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Dopo la santa Comunione ho udito queste parole: “Vedi quello che sei in te
stessa, ma non spaventarti per questo; se ti svelassi tutta la miseria che sei, moriresti
per lo spavento; sappi tuttavia quello che sei. Proprio perché sei una miseria così
grande ti ho svelato tutto il mare della mia Misericordia. Cerco e desidero anime
come la tua, ma ce ne sono poche. La tua grande fiducia verso di Me mi costringe a
concederti continuamente grazie… Sappi, bambina mia, che per riguardo a te,
concedo grazie a tutto il territorio circostante, ma tu devi ringraziarmi per loro,
poiché essi non mi ringraziano per i benefici che concedo loro. In base alla tua
riconoscenza, continuerò a benedirli.
Le grazie che ti concedo non sono soltanto per te, ma anche per un gran numero
di anime.
Nel tuo cuore c’è la mia stabile dimora; nonostante la miseria che sei, mi unisco a
te, ti tolgo la tua miseria e ti do la mia Misericordia. In ogni anima compio l’opera
della Misericordia e più è grande il peccatore, tanto migliori sono i diritti che ha alla
mia Misericordia. Chi confida nella mia Misericordia non perirà, poiché tutti i suoi
problemi sono miei ed i nemici s’infrangeranno ai piedi del mio sgabello”
Canterò in eterno la misericordia del Signore
Oh! Che grazia grande è quella di avere un direttore spirituale! Si progredisce più
in fretta nelle virtù, si conosce più chiaramente la volontà di Dio, la si adempie più
fedelmente, si procede su una strada certa e sicura. Il direttore spirituale sa evitare gli
scogli contro i quali essa potrebbe andare in frantumi. Iddio mi ha dato questa grazia
piuttosto tardi, ma sono molto lieta vedendo come Iddio accondiscende ai desideri del
direttore spirituale.
Cito un solo fatto fra le migliaia che mi capitano. Come al solito una sera avevo
pregato il Signore di darmi i punti per la meditazione del giorno dopo. Ricevetti
questa risposta: “Medita sul profeta Giona e sulla sua missione”. Ringraziai il
Signore, ma dentro di me cominciai a pensare: che meditazione diversa dalle altre!
Ciò nonostante, con tutta l’applicazione possibile, mi impegnai a riflettere e in quel
profeta scoprii me stessa, nel senso che anch’io spesso mi rifiutavo davanti a Dio,
dicendo che qualcun altro potrebbe compiere meglio la santa volontà di Dio, non
comprendendo che Dio può tutto e tanto più si rivela la sua potenza, quanto più è
misero lo strumento che adopera. Dio mi ha fatto capire questo. Nel pomeriggio ci fu
la confessione della comunità. Quando feci presente al direttore spirituale il timore
che mi attanaglia l’anima a causa di questa missione, per la quale Dio mi usa come
strumento non idoneo, il padre spirituale mi rispose che, volenti o nolenti, dobbiamo
compiere la volontà di Dio e mi fece presente l’esempio del profeta Giona. Finita la
confessione pensavo tra me, come mai il confessore sapesse che Dio mi aveva
ordinato di fare la meditazione su Giona; io non gliene avevo parlato. Ad un tratto
udii queste parole: “Il sacerdote, quando mi sostituisce, non è lui che opera, ma sono
Io per suo tramite. I suoi desideri sono i miei desideri”. Vedo come Gesù difende i
suoi sostituti. Egli stesso entra nel loro operare.
Testimoni della sua misericordia