Funzione di Hilbert
di insieme di punti in P2
Relatore
Prof. Philippe Ellia
Laureando
Marco Bozza
2 Funzione di Hilbert 5
2.1 La funzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
2.2 Proprietà della funzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Bibliografia 23
v
Capitolo 1
Ci si può chiedere quale sia la dimensione di tale sistema in funzione dei punti pi .
Come prima cosaTsi possono dare delle stime, infatti possiamo osservare che:
δn (p1 , . . . , pr ) = ri=1 δn (pi ) e si ha che ogni δn (pi ) è un iperpiano, infatti se consi-
deriamo la funzione:
ϕp : Sn −→ k
Q 7→ Q(p)
1
2 1. SISTEMI LINARI PER CURVE PIANE
rette che non passano per pi , significa moltiplicare l’equazione della curva per
fattori lineari fino ad arrivare al grado m ≥ n. In questo modo il criterio di
separazione vale anche per le curve di grado m.
4 1. SISTEMI LINARI PER CURVE PIANE
Capitolo 2
Funzione di Hilbert
dove I(X)n = I(X) ∩ Sn . Infatta basta osservare che ogni polinomio non omogeneo
si può scrivere come somma di polinomi omogenei. Inoltre si ha che I(X)n è un
sottospazio vettoriale di Sn . Grazie al fatto che i polinomi in I(X)n sono omogenei,
essi si annullano su qualsiasi retta della forma λpi , quindi possiamo anche osservare
che δn (p1 , . . . , pd ) := P(I(X)n ). Possiamo ora dare la definizione di funzione di
Hilbert:
2.1 La funzione
Definizione 2.1. La funzione di Hilbert HX di X = {p1 , . . . pd } è la funzione:
HX : N −→ N
n 7→ codim(I(X)n )
5
6 2. FUNZIONE DI HILBERT
i j k
x0 x1 X x0 x1 x2
F∗ =F , ,1 = aijk =
x2 x2 i+j+k=n
x2 x2 x2
d X d
1 i j k 1
= aijk x0 x1 x2 = F
x2 i+j+k=n x2
2.1. LA FUNZIONE 7
Φ : k[x0 , x1 , x2 ] −→ k[x0 , x1 ]
(2.2)
F 7−→ Φ(F ) = F (x0 , x1 , 0)
ψ : Ker(ρn ) → I(X)n−1
F 7→ ψ(F ) = G; dove F = x2 G
HX (n − 1) = dim(Sn−1 ) − dim(I(X)n−1 )
HX (n) = dim(Sn ) − dim(I(X)n )
Lemma 2.3. Con le notazioni precedenti esistono e sono ben definite delle applica-
zioni lineari ϕ, gn , gn0 con gn suriettiva, tali che gn ◦ ϕ = ρn+1 ◦ gn0 , cioè il seguente
diagaramma è commutativo
ϕ
x0 I(X)n ⊕ x1 I(X)n ⊕ x2 I(X)n x0 Rn ⊕ x1 Rn
0
gn gn
ρn+1
I(X)n+1 Rn+1
Dimostrazione.
gn : x0 Rn ⊕ x1 Rn → Rn+1
(x0 G, x1 H) 7→ x0 G + x1 H = F
mentre
(ρn+1 ◦ gn0 )(F ) = ρn+1 (x0 G + x1 H + x2 L)
siccome per definizione ρn+1 := Φ|I(X)n+1 , grazie alla definizione di Φ in (2.2), si ha
che ρn+1 non agisce su x0 e x1 ma solo su G e H. Inoltre x2 L ∈ ker(Φ) e siccome
x2 L ∈ I(X)n+1 , si ha che x2 L ∈ ker(Φ|I(X)n+1 ) = ker(ρn+1 ). Inoltre vale anche
ρn+1 |I(X)n := ρn , allora si ottiene:
Dimostrazione. Anzitutto, come già osservato nel lemma 2.3 si ha che se ρn è su-
riettiva allora, ϕ è suriettiva. Siccome vale ρn+1 ◦ gn0 = gn ◦ ϕ con gn suriettiva si
ha che ρn+1 ◦ gn0 è una applicazione suriettiva e quindi necessariamente ρn+1 deve
essere anch’essa un’applicazione suriettiva. Adesso, grazie al lemma 2.2 ottieniamo
la catena di implicazioni:
HX (n − 1) = HX (n) = HX (n + 1) = HX (n + 2) = · · · = HX (d − 1) = d
Come abbiamo osservato anche nel capitolo dei sistemi lineari, la dimensione dello
spazio δn (X) cambia in funzione di come sono disposti i punti. Allora il caso più
"estremo" che si possa pensare a livello geometrico è quando i punti X = {p1 , . . . , pd }
sono allineati e successivamente quando ne abbiamo al più d − 1 allineati. Vediamo
a cosa corrispondono questi due casi "estremi" dal punto di vista della funzione di
Hilbert.
d − 1 punti, dobbiamo dimostrare che deve passare anche per l’ultimo (altrimenti
sarebbe verificato il criterio di separazione). Osserviamo che una tale curva esiste
sempre, infatti basta considerare la curva data dall’unione di una retta che passa
per due punti e rette che passano per gli altri punti. Detto questo, si ha allora che
R e C si intersecano in almeno d − 1 punti, per il teorema di Bezout si deve avere
allora che R ⊆ C e quindi i punti X giacciono sulla curva C.
Viceversa se HX (d − 2) 6= d, allora per stretta crescenza della funzione di Hilbert si
deve avere che HX (d−2) < HX (d−1) = d. Abbiamo quindi 1, . . . , d−1 da assegnare
a 2, . . . , d che sono le possibili immagini della funzione di Hilbert. L’assegnazione
deve avvenire in maniera biiettiva in quanto la funzione è strettamente crescente
fino a d − 1 dove raggiunge il valore d, ciò significa che HX (1) = 2, cioè
d > 4 si ottiene che C1 e C2 hanno componenti comuni e quindi siccome sono delle
coniche, C1 = L1 ∪ L2 e C2 = L1 ∪ R, dove L1 , L2 , R sono rette. Inoltre tali coniche
devono essere indipendenti, e siccome R e L2 devono passare per gli stessi punti
di X necessariamente L2 e R contengono un solo punto di X (altrimenti la retta
sarebbe univocamente determinata).
Nelle dimostrazioni delle proposizioni 2.1, 2.2 abbiamo dimostrato in maniera im-
plicita la struttura della funzione di Hilbert nei casi geometrici più "estremi" che
riassumiamo nella seguente:
d=1
La funzione di Hilbert in tal caso è semplicemente la funzione costante HX (n) = 1
per ogni n ≥ 1.
d=2
Due punti sono sempre allineati e si conclude con la proposizione 3.1.
15
16 3. LE FUNZIONI DI HILBERT FINO A 6 PUNTI
d=3
Con tre punti, abbiamo due possibilità: o i punti sono allineati, oppure ci sono
2 punti allineati e l’altro no. In entrambi i casi si ricade nella proposizione 3.1
d=4
Se i punti X non sono allineati Sempre grazie al lemma 2.1 si ha HX (3) = 4,
inoltre siccome i punti non sono allineati, grazie alla proposizione 3.1 si ha HX (2) =
4, e inoltre HX (1) = 3. La funzione di Hilbert in questo caso è quindi:
(
3 se n = 1
HX (n) =
4 se n > 1
p3
p3
2 2
P P
p2 p2 p1
p4 p1 p4
Nella prima figura si vede come si può separare ad esempio p2 nel caso di tre punti
allineati con delle coniche; per separare gli altri punti il caso è analogo a quanto
riportato in figura con l’unica eccezione che se dobbiamo separare p3 in questo caso
si prende una retta doppia che passa per i tre punti allineati. Mentre nella seconda
figura si vede come separare ad esempio p3 nel caso di al più 2 punti allineati sempre
con delle coniche , per separare gli altri punti il caso è analogo al quello del disegno.
d=5
Nel caso di 5 punti, oltre ai casi già trattati nella proposizione 3.1 (5 punti allineati,
4 punti allineati) vi è un altro caso da considerare:
Se ci sono al più 3 punti allineati , grazie al lemma 2.1 punto (4) HX (4) = 5 e
inoltre grazie alle proposizioni 2.1 , 2.2 si ha HX (3) = 5, HX (2) = 5. Allora la
funzione di Hilbert è data da:
(
3 n=1
HX (n) =
5 n>1
17
p3 p3
p4 p4
2 p2 2 p2
P P
p5 p5
p1 p1
p3 p3
p4 p4
2 p2 2 p2
P P
p5 p5
p1 p1
p3
p4
2 p2
P
p5
p1
Nell’immagine è mostrato come può essere effettuata una separazione dei punti
mediante coniche che sono unione di rette nel caso di 5 punti di cui 3 allineati.
d=6
Escludendo i casi già trattati nella proposizione 3.1 in cui abbiamo 6 punti allinea-
ti e 5 punti allineati, analizziamo e determiniamo la funzione di Hilbert nei casi
rimanenti:
(i) Se in X ci sono 4 punti allineati. In tal caso, sempre grazie ai risultati già
citati: HX (1) = 3, HX (5) = 6, HX (4) = 6, HX (3) = 6. Manca da determinare
HX (2) = dim S2 − dim I(X)2 = 6 − dim I(X)2 . Osserviamo che se una conica
passa per X siccome ci sono più di tre punti allineati per il teorema di Bezout,
tale conica deve essere unione di due rette, una passante per i 4 punti allineati
e l’altra passante per gli altri due punti rimanenti e tale conica è univocamente
determinata (a meno di scalari). Quindi in tal caso si ha dim I(X)2 = 1 e la
funzione di Hilbert per 6 punti di cui 4 allineati vale:
3 n = 1
HX (n) = 5 n = 2
6 n>2
18 3. LE FUNZIONI DI HILBERT FINO A 6 PUNTI
Come già osservato nei precedenti capitoli, abbiamo trovato una corrispondenza tra
le situazioni geometricamente "estreme" (d punti allineati, d − 1 punti allineati) e
la funzione di Hilbert (HX (d − 2) 6= d, HX (d − 3) 6= d). In questo capitolo con-
clusivo, in maniera non del tutto formale e precisa ci occupiamo di determinare la
funzione di Hilbert nel caso generico. Anzitutto dovremo dare un senso preciso alla
parola "generico". Inoltre ci terrei a precisare che questo capitolo è da considerarsi
come uno spunto di come strutturare la dimostrazione del caso generale della fun-
zione di Hilbert di un insieme di punti, infatti si utilizzerano dei risultati che non
dimostreremo.
19
20 4. LA FUNZIONE DI HILBERT NEL CASO GENERALE
Per quanto ci riguarda, faremo uso della topologia di Zariski: dove i chiusi sono i
sottoinsiemi algebrici. Per esempio i chiusi di P2 e A2 sono gli insieme finiti di punti,
le curve algebriche, il vuoto e tutto lo spazio. Si potrebbe dimostrare il seguente:
Definizione 4.2. Una proprietà P è generica per gli insiemi di d punti se è verificata
su un aperto non vuoto U ⊂ U(d). Un insieme X di d punti è generico (o meglio
sufficientemente generale) per P se X ∈ U .
Grazie al lemma 2.1 punto (2) si ha che i punti X di U(d) che cerchiamo, quelli
di rango massimo, sono quei punti che impongono condizioni indipendenti alle curve
di grado n.
Abbiamo che:
(i) Mdn 6= ∅ , infatti richiedere che esista X ⊂ P2 tale che vn abbia rango massimo,
grazie al lemma 2.1, equivale a richiedere che esista X insieme di punti che im-
ponga condizioni indipendenti alla curve di grado n, e grazie alla proposizione
4.2 esso esiste sempre.
22 4. LA FUNZIONE DI HILBERT NEL CASO GENERALE
(ii) Inoltre Mdn è un aperto di U(d) per la topologia di Zariski. Non daremo una
dimostrazione formale di ciò, ma faremo un esempio che potrebbe essere d’i-
spirazione per la dimostrazione nel caso generale. Supponiamo che la retta di
equazione x2 = 0 non passi per i punti X e passiamo nell’affine. Consideria-
mo il caso n = d = 2, sia X = {p1 , p2 }, p1 = (a, b), p2 = (c, d). Prendiamo
{1, x, y, x2 , y 2 , xy} come base di R≤2 e la base canonica su k 2 . Allora la matrice
associata all’applicazione lineare v2 : R≤2 → k 2 è
1 a b a2 b2 ab
1 c d c2 d2 cd
[1] Coolidge, J.L.:A treatise on algebraic plane curves, Dover publications, Inc.
(1959)
23
Ringraziamenti
Voglio ringraziare tutte quelle persone che mi hanno accompagnato in questo viag-
gio. Per prima cosa un ringraziamento speciale va al mio relatore Philippe Ellia, che
non solo mi ha aiutato con la stesura di questo lavoro, ma è stato uno dei professori
che più mi ha ispirato in questi 3 anni ed è stato in grado di trasmettermi quello
spirito matematico che tanto andavo cercando.
Voglio poi ringraziare tutti gli altri professori che ho incontrato in questi anni,
in particolare il professore Damiano Foschi che mi ha mostrato che c’è del bello an-
che nell’ analisi matematica e lo ringrazio personalmente per l’impegno con cui ha
tenuto il corso di Analisi III durante un periodo difficile dove eravamo tutti distanti.
Come non ringraziare Angelo Vincenzo Lo Bello, mio compagno, amico (e rap-
presentante). Grazie per le ore passate a discutere di matematica, di Olimpiadi della
Matematica, di politica, di filosofia, di tutto. Grazie per gli scherzi, per le battute,
per le risate, per aver provato a progettare con me un’ Università "perfetta", per le
ore passate al telefono (mai meno di 1 ora, ). Ringrazio poi Odeta e Roberta che
grazie a loro ho potuto apprezzare un anno e mezzo di esperienza universitaria "nor-
male" senza pandemia, grazie per le serate fino a notte fonda a passeggiare, le ore
in aula studio e in dipartimento. Ringrazio il team de "Uuu mittelluccio", Daniele
e Alessio li ringrazio per le mangiate soprattutto nel post esame, e per le grandi
risate che ci siamo fatti, grazie per le camminate fino "ai dui" perchè abitavate agli
antipodi di Ferrara. Ringrazio il mio coinquilino Marco, anche se abbiamo vissuto
l’esperienza della convivenza in maniera un po’ anomala mi sono divertito con lui e
lo ringrazio.
Ringrazio tutti i miei compagni dell’università, purtroppo abbiamo vissuto una
triennale al quanto strana, ma mi ricorderò sempre del clima che c’era in aula du-
rante le lezioni in presenza e provo molta nostalgia per alcuni momenti vissuti con
loro. Ringrazio Giuseppe Lo Faro che non ha mai smesso di credere in me e in gene-
rale nelle persone, lo ringrazio perchè quando alle superiori gli dissi che ero indietro
rispetto agli altri per la scuola che frequentavo non ha esitato un secondo a dirmi
che ce la potevo fare, per me è stato molto importante e gli sarò sempre grato per
questo.
Ringrazio poi la mia famiglia, in particolare mio padre che ha saputo cogliere la
mia passione per la matematica fin dagli albori proponendomi tutti i possibili libri
che c’entravano anche pochissimo con essa. Lo ringrazio per avermi permesso di
studiare ciò che mi piace e infine lo ringrazio perchè insieme a mia madre si sono
sempre impegnati a mantenere un’atmosfera positiva e intellettualmente ricca, cosa
che capisco solo a posteriori. Ringrazio Gianluigi, Kristina, Alice, Federica, Arianna
e infine ringrazio Killa, che mi ha regalato tutti i suoi amici (ahah). La ringrazio
semplicemente perchè è lei, perchè la sua forza è d’ispirazione, perchè era lì in ogni
decisione importante che ho fatto fino ad’ora e so che ci sarà sempre in qualche
forma e questo, alla fine di tutto, è ciò che conta davvero. Insomma, sarò scontato,
ma grazie di esistere e di aver detto "sì" a Ivana quel giorno di oltre 8 anni fa.