di partire), ecc. L'Avver-
e ne produce undici auforità, cinque delle quali tradotte dal tedesco sario trascrive questo stesso passo così, a' pago 170:· Lunedì XVIII
senza la corrispondenza della lingua originale onde vedere anche de agosto quando Dio volse, erano due ore del dì (dopo mezzogiorno)
noi se le siano esatte; del che mi fa dubitare quella di Tuchen da furono avvisati tutti li peregrini, ecc. Così sotto la magica penna
~orimberga~ la quale mi mostra codesto Bavaro che va a prender dél falsificatore ultra a due hore de dì, tra le sei e le sette di
le miglia nel Tirolo per qlisurare ]e distanze del suo viaggio (Il. Francia 1 si trasformano in due ore dopo me~zogiorno (!). Aggiun-
Perchè non ci si dice almeno quale sia delle tirolesi miglia la 1un- gasi che il Casola, in seguito al trascritto testo, prosegue a raccon-
ghezz·a? Delle altre autorìtà tedesche, due sono tanto lungi dal tare che, da poi el disnar, havendo tempo, con ceri1: altri me ne
favorir Cubebe, che anzi provano la mia sentenza che nel sec. xv andai fin in Bethania per veder' el mon1.~mento, fora del quale resu,-
Emaus era visitato al di là di S. Samuele, a poche miglia prima di scilò Christo Lazaro q~~atriduano, ecc. - Va senza dire che l'Avver-
Gerusalemme; una difatlo porta così: Da Rama (e qui l'Avversario sario tacque di questa gita, e la soppresse con una linea di punti;
ne ammonisce che devesi iutender Ramata, in oggi S. Samuele o sempre uguale a se stesso.
mi. Nabi SamuÌl t Da Rama venimmo all' ciltura d'1.ma valle) dopo an- Passiamo al capitolo IX: Pellegrinaggi del secolo XVI. - Egli è
elammo ad Emaus} ecc. Dunque Emaus non era prima di Ramata, al principio di questo secolo che io assegnai il trasporto d'Emaus
come Cubebe, ma dopo di quel picco. L'altra è più chiara ancora: dalle ruine di Beth-tulme a quelle di Cubebe. Altro pellegrinaggi o
Lontano quattro miglia da Gerusalemute verso occidente vi è il caslello io non conosceva che me lo facesse vedere colassù prima di quello
d)Emaus} chiama,lo Nicopoli, che si trora nel Vangelo di S. Luca_ (1512) del francescano Anselmo da Cracovia; ma l'Avversario me ne
. Dunque l'Emaus di cui parla S. Luca non era ancor sali lo a Cubebe, fa qui conoscere uno anteriore, di frate Pier Pagolo Rucellai del-
distante da Gerusalemme miglia 7112, ma piuttosto a Beth-lulme. - l'Osservanza di S. Francesco, che rimonta al 1501; ed io ne lo
Poco m'indugio sul .Sante Brasca, pellegrinante nel 1480, il quale ringrazio, non ostante che egli condisca il favore colla solita cor-
ne' due incunaboli che se ne banno (1481-1497) dice: Item presso tesia, chiamandomi .mentitore per avere scritto che quell' Anselmo
a Ierusalem miglia VIIII è lo castello chianu'tlo Emaus. E perchè era, a mia saputa, il primo che indicasse Emaus in Cubebe, ben
non si sospetti errore nel numero romano} l'allra edizione ci dà lo inteso senza .nominarlo. Produce in seguito il relativo passo del
Cracoviense, e poi una sfuriata di nove pagine contro di me, non
('1) Eccone le parole, quali riporta 1';\ vversario 11 pago ·160: cc Da Rama (Ramle), perdonandomi neppure questa sentenza: «I Francescani non muta-
« a mano destra, distante venti miglia tirolesi, trovasi il castello d'Emmaus. )) Codesto
'''fff.. :, Emuus adunque non incolltravasi lungo la via d'allora tl'a Hamle e Gerusalemme, lungo
rono la tradizione locale d'Emaus, ma la trovarono già mutata. })
I
la quale e sulla quale trovavasi Cubebe; Illa era a destra di quella via e quindi non Dunque, interroga qui il furibondo, dunque secondo costui essi an- .
~:' a Cubebe: darono là alla foggia di tanti bauli} accettarono tradizioni false e
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egli, che dopo d'avermi per ben sei volte incnmlOato di calunnia, stesso numero in cifra arabica" Ma anche qui se Emaus distava 9
arrirò aH'eccesso della maldicenza collo scrivere finanche nell'indice miglia da Gerusalemme non eta ancora a Cubebe. Perchè dunque
de' suoi Nuovisludi: « Orribile e crudele ammasso di calunnie preso l'Avversario lo cita in suo favore?
dal libello del P. Bassi,~ ») pensi egli per tempo alla sua coscienza, Non mi occuperò qui di Mariano da Siena, del Faber o Schmidt,
e riconoscendo d'aver denigrato colla stampa un suo fratello che .del Noè, del Casola, che già esaminai e porsi quai testimoni i irre-
non l' ebbe mai offeso neppur d'un molto, ricordi il principio di fragabili di Emaus visitato nel 400 al di là di S. ~amuele, ed a poche
cristiana morale: Non remittitt~r peccatum nisi restitualur ablalum. miglia prima di Gerusalemme. Non voglio tuttavia, a proposito del
È l'onore che egli mi l'api ed il buon nome presso quanti come- Casola, defraudar il lettore dell'edificazione che non potrà a meno
chessia mi conoscono, e questo deve pensare a restituirmi. In quantu di trarre dalla fedeltà scrupolosa del mio Avversario nel riportare
a me io lo perdono; domando anzi Dio in testimonio che, dacclin i passi degli autori che cita. Mentre quel canonico milanese a pa-
mi fu conto il livore che egli cova in seno contro di me, rion lasciai gina 80 del suo « Viaggio a Gerusalemme ») scrive: Lunedì a XVIII ·
passar giorno senza adempiere verso di lui il precetto di Cristo: · de agosto quando Dio volse} erano ultra a due hore de dì, furono
Orate pro persequenlibus et calumniantibus 'Vos. avisati tutti li peregrini fossero apparegiati al vespero per levarse
L'Avversario dedica il capitolo YIII ai pellegrinaggi del secolo xv, fora de le mani de questi cani mori (cioè di partire), ecc. L'Avver-
e ne produce undici auforità, cinque delle quali tradotte dal tedesco sario trascrive questo stesso passo così, a' pago 170:· Lunedì XVIII
senza la corrispondenza della lingua originale onde vedere anche de agosto quando Dio volse, erano due ore del dì (dopo mezzogiorno)
noi se le siano esatte; del che mi fa dubitare quella di Tuchen da furono avvisati tutti li peregrini, ecc. Così sotto la magica penna
~orimberga~ la quale mi mostra codesto Bavaro che va a prender dél falsificatore ultra a due hore de dì, tra le sei e le sette di
le miglia nel Tirolo per qlisurare ]e distanze del suo viaggio (Il. Francia 1 si trasformano in due ore dopo me~zogiorno (!). Aggiun-
Perchè non ci si dice almeno quale sia delle tirolesi miglia la 1un- gasi che il Casola, in seguito al trascritto testo, prosegue a raccon-
ghezz·a? Delle altre autorìtà tedesche, due sono tanto lungi dal tare che, da poi el disnar, havendo tempo, con ceri1: altri me ne
favorir Cubebe, che anzi provano la mia sentenza che nel sec. xv andai fin in Bethania per veder' el mon1.~mento, fora del quale resu,-
Emaus era visitato al di là di S. Samuele, a poche miglia prima di scilò Christo Lazaro q~~atriduano, ecc. - Va senza dire che l'Avver-
Gerusalemme; una difatlo porta così: Da Rama (e qui l'Avversario sario tacque di questa gita, e la soppresse con una linea di punti;
ne ammonisce che devesi iutender Ramata, in oggi S. Samuele o sempre uguale a se stesso.
mi. Nabi SamuÌl t Da Rama venimmo all' ciltura d'1.ma valle) dopo an- Passiamo al capitolo IX: Pellegrinaggi del secolo XVI. - Egli è
elammo ad Emaus} ecc. Dunque Emaus non era prima di Ramata, al principio di questo secolo che io assegnai il trasporto d'Emaus
come Cubebe, ma dopo di quel picco. L'altra è più chiara ancora: dalle ruine di Beth-tulme a quelle di Cubebe. Altro pellegrinaggi o
Lontano quattro miglia da Gerusalemute verso occidente vi è il caslello io non conosceva che me lo facesse vedere colassù prima di quello
d)Emaus} chiama,lo Nicopoli, che si trora nel Vangelo di S. Luca_ (1512) del francescano Anselmo da Cracovia; ma l'Avversario me ne
. Dunque l'Emaus di cui parla S. Luca non era ancor sali lo a Cubebe, fa qui conoscere uno anteriore, di frate Pier Pagolo Rucellai del-
distante da Gerusalemme miglia 7112, ma piuttosto a Beth-lulme. - l'Osservanza di S. Francesco, che rimonta al 1501; ed io ne lo
Poco m'indugio sul .Sante Brasca, pellegrinante nel 1480, il quale ringrazio, non ostante che egli condisca il favore colla solita cor-
ne' due incunaboli che se ne banno (1481-1497) dice: Item presso tesia, chiamandomi .mentitore per avere scritto che quell' Anselmo
a Ierusalem miglia VIIII è lo castello chianu'tlo Emaus. E perchè era, a mia saputa, il primo che indicasse Emaus in Cubebe, ben
non si sospetti errore nel numero romano} l'allra edizione ci dà lo inteso senza .nominarlo. Produce in seguito il relativo passo del
Cracoviense, e poi una sfuriata di nove pagine contro di me, non
('1) Eccone le parole, quali riporta 1';\ vversario 11 pago ·160: cc Da Rama (Ramle), perdonandomi neppure questa sentenza: «I Francescani non muta-
« a mano destra, distante venti miglia tirolesi, trovasi il castello d'Emmaus. )) Codesto
'''fff.. :, Emuus adunque non incolltravasi lungo la via d'allora tl'a Hamle e Gerusalemme, lungo
rono la tradizione locale d'Emaus, ma la trovarono già mutata. })
I
la quale e sulla quale trovavasi Cubebe; Illa era a destra di quella via e quindi non Dunque, interroga qui il furibondo, dunque secondo costui essi an- .
~:' a Cubebe: darono là alla foggia di tanti bauli} accettarono tradizioni false e
Imi!

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- 178- - 179-
fittizie; e nel giro di due secoli non si accorsero mai dell' errore in Palestina (e questo neppure dice il Gennicense), ma solo sulla punta
cui erano! (pag. 178). - Per t'appunto, rispondo io con tutta più elevata della Giudea. Adesso poi domando io a lui, se innanzi
calma, per l'appunto, perchè i Francescani si stabilirono in Geru- al suo Emaus di Cubebe (ante hanc urbem) s'incontri un trivio ed
salemme con altro ben più nobile scopo che quello di esaminare una fontana come a Betb-tulme? Posto che no, sarebbe stato meglio
le tradizioni, sceverando le false dalle vere, ma collo scopo di custo- per lui non essersi arrestato al passo del Genoicense; si sarebbe
dire al cattolicesimo i più augusti monumenti della terra, i Santuari i risparmiato una menzogna ed una falsificazione. Ma egli se ne in-
della Redenzione; di onorarli con assiduo culto ed elette virtù e fischia, e le mette colle altre.
sacrifizi, oltre quello di accogliere ed assistere i pellegrini, che, Da indi in poi, perciocchè riconosco anch'io Emaus trasportato
senza di loro, non avrebber trovato colà altro che musulmani fana- a Cubebe, cesserò di premere le calcagna all'Avversario che, per
tici, odiatori ebrei e frementi scìsmatici; ed al molteplice nobilis- Jl)ostrarlo lassù, prosegue inutilmente a produrre pellegrinaggi;
simo intento i Francescani, vivaddio t non fallirono mai, vuoi sotto primo dei quali quello di Bartolomeo di Salignac nel 1520, mu-
gli oppressori arabi, vuoi sotto gli Osmanli. Ma in quanto ad Emaus, tato da lui in Bartolomeo <ia Solignano (pag. 186), e fatto scrivere
trasferito dopo delle Crociate al di là di S. Samuele, ed a poche ne11522, che fu ('anno della prima edizione lionese dell'Itin,erarium
miglia da Gerusalemme, essi non se n'accorsero se non dopo 170 Ierosolimitanum, seguita da un'altra pur di Lione nel 1526, prima
anni che s'erano stabiliii colà, come non s'accorsero prima dei tempi <iella terza, citata dall' Avversario, di Magdeborgo nel 1,597 (1). Leg-
nostri del trasporto di Modin a Soba, e dell'altro, operatosi pure gerò tuttavia sino alla fine il capitolo IX per vedere come risponda
• dopo de' Crociati, del martirio di Santo Stefano dal piano fuori Porta costui al rimprovero fatto da me giustamente, ma in dolce modo,
di Damasco al pendio del Moria sovr'esso il Cedron, ammoniti pel a'miei antichi fratelli, d'aver inventato un nuovo santuario in Betb-
primo dal P. Forner e pel secondo dal laico frà Lievino nel G'uide- tulme quando gli tolsero Emaus per trasportarlo a Cubebe. Di quel
l:ndicateur de la Terre-$ainte, vol I, pago 256. nuovo santuario deH'inc(i)ntro di Gesù risorto coi discepoli emauntei
Dopo nove pagine di latrati da energumeno,che ben poco ono- io scriveva che era veramente nuovo, perchè per quanto io avessi
rano un religioso sacerdote, l'Avversario riporta un passo di Giorgio frugato in antichi libri, non ne aveva rinvenuto traccia prima del-
Gemnicense, ed accusa me d'averlo mutilato, mentre chi lo mutila l'epoca fii quel trasporto. Qui, come ognun vede, l'accusa è abba-
è lui, proprio lui, il quale, dopo aver m·entito asserendo che il Gem- stanza grave, ben più grave della lode, che l'educatissimo Avver-
nicense parla di 60 stadi (pag. 185), sopprime la seguente decisi va sario chiama più volte calunnia, data da me a'miei antichi fratelli,
indicazione: Ante hanc urbem in trivio, ubi Christus Dominus.cum per aver trasportato Emaus da Beth-tulme a Cubebe, dove almeno
Cleopha et alio discipulo noscitur ambulasse, tamquam ad alium corrispondono i 60 stadi. Ora colui che tanti più libri lesse di me,
vicum il1trus, est qttidarn fons, licet exiguus. Vi aggiunge poi queste
('I) Non basta, nel testo latino del Salignac non havvi la più lieve indicazione del
altre ché vengon dopo, e più non han che fare con Emaus, per sito di Cubebe. Ecco quello clle vi si legge: Nos autem pacti cum eis, asinantes
cui io le intralasciai: Haud procul inde versus Ierusalem repelentes, transivimus castelliun Emmaus, quod insigni mira culo dominicae apparitionis in
venimus in collem omnibus aliis excelsiorem, super quo sila eral .Evangelio Lucae est celebre. Olim castellum, postea urbs dictn Nicopolis. Nunc
Ramathaim, de qua propheta Samuel natus est. E poi l'Avversario diruta, parvo exst(~nte aedifieio. Hinc ad sanctam lerusalem alneri pede et summa
prosegue in proprio nome: «Potrà dire il P. Bassi che poco lungi devotione pervenim1ts. lo, nella mia s(,·Ul'sa cognizione di latino, intederei, questo passo
('osÌ: Salignac ed i compagni da llamle, dove s'era n acconciati cogli asinai, andarono a
« da Beit-Hulme siamo a S. Samuele, e che di questo luogo per somaro sino ad Emaus, e di là (hincJ, per divozione, proseguirono a piedi sino a Geru-
« tornare a Gerusalemme si passi sul monte (il testo dice coUem) salemme, come i primi Crociati e sino al dì d'oggi i divo li pellegrini. Risulterebbe da
« più alto di tutta la Palestina? » - Rispondo che una tale scioc- ciò che allora Emaus el'a ancora più ·vicino a Gerusalemme di Cubebe, da poter fare a
chezza, che cioè per tornare a Gerusalemme da S. Samuele si passi piedi quel resto di via. Ma l'Avversario per tirar anche qui l'acqua al suo mulino, che (a?
sul monte più alto di tutta la Palestina, io la lascio dire a lui; ma Traduce l'hinc del Salignac per di lassù,; e tant.o basta per conchiudere che allora
Emaus el'a sur un'altura, et quidem su quella di Cubebe, nOli mai nella bassura di
ben dirò che da Beth-tulme per tornare a Gerusalemme può, chi Bethtulma. Ma intanto noi siulTl sempre lì: ralsificazioni e menzogne, menzogne e falsi-
lo voglia, salire a S. Samuele, come ci salii io stesso coi cavalli della ficazioni. L'aV\'crbio latino hinc si traduce in italiano per di lassù! Avviso ai futUl·i·
posta francese. Colà poi si è, non sul monte più alto di tuLta la lcssicogralì.
- 178- - 179-
fittizie; e nel giro di due secoli non si accorsero mai dell' errore in Palestina (e questo neppure dice il Gennicense), ma solo sulla punta
cui erano! (pag. 178). - Per t'appunto, rispondo io con tutta più elevata della Giudea. Adesso poi domando io a lui, se innanzi
calma, per l'appunto, perchè i Francescani si stabilirono in Geru- al suo Emaus di Cubebe (ante hanc urbem) s'incontri un trivio ed
salemme con altro ben più nobile scopo che quello di esaminare una fontana come a Betb-tulme? Posto che no, sarebbe stato meglio
le tradizioni, sceverando le false dalle vere, ma collo scopo di custo- per lui non essersi arrestato al passo del Genoicense; si sarebbe
dire al cattolicesimo i più augusti monumenti della terra, i Santuari i risparmiato una menzogna ed una falsificazione. Ma egli se ne in-
della Redenzione; di onorarli con assiduo culto ed elette virtù e fischia, e le mette colle altre.
sacrifizi, oltre quello di accogliere ed assistere i pellegrini, che, Da indi in poi, perciocchè riconosco anch'io Emaus trasportato
senza di loro, non avrebber trovato colà altro che musulmani fana- a Cubebe, cesserò di premere le calcagna all'Avversario che, per
tici, odiatori ebrei e frementi scìsmatici; ed al molteplice nobilis- Jl)ostrarlo lassù, prosegue inutilmente a produrre pellegrinaggi;
simo intento i Francescani, vivaddio t non fallirono mai, vuoi sotto primo dei quali quello di Bartolomeo di Salignac nel 1520, mu-
gli oppressori arabi, vuoi sotto gli Osmanli. Ma in quanto ad Emaus, tato da lui in Bartolomeo <ia Solignano (pag. 186), e fatto scrivere
trasferito dopo delle Crociate al di là di S. Samuele, ed a poche ne11522, che fu ('anno della prima edizione lionese dell'Itin,erarium
miglia da Gerusalemme, essi non se n'accorsero se non dopo 170 Ierosolimitanum, seguita da un'altra pur di Lione nel 1526, prima
anni che s'erano stabiliii colà, come non s'accorsero prima dei tempi <iella terza, citata dall' Avversario, di Magdeborgo nel 1,597 (1). Leg-
nostri del trasporto di Modin a Soba, e dell'altro, operatosi pure gerò tuttavia sino alla fine il capitolo IX per vedere come risponda
• dopo de' Crociati, del martirio di Santo Stefano dal piano fuori Porta costui al rimprovero fatto da me giustamente, ma in dolce modo,
di Damasco al pendio del Moria sovr'esso il Cedron, ammoniti pel a'miei antichi fratelli, d'aver inventato un nuovo santuario in Betb-
primo dal P. Forner e pel secondo dal laico frà Lievino nel G'uide- tulme quando gli tolsero Emaus per trasportarlo a Cubebe. Di quel
l:ndicateur de la Terre-$ainte, vol I, pago 256. nuovo santuario deH'inc(i)ntro di Gesù risorto coi discepoli emauntei
Dopo nove pagine di latrati da energumeno,che ben poco ono- io scriveva che era veramente nuovo, perchè per quanto io avessi
rano un religioso sacerdote, l'Avversario riporta un passo di Giorgio frugato in antichi libri, non ne aveva rinvenuto traccia prima del-
Gemnicense, ed accusa me d'averlo mutilato, mentre chi lo mutila l'epoca fii quel trasporto. Qui, come ognun vede, l'accusa è abba-
è lui, proprio lui, il quale, dopo aver m·entito asserendo che il Gem- stanza grave, ben più grave della lode, che l'educatissimo Avver-
nicense parla di 60 stadi (pag. 185), sopprime la seguente decisi va sario chiama più volte calunnia, data da me a'miei antichi fratelli,
indicazione: Ante hanc urbem in trivio, ubi Christus Dominus.cum per aver trasportato Emaus da Beth-tulme a Cubebe, dove almeno
Cleopha et alio discipulo noscitur ambulasse, tamquam ad alium corrispondono i 60 stadi. Ora colui che tanti più libri lesse di me,
vicum il1trus, est qttidarn fons, licet exiguus. Vi aggiunge poi queste
('I) Non basta, nel testo latino del Salignac non havvi la più lieve indicazione del
altre ché vengon dopo, e più non han che fare con Emaus, per sito di Cubebe. Ecco quello clle vi si legge: Nos autem pacti cum eis, asinantes
cui io le intralasciai: Haud procul inde versus Ierusalem repelentes, transivimus castelliun Emmaus, quod insigni mira culo dominicae apparitionis in
venimus in collem omnibus aliis excelsiorem, super quo sila eral .Evangelio Lucae est celebre. Olim castellum, postea urbs dictn Nicopolis. Nunc
Ramathaim, de qua propheta Samuel natus est. E poi l'Avversario diruta, parvo exst(~nte aedifieio. Hinc ad sanctam lerusalem alneri pede et summa
prosegue in proprio nome: «Potrà dire il P. Bassi che poco lungi devotione pervenim1ts. lo, nella mia s(,·Ul'sa cognizione di latino, intederei, questo passo
('osÌ: Salignac ed i compagni da llamle, dove s'era n acconciati cogli asinai, andarono a
« da Beit-Hulme siamo a S. Samuele, e che di questo luogo per somaro sino ad Emaus, e di là (hincJ, per divozione, proseguirono a piedi sino a Geru-
« tornare a Gerusalemme si passi sul monte (il testo dice coUem) salemme, come i primi Crociati e sino al dì d'oggi i divo li pellegrini. Risulterebbe da
« più alto di tutta la Palestina? » - Rispondo che una tale scioc- ciò che allora Emaus el'a ancora più ·vicino a Gerusalemme di Cubebe, da poter fare a
chezza, che cioè per tornare a Gerusalemme da S. Samuele si passi piedi quel resto di via. Ma l'Avversario per tirar anche qui l'acqua al suo mulino, che (a?
sul monte più alto di tutta la Palestina, io la lascio dire a lui; ma Traduce l'hinc del Salignac per di lassù,; e tant.o basta per conchiudere che allora
Emaus el'a sur un'altura, et quidem su quella di Cubebe, nOli mai nella bassura di
ben dirò che da Beth-tulme per tornare a Gerusalemme può, chi Bethtulma. Ma intanto noi siulTl sempre lì: ralsificazioni e menzogne, menzogne e falsi-
lo voglia, salire a S. Samuele, come ci salii io stesso coi cavalli della ficazioni. L'aV\'crbio latino hinc si traduce in italiano per di lassù! Avviso ai futUl·i·
posta francese. Colà poi si è, non sul monte più alto di tuLta la lcssicogralì.
- 180- 181
chi sa quanti testi d'autori d'ogni risma mi arrovescierà sul capo del 1853. Che più? Il vostro pellegrino del secolo XVI parla · più I
per abbattere la mia nuova più orrenda calunnia? .. Sebbene, lo volte del patriarca Monsignor Valerga (!). Convenite, caro, che è fio-
credereste, o lettori, l'atleta di Cubebe, fattosi piccin piccino, con rita carità quella che vi faccio, ammonendovi di due errori così
una prudenza che non si saprebbe abbastanza ammirare, fila oltre, stempiati, quali sono d'aver voi trasportato dal nostro secolo XIX
nè mostra pur d'accorgersi di quella mia accy.sa. Essa sta dunque al XVI uno scrittore, e di averlo fatto, nel 1541, copiatore d'un libro
in tutto il suo vigore: un nuovo santuario fu inventato nel secolo XVI venuto solo alla luce cento tredici anni dopo. .
in Beth-tulme quando di quivi trasportossi Emaus a Cubebe; e quel Alla vostra pagina 216 si legge: Circa l'anno 1650 il P. Lequien~
santuario inventato in quel luogo ed in quell'epoca riconferma la domenicano, scriveva la sua grandiosa opera: Oriens Cbristianus.
mia doppia sentenza, che di colà ed allora fu Emaus trasportato a Nel tomo III, edizione di Parigi del 1740, a pago 590, cita il Reland.
Cubebe. Scusate, P. M. R., voi qui mettete in mostra due bei granchi. Se
Qui vorrei deporre la penna già stanca di registrare falsifica- il Lequien scriveva verso il 1650, come poteva citare i l Reland, che
zioni e menzogne; ma pel desiderio che nutro di eseguire intero non era ancor nato? Adl'Ìano Reland nacque solo nel 1676, e solo
il precetto della Dilezione dei nemici con far del bene a cbi ne odia nel 1706 fece la prima edizione della s,ua Palaestina. Inoltre come
(Bene facite his qu'i oderunt vos) , proseguirò ancora, caro il mio poteva lo stesso Lequien scrivere ne11650, se nacque solo nel 1651 (1).
fratello, ad ammonirvi caritativamente di qualch'al tro vostro scap- Questo secondo granchio è più grosso d'una ragosta.
puccio, e di farvi stare all'erta contro un inganno che vi tendono A pago 237 scri vete ancora: Il Dalfi dice che nello spazio
i vostri lontani corrispondenti con false traduzioni ed alcunchè di di 100 anni egli era il secondo, che vi aveva (in Cubebe) pohtto
.peggio. celebrare la S. Messa. E poi voi conchiudete interrogando: Dov' è
Vi avviso dunque subito che quell'avvocato spagnuolo, D. Mattia qui un secolo e mezzo di dimenticanza? Qui, per mera inavvertenza,
Rodriguez y Sobrino, che una volta, nella lista degli errori a macca, ma in forza d'una brutta abitudine, vi sguizzò dalla penna una nuova
facevate viaggiare nel 1570, ed ora (pag. 188) fate scrivere nel 1541 , menzogna. Non è il Dalfi che dice ciò, ma furono i frati cbe lo
compose invece la sua Storia di Terrasanta nel secol nostro, e forse dissero a lui; e voi medesimo vi smentite riportando a pago 243
vive ancora. Voi vi dispensate dal produrne le parole relative ad dello stesso Dalfi le seguenti parole: « Quell'io, che nel 1857 vi-
Emaus, perchè, come dite, D. Mattia non fa altro che ripetere quanto « sitava Cubebe, e godevami fiero che dai religiosi francescani fos-
ne disse il suo connazionale P. Antonio del Castillo; e qui io mi ({ semi detto che da cento anni addietro era il secondo che avesse
rallegro con voi, perchè questa volta non mentite. Egli difatto nel- ({ potuto celebrare la messa in Cubebe, ecc. ) In questo caso fu
l'ultima parte del tomo II, · dove consacra 200 pagine alla Descriz.ione lo stesso che domandar all'oste se ha buon vino.
de' Santi Lu,aghi, confessa d'aver copiato letteralmente El devoto pe- Vi avviso, in secondo luogo, di più non accettare senza benefizio
fegrz:no del P. Antonio del Castillo, il quale andò a Gerusalemme d'inventario le note dei vostri collaboratori d'oltremare, che, col
nel 1627, e stampò il suo libro in Madrid nel 1654: prova evi- mandarvi false traduzioni e tronchi testi, mettono a repentaglio il
dente, come voi medesimo non potete non vedere, che il copiatore vostro onore. Prova ne sia quello che vi fecero pubblicare a pago 189
scriveva un secolo prima del copiato, cioè, come dite voi, nel 1541 ! del medico tedesco ·Raucbrvolfen. Badatemi, chè vi parlo da vero
Ma sapete, caro, che qui l'avete detta grossa assai. Udite intanto fratello. Leonardo Rauwolf o Ramvolfen di Ausburg fu a Gerusa-
com'egli parli nella Prefazione della Descrizione suddetta: io trascrivo lemme nel 1575, e, reduce da'suoi lunghi viaggi, stampò a Lauingen
dalla traùuzione francese, che è pur qnella che citate voi: Nous nel 1583, nella patria lingua, la Descrizione del suo viaggio in Soria,
allons transcrire littéralernent ce qu'il y a de plus essentiel dans le Giudea, Arabia, ecc., che fu pur insertanella collezione tedesca
travail du père Castillo, en inlercalant à la fin de chacun des para- Reysebuch des heyligen Landes, che io non ho mai potuto vedere.
graphes particuUers... les descriptions et les notices modernes rela- Trovai tuttavia il viaggio del Rauwolf stampato a parte, e mediante
tives aux mémes lieux. E quelle descrizioni e notizie moderne sono
prese, sapete da chi? da viaggiatori del nostro secolo, Chateaubriand,
('I) Per queste date, vedi Cantù , Storo Universo nel voI. della Cro IlO Iagia , Tauola
Poujoulat e Michaud, dall'Areso, pellegrino del 1850, e dall'Azai's alfabetica degli uomini illustri.
- 180- 181
chi sa quanti testi d'autori d'ogni risma mi arrovescierà sul capo del 1853. Che più? Il vostro pellegrino del secolo XVI parla · più I
per abbattere la mia nuova più orrenda calunnia? .. Sebbene, lo volte del patriarca Monsignor Valerga (!). Convenite, caro, che è fio-
credereste, o lettori, l'atleta di Cubebe, fattosi piccin piccino, con rita carità quella che vi faccio, ammonendovi di due errori così
una prudenza che non si saprebbe abbastanza ammirare, fila oltre, stempiati, quali sono d'aver voi trasportato dal nostro secolo XIX
nè mostra pur d'accorgersi di quella mia accy.sa. Essa sta dunque al XVI uno scrittore, e di averlo fatto, nel 1541, copiatore d'un libro
in tutto il suo vigore: un nuovo santuario fu inventato nel secolo XVI venuto solo alla luce cento tredici anni dopo. .
in Beth-tulme quando di quivi trasportossi Emaus a Cubebe; e quel Alla vostra pagina 216 si legge: Circa l'anno 1650 il P. Lequien~
santuario inventato in quel luogo ed in quell'epoca riconferma la domenicano, scriveva la sua grandiosa opera: Oriens Cbristianus.
mia doppia sentenza, che di colà ed allora fu Emaus trasportato a Nel tomo III, edizione di Parigi del 1740, a pago 590, cita il Reland.
Cubebe. Scusate, P. M. R., voi qui mettete in mostra due bei granchi. Se
Qui vorrei deporre la penna già stanca di registrare falsifica- il Lequien scriveva verso il 1650, come poteva citare i l Reland, che
zioni e menzogne; ma pel desiderio che nutro di eseguire intero non era ancor nato? Adl'Ìano Reland nacque solo nel 1676, e solo
il precetto della Dilezione dei nemici con far del bene a cbi ne odia nel 1706 fece la prima edizione della s,ua Palaestina. Inoltre come
(Bene facite his qu'i oderunt vos) , proseguirò ancora, caro il mio poteva lo stesso Lequien scrivere ne11650, se nacque solo nel 1651 (1).
fratello, ad ammonirvi caritativamente di qualch'al tro vostro scap- Questo secondo granchio è più grosso d'una ragosta.
puccio, e di farvi stare all'erta contro un inganno che vi tendono A pago 237 scri vete ancora: Il Dalfi dice che nello spazio
i vostri lontani corrispondenti con false traduzioni ed alcunchè di di 100 anni egli era il secondo, che vi aveva (in Cubebe) pohtto
.peggio. celebrare la S. Messa. E poi voi conchiudete interrogando: Dov' è
Vi avviso dunque subito che quell'avvocato spagnuolo, D. Mattia qui un secolo e mezzo di dimenticanza? Qui, per mera inavvertenza,
Rodriguez y Sobrino, che una volta, nella lista degli errori a macca, ma in forza d'una brutta abitudine, vi sguizzò dalla penna una nuova
facevate viaggiare nel 1570, ed ora (pag. 188) fate scrivere nel 1541 , menzogna. Non è il Dalfi che dice ciò, ma furono i frati cbe lo
compose invece la sua Storia di Terrasanta nel secol nostro, e forse dissero a lui; e voi medesimo vi smentite riportando a pago 243
vive ancora. Voi vi dispensate dal produrne le parole relative ad dello stesso Dalfi le seguenti parole: « Quell'io, che nel 1857 vi-
Emaus, perchè, come dite, D. Mattia non fa altro che ripetere quanto « sitava Cubebe, e godevami fiero che dai religiosi francescani fos-
ne disse il suo connazionale P. Antonio del Castillo; e qui io mi ({ semi detto che da cento anni addietro era il secondo che avesse
rallegro con voi, perchè questa volta non mentite. Egli difatto nel- ({ potuto celebrare la messa in Cubebe, ecc. ) In questo caso fu
l'ultima parte del tomo II, · dove consacra 200 pagine alla Descriz.ione lo stesso che domandar all'oste se ha buon vino.
de' Santi Lu,aghi, confessa d'aver copiato letteralmente El devoto pe- Vi avviso, in secondo luogo, di più non accettare senza benefizio
fegrz:no del P. Antonio del Castillo, il quale andò a Gerusalemme d'inventario le note dei vostri collaboratori d'oltremare, che, col
nel 1627, e stampò il suo libro in Madrid nel 1654: prova evi- mandarvi false traduzioni e tronchi testi, mettono a repentaglio il
dente, come voi medesimo non potete non vedere, che il copiatore vostro onore. Prova ne sia quello che vi fecero pubblicare a pago 189
scriveva un secolo prima del copiato, cioè, come dite voi, nel 1541 ! del medico tedesco ·Raucbrvolfen. Badatemi, chè vi parlo da vero
Ma sapete, caro, che qui l'avete detta grossa assai. Udite intanto fratello. Leonardo Rauwolf o Ramvolfen di Ausburg fu a Gerusa-
com'egli parli nella Prefazione della Descrizione suddetta: io trascrivo lemme nel 1575, e, reduce da'suoi lunghi viaggi, stampò a Lauingen
dalla traùuzione francese, che è pur qnella che citate voi: Nous nel 1583, nella patria lingua, la Descrizione del suo viaggio in Soria,
allons transcrire littéralernent ce qu'il y a de plus essentiel dans le Giudea, Arabia, ecc., che fu pur insertanella collezione tedesca
travail du père Castillo, en inlercalant à la fin de chacun des para- Reysebuch des heyligen Landes, che io non ho mai potuto vedere.
graphes particuUers... les descriptions et les notices modernes rela- Trovai tuttavia il viaggio del Rauwolf stampato a parte, e mediante
tives aux mémes lieux. E quelle descrizioni e notizie moderne sono
prese, sapete da chi? da viaggiatori del nostro secolo, Chateaubriand,
('I) Per queste date, vedi Cantù , Storo Universo nel voI. della Cro IlO Iagia , Tauola
Poujoulat e Michaud, dall'Areso, pellegrino del 1850, e dall'Azai's alfabetica degli uomini illustri.
- 18:2 - - 183-
int.erpretazione di persona intelligente d'alemanno, io sono in grado labore .germanica lingua delineala eqidit: nunc autem latine omnia
di dirvi che il medico d'Ausburg, andando da Ramle a Gerusalemme, perscripta ac f'l.lsius traetala, et in septem libros digesta sunt per
tenne la moderna via di EI-Atrun, Saris ed Abugosc; ed in quest'ul- lohannem Heydenum, etc. Francofurti, 1563. Ma peggio ancora vi
timo villaggio riconosce, come molti altri, Anathot, dove nacque ingannarono col non avervi trascritto le parole su Emaus, che pre-
Geremia; indi prosegue dicendo: « Un po' più avanti ci fu indicato cedono quelle pubblicate da voi: Romani devastata lerosolyma, etc.,
« in alto, su di un'eminenza,.Silo, della montagna d'Efraim, il vestigio e sono le seguenti: In trivio foris hunc vicum aquas calidas (!) e
« della sepoltura del santo profeta Samuele ... , il quale era di Ra- . fonte Callirhoe nomine (II) ad varias dispellendas aegritudines in
« matba, come ancora Giuseppe il Giusto. La piccola città era ar primis efficaces prorupisse, auctores sunt losephus, etc.) Sozomen., etc.,
« disotto del monle, dove il profeta Samuele fu da prima sepolto, Niceph., etc., Solinus in Polyhistore. Se queste parole, zeppe di por-
« e presa la città, fu trasportato a Silo. Un po' dopo, nell'avvicinarci tentose menzogne, voi aveste conosciute, è certo che voi, con tutta
« a Gerusalemme, è situata a sinistra Nicopoli su di un'altura, no- la yostra baldanza (Dio mi guardi dal dire sfrontatezza), voi non
« minata anticamente Emaus, a 60 stadi ... , dove il Signore Cristo avreste mai osato di citare l'Eideno ed il Reisnerio in vostro favore.
« era andato coi due discepoli, ecc. Noi la lasciammo, e salimmo Ed intanto, per colpa degl'infidi vostri corrispondenti, voi fate qui
« verso Gerusalemme, ecc. » Così il Rauwolf, a pag. 317 dell'edi- la figuraccia di chi per fas et per nefas fa d'ogni erba fascio, pur
zione di Lauingen. Confrontate voi adesso, caro fratello, questa ver- d'ingannare i lettori, e far loro credere che Cubebe è Emaus. Siate
sione, di cui, per la persona che la fece, posso assicurarvi l'esat- dunque guardingo in avvenire : Uomo avvisato, dice il proverbio,
tezza; confrontatela con quella che vi fu spedita di laggiù, e vedrete mezzo salvato, E basti così - per ora.
·quanto poco possiate fidarvi di corrispondenti, che del medico Clandite iam ri'/lUlos, pueri, Sett prata biberunt;
d'Ausburg non vi trasmisero esatto neppure il nome. Voi intanto
e m'intendo di dire che credo d'aver messo abbastanza in luce il
ed io riconosciamo che l'Emaus del Rauwolf, non ostante i suoi
valore del mio Avversario, che, novello Orazio Coclite al ponte,
60 stadi, non era a Cubebe , ma dopo Ramatha o Nabi Samuil,
sostiene tutto solo contro il parere de' più illustri palestinografi (I),
forse a Colonia.
e contro le.più evidenti ragioni, il paradosso di Cubebe, lo, lrùtmphe!
Uguale avvertenza intorno ali' infedeltà dei vostri corrispon-
denti vorrei che voi faceste a proposito di un passo di quell' Adamo
In Trino (Vercelli), nel maggio del 1888.
Reisnerio, che voi, nella disgraziata lista delle menzogne a macca,
nominavate P. Giovanni Heydeno, e mandavate a Cubebe a ri-
conoscervi Emaus. Vero è che codesto passo della Ierusalemve-
tustissima, da voi trascritto apag. 190, porta che Emaus (con un
emme solo) vicus distabat ab Ierosolyma stadia sexaginta; ma i vostri (I) Fl'a gli antichi: Eusebio e S. Girolamo; fra moderni: Robinson, De Saulcy,
spedizionieri vi lasciarono ignorare il distico che precede queste Michon, Guérin, ecc.
parole:
« Castellum vetus hic tibi desigllatur Emàus
l\IilIia quod Solymae distat ab urbe duo. ))

Due miglia tedesche, pari a dieci italiane, mal corrispondono alle


sette e mezzo di Cubebe. Ma il tranello tesovi non sta tutto qui. ~
Vi fecero ancora credere, e voi credendo scriveste, che Adamo
Reisnerio pttbblicava in Francoforte la versione latina della SUA OPERA
già pubblicata in linglta germanica. Basterà ' per illuminarvi circa
l'inganno fattovi, che io vi trascriva abbreviato il lungo titolo di
quell' opera. Ierusalem vetustissirna... una cum orthodoxis fìgurae
q,ç veritatis explicationibus, .. quae Adamus Reisnerus magno primum
- 18:2 - - 183-
int.erpretazione di persona intelligente d'alemanno, io sono in grado labore .germanica lingua delineala eqidit: nunc autem latine omnia
di dirvi che il medico d'Ausburg, andando da Ramle a Gerusalemme, perscripta ac f'l.lsius traetala, et in septem libros digesta sunt per
tenne la moderna via di EI-Atrun, Saris ed Abugosc; ed in quest'ul- lohannem Heydenum, etc. Francofurti, 1563. Ma peggio ancora vi
timo villaggio riconosce, come molti altri, Anathot, dove nacque ingannarono col non avervi trascritto le parole su Emaus, che pre-
Geremia; indi prosegue dicendo: « Un po' più avanti ci fu indicato cedono quelle pubblicate da voi: Romani devastata lerosolyma, etc.,
« in alto, su di un'eminenza,.Silo, della montagna d'Efraim, il vestigio e sono le seguenti: In trivio foris hunc vicum aquas calidas (!) e
« della sepoltura del santo profeta Samuele ... , il quale era di Ra- . fonte Callirhoe nomine (II) ad varias dispellendas aegritudines in
« matba, come ancora Giuseppe il Giusto. La piccola città era ar primis efficaces prorupisse, auctores sunt losephus, etc.) Sozomen., etc.,
« disotto del monle, dove il profeta Samuele fu da prima sepolto, Niceph., etc., Solinus in Polyhistore. Se queste parole, zeppe di por-
« e presa la città, fu trasportato a Silo. Un po' dopo, nell'avvicinarci tentose menzogne, voi aveste conosciute, è certo che voi, con tutta
« a Gerusalemme, è situata a sinistra Nicopoli su di un'altura, no- la yostra baldanza (Dio mi guardi dal dire sfrontatezza), voi non
« minata anticamente Emaus, a 60 stadi ... , dove il Signore Cristo avreste mai osato di citare l'Eideno ed il Reisnerio in vostro favore.
« era andato coi due discepoli, ecc. Noi la lasciammo, e salimmo Ed intanto, per colpa degl'infidi vostri corrispondenti, voi fate qui
« verso Gerusalemme, ecc. » Così il Rauwolf, a pag. 317 dell'edi- la figuraccia di chi per fas et per nefas fa d'ogni erba fascio, pur
zione di Lauingen. Confrontate voi adesso, caro fratello, questa ver- d'ingannare i lettori, e far loro credere che Cubebe è Emaus. Siate
sione, di cui, per la persona che la fece, posso assicurarvi l'esat- dunque guardingo in avvenire : Uomo avvisato, dice il proverbio,
tezza; confrontatela con quella che vi fu spedita di laggiù, e vedrete mezzo salvato, E basti così - per ora.
·quanto poco possiate fidarvi di corrispondenti, che del medico Clandite iam ri'/lUlos, pueri, Sett prata biberunt;
d'Ausburg non vi trasmisero esatto neppure il nome. Voi intanto
e m'intendo di dire che credo d'aver messo abbastanza in luce il
ed io riconosciamo che l'Emaus del Rauwolf, non ostante i suoi
valore del mio Avversario, che, novello Orazio Coclite al ponte,
60 stadi, non era a Cubebe , ma dopo Ramatha o Nabi Samuil,
sostiene tutto solo contro il parere de' più illustri palestinografi (I),
forse a Colonia.
e contro le.più evidenti ragioni, il paradosso di Cubebe, lo, lrùtmphe!
Uguale avvertenza intorno ali' infedeltà dei vostri corrispon-
denti vorrei che voi faceste a proposito di un passo di quell' Adamo
In Trino (Vercelli), nel maggio del 1888.
Reisnerio, che voi, nella disgraziata lista delle menzogne a macca,
nominavate P. Giovanni Heydeno, e mandavate a Cubebe a ri-
conoscervi Emaus. Vero è che codesto passo della Ierusalemve-
tustissima, da voi trascritto apag. 190, porta che Emaus (con un
emme solo) vicus distabat ab Ierosolyma stadia sexaginta; ma i vostri (I) Fl'a gli antichi: Eusebio e S. Girolamo; fra moderni: Robinson, De Saulcy,
spedizionieri vi lasciarono ignorare il distico che precede queste Michon, Guérin, ecc.
parole:
« Castellum vetus hic tibi desigllatur Emàus
l\IilIia quod Solymae distat ab urbe duo. ))

Due miglia tedesche, pari a dieci italiane, mal corrispondono alle


sette e mezzo di Cubebe. Ma il tranello tesovi non sta tutto qui. ~
Vi fecero ancora credere, e voi credendo scriveste, che Adamo
Reisnerio pttbblicava in Francoforte la versione latina della SUA OPERA
già pubblicata in linglta germanica. Basterà ' per illuminarvi circa
l'inganno fattovi, che io vi trascriva abbreviato il lungo titolo di
quell' opera. Ierusalem vetustissirna... una cum orthodoxis fìgurae
q,ç veritatis explicationibus, .. quae Adamus Reisnerus magno primum

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