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CONSIDERAZIONI GENERALI

SUI DIVERSI STILI DI KUNG FU

Nel Kung Fu inteso come l'insieme di tutte le arti marziali cinesi sono racchiuse diverse centinaia di stili ed è
molto complesso, per non dire impossibile, fornire un elenco dettagliato. Sembra che il Kung Fu venga
tramandato da circa il 2700 a.c. con l'imperatore (Huang Ti) che avrebbe addestrato le sue truppe con tecniche
primordiali di lotta marziale; è facile dedurre che in così tanti secoli le arti si siano trasformate e tramandate nel
tempo dando origine a moltissime varianti che a seconda delle esigenze geografiche e tattiche venivano
personalizzate di famiglia in famiglia. Gli stili di Kung fu variano molto in base all'area geografica dove vengono
praticati, in base alla loro origine storica più o meno recente, in base allo scopo che da essi si voleva trarre. Per
questo esiste una suddivisione più o meno standardizzata degli stili che a grandi linee cerca di dare una corretta
collocazione ad ognuno di essi ovvero:

PRINCIPALI SUDDIVISIONI DEGLI STILI


Queste tre categorie sono indipendenti e l'una non comporta l'esclusione dell'altra,
per esempio uno stile esterno può essere della Cina del nord o del sud, tradizionale o moderno e così via.

STILI ESTERNI STILI INTERNI


" NEI CHIA" "WAI CHIA"

Prediligono l'aspetto esteriore Prediligono l'aspetto interiore.


Sono più aerobici e più dinamici Sono meno aerobici, più lenti e pacati.
CARATTERISTCHE Emergono velocità e forza esplosiva Prediligono respirazione, meditazione e
PRINCIPALI Sono più ginnici e meno meditativi. concentrazione dell'energia interiore per
Lo scopo finale è comunque la coltivazione arrivare comunque ad essere molto
dell'energia interiore. applicativi e potenti.

STILI DELLA CINA DEL NORD STILI DELLA CINA DEL SUD
"CHANG CHUAN" "NAN CHUAN"

Anche detti stili corti perchè prediligono


posizioni corte, alte, quasi in piedi per
Anche detti stili lunghi perchè prediligono
combattimenti a corta distanza ed un uso
posizioni lunghe, piuttosto basse e l'uso
quasi nullo di tecniche di gamba. Questo
abbondante di tecniche di gamba e di
sembra essere dovuto al fatto che nel sud
CARATTERISTICHE tecniche saltate per combattimenti a medio
della Cina abbondavano zone allagate e
PRINCIPALI lunga distanza. Il fulcro degli stili del nord è
risaie quindi le gambe erano spesso
stato senza dubbio il monastero Shao Lin
sommerse e poco utilizzabili sul campo.
della Cina del nord nella regione Henan o
Il fulcro degli stili del sud è stato il
Honan
monastero Shao Lin della Cina del sud
detto Fukien.
STILI TRADIZIONALI STILI MODERNI
"KUOSHU" "WUSHU"

Sono gli stili rielaborati quando il Kung fu


non era più necessario per difendersi con
Sono i più antichi, le arti marziali originali l'avvento anche della armi da fuoco. Si
cinesi così come ce le hanno tramandate i tratta di stili tradizionali adattati a forme di
CARATTERISTICHE grandi maestri. Sono molto applicative attività agonistica e coreografica dove si
PRINCIPALI anche se a volte meno coreografiche. Sono predilige molto l'aspetto teatrale ed
molto realistiche e come in tutte le arti acrobatico. Sono poco applicative e poco
contengono principi molto profondi. realistiche ma molto belle da vedere.
Anche le armi spesso sono finte o
comunque poco realistiche.

GLI STILI DI KUNG FU PRATICATI DAL MAESTRO CHANG


Il maestro Chang Dsu Yao ha praticato, insegnato e tramandato
i seguenti stili tradizionali della Cina del nord:

STILI ESTERNI
(Wai Chia)

LO STILE SHAOLIN CH'UAN


"boxe della giovane foresta"

Shao Lin Ch'uan o più semplicemente Shaolin significa pugilato del giovane (Shao) foresta (Lin).
Shao Lin infatti era il nome del famoso monastero o tempio buddista nella provincia cinese di Henan o Honan in
cui le arti marziali si sono sviluppate e sono state tramandate per oltre mille anni.
Lo stile Shaolin è il più famoso degli stili esterni del Kung fu del nord della Cina.
L'idea principale dello Shaolin è quella di eseguire attacchi e parate con la massima forza e velocità
immaginando sempre di essere circondati da un gran numero di avversari.
Per poter arrivare a questo è necessario combinare potenza e morbidezza.

L'ingresso del monastero Shao Lin del Nord

Lo stile Shaolin non segue linee rette ma


bensì linee curve sfruttando così la forza
centrifuga ed evitando l'interruzione
dell'azione proprio come nello stile Mei Hua
che è alla base dello Shaolin stesso.
Le doti che si ricercano maggiormente nella pratica di questo stile sono il
rilassamento muscolare, l'elasticità o flessibilità fisica e la cedevolezza intesa
come che permette di passare più velocemente possibile da una tecnica
eseguita con il massimo della forza e della velocità ad un altra tecnica
egualmente veloce e potente.
L'esecuzione delle forme di Shaolin deve essere svolta con talmente tanta
potenza e velocità che se non si ha un corretto modo di respirare nel giro di
pochi minuti è facile rimanere senza fiato... per questo la respirazione anche in
questo stile come in tutti gli altri è alla base di tutto.

Dipinti sulle pareti del monastero Shaolin


La Forma Tradizionale Di Shaolin

Pei Pai Shaolin Ch'üan (Boxe di Shaolin della Scuola del Nord della Cina).
E' un esercizio molto lungo, composto da dieci forme alquanto impegnative.
Diviso in due parti, la prima parte è costituita da cinque forme che in un
primo momento vengono studiate separatamente, in seguito vengono unite
insieme formando un unico esercizio.
Le altre cinque forme si studiano una separata dall'altra per la loro difficoltà,
queste ultime sono ricche di cadute e di tecniche di combattimento molto
avanzate.
Lo Shaolin Ch'üan va eseguito con flessibilità, elasticità, potenza, rapidità,
equilibrio, stabilità, corretto utilizzo del corpo, vitalità, resistenza, una
corretta respirazione addominale, un elevato stato mentale di concentrazione
e un buon tono muscolare.
Inoltre il suo programma comprende una base di quindici tecniche di gamba,
e un gran numero di forme di calci, dieci cadute tradizionali, studio delle
leve, immobilizzazioni articolari, proiezioni, diverse forme di combattimento
prestabilito e un numero elevato di forme eseguite con l'utilizzo delle armi
tradizionali del Kung Fu con la loro applicazione.

Monaci all'ingresso del tempio Shaolin nella regione Henan in Cina

LO STILE LIEN PU CH'UAN


"boxe per allenare le posizioni"

Shaolin Lien Pu Ch'üan (Boxe per allenare le posizioni)


E' una forma semplificata dello Shaolin classico della Cina del Nord.
All'epoca del Maestro Chang veniva insegnato soprattutto ai bambini per abituarli ad assimilare le tecniche di
base del Kung Fu Shaolin, per migliorarli nella coordinazione dei movimenti, nell'equilibrio, nell'attenzione e
nella concentrazione.
Gli allievi della scuola iniziano a studiarlo dopo aver appreso gli esercizi di
ginnastica energetica tradizionale (Pa Tuan Chin) e le tecniche di base:

1. posizioni fondamentali (Pu Fa),


2. pugni (Ch'üan Fa),
3. colpi di mano aperta (Chang Fa).
4. tecniche di parate o di difesa (Fang Fa),
5. colpi di gomito (Chou Fa).

Questa forma viene studiata da tutti i principianti della nostra scuola, è


un esercizio elegante non eccessivamente lungo aiuta a sviluppare la
coordinazione del corpo, l'equilibrio, la stabilità, il corretto allineamento,
la contrazione e la decontrazione muscolare, la respirazione e la
concentrazione mentale, prepara l'allievo a forme più impegnative.

Dipinto rinvenuto sulle pareti del famoso monastero Shao Lin


LO STILE PA CHI CH'UAN
"boxe delle otto direzioni"

Detto anche Ba ji kuan a seconda della traslitterazione è uno stile molto potente dove esplosività ed energia
hanno un enorme risalto. Si svolge soprattutto su linee rette con movimenti brevi ed esplosivi su otto direzioni
dove la potenza proviene da tutto il corpo e le posizioni sono molto basse e stabili. Questo stile è molto
importante e ben considerato in particolare a Taiwan dove da anni ormai si insegna come forma accademica.
Esistono forme lunghe e brevi ed esercizi specifici per allenare principi di forza diversi.
In questo stile è fondamentale la resistenza sulle posizioni fondamentali portate all'estremo per rendere il corpo
stabile e potente allo stesso tempo. A differenza dello Shaolin invece non occorre una resistenza di fiato
altissima in quanto come tipologia di movimento è molto meno aerobico e contiene pochissime tecniche di
calcio.
Si dice che questo stile venisse insegnato alle guardie imperiali proprio per la sua efficacia in campo di
combattimento a mani nude.

STORIA E RADICI DEL PA CHI CHUAN

"UN URAGANO DI POTENZA NATO PER CONQUISTARE


UNO STILE CHE CREA COMBATTENTI INARRESTABILI"

AUTORE: Stefano Pernatsch

"Gli stili di kung fu sono più numerosi delle stelle in cielo", recita un
proverbio; in questo variopinto firmamento marziale, una stella brilla
con intensità particolare, pur essendo assai difficile da osservare.
Infatti la gloriosa storia del Pa Chi Ch'üan rende essa sola conto
dell'incredibile efficacia di questo stile. Ecco come la descrive il dottor
Zu Yao Wu, maestro dell'8ª generazione: sebbene si possa supporre la
datazione del Pa Chi Ch'üan a qualcosa come 1000 anni fa, le prime
testimonianze scritte di questo stile risalgono a circa 300 anni orsono,
quando il monaco Lei Kui Yuan apparve nel villaggio di Meng Tsun,
provincia di Hopei. Da allora Meng Tsun è conosciuto come "il paese
del Pa Chi", poiché l'arte venne tramandata in linea diretta e pura ai
suoi abitanti per le seguenti 5 generazioni, prima di diffondersi nella
vicina città di Tianjin e venire arricchito dalle esperienze dei singoli
maestri. Ma la storia del Pa Chi prende una piega leggendaria quando i
suoi destini si legano ai palazzi governativi: i suoi praticanti citano con
fierezza il fatto che, a partire da Yung-Cheng, che regnò dal 1723 al
1735, ogni imperatore della dinastia Ch'ing studiò il Pa Chi Ch'uan ed
impiegò i suoi praticanti come guardie del corpo e allenatori per i suoi
ufficiali. Il successore di Yung, Ch'ien-Lung, dichiarò: "Per la pace e gli
stili morbidi abbiamo il T'ai Chi, ma per combattere e conquistare
abbiamo il Pa Chi". E in effetti il Pa Chi Ch'üan fu usato in numerosi
scontri di confine dai soldati che proteggevano le frontiere dell'Impero.
Anche la guardia del corpo di Chiang Kai Shek e quella di Mao Tse
Tung erano praticanti di Pa Chi: dal momento che un simile ruolo
richiedeva capacità non comuni, i suddetti leaders politici scelsero il
sistema di combattimento che era risultato più efficace tra oltre 200. Al giorno d'oggi, invece, lo stile viene
insegnato alle forze speciali cinesi, nonché ai servizi segreti di paesi come Singapore e Vietnam. Alcuni vecchi
maestri, tra cui si-fu Zu, disapprovano l'insegnamento a tali persone, perché esse utilizzano con troppa facilità il
Pa Chi per uccidere. Questo è anche uno dei motivi per cui è così difficile trovare un vero esperto di questo
stile: oltre alla tradizionale durezza e al rigore degli allenamenti, che già lo rendono meno accessibile, i suoi
maestri sono sempre stati estremamente accorti nel trasmettere tecniche tanto pericolose. Ciò rende vieppiù
prezioso l'insegnamento, da qualche anno, in Italia, del dottor Zu, il quale, medico oggi sessantacinquenne, è
stato insignito del titolo di Gran Maestro dello stile dalla Commissione di Ricerca sul Pa Chi, di Tianjin. Proprio a
Tianjin egli è stato allievo del maestro Liu Hung Sheng, a sua volta discendente di Wu Hsiu Fung, e pratica il Pa
Chi Ch'üan originale da circa 40 anni. Secondo Zu, il monaco Lei strutturò lo stile seguendo i principi scientifici
della dinamica fisica, il che portò all'uso ottimizzato del corpo e della forza. Infatti uno dei segreti dell'efficacia
del sistema, su cui Zu insiste costantemente, è la forza esplosiva: la forza di tutto il corpo dev'essere emessa
con la massima velocità nell'atto del colpire; ogni sezione del corpo, con particolare enfasi su schiena e tan tien,
dev'essere perfettamente integrata nel movimento: ciò dà luogo all'espressione istantanea di una grande
potenza. I praticanti si lanciano con tutto il corpo addosso all'avversario, mantenendo tuttavia una posizione
molto stabile. Infatti l'idea fondamentale è avere delle "radici" molto solide, tali per cui, nello scontro col
nemico, questi volerà via, perché il suo baricentro, poco stabile, è stato violentemente spostato, mentre il
combattente Pa Chi rimarrà ben saldo sul terreno. Tutto ciò è riassunto nella frase "ai pan ji kao" (vicino
toccare spingere puntellare). Ecco perché si dedica molto tempo all'allenamento statico delle posizioni,
l'esercizio del "palo immobile" (zhan zhuang), con cui le gambe divengono molto forti e scattanti, il corpo
acquisisce la corretta centratura in riferimento al proprio baricentro (tan tien) ed il c'hi si sviluppa
profondamente. Quest'ultimo è infatti un elemento di assoluta importanza per lo sviluppo della forza esplosiva.
Simili strategie richiedono una delle più famose doti dello stile, il coraggio, perché il praticante va sempre
addosso all'avversario, fedele al detto dello stile "chin, chin, chin" (avanzare, avanzare, avanzare), per cui nel
Pa Chi non si indietreggia mai. La scelta può essere tra lo schivare il colpo, deviarlo o assorbirlo, incassandolo,
ma sempre colpendo in contemporanea. Il fine è essere in grado di uccidere l'avversario in due secondi, per cui
lo scontro si risolve in tre colpi al massimo, quando non uno solo; questo perché il singolo colpo dev'essere
abbastanza potente ed esplosivo da causare seri danni interni. Naturalmente una simile strategia di
combattimento richiede la pratica di condizionamento del corpo, attuata attraverso lunghe sessioni di
allenamento al Mu Chuan, un tronco fissato al terreno, contro cui si battono ripetutamente i vari segmenti
corporei. Poiché si colpisce praticamente con ogni parte del corpo, tutte vanno condizionate. Date le premesse è
assai raro che i compagni di allenamento si cimentino in combattimenti liberi, poiché non riescono ad eliminare
il pericolo insito nelle tecniche ed i danni potenziali sarebbero troppo elevati. Dal momento, tuttavia, che ogni
singola tecnica delle forme di Pa Chi è direttamente applicabile e che i combattimenti preordinati godono di un
realismo a dir poco scientifico, l'allievo acquisisce ben presto buone capacità di combattimento. Per gli stessi
motivi, le applicazioni non vengono illustrate ad allievi troppo giovani ed esuberanti; ho sentito il maestro Zu
raccomandare ad uno di essi: "Pa Chi Chíuan pericoloso, no usare fuori; solo se nemico cattivo cattivo usare,
anche pericolo uccidere". Un'altra strategia tipica, che richiede grande coraggio, Ë descritta dal nome con cui lo
stile è parallelamente conosciuto: Kai Men Pa Chi Chíuan; kai men significa "aprire la porta" ed indica il fatto
che il praticante finge di adottare una posizione di guardia aperta, allo scopo di attrarre, come in una tela di
ragno, l'avversario; una volta che questi si è avvicinato per attaccare; la posizione del combattente Pa Chi
cambia repentinamente, quando ormai è troppo tardi per evitare la trappola. In effetti non è raro che si adotti
un comportamento di attesa dell'attacco avversario, per poi adattarvisi ed avere la meglio. Una tale presenza di
spirito richiede anch'essa un addestramento adeguato. In effetti, viene un momento in cui, ad un certo punto
dell'addestramento, si inizia ad allenare il ch'i (ch'i kung) e lo spirito, con la combinazione dei quali è possibile
realizzare pienamente la speciale potenza esplosiva del Pa Chi. La pratica ch'i kung dello stile si ritiene
originaria del tempio di Shaolin e la sua teoria dice che l'essere umano nasce con una forza particolare; poi,
crescendo, egli impara a camminare, ad usare gli arti e la muscolatura, così si inizia ad utilizzare una forza
appresa, dimenticando quella naturale. Essa tuttavia può ancora fare la sua comparsa in occasioni particolari,
come in presenza di panico, quando la mente si trova in una condizione di vuoto e la forza appresa viene
dimenticata. L'allenamento del Pa Chi mira a fare riemergere la potenza primigenia, innata. Ecco perché il
principiante si troverà all'inizio a compiere movimenti apparentemente scomodi e privi di utilità, per poi capire
che quelli sono i movimenti più efficaci per produrre potenza e per combattere con la massima efficacia. Per
esempio sono numerose le tecniche in cui il corpo si comprime e si espande come una molla, per "esplodere
addosso all'avversario", oppure quelle in cui il piede batte con forza sul terreno, per produrre una vibrazione
che favorisce la circolazione del ch'i. Uno dei segreti della potenza del Pa Chi è in effetti chiamato Pa Chi San
Chui Li (potenza delle tre sorgenti: spalla, battito dei piedi e contrazione a molla dell'anca, coordinati dal ch'i e
dallo spirito ). Un'ulteriore incremento alla forza viene poi dato dalla particolare tecnica respiratoria, che
privilegia una potente espirazione nasale, dal rumore caratteristico (heng ha ehr shi)..
Oltre all'enorme bagaglio di tecniche a mani nude, tipico di uno stile del nord (le forme originarie, in seguito
arricchite da altre, sono: liu ta kai, Pa Chi shao jia, Pa Chi ta jia, chin kang pa shi ed una forma a due), lo
studio del Pa Chi comprende un gran numero di armi, tra cui spicca la lancia, di cui il primo allievo del monaco
Lei Kui Yuan, Wu Chung, fu un grande esperto, tanto da esser soprannominato "Wu lancia magica".

Scuola Chang e Pa Chi Chuan

A causa della segretezza con cui veniva insegnato, la diffusione del Pa Chi ch’uan fu sempre limitata a un
numero ristretto di allievi accuratamente selezionati per le loro capacità psicofisiche i quali venivano soprattutto
nella provincia di Hopei.
Ci è stato tramandato il nome di un solo maestro, un certo Ma YingT’u di cui abbiamo però sicure notizie.
Tale stile viene oggi insegnato in Italia e in Europa dalla scuola del grande maestro Chang Dsu Yao, fondatore
della FE.I.K. Federazione Italiana Kung fu in particolare dai suoi figli M° Chang Wei Shin e M° Chang Yu Shin. Il
Maestro Chang fu un rarissimo esperto di questi stili e ricevette a sua volta a sua volta istruzione da Liu Pao
Cu’un, uno dei più grandi maestri di stili esterni ed interni del nord della Cina della prima parte del nostro
secolo.
Nella FE.I.K. la conoscenza delle principali tecniche e dell’esercizio di forma del Pa Chi Ch’uan è richiesta per il
passaggio a cintura nera di terzo Chieh(grado) di Kung Fu in quanto per la corretta esecuzione di tale stile è
necessaria un’esperienza pluriennale di Shaolin Classico, lo stile fondamentale di base.
LO STILE HUNG CHUAN
"boxe della famiglia Hung"

E' uno stile che è stato messo a punto circa trecento anni fa nella Cina
settentrionale da un maestro di nome Hung Hsi Kuan.
Costituito da due importanti forme, una più corta Sho (piccolo) "Hung
Ch'üan" e una lunga "T'a (grande) Hung Ch'üan".
Sono forme elastiche con ritmi diversi; prevale l'elasticità, la fluidità,
seguita da una certa potenza nei colpi. Ricche di tecniche di gambe,
queste forme vengono studiate a livello di cintura nera. Nella loro
applicazione si possono notare delle sequenze molto rapide nel portare i
colpi. I movimenti sono pressochè su lineari e nelle forme prevalgono
calci volanti e rapidi spostamenti di peso. E' uno stile ottimo per
allenare equilibrio e coordinazione grazie alle sue teccniche dove si
colpisce contemporaneamente con pugni e calci opposti come nella foto.
E' uno stile molto aerobico per il quale occorre un buon allenamento di
fiato per i numerosi calci ripetuti più volte uno dietro l'altro.

LO STILE MEI HUA CH'UAN


"boxe del fiore di prugno"

Tela cinese che raffigura una pianta di Mei Hua - fiore di prugno

E' il più morbido degli stili esterni reso popolare dal Maestro Pai Chin Tou, vissuto circa quattrocento anni fa, il
quale lo avrebbe appreso da un monaco Shaolin. Questo è uno stile tipico della Cina del Nord, che assimila nel
suo insieme le caratteristiche della scuola di Shaolin, come la potenza, e quelle della scuola di Tai Chi come la
morbidezza per sfruttare al massimo l'effetto della forza centrifuga.
E' assai dinamico e le sue tecniche sono continue e circolari.
Tutto il nostro Kung Fu, ha le caratteristiche della scuola Mei Hua, che tra l'altro è stata una delle scuola più
antiche della cultura cinese.
Il nostro simbolo portato sul petto, i cinque petali del fiore del Mei Hua, rappresentano anche i cinque monaci
Shaolin, che riuscirono a salvarsi dalla distruzione del primo Tempio di Shaolin del Nord della Cina.

Il nome deriva dal fatto che il fiore del prugno ha petali semicircolare come i movimenti base del Mei Hua che
sono anche alla base delle rotazioni delle armi lunghe (Kun) e delle armi doppie (Shuan). E' evidente che
questo stile sia alla base dello stile Shaolin come possiamo notare dai movimenti circolari nelle prime 5 forme
classiche.
LO STILE YUEH CHIA CH'UAN
"boxe della famiglia Yueh"

Yüeh Chia Ch'üan (Boxe della famiglia Yüeh)


Fu creata nel XII secolo dal famoso generale ed eroe Yüeh Fei 81103-1142).
Pur essendo del Nord questo stile esterno ha posizioni piuttosto piccole e fa un limitato uso di tecniche di
gamba; le tecniche sono veloci e molto potenti. Assai comune è l'impiego delle prese e delle leve articolari. E'
un metodo di combattimento molto efficace.
Il suo modo di essere applicato è indirizzato ad anticipare l'intenzione dell'avversario e a demolirlo. E' un
sistema che viene tramandato segretamente da maestro allievo e solo i più meritevoli possono acquisirne i
segreti, proprio per la sua pericolosità di utilizzo.

In questo periodo visse Yueh Fei un altro grande maestro abile nel uso della lancia, famoso per aver creato Pa
Tuan Chin otto esercizi di ginnastica praticati ancora oggi dai praticanti di kung fu.
Creò inoltre lo stile Yueh Chia Ch'uan, caratterizzato da tecniche veloci e potenti, praticato nel Nord. Nel Sud lo
stesso stile venne modificato e prese il nome di Yueh Chia In Ch'ao (artigli dell'aquila di Yueh).
Durante questa dinastia si sviluppò anche il Mi Tsung-i Ch'uan (pugilato dell'arte di far perdere le tracce),
caratterizzato da tecniche circolari, rapide e con cambi di direzione imprevedibili.

LO STILE TSUI PA HSIEN CH'UAN


"boxe degli otto immortali ubriachi"

Conosciuto oggi con il nome di Zui Jiu Quan o Tzui Ju Kuan (boxe dell'ubriaco),
nel panorama degli stili di Kung Fu e delle arti marziali in genere è
sicuramente uno dei più particolari ed acrobatici. Si ispira agli atteggiamenti
ed ai movimenti di un ubriaco ed appartiene alla scuola Wai Chia (stili esterni),
anche se molti esperti lo definiscono uno stile "interno" per evidenziarne
l'aspetto fluido e sciolto dei movimenti, imprevedibile nelle sue tecniche ed
estremamente efficace. Completamente immerso nell'antica saggezza del
pensiero cinese, riflette al meglio, nelle sue movenze, il concetto di "pieno e
vuoto", proprio del dualismo Yin/Yang della filosofia Taoista, dei riferimenti agli
elementi naturali e agli animali. La nascita e l'evoluzione di questo stile è di
difficile analisi in quanto, inizialmente lo si tramandava oralmente, solo
nell'ambito familiare e in rare eccezioni a pochi, selezionati allievi esterni. La
storia dello Tzui Pa Hisien si può dividere in tre punti fondamentali, non legati
tra di loro che vedono la nascita e l'evoluzione dal nord al sud della Cina. Lo
stile degli otto immortali ubriachi trae la sua origine da otto figure della
mitologia popolare taoista, ognuno caratterizzato da diverse movenze durante il combattimento. Il praticante
imita lo stato di ebbrezza, oscillando a destra e a sinistra, come se stesse sempre per perdere l’equilibrio, ma
questo è solo un trucco per disorientare l’avversario, così come lo sono i rapidi cambi di direzione e le cadute
improvvise.

STORIA E LEGGENDA

Il primo fatto storico coincide con la vita artistica del poeta e


filosofo Li Po, vissuto intorno al 600-700 d.C., sotto la dinastia
Tang. A lui si deve il fondamento spirituale e filosofico dello stile,
più che una codificazione delle tecniche dell'ubriaco; del suo
modo di combattere infatti non si sa praticamente nulla. Notevole
invece il suo contributo letterario e poetico, di evidente
estrazione Taoista, al concetto di "ubriaco", non già come
persona in preda ai fumi dell'alcol, ma come persona che è in
estasi profonda perché perfettamente integrata con la natura
circostante, impegnata nella costante ricerca della verità, della
saggezza, rappresentata dalla Luna. Così come avviene
inizialmente per un ubriaco, di sentire la propria energia che
irrompe all'esterno, dandogli una consapevolezza superiore del
proprio corpo e della realtà, permettendogli di "essere più vero",
sia nei movimenti che nel pensiero, libero dalle inibizioni del
vivere sociale. Il secondo punto lo abbiamo durante la dinastia
Ming (1330-1644) direttamente nel monastero di Shaolin, vera fucina di stili di Kung Fu. Si narra che un
anziano monaco

esperto nell'arte del Kung Fu, un giorno si trovò ad osservare due giovani iniziati suoi allievi, che di nascosto
stavano per battersi. Contrariato e in procinto di intervenire per separarli, si accorsi che i due erano ubriachi e
che a stento si tenevano in equilibrio. Colpito da ciò, osservò i suoi allievi che, già esperti nella lotta, si
fronteggiavano con le tecniche del loro Kung Fu " annebbiate dal vino", dando vita ad uno scontro imprevedibile
nei movimenti, estremamente acrobatico ed efficacissimo sia negli attacchi che nelle azioni di difesa.
Dall'osservazione e dall'analisi di questo combattimento il monaco Maestro ne ricavò uno stile di Kung Fu,
chiamato poi "L'ubriaco del monastero di Shaolin". Il terzo evento si riferisce ad un misterioso Maestro di cui
non si conosce il nome e che viveva nel sud della Cina durante la dinastia Ching, intorno alla seconda metà del
1800. Si narra che un monaco Taoista tramandò lo stile dell'ubriaco ad un monaco Buddista e che quest'ultimo
ebbe come suo unico allievo un vagabondo che girava per il sud nella regione del Fukkien. Di questo Maestro
non si sa praticamente nulla, salvo il fatto che utilizzò il suo stile per combattere contro due giovani esperti di
Kung Fu.

Questa storia narra che i due, dopo aver partecipato ad una dimostrazione di Kung Fu, nella quale mostravano
la loro abilità nella lotta, al momento di spartirsi il ricavato dello spettacolo cominciarono a litigare fino a
battersi e, mentre la gente lasciava la piazza per paura di essere coinvolta nello scontro, arrivò un vecchio
vagabondo ubriaco. Egli teneva in una mano una fiaschetta di vino e nell'altra un bastone; si sedette su di un
sasso ad osservare, sorseggiando il suo vino e ridendo dei due che si battevano. Già alterati per la lite, si
infastidirono subito della presenza di quel vagabondo e cercarono di mandarlo via, ma inutilmente. Egli si mise
a prenderli in giro fino a farli smettere litigare. Allora uno dei due si avvicinò al vecchio chiedendo cosa avesse
da ridere, ed egli rispose: "Lo stile Hung Gar, che tu usi, è troppo rigido, duro e tu sei troppo serio"; poi
rivolgendosi all'altro: "Tu fai troppa scena, lo stile Hou Chuan è sciocco ed esagerato, tutti e due messi insieme
non valete un granché". All'improvviso il ragazzo che usava l'Hung Gar attaccò il vecchio con violenza, deciso a
togliersi subito dai piedi quell'ubriacone, ma questo, continuando a ridere e bere, schivò tutti gli attacchi senza
mai reagire.

Si fece allora sotto l'altro, con il suo stile acrobatico e imprevedibile, ma nello stesso modo, mandò a vuoto tutti
gli attacchi rivelando, nonostante l'età, un'agilità sorprendente. A quel punto i due attaccarono insieme, ma il
risultato fu solo quello di far decidere al vecchio che era il momento di reagire e li batté velocemente e con
estrema facilità. Esterrefatti si prostrarono ai suoi piedi implorando di essere accettati come allievi e di seguirlo
per sempre; l'anziano Maestro vagabondo rifiutò, dando però loro uno scritto che conteneva i principi dello stile
e le indicazioni per trovare l'unico suo allievo e servitore che il vagabondo aveva avuto in passato. Trovato il
servo, non riuscirono a farsi accettare, in quanto esisteva già l'erede della scuola: il Maestro Tsai, il quale
porterà avanti lo stile tramandandolo a suo figlio, il Maestro Tsai Kun Hsu.

Tsai Kun Hsu insegnerà nel centro della Cina, nella zona di Shanghai fino a che, in seguito agli accadimenti
politici di quell'epoca ed alla conseguente messa al bando delle arti marziali, si trasferì a Taiwan, dove fondò la
sua scuola e dalla quale escono i suoi due migliori allievi: il Maestro Chen Kei Fu ed il Maestro Ho Tang Sing. In
realtà esistono diverse scuole di Tzui Pa Hisien, non solo quella di Tsai Kun Hsu, come pure esistono molti
maestri di questo stile; le scuole sono in tutto otto, delle quali tre del "sud" e cinque del "nord"; due di queste
sono Nei Chia ed in via di estinzione, le altre sono Wai Chia. Sono rappresentate dalle otto statuette dei sacri
immortali, ognuna delle quali in una posizione caratteristica. Attualmente il Maestro Tsai Kun Hsu ha la sua
scuola a Taiwan, il Maestro Ho Tang Sing insegna ad Hong Kong ed il Maestro Chen Kei Fu ha una scuola a
Canton ed una ad Hong Kong.

Molto spesso si definisce lo stile dell'Ubriaco con il detto "CHO CHUAN NI SOU PA", cioè "lo stile che non sai mai
quello che fa".

KUN LI CH'UAN
"boxe che unisce forza esterna ed interna"

Kung Li Ch'üan o Gung Li Chuan (Boxe che unisce la forza interna con la forza esterna) in realtà forse non è un
vero e proprio stile come anche nel caso del Lien Pu Ch'uan ma una forma avanzata, la cui prima parte è un
vero e proprio esercizio di Chi Kung marziale, mentre la seconda parte è indirizzata a tecniche di combattimento
Shaolin.
Ha il fine di fondere insieme la forza interna con la forza esterna completando così la preparazione dell'allievo.
Le sue tecniche sono eseguite con posizioni basse e lunghe, per meglio dirigere il CHI (energia vitale) nelle
gambe e nei piedi fornendo in tal modo una solida base. Il particolare della respirazione Kung Li consiste nel
comprimere l'aria inspirata nel Tan T'ien inferiore prima di espellerla. E' una forma che va eseguita da allievi
esperti.
Prediligono la fluidità, la continuità nel movimento e posizioni molto base e tecniche che prendono forza
dall'alto, con attacchi e parate che coinvolgono con i movimenti tutto il corpo.
STILI INTERNI
(Nei Chia)

IL TAI CHI CHUAN


"boxe della suprema polarità"

T'ai Chi Ch'uan letteralmente significa "Boxe (Ch'uan) della suprema (T'ai)
Polarità (Chi). Questa denominazione indica che il Tai Chi è un arte
marziale (boxe) basata sulle leggi che regolano l'interazione e l'alternarsi di
quelli che sono, secondo la filosofia e il pensiero cinese, i due principi base
(o poli) dell'universo: Yin, il principio negativo, femminile e Yang, il
principio positivo, maschile.
Il Tai Chi Chuan è senza ombra di dubbio il più importante tra gli stili
interni del Kung fu ed è molto di più di una raffinata arte marziale di
autodifesa i cui principi sono in perfetta armonia con le leggi della natura:
esso può venire infatti anche praticato come una ginnastica morbida, dolce
particolarmente indicata per coadiuvare la salute psico-fisica dell'individuo
che lo pratica e come una forma di meditazione in movimento, tipica degli
stili interni. Nel Tai Chi prevalgono movimenti morbidi, sinuosi lenti e
continui effettuati con un'attenzione particolare alla respirazione e alla
concentrazione del Chi (energia).

Radici del Tai Chi Chuan

Secondo le tradizioni popolari il Tai Chi fu elaborato la prima volta da un famoso


monaco taoista di nome Chang San Feng che visse ed insegnò nell'altrettanto famoso
monte Wu Tang nella provincia di Hu Pei. Una leggenda narra che Chang San Feng,
già esperto di arti marziali, un giorno ebbe modo di assistere ad un combattimento
fra un a gru ed un serpente. Quest'ultimo si sottraeva a colpi di becco dell'uccello con
movimenti morbidi, sinuosi, lenti e continui, ma poi contrattaccava con fulminea
rapidità.
Un'altra leggenda narra invece che lo stesso Chang San Feng avrebbe invece
imparato il Tai Chi durante un sogno.
Spesso agli albori di un arte marziale, i praticanti tendevano a nobilitare le loro arti
attribuendone le origini a famosi monaci come è accaduto per lo Shaolin con il
monaco Bodhidarma e quindi per il Tai Chi con Chang San Feng ma è molto difficile
risalire alle reali origini in quanto non abbiamo prove scritte quanto divulgate
verbalmente e quindi soggette a personalizzazioni e fantasie. E' molto facile pensare
però che non esista mai un solo creatore di un arte ma più creatori in più tempi
diversi.

Il monaco Wang Sang Feng

Il nostro Stile di Tai Chi


Lo stile della famiglia Yang

Lo stile "Yang Pei" è composto da 108 tecniche e viene chiamato anche "Ta Chia" (grande intelaiatura).
Il Maestro fondatore fu Yang Lu Ch'an (1799-1871) e lo stile si diffuse in tutta la Cina tramite uno dei suoi tre
figli: Yang Ch'en Fu (1883-1931). Il "Tai Chi" arrivò in Italia grazie al Maestro Chang Dsu Yao negli anni
Settanta. Esso è caratterizzato da posizioni basse, ampie e lunghe e da una tecnica morbida, fluida e continua,
che nell'applicazione diventa estremamente veloce, rapida e piena di vigore.
L’insegnamento di Wang Tsung Yùeh
Un antico maestro ci spiega cosa è il T’ai Chi Ch’ùan

I principi classici del T’ai Chi Ch’ùan sono raccolti in alcuni brevi scritti che sono stati tramandati di generazione
in generazione e che vengono definiti i “Trattati Classici”.
Il primo di questi scritti viene tradizionalmente attribuito a Chang San Feng, il mitico creatore del T’ai Chi
Ch’ùan, il secondo è sicuramente opera di Wang Tsung Yùeh, il famoso maestro vissuto nel millesettecento ed il
terzo è stato redatto oltre cento anni or sono dal maestro Wu Yù Hsiang.
Dalla lettura dei Trattati Classici risulta evidente che il T’ai Chi Ch’ùan era soprattutto un’arte marziale e non
solo una forma di ginnastica salutare o meditativa come oggi molti pensano.
Le frasi contenute nei Trattati Classici sono brevi e dense di significati. Per la loro reale comprensione è
indispensabile sia l’insegnamento di un vero maestro che aver praticato il T’ai Chi Ch’ùan per lunghi anni.
Riportiamo qui di seguito la traduzione del trattato attribuito a Wang Tsung Yùeh. Fra parentesi abbiamo
aggiunto alcuni brevi spiegazioni.

Il Trattato Di Wang Tsung Yueh


(cenni sulla teoria Ying e Yang)

Il T’ai Chi Ch’ùan (la suprema polarità) deriva dal Wu Chi (l’assenza di
polarità) ed è la madre di Yin e Yang.
Nel movimento Yin e Yang si separano, nella quiete si uniscono. Bisogna
evitare il troppo o il troppo poco (ossia ogni eccesso è da bandire:
posizioni troppo basse o troppo alte,ecc.).
Cedi se l’avversario si allunga, allungati se l’avversario cede. Vincere La
durezza con la morbidezza viene chiamato “cedere” (tsou), seguire
l’avversario mantenendo una posizione favorevole viene invece definito
“aderire” (Nien).
Se il mio avversario è veloce io sono veloce, se è lento io sono lento. In
una miriade di situazioni diverse il principio è lo stesso.
Dopo aver imparato le tecniche potrete arrivare alla comprensione
dell’energia (Tung Chin). Ma solo una pratica lunga e continua conduce a questa “illuminazione”.
Siate vuoti (il vuoto mentale è di grande importanza in tutte la arti marziali), agili, mantenete l’energia alla
sommità del capo (questo significa che dobbiamo essere mentalmente concentrati) e immergete il Ch’i nel Tan
T’ien (dobbiamo cioè adottare una respirazione di tipo diaframmatici. addominale).
Il corpo deve essere diritto e non pendere da una parte o dall’altra. Sparite all’improvviso (se l’avversario vi
attacca) e apparite all’improvviso (quando volete attaccare). Se l’avversario preme a sinistra “vuotate” la vostra
parte sinistra, se preme a destra “vuotate” la destra (non dobbiamo cioè opporre forza alla forza).
Se l’avversario attacca forte io (tramite la morbidezza) divento ancora più forte, se l’avversario è morbido io
divento ancora più morbido (osserviamo che la traduzione di questo passo è piuttosto controversa; infatti la
parola Yang che è usata nel testo può significare sia alto che forte, la parola Fu vuol dire sia basso che morbido.
Per questo motivo il passo è spesso tradotto erroneamente, nel seguente modo: “se l’avversario attacca verso
l’alto io divento più alto, se l’avversario attacca verso il basso io divento più basso”).
Quando si avanza, la distanza è lunga, quando si indietreggia è invece corta. Questa frase può essere
interpretata in due modi, il primo dei quali è: quando avanzo mi allungo al massimo per rubare la distanza
all’avversario, quando indietreggio non mi allontano troppo per schivare e contemporaneamente aderire
all’avversario. La seconda interpretazione è la seguente: quando l’avversario avanza contro di me , la distanza
gli sembra lunghissima, mentre quando sono io lo incalzo egli non riesce ad andare sufficientemente indietro.
Né una piuma, né una mosca possono posarsi sul mio corpo (senza che il loro peso venga percepito e provochi
uno spostamento).
L’avversario non mi comprende, ma io lo comprendo. Chi arriva a questo livello è un combattente senza pari.
Esistono molti stili di arti marziali, ma per quanto le tecniche possono essere diverse il principio base è quello di
essere più forti e più veloci dell’avversario. Ciò si può tuttavia ottenere grazie a capacità fisiche innate e non
necessariamente solo con la pratica e l’esperienza.
Il detto “pochi grammi deviano una forza di centinaia di chili” indica che si può vincere senza utilizzare forza
muscolare. E quando vediamo un vecchio che si difende con successo contro numerosi assalitori ci rendiamo
conto che la sola velocità non è un elemento determinante.
La vostra posizione sia equilibrata come il piatto di una bilancia, nei movimenti siate mobili come una ruota. Si
può essere fluidi solo tenendo il peso prevalentemente su una gamba; se invece il peso è ripartito in parti
uguali su entrambe le gambe si è troppo statici. Sono numerosi coloro che dopo molti anni di studio continuano
ad essere battuti. Ciò avviene a causa dell’errore del “doppio peso”.
Per eliminare questo errore bisogna conoscere Yin e Yang.
“Aderire” (all’avversario) non è che cedere (alla sua spinta). Analogamente “cedere” significa “aderire” (nel T’ai
Chi Ch’ùan è essenziale non resistere alla pressione dell’avversario, ma nello stesso tempo bisogna rimanere
costantemente vicino a lui).
Yin non si può separare da Yang e così Yang non si può staccare da Yin. Se sarete consci della natura
complementare di Yin e Yang potrete arrivare alla comprensione della forza interna (Tung Chin). Dopo aver
raggiunto questo traguardo più praticherete più diventerete abili. Se studierete in silenzio e pondererete con
attenzione otterrete ciò che il vostro cuore desidera.
La cosa fondamentale è “dimenticare” se stessi e “seguire” l’avversario (non bisogna cioè voler imporre la
propria azione, ma adattarsi a quella dell’avversario in accordo con il principio taoista del Wu Wei, ossia del
“non agire”).
Molto non si comportano in questo modo e pensano che ciò che fanno non sia molto lontano dalla corretta via.
Invece essi ne sono lontanissimi.
Chi pratica deve pensare bene a tutto questo e bilanciarlo bene nella propria mente.

TABELLA CORRISPONDENZE DI ESEMPIO FRA YIN E YANG

YIN YANG

NEGATIVO POSITIVO

FEMMINILE MASCHILE

TERRA CIELO

OSCURITA' LUCE

NOTTE GIORNO

LUNA SOLE

BASSO ALTO

DIETRO AVANTI

INTERNO ESTERNO

INVISIBILE VISIBILE

MORBIDO DURO

FREDDO CALDO

QUIETE MOVIMENTO

VUOTO PIENO

PESANTE LEGGERO
LO STILE HSING-I CH'UAN
"boxe del corpo e della mente"

Tra tutti gli stili interni del Kung fu, lo stile Hsing-I è quello che vanta l'anzianità maggiore. Come tutti gli stili
interni alla base della tecnica c'è un principio filosofico, in questo caso si parla della "Teoria dei 5 elementi"
Acqua, Ferro, Aria, Fuoco e Terra.

TEORIA DEI CINQUE ELEMENTI

Essi possono essere assimilati alle stagioni (la terra è chiamata quinta stagione e sta in
centro) e ai quattro putti cardinali, oppure posti secondo un particolare pentagono (figura
sopra) danno origine ad una correlazione molto interessante che se applicata in uno stile
di combattimento può dare luogo ad una vera e propria arma di difesa ovvero:

RELAZIONE DI GENERAZIONE:
- il legno dà origine al fuoco;
- dalla combustione del fuoco residuano le ceneri, che diventano humus (terra);
- dal sottosuolo vengono estratti minerali e metalli derivanti dalla sedimentazione della
terra;
- dalla riduzione del metallo deriva l'acqua (2H+O dell'aria);
- l'acqua contiene aria (2H+O) e la sprigiona evaporando.

RELAZIONE DI DOMINANZA:
- il legno domina la terra perché la ricopre e se ne nutre;
- la terra domina l'acqua perché la argina e l'assorbe;
-l'acqua domina il fuoco perché lo spegne;
- il fuoco domina il metallo, fondendolo;
- il metallo domina il legno perché lo taglia
SIGNIFICATO GENERICO DEGLI ELEMENTI

ELEMENTO UNIVERSO/NATURA INDIVIDUO/TECNICA IDEOGRAMMA


crescita, fioritura, tutto ciò che ha
controllato, flessibile ma resistente,
LEGNO già radici cresce e si sviluppa,
capace di adattarsi senza cedere
avanzamento

produttivo, fertile , capacità di solido, stabile, capace di realizzare,


TERRA
generare tenace, con i piedi per terra

durezza, ciò che è strutturato, organizzato, forte, resistente,


METALLO
simmetrico durevole, sostanziale

secco, caldo, ciò che sale verso dinamico, entusiasta,


FUOCO
l'alto spumeggiante e brillante

ACQUA bagnato, freddo, discendente fluente, adattabile, compiacente

Nel caso delle arti marziali (stile hsing-I) studieremo quindi tecniche di "fuoco" le quali dovranno essere
contrattaccate con tecniche di "acqua" e così via secondo il ciclo di dominanza degli elementi. Gli stili interni in
particolare, sono sempre strettamente legati alla natura e alle leggi che la governano. In occidente, questa
teoria, non è molto considerata e approfondita se non in campi mistici dalle dubbie origini. E' però sorprendente
rendersi conto di quanto sia effettivamente riscontrabile un vera e propria relazione ed efficacia almeno nel
campo delle arti marziali che è quello che ci interessa maggiormente!
Questa teoria orientale viene applicata in molti altri campi, oltre che nelle arti marziali infatti la ritroviamo in
medicina tradizionale cinese e nell'agopuntura per esempio; in questo caso ogni elemento corrisponde ad una
serie di organi del corpo.
Questa teoria è molto complessa e spesso soggetta ad interpretazioni non molto attendibili quindi ci siamo
limitati ad esplicarne il concetto di base rimandando ad un maggiore approfondimento su testi seri ed
interamente dedicati ad essa.

CARATTERISTICHE TECNICHE DELLO STILE

Le caratteristiche principali che emergono e contraddistinguono questo stile sono l'avvicinarsi rapidamente
all'avversario camminando su linea retta o nel caratteristico modo angolare e contrattaccare ancor prima che
questi riesca a sferrare l'attacco. Gli attacchi infatti sono spesso camuffati nelle parate e poco intuibili da chi per
primo sferra l'attacco.
La parte superiore e la parte inferiore del corpo devono muoversi in modo indipendente proprio per questi
motivi, ne consegue che questo sia uno stile molto complesso da allenare.
Wu Hsing Lien Hwan Chuan

Il M° Chang Dsu Yao ha vissuto in Italia per quindici anni portandovi


l’insegnamento della sua scuola e lasciando un grande patrimonio di
conoscenza. Purtroppo quello che è riuscito a trasmettere non è stato certo
la totalità del suo sapere.
I due figli Chang Wei Shin e Chang Yu Shin hanno praticato il Kung-fu sin da
bambini e hanno seguito il padre in Italia a breve distanza di tempo. Forti
della loro lunga preparazione hanno ben presto iniziato a insegnare.
I maestri Wei Shin e Yu Shi conoscono diversi stili e forme di kung-fu
tramandati loro dal padre, alcuni dei quali mai finora divulgati. Uno di questi
è una forma dello stile interno Hsing I, il Wu Hsing Lien Huan Chuan. Questo
stile consiste di una serie di rapide tecniche di pugno con spostamenti
rettilinei. Nella lingua cinese Hsing significa forma, I significa mente, per cui
può essere tradotto come la mente (l’idea) da cui nasce la forma. La fonetica
di Hsing ha curiosamente significato di cuore.
Vi sono tre relazioni “interne” e tre relazioni “esterne” che bisogna tener
presente nella pratica: coordinare il cuore (hsing) con la mente (I), la mente
con il Chi (energia), il Chi con il Li (forza esterna); la spalla con l’anca, il
gomito con il ginocchio, la mano con il piede.
Esistono diverse forme dello stile Hsiang I, fra cui: lo Hsing I Wu Hsing
Chuan, lo Hsing I Shin Ehr Hsing e il Wu Hsing Lien Hwan Chuan.
Wu Hsian Lien Hwan Chuan significa “Boxe della concentrazione dei cinque
elementi”: bisogna muoversi e colpire secondo la teoria dei cinque elementi di produzione e distruzione.
Vi sono diverse versioni sulle origini di questo stile: una di queste vuole farlo risalire a Ta Mo (Bodhidarma)
vissuto nel VI secolo d.C.; un’ altra versione vuole farlo risalire al generale Yueh Fei (1103-1142) vissuto
durante la dinastia Sung; ma i primi documenti scritti riguardanti questo stile risalgono al XVII secolo.

LO STILE PA KUA CHANG CH'UAN


"boxe degli otto trigrammi"

"Pa Kua Chang" o "Bagua Zhang" significa: "la Boxe del palmo degli otto
trigrammi".
Esso viene considerato uno dei più interessanti stili interni di Kung Fu.
E' costituito da otto combinazioni di combattimento eseguite intorno ad
un cerchio.
Anticamente questo stile veniva praticato camminando in cerchio su dei
pali alti quattro metri piantati a terra ed in questo modo l'allievo
sviluppava un'elevata capacità di equilibrio e di stabilità.
I suoi movimenti sono fluidi, continui, a volte lenti a volte molto veloci;
potremmo definirla "una danza marziale" eseguita camminando intorno
ad una circonferenza che mantiene un'ampiezza costante ed ogni
cerchio ha un diametro di circa tre metri.
Nel "Pa Kua" la tecnica principalmente usata è quella del palmo della
mano; nel combattimento vengono espresse tecniche di colpi di mano
aperta, di prese, di leve articolari, di proiezioni.
Questo stile permette di studiare il modo con il quale riuscire a
svincolarsi dalle leve e da prese esercitate da un avversario. L'abilità consiste nel riuscire a mantenere un
perfetto equilibrio camminando velocemente intorno ad un cerchio e scambiando ripetutamente i vari
movimenti.
Il Maestro Chang Dsu Yao lo studiò per parecchi anni con il famoso Maestro Chang Ch'ing Po, presso
l'Accademia Militare per allievi ufficiali di Kuei Lin (celebre città della Cina meridionale pittorescamente adagiata
sulle sponde dell'anonimo fiume, in mezzo ad un fantastico scenario di picchi e di dirupi rocciosi che emergono
come isole dall'abitato e che hanno ispirato innumerevoli pittori di tutte le epoche)

Come per lo stile Hsing-I che è fondato sulla teoria dei cinque elementi, il Pa Kua affonda le sue origini in un
altra teoria orientale molto rinomata e discussa "La teoria dei mutamenti" ( I Ching) resa celebre dal
famoso saggio omonimo che troviamo tutt'ora nelle librerie spesso a prezzi esorbitanti; un' opera antichissima
che veniva utilizzata per predire il futuro. Gli antichi saggi che scrissero il libro scoprirono che tutto l'universo è
in continuo e ciclico mutamento, ma anche che i mutamenti sono regolati da leggi ben precise (il sole per
esempio sorge sempre a Est); alla luce di tali considerazioni se interpreteremo bene tali leggi saremo allora
capaci i di predire il corso degli avvenimenti.
Applicando questo principio ad uno stile si combattimento si arriva quasi a prevedere le tecniche dell'avversario
in base ai suoi movimenti.

Questa teoria molto complessa non è semplice da riassumere e soprattutto non è semplice trovare
documentazioni attendibili con le giuste interpretazioni. Ultimamente, in particolar modo in occidente, questa
teoria è stata perturbata e plasmata a seconda degli interessi (magia, misticismo, astrologia). La teoria de I
Ching non è una forma di profezia atta a predirre il futuro ma bensì una strada complessa per cercare di trovare
una "regola" nel succedersi degli eventi. Su internet si trovano molti documenti che approfondiscono questa
teoria. Qui sotto ne riporto uno in particolare estratto da un sito ben fatto che cerca di riassumere le nozioni
salienti di un trattato di oltre mille pagine rappresentato dal libro dei mutamenti (I CHING).

LA TEORIA DEI MUTAMENTI - I CHING


LA PRATICA:
dopo aver eseguito una tecnica iniziale (Chi Shin), si eseguono otto tecniche e come si può notare si ripete
sempre il numero otto (che è anche quello dei trigrammi e di fatto ad ogni gruppo di tecniche è stato associato
un particolare trigramma). Negli esercizi con un partner per ognuna delle otto serie di tecniche vi sono otto
applicazioni pratiche; il numero complessivo delle applicazioni è uguale a quello degli esagrammi:
sessantaquattro. Le otto tecniche hanno i seguenti nomi:

1. T'an Huan Chang o singolo cambio del palmo.


2. Shuang Huan Chang o doppio cambio del palmo.
3. Shun She Chang o palmo in accordo con la tecnica.
4. Pei Shep Chang o palmo dietro al corpo.
5. Fan Shen Chang o palmo del corpo che gira.
6. Mo Shen Chang o palmo che sfrega il corpo.
7. San Chuang Chang o palmo che passa sopra tre volte.
8. Hui Sen Chang o palmo del corpo che ritorna.

Un classico esercizio di allenamento del Pa Kua Chang è proprio la rotazione circolare facendo perno su un
lungo bastone sorretto dalla mano in guardia. La difficoltà sta appunto nel non far cadere il bastone in
particolare durante i veloci cambi di direzione.

Classico allenamento di Pa Kua


STORIA E RADICI DEL PA KUA CHANG

Il Pa Kua Chang (palmo degli otto trigrammi) si dice sia stato creato a Pechino da Tung Hai Chuan, nato nella
provincia Hebei tra il 1966 e il 1880.
Le informazioni storiche sono confuse è non c'è nulla di certo, secondo una delle tante versioni, Tung imparò le
arti marziali sulla montagna Giou Hwa dal maestro Bi Dern-Shai.
Durante la pratica lo studente deve imparare a controllare il bacino, che controlla la direzione del corpo che si
muove con un andatura circolare.

Un altra curiosità:
Secondo alcuni Ueshiba a studiato per qualche tempo pa kua in Cina e i
movimenti circolari dell'aikido, sarebbero stati presi dal Pa kua.
Avendo praticato sia pa kua che aikido ho notato che alcune cose sono
molto simili, ma questo non signfica molto: abbiamo comunque 2 braccia e
2 gambe per forza alla fine tanti movimenti si somigliano.

Di questo stile sappiamo solamente che nel secolo scorso un maestro di


nome Tung Hai Chuan lo diffuse nella regione di Pechino dopo averlo
appreso da uno o più monaci Taoisti. La nostra forma è considerata la più
famosa tra quelle tradizionali di "Pa Kua"; il nome originario è "Lung Hsing
Pa Kua Chang" che significa letteralmente "la forma del drago del palmo
degli otto trigrammi". Durante la pratica il corpo va tenuto rilassato, diritto,
occorre muoversi avendo la sensazione che i piedi aderiscano bene al
terreno (il Maestro Chang usava dire: "camminare come nel fango"). La
respirazione è addominale, lenta e profonda, la mente deve guidare il flusso
del Chi, dell'energia vitale interiore.

LO STILE LIANG-I CH'UAN


" boxe delle dei due principi opposti"
"boxe delle due direzioni"

"Liang Í Ch'üan" è uno stile di Kung Fu appartenente al cosiddetto stile interno o "Nei Chia", in altre parole a
quel gruppo di stili che danno maggiore importanza allo sviluppo e all'uso dell'energia mentale, più che
all'utilizzo essenziale della forza esterna.
"Liang" significa "due" oppure "coppie".
"Í" significa "intenzione", ossia un utilizzo della mente in modo intenzionale.
"Ch'üan" significa "Boxe".
La forma "Liang Í Ch'üan" ha diverse traduzioni che sono: "i due principi opposti", "i due stili", "le due forme
opposte" oppure "i due strumenti". Poiché con il termine "strumenti" si designano essenzialmente gli apparecchi
per indicare la direzione (la bussola ad esempio), "Liang Í Ch'üan" significa di conseguenza anche la "Boxe delle
due direzioni". Osserviamo infine che la parola "Í" può anche voler dire armonia, gentilezza, buone maniere.
"Liang Í Ch'üan" è composta dai due principali stili interni del Kung Fu : il "Tai chi Ch'üan" e lo "Hsing Í Ch'üan",
ed è particolarmente influenzato dalla Boxe dei cinque elementi dello "Hsing I".
Il nome del maestro che realizzo lo "Liang Í Ch'üan" non è noto. Secondo alcuni studiosi tale stile sarebbe nato
circa 400 anni fa, mentre secondo altri l'origine corrisponderebbe a circa 200 anni fa. Di secolo in secolo sono
stati trasmessi i nomi di alcuni importanti maestri di "Liang Í Ch'an", come: Chi Chin Ho, Wei Shih, Yuan Tao e
Chang Ching Po.
Figura di spicco è un certo maestro di nome Fu, il quale fra l'altro mise a punto all'inizio del nostro secolo la
"Boxe dei quattro punti cardinali". Lo "Liang Í Ch'an" era particolarmente popolare nelle regioni centrali della
Cina, comprese fra i fiumi Giallo e quello Azzurro ed in particolare nelle province di Honan ed Anhwei.
Lo stesso maestro Chang Dsu Yao lo studiò direttamente con il famoso maestro Chang Ching Po, circa
cinquanta anni fa, come precedentemente detto presso l'Accademia per allievi ufficiali di Kuei Lin.
"Liang Í Ch'an" è un metodo di difesa che allena il praticante a difendersi da due avversari
contemporaneamente e che possono attaccare anche in direzioni opposte.
Nel "Liang Í Ch'üan" i due principi universali lo "Yin" e lo "Yang" si alternano continuamente e così fanno la
contrazione e la decontrazione muscolare, i movimenti lenti diventano veloci e gli spostamenti circolari passano
a rettilinei.
Le tecniche con maggiore espressione "Yin" sono state estratte dall'"Tai chi Ch'üan", mentre le tecniche con
maggiore espressione "Yang" derivano dallo "Hsing Í Ch'üan" ed ecco quindi il motivo per il quale questo stile
viene anche definito la "Boxe dei due principi opposti" o la "Boxe dei due stili".
L'esercizio in sé non è molto lungo e la sua caratteristica imprescindibile è la presenza simultanea di
morbidezza e di durezza.
LO STILE SZU HSIANG CH'UAN
"boxe dei quattro quadrati"
"boxe dei quattro punti cardinali"

Introduzione
Questo stile in realtà è una sintesi di Tai Chi, Pa Kua, Hsing I e Liang I Chuan
Letteralmente Szu hsiang Chuan significa la boxe (Chuan) dei quattro (Szu) quadrati (Hsiang). I quadrati sono i
settori della bussola compresi fra i quattro punti cardinali. Per tale motivo questo stile di Kong Fu si può anche
chiamare la Boxe dei Quattro Punti Cardinali oppure delle Quattro Direzioni.
Più oltre vedremo il perché di tale denominazione.
Ma questo stile interno di Kong Fu può anche definirsi la boxe dei Quattro Stili perché è una vera e propria
sintesi dei quattro principali stili interni e cioè di Tai Chi Chuan, Pa Kua Chang, Hsing I Chuan e Liang I Chuan.
Cenni storici
La Boxe dei Quattro Punti Cardinali è uno stile relativamente recente. Fu creata all’inizio del nostro secolo da un
grande esperto di stili interni, il maestro Fu. Egli era o Wu Hsing Lien Hwan Chuan

Il M° Chang Dsu Yao ha vissuto in Italia per quindici anni portandovi l’insegnamento della sua scuola e
lasciando un grande patrimonio di conoscenza. Purtroppo quello che è riuscito a trasmettere non è stato certo
la totalità del suo sapere.
I due figli Chang Wei Shin e Chang Yu Shin hanno praticato il Kong-fu sin da bambini e hanno seguito il padre
in Italia a breve distanza di tempo. Forti della loro lunga preparazione hanno ben presto iniziato a insegnare.
I maestri Wei Shin e Yu Shi conoscono diversi stili e forme di Kong-fu tramandati loro dal padre, alcuni dei quali
mai finora divulgati. Uno di questi è una forma dello stile interno Hsing I, il Wu Hsing Lien Huan Chuan. Questo
stile consiste di una serie di rapide tecniche di pugno con spostamenti rettilinei. Nella lingua cinese Hsing
significa forma, I significa mente, per cui può essere tradotto come la mente (l’idea) da cui nasce la forma. La
fonetica di Hsing ha curiosamente significato di cuore.
Vi sono tre relazioni “interne” e tre relazioni “esterne” che bisogna tener presente nella pratica: coordinare il
cuore (hsing) con la mente (I), la mente con il Chi (energia), il Chi con il Li (forza esterna); la spalla con l’anca,
il gomito con il ginocchio, la mano con il piede.
Esistono diverse forme dello stile Hsiang I, fra cui: lo Hsing I Wu Hsing Chuan, lo Hsing I Shin Ehr Hsing e il Wu
Hsing Lien Hwan Chuan.
Wu Hsian Lien Hwan Chuan significa “Boxe della concentrazione dei cinque elementi”: bisogna muoversi e
colpire secondo la teoria dei cinque elementi di produzione e distruzione.
Vi sono diverse versioni sulle origini di questo stile: una di queste vuole farlo risalire a Ta Mo (Bodhidarma)
vissuto nel VI secolo d.c.; un’ altra versione vuole farlo risalire al generale Yueh Fei (1103-1142) vissuto
durante la dinastia Sung; ma i primi documenti scritti riguardanti questo stile risalgono al XVII secolo.
riginario della provincia centro settentrionale di Honan, ma per diffondere la sua arte viaggiò molto anche nel
sud della Cina ed infine si stabilì a Canton dove tuttora vive, ormai quasi ottuagenario, suo figlio, grande
esperto pure lui di Szu Hsiang Chuan.
In Italia ed in Europa questo stile viene insegnato dal maestro Chang Dsu Yao agli affiliati della FE.I.K.
Federazione Italiana Kong Fu e della C.T.M.A. Europe .
Il maestro Chang lo studiò quando frequentava, circa cinquant’anni fa, l’Accademia per Allievi Ufficiali di Kuei
Lin, con lo stesso maestro Fu e soprattutto con un altro notissimo insegnante che si chiamava Chang Ching Po.
Szu Hsiang Chuan
Abbiamo già detto che lo Szu Hsiang Chuan può considerarsi una vera e propria sintesi dei quattro più famosi
stili interni . Proprio per tale motivo è indispensabile essere già esperti di Tai Chi, Pa Kua, Hisiang I e Liang I
Chuan prima di affrontare lo studio del pugilato dei quattro Punti Cardinali che è senza dubbio il più completo,
ma anche il più complesso fra gli stili appartenenti al cosiddetto Sistema interno o Nei Chia.
Solo gli allievi più anziani e gli istruttori praticano pertanto lo Szu Hsiang Chuan che rimane di conseguenza uno
degli stili meno noti del Kung Fu per la sua relativamente scarsa diffusione fra il grande pubblico.
I principi fondamentali da seguire nella pratica della boxe dei Quattro Punti Cardinali sono quelli tipici degli stili
interni:

1) La respirazione è lenta, profonda e di tipo addominale.


2) La mente guida il flusso del Chi (energia interna).
3) Viene utilizzata solo la forza interna (Nei Chin) e non quella muscolare (Wai Li).
4) La testa e la colonna vertebrale sono tutte ben diritte.
5) La mente è conscia dell’alternarsi di Ying e Yang nonché dell’esecuzione di ogni tecnica.
6) La regione lombare è rilassata in modo che le anche possono ruotare con facilità.
7) Bisogna praticare in stato di vacuità mentale e di grande concentrazione.
In questo stile esistono non solo le tecniche morbide e lente caratteristiche del Tai Chi Chuan e del Pa Kua
Chang, ma anche quelle dure e veloci tipiche del Hsiang I Chuan.
L’esercizio fondamentale di forma si svolge lungo un percorso a forma di croce. La sua durata totale
d’esecuzione è di circa quindici minuti. Tale esercizio è suddiviso in quattro Lu ossia in quattro parti ognuno
delle quali si esegue seguendo uno dei bracci della croce (donde il nome di Pugilato dei Quattro Punti Cardinali,
ma tale denominazione deriva anche dal fatto che nelle applicazioni ci si difende contro avversari che attaccano
da quattro direzioni diverse).
Nella zona centrale, all’incrocio dei bracci e lungo un cerchio immaginario vengono eseguite le tecniche derivate
dal Pa Kua, lungo i bracci si praticano invece le tecniche derivate dagli altri tre stili.
Le applicazioni con un partner sono quelle tipiche degli stili di base: tecniche di schivata e di presa o Chin Na
(estratte dal Tai Chi), tecniche di palmo o di contro presa o Fan Chin Na (derivanti dal Pa Kua), tecniche più
aggressive come per esempio i colpi di pugno dello Hising I ed infine le tecniche doppie di difesa contro due
avversari caratteristiche del Liang I Chuan.
Lo Szu Hsiang Chuan non prevede forme o combattimenti con armi, ma i suoi praticanti allenano di solito gli
esercizi con le armi appartenenti agli altri stili interni.
In conclusione la Boxe dei Quattro Punti Cardinali è una mirabile sintesi degli stili interni e la sua pratica è
pertanto consigliabile non solo per l’autodifesa, ma anche per la salute psicofisica.

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