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Nel testo proposto, tratto dall’articolo di Giuseppe Lupo sul quotidiano “Il Sole 24 ore”, lo

scrittore in occasione della giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, parla
dell’importanza dei libri e della scrittura. Negli ultimi anni abbiamo assistito a quella che
l’autore definisce una terza metamorfosi del libro, ovvero un cambiamento dovuto dal progresso
tecnologico. Oggi infatti, quando parliamo di “libro”, lo intendiamo in varie forme: cartaceo,
digitale e audiolibro. Ognuna di loro ha caratteristiche diverse che permettono di leggere in modi
differenti a seconda delle esigenze del lettore.
Da sempre, sin dalla nascita delle tavolette di argilla usate dai Sumeri, la scrittura è stata
fondamentale per l’uomo; inizialmente per motivi economici, successivamente con lo sviluppo
delle città, della cultura, e degli strumenti usati, ha assunto maggiore importanza. Basti pensare
al passaggio dalla trasmissione orale a quella scritta, l’esigenza che ebbero i Greci nel trascrivere
i poemi che da sempre hanno rappresentato la loro cultura, il loro essere e le loro tradizioni
tramandate nel tempo. La scrittura rappresentava un modo per mantenere intatti questi saperi, i
miti, l’epica, i costumi delle singole città. E’ stato lo stesso qualche anno più tardi per i Romani,
che cominciarono a scrivere gli annales raccontando la storia di Roma dalla sua nascita fino a
quel tempo. Ma non solo; si scriveva anche per esigenza, per trasmettere nuovi valori, per far
riflettere, per condividere i propri pensieri, per raccontare di sé, per dimostrare la propria
erudizione. Ad oggi, a distanza di secoli, le motivazioni non sono poi tanto cambiate.
Il minimo comune denominatore della scrittura tra il tempo passato, presente, e sono certa anche
il futuro, è la memoria. Come dice il saggista Giuseppe Lupo “il motivo per il quale scriviamo o
leggiamo è soprattutto uno: immagazzinare emozioni, ricordi, immagini, conservarli in un luogo
sicuro”. Gli autori nella storia cominciarono a firmarsi col loro nome per essere ricordati dai
posteri, sperando che, se non nell’epoca contemporanea, in futuro i loro scritti sarebbero stati
letti e qualcuno avrebbe parlato di loro. Allo stesso modo leggere è altrettanto importante. Se
scrivere serve per imprimere la memoria di sé, leggere permette di coltivarla e di mantenerla
viva. Come dice l’autore: “Leggere è come rinnovare il memoriale di un’esperienza che ha i
contorni di un atto religioso, una sua sacralità.”. Leggendo manteniamo vivi non solo libri che
altrimenti andrebbero dimenticati, ma anche le vite degli scrittori. Si pensi a Dante, Petrarca,
Manzoni, Leopardi: poeti che continuiamo a leggere, a studiare, ad ammirare e a mantenere in
vita nonostante fisicamente siano morti già da molto tempo.
Quello che l’autore definisce historia è la storia della nostra vita, che, secondo il pensiero
comune, si conclude nel momento in cui moriamo. E’ una continua guerra contro il tempo. Allo
scadere di quest’ultimo diventeremo solo un ricordo nella mente di pochi. Grazie al libro però la
vita di ogni uomo diventa atemporale: non ha più un timer, un momento in cui scade e si
conclude, durerà in eterno, o meglio, fino a quando ci saranno persone che continueranno a
leggere la vita dei poeti, questi non smetteranno mai di vivere e di esistere nel presente.
Lo scrittore immagina la vita come un romanzo già scritto, con una trama ordita ma di cui non
conosciamo la fine; un libro le cui pagine verranno lette in futuro. Di conseguenza, se non si può
sconfiggere la mortalità, è concesso invece illudersi dell’eternità della vita attraverso un libro,
anche se coloro i quali vengono oggi ricordati non sono a conoscenza del fatto che si trovano
ancora ad oggi nella memoria dell’umanità.
Leggere la vita degli altri ci permette di confrontarci, di vedere la nostra esistenza con
prospettive differenti, di comprendere pensieri diversi che possono farci maturare, ma anche
conoscere opinioni, preoccupazioni, concezioni simili alle nostre, che possono farci sentire
compresi, compatiti e non soli. La lettura ha un grande potere, perché influenza i nostri pensieri,
li plasma senza che i lettori se ne rendano conto.
Nella parte iniziale del brano l’autore ha parlato di una terza metamorfosi: il cambiamento della
lettura, che si è evoluta includendo libri digitali e audiolibri. Molti considerano questi mezzi falsi
libri, in quanto quelli “veri” sono quelli cartacei, quelli le cui pagine possono essere sfogliate,
quelli da riporre in libreria una volta conclusi. Un po’ come chi sostiene che i veri libri siano i
classici e gli altri generi non possano essere considerati tali. Queste invenzioni, per quanto
inusuali possano sembrare, hanno permesso a sempre più persone di avvicinarsi alla lettura. Sono
degli ottimi strumenti per chi non ha tempo di ritagliarsi qualche minuto al giorno per sedersi e
immergersi nella lettura, o per chi non ha la possibilità di spendere troppo denaro per il cartaceo.
Io stessa ho usato e uso gli e-book, e nonostante la sensazione di sfogliare le pagine una per una,
sentire l’odore della carta o anche riporre il libro sulla libreria una volta finito, non sia la stessa,
come dice il saggista Giuseppe Lupo “…si tratta comunque di una fruizione che va ad
aggiungersi (non a sostituirsi) alle altre”. L’importante è leggere e avvicinarsi a questo mondo di
viaggi, emozioni e scoperte, non importa in che modo.

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