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L’ILLUMINISMO

L’ILLUMINISMO: I PRINCIPI FONDAMENTALI

L’Illuminismo fu il più importante movimento intellettuale dell’Europa del Settecento. Raggiunse la


massima fioritura tra il 1763 e il 1789 (la primavera dei Lumi).
Secondo gli illuministi l’uomo doveva farsi guidare dal lume della ragione applicata
all’esperienza. Inoltre:
 tutti gli uomini sono dotati di ragione e perciò uguali. Bisogna quindi combattere i privilegi
di ceto e promuovere il cosmopolitismo (atteggiamento secondo il quale l'uomo razionale è
cittadino del mondo e le barriere nazionali sono soltanto convinzioni artificiose);
 la tradizione e le religioni positive favoriscono l'intolleranza. Bisogna preferire una religione
basata sulla ragione.
 l'intellettuale ha il ruolo politico di educare gli uomini all'esercizio della ragione liberandoli
dall'ignoranza con la divulgazione della conoscenza.
In particolare, per gli illuministi, l'uomo, in quanto soggetto razionale, può raggiungere la felicità
già in questo mondo, non deve attendere la vita ultraterrena.

INTELLETTUALI E OPINIONE PUBBLICA: L’ENCICLOPEDIA

Per formare l'opinione pubblica bisogna che ci siano mezzi di informazione che consentono la
circolazione delle idee e un potere politico che non la impedisca. Per questo la crescita dell'opinione
pubblica si realizzò soprattutto nell'Inghilterra liberale del Settecento. Le notizie diffuse dai
giornali venivano discusse nei caffè, nei salotti dei nobili e nei luoghi di ritrovo come le società di
lettura. Alcuni intellettuali pensarono anche a un'opera di divulgazione, una sintesi delle conquiste
più importanti, scientifiche e tecnologiche, cui l'uomo era pervenuto. Fu così che nacque
l'Enciclopedia.
L'Enciclopedia era un'opera libera, impegnata nella battaglia per la conquista della libertà contro la
censura, i privilegi, il dispotismo, i procedimenti penali arbitrari. La convinzione dei suoi ideatori
(Denis Diderot e Jean-Baptiste Le Rond) era: che SAPERE E LIBERTÀ COINCIDEVANO.
Nel 1777 l'opera giunse al termine, nonostante le opposizioni della monarchia francese e della
Chiesa cattolica (Papa Clemente XIII la mise all'Indice) ed ebbe un grande successo.

DOTTRINE POLITICHE ED ECONOMICHE

Montesquieu fu un decisivo avversario dell'assolutismo. Riteneva che sistemi giuridici andassero


adeguati alle condizioni culturali, ambientali e politiche che erano diverse da Stato a Stato. L'unico
principio che doveva valere per tutti era la separazione dei poteri.
Il potere legislativo (potere di fare leggi), l'Esecutivo (potere di governare applicando le leggi) e il
giudiziario (potere di punire i delitti e giudicare le liti) devono appartenere a organismi separati che
si controllino a vicenda.
Per Rousseau l'uomo in origine viveva in modo autosufficiente in uno stato di natura in cui le
disuguaglianze non esistevano. Lo Stato è un'istituzione creata in seguito alla nascita della proprietà
privata, che ha generato le disuguaglianze sociali per proteggere i padroni e i potenti. Per
ripristinare l'uguaglianza iniziale di tutti gli uomini, Rousseau propose un nuovo contratto sociale
fondato sulla sovranità popolare e sulla democrazia diretta.
La scienza economica nasce con la scuola Fisiocratica. Per i fisiocratici solo l'agricoltura è
produttiva e crea nuova ricchezza - l'industria e il commercio si limitano a trasformare e a spostare
le merci -perciò bisogna evitare l'intervento dello Stato e “lasciar dominare la natura” e le sue leggi.
Un'altra scuola economica illuminista è il liberismo di Adam Smith. Secondo Smith l'origine della
ricchezza è il lavoro: il mercato è in grado di autoregolarsi da solo attraverso la legge della
concorrenza.; l'intervento dello Stato nell'economia è dannoso.

L’ILLUMINISMO IN ITALIA

In Italia le idee illuministiche si diffusero, soprattutto il Lombardia. Nel 1761- 1762 i fratelli
milanesi Pietro e Alessandro Verri fondarono l'Accademia dei pugni che diede vita a “IL
CAFFÈ”, la rivista portavoce delle nuove idee.
Nel Mezzogiorno la vivacità intellettuale degli illuministi non trovò invece il terreno adatto alla
realizzazione di riforme significative.
L'esponente principale dell'Illuminismo in Italia fu Cesare Beccaria. Beccaria considerava il delitto
non come un peccato, ma come un danno fatto alla società. Nella sua principale opera il trattato
“Dei delitti e delle pene” del 1764, si pronunciò contro la pena di morte e la tortura. Sostenendo
che il fine delle pene è quello di impedire al reo di far nuovi danni ai suoi concittadini e
contemporaneamente far sì che gli altri non e facciano di uguali. L'impostazione di Beccaria, avvio
in tutta Europa un vivace dibattito sulla giustizia.

IL DISPOTISMO ILLUMINATO

Molti sovrani assoluti influenzati dalle idee illuministe realizzarono una serie di riforme. Queste
riforme, tuttavia, erano pensate per forzare l'autorità dello Stato. Quindi non intaccarono
significativamente l'antico regime.
In Russia Caterina II formò una COMMISSIONE CONSULTIVA per riformare radicalmente la
società, ma la nobiltà si oppose.
Nell'Impero Asburgico Maria Teresa e Giuseppe II intervennero sul fisco, sull’istruzione, sulla
tolleranza religiosa e sulla giustizia.
Nel Regno di Prussia Federico II il Grande promosse l'istruzione e la cultura, la tolleranza
religiosa e riformò il sistema giudiziario.
In Italia le riforme furono realizzate soprattutto in Lombardia e in Toscana; qui Pietro Leopoldo
introdusse il codice Leopoldino del 1786, il primo Codice penale moderno ispirato alle tesi di
Beccaria.
Nel Regno di Sardegna i Savoia combatterono i privilegi di nobiltà e clero, sottoponendoli al
pagamento delle tasse.

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