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CERTeT, Università Bocconi, Milano
Paolo Costa
già Presidente Commissione Trasporti Parlamento
Europeo
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Università Iuav, Venezia
Giuseppe Goisis
Filosofo Politico, Venezia
Massimo Guarascio
Università La Sapienza, Roma
Stefano Maggi
Università di Siena
Giuseppe Mazzeo
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Napoli
Cristiana Mazzoni
École nationale supérieure d’architecture de Paris-
Belleville
Marco Pasetto
Università di Padova
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Università La Sapienza, Roma
Michelangelo Savino
Università di Padova
Enzo Siviero
Università telematica E-Campus, Novedrate
Zeila Tesoriere
Università di Palermo - LIAT ENSAP-Malaquais
Luca Tamini
Politecnico di Milano
Direttore responsabile
Laura Facchinelli
Direzione e redazione
Cannaregio 1980 – 30121 Venezia LA SOSTENIILITÀ DA
e-mail: laura.facchinelli@trasportiecultura.net EUROPEO DELLA PORTUALITÀ E
laura.facchinelli@alice.it
THE NORTHERNEUROPEAN
This issue of Trasporti & Cultura is dedicated to ports, to their work, to today’s reality and to the prospects for
Italian ports, and to a comparison with other European ports.
Ports are fundamental infrastructures for cargo traffic, and consequently for the economy of a country. The
opening article underlines how transportation and infrastructure policy should seek to reduce the market
inefficiencies and imperfections that crop up along the logistic chain. The cost of services, that weigh on the
consumer price of products, must be reconsidered; it would be important to focus on ports that make it pos-
sible to limit the route from the point of origin to destination, with the purpose of reducing costs and bene t-
ting the environment.
Measuring connectivity and efficiency is the rst step towards improving the performance of a port and how
competitive it is on the market: this is an important issue, because port performance and services are a critical
factor that can have an impact on the economic development of a country.
Northern European ports base their success on efficiency, and on their planning capacity. The ports of Antwerp
and Rotterdam form a port-industrial complex of international signi cance, which also includes other minor
realities in the Dutch-Flemish area. These ports play an important strategic role, which in recent decades
has grown with the rapid rise of container traffic; equally important considerations are employment and the
added value generated there. For the future, experts emphasize the need to reinforce intermodal connections
with the inland surrounding the port, developing internal navigation routes and railways.
The activities required to develop the processes inside a port are distributed among a multiplicity of subjects,
individuals and organizations. There can be many factors of crisis. It will take strategies, investments and ma-
nagerial capacity to avoid stagnation or decline. A strategic response is to become a smart port, with trained
personnel, intelligent and automated infrastructure, collaboration between various interest groups.
This is the content of the opening articles, focused on planning and managerial organization. The articles
that follow analyse several case studies of Italian ports: Trieste, aware of the strategic role it derives from its lo-
cation in the heart of Europe and at the northern tip of a “great sea” open to the world; Venice, a port that will
be analysed with a focus on the functionality of the railway infrastructure, which is key to the connection with
the mainland; Genoa, a port in constant evolution, which will be examined in terms of the recent challenges
to improve the connection between port and dry port (the last port mile) and the technologies that serve the
port itself; Naples, where the theme of railway connections is a core issue in planning, to bridge a gap that
is a negative factor for most of southern Italy. Another article is dedicated to the ports of Taranto and Gioia
Tauro: in the matter of great port terminals dedicated to container trans-shipment it addresses the theme of
economic-regional development and the efficiency of logistics in support of southern Italy’s manufacturing
industry.
The overview is extended with an analysis of the important role of special economic zones in the development
of ports and the industrial system; with a comparative study between the ports of northern Italy and those
of northern Europe in terms of the economy and the environment; and with general considerations on the
current state of the port system in Italy.
Because this magazine has always liked to draw comparisons with other geographical areas, there is also an
article about Singapore where the small size of its territory makes the management of port, urban and indu-
strial spaces a constant challenge in terms of guaranteeing efficient mobility. It should not be forgotten that
a port is not just a productive centre, it is also an area adjacent to the city. It is important to consider issues of
city planning, arising from the need not only to occupy areas vacated by the reorganization of port activities,
but in a wider sense, to build relations that have been interrupted for many years.
Finally, inspired by a little-known phenomenon, an architect explains how a container may be used to build
an exhibition space, or more and more often, an actual building: a new trend, which is not only useful for
recycling cast-off structures, it is also interesting as an idea for innovating architectural design.
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Questo numero di Trasporti & Cultura è dedicato ai porti, alla loro attività, alla realtà presente e alle prospet-
tive dei porti italiani, ad un confronto con altri porti europei.
I porti sono infrastrutture fondamentali per il traffico delle merci, e quindi per l’economia di un paese. Nell’ar-
ticolo di apertura si sottolinea che la politica dei trasporti e delle infrastrutture dovrebbe puntare a ridurre
le inefficienze e le imperfezioni di mercato che si manifestano lungo le catene logistiche. Occorre ripensare i
costi dei servizi, che gravano sui prezzi nali dei prodotti; sarebbe opportuno puntare sui porti che consento-
no di ridurre al minimo il percorso dal punto di origine a quello di destinazione, allo scopo di ridurre i costi e
apportare bene ci per l’ambiente.
Misurare la connettività e l’efficienza è il punto di partenza per migliorare le prestazioni di un porto e la sua
competitività sul piano commerciale: questione importante, perché le prestazioni portuali sono uno dei fat-
tori critici che possono in uenzare lo sviluppo economico di un paese.
I porti del nord Europa basano il loro successo proprio sull’efficienza, oltre che sulla capacità di programma-
zione. I porti di Anversa e Rotterdam formano un complesso portuale-industriale rilevante a livello interna-
zionale, che comprende altre realtà minori dell’area ammingo-olandese. Questi porti svolgono un impor-
tante ruolo strategico, che si è potenziato, nei decenni recenti, per la rapida crescita del traffico dei container;
altrettanto importanti sono da considerare l’occupazione e il valore aggiunto che vi è generato. Per il futuro,
gli esperti sottolineano che si dovrà rafforzare l’intermodalità dei collegamenti con l’entroterra portuale, pun-
tando su navigazione interna e ferrovie.
Le attività necessarie per sviluppare i processi, all’interno di un porto, sono distribuite tra numerosi soggetti,
individui ed organizzazioni. Molteplici possono essere i fattori di crisi. Per evitare la stasi o il declino occorrono
strategie, investimenti, capacità gestionale. Una risposta strategica è diventare un porto smart, con persona-
le preparato, infrastrutture intelligenti e automatizzate, collaborazione fra i vari gruppi di interesse.
Fin qui i contenuti degli articoli di apertura, che riguardano la progettualità e l’organizzazione gestionale. I
contributi successivi analizzano alcune realtà portuali italiane. Trieste, consapevole del ruolo strategico le-
gato alla propria collocazione nel cuore d’Europa e al vertice settentrionale di un “grande mare” aperto al
mondo. Venezia, realtà della quale si analizza la funzionalità delle infrastrutture ferroviarie, fondamentali
per il collegamento con l’entroterra. Genova, porto in continua evoluzione di cui si delineano le recenti s de
per il miglioramento della connessione tra porto e retroporto (ultimo miglio portuale) e delle tecnologie a
servizio del porto stesso. Napoli, dove il tema dei collegamenti ferroviari è al centro della programmazione,
per superare un gap che segna negativamente un po’ tutto il Mezzogiorno. Un ulteriore contributo è dedicato
ai porti di Taranto e Gioia Tauro: a proposito dei grandi terminal portuali dedicati ai traffici di transhipment
nel settore container, si affronta il tema dello sviluppo economico-territoriale e dell’efficienza della logistica a
supporto dell’industria manufatturiera del sud Italia.
La panoramica si amplia con un’analisi sull’importante ruolo delle zone economiche speciali per lo sviluppo
dei porti e del sistema industriale; con un confronto fra i porti del nord Italia e quelli del nord Europa in termini
economici e ambientali; con una ri essione generale sullo stato presente della portualità del nostro paese.
Dato che a noi della rivista piace, da sempre, il confronto con altre realtà geogra che, ecco una testimonian-
za su Singapore dove, a causa della limitata estensione territoriale, la gestione degli spazi portuali, urbani e
industriali rappresenta una s da costante per garantire un’efficiente mobilità.
Non va dimenticato che un porto non è solo una realtà produttiva, ma anche un’area con nante con la città.
Importante la ri essione urbanistica, che nasce dall’esigenza non solo di occupare le aree dismesse a seguito
della riorganizzazione delle attività portuali, ma, in senso più ampio, di costruire relazioni che sono state
interrotte per molti anni tra il porto e il contesto retrostante, urbano e territoriale.
In ne, prendendo spunto da un fenomeno ancora poco noto, un architetto spiega come si può utilizzare un
container per costruire uno spazio espositivo o, sempre più spesso, anche un vero e proprio edi cio: una ten-
denza nuova, non solo utile per riciclare strutture non più utilizzate, ma anche interessante come spunto per
l’innovazione nel progetto di architettura.
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propri container nelle aree adibite allo stoccaggio
di questi “simboli della globalità”, nell’attesa, spes-
so vana, che possano essere nuovamente caricati
con altra merce per effettuare un nuovo viaggio.
Purtroppo di frequente accade che il tempo della
sosta sia talmente lungo da poter ritenere il con-
tainer abbandonato; gli agenti atmosferici e gli
accidentali urti nei depositi, facendo deperire le
parti metalliche, rendono questi box metallici non
più utilizzabili. Questa situazione ha come risvolto
drammatico l’aumento inesorabile dell’occupazio-
ne di suolo nelle aree dei terminal che, in alcuni
casi, diventano talmente estese da poter parlare di
città deserte e metalliche.
I container abbandonati si acquistano a cifre mol-
to basse che variano dai 600 ai 2.000 euro, a se-
conda del modello e dello stato di conservazione,
a fronte dei circa 7.000 euro necessari per l’acqui-
sto di uno nuovo.
Un curioso e interessante riferimento sul riuso
“creativo” di materiale industriale applicato all’ar-
chitettura, può essere individuato nel progetto
WOBO del 1960 di John Habraken. È forse possibi-
le fare un parallelo tra l’approccio che ha portato
l’architetto olandese a realizzare, per la nota azien-
da di birra Heineken, apposite bottiglie in modo
da poterne estendere il ciclo di vita, facendole di-
ventare i mattoni di una casa e l’utilizzo dei contai-
ner come mattoni per (ri)costruire la città.
In entrambi casi un prodotto dell’industria riceve
una seconda vita: è esautorato dalla sua funzione
originaria ma, grazie ad un prolungamento del
suo LCA, assolve brillantemente ad altri bisogni,
risolvendo allo stesso tempo altre problematiche
che sarebbero sorte con il termine del suo ciclo di
vita, in primis lo smaltimento.
L’importanza quindi del (ri)uso dei container va
oltre la mera questione formale-architettonica ma
ha un forte risvolto ambientale e socio-culturale.
Portatore di molti vantaggi sulla sfera pubblica,
apre a nuove opportunità professionali, ad un
maggiore coinvolgimento sociale ed un diverso
utilizzo delle risorse, creando nuovi bisogni e sti-
molando nuove relazioni con le istituzioni.
William Morris nel 1881 de nì l’architettura come
“l’insieme delle modi che e alterazioni introdotte
sulla super cie terrestre in vista delle necessità
umane […], [non] possiamo con dare i nostri in-
teressi nell’architettura a un piccolo gruppo di
uomini istruiti, incaricarli di cercare, di scoprire, di
foggiare l’ambiente dove poi dovremo star noi, e
meravigliarci di come funziona, apprendendolo
come una cosa bell’e fatta; questo spetta invece
a noi stessi, a ciascuno di noi […]”3. Parole ancora
oggi attuali che rimarcano l’importanza di partire
da un profondo cambiamento nel modo di vede-
re l’intervento dell’uomo sulla città e sul territorio
e una revisione del ruolo dell’architetto nel pro-
cesso di piani cazione e progettazione che deve
aprirsi ad un maggiore ma sopratutto concreto
coinvolgimento dei cittadini.
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affacciano sulle corti verdi, ad uso esclusivo degli
studenti, utilizzate anche come parcheggio per le
biciclette.
Purtroppo alcuni buoni spunti tipologici, distribu-
tivi e tecnici, presenti in questi interventi, sono sta-
ti poco sviluppati. I motivi si possono ricondurre
sia a ragioni di ordine economico che legate ad un
approccio progettuale inadeguato.
Il modulo container ha tra i suoi limiti l’essere vin-
colato nelle sue proporzioni da limiti ben precisi.
Venendo però utilizzato non solamente come spa-
zio abitabile ma anche come elemento che delimi-
ta uno spazio da abitare offre notevoli opportunità
al progetto, liberando nuove forme di aggregazio-
ne e dando la possibilità di creare spazi con ampie
luci, totalmente svincolati dalle rigide proporzioni
del container.
Lo stesso ragionamento può essere applicato per
l’organizzazione di spazi privati di maggiori di-
mensioni, probabilmente non indispensabili in
una casa per studenti, ma di cui tener conto in altri
tipi di residenze.
Un esempio in tal senso è offerto dai due interes-
santi interventi realizzati dall’associazione fonda-
ta da Graft Architects, in cooperazione con Baik
Jiwon e Platoon Cultural Development. Il primo,
costruito a Seul nel 2009, utilizza 28 container su
quattro livelli ed offre, tra le varie funzioni, un bar
con una terrazza, spazi espositivi, shop, uffici e
quattro alloggi per artisti con una sala polivalente
al secondo piano. Molti di questi ambienti affaccia-
no sulla corte interna, illuminata con un lucernario
sul tetto. Seguendo l’esempio dell’edi cio di Seul,
è stato costruito a Berlino, nel 2012, un edi cio in
un vuoto urbano, costituito da 34 container dispo-
sti in modo da creare due corpi principali disposti
su tre livelli, collegati in cima da altri container,
5 - L’itinerante Puma City in cui i valori ambientali e sociali sono stabilmen- appoggiati ortogonalmente ai sottostanti. Si vie-
Shipping Container Store. te incorporati nel sistema urbanistico, tra i più ef- ne così a creare uno spazio centrale a tutt’altezza,
6 - Il Bar Pier88 a Padova. cienti al mondo. Negli ultimi quindici anni sono architettonicamente molto interessante.
stati realizzati interventi edilizi che adottano uni- Purtroppo va segnalato che gli edi ci si appog-
tà abitative ricavate da container o da strutture giano su una base in calcestruzzo armato, vani -
modulari temporanee; edi ci che rispondono ad cando parte dei bene ci di una costruzione con
esigenze momentanee o di breve durata e che da moduli temporanei.
anni svolgono egregiamente la propria funzione. Un virtuoso esempio di riuso dei container navali
Essendo stati tra i primi interventi a livello urbano è opera dello studio di architettura Hibino Sekkei
con container, meritano sicuramente la nostra at- + Youji no Shiro, intervenuto su un tema molto
tenzione. delicato: una scuola d’infanzia in una delle aree a
Ad Amsterdam, dal 2004, sono state messe in pra- più alta sismicità al mondo. Per far fronte ai nuovi
tica politiche pubbliche per progetti reversibili, standard legislativi, il preesistente asilo è stato tra-
tramite un contratto d’uso temporaneo e sono sformato e reso esso stesso spazio educativo, così
nati interessanti casi studio per il riuso di aree ur- da mostrare alle nuove generazioni un differente
bane residuali, con formule di contratto tempora- modo di costruire la città e i suoi spazi. Un approc-
neo (della durata di 5 anni e rinnovabili per altri 5), cio che ha premiato gli architetti, capaci in breve
con indicate le categorie di utenti a cui destinare la tempo di realizzare uno spazio perfettamente
struttura da edi care. rispondente alle richieste, dal basso impatto am-
Rientrano in queste politiche le residenze per stu- bientale e progettato in simbiosi con l’ambiente
denti realizzate, nel 2006 e 2008, dal gruppo Tem- circostante, in particolare con gli alberi preesi-
pohousing nei quartieri periferici di Keetwonen stenti, non abbattuti ma resi parte del progetto. Il
e Diemen di Amsterdam. Gli interventi hanno ri- legno naturale, visibile dalle ampie nestre, rende
quali cato grandi aree della città, luoghi marginali accoglienti gli spazi interni della scuola e si con-
ormai in disuso”. Keetwonen risulta la più grande trappone all’acciaio dei container all’esterno, la-
container city al mondo con 1.034 alloggi, mentre sciato a vista.
Diemen ne ha 250. Le due case per studenti si svi- Alcuni interessanti progetti hanno sapientemente
luppano su cinque piani con singole unità abita- sfruttato le capacità statiche del container. Infatti
tive, progettate all’interno di singoli container da questo modulo metallico possono essere assimi-
40’ (12,20 m), con due affacci ciascuno ed ampie lati ad una grande trave scatolare in pareti sottili.
vetrate per una sufficiente illuminazione interna. Questo grazie alla solidarietà tra travi, solaio e pa-
Il bagno, nel centro del modulo abitativo, orga- reti in lamiera grecata. Tale trave scatolare ha quin-
nizza gli ambienti di giorno (soggiorno-cucina) di una sezione di grandi dimensioni e possiede
e notte (camera da letto), collegati tra loro da un una inerzia essionale decisamente consistente,
breve disimpegno. I blocchi di appartamenti sono pur a fronte di spessori molto sottili. Ciò offre l’op-
serviti, in entrambi i casi, da ballatoi in ferro che si portunità di realizzare interessanti combinazioni
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volumetriche con relativa facilità. l’architettura è pensata e realizzata per le persone
Un esempio in tal senso viene dall’itinerante Puma è difficile giusti care l’operato, disseminato nelle
City, progettato nel 2008 dallo studio LOT-EK: un nostre città, di generazioni di architetti e addetti
negozio, realizzato con 24 container riciclati, uno ai lavori.
spazio “pubblico” essibile e removibile per poter I container non sono ovviamente la soluzione a
essere spedito dovunque nel mondo. Questo ne- tutti questi problemi, ma sono un interessante
gozio viaggiante sfrutta sia gli spazi liberi esterni elemento che offre l’opportunità ai progettisti e
nati dallo slittamento dei container tra di loro per ai cittadini di aprire gli occhi e cercare di costruire
creare aree esterne o terrazze, sia la libertà offerta un’architettura differente e più aperta ai cambia-
dalla struttura portante del container: infatti le pa- menti. Forse l’unica architettura che possa dirsi
reti laterali, in alcune aree interne, sono completa- sostenibile.
mente eliminate in modo da creare ambienti più
sviluppati in larghezza e adeguati alle necessità. © Riproduzione riservata
In Italia gli interventi di edilizia temporanea sono
limitati sia da ragioni culturali ma anche da que-
stioni burocratiche. Infatti è obbligatorio richie- Bibliogra a e Sitogra a
dere una pratica per l’ottenimento di una licenza
edilizia, annullando molti dei vantaggi ( essibi- Le Corbusier, Vers une architecture, Paris, 1939
lità, rapidità di esecuzione, mobilità, etc…) de-
scritti in questo articolo. Nonostante le varie li- William Morris, The Prospects of Architecture in Civilization, con-
mitazioni, alcuni interventi realizzati sul territorio ferenza alla London Institution, 10 marzo 1881.
italiano, pur suscettibili ancora di miglioramenti,
sono degni di menzione e possono essere consi- Pirazzoli Giacomo, Rulli Bianca M., Schiaretti Lenny V., GreenUp! a
derati un valido punto di ri essione. Tra questi il Smart City, Turin-London-New York, Allemandi & C., 2013
bar Pier 88 a Padova.
Pirazzoli Giacomo, Verdesca Daniele, “Sostenibile e Reversibi-
Si tratta di una struttura temporanea, interamen- le”, Rivista Specializzata, n° 195, BE-MA Editrice, Ottobre 2010,
te removibile, presentata nel 2018, su un’area de- p.634
maniale nella periferia (ottenuta in concessione
tramite bando di gara), affacciata sul ume Bac- Platoon Cultural Development, “Platoon Kunsthalle”, Rivista
chiglione. Progettato dallo studio It’Ing, abbina Materia, n° 67, Federico Motta Editore, Settembre 2011, p. 106
il riutilizzo di 2 container dismessi al legno degli
interni e del patio. Un impianto fotovoltaico per Rulli B., Schiaretti Lenny V., GreenUp. A case-study in Paris,
Jahrestagung 2015 der DASL – Vorbereitender Bericht MEHR
ridurre l’impatto energetico del locale è invece in- STADT_Teil 2, Ed. DASL - Deutsche Akademie für Städtebau
tegrato nella copertura dell’edi cio. Interessante und Landesplanung, 2015, p. 05-06,
da un punto di vista sociale anche il connubio tra
architettura e Street art, come il murale presente Rulli B., Schiaretti Lenny V., Finding a rede nition of the rela-
tionship between rural and urban knowledge. ICAFUS 2015, XIII
nella facciata dell’edi cio. International Conference on Agriculture, Food and Urbanizing
Society, Amsterdam, NL, 2015
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