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LA SCELTA DEL METODO DI AMMORTAMENTO:

L’ammortamento viene eseguito oppure secondo una metodologia fiscale o secondo una di finalità
civilista ma, nella prassi, le imprese non utilizzano un solo metodo e, il solo metodo per ricorrere
all’ammortamento, consiste nel ricorrere ai coefficienti fiscali perché le doppie oppure le triple
informazioni che circolano, all’interno dell’azienda, meglio è perché una proliferazione esasperata
di informazione, senza adeguata preparazione dei fruitori dell’informazione, genera elevata
conseguentemente disinformazione.
Un esempio pratico può essere rappresentato dall’innumerevole disinformazione che ha inondato
i cittadini, in merito all’emergenza pandemica, se si fossero correlate, alle percentuali oppure ai
valori numerici, maggiori spiegazioni ciò avrebbe determinato una maggiore omogeneità
d’informazione generale come, ad esempio, cosa potesse significare essere asintomatici oppure
quali fossero le reali percentuali correlate ai morti a causa dell’infezione Covid-19.
Nelle imprese generalmente la presenza di disinformazioni non apporta alcun beneficio e, siccome
vige un’obbligatorietà fiscale e un’obbligatorietà civilistica, si cercano di riassumere i principi di
produzione delle informazioni in modo tale che si possa avere sempre e solo un unico bilancio odei
documenti contabili.

LA CONTABILIZZAZIONE DELL’AMMORTAMENTO:

L’ammortamento definito come spesa a cui corrisponde, secondo quanto ipotizzato dallo schema
che segue, un’uscita di cassa ossia i -100€ dalla cassa, in termini di passività, i quali andranno ad
incrementare un livello di attività, genererà conseguentemente una spesa di un bene che è parte
integrante dell’attivo dello Stato Patrimoniale ad utilità pluriennale. Poiché il beneficio che il bene
ci conferirà, nel periodo pluriennale, ha una modalità di concretizzazione dei ricavi nel periodo a
cui, inevitabilmente, dovranno confluire dei costi.

In pratica, il bene può essere pagato nel momento in cui si effettua l’acquisto all’anno zero, ma è
altrettanto vero che, il bene acquistato potrà avere una durata di cinque anni e, durante questi
anni, il bene verrà uimpiegato per raggiungere gli obiettivi dell’azienda e, conseguentemente,
utilizzo il bene per generare ricavi e, se dovessi generarli, è anche grazie all’utilizzo del bene stesso
e col bene non è corretto costi all’anno zero quindi è bene ripartirne il suo costo, a seconda
dell’utilità, gli anni successivi. Il costo di cui stiamo parlando è il costo di competenza definito
come ammortamento e, essendo un costo di competenza, si colloca all’interno del Conto
Economico e non appartiene allo Stato Patrimoniale.
NB: le poste, i conti come la cassa o l’ammortamento appartengono soltanto ad uno dei due
insiemi quali, rispettivamente, o lo Stato Patrimoniale oppure il Conto Economico e,
necessariamente, solo uno è comune ad entrambi, ovvero, l’utile dell’esercizio il quale deriva,
come reddito netto, dalle operazioni che compiamo sul Conto Economico, andrà essere oppure
rappresentare “il link” che collega lo Stato Patrimoniale al Conto Economico stesso, difatti, l’utile
d’esercizio appartiene al capitale netto della sezione di destra dello Stato Patrimoniale.

Per la definizione completa dell’ammortamento è bene ricordare una voce essenziale, ovvero, il
fondo di ammortamento è, in pratica, una passività che rettifica il valore della immobilizzazione,
poiché nel Conto Economico, le poste si azzerano sempre all’inizio di ogni esercizio risulta evidente
che il fondo ammortamento rappresenta la contropartita del costo di ammortamento.
La contropartita dell’acquisto di un’immobilizzazione è rappresentata dall’uscita di cassa oppure,
come in questo caso, l’iscrizione del controvalore 5.000€ all’interno delle passività e, alla fine del
primo anno, si esegue la scrittura, attribuendo un costo 500€, la cui contropartita dei 500€ sono
l’iscrizione all’interno delle passività dello Stato Patrimoniale di un fondo ammortamento riferito a
quel tipo di immobilizzazione.
Così procedendo per il secondo anno in cui la quota di ammortamento avrà sempre un valore pari
a 500€ e così sarà necessariamente uguale per tutti gli anni che seguono di vita utile che considero
per l’immobilizzazione e, necessariamente, il fondo di ammortamento sarà ingrossato di 500€ che
si andranno ad aggiungere allo stock dell’anno precedente.

LA CONTABILIZZAZIONE DELL’AMMORTAMENTO:

Se il costo storico dovesse essere di 5.000€ con una vita utile pari a 5 anni e un valore residuo
nullo, conseguentemente, la contabilizzazione con costo da ammortizzare e con il fondo
ammortamento, secondo il quale, l’ammortamento rimane costante mentre il costo da
ammortizzare, insieme al fondo di ammortamento costituiscono il costo storico d’acquisto
nell’attivo dello S.P.
Il costo da ammortizzare è un dato che si determina attraverso calcoli, non vi è alcun bilancio, non
è presente nell’attivo dello S.P, ma si ottiene dalla differenza data tra il valore dell’attività e il
valore del fondo di ammortamento.

LE SVALUTAZIONI:

Possiamo preoccuparci di altre pratiche cioè quelle di identificare degli altri elementi i quali si
trovano all’interno dell’attivo dello Stato Patrimoniale riguardanti l’impiego di fondi che non sono
di ammortamento e, in particolare, ci si riferisce ai crediti commerciali e ai costi di garanzia.

1) I CREDITI COMMERCIALI: rappresentano i crediti che noi abbiamo maturato perché noi
abbiamo venduto una merce oppure abbiamo erogato un servizio e, non sempre, i clienti
pagano subito e, alla fine dell’incasso di tutti questi crediti rappresenteranno dei costi.
In via preventiva, nel momento in cui si effettua il bilancio quindi si genere lo Stato
Patrimoniale per l’anno successivo, si può decidere di accantonare dei fondi i quali sono delle
passività relative alla svalutazione dei crediti.
Questa prassi si compie sulla base di un’attività legata ai “sistemi di controllo” dove i manager
effettuano una statistica e, sulla base dei clienti su cui si pensa di vendere le proprie produzioni
oppure erogare dei servizi, si va a determinare quanto questi presumibilmente non
pagheranno.
Si può stanziare una quota di stock di quel fondo arricchendolo oppure diminuendolo e, in
quanto stock, è possibile che il fondo di svalutazione crediti del 2020 fosse pari a 1.000€ e,
sulla base delle analisi effettuate, è possibile andare incontro a tre alternative quali,
rispettivamente:

a) non si modifica perché ci si immagina di poter perdere un valore di 1.000€ all’incirca;


b) l’analisi condotta suggerisce che è possibile che potranno avere 1.200€ di perdita, a
causa di una possibile mancato di pagamento da parte del cliente, allora è necessario
inserire oltre ai 1.000€ altri 200€ nel fondo di svincolamento;
c) sulla base dell’analisi che conduco, il mio fondo di svalutazione dei crediti si riduca a
400€ e si avranno 600€ che generano, automaticamente, un surplus di cassa che si
potranno reindirizzare alla cassa aziendale perché i soldi che, inizialmente si erano
accantonati nel fondo di svalutazione, erano stati presi dalla cassa aziendale.
Cosa succede quando non riscuoto il credito? Se anticipatamente è stato accantonato un
fondo di svalutazione è evidente che quei 200€ oppure 300€ per volta per cliente che non mi
arriva diventeranno, automaticamente, dei costi il quali verranno risarciti dal fondo di
svincolamento che, a priori, si era realizzato.

2) I COSTI DI GARANZIA: rappresentano i costi di garanzia dei prodotti i quali hanno una funzione
incredibile per l’azienda come, ad esempio, laddove si vogliano vendere a nuovo delle
abitazioni abbiano delle imperfezioni, proprio in virtù di questa possibilità, vi sono i costi di
garanzia che saranno in grado di tutelare l’azienda che ha venduto le abitazioni, nel caso in cui,
si dovessero verificare perdite di acqua come, ad esempio, a causa di imperfezioni presenti
nelle guaine.
Il funzionamento dei costi di garanzia oppure dei fondi di garanzia, a cui si affida generalmente
un’impresa, è caratterizzato dallo stesso meccanismo dei fondi di svalutazione in cui il costo di
garanzia, laddove sia da sostenere, grazie al fondo realizzato negli anni precedenti è possibile
tutelarsi.

LA NATURA DELLA CONTABILITA’ PER IL MANAGEMENT:

Ci sono informazioni in azienda le quali si distinguono in:

1) Informazioni non quantitative come, ad esempio, la gentilezza del personale che opera agli
sportelli che è in contatto con il pubblico
2) Informazioni quantitative che si suddividono, a loro volta, in informazioni monetarie le quali
vengono espresse in euro, e altre non monetarie le quali possono riguardare l’età di anzianità
del servizio.
Le informazioni monetarie si distinguono in informazioni monetarie operative le quali
rappresentano le rilevazioni riguardanti la partita doppia e sia le emissioni di documenti.
Vi sono le informazioni di bilancio le quali riguardano la trasformazione delle singole transizioni
in un documento rappresentativo dell’esistenza aziendale e, si aggiungono infine, tutte le
informazioni per il management le quali vengono definite come le “informazioni di controllo di
gestione”.
LA CONTABILITA’ PER IL MANAGEMENT O IL CONTROLLO DI GESTIONE:

La contabilità per il management è un processo che fornisce le informazioni di carattere


quantitativo che devono utilizzare i manager dell’azienda per effettuare quattro azioni:

1) Decidere
2) Programmare
3) Porre in atto
4) Controllare

Il

controllo di gestione, a differenza della contabilità, non è obbligatorio, è facoltativa per le aziende
ma, attualmente, si sta diffondendo sempre di più e, conseguentemente, le imprese che operano
con una certa professionalità utilizzano il controllo di gestione.
Le informazioni che derivano dalla contabilità utili per il manager, sono spesso aggregate per
oggetti di interesse ritenuti utili come, ad esempio, i prodotti e i servizi ovvero voglio sapere se la
Fiat Tipo possa essere più o meno remunerativa della Fiat 500, i mercati e si vuole sapere quali
persone acquistano la Fiat 500x rispetto alla Fiat Panda e, se si ha la possibilità di venderne di più o
di meno, a seconda, di variazioni nel concepimento del prodotto.
In genere, l’imprenditore possiede delle levette attraverso le quali si potranno equalizzare i
prodotti e realizzare un mix oppure una miscela di prodotti che possano soddisfare una maggior
quota di consumatori oppure erogando un servizio.
I canali distributivi e rappresentano quale forma distributiva un’azienda decida di prediligere per
raggiungere il cliente con finale utilizzo poi si hanno le unità organizzative le quali devono
possedere delle modalità con cui impiegano i mezzi di produzione e le risorse lavorative che
utilizzano quei mezzi di produzione.
In questa attività, gioca un ruolo chiave, l’organizzazione aziendale e ne esistono di differenti tipi
come, ad esempio, quelle storiche definite piramidali come l’esercito in cui è presente un
presidente il quale è a capo del consiglio di amministrazione. Col tempo le organizzazioni si sono
intrecciate fra loro diventando sempre più moderne le quali vengono definite a matrice secondo le
quali si è compreso che non esiste una figura che risulti più adatta ad altre e, per questo, si è
voluto garantire un’ottimizzazione delle lavorazioni.

UNA

CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI DELLE INFORMAZIONI E DI CONTROLLO:


Quali sono le finalità delle tre tipologie di informazioni che si usano nel sistema di controllo? Vi è
un controllo manageriale che ha come finalità il comportamento dei membri dell’organizzazione ai
perseguimenti obiettivi strategici e, necessariamente, si dovranno convincere tutti i management
della bontà delle nostre scelte e, in un sistema partecipativo, i management rappresentano a loro
volta i singoli operai della catena produttiva.
In secondo luogo si ha la contabilità per i management che rappresenta il controllo di gestione che
consente di programmare, valutare le performance, controllare e motivare e sono dati che
vengono distribuiti al management.
Segue il sistema di contabilità dei costi che riguarda l’oggetto di quei beni i quali entrano in
contatto con l’organizzazione come i clienti, i canali distributivi o le unità organizzative, che
riguardano le analisi che si possono effettuare per riuscire ad identificare quali di queste tre
informazioni definite possa migliorare un maggior impulso all’azienda.

12 DIFFERENZE FRA CONTABILITA’ GENERALE-BILANCIO E CONTABILITA’ PER IL MANAGEMENT:

Le tre finalità della contabilità per il management sono, rispettivamente:

1) Misurare cioè significa misurare i costi e non i ricavi i quali sono connessi che vengono decisi
sulla base dei costi misurati. Tutto dipenderà dalle modalità di produttività che si utilizzano per
costruire le attività quindi come è possibile realizzare come, ad esempio, un grattacielo a
mano?

2) Controllare significa porre in atto delle azioni per verificare che quei costi siano rispettati.

3) Scegliere fra alternative significa che, ogni qual volta, si presenti un problema, decidere se
continuare con quello che si era pianificato originariamente oppure modificarlo.
La contabilità per il mangement non si basa soltanto su informazioni contabili ma, anche quelle,
legate o prodotte dal sistema di contabilità del bilancio ma anche su altri variabili quantitative
come, ad esempio, il numero di dipendenti o il numero del materiale necessario oppure l’entità
degli scarti o
gli eventuali
ritardi di
consegna
o le ore utilizzate
oppure le
quantità
di materiale
venduto.

La contabilità per il management focalizza principalmente su porzioni dell’organizzazione cioè gli


oggetti di interesse e, non sull’intera organizzazione.
Ad esempio ipotizziamo
di entrare in contatto
con un’impresa
la quale produce del
cartongesso e,

conseguentemente, l’impresa vende il cartongesso ad artigiani che lo posano. Per contattare gli
artigiani abbiamo utilizzato i canali distributivi e, ad esempio, ad un certo momento si vuole
valutare l’efficienza del canale distributivo e quale sia l’efficacia pubblicitaria in quel canale
distributivo.
Ad esempio, possono esservi dei venditori che contattano i quali potrebbero sensibilizzare
numerosi artigiani oppure piccole medie imprese di costruzione che avranno piacere a ricevere un
venditore dell’azienda che illustra le tecniche e le modalità di posa del cartongesso o di queste
produzioni che effettua l’impresa o vi possono esservi, in alternativa, i portali in internet
specializzati nell’edilizia o attraverso seminari informativi-gratuiti ai invitare gli imprenditori
oppure comunicando loro la parte tecnica e la bontà della propria produzione.

UNO STESSO EVENTO GENERA FABBISOGNI INFORMATIVI DIVERSI:


Secondo la diapositiva
riportata l’impresa
non muta avrà una
molteplicità
di funzione ed è
evidente che nel caso
di un’impresa
di piccole dimensione
vi saranno dei direttori
lavori poi un

responsabile generale il quale si occuperà anche di funzioni di tesoreria e colui che si occuperà
dell’aspetto commerciale e, infine, un direttore che supervisiona l’attività dei direttori lavori e, allo
stesso tempo, si interfaccia con la parte amministrative e di tesoreria e, necessariamente,
rappresenterà colui che potrà occuparsi della gestione di controllo dell’impresa.

SCOPI E UTILIZZO DELLE INFORMAZIONI DELLA CONTABILITA’ PER IL MANAGEMENT:

Quali configurazioni di costi utilizziamo nella contabilità per il management? La misurazione che
guardiamo è il costo nell’attività di misurazione e il costo pieno che una somma dei costi diretti più
una quota equa dei costi indiretti.

Come definito precedentemente, sulla base della riclassificazione del Conto Economico ai ricavi
dell’esercizio, si sottraeva un primo aggregato che era rappresentativo del costo del venduto e,
successivamente, un secondo aggregato che era rappresentativo del costo delle spese generali
dell’azienda e, in questo modo, è possibile ottenere un primo margine lordo e un secondo reddito
lordo al netto delle imposte.
Si può confermare che i costi diretti rappresentato i costi direttamente impiegati ed utilizzabili per
la produzione quindi si parlerà principalmente delle materie prime, del costo del lavoro, del costo
dei beni dell’ammortamento direttamente utilizzabili per effettuare una produzione.
Nell’operazione fondamentale per ricavare il risultato netto da cui si detraevano le imposte e, in
questa operazione, si sottraggono dai ricavi e dal margine operativo lordo tutti quei costi comuni
all’intera azienda come, ad esempio, delle utenze, dell’affitto i quali costi comuni possono essere
ripartiti a seconda del centro di responsabilità del quale ci occupiamo.

OSSERVAZIONE: ad esempio, se ci dovessimo occupare del centro di responsabilità di produzione


si dovrà determinare quale incidenza, rispetto al totale dell’affitto mensile che si paga per l’intero
stabilimento, rispetto a un centro di responsabilità di produzione dove quest’ultimo potrà
occupare un 50% della superficie in cui si svolgono normalmente le attività e imputeremo, sulla
base della percentuale che raffineremo, il 50% del costo dell’affitto.

Vi sono le attività di
controllo e, in questo
caso, si avranno i
costi sostenuti dalle unità organizzative i quali costi vengono definiti come i costi configurazione
per centro di responsabilità.

Infine si hanno i costi differenziali i quali non rappresentano dati presenti all’interno della
contabilità del sistema contabile, nell’attività di scelta fra alternative.
SCOPI E UTILIZZO DELLLE INFORMAZIONI DELLA CONTABILITA’ PER IL MANAGEMENT:

Cosa è rilevante sapere per effettuare un controllo di gestione? È necessario sapere che l’attività si
può effettuare sulla base di consultivi per stabilire se su una commessa si ha ottenuto un guadagno
o meno ma serve, soprattutto, per effettuare delle stime per valori futuri ossia se devo pianificare
l’attività per effettuare un preventivo di spesa non è bene che si prenda in considerazione il costo
orario della manodopera qualificata perché quel costo orario dovrà essere la risultante di
un’analisi che si è condotta, sulla base di progetti che sono stati eseguiti e simili all’oggetto del
preventivo che si sta seguendo, dall’impresa.
Si vuole comprendere quanto possa costare un operario specializzato all’interno
dell’organizzazione di un’impresa e, solo in questo modo, sarà possibile compiere i processi di
Budgeting per esprimere dei preventivi corretti e quanto sarà la spesa relativa alle risorse da
utilizzare per gli interventi e, per quanto ci riguarda, è un aspetto di grande rilevanza negli appalti
pubblici.

In base ai valori consultivi, la misurazione risulterà necessaria per calcolare i prezzi di vendita, per
effettuare il valore delle rimanenze delle merci in magazzino, svolgere delle analisi di profittabilità
e analizzare la performance economica dei centri di responsabilità.
In base ai valori consultivi, l’attività di controllo risulterà necessaria per analizzare la performance
dei responsabili dei centri di responsabilità, motivare e premiare i management perché, sulla base
di quanto fatturato hanno realizzato in via diretta per l’impresa, avranno diritto a premi di
produzione integrando il loro compenso annuo.
Nelle scelte fra alternative i valori consultivi non vengono utilizzati direttamente perché la scelta
fra alternative riguarda una stima di modalità operative future come, ad esempio, se non
dovessero consegnarmi in tempo una lavorazione di un cantiere è possibile sopperire a queste
esigenze per evitare che il cliente sia insoddisfatto quindi è necessario individuare e scegliere
un’alternativa che riguarda materiali, tecniche di produzione per poter riuscire a terminare la
lavorazione.
Si tratta di decisioni di breve periodo o decisioni di lungo periodo.

ALCUNE

OSSERVAZIONI GENERALI:

Il costo può avere differenti configurazioni quindi non di tipologie vere e proprie di costi, il costo è
nel Conto Economico e sarà sempre quello, non muta più mentre muta la definizione, a seconda
dell’utilizzo che ne vogliamo fare, e a seconda si voglia avere costi diretti oppure indiretti, a
seconda del problema su cui decideremo di operare cambierà a sua volta configurazione dei costi.
Non si parla di qualcosa di fisso dove il costo per il management è un costo di misurazione quindi
non risulta preciso. Ho bisogno di utilizzare un criterio e non è detto che risulti adatto al problema,
al fenomeno, e conseguentemente possono decidere di ripartire il fenomeno per i vari addetti che
si occupano del reparto di produzione dell’azienda.
Inoltre, l’approssimazione fa parte di coloro che operano nei controlli di gestione il quale dovrà
ripartire i costi nella migliore delle proprie capacità analitiche e l’oggetto di ripartizione consiste di
un’attività che deve essere volta a una deontologia, non possiamo privilegiare qualcuno a discapito
di un altro quindi il
criterio di

ripartizione deve essere scelto in moda dare un valore a tutti i processi centri di responsabilità
dell’impresa.
Infine sono le persone che agiscono e non i numeri, in altri termini, l’analisi dei controlli di
gestione viene effettuata per migliorare e ottimizzare dei percorsi gestionali ma, a differenza del
cemento della sabbia o dei mattoni, le persone risultano gli oggetti più difficili da poter gestire e,
soprattutto a differenza di un inerte, vanno premiati vanno potenziati in termini di capacità.

LA CLASSIFICAZIONE DEI COSTI – I COSTI DI PRODUZIONE VARIABILI:

I costi di produzione variabili rappresentano i costi che variano secondo i volumi di attività, sono
rappresentabili su un piano cartesiano come una retta partente dall’origine degli assi dove questi
ultimi presentano, per le ascisse con i volumi di attività ossia le quantità del bene prodotto e,
inoltre, si ha il costo totale lungo l’asse delle ordinate. Se, nel caso figurato, il costo unitario
variale è pari a 4, se produco 100 unità di quell’attività ho un costo totale corrispondente pari a
400.
ESEMPIO: l’assemblaggio di una penna riguarderà tutte le componenti come il tappino, la canula, il
plexiglass e, assemblate insieme in modo adeguato, mi devo interrogare rispetto alle risorse che
acquisto e immagazzino, prima di esser trasformate, e comprendere quanti mi costi la produzione
di questo oggetto allora debbo stabilire, al termine del processo di lavorazione, quanto mi costa
realizzare un plexigalss così realizzato, quanto mi costa acquistare all’esterno il tappo, quanto mi
costa per ogni unità prodotta l’assemblaggio delle varie componenti.
La somma di tutti questi costi definirà un costo variabile unitario di un prodotto.
Il costo variabile è variabile, in genere, per un intervallo di rilevanza cioè per un certo numero di
beni venduti perché non potrebbe essere diversamente.
Quanto costa a un supermercato che chiude alle 20, si verifica che tra le 19 e le 20, servire un
cliente in più? Non costa nulla in più al supermercato.
Quanto costa a un supermercato che chiude alle 20, si verifica che tra le 19 e le 20 servire mille
clienti in più? Alla cassa è necessario avere più personale che possa essere in grado di servire tutti i
clienti e tutto questo rappresenta l’intervallo di rilevanza.

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