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Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888[1] – Milano, 1º giugno 1970) è stato un poeta,

scrittore, traduttore, giornalista e accademico italiano.

È stato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo. Inizialmente influenzato dal
simbolismo francese, la sua poesia fu caratterizzata nei primi tempi da componimenti brevissimi, costituiti
da poche parole essenziali e da analogie a volte ardite, compresi principalmente nella raccolta L'allegria
(1916);[2] passò poi a lavori più complessi e articolati dal contenuto concettualmente difficile. Una terza
fase della sua evoluzione poetica, segnata dal dolore per la perdita prematura del figlio, ha compreso opere
meditative dall'intensa riflessione sul destino umano. Negli ultimi anni le sue poesie furono specchio della
saggezza, ma anche del distacco e della tristezza dell'età avanzata. È stato inoltre considerato da alcuni
critici come anticipatore dell'ermetismo.[3]

Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888[1] – Milano, 1º giugno 1970) è stato un poeta,
scrittore, traduttore, giornalista e accademico italiano.

È stato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo. Inizialmente influenzato dal
simbolismo francese, la sua poesia fu caratterizzata nei primi tempi da componimenti brevissimi, costituiti
da poche parole essenziali e da analogie a volte ardite, compresi principalmente nella raccolta L'allegria
(1916);[2] passò poi a lavori più complessi e articolati dal contenuto concettualmente difficile. Una terza
fase della sua evoluzione poetica, segnata dal dolore per la perdita prematura del figlio, ha compreso opere
meditative dall'intensa riflessione sul destino umano. Negli ultimi anni le sue poesie furono specchio della
saggezza, ma anche del distacco e della tristezza dell'età avanzata. È stato inoltre considerato da alcuni
critici come anticipatore dell'ermetismo.[3]

Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888[1] – Milano, 1º giugno 1970) è stato un poeta,
scrittore, traduttore, giornalista e accademico italiano.

È stato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo. Inizialmente influenzato dal
simbolismo francese, la sua poesia fu caratterizzata nei primi tempi da componimenti brevissimi, costituiti
da poche parole essenziali e da analogie a volte ardite, compresi principalmente nella raccolta L'allegria
(1916);[2] passò poi a lavori più complessi e articolati dal contenuto concettualmente difficile. Una terza
fase della sua evoluzione poetica, segnata dal dolore per la perdita prematura del figlio, ha compreso opere
meditative dall'intensa riflessione sul destino umano. Negli ultimi anni le sue poesie furono specchio della
saggezza, ma anche del distacco e della tristezza dell'età avanzata. È stato inoltre considerato da alcuni
critici come anticipatore dell'ermetismo.[3]

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