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FARCORO

QUADRIMESTRALE DELL'AERCO
ASSOCIAZIONE EMILIANO ROMAGNOLA CORI
n° 2, 2016
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale- 70% CN/BO

F
MUSICA DELL’ANIMA
Intervista a Mons. De Gregorio e
al M° Walter Marzilli

CORALITA’ SCOLASTICA
Festival di primavera

ANALISI
Maurice Duruflé
FARCORO
Quadrimestrale dell’AERCO
Associazione Emiliano Romagnola Cori
Maggio- Agosto 2016
Edizione online: www.farcoro.it

Autorizzazione del Tribunale di Bologna


N° 4530 del 24/02/1977
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in copertina Festival di Primavera 2016


foto © FENIARCO
FarCoro
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Il mondo della coralità è vivo e sempre in gran fermento. Nonostan-


te i costanti tagli economici, sono molteplici le iniziative che hanno
lo scopo di diffondere e preservare questo grande e fondamentale
patrimonio culturale. Anche la nostra associazione è in prima linea,
rivitalizzata da tante persone che con grande passione s’impegna-
no perché questo bene possa essere condiviso da sempre più perso-
ne. FarCoro vuole essere voce di tutto questo vigore. Vuole essere
al centro di discussioni, riflessioni e proporre eventualmente anche
nuove vie. In questi ultimi numeri continuiamo a parlare del futuro
della coralità. Un dibattito aperto che deve toccare tutti noi. Il mondo
dell’educazione al canto corale dei ragazzi è il futuro, investire su di
loro, sulle scuole è il nostro domani. Ampio spazio lo dedichiamo,
quindi, al Festival di primavera, un importante appuntamento per i
cori scolastici organizzato da Feniarco. Il M° Mario Lanaro ci presenta il suo prezioso lavoro all’inter-
no del festival proponendoci anche due interessantissimi brani.
Tra le tante novità diamo spazio all’iniziativa che il nostro giornale vuole seguire e promuovere: la
costituzione del Coro Giovanile regionale. Nato all’interno del progetto Officina Corale del Futuro
creato e voluto da FENIARCO rappresenta un’importante opportunità per i nostri giovani. Luca Buz-
zavi ha intervistato la maestra Silvia Biasini, incaricata di guidarlo.
Per la rubrica “Musica dell’anima” proponiamo un’intervista a due personalità fortemente impegna-
te nell’ambito della musica liturgica: Mons. Vincenzo De Gregorio, preside del Pontificio Istituto di
Musica Sacra di Roma e il M° Walter Marzilli, docente di direzione di coro nel medesimo Istituto. Il
servizio musicale alla liturgia cattolica troppo spesso è praticato da principianti quindi, nel nostro
piccolo, vogliamo offrire ai tanti cori liturgici della nostra regione, spunti di riflessione dove poter
creare una mentalità rinnovata.
Nei prossimi due numeri intendiamo fare anche memoria di un grande artista nel trentesimo anni-
versario della sua morte: Maurice Duruflé. Francesco Barbuto ne traccia il profilo e ci presenta l’ana-
lisi di “Ubi caritas”, un brano che molti cori hanno in repertorio.
Infine, un doveroso saluto e un ringraziamento particolare a Giovanni Acciai e a Cristian Gentilini
per il loro importante contributo svolto all’interno della nostra redazione. A loro vanno i nostri più
sentiti auguri e congratulazioni per il grande lavoro che quotidianamente portano alla coralità. Allo
stesso tempo sono grato che Francesco Barbuto abbia accettato con entusiasmo e professionalità l’in-
carico di far parte del nostro gruppo redazionale. La sua competenza e la sua passione sono quel
nuovo “ingrediente” che rendono ancora più ricco il nostro giornale.

Invitandovi a scriverci, a mandarci riflessioni e commenti, auguro a tutti una buona e proficua lettura.

Corali saluti a tutti

Niccolo Paganini
direttore editoriale
la lettera del presidente
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Ottobre è il mese che segna il ritorno dell’autunno e l’inizio della scuo-


la. E’ il mese che associamo a paesaggi ingialliti e profumo di castagne…
E’ comunque il mese in cui molti cori riprendono l’attività dopo la pausa
estiva. E’ un periodo dell’anno in cui la meditazione viene spontanea e
doverosa al tempo stesso.

Anch’io ho cercato di fare una valutazione oggettiva ed obiettiva di


questi 18 mesi, la metà del mandato, di attività AERCO.

Devo essere sincero: è stato un compito difficile ma pieno di soddisfazio-


ni. Il progetto che io e Matteo abbiamo confezionato circa due anni fa si
sta realizzando, un passo alla volta.

Il punto centrale, direi essenziale per il cambio di rotta, è il continuo


stimolo che i delegati provinciali ricevono dal Consiglio di Presidenza
affinché siano promotori delle attività in loco. Alcuni di loro sono anche responsabili finanziariamente
degli obiettivi in quanto possono gestire un certo budget, in modo autonomo e senza interferenza. Natu-
ralmente dovranno poi rendere conto di quanto speso e realizzato. Sono un presidente felice e fortunato
in quanto ho trovato collaboratori provinciali che stanno davvero donando tempo e, a volte, denaro per
la nostra Associazione. Grazie quindi, cari colleghi, per quanto fatto per il World Choral Day, per le Ras-
segne Voci nei Chiostri e Di Cori un altro Po.

Devo poi ringraziare lo staff di Segreteria che è cresciuto in modo esponenziale in questi mesi. Un saluto
va a Costantina con la quale siamo partiti e con la quale ho mosso i primi passi nei meandri associativi;
se abbiamo la bella sede di Via Barberia (che le altre Regioni ci invidiano) lo dobbiamo anche a lei, che
nella calura del Luglio e dell’Agosto 2015 ha vagato per le agenzie bolognesi alla ricerca di un ufficio
che riunisse criteri di comodità, spaziosità, economicità. Ora il lavoro e le responsabilità del ruolo di
Segretario sono sulle spalle di Stella. Che dire di lei? Mi sento tranquillo perché so che l’associazione è
nelle mani di un vero professionista amministrativo e fiscale. Stella sta anche sistemando alcuni pregres-
si che, seppure dati per realizzati, non erano in verità mai partiti, come l’iscrizione di AERCO all’albo
delle APS. Infine voglio ringraziare Gian Marco per il prezioso lavoro quotidiano ed Edoardo per il suo
apporto informatico al sito.

Il motore artistico dell’Associazione è quanto di più prezioso possiamo avere! Il confronto con il direttore
della Commissione Artistica, Daniele, è quasi quotidiano, franco e collaborativo. Lui ha il grande merito
di essere concreto e propositivo; mi piace il clima di collaborazione che si è creato fra i membri, che an-
noverano, finalmente, un buon numero di ‘quote rosa’: 3 su 8!

Niccolò, grazie per l’immane lavoro di coordinazione che stai svolgendo insieme al tuo team di
FARCORO. Abbiamo ora un comitato di redazione che funziona come un orologio svizzero e che si è
suddiviso compiti e ruoli al suo interno.

Anche la Regione Emilia Romagna ha creduto in noi e ci ha premiato con un contributo annuo, per i
prossimi tre anni, di 42.000 Euro.

Tutte queste persone hanno lavorato mosse solamente da passione e spirito associativo che, seppure pos-
sa sembrare apparentemente diverso da quello iniziale di 40 anni fa, mantiene la stessa lungimiranza.
Fortunatamente cambiano i mezzi ma non le finalità!

Andrea, Presidente AERCO


FARCORO
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1 EDITORIALE
di Niccolò Paganini
2 LA LETTERA DEL PRESIDENTE
di Andrea Angelini

5 PRIMO PIANO
L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE
33 MUSICALE PRECOCE NELLA FORMAZIONE
DELL’INDIVIDUO - seconda parte
di Giovanni Acciai

12 MUSICA DELL’ANIMA
PAROLE CHE CONTANO
di Luca Buzzavi
18 CORALITA’ SCOLASTICA
FESTIVAL DI PRIMAVERA
di Mario Lanaro
37
33 IL PERSONAGGIO
ERIKS ESENVALDS
di Andrea Angelini

37 ANALISI
DURUFLE’ E LA SUA MUSICA CORALE SACRA
di Francesco Barbuto

44 AERCO NOTIZIE
- CORSO TRIENNALE DI COMPOSIZIONE
18 - III CONCORSO CITTA’ DI RICCIONE
- NASCE IL CORO GIOVANILE REGIONALE
- 20 ANNI CORALI UNITE VAL PANARO
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FarCoro
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L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE MUSICALE


PRECOCE NELLA FORMAZIONE PSICOLOGICA
E INTELLETTUALE DELL’INDIVIDUO
seconda parte

di Giovanni Acciai la scuola elementare: «agli insegnamenti artistici è


fatto un posto assai grande perché si vuole che essi,

La musica è una delle basi fondamentali della vita soprattutto il disegno e il canto, siano considerati
discipline fondamentali nelle scuole dei fanciulli».
culturale di un paese che vuol definirsi civile: essa Al di là del tono fin troppo enfatico e dell’eccessi-
è un patrimonio essenziale e imprescindibile per lo vo ottimismo nell’innata forza creativa dello spirito
sviluppo della società democratica. Agire contro la umano capace di suscitare manifestazioni di carattere
musica significa agire contro l’educazione, la cre- squisitamente artistico nell’uomo ancor fanciullo, le
scita e la consapevolezza di coloro che nella società parole di Lombardo Radice esprimono il giusto ap-
vivono e operano; significa minacciarne concreta- prezzamento nei confronti di discipline, allora come
mente il futuro, lo sviluppo intellettuale e psichico. oggi, considerate o inutili o a malapena ricreative.
Basterebbe volgersi indietro, leggere la storia, per ve- Senza pretender di rivoluzionare un sistema di
dere come la presenza della musica nel contesto delle pensiero molto condiviso, cerchiamo di dare
discipline considerate formative dell’individuo abbia una risposta a questa semplice domanda: per-
svolto un ruolo determinante, come essa sia sempre ché il termine cultura impaurisce e quello musi-
stata ritenuta elemento troppo essenziale della strut- cale, impaurisce ancor piú? Perché, quando non
tura sociale perché se ne potesse fare a meno. Senza è direttamente abbinato a «turismo» o a «sport»
risalire troppo nel tempo, ecco che cosa scriveva il la parola cultura diventa una parola ostica?
grande educatore e pedagogista Giuseppe Lombardo Forse perché richiama fatica e studio, applicazione e
Radice nel 1923, nelle note al Quadro di orienta- metodo, vivacità e acutezza d’ingegno? Tutti vocaboli
mento per la formazione dell’orario delle classi del- progressivamente messi al bando dall’odierna socie-
primo piano
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tà che non ha tempo da perdere e vuole realizzare avvenendo nella nostra società - la desuetudine per
tutto subito e in fretta: un destino che strategie os- mancanza di una forza stimolante (ecco la funzio-
sessivamente affermative, d’immagine e da record a ne primaria della scuola!) e quindi l’indifferenza, che
ogni costo del mondo sportivo, indicano benissimo. finirà magari per divenire intima insofferenza. Sul
Per questo da noi cultura rima sovente e bene con piano dei riconoscimenti ufficiali, la forma sarà pur
«scocciatura»: poco redditizia a livello di ritor- sempre rispettata. E, senza intenderne la grandezza e
no d’immagine. Vuoi mettere le manifestazioni l’incommensurabilità, i grandi creatori della musica
sportive rispetto a quei patetici manipoli di bam- continueranno a suscitare rispetto, compresi Palestri-
bini che si ostinano a cantare in coro, che amano na, Monteverdi e Bach. Ma, al riparo dell’ufficiali-
proporre repertori raffinati e non le canzoni del- tà, quali saranno i veri rapporti di identificazione?
lo Zecchino d’oro, che credono nel valore socia- Tentare oggi di educare alla musica un ragazzino di
lizzante del far musica insieme? Che vada bene, quindici anni, già refrattario a ogni tipo di espres-
fanno soltanto un po’ di tenerezza. Nulla piú. sione musicale che non sia quella che gli viene
Da qualche tempo si è insi- dai modelli circostan-
nuata in coloro che non prati- ti, è una pia illusione.
cano il canto corale (e sono la
L’educazione al suono Dalla scuola materna s’ha
maggioranza) la convinzione e alla musica deve essere da cominciare, altro che
che esso sia un’attività riserva- attiva, vivificante, per storie! Con metodo, in-
ta a una classe ristretta, fatta
di iniziati, di appassionati, di
influenzare telligenza, sensibilità. Nel
bambino la sensibilità si
fanatici della polifonia. Ciò lo sviluppo delle capacita’ risveglia dalle sensazioni
spiegherebbe il perché, a cau- dell’individuo. che egli riceve. Piú tardi
sa di questa idea sbagliata, le le riceve, meno sviluppate
attività corali in Italia, siano economicamente poco risulteranno le sue capacità musicali. L’educazione al
sostenute dalle istituzioni e figurino al fondo della li- suono e alla musica deve essere attiva, vivificante per
sta delle priorità. Al contrario, le attività sportive go- influenzare lo sviluppo delle capacità dell’individuo.
dono di un’attenzione di gran lunga maggiore. Può Educare alla musica e con la musica. A quattro anni
essere per lo spettacolo che esse offrono o per gli ide- può essere già tardi per formare l’orecchio musica-
ali che inculcano nei giovani che le praticano, come il le. Autorevoli studi di psicologia hanno dimostrato
lavoro in équipe, la salute fisica, la volontà di riuscire? come le attitudini mentali del bambino siano le piú
Nonostante sia ormai stato dimostrato con argo- idonee per un apprendimento precoce della musica.
mentazioni scientifiche alla mano, come l’esperien- Fin da quando vive nel grembo materno, egli assor-
za corale non rappresenti soltanto un importante be tutto ciò che il mondo circostante gli trasmette
elemento di aggregazione ma anche e soprattutto e ne fa tesoro, una volta nato, nel momento della
un fatto culturale che ha peso nell’esistenza e nel- rielaborazione e della verifica cognitiva di ciò che
la formazione dell’individuo, sembra che alla no- ha appreso. Orecchio e voce sono due elementi le-
stra classe dirigente questa realtà non susciti alcun gati indissolubilmente fra loro. Coltivando la voce
interesse, non sia meritevole di alcuna attenzione. si migliora anche la qualità uditiva dell’orecchio.
Mai come oggi, invece, il verbo «educa- Per questa ragione la pratica corale è un fattore im-
re» è stato un termine a parole cosí sacro portantissimo nel processo educativo del bambino.
e nei fatti un’utopia tanto irraggiungibile. Essa deve diventare prassi comune dell’iter didattico
Ciò che soprattutto preoccupa in questi ultimi non un qualche cosa di episodico o, peggio anco-
tempi è il progressivo distacco tra cultura me- ra, di eccezionale. «Le prime abitudini», sosteneva
dia e interesse alla musica nella maggioranza del- Rousseau, «sono le piú forti». Come può esservi fa-
le persone che seguono senza un particolare im- miliarità con la musica se non la si pratica fin dalla
pegno le vicende quotidiane della vita nazionale. piú tenera età? L’educazione musicale, come ogni al-
Nessuno, certo, è disposto a negare l’importanza tra disciplina, è un processo naturale che si svolge
dell’educazione musicale, salvo poi sentirsi piena- e progredisce in virtú di esperienze dirette effettua-
mente autorizzato a non interessarsene. È un feno- te in ambito scolastico. Nel nostro paese si preten-
meno inarrestabile, quando vi concorrano - come sta de invece che a undici anni, con il vuoto musicale
FarCoro
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pressoché assoluto alle spalle, un ragazzo prenda in


mano un violino e diventi un novello Paganini. Chi
lo potrà fare in maniera consapevole? Soltanto chi
avrà ricevuto un’adeguata educazione musicale in
seno alla famiglia, frequentando la scuola materna,
partecipando a un coro di voci bianche o facendo
pratica strumentale di gruppo. Nei paesi d’Europa
in cui l’insegnamento scolastico della musica non è
rimasto soltanto una sterile dichiarazione di intenti
ma si è trasformato in qualche cosa di vivo e di pal-
pitante nelle coscienze degli individui; in cui ci sono
piú cori e complessi di musica d’insieme che discote-
che, sono quelli socialmente e civilmente piú evoluti.
Proviamo sempre un senso di doloroso fastidio
quando dobbiamo rifarci alle esperienze di altre na-
zioni, magari meno progredite della nostra sul pia-
Z. Kodaly
no economico e industriale, ma di gran lunga piú
emancipate su quello della cultura e dell’istruzione.
In Ungheria, ad esempio, l’educazione musicale ha todicamente perseguito), nella conoscenza graduale
inizio nella Scuola materna, la quale prevede sezioni della teoria, nella pratica dell’ascolto musicale, com-
appositamente costituite ad orientamento musicale. mentato e discusso. La parte strumentale può essere
Il periodo dai sei ai quattordici anni, quello cruciale curata, da chi lo richieda, fuori dell’orario normale,
per lo sviluppo psicologico e intellettuale dell’indi- nelle Scuole musicali di insegnamento strumentale.
viduo, costituisce «l’obbligo scolastico» e si compie Passando al grado medio, dai quattordici ai di-
nella Scuola primaria generale, la durata della quale ciotto anni, incontriamo la tradizionale distin-
è di otto anni. Qui le lezioni di musica sono impar- zione tra Scuola secondaria ad indirizzo uma-
tite dall’insegnante di classe in ragione di un’ora alla nistico, cioè il Liceo (Gynmasium), di quattro
settimana nel primo anno; di due ore dal secondo al anni, che dà accesso all’Università e ad altre scuo-
quarto anno compreso, mentre dal quinto all’ottavo le del grado superiore, e Scuole professionali.
anno, la musica è insegnata da docenti specializzati, Nel Liceo la musica è obbligatoria nei primi due
per due ore settimanali, alle quali si aggiungono altre anni, rispettivamente con due ore e un’ora. In tutti e
due ore di attività corale. Ma a fianco delle migliaia quattro gli anni peraltro sono previste a parte due ore
di Scuole primarie generali operano, diffuse sull’in- di canto corale, facoltative, ma molto incoraggiate
tero territorio nazionale che, ricordiamolo ha una su- e frequentate, mentre lo studio di uno strumento,
perficie pari a un terzo di quella italiana e una popo- come nella scuola primaria, può essere curato fuori
lazione di poco superiore ai dieci milioni di abitanti, dall’orario scolastico nelle nominate Scuole musica-
quasi duecento Scuole primarie generali musicali, li di insegnamento strumentale. A fianco dei Licei
che con le sezioni staccate arrivano a cinquecento sono stati istituiti Licei speciali musicali, aventi la
unità. Queste scuole, volute da Kodály, sono in via di medesima struttura didattica dei Licei normali, con
accentuato incremento, avendo suscitato il piú forte l’unica differenza di un numero superiore di lezio-
consenso tra i diversi strati della popolazione, urbana ni di musica, cioè quattro ore settimanali nel primo
e contadina. Si differenziano da quelle normali uni- anno, tre nel secondo, due nel terzo e nel quarto,
camente per il maggiore impegno musicale: la musi- ed inoltre, costantemente nell’intero quadriennio,
ca è curata a fondo, da insegnanti specializzati, fino due ore settimanali di canto corale. È opportuno
dalla prima classe - in ragione di sei ore settimanali sottolineare che questi Licei, con maggior impegno
nei primi quattro anni, di quattro ore piú due di at- musicale, sono del tutto distinti dai Conservatori di
tività corale nel secondo quadriennio - verso una for- musica, in quanto il loro compito non è quello di
mazione di base completa, articolata nell’educazione formare futuri musicisti di professione ma di intro-
ritmica e dell’orecchio, nel canto popolare, nel canto durre attivamente e organicamente alla pratica mu-
corale (il coro a tre-quattro voci è un obiettivo me-
primo piano
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sicale, fuori da qualsiasi scelta di carattere professio- sviluppare ed espandere il nostro mondo interiore.
nale: si curano il canto popolare, la pratica corale, Senza musica la vita non può essere completa. […]
facoltativamente anche le esercitazioni strumentali Noi dovremmo fare il possibile per infondere consa-
d’insieme (per coloro che abbiano dimestichezza pevolezza di questa verità in tutti. […] Scopo della
con gli strumenti), si studia la storia della musica. musica non è quello di essere giudicata, ma quello di
Tralasciando di occuparci dei Conservatori di musi- divenire la nostra essenza. La musica è il nutrimen-
to spirituale per il quale non vi è alcun surrogato.
Colui che non si ciba di musica vive in anemia spi-
rituale fino alla morte. Non vi è nessuna vita spiri-
La Musica non e’ un tuale completa senza musica, poiché l’animo umano
privilegio per pochi ha delle ragioni che possono essere illuminate solo
dalla musica. […] La musica non è uno svago per
ma un bene per molti il fior fiore della società, ma una sorgente di forza
spirituale che tutta la gente colta dovrebbe tendere a
ca e delle Scuole superiori pedagogiche, nelle quali trasformare in bene pubblico. […] «La musica non
vengono formati gli insegnanti della Scuola primaria è un privilegio per pochi ma un bene per tutti». La
generale, dal quadro degli ordinamenti didattici un- musica deve appartenere a tutti e tutti devono essere
gheresi emerge chiaro e inequivocabile il ruolo inso- messi nelle condizioni di beneficiarne, non casual-
stituibile che nella pubblica istruzione viene assegna- mente ma attraverso un rigoroso itinerario scolastico.
to alla musica, intesa come disciplina essenziale per Le immagini e le espressioni di cui Kodály si vale non
la formazione della persona, per una piú completa si discostano da una visione illuministica della musica.
partecipazione alla vita e alla società, per una piú am- Ma è di grande portata il fatto che proprio in un arti-
pia capacità di conoscenza e di sensibilizzazione nella sta di chiara formazione idealistica sia tanto radicata
sfera estetica e dei rapporti percettivi con la realtà. la visione della musica come bene realmente destina-
Basterà riportare qualche pensiero di Zoltan Kodály to a tutti, contro ogni tendenza aristocraticamente
(il massimo propugnatore, assieme a Bela Bartók, riduttiva dell’area di influenza del linguaggio musica-
dell’educazione di massa del popolo ungherese), per le, tanto di frequente riconoscibile nel pensiero inti-
avvertire una fede profonda nella funzione educativa mo di grandi personalità della cultura d’ogni tempo.
della musica, solidamente ancorata ad una concezio- Per troppi uomini di cultura la musica è il «dono di-
ne sana ed ottimistica dell’uomo, delle sue attitudini, vino», di cui, ahinoi!, solo pochi sanno godere i «be-
del suo inesauribile istinto a scoprire sé stesso e il nefici effetti»: perché questo sia, non si indaga, pre-
mondo che lo circonda: «la musica è una parte indi- ferendosi il beato abbandono ad una visione mistica
spensabile della cultura umana. È imperfetta la cul- della musica, dell’arte, per coprire, in ultima analisi,
tura di colui che manca di essa. Non vi è uomo com- la sfiducia organica nell’uomo, da un lato, la discri-
pleto senza musica. È chiaro, di conseguenza, che la minazione classista operata dalla società, dall’altro.
musica deve essere compresa tra le discipline che si Basterebbe dunque l’esaltante lezione della didattica
insegnano nella scuola. […] «Si è accertato che nel- ungherese e la lungimiranza di quei governanti che
le scuole nelle quali la musica è obbligatoria e viene nel dopoguerra prestarono attenzione alle proposte
quotidianamente insegnata, i bambini apprendono didattiche di Kodály e di Bartók per ribadire una
meglio e piú facilmente ogni altra materia. Non è volta di piú che il fattore piú importante dell’educa-
un fatto misterioso e magico, questo: esercitare ogni zione musicale è solo quello di porre il discente nella
giorno la musica stimola la mente, in modo tale che possibilità di vivere in età precoce e in maniera attiva
l’apprendimento di ogni altra materia viene favorito». l’esperienza musicale. L’educazione delle sensibilità
Da affermazioni di carattere enunciativo, Kodály percettive e delle abilità riproduttive sono fattori de-
passa altrove (i suoi scritti sull’educazione musicale terminanti per lo sviluppo della personalità del bam-
sono numerosissimi e occupano un vasto periodo bino. Se questo intervento educativo non viene im-
della sua vita di artista e di educatore) ad una rap- partito al momento giusto ovvero quando egli si trova
presentazione gradualmente piú razionale ed espli- nelle condizioni migliori per poterlo ricevere, nessun
cativa: «il fine della musica è di capire meglio, di insegnamento posteriore potrà surrogare in alcun
FarCoro
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modo le lacune accumulate nel corso degli anni tra- ta, d’intensità, di timbro. Per opporsi all’incredibile
scorsi senza aver vissuto alcuna esperienza musicale. carenza educativa dei programmi della scuola pri-
Per tale ragione, nell’ormai lontano 1972, Roberto maria e secondaria Roberto Goitre si batté con ogni
Goitre, memore dell’insegnamento ungherese che energia per riportare in Italia, cosí come anni prima
aveva potuto constatare in prima persona frequen- aveva fatto Kodály in Ungheria, la vera tradizione
tando in diverse occasioni i «templi kodályani» di dell’insegnamento della musica attraverso il canto.
Kecsemét e di Pecs, dava alle stampe il suo metodo È lui stesso a descriverci con parole vibranti il per-
Cantar leggendo, per la lettura cantata a prima vista. corso seguito per giungere a tale traguardo, nella pre-
Con quest’opera il maestro e didatta torinese richia- fazione al suo metodo: un percorso lungo e difficile,
mava l’attenzione di insegnanti e operatori musicali fatto di tentativi, di sperimentazioni, di verifiche, ma
sulla necessità di ripristinare in Italia la lettura del- alla fine, un percorso vincente che ha saputo restitui-
la musica con il cosiddetto sistema del «do mobile» re alla didattica e alla coralità italiana dignità e rispet-
onde avviare seriamente un processo di alfabetizza- to. Perché in una situazione cosí disastrosa com’era
zione musicale a vasto raggio e per mezzo dello stru- quella italiana degli anni Settanta (ma non è che nei
mento piú immediato e accessibile che un individuo primi due lustri del secondo Millennio le cose va-
possa praticare ovvero la voce umana. Ricollegandosi dano poi cosí meglio…), tra molti pseudo didatti e
direttamente al modello d’insegnamento di Guido pseudo pedagoghi, Roberto Goitre seppe, con il suo
d’Arezzo (secolo XI) e quelli kodáliani, Goitre dimo- impegno intellettuale e artistico, fornire nuove me-
strava con il suo Cantar leggendo come l’appropria- todologie e strumenti operativi rivoluzionari; perché
zione della scrittura sonora, del vocabolario ritmico, nessun altro al pari di lui è riuscito a liberare la mu-
della grammatica armonica e della sintassi composi- sica dal settorialismo e dall’isolamento culturale, evi-
tiva, in una parola, l’alfabetizzazione musicale, non denziandone le potenzialità educative e socializzanti.
rappresentasse un fatto necessariamente speciali- Con la sua azione vulcanica e inarrestabile, egli con-
stico né un arido preliminare al conseguimento di cepí un vasto piano di rinnovamento pedagogico-
una tecnica strumentale; viceversa costituisse esat- didattico-musicale che comprendeva non soltanto il
tamente quell’area socializzabile del sapere musicale ripristino della lettura cantata a prima vista ma anche
che non poteva in alcun modo essere surrogata at- la sperimentazione scolastica, la formazione musicale
traverso l’assurda didassi della teoria e del solfeggio degli insegnanti, la ricerca e la diffusione del canto
parlato ancor oggi impartiti nei nostri Conservatori popolare e il suo uso didattico, lo svecchiamento dei
di musica. Impadronirsi della competenza musicale programmi conservatoriali di teoria e solfeggio, la
vuol dire giungere a leggere la musica per vivere la ricerca didattica per avviare alla musica i piccolissi-
musica; ovvero, essere capaci di individuare da soli, mi, la pubbcazione di testi funzionali ai suoi intenti
senza alcun ausilio strumentale le altezze sonore; (Cantar leggendo, Canti per giocare, Far musica è…).
educare l’orecchio a percepire le differenze di dura- Agí sempre con metodo e serietà. Preciso fino allo

Bela Bartok
primo piano
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Piccoli Cantori di Torino, fondati da Roberto Goitre

scrupolo, studiò e verificò ogni ne musicale. Si direbbe che dopo otto ra analisi Roberto Goitre - verrebbe
punto di quanto veniva man mano anni di scuola dell’obbligo e anche tre da pensare che la nostra pedagogia
proponendo. Lesse, risalí alle fon- di scuola dell’infanzia, le nostre istitu- scolastica non valuti (o non voglia
ti musicologiche, ansioso anzi tutto zioni scolastiche non riescano a sforna- valutare) a fondo le illimitate possi-
di dotare ogni suo procedimento di re esseri musicalmente competenti. Di bilità dell’individuo, non valorizzi le
una solida base scientifica. Si mosse chi è la colpa? Dei vetusti programmi sue facoltà psichiche ed intellettive,
in fretta, quasi con furia, come se scolastici che dovrebbero preparare la non le soccorra nella crescita; infatti,
presentisse la brevità della vita che classe insegnante? Dei Conservatori fornendogli già bell’e confezionate
gli rimaneva da vivere. Trovava però di musica? Della mancanza nelle isti- le informazioni invece di aiutarlo a
sempre il tempo e la pazienza per tuzioni, di precisi orientamenti me- scoprirle, gli atrofizza la capacità di
ascoltare con attenzione i problemi todologici? Della fruizione smodata pensare, gli spegne il fuoco del de-
e i resoconti delle maestre di scuola e insana dei mass-media durante gli siderio di conoscere, favorisce il suo
elementare alle prime armi nell’appli- anni della prima e della seconda in- disinteresse e, a poco a poco, lo porta
cazione del suo metodo. Non esitava fanzia? […] Salvo casi particolari e a odiare quanto gli viene proposto».
a mutare opinione e a modificare il facilmente individuabili, là dove un Questo deprecabile stato di cose
suo stesso lavoro di fronte ai risulta- qualche insegnamento della musica ha finito per radicare in molti in-
ti di una sperimentazione effettuata viene impartito, non importa a qua- segnanti l’opinione che la musica
«sul campo». Come la musica è cosa le livello scolastico, vige la deleteria non possa contribuire a plasmare la
viva, altrettanto viva doveva essere prassi di insegnamento per imitazione personalità dell’individuo in quanto
la metodologia che ad essa portava. invece di offrire ai discenti, una volta disciplina specialistica, troppo dif-
«È inutile nasconderci - scriveva Ro- per tutte, attraverso un’opportuna e ficile, troppo lontana dagli interessi
berto Goitre nel suo già citato saggio qualificata metodologia, gli strumenti del bambino, quindi improponibile.
Validità del canto corale - che, mal- capaci di far leggere la musica a pri- D’altra parte, non si può certo far-
grado le battaglie coraggiosamente ma vista, di far pensare musicalmente ne colpa ai maestri. In fondo essi si
combattute e tuttora in corso, ancor mediante l’educazione dell’orecchio; il sono formati a una scuola dove la
oggi la scuola italiana e con la scuola che consentirebbe di dare la chiave per musica non è mai stata presa in se-
la società non siano in grado di dota- conoscere ogni altro testo musicale. A ria considerazione, non potendosi
re l’individuo di una seria formazio- questo punto - concludeva la sua ama- certo definire musica ciò che ancor
FarCoro
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oggi si propina nelle scuole e nei Licei pedagogi- cedere all’insegnamento della musica ai bambini
ci durante l’ora settimanale riservata alla materia. come per l’apprendimento di una seconda lingua».
E dobbiamo, naturalmente, non fare d’ogni erba Dopo la stesura e la presentazione del Cantar leg-
un fascio. Esistono anche in Italia scuole mater- gendo, Roberto Goitre tornò al suo primo inten-
ne ed elementari, o addirittura interi plessi sco- dimento: la ricerca e la pubblicazione di un reper-
lastici, che sono assai avanzati nell’insegnamento torio popolare infantile, che infondesse linfa viva
della musica intesa come fruizione attiva, come al preconizzato ingresso della musica nella scuola.
propellente di idee su cui impostare il discorso in- «L’educazione musicale in Ungheria - scriveva nel
terdisciplinare. Ma si tratta di fortunate eccezioni. 1966 Kodály nella prefazione a un libro di educa-
Nella nostra attività volta a diffondere il magistero zione musicale - è sulla via esatta poiché è destinata
goitriano abbiamo avuto piú d’una occasione per a preparare musicisti ma anche semplici fruitori di
verificare nella realtà quanto stiamo affermando qui musica. Continuando sulla stessa traccia essa dimo-
attraverso le parole, entrando a diretto contatto con strerà la sua validità quando sarà condotta da quelli
bambini e ragazzi di scuola elementare e media. Ab- stessi che oggi hanno sperimentato i vantaggi di que-
biamo sempre constatato come fosse possibile tener sta educazione. L’età della musica comincerà soltanto
desta la loro attenzione per lungo tempo senza for- quando non solo singoli artisti e solisti eserciteran-
nire mai una nozione, facendola invece scaturire dal no l’arte, ma quando l’arte sarà diventata un bene
contesto del ragionamento, attraverso osservazioni comune del popolo della nazione. Ciò sarà possibi-
pertinenti, proposte operative, esperienze concrete. le soltanto attraverso lo sviluppo del canto corale».
Naturalmente, è appena il caso di dirlo, i risultati Zoltán Kodály ha tracciato per il suo popo-
piú esaltanti sono stati raggiunti proprio attraverso la lo la strada da seguire e i risultati raggiunti in
pratica corale, cioè attraverso una disciplina che, fra campo musicale dal popolo ungherese in que-
le tante, è la piú altamente formativa della psiche e sti ultimi decenni sono sotto gli occhi di tutti.
dell’intelletto dell’individuo, fin dalla piú tenera età. Roberto Goitre ha avuto il coraggio di fare altrettan-
Sono passati piú di trentacinuqe anni dal luglio del to per gli italiani, ma non molti, rispetto a quelli che
1980, quando Roberto Goitre scomparve improvvi- avrebbero dovuto essere, lo hanno fin qui ascoltato e
samente. Molte cose sono cambiate da allora; molto seguito anche se cresce sempre piú la schiera di co-
è stato fatto sulla strada da lui indicata. Quando egli loro i quali cercano oggi di proseguire la sua opera.
iniziò la sua opera di didatta (fu nel 1968, dopo aver A noi il compito di continuare a difendere la validità del
preso contatto con il mondo musicale ungherese, ma suo discorso metodologico e pedagogico oltre i confi-
la sua azione non fu manifesta che nel 1972, con la ni di certe barriere ideologiche e preconcette opinioni
pubblicazione del Cantar leggendo) non sembrava di parte, ma soltanto nel nome di una crescita cultu-
davvero il «momento opportuno». Tanto in anticipo rale, sociale, intellettuale e musicale del nostro paese.
era sui tempi che sembrò un’anomalia, capitata a sor- Già lo aveva acutamente intuito Roberto Goitre
presa in un paese cieco e sordo che di lui non voleva al momento di affidare alle stampe il suo metodo.
davvero saperne. Occorsero il suo coraggio e quello Volle concludere la sua prefazione con queste paro-
dei suoi collaboratori, la sua ferma convinzione, il suo le di Kodály, ieri come oggi quanto mai profetiche:
entusiasmo, per proseguire senza lasciarsi scoraggiare. «La nostra epoca di meccanizzazione conduce lun-
Condividendo pienamente il pensiero e l’azione di go una strada che porterà l’uomo stesso a finire di
Kodály, Goitre avrebbe desiderato muovere, come essere una macchina; solo il gusto del canto lo sal-
il maestro ungherese, dalla valorizzazione del canto verà da questo destino. È nostra ferma convinzione
popolare, divulgandolo nelle scuole e nei cori, per che il genere umano vivrà piú felice quando avrà
poter poi procedere, sulla base di moduli ritmici e imparato con la musica a vivere piú degnamente.
melodici nostrani, all’insegnamento della lettura e Chiunque lavori per raggiungere questo scopo, in
della scrittura musicale. Ma fu ostacolato su que- un modo o in un altro, non sarà vissuto invano».
sta strada dalla mancanza di repertori popolari or- Roberto Goitre è sicuramente fra questi.
ganici e attendibili. Egli stesso lo dichiara nella già
citata prefazione al Cantar leggendo: «Non po-
tendo far leva su questo “corredo”, pensai di pro-
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PAROLE
CHE
CONTANO

Intervista al al m° Walter Marzilli


e a Mons. Vincenzo de Gregorio
di Luca Buzzavi

Abbiamo voluto proseguire la rubrica “Musica dell’anima” con un’intervista a due personalità fortemente impe-
gnate nella Musica Liturgica, si tratta di Mons. Vincenzo De Gregorio, Preside del Pontificio Istituto di Musica
Sacra (Roma) e il maestro Walter Marzilli, docente di Direzione di coro presso il medesimo Istituto
(www.musicasacra.va).
Otto domande su otto questioni di fondo, le stesse poste ad entrambi, nella speranza di trovare interessanti spunti
di riflessione.

LB: Innanzitutto, benvenuto a “Musica dell’ani- “Cantate inni con arte”, recita il Salmo 47. Che
ma”. Cosa l’ha spinta ad accettare un’intervista significa oggi? Il parametro estetico è ancora di
sulla musica liturgica per una rivista corale regio- centrale importanza?
nale? VDG: La più grande epopea di arte nella storia (ar-
VDG: Il senso di responsabilità che dovrebbe avverti- chitettura, arti figurative e plastiche, musica) l’ha
re chiunque svolga un ministero anche liturgico nella scritta la Chiesa Cattolica, ed in particolare quella
Chiesa. La vita delle Comunità sparse sul territorio occidentale di rito latino. Essa ha realizzato in pie-
di tutta la Chiesa è innanzitutto quella che si esplica no l’espressione del Salmo “con arte”. Il parametro
nelle celebrazioni. Molto più importante di tutti gli estetico non è tale per se stesso ma per la realizza-
incontri, i seminari, le predicazioni di ritiri spirituali zione dello scopo profondo del “fare” nella Liturgia:
e quant’altro, è la liturgia: giorno dopo giorno, do- comunicare il divino che si impasta con l’umano. Il
menica dopo domenica, è un vero e proprio corso di piacevole e l’utile: sono questi i due poli sui quali
formazione permanente del credente. Per questo mo- si tende ogni pagina della storia cristiana, in tutti i
tivo resto stupito della poca cura che si dà a questo sensi, anche in quello liturgico. Potremmo dire: “Il
aspetto della vita delle nostre Comunità. Verbo si è fatto carne e la Chiesa ne ha fatto Arte!” Il
piacevole diventa mezzo per l’utile e l’utile rende ra-
WM: Il fatto di avere un’altra possibilità per render- gione del piacevole. La vita liturgica della Chiesa non
mi utile alla causa della musica sacra, della quale la è una galleria di arte o una sala da concerto; non è
sua rubrica ha iniziato lodevolmente ad occuparsi. neppure un ufficio del lavoro o un centro di assisten-
E poi un po’ di speranza e di curiosità. Mi riferisco za sociale. Ma tutte queste cose vengono a costituire
all’eventualità che la musica sacra possa ricevere una i mezzi con i quali si comunica all’umano la presenza
spinta non dall’alto ma dalla base, dalla vox populi... di Dio che, nel Cristianesimo, assume tutto l’umano,
FarCoro
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Coro del Pontificio Istituto di Musica Sacra

anche il bisogno e l’utilità del Bello. (le più diverse), dalla musica liturgica strettamente
intesa. Stiamo ragionando di cose (musica sacra) che
WM: A sentire certe canzoncine la domenica sem- hanno alle spalle un tempo lunghissimo di elabora-
brerebbe di no. Eppure, almeno nei documenti della zione e di sedimentazione e che proprio per questo
Chiesa, ma anche nel cuore di molti, quello estetico hanno creato anche un “gusto”, a fronte di una novità
costituisce tuttora un parametro ineluttabile. Faccio (musica per la liturgia) che è appena di un cinquan-
una riflessione: ci sono migliaia di persone che fanno tennio. Non possiamo essere così stupidi da creare
migliaia di chilometri per vedere le bellezze delle tan- paragoni con elementi così diversi. Inoltre, San Pio
te città d’arte in Italia, non capisco perché a queste X affermava l’Universalità: ma questa era giustificata
persone non dovremmo dare il meglio anche dell’ar- dalla lingua liturgica, il Latino, in ogni angolo della
te musicale quando entra in una chiesa. terra. Dobbiamo essere pienamente e lucidamente
Inoltre anche la commozione e la partecipazione consapevoli che l’introduzione della lingua corrente
emotiva della gente che si viene a complimentare nella Liturgia ha finalmente realizzato l’auspicio di
dopo una messa cantata come si deve da un coro secoli: la Chiesa nella sua interezza preghi e canti.
che sia all’altezza, sono un segno di come il valore Ma abbiamo avuto, di conseguenza, un impegno
estetico della musica sia ancora molto legato alla pre- gigantesco di cui non ci rendiamo conto: creare in
ghiera, e susciti il senso del mistero. Non per niente poco tempo un repertorio nuovo nelle lingue locali, a
il sacerdote, al termine della consacrazione, non può fronte di uno lungo millecinquecento anni, in latino.
che dire: “Mistero della fede”. Tutto questo si è calato nelle realtà nazionali e locali.
La Musica della Liturgia, poi, è un problema stret-
S. Pio X, nel Motu Proprio “Inter Sollicitudines”, tamente italiano. Non lo è in quelle Comunità abi-
aveva fissato dei criteri che rendono sacro e litur- tuate a cantare, a suonare, a “fare” in qualche modo
gico un brano musicale. Poi il Concilio Vaticano la Musica strettamente intesa. L’Italia è un paese che
II… In estrema sintesi, cosa è rimasto e cosa è cam- nel momento in cui (ultimi decenni del sec. XIX)
biato? ha dovuto alfabetizzare l’85% della popolazione, ha
VDG: In quei criteri enunciati da San Pio X come ritenuto di ignorare la forza educativa e morale della
parametri della Musica Sacra vi erano: Bontà di for- musica e dell’arte nella formazione scolastica. L’Italia
me, Santità, Universalità. Intanto è cambiata la stessa è la Nazione che nella riforma della scuola pensata
struttura della nozione di Musica Sacra. Oggi siamo da un filosofo, durante il Ventennio, ha continuato
obbligati, a fronte della straordinaria storia di Musica su questa strada creando un popolo che possiede la
scritta dalla Chiesa occidentale, a distinguere: musica più grande percentuale in termini assoluti di Arte del
sacra come immenso contenitore di forme musicali mondo e che non sa neanche di possederlo perché il
musica dell’anima

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cittadino italiano non incontra mai, nella formazio- (con il pentagramma, si badi!) 2) lo stesso come par-
ne scolastica, dall’infanzia all’università, l’Arte. Da titura con voci e strumenti per il Direttore di coro 3)
quanti anni esiste il Ministero per i Beni Culturali? lo stesso come partitura per i soli coristi 4) lo stesso
Il primo ministro di questo neonato dicastero fu Vel- come spartito con gli accompagnamenti per l’organi-
troni, che è ancora qui tra noi ed anche abbastanza sta 5) lo stesso come libro dei preludi e dei postludi
giovane!! per l’organista che deve introdurre o concludere stru-
mentalmente il relativo canto 6) lo stesso con le sole
WM: Anche S. Pio X era figlio del suo tempo, come parti strumentali non organistiche e, con buona pace
noi. Le sue restrizioni erano causate soprattutto dalla dei nemici delle chitarre, l’indicazione degli accordi
necessità di arginare l’invasione dell’estetica operisti- per l’accompagnamento con gli strumenti a pizzico.
co-teatrale nella musica da chiesa. La chiesa Chiesa cattolica è quella tedesca e Chiesa cattolica
americana, ad esempio, pubblicò una white è quella ita-
liana. Avete
list delle musiche permesse, ed una black la liturgia giorno dopo notato che
list di quelle proibite, legate al Motu Pro-
prio che lei cita. A leggerne oggi i contenuti giorno, domenica dopo la stragrande
ci sarebbe da stupirsi. domenica, e’ un vero e maggioranza
Il concilio ha cambiato la liturgia e i suoi proprio corso di dei libri per
tempi, per cui non tutto ciò che è stato il canto dei
scritto nel passato riesce a trovare una facile
formazione permanente fedeli, che la
collocazione nella liturgia attuale. Appli- del credente buona volon-
cando la stessa attinenza alla liturgia come tà di Parroci
in passato ci si può accorgere ad esempio che un in- e di responsabili della Liturgia ha stampato in Ita-
tero Kyrie e il successivo Gloria polifonici possono lia per un trentennio, è senza una nota musicale e
creare insieme una profonda incisione nella struttura con il solo testo dei canti da imparare ad orecchio?
della messa. Certo che se lei mi chiedesse se, come Che significa questo? Significa che quell’Episcopato,
fedele, preferisco ascoltare il Gloria della Missa Pa- quello tedesco, proviene da un’altra storia musicale. I
pae Marcelli oppure quel “Gloria” che fa Glo-ooorià nostri preti non sono una razza speciale: sono giovani
le risponderei che quelli con Palestrina sono minuti italiani con questo DNA musicale, cioè senza. Nei
spesi bene per l’anima, gli altri... mah, non saprei, nostri seminari c’è posto per tutto, dall’animazione
ma credo di no. missionaria alle esperienze pastorali, ma è pratica-
mente inesistente la formazione al canto liturgico.
C’è spazio per la composizione contemporanea? Di conseguenza: i nostri Vescovi non vengono da
Che messaggio si sentirebbe di inviare ai compo- Marte. Sono presi tra questi preti che hanno questo
sitori? tipo di formazione. La musica dell’evento da stadio,
VDG: Il Problema dei compositori è alla radice: il canto sguaiato del fai da te, la canzone alla moda.
risulta forse che Bach, Mozart, Palestrina abbiano Si è avuta gran cura nel riconoscere i Movimenti lai-
composto musica sacra o per la liturgia, motu pro- cali, motivo di grande speranza per la Chiesa di oggi.
prio, per il proprio diletto? C’è stata una committen- Ma vi risulta che nei documenti di approvazione da
za, ci sono stati degli organismi: Vescovi, Comitati di parte delle Autorità ecclesiastiche e nelle linee guida
gestione delle chiese, Parrocchie, Fabbricerie, Ordini che li accompagnano per la “loro” preghiera vi sia un
religiosi e via così, che hanno commissionato musica. solo accenno alla liturgia ed al canto? Nel tentativo
Anche questo argomento è tutto italiano e di quei di cantare i testi biblici, i Movimenti hanno creato
paesi senza musica. In Italia, negli ultimi decenni, il più banale e sguaiato repertorio mai cantato nelle
nessuno ha commissionato musica per la Liturgia: nostre chiese. Ma non è colpa loro. E’ colpa di chi
tutto lasciato ai singoli, agli improvvisati cantautori non li ha accompagnati in questo percorso.
(anche preti e suore), alle Case editrici. Un reper-
torio nazionale è stato pubblicato quando ormai il WM: Ma certo che c’è spazio! Se dovessi riassumere
disastro era compiuto. Nei paesi di lingua tedesca, il in due parole il Concilio Vaticano II che lei ha appe-
Gotteslob, il libro di Canto liturgico, ha le seguenti na citato riguardo alla musica sacra, direi: Conserva-
forme redazionali: 1) il libro del Canto per i fedeli re et Promovere. Quindi conserviamo il patrimonio
Chiesa Santo Sepolcro, Parma
FarCoro
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musica dell’anima
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musicale che ci è stato consegnato (non fosse altro do è nelle forme complesse; canto di molti nelle sue
che per una responsabilità culturale), ma promovia- forme musicali semplici, eseguibili, a servizio di testi
mo la composizione di nuovi brani. Purché a scrivere salmodici, di recitativi, di litanie. Non è pensabile
siano compositori accreditati! Così come è normale che sia invocato come canto della Chiesa che celebra,
affidare ad un architetto la creazione di una nuova ovunque. Ma è esemplare per come ha saputo creare
chiesa, l’impianto elettrico a un elettricista capace, simbiosi, esegesi, con la Parola che ha cantato. Solo la
e a un bravo falegname la costruzione delle panche. fretta degli ignoranti e il ciarpame degli sprovveduti
Che c’è di strano...? può liquidarlo come inutile archeologia. Insomma
Lei mi chiede quale messaggio darei ai compositori: va amato, conosciuto e rispettato per quello che è
quello di sentirsi addosso gli occhi di tutti i compo- possibile. Un repertorio gregoriano di base dovrebbe
sitori della storia che hanno scritto per la Chiesa, e essere mantenuto vivo per tante ragioni che qui non
quindi di agire all’altezza necessaria. Senza cedere alle vengono ricordate. Ma quando si parla di gregoriano
lusinghe di un approccio elitario, ma ponendosi al sono necessari i distinguo.
servizio della liturgia. Chi non è in grado di reggere
questi confronti, ci ripensi. WM: Siamo ormai tutti senza voce a furia di gridare
tutte le innumerevoli, accalorate esortazioni pronun-
ciate da ogni pontefice a favore del canto gregoriano
Canto Gregoriano: un repertorio da museo? e del suo mantenimento nella liturgia. In breve: con
VDG: Cominciamo col ricordare che il Canto il canto gregoriano eseguito male si soffre e ci si an-
Gregoriano non è mai stato il canto del Popolo di noia. Se è ben eseguito ci si innalza e si prega. Punto.
Dio, se non in quel repertorio facile, in stragrande Altro che museo!
maggioranza composto quando il gregoriano, quel-
lo autentico, era morto da mille anni: si tratta del Se potesse contattare in un sol colpo tutti i cori li-
neogregoriano di quella quarantina di canti in uso turgici operanti in Italia, che direttive darebbe sul
nelle nostre comunità. Il Gregoriano, quello vero, è rapporto con la partecipazione attiva dell’Assem-
sempre stato un canto di élite, degli specialisti: mo- blea dei fedeli?
naci, canonici, coristi. La Chiesa Cattolica occiden- VDG: Equilibrio. Alfred Brendel usava dire “l’ese-
tale, come ricordavo prima, è stata la più importante cutore musicale è tre cose insieme: curatore di mu-
operatrice culturale della storia dell’umanità. Ed ha seo, esecutore testamentario e ostetrico…” Voi, Cori
avuto un grande merito: quello di dare alla propria liturgici, avete il compito di dare all’Assemblea dei
liturgia uno sviluppo “organico”. Uno sviluppo che fedeli la conoscenza delle più profonde emozioni che
non ha mai creato fratture con il passato e che non provengono dal repertorio di secoli di musica sacra,
ha mai fatto una scelta a causa della quale una forma quando vi ascolta in silenzio e guidata da voi si eleva
architettonica, pittorica, musicale, sia stata rifiutata al cuore di Dio. Avete la responsabilità di dare vita-
a priori: romanico, gotico, rinascimentale, classico, lità all’Assemblea dialogando con essa nei momenti
barocco rococò… e così in tutte le arti, anche nella assolutamente ineludibili nei quali non potete far-
musica. Il Gregoriano è stato il primo fenomeno di la tacere. Avete il compito di farla cantare quando,
tale “inclusione”. Il Gregoriano, a smentita di quan- stando ognuno al proprio posto, è però accanto a voi
ti lo ritengono un blocco monolitico, esiste solo in facendo “coro” con voi. Ricordate che Coro viene da
quanto risultato di una “sintesi” di varie tradizioni cor, cordis: cuore che batte, corda che vibra, coro che
musicali assimilate dal Canto Romano antico che si canta.
è incontrato con il canto dell’Europa centrale. Ma
essendo stato il grembo nel quale è nata tutta la mu- WM: Il discorso sulla partecipazione “attiva” dei fe-
sica, la più grande musica del pianeta, essendo stato deli è enorme e tuttora irrisolto in qualche sua acce-
il motivo che ha provocato la nascita della scrittu- zione. Ma cantare o non cantare, alla fine, non conta
ra musicale occidentale, la più perfetta e completa molto. Ciò che conta davvero è raggiungere il fine
che sia mai stata inventata, è un episodio ineludi- conclamato della musica sacra, che è “la gloria di Dio
bile. Allora deve essere studiato, mantenuto in vita e la santificazione dei fedeli”.
per quello che è sempre stato: canto di pochi, quan-
FarCoro
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Se quel Glo-ooorià avesse il potere di santificare qualcuno dei fedeli, lo dovremmo accettare. Altrimenti bisogna
avere il coraggio di buttarlo via.

Sono queste linee guida già chiarite per tutti o le decisioni in merito sono demandate alla sensibilità di ogni
Diocesi, Parrocchia, …?
VDG: Ho paura della parola “sensibilità”. Vi sono delle sensibilità mai diventate coscienza, perché non sanno.
Per quel che mi riguarda (ho 70 anni) una sola linea guida ha ritmato il cammino della Chiesa: informazione e
formazione.

WM: La legge, normalmente, va interpretata, e noi italiani non manchiamo certo di fantasia... Lo sa che dei tanti
brani attualmente in circolazione, solo pochi hanno ottenuto la necessaria approvazione dell’autorità territoriale
competente, cioè il vescovo?

Per chiudere: che consigli si sente di dare ai cori attivi nelle realtà parrocchiali?
VDG: Sentitevi propaggini di una storia grande e stupenda: insieme con i credenti di ogni epoca ed in ogni
spazio del mondo, state dando voce al creato, alle molecole di cui è composto il vostro corpo, alle pieghe della
vostra anima, alle sofferenze e alle gioie dell’umanità. Fatelo con umiltà, da protagonisti della comunione della
Chiesa, ora da soli, ora insieme con i fratelli, ma sempre consapevoli di essere piccole vibrazioni della consonanza
che tutti ci unisce nel cuore di Dio.

WM:Crescete e moltiplicatevi! Soprattutto crescete! Cantate bene, con passione e preparazione. Ah, dimentica-
vo: abbiate un bravo direttore, oppure fate in modo che il vostro possa studiare direzione, per essere all’altezza del
suo lavoro. Come l’architetto, il capace elettricista e il bravo falegname...
Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra
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FESTIVAL DI PRIMAVERA:
UN’OCCASIONE SPECIALE

di Mario Lanaro

Da due anni sono invitato al Festival di Primave- con oculatezza il giusto repertorio, mettendo insie-
me didattica ed effetto, strumenti e voce. Il Festival
ra quale docente. La Feniarco propone un’esperienza non è solo per i giovani cantori, ma è utile anche ai
impegnativa, per tutti i partecipanti, ma che ripaga preparatori. I direttori iscritti al corso del Coro LAB
per quello che trasmette prima (la preparazione), hanno la possibilità di spostarsi da un atelier all’altro
durante (elettrizzante mix dove si fa musica con la per assistere alle lezioni: ottima idea, per respirare il
voce, si impara, ci si diverte e si sta bene con gli altri), “dietro le quinte” che dà spunti utilissimi sulla tec-
dopo (repertorio, contatti, ricordo). È un’iniezione nica della prova e la capacità del docente di tenere
di fiducia, di positività, la voglia di cantare è nell’a- viva la concentrazione di ragazzi che non sono abi-
ria, nel volto dei ragazzi e insegnanti, di chi lavora tuati alle due o tre ore consecutive di attività corale.
per preparare il tutto. Alunni che si spostano per le L’anno scorso il mio atelier era Tapum, guerra e pace,
vie, docenti, colleghi, staff organizzativo: incontri, dovevo avvicinare i giovani cantori e strumentisti del-
saluti, contatti, scambio di idee e repertorio. Ogni la Scuola Media alla Grande Guerra con famose pa-
classe partecipa ad un atelier composto da altre tre gine (Tapum, Monte Canino e Monte Pasubio di De
o quattro scolaresche per un totale di un centinaio Marzi) proposte nella melodia originale, ma riviste
di cantori; c’è un tema specifico per ogni atelier, con nell’accompagnamento pianistico (vedi FarCoro n. 3
un fascicolo apposito che viene dato ad ogni corista. sett/dic 2015). Non nascondo la mia iniziale preoc-
La fase preparatoria e l’attesa a scuola caricano i gio- cupazione data la drammaticità dell’argomento: por-
vani cantori di aspettative e di curiosità: aspettative tare in scena il dolore in un’occasione così sfavillante
e curiosità che si moltiplicano quando le energie si come il Festival di Primavera significava chiedere ai
fondono nel grande coro dell’atelier. I concerti serali ragazzi una buona dose di serietà e determinazione.
concludono l’intensa giornata e qui la singola scuo- Loro hanno risposto con grande impegno intonando
la ha modo di presentarsi. Viene a galla l’esperienza con voce piena e convinta canti tanto lontani dalla
(chiamiamola anche preparazione, personalità, carat- loro anagrafe. Ho presentato il repertorio iniziando
tere) dell’insegnante/ direttore. Alcuni puntano sulla dalla lettura del testo, identificando tra i versi la pa-
difficoltà dei brani, altri sul movimento del body per- rola chiave per meglio interpretare il brano. Ho spie-
cussion. Chi rigorosamente a cappella, chi solo con gato loro il significato di alcuni termini, ho descritto
accompagnamento. Ci sono anche ottimi insegnan- i luoghi della guerra. Viene poi la drammatizzazione:
ti che, calcolando il potenziale vocale, propongono una voce declama sopra il sordo rumore dei passi,
FarCoro
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si marcia sul posto, ma... senza accelerare, per favo-


re! Proviamo anche il glissato per l’effetto del vento:
passi, sussurro, glissato, dolore, fatica, incubo, tutto
è palpabile. Dopo arriverà la melodia e l’accompa-
gnamento, dopo. “Ma gli alpini non hanno paura” è
liberatorio! Emozionante, obiettivo raggiunto! Signi-
ficativo il commento di alcuni presenti al concerto
finale: è bello vedere i nostri giovani cantori così in-
teressati; è bello tornare alla cantabilità della nostra
lingua italiana per una volta libera dalla componente
ritmica, oggi troppo presente nei repertori dei cori
scolastici e giovanili. Uno dei vigili del fuoco (pre-
senti al Palatenda per la sicurezza) viene a ringrazi-
armi un po’ commosso, perché “erano tanti anni...”
Alle riletture dei canti della guerra ho unito una
mia rivisitazione del nostro Inno Nazionale, farci-
to con sette citazioni - brevi temi facilmente rico-
noscibili - che hanno reso grande la musica italiana
nel mondo. Un Inno va oltre il testo e al tempo in
cui è stato scritto, non è solo parola, ma melodia,
armonia, controcanto, ricordi e nuove idee, che
fanno slalom tra Mameli e Novaro ai quali non
è stata cambiata una virgola. Viene qui presenta-
to nella versione per pianoforte, flauto e voce nella
giusta tonalità dell’esecuzione scolastica (o di coro
estemporaneo). Esiste anche una veste per solo
canto e piano ed un’altra per canto ed orchestra.
Dietro la presenza di uno dei tanti alunni al Festi-
val di Primavera c’è una famiglia che sostiene eco-
nomicamente la partecipazione del proprio figlio:
non sono tempi facili ed è quindi un aspetto che va
sottolineato e molto apprezzato. La scuola di prove-
nienza iscrive la classe, ma non può sostenere le spe-
se di viaggio, vitto e alloggio. Me lo conferma una
collega insegnante che ha partecipato al mio atelier.
Conosciamo molto bene le difficoltà della scuola
dell’obbligo nel proporre viaggi di istruzione o even-
ti extrascolastici. Essere presenti al Festival significa
quindi coinvolgere altri (i familiari), confermare la
portata pedagogica del canto corale; è educazione
che si allarga e che va oltre ai tre giorni canterini.
La classe porta a casa i brani studiati ed eseguiti
durante il Festival che diventano un arricchimento
del repertorio da cantare a scuola. Gli insegnanti
possono disporre di nuove proposte, (anche quel-
le degli altri atelier), idee, stimoli; osservano la re-
azione dei loro ragazzi in una situazione di conta-
gio elettrizzante, davanti ad un nuovo docente.
Quest’anno il mio tema era Un’Italia di suoni; volevo
presentare un nuovo brano che menzionasse tutte le
coralita’ scolastica

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chiesta a Marco Ongaro di cui sopra. Si parte con
Funiculì funiculà, si passa per un breve Ar-
rivederci Roma, una puntatina a Venezia
con La biondina in gondoleta, un appassio-
nato Non potho reposare; completano Ciuri
ciuri, Vola vola vola, La Montanara, O sole
mio. Piccoli assaggi, appena il tempo di
iniziare che già attacca il tassello seguente.
Le ore di lezione (tre al mattino e tre al
pomeriggio) sono lunghe da passare, con-
siderando che per i giovani cantori un’e-
sposizione così prolungata al canto corale
è un’esperienza del tutto nuova: vocalizzi,
ascolto e ripetizione della propria parte, me-
morizzazione, assieme, accompagnamento,
la nuova disposizione da fissare dato che
non è la sola classe, ma cento e più ragazzi.
regioni italiane, per non correre il rischio di esclude- Non è ancora il momento dell’intervallo, ma c’è biso-
re e mortificare qualche coro scolastico inserito nel gno di una pausa, senza lasciare la sala prove: chiedo
mio atelier. Marco Ongaro, autore di testi teatrali e allora di recitare una poesia, un motto, una filastroc-
cantautore veronese, c’è riuscito e mi ha consegnato ca nel dialetto dei nonni. La parentesi si trasforma in
in pochi giorni un affresco davvero brillante. Si va un momento davvero suggestivo: la singola voce che
dall’Alpe all’Appennino, dalla pianura al mare, peni- declama, il suono e il ritmo delle strane sillabe: che
sola fatidica, repubblica a stivale. Ci sono le venti re- vorranno dire? La diversità dell’accento, della pronun-
gioni, ma anche i fiumi più lunghi. Ne è uscito un cia, parole che raccontano. Si torna allo studio con la
“Hip hop... quasi” (questa è la mia indicazione di declamazione del Souvenir in fase di preparazione:
tempo all’inizio) per quattro rapper, coro a due voci La biondina in gondoleta
e pianoforte (la percussione è benvenuta, ma con il l'altra sera go menà...
giusto dosaggio). Mi sono lasciato anch’io prendere e noto la mano alzata di un’alunna di una scuola ro-
dal tumtumcià, senza rinunciare però alla cantabilità mana; la domanda arriva subito:
e il ritornello ha una chiara matrice melodica. Il bra- perché l’ha menata? se le voleva bbene perché l’ha pic-
no (qui allegato) presenta qualche difficoltà e i rapper chiata?
devono misurarsi con scioglilingua davvero serrati: Lezione nella lezione, spiego il doppio senso e si ride
Veneto Piemonte Val d’Aosta Lombardia Bloccate dalle volentieri. Il concerto finale è l’ultima fatica nel corso
Alpi che non scappino via... di una lunga mattina. All’aperto si fanno gli esercizi
e più avanti per la respirazione, i vocalizzi, le ultime raccomanda-
e tutt’a un tratto il dado è tratto al Rubicone zioni. La prova di palcoscenico è breve, si ha appena
ma in quale regione per quale ragione? il tempo per un’esecuzione. Serve capacità di sintesi,
dove il cambio di vocale re/ra è più chiaro se mimato concentrazione e tutta l’essenzialità di cui si dispone.
con l’alfabeto delle mani. Anche questo fa parte del bagaglio tecnico del diret-
Souvenir d’Italie ha rappresentato l’altro terreno di tore. Bisogna portare a compimento tutto il lavoro
lavoro, alla riscoperta dei motivi nostrani e del senso preparatorio, ma deve rimanere una festa e quindi
melodico. È un adattamento per solista, coro ad una il dosaggio tra “carota e bastone” va ben calcolato.
voce, seconda voce ad lib. pianoforte e flauto traver- Si va in scena, siamo concentrati e tutti mi guardano.
so, anche questo appositamente composto per il Fe- Respiro, attacco... ed è già finito. Sorrisi, foto, ringra-
stival. Già nel 1985 avevo raccolto in un pot-pourri ziamenti reciproci e i saluti prima della partenza. Nel-
(oggi medley) per coro misto una serie di temi per le settimane successive seguono varie mail: abbiamo
un ideale viaggio tra le nostre regioni. L’esecuzione eseguito al saggio finale i pezzi, sono piaciuti. Grazie!
suscitava simpatia ed erano compiaciute le parole Sono io a ringraziare: grazie alle colleghe e colleghi
di commento, ma diventavano dispiaciute quando insegnanti, a chi ha ideato il Festival e lavora perché
la regione in cui eseguivo non era rappresentata da tutto ciò avvenga.
nessun inserimento. Questo spiega la specifica ri-
A spasso
per l'Italia
per coro a due voci di canto e rap,
pianoforte e percussioni
Testo di Marco Ongaro
Musica di Mario Lanaro
©» F Rapper uniti
& b 44
Hip hop... quasi
∑ Ó Œ ‰ ≈ j̊ ≈ j̊
64

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
4 Rapper

parlato A spas - so per l'I - ta - lia Nes - su - no mai si sba - glia A

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4 4
Inizio solo percussioni
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1-1 1-1

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Pianof. 1 2 3 4 1 2 3

∑ ∑
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4 RIT. f
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5

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Coro A spas - so per l'I - ta - lia Nes -

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spas - so per l'I - ta - lia Nes - su - no mai si sba - glia

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6

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F
su - no mai si sba - glia E tut - ti¬han-no ra - gio - ne Di re - gio - ne in re - gio - ne Dal-

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cantato Oh,
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3
9

œ œ œ œ. ‰. j̊ œ œ œ. ‰. œ
&b bœ œ bœ œ œ œ œ œ J
l'Al - pe¬al - l'Ap - pen - ni - no Dal - la pia - nu - ra¬al ma - re Pe -

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¿ ¿ ¿ ¿
‰ Œ Œ ‰ ≈ j̊
¿ ¿ ¿

Ap - pen - ni - no al ma - re

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11

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œ œ œ œ œ œ œ œ. œ. œ œ œ œche
ni-so - la fa - ti - di - ca Re - pub-bli - ca¬a sti - va - le Lin - gua di ter - ra

&b Ó Œ ‰. j̊ 24 ‰ 44 Œ Œ ‰ ≈ j̊ ≈
¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
sti - va - le, sti - va - le i - ta - li - ca
4

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2

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1

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2° v. salta a b. 26

j
14 15

j
& b œ œ œ œ >œ œ ‰ Œ œ. œ. œ
œ. œ œ ‰
l'on - da spin - ge su MA COn GRAn PE - na

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cantato

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ˙ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
MA COn GRAn PE - na Oh, MA COn GRAn PE - na LE

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16

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œ œ œ œ Œ Ó
LE RE - CA GIÙ

&b ¿ ¿ ¿ ≈ Œ Œ ‰ . j̊ ≈ j̊
Rapper 1

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
RE - CA GIÙ 1 IlPerdeclamato
- ché¬il Mo - li - se vie - ne do - po l'A - bruz - zo? Non

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va evidenziato con gesti e mimica facciale

œœœ œœœ œœœ j


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18
Rapper 2

&b ≈ j̊ ≈
¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿

fa - re lo struz - zo è l'or - di - ne¬al - fa - be - ti - co Um - bria Mar - che To - sca - na Li - gu - ria

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&b Œ b œœœ ‰ Œ
b œ œ œœ œœ ≈ Œ œœœ ‰ Œ œœœ œœœ œœœ ≈
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20

&b ‰ ‰
Rapper 3

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
Stan - no¬ap - pog - gia - te ma¬è già¬u - n'al - tra sto - ria E se l'E - mi - lia¬e la Ro - ma - gna fan - no u - na

j j
&b Œ b œ
b N œœœ ‰ Œ œœ œœ œœ ≈ Œ b œ ‰ Œ œ œœ œœ ≈
œœ œœ œœ b N œœœ œœœ œœ œœ
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.

22

& b ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿j̊ ‰ ‰
Rapper 4

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
j
La Ve - ne - zia¬e Giu - lia nel Fri - u - li non fan tre E l'Al - to A - di - ge in - sie - me¬al - Tren - ti - no

j b œ œœ œœ œœ ≈
&b Œ b œ
b œœœ ‰ Œ œœ
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≈ Œ N œœœ ‰ Œ œœ œœ œœ
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œ œ œ. œ œ œ œ œ. œ œ
5
24 26
24 Œ ≈ j̊ 44 Œ
RIT. da b. 5 fino a tutta 15

&b ∑ ‰ ‰ j œ
fA œ œ œ
24 44
LE RE - CA

&b ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ Œ ∑
¿ ¿ ¿
≈Œ Ó

b Nb œœœœ œœœœ œœ œœ œœ œœ œ œ œ
Sem-bra sia vi - ci - no ma vi - ci - no non è RE - CA GIÙ

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&b Œ b N œœœ ‰ Œ œœ œœ œœ 4 4
cresc. molto f ƒ œ œ œ
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27

&b œ Œ Ó ∑
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Rapper 1 3

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
2 Ve - ne - to Pie - mon - te Val d'A - o - sta Lom - bar - di - a Bloc - ca - te dal - le Al - pi che non scap - pi - no vi - a

j ‰ Œ j
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29

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Rapper 2 3

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
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La - zio Cam - pa - nia con Ca - la - bria�e Si - ci - lia Giù giù fi - no¬al - la pun - ta del - la gran - de fa - mi - glia

j b œ œœ œœ œœ ≈
&b Œ œœœ ‰ Œ œœœ œœœ œœœ ≈ Œ b œœ ‰ Œ
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31

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Rapper 3

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
j ‰ Œ j ‰ Œ
Pu - glia Sar - de - gna a
cia - scu - no un e - stre - mo Dei tre sto - ri - ci ma - ri che di - ven - ta - no u - no

&b Œ b œ
b œœœ œ œ œ
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œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ

6
33

&b ‰
Rapper 4 3

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
Con la Lu - ca - nia det - ta Ba - si - li - ca - ta Mes - sa¬in mez - zo¬af - fac - cia - ta sul - lo Io - nio sfron - ta - ta

j j
b œœ œœ œœ œœ ≈ Œ b œ œœ œœ œœ ≈
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cresc. molto f
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35 Coro

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¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿

e l'A - di - ge¬il più cur - vo

&b Ó Œ ‰ ≈ j̊ ‰ Œ ‰ ≈ j̊
¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
3 Il Po è¬il più lun - go il

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bœ b œ n >œ b œ n œ n œ n œ œ
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stacc.
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37

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¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
‰ Ó Œ ‰ ≈ j̊
¿
il Re - no il Vol - tur - no ma¬in

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Rapper 1

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
œ bœ nœ bœ
Te - ve - re con l'Ar - no e tut - t'a¬un trat - to¬il da - do¬è trat - to¬al Ru - bi - co - ne

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J J J J ‰ J
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7
39

& b ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ≈ ¿j̊ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ‰ ∑
e a

qua - le re - gio - ne per qua - le ra - gio - ne?


Rapper 3

&b Ó Œ ‰ ≈ j̊
Rapper 2
≈ j̊
¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
œ bœ nœ bœ nœ
l'I - sar - co¬e l'I - son - zo l'O - glio¬il Se - rio¬e¬il Ga - ri - glia - no e

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œ œ bœ nœ bœ nœ b œ œœ œœ œœ ≈
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>Coro
41

&b ∑ Ó ‰ j‰
¿ ¿ ¿
Se non di -

&b ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ≈ ¿ ¿ ¿ j‰
Rapper 4 Rapper uniti

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
l'Ad - da¬il Sar - ca¬il Min - cio non son nien - te? Ma che fi
> non di -
- gu - ra mi fai fa - re¬in com - pe - ten - te Se

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43

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RIT.

& b ¿ ¿ ≈ ¿j̊ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ‰ . œj̊ œ ‰ . j̊ œ œ .


cresc. molto
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stin-gui il fiu-me¬e l'af-flu - en - te. A spas - so per l'I-ta - lia Nes - su - no mai si sba - glia E
cresc. molto
& b ¿ ¿ ≈ ¿j̊ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ Œ ∑ ∑
stin-gui il fiu-me¬e l'af-flu - en - te.

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8

46

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F
tut - ti¬han-no ra - gio - ne Di re - gio - ne in re - gio - ne Dal - l'Al - pe¬al-l'Ap-pen-ni - no Dal-

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Œ Œ ‰
¿ ¿ ¿ ¿

Oh,
˙ Ap-pen-ni - no
cantato

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j j j b b œœœ ≈ J b œœ ≈J
& b œœœ œœœ ≈ œœœ .. n œœœ œœœ ≈ œœœ .. œœœ œœ ≈ œœ .. œœ .. œœ œœœ
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49

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J œ œ œ œ œ œ œ œ œ ‰
la pia - nu - ra¬al ma - re Pe - ni - so - la fa - ti - di - ca Re - pub - bli-ca¬a sti - va - le

&b Œ Œ ‰ ≈ j̊ ‰ Ó Œ ‰. j̊ 24
¿ ¿ ¿ ¿
al ma - re sti -

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4

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51

& b 24 ∑ 44
œ. œ. œ œ . œ œ
j̊ ‰ j̊ œ œ œ œ œ œ ‰ Œ
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Lin - gua di ter - ra che l'on-da spin-ge su

& b 24 ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ‰ 44 Œ Œ ‰ ≈ j̊
¿ ¿ ¿ ¿
≈ Œ Œ ≈
¿ ¿ ¿ ¿ ¿

va - le, sti - va - le i - ta - li - ca MA COn GRAn PE-na

. . . >
& b 24 œ œ œ œ œ ‰ 44 œœ . œ . j̊ ‰ œj̊ œœœœ œœœœ œœœœ ≈ b œœœœ œœœœ ‰ ≈
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œ œ œ œ œ œ. œ. œ œ. œ œ

9
p improvv. cresc.
j
54 cresc. molto

& b œ. œ. j . . j œ. œ. œ.
œ
œ. œ œ ‰ œ œ. œ œ œ œ ‰ œ œ œ ‰
p improvv.
MA COn GRAn PE - na MA COn GRAn PE - na MA COn GRAn PE - na
cresc. cresc. molto

&b ≈ ‰
˙

œ œ œ œœ
‰ ˙ ≈œ œ œ œœ œ
˙ œ œ œ œœ
Oh, MA COn GRAn PE-na Oh, MA COn GRAn PE-na Oh, MA COn GRAn PE-na LE

CODA cresc. cresc. molto

&b œœ ... œ .. œ œ œ œ œ œœ .. œ . œ œ œ œ œ œ œœ ... œ . œ œ œ œ œœ


œ œœ . œœœ œ œ œ œ . œœ .. œœ œ œ .
œ œœ . œœ œ œ
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p improvv. j j j
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b
œ. œ. œ œ. œ œ œ. œ. œ œ. œ œ œ. œ. œ œ. œ œ

f
Fa acuto:

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57
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pochi, sicuri

&b Œ œ w w
f
LE RE - CA GIÙ

& b œ œ œ ≈ Œ Œ ‰ ≈ j̊ œ œ œ œ b œ œ œ . ‰ ≈ j̊ œ œ œ œ b œ œ . ‰ ≈ j̊
œ
œ œ œ
RE - CA GIÙ A spas - so per l'I - ta - lia, a spas - so per l'I - ta - lia, a

œ œ œ œœ œœ œœ œœ b œœ œœ œœ œ œ œ œ ≈ œœ œœ œœ œœ b œœ œœ œœ œ œ œ ≈
& b œœœ œœœ œœœ Œ Œ ‰ . Jœ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œœ
f
? œ œ œ Œ Ó ≈ œ œœ ≈
b œ œ. œ œ. œ
œ œ œ œ œ. œ œ . œ bœ œ œ œ œ. œ œ.

˙
battere le mani, opp.
60

&b ˙ ≈ j̊ ≈ ‰ Œ Ó
gridato, non sguaiato il piede a terra

¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿
A spas - so per l'I - ta - lia!
*
& b œ œ œ œ b œ ≈ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿j̊ ≈ ‰ Œ Ó
gridato, non sguaiato

*

spas - so per l'I - ta... A spas - so per l'I - ta - lia!

œœ œœ œœ œœ b œœ > œ
œ œ œ œ œ œ
&b Ó Œ Ó Ai SingOverSound

ß
con Giorgio in testa

?b
... da "zio" Mario
Ó Œ Ó
œ œ. œ
œ . >œ
& LM - Malo, 15 febb. 2016

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10
L'Inno per gli italiani nel mondo
Versi di Goffredo Mameli (1827/1849)
libera rivisitazione dell'Inno nazionale Arrang. ad una voce media
con flauto e pianoforte
Musica di Michele Novaro (1822/1885)
di Mario Lanaro

F Ÿw ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
˙
Libero
b 4 | Marziale (ma non troppo) q = 98
Flauto &b b 4 Œ Œ ∑ ∑

œ œ . œ œœ . œ ‰ œ œœ œ . œ œ . ‰ œ
b .
& b b 44 Ó Œ
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Pianof.
F La montanara œ œ f
? b b 44 Ó œœ .. œœ œ .. œ
b Œ œ & b œœ œœœœ Œ ˙œ œ . œ œœ Œ ˙œ n œ œ œœ ?
.
ad libitum

f œ œ œ mœ
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5

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F
O sole mio

b ∑ ∑ Ó Œ
&b b
Melodia originale

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œ œ. œ ˙
Fra - tel - li (legare) d'I -

b b b œœœ .. N œœ ˙œ œ œ ˙ œ w3 œ œ œ ‰ œ ‰ ˙œ . ‰ œ œ œ œ ‰ ‰
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3 3

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9

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, ,
& bbb œ. œ ˙ œ œ. œ ˙ œ œ. œ ˙ œ
œ œ. œ˙
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ta - lia, l'I - ta - lia (legare) s'è de - sta, del - l'el - mo di

b j œ. œœ ‰ j œ œœ ‰
œœ .. œ œ œ œœ œœ œœœœ
& b b œœ ‰ œ .
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13

&b b œ ‰ 3
Œ ‰
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(stacc.)

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œ œ
Sci - pio s'è cin - ta la te - sta. Do - v'è la vit -

œ œ
3

b b œœ œœ œ œ œ ‰ œœ œ ‰ œœ œ
&b b œœ œ .
. œ ‰ n œ n œ œ
œ n œœ œ˙ . œ ˙˙ œœ œœ
p (stacc.)
j‰ j
? bb œ & ˙œ ?œ œ ‰ œœ ‰ ‰ œ ‰ j ‰ œj ‰
b nœ œ œ . n œ ˙ œ œ j J
nœ œ œ œ œ
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œ œ œ nœ œ
J

œ œ F Fœ ˙ . œœœ
Aida: Marcia

œ œ œ œ œ œ
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una comoda tessitura vocale,

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adatta all'esecuzione in ambito scolastico.
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permette una chiara articolazione del testo.

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mor - te l'I-ta - lia chia -mò. Sì!
Questa particolare versione dell'Inno di Mameli

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da un lato rimane fedele al canto originale,

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inserti musicali che richiamano alla grande
tradizione melodica italiana.

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dagli oltre 100 milioni di italiani e oriundi italiani

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che vivono ai quattro angoli del mondo.

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8/10/2013

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FarCoro
33

INTERVISTA CON

Ēriks
Ešenvalds
deciso di scrivere otto battute di musica su un pezzo
di carta, che poi ho mostrato al direttore del coro, e
lei le ha suonate al pianoforte. Il suono sembrava in-
teressante, ma ciò che è stato ancora più interessante
è stato il suo commento: ‘Ēriks, tu dovresti scrivere
musica, forse una canzone per cominciare’. Quello è
stato il primo momento in cui la parola ‘comporre’
è diventata qualcosa di personale per me. Così ho
scritto una canzone, varie canzoni...grazie a Whit-
ney Houston, che era molto popolare a quel tempo.
In Unione Sovietica, noi non avevamo disponibilità
di alcun spartito della sua musica, così ho imparato
le sue canzoni a orecchio, suonandole sul mio pia-
noforte e sono stato veramente sorpreso di scoprire
che le canzoni erano fatte di pochi accordi: REm,
SIb, DO, FA, LAm, SOLm7. Inoltre ho imparato
le modulazioni che aiutano le canzoni a diventare
di Andrea Angelini
più drammatiche. Così ho appreso questi elemen-
ti di base all’età di dieci anni, ed utilizzandoli ho

AA: Quando inizia la tua carriera di composito- scritto alcuni dei miei primi canti, ma il problema
era trovare i testi per le mie melodie. Poi, all’età di
re? Da quando, nel corso dei tuoi studi, hai compre- quattordici anni, quando in Lettonia cominciarono
so che la musica era la strada che avresti seguito? ad essere libere le cose che prima erano proibite e
EE: Sono nato nel 1977 in una famiglia ordinaria, le chiese poterono aprire nuovamente le loro porte,
durante l’era sovietica in Lettonia. Mio padre lavo- sono diventato cristiano nella chiesa battista della
rava come autista di ambulanze, ma mia madre era mia città natale. Sono stato contento di trovare dei
insegnante di musica presso la scuola primaria, ed buoni testi per le mie melodie negli inni della chiesa,
è stata proprio lei che, per prima, mi ha insegnato ed il coro della chiesa è stato il primo ad eseguire le
le canzoni per bambini ed i fondamenti della mu- mie prime composizioni. A quindici anni, invece di
sica. Il mio primo tentativo di scrivere qualcosa su continuare lo studio della musica presso la Scuola
un pentagramma è stato durante i miei primi anni Superiore di Musica, ho scelto di studiare seriamen-
alla Scuola di Musica della mia città natale, dove ho te matematica e fisica ed in seguito sono diventato
studiato intensamente musica dall’età di sette anni studente di psicologia all’Università Lettone. Ma a
fino ai quattordici: mi sono dedicato allo studio del diciassette anni, dopo un mese di studi di psicologia,
pianoforte, del canto, teoria musicale e storia della ho capito che quella non era la mia vocazione. E’
musica, coro e ho suonato il pano in duo. Ricordo, stato un momento molto difficile nella mia vita che
in particolare, durante un intervallo di dieci minu- ha rovinato i miei 'occhiali colorati di rosa', quando
ti, durante le lezioni di coro, improvvisamente ho d'improvviso una sera il mio compagno di stanza è
il personaggio

34

morto per un attacco cardiaco. La Programmazione chael Finnissy, Jonathan Harvey, Phillippe Manoury,
Neuro-Linguistica è stata la prima materia nei miei Klaus Huber, Ole Lützow-Holm, Guy Reibel, Marek
studi che non mi è piaciuta, e ben presto ho capito Kopelent. Tutte queste figure sono state molto im-
che c’erano altre discipline da seguire, ad eccezione portanti per l’approccio alla musica contemporanea,
della ipnosi che ho scelto liberamente. Così, ho de- ma la cosa che ha avuto una grande impressione su di
ciso di smettere l'Università. Non c'era nessun posto me, è stata l'emozione. La loro musica, pur composta
dove andare, perché gli esami di ammissione in tutte in modo molto complesso, era piena di sentimenti
le altre università e accademie erano già terminati. umani e di passione. Questo mi ha davvero ispirato.
Tranne uno, il Seminario Battista di Teologia, dove
AA: La musica corale vive e prospera principalmente
perché si coniuga alla parola: al primo posto c’è l’intel-
Si puo’ descrivere il compositore ligibilità, il suono che viene percepito dall’orecchio deve
come un pittore, o un regista, essere curato e, se una parola deve essere cantata è indi-
o un attore capace di eseguire spensabile che la si possa ascoltare senza fatica. Quali
sono le strategie che rendono possibile questa perfezione?
l’improvvisazione dal vivo, senza EE: Ci sono momenti nei miei lavori corali, come
alcuna prevedibilita’ ‘Sun Dogs’, ‘The First Tears’, in cui la descrizione
musicale di un paesaggio invisibile, o un orizzonte
sono stato accettato, e lì ho cominciato a sognare di senza spazio o un dolore drammatico, passa oltre le
diventare uno psicologo cristiano o un pastore. Il frontiere linguistiche e solo la pura musica porta
primo anno è stato fantastico, il secondo noiosissi- al culmine finale, o alla ’Fossa delle Marianne’ Tale
mo perché la musica che mi bruciava dentro, len- visione è molto esigente, ed esprimersi puramente
tamente cominciava a svegliarmi. Poi qualcuno mi senza linee di poesia, a mio avviso, è come esegui-
suggerì di mostrare i miei brani di musica sacra ad re le più alte acrobazie. Ma prima, naturalmente, ci
un professore dell’Accademia Lettone di Musica. Ed sono i testi per iniziare la storia di cui il canto parla.
io lo feci. Finalmente, a diciannove anni, sono diven- Ho imparato prima a trovare l'idea o la storia del
tato studente di composizione all’Accademia Letto- pezzo; poi vado in biblioteca per trovare testi per-
ne di Musica, dove ho dovuto studiare duramente in fettamente adatti; e solo allora, quando ho la mia
quanto non avevo il Diploma della Scuola Superiore matita rosicchiata ed uno spartito bianco, compon-
di Musica ed i canti sacri, senza accompagnamento go il pezzo, al mio pianoforte. Sono molto esigente
strumentale, erano tutti quelli che io avevo mostrato nella scelta delle poesie. Perdo interesse in poesie che
per tentare di essere un compositore. Ma i professori hanno parole 'tecniche', come: tram, elettricità, tra-
videro la mia passione per la musica che aveva già smissione; questo vocabolario è pari a zero nel mio
raggiunto un livello elevato, e credettero in me. Vi- mondo musicale. Per me la musica è ciò che guida la
dero in me qualcosa in più di ciò che io conoscevo carica. Ma, tuttavia, non posso fare a meno dei testi!
di me stesso. E solo lì, camminando per i corridoi
dell’Accademia, compresi che avevo trovato il luo- AA: La voce umana è probabilmente il più incante-
go per la mia vocazione. Questo è stato il mio cam- vole tra i suoni musicali. Se dovessi indicare, oltre al
mino verso il regno della composizione musicale. possesso di un talento naturale, i requisiti tecnici in-
dispensabili per praticare l’arte del comporre per coro,
AA: Quali musicisti hanno maggiormente in- quali potresti scegliere? Che consiglio daresti ad un gio-
fluenzato il tuo modo di interpretare la musi- vane artista immobilizzato dalla paura di rischiare?
ca? Quali percorsi di ricerca stilistica hai seguito? EE: Cantare tu stesso ogni linea vocale che hai
EE: Ho studiato presso l’Accademia Lettone di Mu- scritto! Nuotare in profondità nella bellezza del-
sica per sette anni, ho imparato molte tecniche e stili la scrittura polifonica. Studiare le tecniche e ascol-
per scrivere musica. Quella è stata una formazione tare le registrazioni un sacco, davvero un sacco.
estremamente forte, ampia e profonda. Ho anche
partecipato a molti master-class di composizione
all'estero guidati da grandi compositori, quali Mi-
FarCoro
35

è un segreto che io sia stato invitato in


molti concorsi, per valutare sia i cori che
i compositori, e le mie orecchie han-
no sempre desiderato il miglior suono.

AA: E’ interessante il rapporto tra archi-


tettura e musica: il prodotto sonoro non
dipende solo dalle fonti acustiche, ma dal
modo in cui le onde sonore vengono river-
berate. Quali ‘coreografie’ si adattano me-
glio a far risaltare le diverse composizioni?
EE: Ho sempre sperato di avere i miglio-
AA: I tuoi lavori sono stati eseguiti da cori di alto ri luoghi con l’acustica più adatta. Anche
livello. Qual è il tuo rapporto con gli esecutori della mu- se io non sono il produttore e ringrazio Dio per que-
sica che componi? sto! Sprecare il mio tempo creativo su quei dettagli
EE: Il mio compito è quello di condividere con loro pratici non è la mia vocazione. Ma ciò che faccio,
il mio cuore nudo e vero, che ha vissuto il pezzo in- soprattutto nelle grandi opere, è di elaborare diver-
teramente. Non è il momento di mentire. A volte ci si archi dei parametri uguali del pezzo, per quanto
sono artisti che decidono di percorrere una propria possibile, mescolando il pezzo in una forma unitaria.
strada (e non capisco il motivo per cui sono stato
invitato, forse solo per una foto?). Ma poi ci sono AA: Il ritmo: può essere prorompente e dominare la me-
quelli veramente preziosi che ascoltano il compo- lodia o può essere un sottofondo del brano appena per-
sitore e cercano di scavare più a fondo, lavorare di cettibile. Quale messaggio può celare una composizione?
più, espandendo la loro zona di comfort. E questa EE: La drammaturgia parallela, la melodia nascosta
è una vera collaborazione, molti di loro in partico- o il motivo, i modelli ritmici, il ridimensionamento
lare mi vengono in mente ora: Andris Nelsons e le dinamico, sono solo alcuni dei tanti potenti stru-
Orchestre Sinfoniche e i Cori di Boston e della città menti di composizione. Si può descrivere il com-
di Birmingham che hanno lavorato sui miei ‘Lakes positore come un pittore, o un regista, o un attore
Awake at Dawn’, ‘Whispers on the Prairie Wind’ capace di eseguire l'improvvisazione dal vivo, senza
eseguiti da Utah Symphony e Salt Lake Vocal Ar- alcuna prevedibilità. Questa è la parte più interes-
tists con il Coro ACDA diretto da Thierry Fischer e sante nella composizione: quali strumenti scegliere
Barlow Bradford; Stephen Layton con il Coro Poli- per rendere l'idea compositiva o per far prendere
fonico del Trinity College ha registrato due CD con vita alla storia. Io sono come un hippy sognato-
le mie musiche, Richard Nance e il Pacific Lutheran re o un filosofo mentre sto pensando l'idea, men-
University Choir hanno lavorato sul mio ‘Northern tre mi sento come un saldatore durante il processo
Lights’; grandi sessioni di registrazione ci sono sta- tecnico della composizione. E non ci sono scuse se
te con il Coro Lettone della Radio, il Coro di Sta- la filosofia e la saldatura non si adattano insieme.
to della Lettonia e il Coro Giovanile Kamer; Ethan
Sperry e i suoi eccezionali cori, anche il Coro dell’O- AA: Quali sono i progetti per il futuro?
pera di Toronto e Robert Cooper, e, naturalmente, EE: Non piani, ma sogni: scrivere musica da film! E
il Coro Leoni diretto dall’appassionato giovane di- un particolare sogno è questo: voglio comporre mu-
rettore Erick Lichte. Non posso tacere su Donald sica per celebrare Sara Teasdale, la grande poetessa
Nally e sul Crossing Choir, ed anche su Iowa State americana, la cui poesia e vita hanno toccato la mia
University Cantamus Women's Choir e Kathleen vita. In verità, questo è il mio sogno. "Spero che"
Rodde, e sul Netherlands National Children’s Choir non è la parola giusta per descrivere quella sensazio-
e Wilma Ten Wolde. Queste superbe collaborazioni ne interiore riguardo alla sua poesia quasi-trasparente
hanno prodotto i migliori risultati artistici. E non che è morbida e di fuoco, scura e profonda, lumi-
il personaggio
36

nosa e fredda, e piena di passione e di amore. Era musica corale in esclusiva da Ēriks Ešenvalds ha vinto
coraggiosa nel parlare di quei sentimenti in cui la il Premio Lettone Music Records. Le composizioni di
gente a volte si trova senza parole, come imprigio- Ēriks Ešenvalds’ sono state eseguite per la prima volta da
nata. Non era la perfezione, né io lo sono, ma la sua diversi ensembles, tra cui: Britten Sinfonia, il Coro del
poesia aveva la dimensione di atemporalità. La sab- Trinity College di Cambridge; Holst Singers e Imogen
bia ondeggia, l’ acqua e le nuvole scorrono, e lei, sul Heap, Polyphony, il Coro del Merton College di Ox-
ponte di St. Louis cattura un altro scorcio di eternità. ford, il Coro Lettone della Radio, il Coro di Stato della
Lettonia, il Coro Giovanile Kamēr; Sinfonietta Rīga, il
AA: Potresti dare un messaggio di incoraggiamento a Coro Bavarese della Radio, l’Orchestra Sinfonica Na-
tutti gli appassionati di musica corale? Perché dovrebbe- zionale della Lettonia, l’Orchestra Sinfonica di Liepaja,
ro continuare a cantare e a dirigere? il Coro Infantile Nazionale dell’Olanda l’ Ensemble Vo-
EE: Come lei ha detto, la voce umana è probabil- cale Svedese; Salt Lake Vocal Artists, il Temple dell’U-
mente il più bello tra i suoni musicali. Ci sono così niversità di Philadelphia, il Crossing, Coro da Camera
tante grandi opere corali scritte in diversi stili, epo- dell’Università Statale di Portland, il Coro dell’Univer-
che e storie. Consiglierei di andare in queste biblio- sità Luterana di Tacoma, i Cardinal Singers dell’U-
teche di musica corale e di esplorare! E’ una fantasti- niversità di Louisville, ed i Concert Singers dell’Uni-
ca esperienza cantare i brani di questi libri, ritrovarsi versità del Mississippi. Nel 2007 l’Opera Nazionale
negli orizzonti più lontani, negli inverni più freddi, Lettone ha messo in scena la sua prima opera ‘Joseph
nell'amore più profondo e in tante altre storie vere. is a Fruitful Bough’. La sua musica è stata eseguita in
numerosi festival internazionali, inclusi: Klangspuren
AA: Se non fossi diventato un compositore, di che cosa ti in Austria, il Schleswig-Holstein in Germania, Tenso
sarebbe piaciuto occuparti? Days in Francia, l’Haarlem Choir Biennale in Olanda,
EE: Molto probabilmente sarei stato un dottore, un Voices Now nel Regno Unito, ACDA Festival Nazio-
buon medico per aiutare le persone. nale e Regionale di Spoleto, negli USA. Nel 2014 per i
World Choir Games, che si sono svolti a Riga, Ēriks ha
composto l’Inno dei Giochi che ha dato un maggior ri-
Ēriks Ešenvalds è oggi uno dei più ricercati compositori lievo al suo lavoro; ha inoltre partecipato nelle giurie dei
corali, con un intenso programma di lavori su commis- concorsi, ed ha avuto una produzione su larga scala, in
sione e di esecuzioni della sua musica, ascoltata in tutti anteprima, dei suoi lavori da parte dei Latvian Voices
i continenti. Nato a Riga nel 1977, ha studiato presso e The King's Singers. La stagione delle prime di Ēriks
il Seminario Lettone di Teologia (1995-1997) prima Ešenvalds include Lakes Awake at Dawn per le Orche-
di ottenere il Master in composizione (2004) presso stre Sinfoniche di Boston e della città di Birmingham;
l'Accademia Lettone di Musica sotto la guida di Selga Whispers on the Prairie Wind per la Utah Symphony e
Mence. Dal 2002 al 2011 è stato membro del Coro di Salt Lake Vocal Artists con il Coro ACDA al Congres-
Stato della Lettonia. Nel 2011 gli è stato conferito l’in- so Nazionale del 2015 a Salt Lake City, The Passion
carico per due anni di Fellow Commoner in arti creati- according to St Luke per il Coro della Radio Lettone e
ve presso il Trinity College, all’Università di Cambridge Sinfonietta Riga, una nuova opera all’Opera Nazionale
.Ešenvalds è sposato e ha quattro figli. Ēriks Ešenvalds Lettone e brani per il Coro Leoni di Vancouver, per
ha vinto numerosi premi per il suo lavoro, tra cui il l’University of Miami Glee Club, per ChorWerk Ruhr
Grande Premio Lettone per la Musica (2005 e 2007). e altri. Nell’Aprile 2015 c’è stata la prima mondiale,
Il Rostrum of Composers gli ha assegnato il primo pre- a Riga, di una nuova sinfonia multimediale basata su
mio nel 2006 per The Legend of the Walled-in Woman; Northern Lights, con prime escuzioni negli USA, in
è stato nominato vincitore del Copyright Award nel Australia, Germania e Regno Unito. Le sue composizio-
2006 ed è stato ‘Compositore del Nuovo Anno’ del Phi- ni appaiono su registrazioni del Coro del Trinity College
ladelphia Inquirer, nel 2010, lo stesso anno in cui è di Cambridge, in etichetta Hyperion e da VOCES8 su
stato nominato per il premio di compositore britannico. Decca Classics. Edition Peters Artist Management gesti-
Nel 2011, il CD del Coro Giovanile Kamer, ‘O Salu- sce i lavori su commissione di Ēriks Ešenvalds ed i pro-
taris’ con musica corale in esclusiva da Ēriks Ešenvalds grammi dei workshop. Ēriks Ešenvalds è pubblicato da
ha vinto il Premio Lettone Music Records come miglior Musica Baltica (www.musicabaltica.com). rile 2015
album accademico dell'anno. Nel 2014 il CD del Coro c’è stata la prima mondiale, a Riga, di una nuova sin-
di Stato della Lettonia, ‘At the Foot of the Sky‘Coro con Per gentile concessione di ICB (International Choral Bulletin) dove l’articolo
fonia
è apparsomultimediale
nel n. 4/2015 basata su Northern Lights, con
FarCoro

DURUFLE’ 37

E LA SUA MUSICA
CORALE SACRA

Quatre Motets sur des themes gregoriens


pour choeur a cappella, op. 10
di Francesco Barbuto

Bernstein, Shostakovich, Britten: visse a Pari-


Maurice Duruflé fece rapidamente una car-
gi durante uno dei suoi periodi più attivi, viva-
ci e creativi, senza però mai avere alcun interesse a
riera come organista virtuoso e, come tale, fu ri-
condividere salotti dell’élite letteraria e musicale.
conosciuto ampiamente sia in Francia sia in tut-
ta Europa, Unione Sovietica e Nord America.
Era particolarmente schivo (come il suo maestro e
Francis Poulenc lo consultava spesso prima di
mentore Dukas, d’altra parte) e dedicò moltissimo
scrivere le sue composizioni organistiche, in par-
del suo tempo alla rielaborazione delle proprie com-
ticolare il suo Concerto per Organo, di cui Duru-
posizioni, anche dopo essere già state pubblicate.
flé fece la prima esecuzione nel giugno del 1939.
Compose una sorprendente “piccola” quantità di
musica, lavorando però con assoluta diligenza e par-
Nato nel 1902, Duruflé divenne nel 1912 corista alla
ticolarissima attenzione ai dettagli, dedicando anche
Scuola del Coro della Cattedrale di Rouen, famosa
anni di revisione e rielaborazione, prima che un suo
scuola di canto gregoriano, dove studiò anche piano-
brano fosse eseguito e fosse presentato al pubblico.
forte e organo con Jules Haelling. A 17 anni si trasferì
Nel 1930 fu nominato organista alla chie-
a Parigi e nel 1920 entrò al Conservatorio di Parigi,
sa di Saint-Etienne-du-Mont, condividendo poi
dove si appassionò anche di tutta la tradizione e lo stile
dal 1947 l’incarico con l’organista Marie Ma-
musicale di Fauré, Debussy e Ravel, e che lasciò dopo
deleine Chevalier, che diventerà sua moglie.
aver vinto il primo premio in organo, in armonia,
Continuò tutte le sue tournée, fino a quando un gra-
accompagnamento per pianoforte e composizione.
ve incidente d’auto, nel maggio del 1975, mise fine
Fu allievo di Louis Vierne per lo studio dell’or-
alla sua carriera di interprete.
gano, e di Paul Dukas in composizione.
Morì il 16 giugno del 1986.
Duruflé non è un musicista tipico del XX seco-
Nel 1947 Duruflé portò a termine il lavoro che ha
lo, se lo mettiamo a confronto con composito-
maggiormente contribuito alla sua reputazione come
ri del suo tempo come per esempio Stravinskji,
analisi
38

compositore: il Requiem Op. 9. Da una sua dichia- I quattro brani sono destinati a particolari occasioni
razione comprendiamo già le caratteristiche fonda- dell’anno liturgico.
mentali della sua visione e del suo stile compositi- Ubi caritas – è cantato durante il rito della Lavanda
vo, che troveremo a pieno titolo anche nei Quattro dei piedi il Giovedì Santo.
Mottetti sui temi gregoriani per coro a cappella:
Tota pulchra es, Maria – è un testo in onore della
Madre di Cristo ed è eseguito particolarmente
per la festa di Maria Assunta.

Tu es Petrus – è dedicato naturalmen-


te a San Pietro, dove si proclama il suo
Primato, come “roccia” su cui è co-
struita tutta la Chiesa della cristianità.

Tantum ergo sacramentum – è un inno cantato


in adorazione del Sacramento dell’Eucarestia
in particolare al momento della Benedizione
durante la Celebrazione del Corpus Domini. Il
suo Amen finale, trasmette anche una conclu-
sione dell’intero gruppo dei quattro mottetti.

Il primo mottetto Ubi caritas è struttura-


to in un ambiente ternario (ABA con coda)
per quattro voci miste a cappella con i Con-
tralti disgiunti in due gruppi e con le se-
zioni maschili suddivise in quattro sezio-
“In generale ho soprattutto cercato di entrare nel ni (per un complessivo di sette parti) ed è tratto
particolare stile di melodie gregoriane e mi sono dall’antifona Ubi caritas et amor, risalente a un
sentito costretto a conciliare, per quanto possibi- inno francese originario del X secolo e consultabi-
le, il ritmo gregoriano, come stabilito dai benedet- le nel Liber Usualis nei canti per il Giovedì Santo.
tini di Solesmes, con le esigenze del metro moderno”.
Il canto è composto nel modo ipolidio (di Fa),
I Quatre Motets sur des thèmes grégorien pour choeur ma abbassato di un tono a Mib maggiore, che
a cappella, Op. 10 furono scritti e pubblicati dalla all’ascolto risulta ancor più morbido, rispet-
Edition Durand nel 1960 e dedicati ad Auguste le to all’aver mantenuto il suo impianto originale.
Guennant, direttore dell’Istituto Gregoriano di Pa- Duruflé fin da subito collega un impianto to-
rigi, che fu anche maestro di Duruflé e che lo aveva nale a un impianto modale, cioè un impian-
formato nello studio dell’interpretazione del meto- to moderno a un impianto più antico e fedel-
do di canto gregoriano dei benedettini di Solesmes. mente collegato al canto gregoriano originale.
Come fece per il suo Requiem Op. 9, anche Tutto questo è in conformità anche ai prin-
per la composizione di questi mottetti Du- cipi e alle indicazioni generali del Motu Pro-
ruflé si basò su originali melodie gregoriane. prio di Pio X promulgato nel 1903 sull’I-
Dal punto di vista dello stile, dimostra la sua gran- struzione e sui generi della Musica Sacra:
de e delicatissima capacità di coniugare il carattere
intimo, religioso e spirituale del canto gregoriano “La musica sacra deve per conseguenza possedere nel
con l’ambito polifonico e armonico, con un’atten- grado migliore le qualità che sono proprie della liturgia,
zione finemente moderna, riuscendo anche a dare e precisamente la santità e la bontà delle forme, onde
una particolare elasticità ritmica e metrica in grado sorge spontaneo l’altro suo carattere, che è l’universalità.
di dar forza alla caratterizzazione del testo liturgico. Deve essere santa, e quindi escludere ogni profanità […]
FarCoro
39

anche nel modo onde viene proposta per parte degli esecutori.
Deve essere arte vera, non essendo possibile che altrimenti abbia sull’animo di chi l’ascol-
ta quell’efficacia, che la Chiesa intende ottenere accogliendo nella sua liturgia l’arte dei suoni.
[…] Queste qualità si riscontrano in grado sommo nel canto gregoriano, che è per conseguenza il canto proprio della
Chiesa Romana, il solo canto ch’essa ha ereditato dagli antichi padri […] Le anzidette qualità sono pure possedute in
ottimo grado dalla classica polifonia, specialmente della Scuola Romana, la quale nel secolo XVI ottenne il massimo della
suaDeum
perfezione”.
vivum. / Et ex corde diligámus nos sincéro.
Sfrutta la melodia del primo verso, per tutto il suo impianto melodico, armonico e polifonico del
Duruflé
brano:sceglie di elaborare i primi cinque versi del testo: “Ubi caritas et amor, Deus ibi est. / Congregávit nos in
unum Christi amor. / Exsultémus, et in ipso jucundémur. / Timeámus, et amémus Deum vivum. / Et ex corde diligámus
Deum vivum.nos sincéro.”
/ Et ex corde diligámus nos sincéro.
Sfrutta la Sfrutta
melodia la melodia del verso,
del primo primo per
verso,tutto
per iltutto
suoilimpianto
suo impianto melodico,
melodico, armonico
armonico e polifonicodel
e polifonico del brano:
brano:

Viene ripresa continuamente e anche trasportata nelle tre Sezioni, con l’intento di collegare
coerentemente e uniformare il brano durante il suo svolgersi polifonico (Contralti batt. 1-8):

Viene ripresa continuamente e anche trasportata nelle tre Sezioni, con l’intento di collegare coerentemente e uni-
Viene ripresa continuamente
formare e anche
il brano durante trasportata
il suo svolgersi nelle tre
polifonico Sezioni,batt.
(Contralti con1-8):
l’intento di collegare
coerentemente e uniformare il brano durante il suo svolgersi polifonico (Contralti batt. 1-8):

Altos

Altos

(Soprani batt. 15-18, melodia trasportata una quinta sopra)

Sopranos
(Soprani batt. 15-18, melodia trasportata una quinta sopra)

Sopranos (Contralti batt. 29-32, ripresa)

(Contralti batt. 29-32, ripresa)


Altos

Altos La frase di risposta alla melodia originale (trasportata poi un tono sopra e una quarta sotto), è una sua
semplice elaborazione, attraverso piccoli moti contrari e l’inizio in anacrusico rispetto al tetico che
analisi

40

La frase di risposta alla melodia originale (trasportata poi un tono sopra e una quarta sotto), è una sua semplice ela-
borazione, attraverso piccoli moti contrari e l’inizio in anacrusico rispetto al tetico che apre il brano, per esempio,
ancora una volta per mantenere una coerenza strutturale e uno stretto contatto col canto gregoriano scelto:

(Contralti batt. 1-4 e batt. 8-11)


(Contralti batt. 1-4 e batt. 8-11)
(Contralti batt. 1-4 e batt. 8-11)

Altos
Altos
Altos

Altos
Altos
Altos

Per l’Amen
Per l’Amen finale Duruflé lasceglie ladelmelodia del quinto verso melodia
originale, una melodiamelismatica
particolarmente
Per l’Amenfinale Duruflé
finale sceglie
Duruflé melodia
sceglie la melodiaquinto
delverso
quintooriginale,
verso una particolarmente
originale, una melodia particolarmente e
melismaticaadatta
suggestivamente e suggestivamente
per la Per
conclusioneadatta
l’Amen di un per
finale la conclusione
Duruflé
brano così sceglie
scritto: dilaun brano così
melodia del scritto:verso originale, una melodia
quinto
melismatica e suggestivamente adatta per la conclusione di un brano così scritto:
melismatica e suggestivamente adatta per la conclusione di un brano così scritto:

Il percorso strutturale armonico di questo mottetto risulta non complesso e molto chiaro (sono stati
Il percorsostrutturale
Il percorso strutturale armonico
armonico di questo
di iquesto mottetto
mottetto risulta risulta non complesso
non complesso e molto
e molto chiaro (sonochiaro
stati (sono stati
segnati gli
segnati gli accordi, pur Il
con loro rivolti
percorso e note
strutturale aggiunte,
armonico in questo
di riferimento ai loro
mottetto gradinon
risulta principali):
complesso e molto c
segnati gli accordi,
accordi, pur con i loropur cone note
rivolti i loroaggiunte,
rivolti einnote aggiunte,
riferimento in riferimento
ai loro gradi principali): ai loro gradi principali):
segnati gli accordi, pur con i loro rivolti e note aggiunte, in riferimento ai loro gradi p
Sez. A
Sez. A
Mib M Sez. A
Mib M
I V I V Mib
di V M V IV - I
I V I V di V V IV - I
I V I V di V V IV - I
Nella seconda sezione, Duruflé, attraverso soprattutto l’uso di tonicizzazioni e una tendenza intontiva
Nella seconda sezione, Duruflé, attraverso soprattutto l’uso di tonicizzazioni e una tendenza intontiva
verso l’acuto, fa raggiungere Nellaanche
seconda il climaxDuruflé,
anche sezione, opportunamente
attraverso sul testo “Exsultémus,
soprattutto et in ipso
l’uso di tonicizzazioni
verso l’acuto,
Nellajucundémur”
seconda fa raggiungere
sezione, Duruflé, attraverso il climaxl’uso
soprattutto opportunamente
di tonicizzazioni sul
e una testo “Exsultémus,
tendenza intontiva verso in ipso e una te
et l’acuto,
(Esultiamo e in Lui gioiamo, batt. 15-18), ilcon l’entrata
climax anche dei Soprani, che
jucundémur”
fa raggiungere (Esultiamo everso
in Lui l’acuto, fa raggiungere
gioiamo, batt. 15-18),anchecon l’entrata opportunamente
anche(Esultiamo
dei Soprani, che “Exsulté
sul testo
aggiunge anchevolume il climax opportunamente
testurale a
jucundémur”tutto sul
l’organicotesto
(Esultiamo e“Exsultémus,
produce et in ipso
sensibilmente
e insensibilmente
Lui gioiamo, jucundémur”
un invito a e
“gioire” in Lui
col testo
aggiunge
gioiamo, volume
batt. 15-18), testurale a tutto
con l’entrata anchel’organico
dei Soprani, e produce
che aggiunge volume un batt.
testurale invito 15-18),
a tutto al’organico
con col
“gioire” l’entrata
testo anche d
e produce
che viene declamato: aggiunge volume testurale a tutto l’organico e produce sensibilmente un invito a “
che viene declamato:
sensibilmente un invito a “gioire” checol testodeclamato:
viene che viene declamato:
FarCoro
41

Sez. B
Sez. B
Sol m FaM MibM
Sol m FaM MibM
I V di FaM V di V V I IV V di V V-I IV - I
I V di FaM V di V V I IV V di V V-I IV - I
e V di MibM
e V di MibM
È interessante anche notare come Duruflé scelga di coinvolgere la sezione dei Soprani soltanto in
È interessante
E’ interessanteanche anche notare
notare come come Duruflé
scelga scelga di coinvolgere
sezione la
deisezione dei Soprani soltanto
parte in
questa parte centrale, come perDuruflé
evidenziare di coinvolgere
ulteriormente lal’esaltazione Soprani
versosoltanto in questa
l’alto (verso l’acuto),
questa parte
centrale,competenzacentrale,
come per evidenziarecome per evidenziare ulteriormente l’esaltazione verso l’alto (verso l’acuto),
come specificaulteriormente
principalmente l’esaltazione versovoce,
di questa l’alto (verso l’acuto),
lasciando piùcome competenza specifica
sommessamente (e più
come competenza
principalmente di specifica
questa voce, principalmente
lasciando più di questa
sommessamente (e voce,
più lasciando collegato
coerentemente più sommessamente
col significato (e più
intimo
coerentemente collegato col significato intimo del testo e della musica) alle altre tre sezioni il
coerentemente
del testo e della collegato
musica) alle col
altre significato
tre sezioni il intimo
compito di del testo
eseguire le e della
altre due musica)
parti. alle altre tre sezioni il
compito di eseguire le altre due parti.
compito di eseguire le altre due parti.
Sez. A e coda
Sez. A e coda
Mib M Amen
Mib M Amen
I V IV – II – VI – IV - I
I V IV – II – VI – IV - I
Il gusto
gustomoderno
moderno si riscontra sull’utilizzo
si riscontra di rivolti,
sull’utilizzo di di settimedispeciali
rivolti, settime e dispeciali
secondeee di
quarte aggiunte
seconde che danno
e quarte una
aggiunte
Il gusto moderno
particolare coloritura siarmonica
riscontra
e sull’utilizzo
raffinatezza di rivolti,
espressiva di settime speciali e di seconde e quarte aggiunte
all’ascolto.
che danno una particolare coloritura armonica e raffinatezza espressiva all’ascolto.
chepiano
Sul danno una particolare
metrico, coloritura armonica
Duruflé, coerentemente e raffinatezza
alle sue dichiarazioni che espressiva
abbiamo sopraall’ascolto.
citato, cura un’attenta alter-
Sul
nanzapiano metrico,
di tempi. Duruflé,
Nelle prime coerentemente
quattro battute notiamoalle suesuddivisione
già una dichiarazioni a due,che
tre, abbiamo
a quattro esopra
infine acitato, cura
un quarto.
Sul piano metrico, Duruflé, coerentemente alle sue dichiarazioni che abbiamo sopra citato, cura
un’attenta alternanza dil’inserimento
Cura anche attentamente tempi. Nelle prime quattro
di agogiche battute
e dinamiche notiamo
– come già unaPoco
per esempio suddivisione
ced. ‑ -Tempo,a due,
alla tre,
fine a
un’attenta alternanza di tempi. Nelle prime quattro battute notiamo già una suddivisione a due, tre, a
quattro e infine a un quarto. Cura anche attentamente l’inserimento di agogiche e dinamiche – come
della prima Sezione; (Altos un peu en dehors jusqu’á “Ubi caritas”), i Contralti un po’ in evidenza fino a “Ubi caritas”;
quattro e infine
rigore --Poco a un
Rall.ced. quarto. Cura
poco a poco,Tempo, anche attentamente l’inserimento di agogiche
e all’Amen (Altos e dinamiche – come
per
Senzaesempio alla dell’ultima
verso la fine fine della sezione
prima Sezione; un peu ensuddiviso
finale (anch’esso dehors injusqu’á
5/8,
per 6/8,
esempio Poco– ced. Tempo, allapiù fineelastica,
della prima Sezione; (Altos un peu en dehors jusqu’á
“Ubi
2/4, caritas”), i Contralti
2/8 e 3/4) un po’
per produrre in evidenza fino
un’esecuzione a “Ubi caritas”;
scorrevole Senza rigore
e morbida. Rall. poco a
“Ubi caritas”), i Contralti un po’ in evidenza fino a “Ubi caritas”; Senza rigore Rall. poco a
poco, verso la fine dell’ultima sezione e all’Amen finale (anch’esso suddiviso in 5/8, 2/4, 6/8, 2/8 e
poco, verso la fine dell’ultima sezione e all’Amen finale (anch’esso suddiviso in 5/8, 2/4, 6/8, 2/8 e
3/4) – per ilprodurre
All’esordio, un’esecuzione
rispetto ritmico melodicopiù elastica, (affidato
e prosodico scorrevolealla esezione
morbida.
dei Contralti, suddivisi in due gruppi)
3/4) – per produrre un’esecuzione più elastica, scorrevole e morbida.
all’originale, nell’impianto di Mib maggiore, è totale, ed è seguito dalle sezioni dei Tenori e Bassi che accompagna-
All’esordio, il rispetto
no con una leggera ritmico
dilatazione melodico
iniziale e prosodico
dei valori notazionali(affidato alla sezione
(che troveremo anche neldeiresto
Contralti, suddivisi
del brano), creandoin
All’esordio, il rispetto ritmico melodico e prosodico (affidato alla sezione dei Contralti, suddivisi in
due gruppi)
all’ascolto all’originale,
un ulteriore nell’impianto
ammorbidimento di Mib maggiore,
e addolcimento alla melodiaègregoriana
totale, edperèpoiseguito dalle ad
congiungersi sezioni dei
ogni fine
due gruppi) all’originale, nell’impianto di Mib maggiore, è totale, ed è seguito dalle sezioni dei
Tenori e Bassi che
frase in omoritmia, accompagnano
dando concompiuta
un’attenzione più una leggera
al ritmodilatazione iniziale
e al significato dei valori notazionali (che
del testo:
Tenori e Bassi che accompagnano con una leggera dilatazione iniziale dei valori notazionali (che
troveremo anche nel resto del brano), creando all’ascolto un ulteriore ammorbidimento e
troveremo anche nel resto del brano), creando all’ascolto un ulteriore ammorbidimento e
addolcimento alla melodia gregoriana per poi congiungersi ad ogni fine frase in omoritmia, dando
addolcimento alla melodia gregoriana per poi congiungersi ad ogni fine frase in omoritmia, dando
un’attenzione più compiuta al ritmo e al significato del testo:
un’attenzione più compiuta al ritmo e al significato del testo:
analisi
42

La prima frase è ripetuta dal La secondo


prima frasecoroèdiripetuta
Contralti,
dal che
secondo
se dislocati
coro di logisticamente
Contralti, che in se modo
dislocati logistica
speculare, possono offrire unspeculare,suggestivopossono
ascolto offrire
stereofonico
un suggestivo
all’ascoltatore.
ascolto stereofonico all’ascoltatore.
Nella seconda Sezione, l’inserimento Nella secondadei Soprani,
Sezione,chel’inserimento
cantano la deimelodia
Soprani,
originale
che cantano
trasportata
la melodia
una originale
quinta
La primasopra
frase in un ambito
è ripetuta armonico
quinta
dal secondo sopra
coro però indiverso
un ambito
di Contralti, (inseSol
che armonico
minore,
dislocati però
per affinità
diverso
logisticamente in di
(interza,
modoSol minore,
come possono
speculare, siper
suol
affinità di ter
dire
offrireinungergo musicale),
suggestivo ascolto crea dire
un effetto
in gergo
stereofonico di musicale),
“novità” sia
all’ascoltatore. creaall’assetto
un effettomelodico,
di “novità”
sia sia
armonico.
all’assetto
E questo,
melodico, sia arm
pur
Nellaessendo
secondauna sortal’inserimento
Sezione, di “ripetizione”,
pur essendo nonuna
dei Soprani, fache
sorta
perdere
di “ripetizione”,
cantanol’interesse
la melodiaall’ascoltatore.
non fa trasportata
originale perdere l’interesse
una quintaall’ascoltatore.
sopra in
un ambito armonico però diverso (in Sol minore, per affinità di terza, come si suol dire in gergo musicale), crea un
La ripetizione
effetto di “novità”per giustapposizione
sia all’assetto La ripetizione
melodico, della per
primagiustapposizione
sia armonico. Efrase e accompagnamento
questo, dellauna
pur essendo prima
sorta della
frase prima
e accompagnamento
Sezione
di “ripetizione”, non fa della
d’esordio, chiude a circolo, d’esordio,
perdere l’interesse all’ascoltatore. il breve viaggio
chiudesonoro
a circolo,
del coro
il breve
e produce
viaggioall’ascolto
sonoro deluncoro effetto
e produce
di “ri- all’ascolto u
accasamento”, prima di liberarsi, accasamento”,
anzi di prima
“librarsi”di liberarsi,
all’Amenanzi finale.
di “librarsi”
Esso è composto,
all’Amen infatti,
finale. Esso è co
attraverso
La ripetizioneil recupero della linea
per giustapposizione attraverso
melodica
della il recupero
prima del equinto
frase dellaversolineadel
accompagnamento melodica
canto originale,
del quinto
della prima edverso
Sezione è accompagnato
del canto
d’esordio, chiude originale,
a ed
velatamente
circolo, il brevedalle voci
viaggio maschili,
sonoro velatamente
del corocosì da dalle
e produce contribuire
voci maschili,
all’ascolto ad effetto
un un effetto
così
di “ri-dasonoro
contribuire
più vicino
accasamento”, ad undi
prima a un
effetto
“alone”,
liberarsi, sonoro
anzi più vicin
sicuramente più conforme
di “librarsi” all’Amen al sicuramente
finale. Esso richiamo
è composto, mistico
più conforme
infatti, eattraverso
spirituale alil richiamo
del cantodella
recupero mistico
e del suo
linea emelodica
spirituale
testo scelto.
deldel canto
quinto e del
verso del suo testo sce
La
cantodelicatissima cadenza La
originale, ed è accompagnato finaledelicatissima
(se così
velatamente dalle possiamo
cadenza
voci maschili, finale
definirla)
così da(se ècosìalquanto
contribuire possiamo particolare
ad un effetto definirla)
sonoro più e non
èvici-alquanto par
convenzionale.
no a un “alone”, sicuramente piùconvenzionale.
conforme al richiamo mistico e spirituale del canto e del suo testo scelto.
Duruflé, qui, sceglie
La delicatissima di concludere
cadenza finale (seDuruflé, ilqui,
brano
così possiamo sceglie
(ultime
definirla) diè alquanto
concludere
due battute ilinbrano
particolare 3/4)
e noncon
(ultime
dei due
colori
convenzionale.battute
armonici in 3/4)di con dei co
richiamo
Duruflé, qui,sensibilmente neomodale.
sceglie di concludere richiamo
il brano sensibilmente
(ultime due battute neomodale.
in 3/4) con dei colori armonici di richiamo sensibil-
Poggiandosi
mente neomodale. sul sesto grado Poggiandosi
(con l’aggiunta sul sesto
di unagrado settima (con minore,
l’aggiuntache rende
di unaancor
settimapiùminore,
suggestivo che rende anco
l’ambiente
Poggiandosi sulsonoro), accenna
sesto grado l’ambiente
sull’ultimo
(con l’aggiunta sonoro),
tempo
di una settimacadenzale
accenna
minore, che sull’ultimo
un rende
primo rivolto
ancortempo di
cadenzale
nona sul
più suggestivo unquarto
primo
l’ambiente grado.
rivolto di nona s
sonoro),
È, in fondo,
accenna – e all’ascolto
sull’ultimo possiamo
tempo cadenzaleÈ, inunfondo, avere
primo – epiùall’ascolto
rivolto chiaramente
di nona sulpossiamo unagrado.
quarto riprova
avere più
difondo,
È, in questo
chiaramente
– e–all’ascolto
un delicatissimo
una possiamo
riprova di questo –
accenno alla cadenzauna
avere più chiaramente plagale,
riprovaaccenno
tipicamente
di questoalla cadenza
– unpiù modaleplagale,
delicatissimo eaccenno
di richiamo
tipicamente antico:
alla cadenza piùplagale,
modaletipicamente
e di richiamo antico:
più modale
e di richiamo antico:

VI7 IV6 7 I VI7 IV6 7 I


FarCoro
43

Suggerimenti per l’esecuzione


Avendo scelto Duruflé di suddividere i contralti in due “cori”, può essere molto utile e suggestivo disporre
questi due gruppi ai lati del coro con al centro la sezione dei Soprani (con dietro le sezioni maschili dei
Tenori e Bassi come avviene convenzionalmente). Si produrrà volutamente un effetto stereofonico, che
farà cogliere anche più opportunamente l’alternanza con domanda e risposta dei due gruppi.

I Soprani dislocati al centro, eseguiranno (come da partitura) soltanto la seconda parte del mottetto, che
l’ascoltatore coglierà anche coerentemente come la parte “centrale” e culminante del brano. Occorre ri-
spettare anche fedelmente la divisione e l’alternanza tra il primo gruppo di Bassi e i Bassi tutti all’unisono
(nelle prime otto battute, come nell’ultima sezione del brano) per far sentire il giusto peso testurale all’a-
scolto tra l’inizio delicato della melodia accompagnata dalle sezioni maschili e la cadenza in omoritmia
ad ogni fine frase.

Come Duruflé si è dedicato rigorosamente a un rispetto profondo dell’attenzione al canto gregoriano e


alle sue modalità timbriche e vocaliche nel come eseguire questo repertorio, si consiglia vivamente di non
far eseguire questi mottetti ai propri cantori con un vibrato troppo spinto ed esagerato. Non solo perché
si snaturerebbe il suo richiamo più delicato e raffinato di questo genere musicale, pur elaborato polifo-
nicamente per coro misto, ma perché ne gioverebbe anche l’intonazione e l’esecuzione di così molteplici
“colori” timbrici e armonici scelti e scritti dall’autore.

Un altro suggerimento lo diamo sul piano della direzione. È importante cercare di dirigere il coro in
questi mottetti sensibilizzandosi sulla accentuazione e declamazione naturale prosodica del testo – fede-
lissimamente rispettata da Duruflé rispetto all’originale melodia gregoriana – più che su una direzione
rigidamente geometrica, vista l’alternanza di tempi diversi inseriti nella partitura; ne risulterebbe sicura-
mente un’esecuzione più artistica che scolastica.

Rispettare anche fedelmente tutte le dinamiche e agogiche indicate dall’autore, consentirà in modo natu-
rale un’esecuzione sensibilmente e sentitamente “espressiva”.

Gli esempi musicali che appaiono in questo saggio


sono riprodotti su permesso delle Editions Durand
e di BMG Italia. L’Editore ringrazia per la gentile
concessione alla pubblicazione
aerco notizie

44

Il Nuovo Corso Triennale di


Composizione Corale
su Materiale Popolare
proiettati nel futuro con uno sguardo nel passato...

di Daniele Venturi

L'idea di creare un nuovo spazio di formazione e


creazione musicale indirizzato alla composizione mu-
sicale che attingesse a materiali popolari (canti, testi
poetici, ecc.) venne a Pier Paolo Scattolin, durante
la prima riunione della nuova COMART AERCO a
settembre 2015, e fu accolta con grande entusiasmo
da chi scrive. In Emilia-Romagna, infatti, esisteva,
fino ai primi anni Novanta del secolo scorso, una
grande varietà di canti popolari strettamente legati ai
rituali della cosiddetta "civiltà contadina".
Con la graduale scomparsa del mondo contadino e
M° Daniele Venturi
dei riti annessi ai vari lavori nei campi, sono andati photo by Rob Stevens

perduti, purtroppo, anche tutti quei canti e quelle


dall'etnomusicologa e studiosa di coreutica Placida
tradizioni intrise di popolare religiosità e ricche di
Staro. Molto ricca ed interessante è anche la ricerca
alti contenuti e valori. Le zone più ricche di canti
svolta sul campo nella zona di Gaggio Montano da
popolari nella nostra regione erano sicuramente gli
Paolo Bernardini e dal sottoscritto. Tutto questo pa-
Appennini emiliani, dove forte era la presenza di for-
trimonio di canti popolari al momento è consultabi-
me musicali popolari quali le ballate, i canti a contra-
le, quasi interamente, online sul sito del coro Stelutis
sto ed anche le canzoni liriche amorose. In Romagna,
di Bologna. Fu proprio il compianto Giorgio Vacchi
soprattutto nella zona appenninica della cosiddetta
(1942-2008), fondatore e instancabile guida del coro
Romagna Toscana, invece, erano numerose le forme
bolognese per oltre cinquant'anni, l'ideatore ed il
musicali popolari riconducibili al maggio drammati-
coordinatore di questa pioneristico lavoro di ricerca
co, gli stornelli, ed anche i cosiddetti canti alla bioiga
etnomusicologica. Il musicista bolognese è stata una
o alla bovara.
delle figure chiave per lo sviluppo della coralità d'i-
Questi brani, strettamente collegati al lavoro del bo-
spirazione popolare nella nostra regione. Vacchi fu,
vari ed al loro stretto rapporto con i buoi stessi e con
anche, l'ideatore ed il primo presidente della più an-
la loro terra, sono spesso intrisi di grande poesia e di
tica associazione corale italiana l'AERCIP (Associa-
drammatico lirismo. Maggiori e più dettagliate noti-
zione Emiliano Romagnola Cori di Ispirazione Po-
zie su questa tipologia di canti sono presenti nelle nu-
polare). Da questa associazione fondata il 16 maggio
merose e assai interessanti pubblicazioni a firma degli
1971, qualche anno più tardi, con l'adesione ad essa
etnomusicologi Roberto Leydi (1928-2003) e Tullia
dei cori polifonici, "vedrà la luce" la nostra attuale
Magrini (1950-2005). Sicuramente, però, la zona in
AERCO (Associazione Emiliano Romagnola Cori).
cui è presente, ancor oggi, un vera e propria "miniera"
Ritornando, dopo questa breve digressione, al mo-
di canti popolari è l'Alto Appennino bolognese, con-
mento topico dell'ideazione e della progettazione del
finante con la vicina Toscana. Ciò è dimostrato dalle
nostro corso di composizione corale, assai concertato
diverse ricerche etnomusicologiche svolte sul campo
fu il dibattito tra i vari componenti della Commis-
in questa zona geografica. Tra queste è di particolare
sione Artistica stessa. Dal confronto tra idee, alcune
interesse quella operata nella zona di Monghidoro
delle quali antitetiche, solamente alcune ore più tardi
FarCoro
45

e non dopo un costruttivo dibattito, scaturì la deci- musica assoluta. Si pensi ad esempio al capolavoro
sione definitiva di dar vita a questo progetto. Così, beethoveniano per antonomasia: la Quinta sinfonia.
Scattolin, che al tempo presiedeva la Commissione Credo che in questa composizione Beethoven di-
mostri mirabilmente come con un complesso lavoro
artigianale si possa far esplodere l'energia musicale
Sta alla sensibilita’ da un materiale musicale minimale. Infatti ad un
e all’abilita’ del docente semplice intervallo di terza maggiore discendente
ne risponde uno di terza minore discendente, dan-
riuscire a trovare do il via ad uno dei più grandi capolavori della sto-
“la chiave giusta” per aprire ria della musica occidentale. Credo inoltre, che dai
“lo scrigno magico” tanti particolari presenti nella mente umana, già in
fase prenatale, si possa costruire il generale. Infatti
della creativita’ musicale un metodo d'insegnamento induttivo procede dal
particolare all'universale e perciò questa tipologia di-
Artistica AERCO, mi incaricò, del non facile com- dattica, a mio avviso, tende a far sviluppare maggior-
pito, di abbozzare un corso triennale di composizio- mente l'emisfero destro più indirizzato alla creatività
ne che fondesse, al proprio interno, lo studio della artistico-musicale.
teoria musicale, dell'improvvisazione e della compo- I due emisferi cerebrali sono infatti simmetrici ma
sizione, partendo da materiali popolari. I giorni suc- non identici. Nell’essere umano l’emisfero di sinistra
cessivi, l'incarico affidatomi, decisi di sondare diversi è specializzato nelle funzioni del linguaggio, nel con-
programmi di studio adottati nelle più importanti trollo della mano dominante destra e nell’organiz-
istituzioni didattico-musicali europee. Dopo circa zazione della motilità volontaria. L’emisfero destro
quindici giorni di assiduo studio di questi program- prevale invece nella cognizione dello spazio e nella
mi, che cercai di fare miei, plasmai essi alla mia idea regolazione dell’emotività. Dopo diversi giorni di
di “Scuola di Composizione”; assai più vicina ad un ripasso sul funzionamento della mente umana, pen-
concetto maièutico dell'apprendimento che non ad sai di creare un corso speciale che partisse, proprio,
un'idea didattica basata sullo studio e l'imitazione di dall'idea di diversità dei due emisferi cerebrali umani.
modelli musicali storici. Ad esempio, i programmi Per chiarirci meglio le idee vediamo nello schema ri-
di studio tutt'ora in vigore in Italia nei Conservato- portato nella pagina successiva una sintesi delle fun-
ri, nelle Scuole di Musica e nei Corsi di Perfeziona- zioni svolte e delle caratteristiche che differenziano i
mento, nonostante le sbandierate e sospirate rifor- due emisferi cerebrali umani.
me, risentono ancora oggi di un modello didattico Il corso non si prefisse come intento principale quello
di tipo deduttivo anziché induttivo. Molti docenti e di fornire delle nozioni e delle regole di applicazione
direttori scolastici credono che la mente del discente delle nozioni stesse, ma altresì doveva divenire una
sia una sorta di “bicchiere vuoto da riempire”, una sorta di “laboratorio funzionale” che potesse allenare
specie di “pagina bianca” su cui scrivere i propri det- alla composizione creativa.
tami e che solo attraverso il consumato e ragionato La didattica che porta ad una buona formazione mu-
studio dei "mostri sacri" si possa giungere al risultato! sicale deve, a mio parere, partire dai punti di for-
Io, invece, sostengo che il cervello dello studente sia za e dai punti di debolezza di ciascun corsista. Da
una “scatola meravigliosa” al cui interno vi siano già ciò l’équipe di docenti dovrà cogliere gli spunti per
contenute le idee necessarie per creare, magari con il personalizzare il percorso didattico a seconda delle
paziente e appassionato aiuto di una guida esperta, differenze attitudinali ed emotive di ciascun discente.
dei meravigliosi mondi sonori. Starà quindi alla sen- I docenti stessi, in questo modo si dovranno impe-
sibilità e all'abilità del docente stesso riuscire a trovare gnare a creare una didattica specifica per ogni singolo
“la chiave giusta” per aprire “lo scrigno magico” della allievo. Dovranno per così dire confezionare una sor-
creatività musicale. ta di “abito su misura”, unico, personalizzato, direi
L'insegnante dovrà così edùcere o meglio trarre fuo- quasi “cucito addosso” al singolo corsista.
ri il meglio da ciò che è già presente nella mente e Dopo un non breve periodo di gestazione, in cui
soprattutto nel cuore dell'allievo. Spesso basta sola- molti dubbi assalirono la mia mente, decisi di
mente una piccola cellula di suoni per poter creare
aerco notizie

46

Emisfero sinistro Emisfero destro


Emisfero sinistro Emisfero destro

tistico e didattico. Molti, invece, normali nella loro


logica istinto
logica istinto
fragilità umana. Dopo tale autoanalisi la scelta, delle
lingua, parole (parlare, leggere, scrivere)
lingua, parole (parlare, leggere, scrivere)
disegno, musica, canto, arte, danza
disegno, musica, canto, arte, danza materie, del programma di studio e dei docenti, non
affronta una cosa alla volta
affronta una cosa alla volta
integra diversi input contemporaneamente
integra diversi input contemporaneamente
fu più facile, ma, invece, assai più difficile e sofferta.
elabora le informazioni in maniera lineare percepisce e pensa in modo olistico
D’un tratto decisi, per così dire, di “tagliare la testa
elabora le informazioni in maniera lineare percepisce e pensa in modo olistico
al toro” e di pensare ad un corso impegnativo ma
compie operazioni in modo sequenziale sede dei sogni
compie operazioni in modo sequenziale sede dei sogni
praticabile anche da studenti lavoratori e insegnanti.
concreto, razionale
concreto, razionale
spirituale, sacro, mistico
spirituale, sacro, mistico Per questo motivo scelsi come giorno d’insegnamen-
calcolo matematico
calcolo matematico
interpretazione di forme e volumi
interpretazione di forme e volumi
to l’unico praticabile: la domenica, prediligendo la
dogmi e vecchie regole dà nuove regole
mattina per ragioni legate all’apprendimento. Pen-
dogmi e vecchie regole dà nuove regole
sai quindi ad un numero di 16 incontri annuali del-
vecchie soluzioni a nuovi problemi
vecchie soluzioni a nuovi problemi
nuove soluzioni a vecchi problemi
nuove soluzioni a vecchi problemi la durata di 5 ore ciascuno per un totale di 80 ore
comunicazione logica
comunicazione logica
comunicazione gestuale, emozionale
comunicazione gestuale, emozionale complessive, in cui si alternassero lezioni di carattere
mette in sequenza, linearità, lista
mette in sequenza, linearità, lista
visione d’insieme, schemi
visione d’insieme, schemi
individuale a lezioni collettive. Come nel caso della
costruzione di un edifico partii dalle fondamenta, or-
classificazione percezione
classificazione percezione
ganizzando, in prima battuta, le materie musicali di
ragionamento
ragionamento
sintesi
sintesi base indispensabili alla formazione di un buon com-
memoria verbale
memoria verbale
memoria visiva
memoria visiva positore quali: la teoria musicale, la lettura cantata,
dettagli globale
la vocalità, la lettura della partitura, lo studio del
dettagli globale
contrappunto e dell’armonia, l’improvvisazione, l’e-
bianco e nero colori
bianco e nero colori
ar training, ecc.. Definii questa prima trance come:
spazio 2D
spazio 2D
spazio 3D
spazio 3D argomenti di base teorico-pratici.
metodo
metodo intuito
intuito
Quindi strutturai le materie teorico-pratiche di me-
nota le differenze nota le somiglianze
dia difficoltà quali: gli elementi di registrazione del
nota le differenze nota le somiglianze
suono, lo studio dei principali parametri musicali
scompone ricompone
scompone ricompone
e compositivi e l’applicazione di essi, la conoscenza
pone obiettivi
pone obiettivi
più sensibile alle idee positive
più sensibile alle idee positive della dialettica musicale compositiva e l’applicazione
tempo (prima, dopo)
tempo (prima, dopo)
focalizzazione sul presente (qui e ora)
focalizzazione sul presente (qui e ora)
di essa, l’ascolto analitico e l’analisi di canti popola-
orecchio sx (linguaggio, particolari del orecchio dx (musicale, discorso in
ri, lo studio dei principali programmi di notazione
orecchio sx (linguaggio, particolari del orecchio dx (musicale, discorso in
discorso)
discorso)
generale)
generale) musicale (finale, sibelius, musescore, ecc.), l’approc-
occhio sx (vedere da vicino, mettere a fuoco) occhio dx (vedere da lontano, spaziare)
cio all’armonizzazione e all’elaborazione per coro di
occhio sx (vedere da vicino, mettere a fuoco) occhio dx (vedere da lontano, spaziare)
un canto popolare dato, lo studio dei principali pro-
Da Creatività, Mente e Cervello, Pensiero Creativo di Lara Lucaccioni 21 novembre 2012 by lemat
Da Creatività, Mente e Cervello, Pensiero Creativo di Lara Lucaccioni 21 novembre 2012 by lemat grammi di editing musicale (audacity, adobe audi-
http://www.lematpercorsi.com/2012/11/emisfero-destro-e-sinistro-come-funzionano-cervello-e-creativita/
http://www.lematpercorsi.com/2012/11/emisfero-destro-e-sinistro-come-funzionano-cervello-e-creativita/
tion, wavosaur, ableton live, ecc.), ecc.. Organizzai,
strutturare il corso traendo spunto dall’idea di una quindi, gli argomenti teorico-pratici più avanzati
bottega artigiana rinascimentale. Per far ciò cercai di come: l’analisi musicale applicata di canti popolari,
ripercorrere a ritroso, come in una sorta di flashback l’analisi di armonizzazioni ed elaborazioni corali, ed
cinematografico, “il film” dei miei appassionati anni infine l’autoanalisi di una propria composizione. Per
di studio. Mi posi in primis questa domanda: quale finire stesi su carta il programma di Composizione
sono state per te le materie indispensabili per la tua corale diviso in due grandi tronconi.
formazione di compositore e quali quelle non indi- Il primo, più ispirato all’emisfero cerebrale sinistro,
spensabili? doveva dare all’allievo le basi della composizione co-
Le risposte mi soggiunsero con improvvisa rapidità; rale e lo definii: composizione in stile.
come un lampo nella notte! Durante il mio lungo Quest’ultimo comprendeva le seguenti prove e ma-
iter formativo di studio ho incontrato tanti docen- terie di studio: composizione in stile di una sempli-
ti; quasi tutti determinanti alla mia formazione di ce armonizzazione corale con l’ausilio di tecniche
compositore, nel bene e nel male. Alcuni di questi contrappuntistiche antiche e moderne (parallelismi,
individui veramente speciali nella loro metodologia. bordoni, discanti, ostinati, ecc.), la realizzazione di
Pochissimi dotati di un grande carisma umano, ar- una semplice armonizzazione a quattro voci in stile
FarCoro
47

to importante, alla fine di ciascun anno di studio, la


realizzazione di un confronto tra i corsisti e docenti
impegnati nel progetto. Questo confronto doveva
vertere sul percorso svolto assieme durante il corso.
Se possibile, consigliai che fosse svolto un saggio
pubblico con l’esecuzione dei brani scritti duran-
te il corso. Credetti assai utile, anche, che ciascun
“compositore” preparasse un sunto riassuntivo del
percorso tecnico-artistico svolto assieme durante
l’anno ed infine scrivesse, di proprio pugno, la pre-
sentazione del lavoro poetico-compositivo da leggere
al pubblico prima dell’esecuzione stessa della propria
composizione. Ogni saggio-concerto doveva preve-
dere, anche, un momento conviviale finale in cui il
M° Giacomo Monica pubblico stesso potesse interagire direttamente con
gli insegnanti e gli allievi.
di corale, la composizione di un contrappunto a due Poi dovetti pensare ai docenti da coinvolgere per le
e tre voci su un materiale popolare dato, la scrittura varie materie. Ogni docente doveva avere una espe-
di una semplice elaborazione corale a tre e/o quattro rienza diretta con il canto, la direzione e la compo-
voci pari e/o miste su spunto popolare, l’improvvi- sizione corale. Dopo giorni e giorni di riflessioni
sazione corale in stile moderno e contemporaneo e decisi di contattare una serie di professionisti assai
l’applicazione di essa ad una composizione per coro preparati nelle specifiche materie in questione. Optai
basata su parametri compositivi nel Novecento sto- per questa rosa di insegnanti: Candace Smith, per la
rico (alea, ostinati, coro parlato, ecc.), la creazione di lettura cantata e la vocalità, Claudio Vignali, per la
una elaborazione corale per coro da 3 a 8 voci, con teoria musicale e la lettura della partitura, Pier Paolo
il possibile ausilio di solisti, su un materiale popolare Scattolin, per il contrappunto, l’improvvisazione e
dato e per finire la composizione di un corale in stile la composizione corale in stile, Matteo Giuliani, per
polifonico su un materiale popolare dato. l’analisi e l’informatica musicale e Giacomo Monica,
Il secondo troncone, decisamente ispirato all’emisfe- per l’approccio all’armonizzazione e all’elaborazione
ro cerebrale destro, invece, doveva liberare maggior- corale. Tutti i docenti interpellati, con mia grande
mente la creatività e lo definii: composizione corale gioia, accettarono il loro incarico.
libera. Esso prevedeva lo svolgimento delle seguenti Quindi decisi di contribuire, in prima persona, inse-
prove e materie: la costruzione formale di una com- gnando quelle materie a me più congeniali quali: l’e-
posizione in stile moderno per coro di ragazzi e/o ar training, l’armonia e la composizione corale libera.
femminile e strumentario Orff; la creazione di una Penso che come ogni corso sperimentale, anche il no-
composizione corale libera con l’ausilio di mezzi in- stro abbia bisogno di assestamenti, revisioni, miglio-
formatici (computer, ipad, tablet, ecc.), la composi- rie, ecc. ma credo, altresì, che questo “Nuovo Corso
zione di un brano in stile libero per coro (femminile, Triennale di Composizione Corale” possa divenire
maschile o misto) partendo da un materiale di musi- una “fucina di talenti” ed è per questo motivo che
ca popolare (musica e/o testo), la stesura di un lavoro mi sono impegnato a pensare, redigere e strutturare
in stile libero per coro e elettronica, partendo da un questo corso laboratorio.
testo poetico d’autore o popolare, la composizione Se il buon Dio mi darà il tempo, la salute e le forze
in stile libero per coro, di un lavoro scritto apposita- necessarie, mi impegnerò, anche in futuro, per far sì
mente per il teatro o la scena, partendo da un testo che questo laboratorio creativo possa divenire sempre
poetico d’autore o popolare, la creazione di una bre- più stabile ed importante.
ve composizione in stile libero per coro e videoclip o Il tutto non in contrapposizione, con i già tanti ed
cortometraggio, su tema o testo popolare, la stesura interessanti corsi di composizione corale che si svol-
di una breve composizione in stile libero per coro e gono fuori e dentro alle istituzioni prefisse alla for-
elettronica preparata, partendo da materiali popolari mazione musicale, ma, bensì, in stretta collaborazio-
ricercati sul campo. Pensai, inoltre, che fosse mol- ne e di integrazione di essi.
FarCoro
48

III CONCORSO CORALE


“CITTA’ DI RICCIONE”
di Fabio Pecci

Memorabile per noi dell’Associazione “LE


esibiti in un apposito spazio “flash mob” allestito in
entro a Riccione nell’isola pedonale di via Ceccarini.
ALLEGRE NOTE” la terza edizione del Concorso Terminati i flash mob che hanno coinvolto festosa-
Corale “CITTA’ DI RICCIONE” ! mente il pubblico che affollava il viale, i cori si sono
Una due giorni ricca di musica, emozioni, incontri e un diretti in sfilata alla chiesa Mater Admirabilis ( sede
buon livello corale. del concorso) per il concerto finale e la proclama-
La partenza del concorso è stato il concerto inaugura- zione.
le di sabato 28; sul palco il coro “Le Allegre Note” di
Riccione ad aprire e dare il benvenuto al coro “Sum- Il concerto finale è stato aperto dalla formazione
mertime Kids & Project” di Padova che è stato invitato giovanile dell’Associazione organizzatrice, il coro
ad aprire la manifestazione in quanto vincitore dell’e- NOTE IN CRESCENDO, che ha rappresentato la
dizione 2015. coralità giovanile per l’Emilia Romagna ad EXPO
A fine concerto i due direttori ( Fabio Pecci per il coro 2015.
riccionese e Elena Piccolo per la formazione veneta) Dopo i brani di saluto di ogni coro la giuria ha co-
hanno diretto brani a cori uniti che hanno entusiasma- municato i verdetti che hanno visto l’assegnazione
to il numeroso pubblico presente, composto da coristi dei seguenti premi.
in concorso e pubblico amante della musica corale.
Primo Premio livello 2 con punti 98/100
Il giorno dopo i cori ( provenienti da Emilia Roma- CORO AURORA - Bastia Umbra (CH) Premio
gna, Toscana, Lombardia, Sardegna e Umbria) si sono A.E.R.CO E BORSA DI STUDIO
esibiti davanti al pubblico ed alla Giuria convocata per ---------------------------------------------------------------
questa edizione. Secondo Premio livello 2 con punti 85,80/100
Giuria di alto livello che comprendeva il presiden- CORO SAN BERNARDINO - Chiari (BS)
te A.E.R.CO Andrea Angelini, il veneto Manolo Da Secondo Premio livello 1 con punti 83,80/100
Rold, Benedetta Nofri da Arezzo, Laura Bartoli da Fi- CORO INCANTUS - Grosseto
renze, Ilario Muro da Rimini.
Al termine delle esibizioni in concorso i cori si sono
FarCoro
49

Secondo Premio livello 1 con punti 81,40


CORO GOCCIA DOPO GOCCIA - Bergamo
-------------------------------------
Terzo Premio livello 2 con punti 77/100
CORO SCUOLA NICOLINI - Piacenza

Terzo Premio livello 2 con punti 75,60


CORO DON BOSCO -
Arborea (OR)

Premi speciali

Miglior Direttore
STEFANIA PICCARDI - Coro Aurora

Miglior Repertorio
CORO GOCCIA DOPO GOCCIA

Premio "Jenny Berardi" Presenza Scenica


CORO AURORA

Premio AERCO Miglior Coro Emilia Romagna


CORO SCUOLA NICOLINI – Piacenza
PREMIO A.E.R.CO E BORSA DI STUDIO

Premio "Nadia Calanca" per coro scuola primaria


SCUOLA CARDUCCI – Cesena

È già in fase organizzativa la IV edizione che si svolgerà sempre a Riccione
in un fine settimana della seconda metà di Maggio 2017.

Coro Aurora
aerco notizie

50

nasce il coro giovanile


dell’emilia romagna:
due chiacchiere con il direttore
di Luca Buzzavi

Silvia Biasini, 28 anni, cesenate, è il nuovo diretto- essere un valore aggiunto come emblema di qualità,
impegno e responsabilità.
re scelto da A.E.R.CO. per dirigere il neonato Coro
Giovanile dell’Emilia Romagna. La ringraziamo e vi Qual è stato il primo pensiero quando le hanno dato
presentiamo l’intervista che ci ha concesso. questo incarico?
Essere direttore incaricato del futuro coro giovanile
LB: Cos’è e cosa rappresenta il Coro Giovanile dell'Emilia Romagna rappresenta per me un gran-
Regionale? de onore. Credo fortemente in questo progetto che
SB: Il CGR fa parte del progetto Officina Corale del ritengo estremamente importante per la formazione
Futuro creato e voluto da F.E.N.I.A.R.CO. e rappre- dell'individuo. La musica è un collante perfetto: que-
senta un percorso formativo-educativo rivolto ai gio- sto modo di far musica con “la voce” nasce dentro
vani dai 18 ai 30 anni. ognuno di noi e rappresenta uno stimolo forte di
Il coro per sua natura favorisce dialogo, condivisione unione e condivisione.
e rappresenta una valida opportunità per tutti i gio-
vani di scoprire l'importanza del “far coro” insieme. A che punto sono le iscrizioni dei candidati coristi?
Questa formazione regionale non vuole togliere In questo momento ci sono poche adesioni ma si
nulla agli altri cori presenti nella regione ma vuole potranno effettuare le iscrizioni fino a fine ottobre
tramite il bando che si trova nel sito www.aerco.it

Come e quando avverranno le audizioni? Un messaggio


ai futuri cantori?
Le audizioni avverranno a fine ottobre e si svolgeran-
no a Bologna nella sede A.E.R.CO. Ogni candidato
porterà un vocalizzo, un brano a sua scelta e un pezzo
d'obbligo (O Domine Jesu Christe di F. Guerrero).
Se hai voglia di emozionarti giocando con i suoni,
se ti piace cantare e se vuoi farlo insieme a tanti altri
giovani, cosa aspetti a diventare il futuro corista del
coro Giovanile Regionale dell'Emilia Romagna? Vi-
sita subito il sito dell' A.E.R.CO. e iscriviti!!! Faremo
una o al massimo due prove al mese e il divertimento
è assicurato.

Per quando è previsto l’esordio di questa formazione?


Il CGR rappresenterà la nostra Regione in prestigiosi
ambiti regionali e nazionali come il Festival di Pri-
mavera che si terrà a Montecatini Terme dal 23 al 27
aprile 2017 dove il coro dell'Emilia Romagna incon-
trerà tutti i CGR d'Italia.

M° Silvia Biasini
FarCoro
51

Il progetto prevede anche la commissione di un brano Avrà già in mente un possibile repertorio per il Coro
ad un compositore che scriverà appositamente per voi. Giovanile dell’Emilia Romagna.
Come se lo immagina? Qualche anticipazione?
Mi piacerebbe che il compositore scrivesse il pezzo Oltre al brano commissionato per il CGR il reper-
“su misura” per il coro, ma non voglio immaginarlo, torio spazierà dal Rinascimento al Contemporaneo,
voglio restarne affascinata. purtroppo non posso ancora svelare nulla, per le an-
ticipazioni è necessario aspettare la costituzione del
coro per conoscere il numero dei coristi e le loro
Quanti altri cori regionali stanno partendo? Ha già in-
attitudini oltre naturalmente al loro gusto ma sarà
contrato i suoi colleghi? Impressioni?
sicuramente un repertorio molto “colorato”.
Altre 16 regioni hanno aderito al progetto Officina
del Futuro.
Ho avuto il piacere di incontrare e conoscere i diret-
tori incaricati dei cori giovanili il 17 e 18 settembre a
Bologna, incontro fortemente voluto da Marco For-
nasier ideatore del progetto. Un'occasione di crescita
professionale grazie alla presenza dei Maestri Loren-
zo Donati e Luigi Leo membri della Commissione
Artistica F.E.N.I.A.R.CO. e di crescita personale per
aver condiviso con direttori under 35 come me, la
gioia e l'entusiasmo di intraprendere questo percorso
e credere in questo progetto.

Dalle sue parole parrebbe esserci un clima di grande col-


laborazione tra voi direttori regionali scelti…
Politicamente corretto o autentico?
Assolutamente autentico! La condivisione di idee, la
discussione riguardo aspetti fondamentali e proble-
matiche corali legate alla costituzione, alla promo-
zione, alla gestione delle prove, alla scelta del reper-
torio e tanto altro, hanno inevitabilmente creato un
legame tra noi direttori che esula dal progetto stesso. fficina
Vogliamo conoscere meglio i suoi gusti corali…
Palestrina, Bach, Bettinelli o Donati? CORALE
Rispondere a questa domanda è proprio difficile, è
come se mi venisse chiesto di scegliere tra crescioni
o cappelletti: da brava romagnola non saprei proprio
del futuro
cosa scegliere! In questo momento della mia ricerca
musicale sto approfondendo lo studio della polifonia
di Orlando di Lasso, la mia tesi di laurea sarà proprio
incentrata sulle sue “Prophetiae Sibyllarum”, l'em-
blema della musica reservata, in una pagina ricca di
Coro Giovanile Regionale
colore e innovazioni timbriche.
Ma ovviamente tra i miei cd si trova anche tantissima
musica del '900 e contemporanea italiana e straniera
da Petrassi a Ola Gjeilo, da Arvo Pärt a Donati.
52

ventennale delle
CORALI UNITE “VAL PANARO”
di Massimo Pizzirani

Era il lontano 19 settembre 1996 Corali Unite Val Panaro hanno in- Dalla sua fondazione Corali Unite
e sotto la guida del Maestro Mas- vitato e fatto conoscere nostre zone "Val Panaro" hanno visto passare tra
simo Pizzirani un gruppo di circa non solo a gruppi corali provenienti le sue fila circa 170 coristi che, proprio
20 ragazzi, quasi per scommessa, si da tutta Italia ma anche dall'estero. per l'occasione del ventennale, vsono
riunirono in un locale del comune Si ricorda lo scambio culturale con stati richiamati ad esibirsi assieme ai
di Guiglia e dettero vita alla Corale un coro Tibetano nel 2000 a Savi- 40 coristi presenti attualmente in or-
Guigliese, quella che negli anni a gnano sul Panaro, all'incontro con il ganico. Per festeggiare questo grande
seguire diventernno le Corali Uni- "Serigaya Chorus" di Tokio (Giap- evento, le Corali Unite "Val Panaro"
te "Val Panaro" grazie all'unione pone) nel 2005 a Marano sul Pa- hanno organizzato 5 concerti lungo
per circa un decennio delle corali naro, l'ensemble vocale "Raggio" di l'Appennino Modenese proprio nei
di Fanano e di Zocca in una unica Sendai (Giappone) nel 2006 a Zoc- paesi che hanno contribuito a dare
formazione. ca, al coro OTE di Salonicco (Gre- vita a questo gruppo.
Da allora sono stati eseguiti più di cia) a Zocca nel 2009 e l'incontro a
300 concerti in diverse parti di Ita- Guiglia con il coro voci bianche di
lia, da Napoli nel 1999 a Tarvisio Nishinomiya (Giappone) nel 2014.
nel 2001, a Cannara (PG) nel 2003 Il repertorio delle Corali Unite "Val
e all'Adunata Nazionale degli Alpi- Panaro" è composto da 118 brani
ni a Bassano del Grappa nel 2008, che abbiamo raggruppato in spetta-
fino a Roma nel 2011 dove le Cora- coli. Il primo è "L'Italia in musica",
li Unite "Val Panaro", in occasione una raccolta di canti che presen-
del centocinquantenario dell'Uni- tammo completa per la prima volta
tà d'Italia, sono state insignite dal nella trasferta a Napoli e in cui ogni
Ministero dei Beni e delle Attività brano raccontava lo stile musicale
Culturali del titolo di Bene di In- tradizionale di ogni regione d'Italia.
teresse Nazionale. Non sono man- Poi seguì un grosso troncone dedi-
cate trasferte all'estero, in Austria cato ai canti della montagna che nel
nel 2006 e in Ungheria nel 2007 2003 sfociò in un CD dal titolo "IL
dove le Corali Unite "Val Panaro" si CORO". Già da qualche anno, vista
sono distinte portando alto il nome anche la giovane età delle nuove leve,
del nostro Paese vincedo al Con- si sta portando il repertorio verso la
corso Internazionale "Z.Kodaly" il musica POP eseguita a sole voci. Na-
premio per il miglior repertorio e la turalmente non mancano nel nostro
migliore interpretazione. repertorio musiche patriottiche e
Durante questi 20 anni di coro le commemorative, canti sacri e litur-
gici, canti natalizi.
va l
Feniarco e Act presentano

i
Festival organizzato da

fe s t d i Associazione
Cori della
Toscana

ve ra
con il sostegno del

a
MiBACT

p ri m
con la collaborazione del
MIUR - comitato nazionale
per l’apprendimento
pratico della musica

con il patrocinio di
Regione Toscana
Provincia di Pistoia
Comune di Montecatini Terme

un’attività in partnership con

o n t ra ca n t a n d o
la scuola si inc
2017
nel network di

EUROPE FOR FESTIVALS


FESTIVALS FOR EUROPE
EFFE LABEL 2015-2016

t e c a t i n i Te r m e
Toscana Mo n

internazionale
festival per cori scolastici
20•22 aprile 2017
scuole primarie e scuole medie (6-13 anni)
26•29 aprile 2017
scuole superiori (14-19 anni)

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