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TEORIE SCIENTIFICHE e DEL SENSO COMUNE

Teorie del Senso Comune (implicite):

Sono concezioni “ingenue” dei non esperti:

emergono negli scambi comunicativi quotidiani

Sono prodotte mediante processi di ri-costruzione sociale

Sono rappresentazioni sociali (S. Moscovici)

Teorie implicite

La gente comune include nel concetto di intelligenza:

1. Capacità di risolvere problemi

2. Capacità verbale

3. Competenza sociale

TEORIE SCIENTIFICHE e DEL SENSO COMUNE

Teorie Scientifiche (esplicite):


2 approcci allo studio dell’intelligenza

Unitario
Teorie strutturaliste di tipo psicometrico (test QI)

Teorie UNITARIE-GLOBALI MATURATIVE : La Teoria Piagetiana (J. Piaget, Cognitivismo)

Teorie fattoriali (Spearman)

Multiplo
Teoria delle Intelligenze Multiple (H. Gardner) Teoria Triarchica dell’intelligenza (R. Sternberg)

TEORIE UNITARIE-GLOBALI

MATURATIVE La Teoria Piagetiana:

La teoria di Piaget identifica l’intelligenza come la capacità crescente che ha la mente di ragionare su
entità astratte e sull’adattamento.
Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Piaget, corrisponde allo sviluppo della capacità di pensare
logicamente. La logica viene considerata da Piaget come un processo che libera il pensiero e che
consente agli individui di pensare alle cose più svariate.

Piaget

Lo sviluppo dell’intelligenza procede da ciò che è concreto a ciò che è astratto. Piaget, nella sua teoria
sullo sviluppo dell’intelligenza, fa riferimento a differenti stadi o periodi:

Periodo sensomotorio (0-2 anni). L’intelligenza assume la forma di azioni motorie; utilizza i sensi e le
abilità motorie per esplorare e relazionarsi con ciò che lo circonda

Periodo pre-operazionale (2-7 anni). L’intelligenza è intuitiva; egocentrismo intellettuale, ovvero il punto
di vista delle altre persone non è differenziato dal proprio, ancora non padroneggia le nozioni di quantità,
classe e relazione

Periodo delle operazioni concrete (7-11 anni). La struttura cognitiva è logica ma dipende da contesti
concreti;ha la nozione di quantità e classe

Periodo delle operazioni formali (11-15 anni). Il pensare implica astrazioni.

Teorie fattoriali dell’intelligenza: Spearman

In qualsiasi prestazione cognitiva intervengono due fattori: un fattore g, generale, che interviene in tutte
le più diverse prestazioni cognitive;

un fattore s, specifico di una particolare abilità cognitiva. La performance ad uno specifico test di
intelligenza è data dall’intervento di una capacità mentale generale (g) e di un’attitudine mentale specifica
(s)

Struttura dell’intelligenza:

Spearman

l’intelligenza è una capacità generale, detta fattore g trasversale e comune a diverse abilità specifiche

le abilità specifiche costituiscono i fattori secondari, fattori s,come abilità linguistica, spaziale, aritmetica

Quanto maggiore è il valore di “G” tanto meglio l’individuo dovrebbe riuscire in un test di intelligenza.
TEORIE MULTIPLE DELL’INTELLIGENZA

A metà del XX secolo, l’attenzione si spostò proprio su quelle componenti separate specifiche
dell’intelligenza che Spearman sosteneva essere sottese da un fattore generale

Struttura dell’intelligenza:

Thurstone (1938, 1962)

Thurstone (1938) propone una definizione di intelligenza caratterizzata da 7 abilità primarie che si
collocano nella medesima posizione nell’articolazione dell’intelligenza:

1. Comprensione verbale

2. Fluidità verbale

3. Capacità numerica

4. Visualizzazione spaziale

5. Memoria

6. Ragionamento

7. Velocità percettiva

Struttura dell’intelligenza: Guilford (1967)

Guilford (1967) sostiene che L’intelligenza si compone e si articola in un numero elevato di abilità distinte
ed autonome, specializzate per compiti specifici.

Sono state individuate 120 differenti capacità.

Il pensiero convergente viene attivato nelle situazioni che

permettono un’unica risposta pertinente

il pensiero divergente (o creativo) è attivato nelle situazioni che permettono più vie di uscita. Esso
si caratterizza per i seguenti aspetti:

Fluidità

Flessibilità
Originalità

Elaborazione

Valutazione

Struttura dell’intelligenza: Guilford (1967;1982)

120 abilità mentali (150 nel 1982):

attività che la mente compie con le informazioni che riceve dai sistemi percettivo- sensoriali.

Operazioni:

Contenuti: fanno riferimento alla natura delle informazioni

Prodotti: forma assunta dall’informazione quando viene elaborata

Struttura dell’intelligenza

Gardner (1983)

7 abilità:
1. Intelligenza linguistica

2. Intelligenza musicale

3. Intelligenza logico-matematica

4. Intelligenza spaziale

5. Intelligenza corporeo-cinestesica

6. Intelligenza intrapersonale

7. Intelligenza interpersonale

8. Intelligenza naturalistica

9. Intelligenza esistenziale

Teoria tripartita dell’intelligenza (Sternberg, 1985)

analitica
pratica

Analizza- confronta- valuta

Applica-usa- utilizza

creativa

Crea-progetta - inventa

L’INTELLIGENZA EMOTIVA Goleman-Sternberg-Salovey-Mayer

Quando si parla di intelligenza emotiva ci si riferisce dunque alla capacità di: tenere a freno un impulso ,
avere consapevolezza delle proprie emozioni leggere i sentimenti intimi altrui, gestire senza scosse la
relazione con gli altri

Colui che si adira per ciò che deve e con chi deve, e inoltre come, quando e per quanto tempo si deve,
può essere lodato (Aristotele, Etica nicomachea)

Un’inchiesta fatta a livello mondiale riporta dati un po’ allarmanti: nell’attuale generazione di bambini è
presente un maggio numero di problemi emozionali rispetto a quella precedente . Oggi i giovanissimi
sono:

•più soli e depressi


•più rabbiosi e ribelli
•più nervosi e inclini alla preoccupazione •più impulsivi e aggressivi

Il concetto di intelligenza

Sternberg e Salovey estendono queste abilità a 5 ambiti principali:

1. Conoscenza delle proprie emozioni: cioè la capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui
si presenta

2. Controllo delle emozioni: la capacità di controllare i sentimenti in modo che siano appropriati si fonda
sull’autoconsapevolezza : capacità di calmarsi, di liberarsi dall’ansia, dalla tristezza, dall’irritabilità ecc.
Diversamente ci si trova continuamente a dover combattere contro sentimenti tormentosi ( capacità di
modulare la sofferenza, piuttosto che evitarla o evacuarla)

3. Motivazionediséstessi:lacapacitàdidominareleemozioniperraggiungereun obiettivo permette di:


concentrare l’attenzione, trovare motivazione, controllo di sé, essere creativi. La capacità di ritardare la
gratificazione e di controllare gli impulsi è alla base di qualunque tipo di realizzazione (Concentrazione e
controllo non attraverso una scissione, ma una modulazione. Processo primario e secondario)

4. Riconoscimento delle emozioni altrui: empatia ‘provare dentro’. La mancanza di empatia ha un elevato
costo sociale (progetto

uropeo per lo sviluppo delle emozioni nelle elementari).

5. Gestione delle relazioni: capacità di dominare le emozioni altrui. La capacità di continuare a ‘pensare’
anche in situazioni di turbolenza prodotta dalle emozioni degli altri. Questo sono le abilità che aumentano
la popolarità, la leadership, l’efficacia interpersonale

Il nostro livello di capacità ha una base neurale, però il cervello è plastico e impegnato costantemente in
processi di apprendimento

Le eventuali carenze nelle capacità empatiche possono essere ‘corrette’ secondo questi autori. In
America si sono preparati piani di intervento nelle comunità, di ‘educazione emozionale’; viene anche
citata l’attività psicoterapeutica come strumento efficace.
e

AUTOCONSAPEVOLEZZA

E’ la continua attenzione ai propri stati interiori. La mente osserva e studia l’esperienza, comprese le
emozioni.

L’autoconsapevolezza permette il passaggio dall’agito all’azione. E’ la differenza che passa fra l’essere
travolti da una furia omicida verso qualcuno e il pensare introspettivamente ‘ecco quello che sto provando
è collera’

essere consapevoli di sé significa essere consapevoli sia del nostro stato d’animo che dei nostri pensieri
su di esso

Questa sensibilità è posseduta in gradi diversi e può essere più o meno equilibrata .

Mayer classifica diverse categorie di persone a seconda del modo in cui percepiscono e gestiscono le
proprie emozioni:

•autoconsapevoli: il loro essere attenti alla propria vita interiore li aiuta a controllare le emozioni. Sono
individui autonomi che godono di una buona saluta psicologica

•i sopraffatti: sono spesso sommersi dalle proprie emozioni e incapaci di sfuggir loro. Sono volubili e non
pienamente consapevoli dei propri sentimenti. Spesso si sentono sopraffatti.

•I rassegnati: sebbene abbiano spesso idee chiare sui propri sentimenti tendono ad accettarli senza
cercare di modificarli (v. la sofferenza depressiva)

Affrontare le emozioni

Il saper controllare le proprie emozioni penose è la chiave del benessere psicologico e i sentimenti
estremi minano la nostra stabilità ed equilibrio. E’ importante che ci sia un equilibrio fra momenti positivi e
negativi, perché la sofferenza non superi la capacità della mente di tollerarla (stress).

Da esperimenti si evince che il cervello è costruito fin da principio per rispondere all’espressione di
emozioni specifiche. L’empatia è una premessa biologica.

Per essere empatico, il soggetto deve essere abbastanza calmo e recettivo da poter ricevere i sottili
segnali emozionali emessi dall’altra persona e mimarli nel proprio cervello emozionale

Geni o ambiente?

I contributi di genetisti, psicologi e neurobiologi hanno portato a risultati largamente condivisi

studi sui gemelli omozigoti separati (Burt, 1966, Shields, 1962 – correlazioni alte ma ambienti
simili)

Studi sui bambini adottati

Studi sui gemelli eterozigoti

le differenze individuali sono causate da un’interazione di fattori genetici e fattori ambientali.

Le prove psicometriche

Quali prove danno la misura dell’intelligenza?

Prove di laboratorio (es. tempi di reazione semplice e di scelta – è in relazione al tempo di


automatizzazione ma è una misura indiretta e quindi imperfetta)

Prove psicometriche (misure lievemente migliori)

Caratteristiche di un buon test Attendibilità: stabilità e replicabilità delle

misure;

Validità: il test misura ciò che si propone di misurare;

Standardizzazione: la misura del singolo può essere confrontata con i risultati ottenuti da un campione
ampio e rappresentativo della popolazione.

Alfred Binet
Binet (1898) si focalizzò sullo studio dell’intelligenza per affrontare un problema pratico. Le autorità
educative francesi, infatti, lo incaricarono di sviluppare uno strumento in grado di misurare i benefici
dell’educazione scolastica, al fine di discriminare i bambini che avevano buone possibilità di affrontare gli
studi con i programmi in vigore, da quelli che invece non erano in grado di farlo e che avrebbero dovuto
frequentare le classi speciali.

La scala Binet-Simon, prevedeva compiti appartenenti ad ambiti diversi (memoria, comprensione di


parole, frasi e immagini). Infatti, secondo Binet l’intelligenza non era un costrutto unitario, ma multiplo,
cioè costituito da varie abilità.

I compiti venivano organizzati in ordine crescente di difficoltà.

Per valutare la capacità di discriminazione del suo test, Binet effettuò una comparazione rispetto ai voti
ottenuti dai ragazzi a scuola.

L’età mentale

Binet introdusse il concetto di età mentale. Infatti, aveva osservato che vi è un normale incremento delle
capacità mentali associato all’età.

L’idea alla base del test creato da Binet era che un bambino di 5 anni “medio” sarà in grado di risolvere
problemi idonei a quella fascia d’età, ma non quelli adeguati ad un bambino di 7 anni.

Se il bambino ha un’EM superiore a quella cronologica sarà più intelligente dei bambini della sua stessa
età, se l’EM è inferiore avrà dei deficit intellettivi.

Critica al concetto di EM

L’EM ha sempre lo stesso significato, cioè è possibile che bambini di età diverse abbiano la stessa EM
(per es. un bambino di 5 anni con EM 7 e un bambino di 10 anni con EM 7), ma dire che hanno lo stesso
tipo di intelligenza è assai improbabile!

La misurazione dell’intelligenza

Stern voleva una misurazione dell’intelligenza che potesse essere usata per confrontare direttamente le
persone. Nasce il Q.I:
Età mentale/ Età cronologica x 100

La scala Stenford-Binet: versione modificata da Terman della scala di Binet (1916). La


standardizzazione determina quali prove corrispondono a quali età mentali.

Wechsler Adult intelligence Scale (WAIS) (1939, 1981)

Il QI di rapporto

Il QI o Quoziente intellettivo fu introdotto per superare i problemi legati al concetto di EM:

QI = EM / EC * 100

In questo modo era possibile specificare l’esatta collocazione di un individuo rispetto ai soggetti della
stessa età.

QI= 8/7*100=114

QI di rapporto

Il 95% della popolazione ha un QI tra 70 e 130

E’ considerato normale un QI= 90-110 Normale ottuso : QI =80-90 Borderline: QI=70-80


Ritardato: <70

Ma il QI di rapporto è strettamente legato al tipo di test che viene somministrato, in realtà nessun tipo di
test riesce ad esplorare tutti gli aspetti del complesso costrutto che noi chiamiamo intelligenza.

Il QI di rapporto va sempre rapportato alle singole prove che costituiscono il test.

Le scale di intelligenza di Wechsler

Wechsler definisce l’intelligenza come “La capacità generale di un soggetto di capire e far fronte al
mondo circostante”.
Egli concepisce l’intelligenza come entità globale, un’entità multideterminata e multisfaccettata.

L’intelligenza viene dedotta dal modo in cui abilità come il ragionamento, la memoria, la fluidità verbale
si manifestano nelle diverse condizioni.

Scale Wechsler:

WAIS (Wechsler Adult Intelligent Scale)

WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children)

WPPSI (Wechsler Preschool and Prymary scale of intelligence)

Considerando l’intelligenza come entità multisfaccettata, Wechsler ritiene importante esplorarla in molti
modi differenti, ovvero presentare il maggior numero di test diversi.

Es. la Scala WISC è un insieme di 12 test che vengono somministrati al bambino individualmente,
suddivisi in test verbali e test di performance.

Test Verbali:
1) Informazioni
3) Somiglianze
5) Aritmetica
7) Vocabolario
9) Comprensione 11)Memoria di cifre

Test di Performance:
2) Completamento di figure 4) Storie figurate
6) Disegno con i cubi
8) Ricostruzione di oggetti 10) Cifrario
12) Labirinti

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