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Appunti Di Teoria Musicale
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Le chiavi
Esistono tre tipi di chiavi che indicano la posizione del SOL, del DO e del FA. Le chiavi possono assumere 7 diverse posizioni
secondo la tabella seguente:
ogni nota sul pentagramma può quindi prendere tutti i 7 diversi nomi a seconda della chiave. Il sistema basato sull'uso delle sette
chiavi viene chiamato setticlavio.
valore Note
minima 2/4
2 1 3
+ =
4 4 4
semiminima 1/4 1 1 3
+ =
4 8 8
croma 1/8 1 1 3
+ =
8 16 16
semicroma 1/16
Legature di valore, di frase e di portamento. Punto sopra la nota. Corona
Il punto sopra la nota indica una esecuzione "staccata", ossia ottenuta suonando solo un breve inizio della nota.
La corona posta sopra la nota la prolunga a piacere.
Terzina
È un gruppo irregolare di tre note inserite in un ritmo binario, ecco tre esempi in una battuta di 4/4:
Indicazioni dinamiche
Indicano il livello sonoro, il volume, delle note. Il significato dei simboli è intuitivo, nell'ordine:
pianissimo, molto piano, piano, mezzo piano, forte-piano, mezzo forte, forte, molto forte, fortissimo.
p F p
Ritmo
Nella musica occidentale, successiva al Canto Gregoriano e fino all'inizio del Novecento, il ritmo è inteso come una successione
regolare di accenti. Gli accenti possono essere distribuiti in diversi modi, dando origine ai diversi “tempi”. Normalmente si
distinguono tempi semplici e tempi composti. I tempi semplici da 2, 3 o 4 movimenti, ognuno della durata di ¼ (2/8); I tempi
composti da 2, 3 o 4 movimenti, ognuno della durata di 3/8.
I tempi sono indicati all'inizio del brano dopo la chiave con una frazione, ad esempio 2/4, ¾, 6/8,
o con i simboli , che indica 4/4 e , che indica 2/2 (tempo tagliato). Il simbolo deriva dall'uso medioevale di indicare
con un cerchio il tempo perfetto (in 3 movimenti, 3 era considerato il numero perfetto); dividendo il cerchio a metà, con un segno
somigliante quindi ad una C, si indicava un tempo imperfetto.
Notare come gli accenti siano distribuiti ogni 3 ottavi nei tempi composti e ogni 2 ottavi nei tempi semplici.
Da questo punto di vista il tempo di 3 quarti è diverso da quello di 6 ottavi, pur avendo la stessa quantità di valori per ogni battuta,
perchè in ¾ abbiamo 3 movimenti di ¼ con un accento principale e due secondari per ogni battuta,
mentre in 6/8 abbiamo 2 movimenti di 1/8 con un accento principale e uno secondario per ogni battuta.
La durata di ogni movimento e quindi di ogni battuta deve poi essere decisa in base alle indicazioni agogiche poste all'inizio del
brano sopra la chiave. Le più comunemente usate sono: presto, allegro, allegretto, andante, adagio, lento, largo ecc. Queste
indicazioni devono essere interpretate dall'esecutore secondo lo stile dell'epoca e dell'autore del brano da eseguire. A volte si
prescrive con esattezza la durata di un movimento con il tempo metronomico scrivendo ad esempio = 80; ciò significa che
dobbiamo regolare il metronomo su 80 e che quindi la nota da ¼ dovrà durare 1/80 di minuto, quindi un po' meno di 1 secondo.
Sincope
È una figura ritmica costituita da una nota che inizia su un tempo debole (senza accento) e prosegue su quello forte successivo
eliminandone l'accento. Si ottiene così una interruzione del ritmo (sincope significa arresto) che induce nell'ascoltatore un effetto di
intesità variabile, a seconda della forza dell'accento che viene eliminato: dall'angoscia, al disorientamento, alla sorpresa.
ed ecco in un ritmo di 4/4 alcuni esempi di sincope (le note indicate dall'asterisco * );
Altri segni sul pentagramma
Le alterazioni
Il diesis alza la nota di un semitono; il bemolle abbassa la nota di un semitono; il bequadro riporta la nota allo stato naturale.
Esistono anche il doppio diesis x e il doppio bemolle bb
I suoni con diesis o bemolle si dicono alterati.
I suoni non alterati si dicono naturali
Le alterazioni possono essere messe "in chiave" o davanti ad una singola nota.
Le alterazioni in chiave hanno valore per tutto il brano o finché non siano sostituite da un nuovo gruppo di alterazioni.
Le alterazioni poste davanti ad una singola nota valgono fino alla fine della battuta.
Toni e semitoni
I suoni naturali distano uno dall'altro un tono, tranne le coppie di suoni MI - FA e SI - DO che distano un semitono.
2 semitoni formano 1 tono
Il ritornello
Si eseguono le battute comprese fra i segni di inizio e di fine ritornello, si risuona quindi dall'inizio ritornello saltando le battute
indicate con 1. e proseguendo con le battute indicate con 2.
Abbellimenti
Sono note che vengono scritte con simboli più piccoli delle note normali o sono indicate con abbreviazioni; servono appunto ad
“abbellire” la nota alla quale sono aggiunte. Ne esistono molti tipi e la loro interpretazione non è sempre semplice e a volte dipende
dall'uso tipico di una certa epoca. Ecco comunque alcuni abbellimenti tra i più comuni e il modo in cui eseguirli:
Appoggiatura
È un piccola nota che viene eseguita per tutta la sua durata, il suo valore viene sottratto alla nota seguente; ecco tre esempi
di appoggiature con le rispettive soluzioni di esecuzione
es. 1
es. 2
es.3
Acciaccatura
È un piccola nota barrata che viene eseguita con una durata molto breve, il suo valore viene sottratto alla nota precedente
(esecuzione in levare) o alla nota seguente (esecuzione in battere); ecco un esempio con acciaccature e la soluzione di
esecuzione in battere:
Trillo
è una veloce alternanza della nota scritta con la nota superiore (o inferiore se specificamente indicato) ripetuta più volte.
La durata del trillo corrisponde a quello della nota sul quale è indicato. Nell'esempio è anche indicato un modo particolare
di concludere il trillo toccando anche la nota inferiore.
Mordente
è una veloce alternanza della nota scritta con la nota superiore (o inferiore se specificamente indicato). Ecco due esempi:
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