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MANIFESTO D’ UN UMILISSIMO ANTIQUARIO

Qui si parla ai pochi,parvi e minimi umani che miscelati in maniera


discretissima in una società di apparenze, apparizioni e oblii si dedica
minuziosamente, ma senza impegno, alla ricerca di un antico e
primordiale sentimento liberato nella storia e nella cultura mondiale,
ovvero il “Sublime” dell’Anonimo.

“L’ Umilissimo Antiquario” è l’ individuo che “ guarda indietro con


fedeltà e amore verso il luogo onde proviene, dove è divenuto”, (F.
Nietzsche “Considerazioni Inattuali”) trascendendo tuttavia la
provenienza fisica del soggetto in favore di una provenienza di tipo
idealista e concettuale che può accomunare non solo l’arte, la cultura
e la storia di una regione, ma quelle di più individui esistiti ed esistenti
che si sono manifestati nella storia dell’umanità.

La sua umiltà consiste:

1) nella discrezione della sua ricerca: non si pone come esemplare


ma da docente dei minimi interessati alla ricerca e alla creazione
del Sublime. Non sono da prerequisito qualità innate, poiché il
sentimento può nascere anche in un silenzio;
2) nella misura dell’affezione al passato: l’osservazione dell’antico
ha la funzione di coltivare “con mano attenta ciò che dura
dall’antichità”, con il fine di una crescita e uno sviluppo del
Sublime e non nell’ impantanarsi nel passato;
3) nell’ osservazione critica e minuziosa e nel rispetto di tutte le
arti; appellandosi al principio della soggettività del piacere è
necessario che la ricerca ponga le sue attenzioni anche dove
l’Antiquario trova meno piacere nell’osservazione. Se è
chiamata “arte” è assai plausibile che un’idea l’abbia concepita,
sta a ciascuno dei ricercatori concludere se sia buona o pessima.

Senza dubbio un completo studio del passato crea un buon indice delle
conoscenze nella mente dell’ Antiquario che riesce a contestualizzare
e a paragonare le sue conoscenze, ma ha un fine superiore alla
raccolta di informazioni tipica di uno storico.
Egli ricerca come priorità non la ricostruzione di eventi,la verità o la
coerenza dei fatti, ma lo sconvolgimento impetuoso e inarrestabile
dalla volontà, il dolore tuonante che riapre le ferite ad ogni sua
manifestazione nel ricordo, l’estasi che come un famelico ragno
cattura e imprigiona la mente di chi assiste con tele invincibili,non
effimere come quelle dei ragni nelle soffitte.

La manifestazione del Sublime, data la sua natura prorompente, può


avere forme differenti in lunghezza, espressione , gestualità e
simbolicità, ma nel soggetto che viene coinvolto la sensazione sarà
sempre la medesima della manifestazione originale, ed è l’eternità del
sentimento che ha portato gli artisti
(autori,attori,registi,scenografi,pittori,scultori,fumettisti,architetti,
poeti e nel generale coloro che producono qualcosa) del passato ad
essere noti ai giorni nostri come “classici”, “colossi”, “pionieri” e
“maestri”.
Per fare alcuni esempi menzionabili di Sublime nel mondo si può
parlare di

-”Macbeth” di W. Shakespeare quando nella scena 2 dell’ atto II


Macbeth, compiuto l’assassinio di Re Duncan, sente gravare su di se il
peso delitto:

MACBETH

“M’è parso udire una voce che gridava: «Non dormirai più! Macbeth scanna il sonno – il
sonno innocente, il sonno che dipana la matassa imbrogliata dell’ansia, la morte d’ogni
giorno di vita, il bagno dell’amara fatica, il balsamo degli animi feriti, la seconda portata
della grande natura, il nutrimento primo nella festa della vita»”.

Il suo atto contro natura, l’assasinio del re nel sonno, è imperdonabile


e lo realizza poco dopo pronunciando il quesito:

“Potrà tutto il grande oceano di Nettuno lavare questo sangue via dalle mie mani? No,
piuttosto questa mia mano tingerà di carne viva i mari innumerevoli mutando il verde in un
unico rosso.”
-Fr. 16 Voigt, secondo Saffo la cosa più bella è “Ciò che si ama” e per
sostenere la sua affermazione propone una nuova prospettiva su Elena
di Argo, vista come una donna disposta a dimenticare tutto per seguire
l’amore di natura inarrestabile e divina per Paride e riflette dolente
sul fatto che non potrà provare lo stesso sentimento, poiché il
desiderio della lontana Anattoria è ormai irraggiungibile:
“Ora mi ha svegliato il ricordo di Anattoria

Che non è qui; e io vorrei vedere il suo amabile portamento,

lo splendore raggiante del suo viso

più che i carri dei Lidi e i fanti

che combattono in armi.”

-“ Codice Fiorentino” di Bernardino de Sahagún, un missionario


francescano inviato nelle colonie spagnole in America del Sud nel XVI
secolo, riporta le atrocità commesse dai conquistadores spagnoli
contro le popolazioni indigene lasciando un’immagine degli invasori
ripugnante nella quale è impossibile non vedere delle immagini orride
più che persistenti nel passato e nel presente:

“Offrirono agli Spagnoli insegne d'oro, di piume di quetzal e collane d'oro. Quando videro
tutto questo, le loro facce erano sorridenti ed erano assai contenti (gli Spagnoli) e soddisfatti.
Quando presero l'oro cominciarono a comportarsi come scimmie, stavano seduti proprio
come loro, ed era come se avessero dei nuovi cuori, risplendenti.Perché la verità è, che quello
era ciò che più bramavano. I loro toraci si ingrossavano e la bramosia li faceva impazzire.
Bramavano l'oro, come maiali affamati.”

-”Guernica” di Pablo Picasso, mostra la tragedia e l’orrore della guerra


civile spagnola in un solo evento portato su tela, il bombardamento
nazista della città di Guernica, dove in ogni maceria, volto disperato di
persone ed animali crea uno stato di angoscia persistente:
“Avete fatto voi questo orrore, maestro?”, chiese l’ufficiale nazista. “No, l’avete fatto voi,
rispose Picasso”. Guernica, 26 aprile 1937

-”Chushingura”, un’opera teatrale giapponese scritta da Takeda


Izumo II nella prima metà del 1700, tratta dell’esempio più fulgido di
lealtà in cui 47 ronin si sarebbero opposti alle offese inflitte al loro
padrone in seguito alla sua esecuzione ed avrebbero rinunciato alla
loro identità nobile e rispettabile per allontanarsi dalla società e
meditare una vendetta per il riscatto d’onore del defunto padrone:

"Mi sono reso conto quando ci ho pensato con calma che se avessimo fallito nella
nostra missione le nostre teste sarebbero rotolate, e se avessimo avuto successo
avremmo dovuto commettere seppuku in seguito. In ogni caso, era la morte certa.
Era come prendere medicine costose, allora dopo esserti impiccato perché non potevi
pagare la cura. " Yuranosuke, Atto 7

“L’Umilissimo Antiquario” non è altro che un esotico mortale tra i


mortali che cerca di rendere immortale l’umanità attraverso piccoli
bisbigli di antiche emozioni che rischiano di andare perdute con
l’apatia di un mondo saccente e superficiale.

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