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copia di sé. Ogni volta che una cellula si divide, l'intero genoma deve essere duplicato
per poter essere trasmesso (tramite mitosi o meiosi) alle cellule figlie. Il meccanismo
della replicazione è complesso e richiede l'intervento di numerosi fattori.
1. La duplicazione inizia in un ben preciso punto della molecola del DNA, detto punto
di origine della replicazione, caratterizzato da una sequenza di nucleotidi che
contengono molte basi AT ( adenina-timina sono più semplici da avere l’aperura in
quanto sono legate da solo due ponti idrogeno.)
All’interno delle cellule eucariotiche, i punti di origine sono circa 20-80, distanzianti
da varie basi tra loro, mentre nei procarioti ne abbiamo soltanto uno. (Il motivo di
questa differenza è principalmente per il numero di basi azotate che devono essere
replicate.)
5. La sintesi dei nuovi filamenti avviene grazie all’intervento delle DNA polimerasi:
Questo enzima sintetizza il nuovo filamento di DNA in direzione 5’-3’, ovvero
posiziona un nucleotide in modo che si attacchi a un nucleotide già posizionato, che
ha l’estremità sul 3’ libera. Quindi si posizionerà a livello di un 3’ libero e li andrà ad
attaccare nuovi nucleotidi. Chiaramente se sintetizza in direzione 5’-3’ e dato che i
filamenti devono essere antiparalleli, sulla catena che funge da stampo leggerà i
nucleotidi dal 3’ al 5’.
La DNA polimerasi, però ha una duplice funzione: infatti può capitare che sbagli a
posizionare un nucleotide per discolpare l’enzima, capita che posizioni un nucleotide
errato perché inseguito a certi processi il “nucleotide stampo” può essere mutato,
allora può fare un’attività di correzione di bozze (la cosiddetta attività di
proofreading), ovvero può tornare indietro e sostituire il nucleotide che ha inserito in
modo errato. Quest’attività si chiama esonucleasica.
Però c’è un problema: la DNA polimerasi non può iniziare ad attaccare nucleotidi da
zero, deve attaccarsi a una sequenza già sintetizzata. Perché?
Pensiamo per assurdo che la polimerasi inizi da zero, mette il primo nucleotide e se
questo fosse sbagliato con la sua attività esonucleasica lo può togliere, ma così
rimarrebbe senza nulla in mano. Allora dovrebbe iniziare usando un enzima che non
abbia un’attività esonucleasica.
Esiste pertanto un enzima chiamato DNA primasi che, legato all’elicasi ed attivato da
quest’ultima, sintetizza un piccolo frammento di RNA (primer), lungo 7-10
nucleotidi. Il primer ha un terminale 3-OH che serve da innesco alla DNA-polimerasi,
per agganciarsi e copiare il filamento del DNA.
La DNA polimerasi che segue l’elicasi può sintetizzare senza problemi dato che segue
l’elicasi sintetizzerà in modo continuo e veloce. (filamento veloce o leading strand.)
8. Inoltre, le due DNA-polimerasi III si muovono nella stessa direzione (assieme alla
elicasi). Per cui, la sintesi contemporanea dei due filamenti, in direzione 5’3’, può
avvenire solo grazie alla ormazione di un’ansa (loop) da parte del filamento lagging.
Un complesso proteico (clamp = morsetto, fascetta) interviene per stabilizzare il
legame della DNA-Polimerasi III col filamento del DNA. Ci sono due clamp diversi,
uno per la DNA-Polimerasi III del filamento leading ed uno per quella del filamento
lagging. Entrambi sono tenuti assieme da una proteina di sostegno (clamp loader =
caricatore di morsetti) ed è questo il motivo principale per il quale le due DNA-
Polimerasi si muovono nella stessa direzione.
Tutto questo spiega perché nelle cellule somatiche i telomeri si accorciano ad ogni
replicazione mentre nelle cellule germinali no (... in quanto le prime non sono dotate
dell’enzima telomerasi mentre quelle germinali ne sono provviste).
Tre importanti caratteristiche del processo di duplicazione del DNA sono le seguenti:
-È un processo rapido.
Introduzione Trascrizione
1. La trascrizione, che avviene nel nucleo della cellula, consiste nella produzione di
RNA a partire dal tratto di DNA corrispondente.
Gli acidi nucleici, DNA e RNA, sono polimeri molto simili tra loro: le differenze nella
loro struttura sono poche ma sostanziali. La prima differenza è che lo zucchero che
si alterna ai gruppi fosfato per costituire il filamento polinucleotidico nell’RNA è il
ribosio, mentre nel DNA è presente il desossiribosio. La seconda differenza è
costituita da una delle quattro basi azotate. Tre di queste, adenina (A), guanina (G) e
citosina (C) sono presenti in entrambi gli acidi nucleici, la quarta invece è diversa:
l’RNA presenta l’uracile (U) che sostituisce la timina (T) del DNA. La terza differenza
riguarda la struttura della catena polinucleotidica che nell’RNA, salvo alcune rare
eccezioni, presenta un filamento singolo.
Trascrizione
Esistono diverse tipologie di Rna che possono essere trascritte a partire dal Dna:
Ricorda:
E’ una piccola porzione di Dna quella che è codificante ossia quella dà origine
prettamente a dei polipeptidi. Perché gran parte dl nostro dna è caratterizzato dalla
presenza di sequenze non codificanti altamente ripetute oppure sequenze
fondamentali nella regolazione dell’espressione genica (sequenze regolatorie)
oppure dalla presenza di geni che non sono più funzionali (pseudo geni)
Inoltre abbiamo visto che diverse sequenze codificanti, non codificano per vere e
proprie proteine ma si fermano a Rna come rna trasfer, ribosomiale, miRna o SnRna.
E anche i trascritti primari, gli Mrna, vanno incontro ad un processo di maturazione,
per cui quello che viene tradotto in proteina è proprio una piccola quantità.
Ricordiamo che gli Mrna andranno incontro a un meccanismo, chiamato SPLICING
attraverso cui verranno eliminate le porzioni non codificanti chiamati introni e invece
quelle codificanti, chiamate esoni, si saldano tra loro e poi andranno incontro a un
altro meccanismo di maturazione per cui le estremità dei messaggeri vengono
eliminate. E alla fine resta una piccola quantità che viene tradotta in proteina.
Oltre al promotore vero e proprio, promotore basale, possiamo avere altre sequenze
fondamentali per la regolazione dell’espressione genica tali sequenze costituiscono
cosiddetto promotore prossimale, ad esempio la sequenza CCAAT box è importante
perché determina l’efficienza del promotore stesso cioè quanto velocemnete e quanto
efficientemente il gene debba essere trascritto. In aggiunta possiamo avere ulteriori
sequenze regolatorie, in genere posizionate anche a distanze molto lunghe rispetto
all’inizio della trascrizione stessa. Tali sequenze regolatorie possono essere degli
stimolatori o silenziatori dell’attività trascrizionale stessa (enhancers e silencers). A
queste sequenze però si devono legare delle proteine di regolazione, che a loro volta
devono prendere contatto con i fattori trascrizionali che a loro volta interagiscono
con le sequenze del promotore. Tutto ciò induce a un grosso ripiegamento del Dna
che va a formare una struttura a cappio che deve consentire alle proteine che si
piazzeranno sugli Enhancers e si piazzeranno sul promotore prossimale e basale di
prendere contatto tra di loro.
Il primo passaggio della trascrizione consiste nella formazione del complesso chiuso,
cioè nell’organizzazione dei fattori generali di trascrizione e dell’enzima Rna
polimerasi. (enzima che catalizza la sintesi dell’rna) Uno dei fattori del complesso,
che ha attività elicasica, idrolizzando ATP svolge il DNA, esponendo il filamento
stampo che dovrà essere trascritto. Si crea quindi il complesso aperto. A questo punto
l’Rna polimerasi inizia ad unire i nucleotidi formando un filamento di Rna. Viene
aggiunto un nucleotide alla volta usando uno dei due filamenti della doppia elica di
Dna come stampo. Il criterio di scelta del nucleotide è l’appaiamento delle basi
azotate; una base PURINICA si appaia sempre con un base PIRIMIDINICA.
(il filamento del Dna che funge da stampo viene chiamato filamento senso, l’altro
filamento della doppia elica viene chiamato NON senso. )
Osservando più nel dettaglio notiamo che, in basso vi è il Dna con la catena di
zuccheri e le basi azotate, in alto abbiamo l’Rna in formazione; l’Uracile si appaia
all’ADENINA (prente sul filamento del dna) e la Citosina alla Guanina (la guanina
presente sul filamento del Dna). Uracile e Citosina vengono legati tra loro in
corrispondenza dei rispettivi zuccheri e così i nucleotidi via via aggiunti. Il carbonio
in posizione 3’ si lega al Carbonio in posizione 5’ del nucleotide successivo liberando
acqua e Pirofosfato (due gruppi fosfato)
L’mRNA appena trascritto è chiamato trascritto primario. Ci sono tre processi che
intervengono nella maturazione: splicing, capping e aggiunta della coda di poliA.
Coda di poliA: al termine della trascrizione anche l’estremità 3’ del filamento di Rna
viene modificata attraverso la poliadelinazione. Questa modificazione consiste nella
sintesi di una catena lunga circa 200 nucleotidi contenenti la base adenina. Tutte le
adenina vengono aggiunte dalla poli A polimerasi che aggiunge nucleotidi senza
bisogno di uno stampo. La coda poli A conferisce stabilità alla molecola di Rna in
particolare nell’ambiente citoplasmatico dove l’Rna si traferirà per partecipare alla
traduzione.
Approfondimento Splicing
Esistono diversi tipi di snRNP, che raggiungono il pre-mRNA mentre viene trascritto
e si legano ad esso riconoscendo particolari sequenze poste al confine tra introni ed
esoni. Queste sequenze sono chiamate sequenze consenso e sono brevi tratti di DNA
che compaiono, con poche differenze, in molti geni diversi. Una snRNP contiene una
sequenza di basi complementare alla sequenza consenso presente all’estremità 5'
del confine tra esone e introne, e si lega al pre-mRNA per complementarietà delle
basi; un’altra snRNP si lega al pre-mRNA presso l’estremità 3' dello stesso confine.
Dopo essere stato rielaborato, l’mRNA maturo lascia il nucleo attraverso i pori
nucleari.
Ricapitoliamo:
Abbiamo ragionato sul meccanismo attraverso il quale il gene,
dna, trascrive la sua informazione in un Rna che per i geni
strutturali abbiamo chiamato Rna messaggero e quest’ultimo
andrà a dirigire la sintesi di una proteina.
Le informazioni presenti nell’Mrna sono rappresentate da una
sequenza di basi. (basi azotate complementari allo stampo
genico del Dna. L’Rna messaggero è stato costruito secondo la
legge della complementarietà sul filamento stampo del Dna
quindi è un filamento polinucleotidico. La sua informazione è
rappresentata da una sequenza di basi azotate.)
Come fa la cellula a tradurle in una sequenza di amminoacidi?
Da un’informazione che è scritta sotto forma di una sequenza
di basi azotate, questa info deve essere decodificata in
amminoacidi che si devono legare insieme per costruire una
proteina. Sono un’informazione e un risultato scritti in una
lingua diversa. L'Rna messaggero è scritto sotto forma di
sequenza di nucleotidi che devono specificare molecole
diverse; gli amminoacidi.
Nel successivo processo di traduzione l'informazione
dell'mRNA viene trasformata in una sequenza di amminoacidi
cioè una catena polipeptidica. La traduzione di sequenze di
nucleotidi dell'RNA in catene polipeptidiche avviene attraverso
il codice genetico. (Cosa si intende per codice genetico? E’ un
sistema interpretativo, attraverso il quale l’informazione
scritta nell’Mrna, sottoforma di sequenza di base azotate, può
specificare i diversi amminoacidi che devono comporre la
proteina. Quindi è un sistema di decodificazione. )
Nella molecole di mRna la sequenza dei nucleotidi viene
decodificata per gruppi di tre nucleotidi, detti codoni. Ogni
codone o tripletta specifica un amminoacido. Il codice genetico
è rappresentato da 64 triplette di basi azotate (64 combinazioni
prendendo le basi azotate tre a tre) chiamate codoni.
Il codice genetico è RIDONDANTE in quanto il numero di
combinazioni possibili utilizzando, tre a tre, quattro basi
azotate porta a un numero di combinazioni superiore al
numero degli amminoacidi. Equivale a dire che più triplette
diverse specificano lo stesso amminoacido.
Nella realtà però non tutte le 64 triplette specificano
amminoacidi. Inoltre in un rna messaggero esistono dei
codoni, chiamati nonsenso o di stop, che non corrispondono ad
alcun amminoacido: tre codoni (UAA, UAG e UGA) indicano
infatti la fine del messaggio stabilendo la conclusione della
sintesi della catena polipeptidica . (Quindi non sono più 64, ma
solo 61 specificano amminoacidi)
Nella sintesi proteica la lettura dei codoni avviene in
successione, senza pause, a partire da un codone d’inizio
(AUG), che codifica l’amminoacido metionina. Tutti gli rna
messaggeri di tutte le cellule sia procariotiche che eucariote
iniziano la traduzione a partire dallo stesso identico codone di
inizio AUG (ADENINA, URACILE, GUANINA)
Ricorda che AUG nei procarioti specifica l’amminoacido formil
metionina.
Ciò significa che tutte le proteine, durante la loro traduzione o
sintesi, iniziano con lo stesso amminoacido, la METIONINA.
(Ma successivamente, in un momento successivo al
completamento della traduzione, la proteina subisce ulteriori
modificazioni, chiamate post traduzionali, e in molte proteine
viene eliminata la metionina iniziale.)
L’importanza del codone d’inizio:
L’rna messaggero non viene tradotto una volta sola per
produrre una molecola di quella proteina. Un mrna rende più
efficiente l’espressione di un gene traducendo più volte lo
stesso messaggio e quindi producendo più copie della stessa
proteina. Quindi uno stesso messaggio deve essere tradotto più
volte per produrre più molecole della stessa proteina. In
conclusione sia nelle cellule procariotiche che nelle eucariote il
processo della traduzione inizia a partire da un unico codone
AUG.
Dunque abbiamo detto che:
L'mRNA ha il compito di trasportare l'informazione genetica
dal nucleo della cellula al citoplasma ed è costituito da una
sequenza di triplette di basi dette codoni che codificano per un
particolare aminoacido o che costituiscono il segnale di inizio o
di fine di una catena polipeptidica. Ogni mRNA che corrisponde
a un gene presenta un codone di inizio, una parte codificante il
polipeptide e un codone di stop.
Altre molecole che svolgono un ruolo FONDAMENTALE sono
Le molecole di rRNA di trasporto (tRNA) che, da nucleo
passano al citoplasma, hanno il compito di interpretare il
messaggio genetico traducendo i codoni di tre basi della mRNA
in specifici amminoacidi. (Rappresentano dunque un
collegamento tra la sequenza di basi azotate dei codoni
codificanti contenuti nel mrna e gli amminoacidi che sono
liberi nel pool amminoacidico)
1. Ogni molecola di tRNA presenta una caratteristica
struttura a trifoglio risultante dall’appaiamento di basi
complementari tra diverse regioni della molecola. La
struttura a trifoglio comprende uno stelo, formato dalle
due estremità 3’ e 5’ della molecola, su cui si legherà
l’amminoacido specifico ( grazie all'intervento di specifici
enzimi e all'utilizzo di energia contenuta nell'ATP), e tre
anse. Di queste, quella centrale opposta allo stelo contiene
l’anticodone, cioè la sequenza di tre nucleotidi che
riconosce, per appaiamento di basi, il codone sull’mRNA.
Inoltre l’estremità 3’ sopravanza l’estremità 5’, in quanto
sono indicati gli ultimi tre nucleotidi CCA che è uguale in
tutte le molecole di Trna ed è il sito d’attacco
dell’amminoacido. Tutti i tRNA sono piccole molecole
costituite da una sequenza di 75-90 nucleotidi. Il numero
di molecole di trna diverse, con un diverso anticodone, è
48 nella specie umana. Più di un amminoacido riesce a
legarsi alla stessa molecola di tRna.
Quando un amminoacido che trova affinità per il sito 3 si lega alla molecola dell’enzima
che presenta tale affinità, l’amminoacido e l’atp si vengono a trovare abbastanza vicino
e a seguito dell’idrolisi dell’ atp con il distacco del pirofosfato, l’amminoacido viene a
trovarsi legato all’amp rimasto sul sito 2. (l’atp è adenosintrifosfato e quando si
staccano i due gruppi fosfato rimane AMP adenosinmonofosfato.
INIZIO
L’inizio della traduzione avviene quando l’rRNA che forma la subunità minore di un ribosoma
si lega ad una specifica sequenza dell’mRNA da tradurre. Nelle immediate vicinanze di questa
sequenza è presente la tripletta di basi AUG: a questo codone, il quale segnala l’inizio della
sintesi, si lega quindi il tRNA con l’anticodone (UAC) complementare alla tripletta AUG e che
trasporta l’amminoacido metionina. La fase iniziale della traduzione si completa a questo
punto con l’aggancio della subunità maggiore che permette il completamento del ribosoma.
Il primo amminoacido di ogni polipeptide è pertanto sempre la metionina, anche se in molte
proteine viene successivamente rimossa.
Quindi, dall’assemblaggio dei due complessi, nella subunità maggiore sono presenti due
“incavi” o siti: A, P
Sono due punti in cui le due subunità che si associano, non chiudono completamente l’ mRna
al loro interno, ma lasciano due “finestre”una chiamata,IL SITO P, in cui si affaccia al
citoplasma AUG legato alla sua molecola di trna complementare che a sua volta è attaccato
alla METIONINA. Attaccato al sito p, vi è il sito A in cui è esposto una successiva tripletta di
basi azotate ossia il secondo codone, che è pronto a legare il suo anticodone con il suo
amminoacido attaccato. Quindi nel sito A prende posto la seconda molecola di Trna in virtù
della complementarietà del codone.
ALLUNGAMENTO
Quando i due amminoacidi (situati nel sito A e P) vengono a trovarsi così vicini , si viene a
stabilire un legame peptidico quindi si inizia a formare la catena, il DIPEPTIDE (Metionina si
lega alla Prolina) L’enzima che promuove questa condensazione tra il COH della Metionina e
l’NH2 della prolina, ossia il legame peptidico, è un’enzima che appartiene al ribosoma.
Quindi i ribosomi intervengono non solo nella decodificazione, ma fornisce anche l’enzima
che interviene nel favorire dei legami peptidici tra gli amminoacidi che progressivamente
vengono portati sul ribosoma. Da un punto di vista chimico questo enzima non è una proteina
come la maggior parte degli enzimi, ma è una molecola di rna ribosomiale. Infatti il Ribosoma
viene chiamato anche ribozima.
Una volta formatosi il primo legame peptidico, la prima molecola di tRna che prima legava la
metionina, si stacca dalla metionina e quest’ultima resta attaccata alla prolina grazie al
legame peptidico. La molecola di trna iniziale, che aveva l’anticodone complementare a AUG,
priva del suo amminoacido si stacca dal codone AUG e viene rilasciata nel citoplasma. E’ una
molecola di trna che scarica e provederà il suo aminoacil trna sintetasi a ricaricarla con
un’altra metionina in modo da essere pronta a ripartecipare alla sintesi proteica.