Un altro processo molto importante ai fini dello studio cellulare è l'inclusione: i frammenti di tessuto per
poter essere osservati al microscopio devono essere sezionati sottilmente al microtomo (affettatrice), ma
non è possibile sezionarli freschi, in quanto la loro consistenza non lo consente; per questo motivo si
procede ad includere il frammento in un materiale, per lo più paraffina (cera), dotato di un’adeguata
consistenza. L'inclusione richiede quindi la penetrazione all'interno della cellula di sostanze apolari
(paraffina). Essa però è costituita prevalentemente da acqua (polare). Prima di procedere all'inclusione è
dunque necessario disidratare il tessuto, allontanando la componente acquosa utilizzando dell'alcol, che è
anch'esso insolubile in paraffina. Una volta allontanata l'acqua, si procede alla rimozione dell'alcol
attraverso sostanze quali benzene o xilene.
Il congelamento rapido in azoto rappresenta un sistema alternativo per la conservazione del materiale
biologico per ottenere in tempi brevissimi sezioni di tessuti. A tal proposito si utilizza il criostato,
strumento che congela, dotato di microtomo.
Per analizzare il sangue, invece, si utilizza il metodo dello “smear”, che differisce dagli altri protocolli
perché nessun taglio è necessario. Si mette una goccia su un vetrino e la si spalma su di esso.
Sezionamento e colorazione
Il sezionamento è molto importante, in quanto, a seconda di esso, noi vediamo un’immagine diversa in
2D di un tessuto 3D. Le sezioni più utilizzate sono: longitudinale (verticale), trasversale (orizzontale),
obliqua, tangenziale (superficiale), che può essere a 8 o a mascherina (quando viene tagliato un tubo
ripiegato su se stesso). Spesso in istologia vi sono gli artefatti, ovvero degli errori dovuti al taglio.
Essendo le nostre cellule sostanzialmente trasparenti (perché costituite in gran parte di acqua), sono
invisibili al microscopio e per questo è necessario colorarle.
• Le componenti acide dei tessuti si colorano mediante coloranti basici, per questo dette basofile
(amanti dei basici). L’ematossilina colora in blu la cromatina del nucleo.
• Le componenti basiche si colorano mediante coloranti acidi, per questo dette acidofile o
eosinofile (amanti degli acidi). L’eosina colora in rosa/rosso alcune parti del citoplasma.
La colorazione indicata con la sigla EE è quella con ematossilina‐eosina.
Immunoistochimica
Quando occorre distinguere molecole tra loro molto simili dal punto di vista chimico si utilizza
l’immunoistochimica, che sfrutta la capacità degli anticorpi di distinguere differenze anche minime tra una
proteina e l’altra. Gli anticorpi sono proteine prodotte dai linfociti con funzione immunitaria e sono in
grado di legarsi ad altre proteine in maniera specifica. Iniettando la proteina da studiare, induciamo i
linfociti a reagire contro questa proteina a loro estranea (antigene), producendo anticorpi che la
riconoscano e che si vanno a legare ad essa. Ma essendo anche l’anticorpo una molecola non è di per sé
visibile al microscopio. Si va dunque a legare ad essi un fluorocroma, che non altera la conformazione
dell’anticorpo e che, se colpito da raggi ultravioletti, diventano visibili al microscopio a fluorescenza,
formato da un laser, che eccita, e da un rivelatore, che vede l’emissione di luce. La fluorescenza è quella
capacità di assorbire energia e restituirla sotto forma di luce su un’altra lunghezza d’onda. Essa può
anche essere intrinseca, dove non c’è bisogno dell’utilizzo degli anticorpi.
Non bisogna mai riconoscere solo ed esclusivamente grazie al colore, in quanto esso dipende dalla
colorazione che noi facciamo.
Dove:
1. a livello del polmone forma una membrana estremamente sottile che costituisce il rivestimento
degli alveoli (palle vuote all’interno) e che facilita lo scambio gassoso fra l’aria alveolare e il
sangue dei capillari (quando ci sono i capillari è sempre epitelio squamoso semplice). Attorno
agli alveoli vi è il surfactante polmonare, una sorta di sapone costituito da fosfolipidi, che
impedisce il collasso degli alveoli più piccoli e l’eccessiva espansione di quelli più grandi.
2. Glomeruli renali
3. Rivestono internamente le pareti dei vasi sanguigni e linfatici (endotelio)
4. Cavità del corpo (mesotelio, ovvero, membrana che riveste alcuni organi del torace e
dell'addome prendendo il nome di pericardio, pleura e peritoneo a seconda della localizzazione;
endocardio, che riveste internamente il cuore). Il mesotelio differisce dagli altri tipi di epitelio
pavimentoso semplice perché sembra conservare parte della pluripotenzialità del mesenchima.
Possono infatti differenziarsi in fibroblasti (cellule del tessuto connettivo che producono
componenti della matrice extracellulare.
La pelle o cute è un organo che ricopre la superficie del corpo ed è composta da epidermide (di natura
epiteliale di origine ectodermica), derma o corin (di natura connettivale e di derivazione mesenchimale e
sottomucosa. Nel derma troviamo ghiandole, vasi sanguigni, vasi sensoriali… Annessi alla cute ci sono
peli, unghie e ghiandole sebacee (producono il sebo, sostanza grassa, che serve a rendere morbida la pelle
e idratarla) e sudoripare. Ha molte funzioni:
1. Protezione contro le malattie (agisce come una barriera fisica contro patogeni che non riescono ad
oltrepassarla)
2. Mantiene la temperatura corporea tramite l’emissione di sudore e anche grazie ad vasi
sanguigni, che aiutano mantenere o cedere calore
3. Forma la vitamina D (molto utile per le ossa), grazie ad raggi ultravioletti
4. Scambia sostanze di rifiuto, grazie al sudore
5. Ha risposte sensoriali (tatto)
I melanociti sono cellule presenti nell'epidermide responsabili parzialmente del colore della cute.
Risiedono negli spazi intercellulari della pelle formati dai cheratinociti basali dello strato basale (o
germinativo).
I melanociti si formano dai melanoblasti che derivano, per migrazione durante lo sviluppo
embrionale, dalle creste neurali. La migrazione in diversi distretti (strato basale di epidermide e
mucose, derma, follicoli piliferi, involucri del sistema nervoso centrale e nella tonaca vascolare
dell'occhio) porta i melanoblasti a differenziare in melanociti.
Caratteristica peculiare dei melanociti è quella di avere nel loro citoplasma numerosi granuli detti
melanosomi che contengono il pigmento melanina. Questi granuli originano nel corpo cellulare
per poi spostarsi verso i prolungamenti dai quali vengono trasferiti ai cheratinociti.
Attraverso la melanogenesi, i melanociti formano la melanina.
La melanina è un polimero capace di assorbire l'energia emessa dalle radiazioni luminose visibili
e dai raggi ultravioletti. Le melanine sono di diversi tipi e si trovano nei cheratinociti dello strato
basale, nei peli e nel derma. L'esposizione ai raggi solari fa aumentare la produzione e
l'espressione di melanine con conseguente scurimento della carnagione. Insieme al carotene
(presente nel derma) è responsabile appunto del colore della pelle. I principali gruppi in cui le
melanine vengono classificate sono:
o eumelanina, azotata e insolubile, è un pigmento scuro. L'eumelanina esiste nei capelli di
colori grigio, nero, giallo, e marrone. Negli esseri umani, è più abbondante in persone con
pelle scura. Ci sono due tipi diversi di eumelanina: nera e marrone o bruna. In assenza di
altre cause una piccola quantità di eumelanina nera causa i capelli grigi, mentre una
piccola quantità di eumelanina marrone rende i capelli di colore giallo (biondo).
o feomelanina di colori meno forti. È un altro pigmento, rosso, che si trova anche nella pelle
e nei capelli sia in individui di pelle chiara che scura. In generale le donne hanno più
feomelanina degli uomini, e, quindi, la loro pelle è generalmente più rosata.
o tricocromo, simile alla feomelanina, è presente nei capelli rossi umani.
• Cellule di Langerhans: presenti in tutti gli strati dell’epidermide, in particolare in quello spinoso,
sono cellule dendritiche (specializzate nella cattura degli antigeni), che derivano dal midollo osseo.
Hanno forma stellata e sono capaci di presentare l’antigene.
• Cellule di Merkel: sono recettori tattili.
Nell’epidermide si riconoscono vari strati cellulari sovrapposti con caratteristiche citologiche diverse.
Procedendo dalla profondità verso la superficie abbiamo:
• Strato basale o germinativo: consiste in un singolo strato di cellule cubiche o cilindriche. È detto
anche germinativo perché i cheratinociti che lo formano proliferano per mitosi (mitoticamente
attive) e, inoltre, è in questa regione dell’epidermide che sono situati i cheratinociti staminali
responsabili del continuo rinnovo della pelle. Le cellule di questo strato sono collegate tra loro da
desmosomi (desmos: legame; soma: corpo), che conferiscono solidità all’epidermide, e poggiano
direttamente sulla lamina basale. I desmosomi agiscono sulle strutture del citoscheletro delle
cellule, in particolare sui filamenti intermedi, detti tonofilamenti, che hanno la funzione di dare
sostegno meccanico e di costituire l’impalcatura dell’involucro cellulare.
• Strato spinoso: è formato da 4-8 strati di cellule di forma poliedrica che diventano appiattite man
mano che si avvicinano alla superficie e sono saldamente unite da desmosomi. Le cellule di questo
strato producono una proteine, l’involucrina, che contribuisce alla formazione dell’involucro
cellulare corneificato.
• Strato granuloso: costituito da 3-5 strati di cellule appiattite contenenti grossi granuli, che al loro
interno hanno cheratina e profilaggrina, precursore della filaggrina, proteina capace di aggregare i
filamenti di cheratina. La stratta aggregazione dei filamenti di cheratina provoca il collasso del
citoscheletro del cheratinocita, che da ovoidale, diventa una cellula appiattita, ovvero un
corneocito. Sintetizzano anche loricrina, proteina che contribuisce alla formazione dell’involucro
cellulare corneificato.
• Strato lucido (solo nell’epidermide del palmo della mano e della pianta del piede): costituito da
pochi strati di cellule prive di nucleo e addensate. Le cellule sintetizzano eleidina (gocciole
lipidiche).
• Strato corneo: costituito da molti strati di cheratinociti terminalmente differenziati, ovvero cellule
morte, appiattite e corneificati. Prive di nucleo e citosol, contenenti solo cheratina, con spessore
variabile e particolarmente resistenti.
Epitelio di transizione:
Il numero di strati e la forma variano a seconda dello stato funzionale (contrazione o distensione)
dell’organo. Per esempio le cellule della vescica o dell’uretere hanno una forma a cupola con clava quando
è vuota, mentre hanno una forma piatta e sembra distesa quando è piena.
GHIANDOLE
Appartengono alla classe degli epiteli, definiti ghiandolari. Sono organi secretori che elaborano e riversano
nello spazio extracellulare materiale utile all’organismo. Si riconoscono in quanto le cellule sono vicine le
une alle altre, senza matrice tra di esse.
La ghiandola nel suo insieme consiste di un parenchima e di uno stroma: le cellule epiteliali che svolgono
funzioni secernenti sono definite parenchimali, mentre le cellule del tessuto connettivo che svolgono
funzioni trofiche (di nutrizione) e di sostegno, sono dette stromali.
Il parenchima comprende uno o due tipi di cellule a seconda della funzione delle ghiandole: le prime sono
le cellule secernenti vere e proprie, di forma triangolare, che sintetizzano e rilasciano le molecole del
secreto e che si organizzano/riuniscono in strutture tipiche, chiamate adenomeri; un secondo tipo di cellule
parenchimali, che accompagno l’adenomero e che si hanno nelle ghiandole esocrine, sono i dotti escretori,
di cellule cubiche o cilindriche, che veicolano il secreto verso la superficie o cavità interne dell’organismo.
Ghiandole esocrine
Si possono classificare in base al:
• numero di cellule: unicellulari o pluricellulari.
• forma dell’adenomero: acinosa o tubulare (le ghiandole endocrine non li hanno);
• ramificazione: semplici (senza ramificazioni), ramificate (più adenomeri che si aprono sul
medesimo dotto semplice) o composte (sia dotto che adenomeri ramificati);
• modalità di secrezione: merocrine, apocrine od olocrine;
• tipo di secrezione: sierose, mucose o miste
Pluricellulari
L'adenomero è costituito da più cellule. Possono essere classificate in base alla loro posizione come:
• intraparietali: comprese nello spessore della parete del viscere (organi generici) nel quale versano
il loro secreto. Sono suddivise ulteriormente in:
o intraepiteliali: sono le più semplici tra le ghiandole pluricellulari, sono contenute nello
spessore dell’epitelio di rivestimento, al di sopra della membrana basale, e si dispongono
in modo tale da delimitare una piccola cavità centrale, detta lume.
o esoepiteliali: si approfondano al di sotto dell’epitelio, nel tessuto connettivo, ma
rimanendo nello spessore della tonaca propria (ghiandole coriali) o della tonaca
sottomucosa (ghiandole sottomucose).
• extraparietali: al di fuori del viscere, pur rimanendovi collegate per mezzo del dotto. Le ghiandole,
con l’aumentare delle dimensioni, si allontanano dalla superficie epiteliale da cui hanno preso
origine, per formare un organo a parte (es. fegato, pancreas, ghiandole salivari, ghiandola
mammaria…).
• Adenomeri acinosi: a forma di acino ristretto, tondeggiante, le cellule di base sono triangolari
(formaggini) e generalmente non si vede il lume quando a secrezione mucosa.
o Acinose semplici nel corpo umano non esistono.
o Acinose ramificate sono solo le sebacee
o Acinose composte le più diffuse. Inoltre esistono solo due ghiandole acinose composte
tricolori e sono la mammaria e la prostata
• Adenomeri tubulari: a forma di tubulo rettilineo, allungata, le cellule di base sono cuboidi e si vede il
lume. I tubuli sono dello stesso calibro.
o Tubulare semplice: generalmente a secrezione mucosa (intestino)
o Tubulare ramificata: stomaco. Tubuli vicini e uguali
o Tubulare glomerulare (semplice avvolta su se stessa): sono speciali, hanno forma e
dimensioni diverse, dovuto al taglio, doppio strato di cellule e formano una sezione a 8.
Caratterizzato da un tessuto connettivo denso irregolare che è il derma su cui si attornia
la ghiandola. La visione del derma nel preparato è indice delle ghiandole sebacee o
sudoripare in rari casi anche mammarie. Inoltre i lumi delle ghiandole sono diverse e
gli adenomeri sono molto vicini
• Adenomeri tubulo-acinosi: è composta
• Adenomeri acinosi di tipo alveolare: l’ adenomero presenta un ampio lume e cellule abbastanza cubiche
si differenziano dal dotto, per la loro forma abbastanza “slargata”.
• Adenomeri otricolari: alcune ghiandole con adenomeri alveolari hanno alveoli tanto grandi da essere
definiti otricolari (la mammaria e la prostata). La ghiandola mammaria si riconosce per la presenza di
un grande dotto centrale con bordi irregolari e cellule di diverse dimensioni, mentre la prostata ha un
lume simile ad un albero, sistema di “labirinti” con connessioni tra gli acini e lumi con forma
irregolare quasi stellati
-Modalità di secrezione
Le ghiandole pluricellulari si possono classificare in base alla modalità con cui viene liberato il secreto in:
• apocrine: il secreto si accumula nella porzione apicale della cellula sotto forma di granuli non
rivestiti da membrana. Al momento della secrezione, la membrana plasmatica si invagina e si
fonde a costituire un'unica grande vescicola di secrezione fino a quando la cellula perde una parte
di citoplasma e di membrana plasmatica. Il secreto viene quindi liberato insieme alla membrana
che lo avvolge (es. ascella, pube, ghiandola mammaria.)
• merocrine: sono le più comuni e abbondanti. Il secreto si accumula sotto forma di granuli rivestiti
da membrana e viene espulso mediante i comuni processi di esocitosi. La cellula secernente
rimane integra (es. pancreas e ghiandole salivari)
• eccrine: prevede la secrezione del solo prodotto delle cellule tramite trasporto attivo e diffusione,
con la caratteristica peculiare di non accumulare il proprio secreto (ghiandole gastriche e
sudoripare);
• olocrine: (dal greco holos, tutto) è un particolare tipo di secrezione in cui tutte le cellule della
ghiandola si infarciscono di lipidi e diventano esse stesse secreto. Poiché nella secrezione olocrina
la cellula viene persa, vi devono essere degli elementi di riserva, le cellule staminali, che
duplicandosi e differenziandosi, mantengano inalterato l'assetto cellulare (es. ghiandole sebacee).
-Tipo di secreto
• Le cellule a secrezione sierosa producono un liquido chiaro e fluido contenente per lo più proteine
con attività enzimatica. Hanno affinità con i comuni coloranti istochimici. Il nucleo è centrale e non
si è in grado di stabilire il confine tra le cellule. L’adenomero è generalmente acinoso.
• Le cellule a secrezione mucosa producono il muco, materiale viscoso, ricco di glicoproteine
particolarmente gligosilate (le mucine), che rende il citoplasma poco colorabile dai comuni coloranti
e gli conferisce un caratteristico aspetto chiaro-schiumoso. Sono polarizzate, citoplasma
otticamente vuoto e il nucleo è schiacciato alla base con limiti cellulari ben visibili e distinguibili.
• Le ghiandole a secrezione mista hanno cellule a secrezione sierosa e mucosa. L’adenomero è
generalmente tubulare
• A secrezione lipidica: trigliceridi associati a fosfolipidi e colesterolo (sebacee e ceruminose)
• A secrezione elettrolitica: acqua e ioni disciolti (gastriche ad HCL e sudoripare eccrine)
• A parte le mammarie, che producono un alimento completo, il latte: proteico, lipidico, glucidico,
idrosalino, ormonale. Nei primi giorni di vita la ghiandola mammaria produce il COLOSTRO
(primo latte) che è ricco di anticorpi (immunoglobuline di classe A), sostanze protettive ed infatti le
prime difese vengono trasferite dalla madre al feto proprio tramite il colostro
Il pancreas è una ghiandola mista poiché sia endocrina che esocrina, e in particolare presenta la parte
esocrina costituita da una ghiandola acinosa composta a secrezione sierosa mentre la parte endocrina
è costituita dalle isole del Langerhans.
Il fegato invece non può essere catalogata assolutamente nelle strutture precedentemente descritte
poiché ne possiede una particolare, definita LABIRINTICA. Il fegato è una ghiandola extraparietale
ANFICRINA (cioè a secrezione endocrina ed esocrina) ed è costituito da strutture esagonali (lobuli) al cui
centro vi è la vena CENTRO-LOBULARE e sui lati ci sono gli spazi cordali. Alla vena centro-
lobulare convergono sia i sinusoidi (capillari) sia le cellule che vanno a costituire delle strutture a
cordoni.
Ghiandole endocrine
Non hanno il dotto escretore che comunica con l’esterno. Producono ormoni, che possono essere di varia
natura chimica:
• Peptidica: agiranno grazie a recettori ad attività tirosin-chinasica (RTK) o accoppiati a proteine G
oppure a canali ionici a controllo di ligando
• Steroidea: con recettori citoplasmatici o nucleari
• Amminica: stessi recettori dei peptidi
L'azione degli ormoni viene definita oligodinamica ed interspecifica su cellule target.
Per riconoscere le ghiandole endocrine è necessario procedere per esclusione, conoscendole tutte.
-Tiroide
È l’unico esempio di ghiandola endocrina follicolare, situata nel collo, sotto la laringe e anteriormente alla
trachea, ha due lobi (bilobata), destro e sinistro, e vista lateralmente ha la forma di uno scudo.
I follicoli sono strutture sferiche, circondati da membrana basale molto sottile e sono avvolti da una trama
fittissima di capillari sanguigni fenestrati e da capillari linfatici. Contengono la colloide (materiale di
colore chiaro), composto da uno scheletro proteico avvolto da tireoglobulina, con residui di tirosina
(amminoacido), rivestiti da epitelio semplice cubico/cilindrico, che rappresenta la forma di accumulo (una
sorta di magazzino) del precursore degli ormoni tiroidei. La tireoglobulina (Tg) è una proteina, principale
costituente della colloide. Alla nascita non presenta lo iodio, che viene rilasciato dai capillari sanguigni
all’interno del follicolo, dove è presente la tireoglobulina a cui si legherà per mezzo di un enzima. Quando
viene scissa la tireoglobulina essa dà origine agli ormoni tiroidei. Questi ormoni vengono immagazzinati
poiché vengono prodotti solo quando c’è iodio, il quale non è sempre disponibile. In assenza di iodio, la
tireoglobulina viene prodotta, ma non legandosi allo iodio, non viene riconosciuta dai recettori del
follicolo e non può entrare, quindi provoca un ingrossamento della tiroide e la formazione del gozzo.
I tireociti T o cellule follicolari (formano follicoli), con RER e Golgi estesi, producono gli ormoni tiroxina
(T3) e triiodotironina (T4), che hanno stessa struttura, ma nella seconda manca un iodio. Stimolano il
metabolismo basale, ovvero danno indicazioni alla cellula circa la velocità di consumo dell’energia.
L'ormone di rilascio della tireotropina (TSH o tireostimolante) viene stimolato dall'ipotalamo:TRH, una
volta secreto dall'ipotalamo quando il metabolismo basale diminuisce, raggiunge l'ipofisi anteriore
(ghiandola di piccole dimensioni situata alla base del cranio), dove stimola il TSH, rilascio della
tireotropina, che favorisce l'assorbimento dello iodio e la liberazione degli ormoni T3 e T4 nel circolo
sanguigno.
• Ipotiroidismo: pochi ormoni, metabolismo basale lento.
• Ipertiroidismo: troppo ormoni, metabolismo basale veloce.
Tra le cellule follicolari sono intercalate anche cellule di aspetto differente, dette tireociti C o
parafollicolari, che secernono la calcitonina (effetto contrastato dal paratormone), che serve ad abbassare il
livello del calcio (coinvolto negli stimoli nervosi e contrazione muscolare) nel sangue. Per abbassare la
calcemia (livello del sangue), richiama il calcio nelle ossa per attivazione degli osteoblasti; il paratormone
invece stimola gli osteoclasti alla distruzione dell’osso, per rimettere nel sangue il calcio.
Ghiandole cordonali
-Ipofisi o ghiandola pituitaria
Attiva la secrezione delle altre ghiandole secernenti ormoni. È situata nella sella turcica alla base del
cranio, a diretto contatto con l’ipotalamo. Si divide in anteriore (adenoipofisi) e posteriore (neuroipofisi).
L’ipotalamo:
• Manda i suoi ormoni nell’adenoipofisi
• I suoi neuroni rilasciano i fattori nel torrente ematico (flusso sanguigno), in particolare nel sistema
portale, rete capillare venosa che sbocca in altri capillari.
Paratiroidi
(Para: vicino) Sono 4 piccole ghiandole poste ai lati della tiroide, posteriormente (2 superiori e 2 inferiori).
Secernono paratormone (PTH) (azione contrastata dalla calcitonina, che fa aumentare la calcemia, ovvero
la concentrazione di calcio nel sangue, inibendo gli osteoblasti. Si riconosce per i setti connettivali che
dividono la ghiandola oppure per esclusione. Nello stroma sono presenti adipocidi, che hanno un aspetto a
bolle.
Ghiandola surrenale
È divisa in 4 zone, dall’esterno verso l’interno: una capsula (connettivo denso irregolare), zona
glomerulare (ci sono i glomeruli renali ed è la zona più fitta), zona fascicolare (i cordoni formano dei fasci
paralleli), zona reticolare (i cordoni formano una rete), zona midollare. L’insieme delle prime tre zone si
chiama corticale. Sono piene di capillari che raccolgono il secreto che viene sfociato in un altro letto
capillare venoso.
Quando noti due zone totalmente diverse o è la surrenale o è l’ipofisi; nell’ultimo caso ci sono cellule di 3
colori differenti.
Isole di Langerhans
Nel pancreas, che è la più voluminosa ghiandola del corpo umano, immerse nel tessuto esocrino che
secerne gli enzimi digestivi, si trovano cellule endocrine, le isole di Langerhas, costituite da cellule alfa,
che producono glucagone (fa aumentare la glicemia stimolando la demolizione del glicogeno a glucosio) e
cellule beta che producono insulina (fa diminuire la glicemia stimolando la trasformazione del glucosio in
glicogeno). Si riconoscono perché sono isolette di colore diverso a forma di cordoni.
Cellule di Leydig
Sono cellule interstiziali, si trovano nel testicolo (tubuli seminiferi) e producono testosterone, importante
per lo sviluppo e la maturazione degli spermatozoi.