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Articolo 21 della Costituzione: cos’è e cosa ne

penso a riguardo.
L’articolo 21 della Costituzione Italiana cita:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente
il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto
motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art. 111
c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla
stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso
di violazione delle norme che la legge stessa
prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e
non sia possibile il tempestivo intervento
dell'autorità giudiziaria, il sequestro della
stampa periodica può essere eseguito da
ufficiali di polizia giudiziaria, che devono
immediatamente, e non mai oltre ventiquattro
ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se
questa non lo convalida nelle ventiquattro ore
successive, il sequestro s'intende revocato e
privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere
generale, che siano resi noti i mezzi di
finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli
spettacoli e tutte le altre manifestazioni
contrarie al buon costume. La legge stabilisce
provvedimenti adeguati a prevenire e a
reprimere le violazioni”.

Prendiamo in considerazione le prime righe di


questo articolo, che secondo me sono le più
significative dell’articolo stesso: “tutti hanno
diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro
mezzo di diffusione.”
Queste poche parole sono molto importanti,
soprattutto di questi tempi, dove il concetto di
libertà viene un pochino frainteso. Perché sto
dicendo questo? Ebbene, ci troviamo in un
periodo storico abbastanza particolare, dove
delle soluzioni per la salute pubblica nazionale,
vengono intese come delle vere e proprie
limitazioni della nostra libertà.
Viviamo nel 2021, in una situazione di
pandemia globale, dove ogni singola cosa detta
alla televisione o scritta sui giornali, porta
inevitabilmente allo storcere del naso di molta
gente.
Ma qual’ è all’effettivo il limite tra “ci vogliono
togliere la nostra libertà” e “restrizioni per la
salute pubblica”?
Abbiamo visto in questi ultimi periodi rivolte e
scioperi riguardanti il Greenpass, il quale limita
le azioni che le persone senza vaccinazioni
possono compiere o meno.
Il Greenpass, come anticipato prima, ha
sconvolto la maggior parte della popolazione,
poiché “è una privazione della nostra libertà” in
quanto chi non lo possiede, non possa andare
al cinema, al ristorante o sedersi a prendere
anche un semplicissimo caffè.
Ma davvero vogliamo considerare questa
decisione nazionale come una privazione della
nostra libertà?
Ci sono state molte persone che durante le
manifestazioni contro questo “diabolico”
Greenpass, hanno citato l’articolo 21 della
nostra Costituzione, dichiarando che non viene
rispettato a pieno.
Confondere la libertà di espressione con la
libertà di agire senza pensieri durante una
pandemia, mi sembra una cosa molto grave,
poiché se veramente l’art.21 non fosse stato
rispettato, i manifestanti non sarebbero potuti
neanche scendere in piazza ad esprimere la
propria opinione.
E qui, vorrei approfondire quanto sia
importante avere nella propria costituzione una
legge che tutela la libertà di espressione e
inoltre avere dei diritti umani e libertà civili.
Prendiamo in esame una Nazione da noi poco
considerata poiché lontana da noi
geograficamente e telematicamente: la Corea
del Nord.
In Corea del Nord molti dei diritti umani e
libertà civili sono pressocché inesistenti,
gravemente violati e difatti non rispettati dallo
stato, sebbene la Costituzione formalmente li
garantisca. Non esiste libertà di parola, i media
sono perennemente sotto controllo e anche il
semplice gesto di lasciare il paese risulta
praticamente impossibile. In Corea il Governo
ha il controllo su tutto, televisione, radio,
stampa, culto e addirittura la vita quotidiana
dei cittadini; e chiunque venga sorpreso a
criticare il Governo o il presidente, rischia
l’arresto, la prigionia in campi di rieducazione e
altre pene severissime.
I media sono molto improntati sul culto dei
leader del paese (Kim Jong-un e il padre Kim
Jong-il), difatti sono le figure principali di quasi
tutti i film, spettacoli e libri prodotti nel paese.
I giornali parlano prettamente della
propaganda politica e sono inesistenti articoli
che riguardano “il mondo esterno”. Il Governo
ha pure creato il suo internet, il quale non è
connesso a internet mondiale, proprio per
impedire ai cittadini di accedere alle
informazioni internazionali.
Ma le limitazioni non finiscono qui, non esiste la
proprietà privata, se vieni travato a praticare
religioni diverse, vieni punito (Ri Hyon-Ok, una
ragazza nordcoreana cristiana, è stata
giustiziata in pubblico per aver distribuito delle
Bibbie), esiste un dresscode ben preciso, le
grandi marche sono bandite dal paese, non
possono essere tinti i capelli ed esistono
pochissimo tagli disponibili accettati dallo stato,
e di conseguenza portati dai cittadini.
Insomma, la Corea del Nord è un vero e
proprio delirio dittatoriale socialista, il quale
estremizza all’ennesima potenza il concetto di
libertà, essendo quest’ultima completamente
inesistente.
Detto questo, io penso che siamo molto
fortunati ad avere una legge che ci consenta di
vivere al massimo della nostra creatività ed
espressività, senza aver paura di ripercussioni.
Ovviamente dall’avere una legge e rispettarla,
purtroppo c’è molta differenza e mi dispiace
che questo articolo non venga sempre
considerato e preso in atto nella vita
quotidiana.
Sfortunatamente esistono ancora molte
discriminazioni verso le persone che hanno il
coraggio di alzare la voce ed esporre la propria
idea delle cose, verso la gente che non ha
paura di essere ciò che vuole essere; ma tutto
sommato, direi che poteva andarci peggio,
magari tornando anche noi, Nazione Italia, ad
un regime dittatoriale come quello già vissuto
negli anni 40 del 900, con Mussolini; o quello
più attuale coreano.

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