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Il Problema dell’indipendenza dei mercati in

Europa :

…“Ci sta un francese, un tedesco e un americano”… sembra una barzelletta, ma di comico non c’è
nulla: il problema riguarda lo strapotere delle agenzie di rating sui mercati dei paesi principali, che
si ripercuote su tutta l‘economia mondiale. La prima giornata del convegno sulle agenzie di rating
ha mostrato l’impatto negativo che la troppa libertà dei mercati ha sui popoli del pianeta, secondo
l’opinione di alcuni illustri rappresentanti delle principali nazioni mondiali. La prima a prendere la
parola, è stata la prof.ssa Claire A. Hill, dell’ University of Minnesota. Ha iniziato la sua relazione
con la storia delle origini delle tre principali agenzie di Rating (Moody’s; S&P; Fitch) arrivando fino
al piu’ recente “caso Enron”, che sta scuotendo Moody’s per le varie accuse di corruzione mosse
dalla corte di giustizia australiana. La società di rating si era difesa, sostenendo che i vari dati erano
stati stimati male da alcuni dipendenti, rigettando solo su questi la colpa del fallimento. Sono
molte pero’ le accuse di corruzione o di incompetenza mosse contro le varie agenzie per aver fatto
rischiare spesso (o a volte causato) la bancarotta a vari investitori e imprese, cosa che ha spinto L’
America a proporre una riforma chiamata “Dodd Frank”, per ridurre la libertà di movimento delle
agenzie di rating. Senza dubbio le agenzie commettono errori; ma, conclude la prof.ssa, sono
fondamentali per conoscere molti dati importanti dell’ economia globale e che, quindi, i contributi
che danno sono assai di piu’ dei “pochi” errori che commettono. Una prospettiva interessante è
stata poi fornita dalla prof.ssa Benedicte Francois dell’ Università de Tours, che ha spiegato come
le agenzie di Rating si siano sviluppate in Francia durante gli anni ’70; ha poi spiegato come lo stato
francese abbia gestito il problema della eccessiva libertà delle agenzie di Rating durante i primi
tempi della crisi del 2008, introducendo apposite norme ( legge del 22/10/10) che definiscono il
lavoro delle agenzie di Rating come un “servizio di coordinazione degli investimenti”, ma
sorvegliato costantemente da un’ agenzia statale di controllo per gli affari di investimento,
introdotta con la nuova legge. Tuttavia nel 2012 lo stato francese ha trasmesso la competenza di
controllo all’ Europa, allontanando cosi’ la competenza degli organi dal territorio; ha fatto si che,
paradossalmente, ci fosse meno controllo, rendendo cosi’ quasi vana la legge del 2010. Per
resistere ad attacchi da parte degli speculatori, poi, la Francia, come altri paesi, fa spesso ricorso
alle obbligazioni di stato, che possono avere scadenza dai 5 ai 50 anni, per slegare l’economia
dalle banche della zona, la cui ricchezza depositata è per il 60% straniera e che, quindi,
costituirebbe una sorta di ricatto allo stato da parte degli investitori stranieri. Senza dubbio questa
relazione è stata molto interessante, perché ha potuto illustrare come il problema dell’ eccessiva
libertà delle agenzie di Rating possa essere arginato efficacemente fornendo ad organi statali “ad
hoc” strumenti adatti per un giusto controllo su enti privati che hanno un enorme potere su qual si
voglia organizzazione statale e non. A concludere le relazioni del “trittico international” è stato il
tedesco Johannes Engels della “BaFin German Federal Financial Supervisory Authoriry”, un’
agenzia di collaborazione statale per il controllo delle finanze tedesche. Ha illustrato da principio
come funziona la sua agenzia con le quote di mercato private e statali, fino a discutere di un
recente disaccordo con Moody’s, terminato con la rottura degli accordi con l’agenzia di Rating,
dimostrando come non fosse cosi’ necessaria la collaborazione di un’agenzia di rating. La simpatica
conclusione del relatore tedesco è stata paragonare le agenzie di Rating agli usurai che, come ci
narrano i Vangeli, cambiavano denaro nel tempio di Gerusalemme, suscitando per questo l’ira del
Cristo; è sembrata un’ ammonizione, dal sapore quasi profetico, alle agenzie di Rating di non
eccedere nei loro comportamenti interessatamente sproporzionati. Se dovessimo esprimere un
giudizio su questa prima giornata del convegno, potremmo definirla “illuminante”, sia per coloro
che già hanno conoscenze sugli argomenti presentati, sia per coloro che ignorano argomenti tanto
importanti per il burrascoso periodo finanziario che stiamo attualmente vivendo. Volendo
concludere questa relazione con un giudizio maturato grazie ai pregiatissimi relatori della giornata,
si potrebbe insistere sul fatto che le agenzie di Rating siano, nel bene e nel male, enti che fornisco
dati importanti per chi voglia far fruttare il proprio capitale maturato con fatica, ma, nello stesso
tempo, ci dovremmo interrogare riguardo al seguente dilemma: la soddisfazione economica di
pochi conta quanto il rischio di distruggere paesi che sono riusciti a resistere persino a due guerre
mondiali?...

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