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Gian Mario Anselmi Francesca Tomasi PCTS FE Ka roteuse errs eecle della letteratura PLT Vere| Patron Editore Panty d Capitolo Il Ragione e passione. La modernita comincia nel Settecento » Leparole degli IIluministi Tutti vi aspettate che io cominci la mia narrazione della letteratura italiana dalle “or ini" e de Dante come ogni buon manuale vi ha insegnato a fare. Invece no, io vo partire da un’epoca posteriore e molto pid vicina a noi eal nostro futuro, il Settecen- to, feta grandiosa del'lluminismo. Vi avevo gia detto prima che non mi interessano le solite cronologie e che per capire cid che oggi mi definisce e il futuro che voglio costruire devo partire prima di tutto da cid che ha davvero forgiato la mia identita moderna, il mio lessico, la mia natura, la mia immaginazione, la mia politica, in ulti- rma istanza la mia vita con le parole che uso per parlarne o scriverne. Ebbene tutto cid nasce fin dai primi decenni del Settecento, i nasce I'uomo moderno, li nascete voi, nasciamo noi e molte delle “parole” di quel tempo sono le nostre “parole’, molti scrittore intellettuali di quel secolo“passano’ fino a noi, siamo no in ultima istanza. Soprattutto su due questioni decisive: in quel periodo il nesso dirompente tra ragio- ne, scienza e passione ci viene consegnato in modo straordinario; in secondo luogo il lessico del “governo” del mondo e dei diritti inalienabili degli uomini e della loro dignitd ultima sono nati dalle lotte e dalle intuizioni ideali e grandiose ('immagi- razione ha a che fare anche con la politica! di iluministi che pensavano davvero al nostro “futuro anteriore’ La Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e de! Cittadino emanata in Parigi nel 1789 dal governo rivoluzionario francese sulla scorta della Dichiarazione dindipendenza americana di qualche tempo prima fu un atto di gigantesca portata che spezzd definitivamente la storia antica con i suo soprusi e con i suoi arcaici pri- vilegi aristocratici per aprirsi a un futuro di lotte per il pieno riconoscimento degli tuomini e delle donne, della loro dignita, della loro uguaglianza e noi siamo ancora 1099) li eredi (non sempre degni) di quella memorabile Dichiarazione che dovrebbe essere studiata in ogni ordine di scuole e universita prima di ogni altra cosa! Noi sia- imo fig sidiTucidide, di Eschilo, di Cicerone, di Ovidio, di Virgilio ovvero della cultura classica ma prima di tutto e di tutti siamo figli dellllluminismo e dei suoi protagoni- sti, che ci piaccia o no, e da loro, proprio per questo, &indispensabile cominciare per nata della letteratura italiana ronologia ragionata della letteratu na I passaggi ela crone Sa i. Questo insomma, € non scontato, & il primo expire qualeosa di ete presto perché.Possiamoalloreaccostar| al e947 che aoe insta, con occhi sgombri dai fraintendimentie dalle forza "4" fa stagione i parla a vanwera e scoprire come in quella stagionat® ite. logic du spe ala ltteratura eIarte, la parola, lo stile, VimmmgeaM9 lla scienza la letteratut , 5 , Fimmaginay ale agione © mo decisivo e proprio nellotica settecentesca delfappeenszo™ wi solsro o) Matore o rivoluzionaro o utopista che fosse. Comincio una qe 0 fa leteratura con lapprendistato connesso dello ste (en affascinan sno componente decisiva, Guardiamo anche solo per linee gener 1 ea tecento:il panorama & impressionante. Voltaire, Montesa ale Franc de alle loro grand diferenze, sono la punta di un iceberg Pi non a iat che sono al tempo stesso grandi scrittori, poeti, autor gi se ral, romanaier Lo svzzero di lingua francese Jean-Jacques Rousseau pas {is uno dei fondator di interi gener leterari oltre che di capital rflession sulruo. tno a sua natura, i suoi ordinamenti social. Lapprendistato sui classic antich esi Classic rinascimental italiani & considerato imprescindibile per tutti i philosophes che daranno vita alla grande stagione del'luminismo in ogni paese ma nelfottica din futur da costruie, La straordinariae rapidissima diffusione del loro pensier, taloraa fort valenze rivoluzionarie e utopistiche, la critica corrosiva e devastante del decadent e cspoticoancin regime, lesito delle loro idee nella grande stagione r- voluzionaria prima in America con la nascita degli Stati Uniti e poi in Francia nel 1789 sono il micidiale combinato disposto di una grandissima tensione ideale e politica coniugata a una acutissima letura della Storia, a una grande competenza giuridica ed economica e a un incessante esercizio di appassionata trascrizione in alta cifra Jetteraria dei loro saperi. Senza questo “pensiero” con ricchezza cosi inesausta di'sti- le" e di ‘parola" ben poco sarebbe accaduto. Lo ha messo in evidenza molto bene lo storco Jonathan irl: in un suo volume mostra, con grande profusione di dati e dirriferiment, il ruolo essenziale, per certi versi decisivo, che in quel torno di anni convulso € drammatico della Rivoluzione francese svolsero appunto i modelli ideo- logicie poltici di matrice fortemente intellettuale e filosofica (con il protagonismo determinante dei iphilosophes ovvero dei letterati e degli “umanisti”), le narrazioni, il teatro, al aparat delarte edellimmaginario, la potenza della parola e dei modell letterari a tutti ilivelli. Cera stato Per tutti e in tutta Europa e in America un maestro. sla pe Gusto impasto detonante: Machavel (ma citorneremo pid avant). Le ne deg cna come ttn econosciamo, con decisis fat bresasacy Pater inun equiv istuzionale dipesecontappesi sonodi ducal Se ef sa Montesquieu (ul un secoo dope ssp Ts scitun ganas ante Aes De Tocqueile)e Montesquieu proprio Amine cten ge He samettre aut ant lalezione dlls Canela deloRagaen oes ator tear del Seicent, La sua i- {sicorelas qua spstaner re a er eccellenza del lluminismo)) @ vigorosa vedere puche versoiisemen te<80 della Scienza e dei saperi moderni verso i "(in realta con stupefacenti anticipaziori, lo abbiamo alcosa di n gia notato nel capitolo precedente, in Leon Battista Alberti e Machiavelli...sempre loro, gli umanisti italiani cosi letti e amati nel Settecento). Ma questa fiducia nella luce che spezza le tenebre dellgnoranza, del dispotismo, delle superstizioni (i temi cari con celebri opere, massime e aforismi al gia ricordato Voltaire) in Montesquieu non fa velo a una prudenza di fondo, non si tramuta in infantilistico entusiasmo ed ql sa dare il giusto peso alle contraddizioni irrevocabili alle malvagie disposizioni tanti pensatorie rifrmator in tutta Europa (bast pensare in Italia, che so, al Muatoy al Genovesi, ma telenco della ricorrenza, fa gliscrtt del Settecento, del ine det. gir umano come tensione verso la felicia sarebbe infnito). Nésaracasuale aol Gi scritti utopicie vsionari sul futuro del mondo e degli uomini fondati su stringeng ed efficacissimi apparatiletterari di anticatradizione persino classica, Né ancora sara casuale che, tale tre parole chiave su cui costruire il futuro, i rivoluzionari frances; inseriscano linnovativo concetto di “fratellanza’: non piu una discendenza “vertica. le" dai padri ma una uguaglianza ‘orizzontale” di fratellie sorelle, una “comunit ¢j ugualilegati da vincol di cittadinanzalaica che non presuppongono pila cristina uuguaglianza (mai praticata di fatto nella Storia, anzi...) fondata sullessere tutti gh iio’ Felicita, utopia, fratellanza, termini che rimandano ad apparati a forte impron. ta visionaria e creativa, a una dimensione a cui la “ragione” dei Lumi attinge e a cui si lega grazie alla funzione imprescindibile dell‘affabulazione mitopoietica e lettera- ria, Altrettanto pud dirsi della complessa discussione che si dispiega nel Settecento sullidea diibertd e su cui tanto ci ha insegnato Norberto Bobbio: il reticolo tra lberts individuali private e liberta politiche generali e come entrambe possano coesistere (liberta negativa e liberta positiva) & decisivo per lo svolgimento della modemita e ‘ancora oggi in realta non del tutto risolto nelle stesse democrazie rappresentative Fino dove giunge la mia personale liberta di diriti privati inalienabili¢ fino dove & necessario “consegnarla’ alle leggi dello Stato, 0 meglio alla comunita regolata dei cittadini, autolimitandomi? Questo era gia il grande assillo degli liluministi:lerisposte furono talvolta moderate (come in Italia), talvolta radicali Jean-Jacques Rousseau) ma comunque furono fulcro del pensiero illuministico e presupposto delle stesse fi voluzioni americana e francese e delle Carte dei diritti che ne derivarono. Ma quelli- dea di libertas era anche il frutto di un ricca messe di apparati (gli“alberi della liberta’ studiati da Jean Starobinski o le molte opere teatrali riportate in piena luce, per i ruolo che svolsero durante la Rivoluzione francese, da Jonathan Israel), metafore, ar- ‘gomentazioni a forte caratura letteraria e immaginativa derivate da Machiavelli (per come fu letto da Diderot e dagli americani) e dall'Umanesimo italiano (e dalle sue r- flessioni sulla respublica dellantica Roma, la romanitas) che finiranno col determinar- ne gli statuti settecenteschi. Al tempo stesso la stagione illuministica, proprio perché incalzata dalle spinte libertarie comunque declinate, pone in campo grandi tensioni © progetti“riformatori® che sono alla radice del riformismo progressista moderno e Contemporaneo: utopie e sogno da una parte ma, dallaltra, desiderio di cambiare dawvero le cose e la realta in tutti campi nel qui e subito senza attese messianiche {tora Feco di Machiavel), Gli scriti che propongono innovazioni e riforme nel cam- Gian Mario Anselmi — Ragionee passione. La modernitt comincia ne Settecento QI po economico,legislativo, educativo, giurdico sono in ogni realta europea in numero altissimo. Sono spesso rivolti,e talora con successo, ai Sovrani perché introducano nei loro Stati elementi di diritti, di tolleranza, di liberta, di innovazione negli appa- rati e nella vite pubblica e sociale, nuovi statuti insomma, embrioni dell aspirazione alle modeme “carte costituzionali” basate su diritti e doveri universali e uguali per tutti senza distinzioni di fedi, di sesso, di raze. E in questo, per la prima volta, sono coinvolti contemporaneamente tutti i protagonisti delle nazioni europee e molti loro ‘Sovrani, anche i pit geograficamente lontani dal baricentro mediterraneo 0 atlantico (Svezia, Russia, Prussia, Austria... Il riformismo settecentesco é davvero “universale” in Occidente (e con simili caratterié una universalita senza precedent ¢ contestual- mente si distingue per avanzare radicali proposte anche per la vita privata, peril su- peramento di pregiudizi e superstizioni, per lemancipazione dei costumi (é la stagio- ne del pensiero e della letteraturalibertinie della filosofia del Sensismo) el affermarsi i diritti elementari delle persone, compresifinalmente anche donne e bambini. Dal sogno del'illuminismo al Sublime “ll sogno dell'illuminismo” é tutto questo e molto altro ancora: senza un continuo ap- prendistato sulla parola, senza raffinate educazioniletterarie nessuna di queste idee grandiose avrebbe potuto avere corso ed efficacia; ‘parole e cose’, scienza, passioni, amore mai coincisero cosi tanto come nel Settecento e furono una svolta epocale per la modernita nel suo farsi fino ad oggi.Giaiutaa capire bene leredita di questo incre- dibile impasto, di questo meraviglioso rovello un delizioso film del 2014 di Woody Al- len, Magicin the moonlight, ambientato nel primo Novecento in un clima i elegante ironia“settecentesca’ e inglese, dove il protagonista, razionalista irriducibile e cinico, alla fine non pud che cedere allirazionalta dell'amore e della ‘magia’ del mondo e delle emazioni, poiché I'una cosa non puo esistere senza Taltra. Non si diment peraltro, che in pieno Settecento e in piena correlazione con 'lluminismo si sviluppa idea moderna di’Sublime’ a partre dal trattato di Edmund Burke fino alla teoria di Immanuel Kant: in mezzo secolo, dal 1757 al 1790, emerge la piena consapevolezza delle valenze emozionali che segnano le capacita cognitive ed estetiche dell'uomo e ben oltre patti del razionalismo classco, Lesperienza del sublime é fesperienza del terrore, della vertigine, dello spettacolo grandioso tanto dei fenomeni naturali quan- to degli abissi delle nostre emozioni, i Sublime si correla al Bello e per certi versi lo supera ed @ momento decisivo del nostro conoscerci come capac di assoluto con un ruolo decisivo deltarte espressione del sublime in letteratura come in pittura. Quello che di soliton trite e itrite manualisiche, viene associato al Romanticismo ha radici in realta in quella complessa fucina che fu il pensieroilluminista e su cui ci siamo soffermati prima, senza stancarci di ibadirlo ora. Non casualmente é nel Settecento e rnon nel Romanticismo che inizia la grande fortuna erinascita di Shakespeare, stretta- ‘mente connessa alle emozioni ¢ alle passioni del sublime’. Certi giudizitaloraicatici diVoltaire (per altro grande ammiratore di Shakespeare) ad esempio sull’Amleto 0 di alr illuministi per aspetti specific di alcune sue opere non devono far velo ala for- ‘tuna teatrale europea ampia che dovunque riscossero le rappresentazioni del grande | Ila letteratura italiana [ 30) { passagai e la cronologia ragionata d inglese. Non é poi qui né il luogo né la sede per affrontare altri linguaggi diversi g, quello letterario che resta al centro della nostra attenzione: ma l'ambito musical ; quello delle arti visive, a cominciare dalla pittura, con il loro sviluppo straordinario, 7 sienamente calato nel clima complessivo sin qui delineato (dove per inciso Yapprere een ano in italia fu per musiistie artist essenziale), non ci porterebberg | certo fuori dal nostro ragionamento; e basterebbe a sintetizzarlo il nome grandissi . | si Wotgang Amadeus Mozart con opere come il Don Giovanni oI auto magi aa tanti dei suoi concerti e delle sue sinfonie (e la stessa “formazione audace’ in 7 he terra di Georg Friedrich Handel o di Franz Joseph Haydn, nel suo fortunato so Hel | inglese, visi inserirebbe in pieno). Tutto per altro preceduto nel primo Sette carl | quellimperscrutabiletitano della “riforma” musicale che fu Bach con il su star | simo approcco alla ioisita operosaelaica del uomo. o cnstianis- Gian Mario Anselmii — Ragione e passione. La modernita comincia nel Settece arte, letteratura,scienze e ideologia,rivestilluminismo in Italia. Algarotti ebbe inftti un ruolo fondamentale nel far penetrare element culturaliattualissimi, che porteran: no alla maturazione in Italia, accanto al fulero del dibattito europe sulla Ragione, di concetti quali “sentimento’, ‘passioni’, ‘natura’, ‘genio’ (il suo particolarissimo ed em- blematico rapporto col Tiepolo). Edi grande rilievo furono le sue stesse osservazio- ni sulle politiche del tempo specie dal punto di vista miltare. Con periza tipica del suo apprendistato scientifico e tecnico commista alla continua lettura di Machiavelli (personaggio davvero essenziale, lo ribadiamo, per comprendere il Settecento}, i suol scrittisullarte della guerra ein particolare, come ha ben mostrato Denise Arico, i suol iscorsi militari mostrano non solo una grande conoscenza di politica e guerra in anni di svolta radicale delle tecniche miltari ma, secondo il modelo machiavelliano, eali s2 displegarli secondo unfefficace chiave “dialogica”e discorsiva (come aveva gid ben operato con il Newtonianismo) a netta declinazione letteraria, Ancora un intreccio ine- stricabile tra scienza illuministica e scelta netta di stile. Giacomo Casanova. In un singolare “triangolo" di personalita come Tiepolo, Algarotti € Metastasio si condensa in modo esemplare il senso stesso del nostro Settecento pit europeo ¢ avanzato. Una vera € propria specificita italiana si rimette in gioco: quel triangolo esplosivo e fertile di rilevanti consequenze configura infatti I'lluminismo. come soglia ineludibile di rinnovament e di processiriformatori, di tavole sapien- Zial e scientfiche nuove ma anche come dialogo ininterrotto con la natura profonda dellimmaginario, delle sue ‘ragioni” e delle sue ‘passioni" ovvero della letteratura e delle arti come straordinari linquaggi del sapere tout court. In tale contesto si spiega la singolare avventura stessa del libertino e viaggiatore veneziano Giacomo Casa- nova, che scrive in francese le sue memorie, dialoga con mezza Europa e si afferma rapidamente, e proprio a partie da Venezia, come simbolo persino popolare di una cultura spregiudicata e affrancata da ogni moralismo; quasi una sorta di uomo “nuo- vo" che da Venezia e dallItalia si sa misurare coi circoli piu spregiudicati delle capital ‘europe. Queste riflessioni ci hanno condotto spesso a citare come luogo emblema- 0 di scambi ed esperienze internazionalila Serenissima, Venezia, altra grande capi- ‘ale italiana ed europea di una cultura settecentesca plurale e pulsante di cui tenere conto primario. Goldoni, Parini, Alfieri Solo avendo chiari questi passaggiallora é possibile comprendere tutta la grandez- zae la portata innovatrice, europea e modernissima, dei grandi (e pili noti al cano- ne tradizionale) scrittori italiani del Settecento: Goldoni, Parinie Alfieri; e partendo da quanto sin qui argomentato se ne pud comprendere il peso dirompente, ben diverso da quello in cui una logora manualistica (con qualche dovuta eccezione ‘ovviamente) ce li ha presentat. Carlo Goldoni e la riforma della Commedia. La personalita che maggiormente si lega al Settecento veneziano @ ovviamente quella di Carlo Goldoni (1707-1793), La sua biografia e le sue peregrinazioni fino all'approdo degli ultimi anni di vita .saggi e la cronol fella letteratura italiana Jogia ragionata della I WD __ pessoa nte tutti | protagonisti del nostro Settecen a Parigi (come si é righ ne fan in realta un autore per tanti versi ies ppassano prima 9 Pa gpeo" come dimostrano per altro la perfetta padronanza ¢ fan aan ie eer yesta produzione teatrale, leteraria, librettstica e autobig. Siow cod linguistic, dafitaliano al veneziano/veneto al francese, Mag seme che i cuore della sua attvitasilega, per gli anni cent dell sua lunga vita, SNeneria @ ai suol teat il teatro il luogo ove egli va definendo con pacata ma ferma determinazione il suo particolare progetto di formatore” (non Siimeni per incso che eglfuanche autore di tant straordinarlibreti dopera}-Dal logo emai consacrato nel Settecento come epicentro dellimmaginario, delle passion, Gel riso come del pianto ma anche come luogo fisico di incontri, scambi, provoca. vioni, vera arena della nuova societa deltinformazione e della politica, dal Teatro ‘punto, Goldoni lancia per gradi un ambizioso e riuscito progetto di riforma della Commedia, della sua trama e dei suoi personaggi. Non si tratta solo della trasfor. mazione delle vecchie maschere della commedia alfitaliana in personaggi veri e propri e possibilmente “verosimili’ (i grande suo punto di riferimento); né della sua capacita di imporre in tempi relativamente brevi ad attori e pubblico una partitura recitativa, copioni ciog, non derogabili né variabili a capriccio (come succedeva nel teatro comico delle maschere che improwvisavano l'azione su uno scarno soggetto di base) sia in italiano sia in veneziano. In realta Goldoni sancisce una partizione di gener che giunge fino ai nostri giorni: da un lato, si consolida la commedia con i sui testi d’autore inderogabil, ovvero con l'abolizione di ogni improvvisazione e di ogni eccesso farsesco/carnevalesco e con un ruolo centrale del “capocomico"/ regista (come lo fu sempre Goldoni e come si continuera a fare con Pirandello ed oltre); la commedia riproduce la vita reale di tutti i giorni, tende all’agrodolce pit cche al comico/macchiettistico (sul modello gia avviato molto prima in Francia dal gtandissimo Moliére), torna a pieno titolo a svolgere un ruolo centrale accanto alla tragedia e al melodramma in quel luogo appunto decisivo della societa moderna che @il teatro. Dallaltro lato, la cosiddetta e fortunatissima commedia "teatro alli- taliana" non scompare affatto ma, con o senza le maschere tradizionali, continua su altri binari legati allintrattenimento, allo svago comico, alle gags, alla satira anche politica e di costume; il baricentro resta pero imperniato sulle improvvisazioni e performances degli attori e dei comici, sulla mescolanza di recitati e musiche, il tut- to basato su scarni ma efficaci canovacci di base. Ovvero & il filone che porta al mo- derno cabaret, alla rivista,allavanspettacolo e a tutte le odiemne diramazioni in in- finiti spettacoli radiofonicie televisivi o in inesauribili“tormentoni vali sulla Rete. Nonostante itanti e agguerriti oppositori, Goldoni riscuotera rapidamente, accanto a insuccessi e calunnie, sucesso e fama (e per questo poi sara chiamato dal Re di Francia a Parigi); eppure la sua rivoluzione teatrale, la grande efficacia e bellezza delle sue commedie, ancora oggi a noi molto care e molto rappresentate, non si Potrebbero spiegare se non abbiamo a mente quanto finora detto. Quella straordi- naria esperienza letteraria infatti si nutre del ricco dibattito riformatore italiano ed europeo, certo con garbo e con moderazione senza radicalismi rivoluzionari (anzi, n Mario Anselmii — Ragione e passione, La modernité comincia nel Settecento troppo vicino alla Corte a Parigi; negli ultimi anni di vita, dopo il 1789, sara di fatto considerato un nemico dai rivoluzionari e ne subira pesanti conseguenze) ma con ferma determinazione: nelle commedie di Goldoni la critica satirica alla vecchia ari- stocrazia parassitaria € costante, i protagonisti che si accampano sulla scena sono ali esponenti del vittorioso e laborioso (un tema che sara carissimo a Parini) ceto borghese e commerciale ma anche popolare, messi in scena talora in partiture“¢o- ral" (La bottega del cafié). La verosimighianza come manifesto poetico. Anzi al popolo povero e che deve vivere alla giornata si guarda con comprensione e simpatia (Le baruffe chiazzot- te): la commedia apre le porte a una societa nuova, a un mondo nuovo, perfino nell’aistocratica Venezia, e la “verosimiglianza’ ne é come il manifesto di poetica imprescindibile (quello che stava accadendo contestualmente nei miglior’romanzi europe’ e in parte considerevole della pittura a Venezia). Leuropeo Goldoni rende evidentissimo il nesso imprescindibile e reciproco che fonda il pensiero riformato- re, ovvero la sua ricca natura al tempo stesso filosofica, politica, ideologica e lette- raria; e cid accade in Italia con particolare effcacia e con grandezza di protagonist assoluti, da Galiani a Genovesi a Beccaria ad Algarotti a Goldoni a Parini ad Alfieri, senza discontinuita alcuna e pur nelle differenti peculiaita dei singoli. Qui ha le sue radiciineludibil la modernita italiana, in questo originalissimo e ineguagliabile intreccio. Giuseppe Parini e Vistanza riformatrice civile e politica. In altracitta e in altro contesto, Milano, si svolge la parabola umana e intellettuale di un altro grandissi ‘mo auitore protagonista della nostra letteratura ed espressione di una straordinari capacita di mostrare compiutamente e al massimo lvello il nesso inscindibile tra ansie riformatricidirinnovamento, militanza sacerdotale commista ad una rigorosa lezione di etica civile e potenza del!immaginazione letteraria.Parliamo ovviamen- te di Giuseppe Parini (1729-1799) cui ‘occorrerebbe tomare con nuovo slancio nel nostro cursus di studi. Figura quasi senza uguali in Europa egli seppe tradurre la severa satira conto il vecchio e parassitario ceto aristocratico in capacita visionaria efattura letteraria da grande poeta educato alla classi ‘ita: nel Giorne, il suo incom- piuto ma indiscusso capolavoro, infatti,il*mito” rovesciato della molle e inutile vita {el “nobil Signore” va puntualmente contrapponendosi alla vita degli uml lavo- ratorie artigiani lombardi fino alle popolazioni indigene oppresse in Africa, Asia ‘¢ America (si veda il momento della colazione nel Martino) la cul dura esistenza & solamente in funzione di apportare agio e lusso a un ceto tanto borioso e trac fante quanto in procinto di essere travolto dalla Storia, Loriginalita straordinar di Parini sta proprio nel non aver steso una pedissequa e scontata satira ma di aver creato, con una capacita di versificazione virtuosistica di altissimo livello (del resto {T"virtuosismo" stava facendo scuola anche a partire dalla musica efin da Bach), una hartazione poetica avvincente, ricca di echi classic e di gallerie straordinarie di per- sonaggi e ambient tratti certo dalla Milano del tempo ma estensibilia ogni capita- Je europea con le grandi contraddizioni social da cui tutte quante erano scosse. I Mario Anselmi — Ragione e passione. La modernita comincia nel Settecento Vittorio Alfieri 'intellettuale cosmopolita, Eclatante poi, per seguite il filo della nostra riflessione, @ il caso del piemontese Vittorio Alfieri (1749-1803), di nobile casato astigiano, personaggio certo da sempre carismatico ma su cui hanno pesa- to luoghi comuni di ogni tipo specie lungo il secondo Novecento: trattato anche nei curricula scolastici, quasi esclusivamente come autore teatrale tragico é stato anche profondo innovatore dei generi narrativi con una delle pit straordinarie au- tobiografie di tutti i tempi (Ia Vita) e poeta lirico tra i maggiori in Europa con le sue tante, intensissime Rime; visto retoricamente come una sorta di “padre della patria" irigidito in pose titaniche’, stato in realta un aristocratico ribelle, anticon. venzionale, ibertario, laico e spregiudicato in viaggio fin da giovane per Europa, tutta fino alla Scandinavia e alla Russia con audaci esperienze into the wild. Vero intellettuale cosmopolita alla pari dei maggior intellettual italiani ed europei,let- tore inesausto e profondo innovatore in letteratura, teatro e politica; spesso bollato insensatamente, usando arnesi del logoro metro ideologico novecentesco, come “reazionario’ egliallopposto fu un teorico della liberta come valore assoluto a par- tire da un’indomita liberta individuale (appunto il suo “titanismo") che non voleva vvenisse prevaricata da alcun regime e ispirata per altro anche alla lettura, per lui come per tanti del tempo essenziale, del Machiavelli“repubblicano™ (alla Diderot) ¢ storico. Benché aristocratico di nascita e educazione fu in Italia trai critici pit feroci dei dispotismi (anche di quelli cosiddetti illuminati), delle tirannidi nonché della corruzione profonda del suo stesso ceto; fu trattatista e polemista in prosa di alto livello con un piglio “alla Machiavelli’ e ambi proporre per gliintellettuali un vero e proprio“manifesto’ di indipendenza dal Potere prevaricante di ogni tipo (Del Prin- cipee delle Lettere) Certo, dopo i primi entusiasmi,rigettd la Rivoluzione francese diccuiintravide (e ne era stato testimone diretto a Parigi), con straordinario acume, le degenerazioni dispotiche cui sarebbe rapidamente incorsa fin dallo strapotere giacobino e all’esito drammatico dell'avvento di Napoleone, ma la rigetto appunto in nome del valore sacro della liberta degli individui cui rimase sempre coerente e non certo da posizioni nostalgiche per i vecchi regimi assolutistici che sempre abort Per questo amo molto Londra e il suo vivacissimo e aperto clima cultura- lee politico ma soprattutto fu tra i primi entusiasti sostenitori della Rivoluzione americana di cui, a differenza della Rivoluzione francese, rimase sempre convinto sostenitore e di cui, con intuito politico e ideologico sbalorditivo, colse enorme potenzialita peril futuro dell Occidente anche come modello di democrazia nuova; in questo senso la sua Ode alla liberta dedicata a George Washington quasi pro: fetica sui simboli ('attuale Statua della Liberta a New York...) e sugli sviluppi degli Stati Uniti. Insomma: Alfieri spesso imbalsamato in corrive formule di comodo, & invece trai protagonist pit moderni e attuali della nostra letteratura, modello an- che oggi incredibilmente spendibile trai giovani che potrebbero riconoscere in lui autentiche radici del loro innato ribellismo alle rigide e ipocrite convenzioni ¢ alle limitazioni delle liberta essenziali.Di grande interesse, vera e propria cartina di tor- nasole per | nostri ragionamenti, @ appunto il suo rapporto, complesso e contrad- dittorio, con Illluminismo e con la cultura francese, verso cui tradisce un approc- BD_passaggie la cronotogia ragionata della letteratura italiana ; —————— io per certi versi al tempo stesso originale ed agonistic/drammatico, hi effet ia formazione “europea” di Alfieri (nonostante la ilevanza del soggiom! londines rafforzati dal suo legame sentimentale duraturo e forte nel Senpe con la Contes. sa dlbany, esponente della pid influente aristocrazia inglese) é stata Soprattutto francese e a partire da illuministi come Voltaire, Rousseau, Montesquieu e Diderot daicostituzionalst" radical; proprio da loro apprese quella singolare commistio. ne, cui la stessa grande tradizione italiana rinascimentale e machiavelliana 'aveva addestrato, ta praticaletteraria e corrosiva, inesausta curiositas razionale volta aj cambiamenti radicali della societa e della cultura. Eppure il ribelle Alfieri, il’rinasci- mentale” italiano anticonformista non volle adattarsi ai salotti parigini, di cui diede ritratti spietati, e ai loro protagonisti che vedeva spesso pronti a compromessi di fronte al facile suecesso mondano (Voltaire in particolare). I suo utopistico e indi- vidualistico senso della liberta assoluta come valore irrinunciabile mal si conciliava | con un ‘percorso francese” che per lui non avrebbe potuto che approdare a nuovi regimi dispotici frutto di ideologie repubblicane totalitarie, del tutto inadequate a supportare le istanze libertarie e ribellistiche che gli urgevano “dentro” con pre- potenza (il furor come cifra dello stesso suo carattere). In un certo senso, nel suo drammatico e complesso dialogo a distanza con Voltaire e con lo spirito dei Lumi, gli fu trai primi moderni “critici del'lluminismo” (Giuseppe Rando lo interpreta piuttosto come ‘post-illuminista” e “costituzionalista”) nel senso di critico di quel | conformismo salottiero e facilmente ottimistico che egli vedeva trasparirvi soprat- | tutto in Francia e con le modalita che sarebbero divenute poi parte cruciale della critica otto/novecentesca al'lluminismo, Cosi gli parve essenziale mantenere un pil stretto nesso con la sua italiana, rinascimentale vocazione letteraria affidando ad essa e a una robusta pratica scrittoria in versie in prosa (di grande caratura & il suo Epistolario) la cifra autentica del suo ruolo di intellettuale critico e militante: & esercizio di grande utilitarileggersi oggi il corpus grande e geniale delle sue opere a vario titolo satiriche, entro cui si colloca ad esempio anche una satira spietata del “Commercio’, cosi essenziale nel pensiero economico illuminista e riformatore, ma di cui Alfieri coglie tra i primi invece una cinica e prevalente logica di accumuulazio- he e sfruttamento, LaTragedia alfieriana. Solo a partire da queste considerazioni allora e finalmente appare la grandezza dell‘autore di tragedie: con simili presupposti, con un simile ribellismo a ogni convenzione, con questa inesausta percezione drammatica del conflitto tra dispotismo e liberta, l'approdo non poteva essere che verso il teatro tragico in versi, dove, attraverso personaggi esemplari antichi, rinascimentali 0 Pblic,egli poteva dispiegare tutta la durissima e feroce misura del configere tra liberta e dispotismo o tra volonta singola e brutalita del destino o tra ansia di te- Surrezione ¢ imperscrutabile disegno del Dio implacabile del Vecchio Testamento. Il confligere veniva cosi portato, come era avvenuto gia in pieno Rinascimento con la Liberata di Tasso, alle sue radici originarie e anche fino ai sentimenti pid intinn in. |

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