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LINGUE E CULTURE DEL MEDITERRANEO

L’INVENZIONE DELLA SCRITTURA, Louis Godart

INTRODUZIONE:

A. IL RUOLO DEI PROTAGONISTI

• HEINRICH SCHLIEMANN = Intuì che le leggende (Omero) affondano le loro radici nella storia→ verità
storica da ritrovare

• ARTHUR EVANS = Protagonista dell’archeologia Egea→ scoprì il palazzo miceneo di Cnosso


+ propone una plausibile ricostruzione delle varie fasi delle civiltà Egee

• MICHAEL VENTRIS = Decifra la lineare B = dialetto greco anteriore di molti secoli a Omero
(1952, Ritrovamento tavolette)

B. LA STORIA DELLE SCRITTURE EGEE E LE LORO DECIFRAZIONI

• Ci sono nuove necessità economiche nel sistema palaziale quindi sulla scia del Vicino Oriente e
dell’Egitto i responsabili dei magazzini dei primi palazzi cretesi→ INVENZIONE DELLA SCRITTURA
└> Strumento di memoria e trasmissione nel tempo = trasmettere un messaggio univoco nel
tempo e nello spazio

• L’originalità delle scritture Egee esclude la filiazione da scritture preesistenti

1. LINEARE A = la prima ad essere inventata nel PERIODO PROTOPALAZIALE (periodo cretese e


miceneo nel quale vengono costruiti i primi palazzi; 2000-1700 a.C.), in quanto presente sui
più antichi documenti scritti dell’Egeo, ovvero sui sigilli rinvenuti in un’acropoli presso Creta.

2. LINEARE B = nasce sul continente greco come dimostra un’iscrizione su pietra del XVII secolo
a.C. scoperta a Kafkania. I greci micenei hanno imparato a scrivere presso scribi minoici.

• La decifrazione del Geroglifico Cretese, della lineare A e del disco di Festo:


└> Delle tre scritture individuate da A. Evans, solo la lineare B è stata decifrata.

➔ Per decifrare un testo è necessario avere:


1. Un’idea sul suo contenuto
2. Un’idea sul sistema di scrittura utilizzato
3. Disporre di un’ipotesi; utile è anche la sperimentazione di eventuali possibili ipotesi
di decifrazione

o GEROGLIFICO CRETESE
1. I documenti in geroglifico cretese sono testi economici
2. Il sistema di scrittura è sillabico
3. Il capitale di segni a nostra disposizione non ci dà la possibilità di decifrare il
geroglifico cretese.

o LA LINEARE A
1. I documenti in lineare A sono testi economici o votivi
2. Il sistema di scrittura è sillabico
3. Il capitale di segni a nostra disposizione non ci dà la possibilità di decifrare la
lineare A
o DISCO DI FESTO
1. Non si conosce il contenuto→ sulle due facce del documento si susseguono
61 gruppi di segni (242 segni) suddivisi in 17 sequenze, in queste 17
sequenze non vi sono segni ideografici o numerici, contrariamente ai
documenti di natura economica ritrovati in lineare A e B
2. La scrittura di tipo sillabico
3. Una qualsiasi associazione tra i segni del disco e quelli di altre scritture del
bacino orientale non pare possibile

└> Quindi non abbiamo a disposizione nessun elemento in grado di


far associare un segno del disco al segno di una scrittura decifrata.

C. L’ ARRIVO DEI GRECI IN GRECIA E LA STORIA DELLA LINEARE B


Alla fine del III millennio a.C. nuove popolazioni portarono disordini nell’Egeo, Grecia continentale compresa.

• Nel 1994 venne SCOPERTA una PIETRA incisa presso KAFKANIA


└> L’iscrizione in lineare B presente su tale oggetto rese certa l’invenzione sul continente greco di
questa scrittura→ Le popolazioni che si erano installate nel Peloponneso in quel periodo parlavano e
scrivevano perciò in greco.

└> Fino a poco tempo fa molti consideravano il periodo dell’ELLADICO MEDIO (2100 al 1600 a.C.),
un periodo di estrema povertà culturale

└> Con la scoperta di Kafkania ne deriva che le COMUNITÀ MICENEE locali


avevano raggiunto un livello di SVILUPPO NOTEVOLE

└> (tanto che Gilles Touchais ha pensato di proporre una nuova ricostruzione della storia della
Grecia continentale dell’età del bronzo).

• Storia della nascita della civiltà micenea:

1. I GRECI giunti in Grecia alla FINE del III MILLENNIO a.C. entrarono in contatto con le
popolazioni di Creta, imparando dai MAESTRI MINOICI l’arte della SCRITTURA e quella
dell’organizzazione dello Stato; → è nata la così la lineare B la quale, derivata da una forma
arcaica di lineare A.

2. Fino al 1450 a.c. una COLLABORAZIONE FRA MINOICI E MICENEI li vede associati al
commercio internazionale, convogliando le merci dalla costa siro-palestinese verso la valle
del Nilo.

3. All’indomani dell’ESPLOSIONE DEL VULCANO DI SANTORINI, i greci si sono impadroniti


dell’isola di Creta, ponendo un sovrano sul trono di Minosse;
└> da quel momento la lineare B s’impone su tutto il territorio dell’isola di Creta.

4. Con la caduta della civiltà palaziale micenea nel cataclisma del 1200 a.c. scompare
definitivamente anche la scrittura lineare B
D. DALLA FINE DEI PRIMI PALAZZI MINOICI (2100-1700 A.C.) ALLA SCOMPARSA DELLA CIVILTÀ PALAZIALE
MICENEA (1200 A.C.):
Le due possibili cause che hanno provocato la distruzione della civiltà protopalaziale cretese sono una
catastrofe naturale oppure delle lotte interne a Creta.

• Attorno al 1700 a.C. le residenze palaziali di Festo, Monastiraki e Apodoulou (Creta centro-
occidentale) sono cadute a causa di un terremoto (→ incendio → cottura di sigilli → fonti pervenute
fino a noi).

└> Questa catastrofe ha probabilmente generato un periodo di turbolenze in tutta Creta;


l’economia cretese ne ha risentito e le popolazioni locali ne hanno sofferto.
└> È in questo contesto che nasce il clima di insicurezza e di lotta interna nelle città di
Mallia e Pirgo (Creta orientale).

→Quindi la scomparsa dei centri palaziali cretesi è legata a SCONTRI INTERNI provocati da una CRISI
ECONOMICA e SOCIALE generata da un SISMA.

• Verso il 1200 a.C. anche le residenze principesche micenee vengono distrutte più o meno
contemporaneamente;

└> Possiamo attribuire tale distruzione del centro politico e amministrativo miceneo di
Tebe ad una catastrofe provocata da un evento brutale e devastante e non ad un
intervento militare.
└> Questo evento potrebbe essere stato un TERREMOTO O un INCENDIO.

└> La scomparsa di alcuni punti di riferimento del potere miceneo ha fatto


scaturire lotte intestine, dando la possibilità ai popoli del mare di attaccare;

└> il mondo palaziale è così tramontato.

E. LE TAVOLETTE DI TEBE E LA RELIGIONE GRECA:


• 2 novembre 1993, a Tebe in Beozia, viene scoperto un frammento di tavoletta in lineare B;
└> Gli scavi nella zona proseguono fino al 1996, permettendo di portare alla luce circa
250 tavolette in lineare B.

└> L’ARCHIVIO DI TEBE diviene così il terzo per importanza fra quelli micenei.

o La maggior parte dei documenti ritrovati fa riferimento a offerte di cibo e animali


fatte a divinità;
o Molto importante è il culto di Madre Terra, legata alle figure di altri dei quali
Demetra, Zeus e Kore (= i culti tebani ispirano le liturgie di Eleusi).
o I testi di Tebe sono inoltre ricchi di riferimenti alle relazioni tra la Beozia e altre
regioni del mondo miceneo o Egeo, come testimonia la presenza del termine
“Lacedemone” (= in riferimento a due importanti personaggi legati al mondo
miceneo e alle divinità, probabilmente il re di Sparta e suo figlio). La Beozia
manteneva perciò rapporti con la Laconia e con la città di Mileto.
INTRODUZIONE – L’EGEO, CROCEVIA DI TRE CONTINENTI

Nel corso della storia le civiltà la cui posizione geografica apriva agli incontri con altri popoli hanno conosciuto
un’evoluzione più veloce (progresso e sviluppo) rispetto alle altre.

• Le prime città-stato nascono nella terra tra i 2 fiumi, la MESOPOTAMIA.


└> Il Tigri e l’Eufrate costituivano le rotte ideali per chi dall’ oriente verso occidente, così
tali terre divennero la culla della prima grande civiltà.

• Anche la CIVILTÀ EGIZIANA nasceva e si sviluppava lungo le rive del fiume Nilo, che dal cuore
dell’Africa porta al Mediterraneo.

└> I fiumi della Mesopotamia e dell’Egitto, favorendo gli scambi e i contatti tra gli uomini, hanno perciò consentito a
queste due regioni di raggiungere uno sviluppo avanzato.

• Anche l’EGEO, bagnato da un mare che tocca i lidi di tre continenti, ha una posizione geografica
insostituibile.
└> All’ interno dell’arcipelago vi sono infatti isole come Creta, con pianure fertili,
montagne, un territorio esteso ricco d’acqua, la quale fa da CROCE VIA tra Asia, Africa
ed Europa.
└> Le popolazioni, che si sono insediate nel corso dei millenni sulle rive dell’Egeo e nelle
isole dell’arcipelago, provengono da orizzonti diversi e parlano lingue diverse;
→una cosa però li accomuna, l’appartenenza a uno stesso ambiente geografico e lo
stesso modo di vivere, fortemente legato all’ambiente.

1. Il primo legame è con la TERRA = Il cretese è innanzi tutto un contadino


└> La terra dell’Egeo = fertile ma povera in materie prime
└> Spingeva i suoi abitanti verso lidi più lontani (= scambio di prodotti
agricoli con metalli e pietre preziose).

2. Il secondo legame è il MARE = Permette l’esportazione dei prodotti della madrepatria.


└> Una caratteristica differenzia questi marinai→il fatto che se partivano, per
un’avventura o una spedizione ritornavano.

→ Gli egei hanno imparato molto dall’allacciamento con gli altri popoli del Mediterraneo, adottandone usi e
costumi, ma anche la scrittura.

└> La scrittura nasce nell’ Asia anteriore e nella valle del Nilo nel corso del IV millennio a.C., i processi che hanno
poi portato alla comparsa della scrittura in Mesopotamia, così come in Egitto e nell’Egeo, risultano
straordinariamente simili, nonostante le differenze cronologiche.
CAPITOLO I – LA SCOPERTA DEL MONDO EGEO

La storia della scoperta del mondo Egeo è segnata da tre uomini:

1. HEINRICH SCHLIEMANN = “Lo scopritore di Troia”


Le civiltà dell’antico Egeo erano scomparse senza lasciare traccia e gli unici indizi erano legati ai racconti degli
autori antichi, in particolare a quello Omerico (Iliade e Odissea).
Nato nel 1822 in Germania, Schliemann si appassionò fin da piccolo alle leggende legate alla città di Troia;
nel corso degli anni egli divenne un grande commerciante all’ingrosso e raddoppiò il proprio capitale grazie
ad una serie di eventi.
Imparati greco moderno e greco antico, Schliemann si mise a studiare il contenuto dei testi omerici, in
quanto egli credeva che i cenni topografici contenuti nell’Iliade e nell’Odissea fossero veri.
Il tedesco condusse una serie di scavi a Ida, Micene e Tirinto, ma Troia era al centro del suo interesse.
L’epilogo è noto: sulla collina di Hissarlik egli scoprì i resti della città di Troia, le porte Scee e il tesoro di
Priamo.
Fu così che nacque un nuovo capitolo della storia: l’archeologia omerica.
A Micene, Schliemann scoprì le tombe e i resti di re e regine assieme ad un’incredibile quantità d’oro; infine
egli riesuma i resti della fortezza di Tirinto.

2. ARTHUR JHON EVANS = “Il rivelatore di Cnosso”


Archeologo inglese nato nel 1851, nominato nel 1884 direttore del Museo di Oxford; interessato a scoprire
per quale motivo una civiltà avanzata come quella di Micene non avesse lasciato alcun tipo di documento
scritto, egli si recò in Grecia nel 1893.
Acquistate delle pietre incise provenienti da Creta, Evans si rese conto di aver scoperto un sistema grafico
geroglifico diverso da quello ittita e da quello egiziano.
Il ritrovamento di altri oggetti, nello specifico di vasi, portò inoltre alla luce una seconda scrittura dell’antica
Creta: il lineare A.
In seguito a violente rivolte da parte del popolo cretese, il quale vuole ottenere l’indipendenza dai turchi,
Evans intraprende degli scavi in grande stile, aprendo le prime trincee sul più promettente dei siti cretesi,
quello di Cnosso, situato sulla collina di Kephala, qualche chilometro a sud-est di Candia.
Dopo una sola settimana di scavi, Evans scopre la prima tavoletta e nel corso di 7 intense campagne, scavò il
palazzo di Minosse, trovando la tana del Minotauro (= il labirinto della leggenda).
I documenti scritti emersi dalle rovine del palazzo erano centinaia e vedevano la sovrapposizione di tre
scritture durante il II millennio a.C.:
- I segni della prima scrittura di tipo pittografico ricordavano i geroglifici egiziani, quindi Evans la battezzò
scrittura geroglifica.
- La seconda scrittura fu chiamata lineare A perché gli scribi che l’avevano utilizzata ne avevano ordinato il
testo seguendo una linea da sinistra verso destra.
- Infine, lineare B fu il nome dato alla terza scrittura.

3. MICHAEL VENTRIS = “Il decifratore della lineare B”


L’esito della decifrazione di una scrittura scomparsa dipende in larga parte dal materiale di cui si dispone e
dalle possibilità di interpretazione che questo fornisce.
Evans fu il primo a capire fin dall’ inizio che le scritture cretesi erano composte da 3 elementi principali:
sillabogrammi, ideogrammi che rappresentavano l’oggetto delle transazioni registrate nei testi, e cifre di
solito associate a questi ideogrammi (= sistema decimale).
Evans aveva inoltre notato che 7 segni della lineare B e del cipriota classico erano praticamente identici
(scrittura decifrata da George Smith), mentre altri 10 segni presentavano una certa somiglianza tra loro.
Evans aveva anche avanzato l’ipotesi che la scrittura lineare B, allo stesso modo della scrittura cuneiforme e
della scrittura egiziana, fosse caratterizzata dalla presenza di determinativi, segni che non rappresentano un
suono ma servono a classificare la parola alla quale sono associati in una determinata categoria (→ il nome
di ogni città avrebbe dovuto iniziare con il determinativo della città, il nome di ogni singolo individuo
avrebbe dovuto iniziare col determinativo maschio o femmina).
Molti tentarono di condurre studi in merito alla decifrazione della lineare B, fornendo in seguito a Ventris
interessanti elementi che gli permisero di portare a termine tale impresa.
La prima cosa che bisogna fare quando si intraprende la decifrazione di una lingua (lingua conosciuta e
scrittura sconosciuta; lingua sconosciuta e scrittura conosciuta; lingua e scrittura sconosciute), è determinare
con assoluta certezza il tipo di sistema grafico usato nelle tavolette.
Al mondo sono presenti tre sistemi grafici di scrittura:
- Sistema ideografico = disegnare una figura per rappresentare una parola. ES. Cinese.
- Sistema sillabico = ogni segno corrisponde a una vocale o a una consonante + vocale.
- Sistema alfabetico = legato a un numero relativamente ristretto di segni.

La scrittura della lineare B comportava circa 80 segni, quindi, possiamo collocarla all’ interno della seconda
categoria, quella delle scritture sillabiche.
Affiancato dal parere di illustri uomini di cultura, Ventris si dedicò all’analisi della lineare B, rilevando la
presenza di flessione di genere e caso all’interno di numerose serie di segni; egli creò inoltre una griglia dei
valori fonetici della lineare B sulla base delle informazioni pervenute.
Lo studioso giungerà presto alla conclusione che la lingua delle tavolette in lineare B di Cnosso e di Pilo è
effettivamente una lingua greca.

CAPITOLO II – I GRANDI VICINI E LE LORO SCRITTURE

Per capire la storia e lo sviluppo delle antiche scritture egee, occorre aprire una finestra sulle decifrazioni e la
struttura dei testi dell’Egitto faraonico e dell’Asia anteriore.

1. L’ EGITTO E JEAN-FRANCOIS CHAMPOLLION

• Attorno alla fine del XVIII secolo, in Francia si risvegliò l’interesse per i territori egiziani da tempo
dimenticati;

└> SPEDIZIONE guidata da BONAPARTE (aveva portato a termine con successo la


Campagna d’Italia ed era divenuto membro dell’accademia)
+ truppe militari e da una serie di scienziati e studiosi, pronti a determinare il tipo di
Interventi necessari per il restauro e la riscoperta dell’Egitto e delle sue potenzialità.

└> Nonostante gli esiti disastrosi di tale impresa, il ritrovamento della STELE DI ROSETTA
nel 1799 sarà fondamentale per le opere di decifrazione future dei geroglifici, in
particolare quelle compiute da Jean-Francois Champollion.

• Champollion = “Padre dell’egittologia”


Nato nel 1790 in Francia, egli si dedicò allo studio di diverse lingue, concentrandosi in modo
particolare sul copto (ritenuto da Kircher l’antica lingua parlata dai faraoni).
Anche gli studi di Barthélemy (nomi di re o divinità nei cartigli e rapporto fra scrittura ieratica,
demotica e geroglifica) influenzano Champollion, interessato a DECIFRARE LA STELE DI ROSETTA.

└> Alcuni progressi vengono effettuati da Thomas Young, ma sarà Champollion a


DECIFRAre definitivamente I GEROGLIFICI
→ Egli sosteneva che la scrittura egizia fosse una combinazione non alfabetica di tre tipi di segni:
= i segni verbali/ideogrammi o logogrammi, i segni fonetici, i segni determinativi.

1. I SEGNI VERBALI = servono a tradurre l’idea di un essere vivente o di un oggetto inanimato.


└> Dal punto di vista teorico, una scrittura composta unicamente da logogrammi
dovrebbe essere capita da chiunque, poiché una tale scrittura esprime idee e
non suoni.
└> Alcuni termini però risultano eccessivamente complicati per essere espressi
attraverso dei semplici simboli;

2. Si decide così di utilizzare il SUONO degli stessi SEGNI per indicare un determinato
oggetto/azione.
La scrittura egiziana inoltre NOn teneva conto delle VOCALI e non le esprimeva.
└> Essa non ha quindi rinunciato a utilizzare l’immagine grafica della realtà che
voleva esprimere
→ combinando LOGOGRAMMI + SEGNI FONETICI.
└> Tale GRAFIA, COMPLICATA e stracarica di segni, non era tuttavia sufficiente
a rendere univoca la scrittura egiziana sprovvista di vocali.

3. Furono così creati i DETERMINATIVI dei segni da non pronunciare posti alla fine della parola
per consentire di distinguere le parole omofone o omografe.

→ LA TRIADE di logogrammi, segni fonetici e determinativi diede agli egiziani la possibilità di


ESPRIMERE SENZA ALCUN EQUIVOCO la lingua parlata

2. L’ORIENTE CUNEIFORME

• Mentre la scrittura geroglifica egiziana non mancava di stupire i dotti d’ occidente, la SCRITTURA
CUNEIFORME giaceva DIMENTICATA sotto le colline (i famosi ‘tell’) d’Oriente.

└> L’unico autore classico a citare tale scrittura fu ERODOTO, il quale parla in modo vago degli
‘ASSIRIA GRAMMATA’.

• Soltanto dal 17 sec. pervengono le PRIME INFORMAZIONI SULLA SCRITTURA CUNEIFORME, così
definita verso la fine del ‘700 da ENGELBERT KAMPFER

• Nel corso del Settecento, altri viaggiatori avevano dato notizie di iscrizioni di re persiani, tra cui
NIEBUHR, il quale aveva riconosciuto 3 tipi di scritture in quei documenti:
1. L’antico persiano
2. L’elamitico
3. Il babilonese

• All’inizio dell’OTTOCENTO, tutto quello che si conosceva sulla storia degli Assiri, era dovuto al
racconto biblico. Non si sapeva nulla dei Sumeri, degli Accadi e degli Ittiti.
Di tutte le lingue d’ oriente, solo il fenicio era stato decifrato.

└> Fu SARZEC a scoprire i PRIMI RESTI della civiltà SUMERICA sulle colline di TELLO.
➔ LA DIFFUSIONE DELLA SCRITTURA CUNEIFORME
Quali sono le regioni del mondo in cui si diffuse il sistema grafico cuneiforme?

1. A est lo ritroviamo nella regione del SUD-EST IRANICO, utilizzato per trascrivere la
scrittura elamitica.
2. A ovest gli URRITI adottarono la scrittura cuneiforme PER notare LA LORO LINGUA,
DIFFONDENDOla poi tra i popoli dell’ASIA MINORE, soprattutto presso gli ITTITI
(indoeuropei).
3. Infine, gli URARTEI, che occuparono l’ARMENIA, scrissero i testi della loro lingua con
l’aiuto della scrittura cuneiforme neo-assira.

└> Nell’oriente antico esistono inoltre due casi di creazione di nuove scritture sulla base della
scrittura cuneiforme:

→ Sulla COSTA SIRO-PALESTINESE, a UGARIT, venne creata una scrittura alfabetica


composta da una trentina di segni, senza ideogrammi e segni determinativi;

└> LA SCRITTURA DELL’ANTICO PERSIANO è invece una scrittura alfabetica di circa 36


segni fonetici con qualche elemento di scrittura sillabica.

• È ovvio che le strutture politiche, economiche e sociali dei popoli della Mesopotamia siano cambiate;
tuttavia, vi è un elemento comune ai regimi che qui si sono succeduti:
= LA SCRITTURA CUNEIFORME

└> Questa SISTEMA GRAFICO, probabilmente inventato dai SUMERI, è costituito da disegni
(PICCOLE INCISIONI) che rappresentavano oggetti ed esseri viventi;

└> Però era difficile riprodurre l’apparato grammaticale della frase ed esprimerne la
sintassi.
→ Gli scribi hanno dovuto utilizzare dei SEGNI CON un VALORE FONETICO capace di astrarre
dal significato in quanto tale.

└> Il SISTEMA GRAFICO che utilizza segni che sono a volte logogrammi e a volte segni fonetici
viene definito MISTO, in quanto a seconda della sua posizione nel discorso, un medesimo
segno può esprimere realtà differenti.

└> I segni fonetici delle scritture cuneiformi sono vere e proprie sillabe, composte da
consonanti e vocali.

→ Le ragioni del successo della scrittura cuneiforme risiedono nel fatto che essa consentiva a tanti popoli diversi di
notare lingue come il sumerico, l’accadico, l’ittita, divenendo quindi uno strumento particolarmente APPREZZATO
per la COMUNICAZIONE TRA MERCANTI E STATI DI UN’IMMENSA REGIONE (Asia) = duttilità.

➔ LE DECIFRAZIONI NELL’ASIA ANTERIORE


Quali furono le tappe più significative che portarono alla lettura e alla decifrazione della scrittura
accadica?

• Georg Friedrich GROTEFEND di Gottingen riuscì a penetrare i segreti dell’ANTICO PERSIANO,


basandosi su alcuni punti precisi; egli fu il primo a decifrare la scrittura cuneiforme riuscendo ad
ISOLARE LE GRAFIE accadiche delle parole corrispondenti ai nomi di Dario, Serse e Istaspe e
ottenendo così ben 15 fra i 40 valori di tale alfabeto.
• Lo svedese Isidore LOWENSTERN fu il primo a sostenere che la LINGUA ACCADICA fosse SEMITICA e
che i SEGNI FONETICI dell’accadico fossero delle semplici CONSONANTI; infine fece notare che
esistevano SEGNI DIVERSI PER notare OGNI CONSONANTE.

• Edward HINCKS constatò che non esisteva un unico segno della scrittura accadica per indicare una
consonante; OGNI CONSONANTE infatti SEGUIVA O VENIVA PRECEDUTA DA VOCALE.

• BOTTA scoprì che una PAROLA poteva essere RESA o DA UN IDEOGRAMMA o DA UN GRUPPO DI
SEGNI SILLABICI.

• RAWLINSON fece un ELENCO di 246 SEGNI, che è ancora oggi alla base delle tavolette di segni
proposti nelle più recenti ricerche in assiriologia

→ La LINGUA SUMERICA NON PRESENTA AFFINITÀ CON NESSUNA DELLE LINGUE CONOSCIUTE IN MESOPOTAMIA ed
è SCOMPARSA come lingua vivente POCO TEMPO DOPO IL REGNO DI HAMMURABI; in seguito, fu utilizzata
unicamente per motivi religiosi dai sacerdoti babilonesi, i quali hanno redatto elenchi dei più rari valori fonetici del
sumerico e conservato numerosi testi religiosi sumerici con la traduzione babilonese.

3.L’ANATOLIA E GLI ITTITI

• Gli ITTITI hanno OCCUPATO L’ALTOPIANO ANATOLICO a partire dalla FINE DEL III millennio a.C.
└> La lingua ittita si presenta sotto due forme differenziate:

1. il paleo ittita (XVII-XV sec.)


2. l’ittita imperiale (XIV-XIII sec.)

• Hatti, il paese degli Ittiti, confina con il territorio del Luvio;


└> la lingua luvia è una lingua indoeuropea di struttura identica all’ittita.
└> ITTITA e LUVIO sono infatti considerati i due RAMI dialettali di una LINGUA anatolica COMUNE
(le lingue anatoliche sono rami estinti della famiglia delle lingue indoeuropee)
= li possiamo definire il dialetto del nord (ittita) e il dialetto del sud (luvio).

└> Più si approfondisce la conoscenza della civiltà ittita, più si ha l’impressione che gli Ittiti siano stati
ATTRATTI DAL SUD-EST SIRO-MESOPOTAMICO; era l’oriente che li interessava, non l’Egeo.

• Nel 1906 Hugo WINKLER scopre L’ARCHIVIO DEI RE ITTITI;

└> I documenti erano in scrittura cuneiforme babilonese e in ittita cuneiforme e furono DECIFRATI DA
Bedrich HROZNY, il quale riconobbe quest’ultima come una LINGUA INDOEUROPEA.

└> Applicando il METODO COMBINATORIO egli riuscì, partendo da ideogrammi già noti, a dedurre il
senso delle altre parole che costituivano una frase.

└> L'applicazione del metodo comparativo proprio dell'indoeuropeistica consentì immediatamente


a Hrozny di stabilire strette connessioni tra la lingua che aveva appena decifrato, l'ittita, e altre
lingue indoeuropee.
CAPITOLO TERZO – L’ORIGINE DELLA SCRITTURA NELL’EGEO

Nel suo libro “La prèhistorie”: à la recherche du paradis perdu Grabriel Camps compara l’elaborazione della scrittura
con lo sviluppo di una civiltà.

└> Le grandi tappe della storia degli ominidi messe a confronto con la storia della comparsa dei documenti scritti
risultano nel seguente elenco:

o 12 milioni di anni fa il ramapiteco giunge nella savana;


o 3 milioni di anni fa nasce Lucy, primo esemplare di australopiteco;
o per circa 2 milioni di anni non si registrano mutamenti notevoli.
o 500.000-100.000 a.C. appare il pitecantropo, il quale evolvendosi userà il fuoco e fabbricherà gli arnesi.
o 100.000-30.000 a.C. l’uomo di Neanderthal sarà capace di pensiero riflessivo.
o Con l’apparizione dell’uomo di cro-magnon, considerato homo sapiens-sapiens, la storia si accelera.
o 10 mila anni fa con la rivoluzione neolitica si manifesta la comparsa della scrittura (V millennio)

→ Analizzare: l’apparizione dei primi documenti scritti nell’ Egeo e presso civiltà che hanno avuto un’influenza
incontestabile sulla cultura dei popoli del Mediterraneo orientale.

1. I PRIMI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI EGEI

• La civiltà dell’isola di Creta occupa un posto privilegiato nella storia del Mediterraneo orientale.

└> L’ origine della scrittura a Creta, e in generale nell’ Egeo, non risale al periodo in cui i primi coloni
provenienti dai lidi dell’Anatolia nord- occidentale si sono stanziati nell’ isola di Creta.
└> Essi hanno certamente raggiunto molto presto un notevole benessere grazie all’agricoltura e al
commercio.

└> Questo periodo della storia dell’Egeo (3000 al 2300 a.C.) vede inoltre svilupparsi notevolmente la
stratificazione delle classi sociali.
└> Non si ha però traccia di veri e propri documenti scritti, nonostante tale benessere.

• I SIGILLI sono stati interpretati come portatori di annotazioni simboliche (= meandri o spirali)
= hanno sagoma irregolare e raramente geometrica somigliando spesso a semplici bottoni.
└> Questo genere di supporto è scomparso e non vi è nulla che possa autorizzare a mettere in relazione uno
di questi documenti con una qualunque forma di scrittura.

• Nel periodo del bronzo antico fanno la loro apparizione due serie di notazioni simboliche:

1. MARCHE DI VASAI = segni incisi su vari tipi di vasi.


└> Il fatto che sono stati incisi prima della cottura esclude che possano essere servite a indicare il
contenuto futuro dei vasi.

2. SIGILLI = periodo del bronzo antico II, nel nord-est dell’Egeo.


└> I materiali utilizzati comprendono l’avorio, il metallo, la terracotta e la pietra; i sigilli hanno una forma
conica, zoomorfa, prismatica o cilindrica.
-IL CONTINENTE

• I SIGILLI hanno diverse funzioni, servono a stampare decorazioni o impressioni ed imprimere marche;

└> impronte di sigilli su cretule provenienti da Lerna, dalla CASA DELLE TEGOLE, lo testimoniano.

└> Il signore di questa casa sentì infatti la necessità di sigillare una porta o un recipiente apponendovi il
proprio sigillo;

• la dimora si trovava probabilmente al CENTRO DI UN SISTEMA DI PRODUZIONE che prevedeva la consegna e


la ridistribuzione dei beni provenienti dalle campagne poste sotto il controllo del padrone dell’insediamento.

└> Il sistema di controllo utilizzato a Lerna si colloca nel processo dell’evoluzione dell’economia neolitica,
divenendo punto di riferimento politico e strategico e primo modello di sistema amministrativo.

-CRETA

• Il periodo della civiltà cretese corrispondente al bronzo medio è stato definito da Evans medio minoico;
└> all’ interno del medio minoico posiamo distinguere le fasi seguenti:
o Medio minoico IA (2100-1900);
o Medio minoico IB (1900-1800);
o Medio minoico II (1800-1700);
o Medio minoico III (1700-1600).

• L’ inizio del bronzo medio a CRETA è stato segnato da un incremento demografico e da una migliore
occupazione del territorio, fattori che hanno portato alla costruzione dei PRIMI PALAZZI.

└> Si tratta di grandi insiemi architettonici che raggruppano una serie di ambienti con finalità diverse, nati
nel cuore di zone fertili del territorio cretese, cioè nella zona di Cnosso, di Mallia e di Festo.

Vi si possono rintracciare 3 FUNZIONI precise:


1. Funzione ECONOMICA: è documentata dall’ ampiezza e dalla consistenza dei magazzini che gravitano
intorno ai quartieri d’abitazione o che sono sistemati nei piani interrati di questi ultimi. I responsabili di
tali costruzioni hanno gestito la produzione agricola di un’intera regione.
2. Funzione POLITICA: colui che riesce a controllare un’intera porzione di territorio è chiamato a esercitare
un potere effettivo sulle persone che abitano la regione e ne lavorano le campagne. Gli agricoltori e gli
artigiani si aspettano dal nuovo potere protezione e compensi in cambio del lavoro effettuato.
3. Funzione RELIGIOSA: colui che sa parlare con gli dèi o che ne sia in qualche modo in contatto, ha sui suoi
simili un indiscusso ascendente. Questi individui godono di una particolare considerazione da parte del
popolo

• Questi complessi espletano perciò funzioni di tipo economico, politico e cultuale e sottostanno al controllo di
un signore convenzionalmente chiamato re o principe;

└> essi sorgono spesso sulle rovine di edifici risalenti all’antico minoico, sviluppandosi quindi
contemporaneamente alle città del medio minoico.

└> È inoltre facile immaginare che le figure a capo di questi palazzi fossero membri della comunità divenuti
tanto indispensabili (motivi economici) da ottenere posizioni di leadership rispetto agli altri cittadini; una
posizione privilegiata comportava la costruzione di un’abitazione vistosa.

• Il sistema palaziale nacque in seguito ai cambiamenti avvenuti all’interno della stessa società minoica.
└> I fondamenti di tale società si modificano, in quanto dei sovrani comandano ormai su un determinato
territorio, controllandone beni, risorse e uomini alle sue dipendenze (agricoltori, artigiani, soldati).
• Il CONTROLLO DEL POTERE centrale sul territorio legato al palazzo non può più esercitarsi ricorrendo all’
aiuto della sola memoria degli amministratori;
└> i beni da gestire e le persone da controllare sono tanti e occorre disporre di uno strumento preciso che
fornisca garanzie alle autorità e agli stessi lavoratori.

4. Una quarta FUNZIONE, quella AMMINISTRATIVA, si aggiunge alle precedenti, permettendo al sovrano
affiancato da una struttura burocratica di gestire uno stato.

└> I primi strumenti amministrativi presenti a Creta nel periodo protopalaziale: nel corso di alcuni scavi
sono venuti alla luce documenti amministrativi di grande importanza storica presso il palazzo di
MONASTIRAKI;
└> all’interno di una sala d’archivio sono infatti state rinvenute delle tavole d’argilla con impronte di
sigilli, originariamente utilizzate per sigillare dei recipienti, e delle CRETULE, solitamente apposte
a porte per impedire l’accesso.

└> La conservazione sigilli e cretule dava la possibilità, ai responsabili dei magazzini del palazzo, di
controllare e ripercorrere le operazioni effettuate.

• Sulla base della testimonianza delle cretule e delle impronte di sigilli che contengono, si può ricostruire parte
della vita amministrativa delle prime residenze palaziali cretesi del medio bronzo.

→ I magazzini sono ampi e ogni COMPLESSO PALAZIALE ne conta diversi, gestiti da FUNZIONARI nominati dal
sovrano, il cui compito è di distribuire le razioni alimentari.

└> La PROVA DEL PASSAGGIO e della quantità di razioni o prodotti consegnati dal funzionario al cittadino è
costituita dalla CRETULA nella quale sono state impresse le impronte di sigilli.
└> Per PRELEVARE era necessario:

1. Lasciare al funzionario una CRETULA da applicare al contenitore contenente il bene richiesto;


2. Nel momento in cui un’altra persona si presentava presso i magazzini per usufruire della propria razione
alimentare→ il funzionario faceva SALTARE IL SIGILLO del vaso o del locale interessati,
3. Chiedendo poi all’interlocutore di preparare una NUOVA CRETULA.

• Per conoscere la QUANTITÀ DI PRODOTTI SOTTRATTI AI MAGAZZINI bastava tenere CONTO DELLE
IMPRONTE presenti SULLE CRETULE archiviate;

• alla fine di ogni esercizio amministrativo questi oggetti venivano tolti dalle sale d’archivio per fare spazio alle
nuove cretule, corrispondenti al nuovo ciclo di distribuzione.

→ Questo sistema di contabilità permetteva di tenere una documentazione rigorosa di tutti i movimenti legati all’
attività dei magazzini palaziali.

• Il RUOLO DI INTERMEDIAZIONE tra il palazzo e i villaggi era assunto da individui di cui possiamo percepire
l’identità e rilevare le tracce attraverso le cretule d’argilla che ci sono state tramandate.

└> Erano incaricati dall’amministrazione centrale di VIGILARE:


1. Sull’esecuzione degli ordini del palazzo
2. Sul mantenimento della produzione
3. Sul pagamento da parte delle comunità contadine dei compensi in natura.
└> Essi si presentavano inoltre presso i magazzini palaziali così da ritirare le razioni alimentari da
distribuire al personale.
• Il SISTEMA BUROCRATICO inventato dagli amministratori dei primi palazzi minoici è COMPLICATO, in quanto
ogni cretula corrisponde ad una sola operazione contabile e non fornisce informazioni in merito ai prodotti
prelevati;

• tale sistema era inoltre INCOMPLETO, in quanto la consultazione di una cretula non specificava le ragioni per
cui un individuo pretendeva delle razioni alimentari.

• Con il crescente sviluppo economico e commerciale, gli amministratori minoici dovranno trovare un metodo
più efficace per tenere la contabilità;

└> appaiono così altri documenti d’argilla: delle TAVOLETTE


(Le più antiche finora ritrovate provengono dal palazzo minoico di Festo e rappresentano la più antica
testimonianza di lineare A mai documentata a Creta).

└> La TAVOLETTA PH II DI FESTO è divisa in dieci scompartimenti all’ interno dei quali sono incisi dei
trattini, ogni scompartimento contiene i conti relativi ad una registrazione;

→ la tavoletta rappresenta perciò un PROGRESSO, poiché in un solo documento d’ archivio sono raccolte varie
operazioni contabili.

└> L’ autore della tavoletta PH II ha così inventato le CIFRE, in quanto ogni trattino verticale
corrispondeva ad un’operazione contabile e ad una cifra; effettuate 10 operazioni contabili si incideva
un tratto orizzontale, che riassume quelle precedenti.

→ L’ invenzione delle cifre rappresenta un progresso notevole

• ma nulla si sa circa il TIPO DEI BENI contabilizzati nei testi;

└> gli amministratori inventano perciò gli IDEOGRAMMI o LOGOGRAMMI


= gli scribi potranno scrivere tavolette complete di quantità e tipo di merce prelevata.

• Rimangono da registrare i MOTIVI della transizione e le CIRCOSTANZE nelle quali queste registrazioni
avvengono.
└> Cosi appaiono, accanto alle cifre e agli ideogrammi, i SEGNI DELLA SCRITTURA che raggruppati formano le
PAROLE, dando al discorso un carattere univoco e universale.

= È una scrittura che comprende circa ottanta segni, si tratta quindi di una SCRITTURA SILLABICA

→La scrittura nasce nel periodo dei Primi palazzi cretesi e la sua nascita è dovuta a esigenze di carattere economico
dettate dalle nuove condizioni politiche della società minoica all’ inizio del II millennio a.C

2.LA COMPARSA DELLA SCRITTURA IN MESOPOTAMIA E IN EGITTO

-L’ORIENTE MESOPOTAMICO:

Il sistema palaziale in Oriente è nato da un’ECONOMIA essenzialmente AGRICOLA legata alle piccole comunità
urbane che occupavano i villaggi, evolvendosi poi in uno STRETTO RAPPORTO FRA POLITICA ED ECONOMIA,
affiancato da una BUROCRAZIA CENTRALIZZATA E POTENTE.

• In merito a tale evoluzione si può ricordare la tesi di uno studioso come Th. Jacobsen, secondo cui l’EN
(sommo sacerdote dell’epoca predinastica) sarebbe stato incaricato dalla divinità di raccogliere e distribuire
il cibo prodotto dalla comunità.
└> L’ECONOMIA RIDISTRIBUTIVA sarebbe stata CONCEPITA NELL’AMBITO RELIGIOSO e posta sotto il
controllo del sommo sacerdote.

• Jacobsen vedrebbe essenzialmente tre fasi nell’ evoluzione del sistema politico-economico del Vicino
Oriente:
1. La fase di OBEID, caratterizzata da una società poco gerarchica ma in continuo sviluppo;
2. La fase di URUK, che vede economia e società nelle mani dell’EN (= potere → struttura templare);
3. L’epoca delle DINASTIE ARCAICHE, che vede la nascita del sistema monarchico e del sistema palaziale.

• Nel periodo così detto di OBEID vi sono trasformazioni dell’abitato cittadino che riflettono una nuova
struttura della società;

└> l’UNITÀ DI BASE rimane il VILLAGGIO, ma in continua crescita e caratterizzato da una COSTRUZIONE PIÙ
IMPORTANTE rispetto alle altre.

= La comparsa di simili edifici in varie parti del mondo e le convergenze tra le loro funzioni non sono dovute a
collegamenti fra loro, quanto alla semplice evoluzione della comunità e degli abitati nel periodo neolitico e
all’emergere di individui che riescono ad imporsi sugli altri.

• Durante il periodo di URUK, appaiono insiemi architettonici più estesi;

└> la funzione di questi COMPLESSI è stata messa IN RELAZIONE AL CULTO e molti hanno voluto riconoscervi
dei SANTUARI.
└> In realtà in questa fase appaiono palazzi che alle FUNZIONI politiche e economiche aggiungono quelle
CULTUALI;

• il palazzo orientale sembra quindi nascere dal tessuto urbano caratteristico del periodo neolitico ed
emergere dalle trasformazioni provocate dalla concentrazione di risorse essenzialmente nelle mani di un
signore/principe.

• Cambiamenti che prevedono l’aggiunta di un’ulteriore quarta funzione (amministrativa).

→ Il processo che favorisce la nascita dei palazzi orientali è identico a quello riscontrato presso Creta.

• Per quanto concerne l’apparizione della SCRITTURA, in Oriente come nell’Egeo, lo sviluppo risulta
contemporaneo al sorgere di strutture architettoniche complesse;

└> i primi documenti amministrativi a noi pervenuti risalgono alla fase di OBEID e sono costituiti da SIGILLI e
IMPRONTE DI SIGILLI, grazie ai quali si rendeva conto dei movimenti che avvenivano nei magazzini
palaziali.

└> Appariranno, successivamente, DOCUMENTI legati ad ATTI AMMINISTRATIVI sono disposizioni di servizio
e ordini di missione emanati dal palazzo e indirizzati a funzionari che risiedono o esercitano la loro attività
nelle regioni periferiche dello stato.

└> Presto tale sistema verrà ulteriormente perfezionato; all’involucro contenete il simbolo del bene richieste
e chiuso mediante un sigillo, si sostituisce una TAVOLETTA sui cui lati sono accolti i DATI IDEOGRAFICI e
NUMERICI NECESSARI.
└> Da un codice primitivo, composto di oggetti e simboli, si passa ad un CODICE GRAFICO;

→ nasce la scrittura, il cui processo di sviluppo si accelera, seguendo le stesse tappe dell’Egeo.

→ In oriente, accanto ai testi di natura economica e amministrativa per i quali la scrittura è stata concepita, si
trovano testi di natura scolastica utili alla trasmissione della scrittura stessa e del sapere di cui è portatrice
-EGITTO

La SCRITTURA EGIZIANA fa la sua prima comparsa verso il 3150 a.C., sebbene documenti amministrativi
infinitamente più antichi, come le cretule d’argilla, siano attestati in Egitto ed in Mesopotamia sin dalla fine del V
millennio a.C.

• Questi sistemi amministrativi sono strettamente connessi alLO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA ed al controllo
delle MERCI raccolte nei MAGAZZINI → La rivoluzione agricola è stata più tarda in Egitto

└> le terre lungo il Nilo sono estremamente fertili e vi sorgono PICCOLE COMUNITÀ

• Un’AUTORITÀ all’ interno di questi piccoli gruppi riesce a CONCENTRAre ATTORNO A SÉ LE FUNZIONI che
sono state descritte per i palazzi egei e mesopotamici, organizzando un sistema di consegna e ridistribuzione
dei beni.

• L’ Egitto era però suddiviso in due zone profondamente diverse, quella del delta e la striscia di terra dell’alto
Egitto;

└> la divisione fra BASSO e ALTO EGITTO influenzerà la storia del paese (due magazzini per il raccolto; dei
protettori diversi; due corone diverse per il faraone).

└> Nonostante tale divisione era necessario che delta e rive collaborassero in campo agricolo per
assicurare la sopravvivenza della popolazione;
• Ogni disordine sociale verificatosi tra la sorgente e la foce del Nilo aveva effetti devastanti sulla comunità.

└> Di qui la necessità di assicurare al paese un’AUTORITÀ CENTRALE in grado di UNIFICARE NORD E SUD:
l’unione avviene verso il 3150 a.C. sotto il faraone Narmer.

→ Uno dei più antichi documenti in cui si trovano caratteri egiziani è una TAVOLOZZA che risale al PERIODO DI
NARMER, al momento dell’unificazione tra i regni dell’alto e del basso Egitto;

└> Su questa tavolozza sono utilizzate tutte le tecniche simboliche, mostrando come gli egiziani abbiano messo a
punto un SISTEMA DI SCRITTURA in grado di sfruttare il fonetismo a supporto del simbolismo grafico.

→ Il sistema grafico degli scribi dell’antico Egitto (fine del IV millennio a.C.) rimarrà IMMUTATO PER MILLENNI.

→ La RIVOLUZIONE NEOLITICA provoca una formidabile trasformazione nel modo di vita dei nostri antenati, tanto
che molti storici e sociologi la ritengono la rivoluzione più importante della storia dell’umanità:

1. Comparsa di AGRICOLTORI e PASTORI

2. Problema = periodi di magra e di eccedenze alimentari→ Soluzione = IMMAGAZZINAMENTO degli eccessi


└> Organizzazione, conservazione e distribuzione dei prodotti immagazzinati

3. Imposizione di un LEADER sulla comunità → creazione di un sistema sociale piramidale

4. Necessità di una struttura in grado si espletare alle funzioni economiche, politiche, cultuali e amministrative
= PALAZZO, il cui capo detiene un potere assoluto

→ NASCITA DELLA SCRITTURA, come strumento di ASSERVIMENTO:

1. Controllo delle ricchezze e dei sudditi di un signore = favorire lo sfruttamento degli uomini
2. Strumento di controllo (arma) nelle mani dei privilegiati e di costrizione per le masse analfabete.
└> Scrittura come istituzione in società
CAPITOLO QUINTO – L’EGEO E LE CIVILTÀ DEL MEDITERRANEO

I. EGEI, SIRIANI ED EGIZIANI

Le civiltà egee erano perfettamente inserite nel mondo del Mediterraneo orientale e gli abitanti dell’arcipelago
avevano contatti stretti con i popoli insediati sulle rive di questo mare.

• I contatti fra EGEO ed EGITTO risalgono ad un periodo anteriore al periodo d’oro della XVIII dinastia.

└> Il più antico DOCUMENTO EGIZIANO a PARLArci DI CRETA, il famoso testo delle ‘Ammonizioni di un
saggio egiziano’

└> ci permette di apprendere non solo che i re di Creta si facevano imbalsamare, ma


associa inoltre il porto di Biblo, sulla costa siro-palestinese, al paese di Keftiu (isola di Creta).

• Man mano che si procede nel tempo, I CONTATTI tra Egeo ed Egitto SI MOLTIPLICANO fino a raggiungere
l’epoca dell’impero dei conquistatori;

└> In questo periodo, infatti, navi cretesi e battelli di Biblo portano dalla Palestina e dal Libano il legname per
i grandi lavori di carpenteria del faraone Tutmosi III.

• Altri documenti, rinvenuti nelle tombe dei primi ministri e del sommo sacerdote di Tutmosi III, attestano
invece come i sovrani dei territori del Mediterraneo (re di Creta e re degli Ittiti) avessero deciso di
CONCILIARSI I FAVORI DEL FARAONE, portandogli in dono tributi preziosi.

└> Per questi potenti signori egei la sottomissione nasconde in realtà un FINE COMMERCIALE.
• I RAPPORTI fra Egitto e potenze egee si fanno molto INTENSI durante la XVIII DINASTIA

└> in quanto queste ultime si occupano del traffico di materiali preziosi e manufatti, fortemente richiesti
dalla comunità egiziana;

└> Minoici e micenei approfittavano di tali scambi per rifornire anche i propri artigiani;

• I contatti fra Egitto ed Egeo non si limitano però al solo scambio di merci, bensì si espandono anche in
AMBITO ARTISTICO E ARTIGIANALE, influenzando ed assimilando l’uno le tecniche e la cultura dell’altro.

└> Importante sarà inoltre l’introduzione a Creta del culto del gatto (= scaccia i topi, i quali minacciano i
raccolti immagazzinati), sotto influenza degli egiziani.

→ Egei ed egiziani si sono conosciuti e incontrati sin dal III millennio a.C., hanno scambiato beni, tecniche, idee, culti e
frequentato gli stessi porti della Siria e del Levante; fino alla metà del XIII secolo a.C. i loro rapporti sono stati perciò
cordiali.

→I cretesi prima, cretesi e micenei poi, e solo micenei infine, hanno convogliato verso l’Egitto i prodotti del levante,
APPROFITTANDO DEL RUOLO DI INTERMEDIARI che potevano svolgere nel Mediterraneo orientale per arricchirsi e
contribuire allo sviluppo dei rispettivi stati.

(Sul piano dell’organizzazione politica, economica e sociale, gli egiziani e i cretesi non sembrano però avere molto in
comune).
II. L’EGEO E L’OCCIDENTE
Il Mediterraneo orientale sembra essere stato, da un punto di vista qualitativo, il primo polo d’ attrazione dei popoli
dell’Egeo; → sin dall’elladico recente I comincia però a manifestarsi una presenza egea anche nel Mediterraneo
occidentale, facendosi sentire fino all’elladico recente IIIC.

I 3 grandi momenti della PRESENZA EGEA IN OCCIDENTE possono essere suddivisi nelle seguenti fasi:
1. TARDO ELLADICO I E II (XVI e XV sec. a.c.);
└> Riguarda le isole del sud del Tirreno, le isole Eolie e l’isolotto di Vivara

2. TARDO ELLADICO IIIA E B (XIV e XIII sec.);


└> Interessa la Sicilia, le isole Eolie e la Calabria; l’Italia meridionale è al primo posto nei rapporti con il
mondo egeo

3. TARDO ELLADICO IIIC (prima metà del XII sec.).


└> Le importazioni egee si fanno sempre più rare e sono invece le imitazioni locali a diventare più numerose.

• L’ESPANSIONE MICENEA IN OCCIDENTE solleva almeno DUE PROBLEMI STORICI:


1. Qual’ è la portata qualitativa di questa espansione?
= Occorre sottolineare che agli elementi micenei sono sempre mischiati ad elementi indigeni

2. Quali sono le ragioni che l’hanno provocata?


= Le ragioni storiche che hanno spinto questi uomini verso occidente, vanno ricercate nel contesto dei
traffici tra l’Egeo e il resto del mondo mediterraneo
└> Gli egei che trafficavano con l’oriente erano ricchi, mentre coloro che frequentavano le rive della
Sicilia, della Calabria, delle Eolie erano privi di mezzi.

III. LE CIVILTÀ DELL’EGEO E I LORO MODELLI


Malgrado le profonde divergenze che li dividevano, a cominciare da quelle linguistiche, i POPOLI MINOICI e MICENEI
avevano un numero tale di punti in comune, da dover porre l’accento sulla CONTINUITÀ tra le due civiltà piuttosto
che sulle loro divergenze.

Quando sorgono i Primi palazzi minoici le civiltà dell’ASIA e dell’EGITTO hanno già una storia millenaria alle spalle, è
possibile che ne abbiano influenzato le scelte politiche ed economiche?

1. Gli ITTITI NOn hanno contribuito allo sviluppo delle popolazioni egee;
2. L’EGITTO è stato FONDAMENTALE in ambito ECONOMICO e ARTISTICO, ma non ha aiutato a modellarne la
società.

• Il mondo miceneo occupava infatti un posto privilegiato → Parlavano una lingua greca = INDOEUROPEI;

• Secondo quanto scritto da George Dumèzil, le società “libere” dei popoli indoeuropei si potevano
suddividere in tre grandi classi con altrettante funzioni:

1. la CLASSE SACERDOTALE
└> funzione che concerne la sovranità politica e religiosa, da cui deriva l’apparato amministrativo e cultuale
└> Il sovrano miceneo sembrava essere investito di un’autorità civile e talvolta di un’autorità religiosa

2. la CLASSE MILITARE = importanti nella società micenea: 600 e 120 baroni

3. la CLASSE CONTADINA E ARTIGIANALE = composta da contadini e artigiani sottomessi ad un potere centrale


onnipresente

→ Il potere palaziale miceneo era quindi centralizzato


◼ L’ATTIVITÀ ECONOMICA E IL CULTO:

A UR lo stato era incaricato di provvedere all’approvvigionamento dei templi

└> I re di Ur facevano infatti offerte mensili alle divinità dei grandi santuari
= uno stretto LEGAME collegava quindi PALAZZO e TEMPIO

Anche i RE MICENEI fornivano approvvigionamenti ai santuari, come dimostrano le numerose tavolette relative a tali
distribuzioni

• L’AUTONOMIA ECONOMICA di questi SANTUARI era perciò RELATIVA

• Esistevano probabilmente due circuiti economici paralleli


1. uno che partiva dal palazzo
2. l’altro dal tempio

→ nonostante ciò, il POTERE DEL SOVRANO rimaneva nettamente MAGGIORE, in quanto egli poteva amministrare
anche il patrimonio del clero nell’interesse superiore dello Stato.

◼ LA SOCIETÀ:

La società sumerica è sempre stata suddivisa in UOMINI LIBERI e SCHIAVI

Durane il periodo della III dinastia di Ur compare un’ulteriore distinzione all’interno della categoria degli uomini
liberi;
→ queste persone costituiscono il popolo che gode di meno diritti
= persone il cui status non è definito giuridicamente, in quanto ridotte in schiavitù;
└> Gli “EREN”
→ Appartengono alla classe artigianale e sono sottoposti a una stretta sorveglianza

• Il MERCATO DEGLI SCHIAVI veniva rifornito da persone che avevano subito condanne o che, per difficoltà
economiche, erano costrette a vendere sé stesse o i propri figli

• Gli schiavi, o COLLABORATORI DOMESTICI, potevano godere di una personalità giuridica, sposare persone
libere e testimoniare di fronte ai tribunali

• I FIGLI nati dall’unione tra un genitore libero e uno schiavo divenivano schiavi a loro volta

Ai tempi della III dinastia di Ur, i VERI SCHIAVI erano PRIGIONIERI DI GUERRA oppure PERSONE RAPITE durante le
razzie o le spedizioni militari;

└> Essi non godevano di alcuno statuto giuridico ed erano al servizio dello Stato

Quest’ultimo gruppo di schiavi non veniva riconosciuto né come persona, né come domestico, né come oggetto
◼ L’ECONOMIA:

- L’INDUSTRIA:
➢ L’INDUSTRIA TESSILE occupava un POSTO DI RILIEVO nella produzione statale dei sumeri; era
soprattutto la manodopera femminile ad essere nelle diverse officine.

➢ I lavoratori erano sottoposti ai CAPISQUADRA, controllati dai SOVRAINTENDENTI, i quali


rispondevano al POTERE CENTRALE.

➢ Il PALAZZO distribuiva ai LAVORATORI RAZIONI ALIMENTARI che variavano in funzione dello statuto e
del grado di specializzazione dei lavoratori stessi.

➢ Gli ARTIGIANI e i FABBRI che al contrario POSSEDEVANO degli SCHIAVI dovevano pagare allo Stato
delle TASSE.

- L’ AGRICOLTURA:
All’ epoca della III dinastia di Ur, esistevano tre regimi diversi di sfruttamento delle terre, corrispondenti a
TRE TIPI DI PROPRIETÀ FONDIARIA:

1. Un primo tipo di proprietà era la RISERVA DELLO STATO, terre sfruttate direttamente dal palazzo
e quindi dal sovrano, lavorate da manodopera specializzata.

2. In secondo luogo, vi erano le TERRE DI SUSSISTENZA, dei lotti assegnati dallo Stato ai suoi
servitori e quindi lavorate da privati.

3. Infine, vi erano le TERRE date IN USUFRUTTO, affittate a privati.

- IL COMMERCIO:
Il commercio era ESSENZIALE per la sopravvivenza del paese sumerico.

➢ Il commercio presso UR era finanziato dalle autorità governative o dai templi, i quali affidavano ai
mercanti i PRODOTTI DA SCAMBIARE con BENI DI PRIMA NECESSITÀ.

➢ Il periodo del grande impero di Ur è quello in cui l’onnipresenza dello stato tollera la costituzione di
alcune IMPRESE PRIVATE.

➢ Anche l’EGEO deve molto al commercio;


└> Grecia continentale e Creta sono infatti assai POVERE DI MATERIE PRIME, procurate tramite il
commercio con le coste della SIRIA, della PALESTINA e dell’EGITTO.

➢ I MERCANTI a cui venivano affidate dallo Stato le merci da scambiare, utilizzavano una parte dei
guadagni realizzati durante le loro spedizioni per fini personali;
└> Così, nell’ Egeo come in Mesopotamia, si è costituita una specie di CLASSE MEDIA
CAPITOLO SESTO – DAI PALAZZI A OMERO

I. LA FINE DEI REGNI MICENEI

La SCOMPARSA DEI PALAZZI MICENEI rappresenta l’avvenimento più importante della storia dell’Egeo del II
millennio a.C.

Quali sono le cause che hanno portato alla distruzione degli stati micenei in Grecia e a Creta?

➢ LA DISTRUZIONE DEI PALAZZI

- IL CONTINENTE:
Dalle ricerche condotte a Micene appare evidente che la capitale dell’impero miceneo è stata coinvolta
in due gravi distruzioni durante la fase del tardo elladico IIIB.
Un violentissimo INCENDIO ha distrutto gli edifici della cosiddetta città bassa nelle quali sono stati
rinvenuti i principali documenti d’ archivio in lineare B provenienti da Micene.
Vengono quindi rinforzate e consolidate le opere difensive, ma, nonostante ciò, il centro palaziale
miceneo soccombe definitivamente; le DEVASTAZIONI PALAZIALI sono spesso accompagnate da incendi.

- CRETA:
I siti cretesi definiti palaziali sono due: CNOSSO e LA CANEA.
Il PALAZZO DI CNOSSO è stato distrutto durante il minoico recente IIIA per opera dei MICENEI del
continente.
Un nuovo potere, con sede a La Canea, si organizza nella Creta occidentale all’indomani della catastrofe.
Anche questo sito sarà però colpito da due livelli di distruzione.

➢ LE CAUSE DEL DISASTRO

- I DORI:
Per lungo tempo gli specialisti della protostoria greca sono stati convinti che i responsabili della
distruzione dei centri palaziali micenei e della cultura del tardo elladico IIIB fossero i Dori.
L’ipotesi dell’invasione dorica è basata non soltanto su dati legati alla tradizione e ai racconti mitici, ma
anche su elementi linguistici (apparizione di dialetti dorici in Grecia) e aspetti della cultura materiale
(vasi, armi).
I Dori sembrano non esistere dal punto di vista archeologico, ma altrettanto non si può dire dal punto di
vista linguistico.
La realtà dell’invasione dorica è testimoniata inoltre dalla tradizione antica, carica di racconti e leggende
che hanno per tema ‘il ritorno dei figli di Eracle’; attorno alla fine del III e del II millennio a.C. è infatti
stato assodato un profondo mutamento culturale.
La migrazione dorica non appare però mai come un’ondata travolgente che spazza via un’intera civiltà; i
dori sembrano infatti aver assimilato e rielaborato la cultura micenea.
Sul piano della cronologia emerge una teoria dei due tempi riguardo al crollo della civiltà micenea:
1. un tempo di decadenza e crisi interna agli stessi palazzi, forse favorita da fattori esterni
2. un tempo dell’avvento o del trasferimento di elementi greci provenienti da un’area esterna al
Peloponneso.

Per concludere né l’archeologia, né le tradizioni consentono di ritenere i Dori responsabili dei disastri che
hanno colpito la Grecia micenea.
- I POPOLI DEL MARE:
La fine del XIII secolo a.C. è segnata, nel Mediterraneo orientale, da movimenti di popolazioni che
mutano radicalmente la fisionomia di tutta la regione.
I popoli del mare seminano morte e distruzione in un’area assai vasta che comprende la costa anatolica,
il litorale siro-palestinese, Cipro e anche l’Egitto.
I popoli del mare (= per gli egiziani genti del nord, popolazioni miste originarie dell’Egeo) si distinguono
in due gruppi:

1. Il primo è coinvolto nella guerra che il faraone Mirneptah conduce contro una coalizione libica nel
quinto anno del suo regno
└> la coalizione di popoli stranieri interviene solo ed esclusivamente in aiuto dei libici, come una
truppa di sostegno

2. Il secondo tenta di penetrare in Egitto da est durante il regno di Ramsete III.


└> L’avanzata di queste genti segue un piano ‘migratorio’ ben preciso.
= Essi costituiscono due formazioni, avanzando dal mare e dalla terraferma;

Una serie di documenti provenienti dagli archivi di Ras Shamra allude, inoltre, ad una minaccia militare
incombente sui paesi della zona.
L’invasione dei popoli del mare creò in tutto il vicino oriente una situazione di caos tale da sconvolgere
il gioco delle alleanze e dei rapporti tra gli Stati della regione.
Dall’analisi dei documenti degli archivi di Pilo, si può affermare che anche i regni micenei erano in preda
ad una crisi causata da una minaccia esterna, proveniente dal mare;
Il nemico che premeva alle porte della Messenia micenea poteva dunque essere il nemico comune dei
grandi Stati di tutto il Mediterraneo orientale alla fine dell’età del bronzo: i popoli del mare.

Tentiamo di tirare le somme presentando un’ipotesi che spieghi la distruzione dei palazzi micenei, la
presenza dorica nel Peloponneso e a Creta e la continuità tra le culture del tardo elladico IIIB/tardo
elladico IIIC e tardo minoico IIIB/tardo minoico IIIC:

Dopo un periodo di crisi durato parecchi anni, i popoli del mare hanno sferrato un attacco contro i
palazzi micenei.
Il ceto popolare, che comprendeva anche dorici, ha approfittato delle incursioni dei popoli del mare per
allearsi a loro, ribellarsi all’autorità della classe dominante micenea ed eliminare la struttura palaziale.
I Dori, insediati nella zona nord-occidentale della Grecia, hanno raggiunto il sud del paese e si sono
mescolati alle popolazioni locali, tra le quali vi erano già alcuni rappresentanti dell’etnia dorica.
La situazione è molto complessa:

I Palazzi micenei sembrano essere stati distrutti dai popoli del mare e, allo stesso tempo, altri micenei
sembrano essersi alleati agli stessi popoli del mare per portare morte e distruzione sulle coste dell’Asia
minore, nel Levante, a Cipro e in Egitto.

- I TERREMOTI E LE CATASTROFI ECOLOGICHE:


Secondo alcuni furono le cause naturali a provocare le catastrofi che colpirono la Grecia continentale e
Creta.
II. IL MONDO DELLE TAVOLETTE E IL MONDO OMERICO

Con la decifrazione del lineare B Ventris dimostrava che durante il II millennio a.C. si parlava greco nelle corti di
Micene, Tirinto, Pilo, Tebe e Cnosso.

└> In seguito a questo fatto molti hanno cercato di trovare nella Grecia del I millennio a.C. le tracce del retaggio
miceneo.

1. Innanzitutto, micenei e greci hanno continuato a parlare la stessa lingua: il greco (= continuità
razziale e linguistica).
2. In secondo luogo, nonostante siano presenti delle sostanziali differenze (soprattutto in ambito
linguistico, in merito ai termini ‘basileus’ e ‘anax’, utilizzati per indicare dei funzionari oppure il capo
di Stato), i poemi Omerici si basano su fatti realmente accaduti in epoca micenea (circa 500 anni
prima di essere trascritti).

└> Ma non bisogna affidarsi completamente a tali racconti, in quanto sono presenti varie anomalie
nella descrizione.
Omero era un greco della Ionia che probabilmente conosceva male l’Egeo e raccontava una
storia vecchia di 500 anni sulla base di testimonianze orali, che aveva raccolto e rielaborato
secondo il suo genio.

= La realtà si confonde con la leggenda

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