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Dato che essa riceve direttamente le informazioni provenienti dall’esterno è una corteccia primaria.
Si trova posteriormente alla scissura di Rolando; i segnali vanno in questa corteccia secondo una
determinata logica: se si seziona il cervello in direzione da dietro a davanti, si osserva la zona
somatosensoriale con parti più periferiche che ricevono afferenze profonde, cioè che provengono
da parti profonde del corpo, mentre le parti più centrali sono connesse a zone superficiali; se la
sezioniamo dall’alto verso il basso, si ha un ordine ancora più definito, chiamato somatotopia: zone
diverse di corteccia sensoriale andando dal centro verso la parte temporale ricevono informazioni
da zone diverse del corpo. Si può fare l’omunculus sensitivus, cioè un disegno in cui si
rappresentano le varie zone del corpo che vanno a cadere in una determinata zona di corteccia →
l’estensione della corteccia che riceve informazioni da una determinata zona del corpo non è
proporzionale all’estensione di quella zona, ma alla densità di recettori che sono presenti →
esempio: le labbra hanno una superficie molto piccola, ma occupano una zona di corteccia molto
grande perché la densità di recettori nelle labbra è notevole; la schiena, invece, ha bassa densità di
recettori e quindi lo spazio è piccolo
• integrazione dei segnali somestesici: l’inibizione laterale;
La rete neuronale che porta info da periferia al cervello può già elaborare i segnali: inibizione laterale →
avviene a livello dei nuclei gracili e cuneati; il neurone dei nuclei gracile e cuneati, arrivando al talamo,
oltre a portare la sua informazione, con dei collaterali inibisce i neuroni adiacenti. Quindi, se
un’informazione proviene in maniera forte da una zona, i segnali provenienti dalle zone adiacenti
vengono inibiti. Ciò serve ad aumentare il contrasto, che serve a localizzare meglio il punto in cui sta
avvenendo il contatto → consente di percepire con precisione la provenienza del segnale
• il dolore: tipi di nocicettori e stimoli nocicettivi;
Il dolore è una sensazione spiacevole che consente di restare lontani da stimoli potenzialmente dannosi di
varia natura (termici, chimici o pressori) di elevata intensità, il che significa che potrebbe nuocere
all’organismo stesso. I neuroni sensoriali che codificano per il dolore vengono chiamati nocicettori, i quali
possono essere distinti a seconda dello stimolo che li attiva:
• Meccanonocicettori: classe di nocicettori che percepiscono esclusivamente gli stimoli meccanici
• Termonocicettori: si attivano in seguito alla percezione di stimoli termici
• Nocicettori polimodali: vengono attivati da tutto (molti stimoli chimici, come ad esempio l’acido, o
temperature estreme)
• Nocicettori silenti: normalmente non vengono attivati da nulla, a volte si svegliano in seguito ad un
infiammazione; sono presenti sul terminale dei canali ionici attivati dallo stimolo
Il dolore non ha stimoli unici, si tratta di stessi stimoli che non percepiamo come dolorifici, che se dati ad
un’elevata intensità diventano dolori: ad esempio, caso della pressione meccanica se si tocca una persona
delicatamente la persona sente il tatto, ma non avverte il dolore, quindi c’è stata attivazione dei recettori
tattili, ma non dei nocicettori; se invece si dà un pugno ad una persona, sono sempre stimoli pressori, ma
di elevata intensità, che stimolano anche i nocicettori. Stessa cosa per temperatura: normalmente, noi
sentiamo caldo o freddo, ma se si va agli estremi (temperatura molto alta o molto bassa), si attivano i
termonocicettori e si avverte il dolore. Sono state calcolate per molti neuroni la soglia di attivazione: nei
meccanocettori la soglia è bassa, nei nocicettori, invece, la soglia è molto più alta
• dolore rapido e dolore lento;
Il dolore può essere suddiviso in dolore rapido e dolore lento: quando viene provocato un danno alla
cute, c’è una forma di dolore rapido che arriva al cervello abbastanza rapidamente a cui segue un
periodo di stasi in cui non si sente dolore, per poi percepire un dolore ritardato molto più fastidioso; il
dolore viene quindi percepito in due fasi, una rapida e una lenta. Ciò ha una spiegazione: il dolore è
codificato da fibre C e fibre A delta, che hanno diversa velocità di conduzione, in quanto presentano un
diverso grado di mielinizzazione il primo dolore percepito è quello portato dalle fibre A delta, per poi
sentire quello portato dalle fibre C
• l’iperalgesia primaria e secondaria;
Un altro aspetto del dolore è l’iperalgesia: ci sono lesioni che all’inizio causano un certo dolore, che poi
nel tempo viene percepito sempre in misura maggiore. Le iperalgesie sono di due tipi: una tipologia
primaria che avviene nel punto in cui c’è stata la lesione; è un’iperalgesia sia nei confronti di stimoli
meccanici che termici, cioè una ferita diventa ipersensibile al tatto perché si è abbassata la soglia dei
nocicettori meccanici uno stimolo che in condizioni normali non attiverebbe il nocicettore, in questo
caso lo attiva. La stessa cosa vale per stimoli termici: nel punto in cui c’è la ferita, un
innalzamento/abbassamento della temperatura tale da non provocare dolore in condizioni normali, in
questo caso provoca dolore dovuto al fatto che non posto in cui c’è la lesione i nocicettori abbassano la
soglia di attivazione. Invece, attorno alla zona lesionata si ha l’iperalgesia secondaria: abbassamento
della soglia pressoria, ma non della soglia termica. L’iperalgesia secondaria è un fenomeno che avviene
a livello della sinapsi tra neurone di primo e secondo ordine, mentre la primaria avviene in loco, nella
zona dove c’è la lesione. È un fenomeno noto come “infiammazione neurogenica” l’infiammazione ha la
sua origine a livello dei neuroni; se stimoliamo un nocicettore, vediamo che alcuni potenziali d’azione
vanno verso il centro e ci fanno percepire il dolore, ma attraverso i collaterali essi raggiungono anche i
terminali della zona, dove provocano il rilascio di sostanze: mediatori che innescano infiammazione
CGRP e sostanza P, sono entrambi peptidi. Il CGRP è un potente vasodilatatore ed è quindi il
responsabile dell’arrossamento della zona lesa, mentre la sostanza P causa l’extravasazione, cioè il
passaggio di alcune sostanze o cellule dal vaso al di fuori, per cui la zona lesa comincia a riempirsi di
sostanze tipiche dell’infiammazione, quali istamina, serotonina, bradichinina e prostaglandine. Tutti
questi mediatori reclutano il sistema immunitario e causano un’ulteriore stimolazione del nocicettore
per cui si ha l’iperalgesia queste sostanze presentano dei recettori sui terminali nervosi e andandosi a
legare ad essi causano l’abbassamento delle soglie termica e pressoria.
• il dolore riferito;
Il dolore non proviene solo dalla superficie, ma anche dai visceri il dolore viscerale viene sempre riferito
a zone superficiali: se gli stimoli dolorosi provengono da un organo interno, noi lo percepiamo come
riferito ad una zona del corpo vicino a quell’organo; ad esempio, la spalla sinistra è associata al dolore
al cuore, oppure a livello della bocca dello stomaco è un dolore riferito alla colecisti. Questo accade
perché c’è una convergenza di segnali a livello del midollo spinale il dolore viene percepito come
riferito perché i nocicettori provenienti dall’organo e dalla superficie vanno a finire sullo stesso neurone
di secondo ordine
• modulazione spinale della nocicezione;
Un’altra caratteristica del dolore è di essere molto modulato: noi non abbiamo sempre la stessa soglia
del dolore, ma essa può essere modulata da certe regolazioni che avvengono all’interno del nostro
organismo: per esempio, la teoria del cancello spiega un fenomeno conosciuto: se si massaggia una
zona in cui si ha dolore, il dolore sembra diminuire; ciò significa che la stimolazione di neuroni tattili di
una zona inibisce le vie dolorifiche la ragione è che il meccanocettore tattile che proviene da una certa
zona manda l’informazione verso il SNC, però entrando nel corno dorsale manda un collaterale ad un
interneurone inibitorio che va ad inibire il nocicettore proveniente dalla stessa regione tramite
l’inibizione laterale. Una via simile viene anche usata da segnali provenienti dal cervello: alcuni segnali,
quando scendono lungo il midollo spinale, stimolano gli interneuroni inibitori che inibiscono per
inibizione presinaptica una via dolorifica; per cui, anche il cervello è in grado di regolare la soglia
dolorifica a seconda di condizioni fisiologiche. Ine entrambi i casi, gli interneuroni inibitori sono neuroni
encefalinergici, cioè rilasciano encefaline, che sono dei peptidi che vanno sui recettori degli oppioidi.
C’è un altro sistema di modulazione del dolore che ha a che fare co i recettori cannabinoidi: se un
neurone spinale è troppo attivo, produce un messaggero chiamato anantamide, che è un messaggero
lipofilo che proviene dal metabolismo dei fosfolipidi riesce a fuoriuscire dalla cellula postsinaptica per
andare ad agire su recettori che si trovano su membrana presinaptica, dove si hanno recettori per i
cannabinoidi che vengono stimolati e inibiscono il rilascio di neurotrasmettitori (regolazione a feedback
negativo) .
Memoria dichiarativa
composta di eventi, episodi e nozioni, un primo caso che ha fatto intuire quale fosse la regione del
cervello implicata nella memoria dichiarativa, paziente HM aveva subito una lesione che comportava
la perdita di una zona della corteccia all'estremo temporale appartendente a corteccia limbica,
essenzialmente questa zona è l'ippocampo, incidente, zona rimossa a seguito di incidente e dopo
rimozione di questa zona perse capacità di memorizzare eventi e nozioni, inoltre ci si rendeva conto
del fatto che il paziente aveva una memoria remota, ricordava cose successe l'anno prima ma non
cose successe giorni prima e inoltre non riusciva più ad apprendere nulla; da questo e dalla
radiografia si dedusse che la zona dell'ippocampo c'entrava con l'apprendimento di memoria
dichiarativa e non la conservazione a lungo termine, ippocampo serve quindi per apprendimento e
conservazione per breve tempo ma poi queste vengono spostate in altre aree, dopodichè si passò alla
verifica di questa ipotesi utilizzando modelli animali, la zona d'interesse non si vede da esterno in
quanto zona più temporale di corteccia che si ripiega su se stessa quindi risulta essere interna, a
ippocampo arrivano info da zone paraippocampali, da qui vanno al subicolo e da qui arriva a
ippocampo un fascio perforante che sinapta i granuli che stanno nel giro dentato dell'ippocampo, dai
granuli l'info passa a cellule piramidali di regione ca3 e queste cellule sinaptano con neuroni
piramidali di regione ca1 e questi ultimi emettono assoni che escono da ippocampo, test su topi/ratti
per confermare: esistono test selettivi per memoria dichiarativa e procedurale, si può quindi valuatre
questi tipi di memoria con test specifici, i primi consistono nel presentare all'animale un certo input,
aspettare un certo tempo e poi ripresentare lo stimolo e capire se l'animale se ne ricorda o meno, di
fronte a topo vengono messe bocchette con cibo all'interno, quando topo non si può avvicinare si fa
vedere in quale si trova il cibo, si aspetta del tempo e si libera il topo, in seguito si graficano le
risposte, dopo 10 sec nel 90% dei casi il topo va verso la bocchetta con il cibo, test fatti su topo
controllo e topo senza ippocampo, se invece se per rilascio si aspettano 15 sec, nei topi controllo
sempre circa il 90% ci azzeccavano, mentre in quelli con lesione a ippocampo la percentuale
scendeva al 70%, questa diminuisce sempre di più mano a mano che si va avanti con le tempistiche,
questo test ci dice che rimozione di ippocampo e regioni limitrofe porta a grossi deficit di memoria
dichiarativa, altro tipo di test che riguarda memoria procedurale, quindi si impara al topo a fare un
azione, e si valutano gli errori commessi in questa procedura motoria, gli si fa ripetere la cosa varie
volte e sia nei controlli che nei lesionati si osserva che alla prima fanno più errori e poi sempre meno,
in questo tipo di test i topi lesionati performano come i topi controllo
Studi elettrofisiologici:
esperimenti su fettine di ippocampo in cui si possono osservare tutte le componenti e in questa si può
stimolare il fascio perforante in modo da triggerare pot d'azione e allo stesso tempo registrare cosa
succede a livello delle cellule granulari, quello che vedo è un pot post sinaptico eccitatorio ogni volta
che stimolo, ci si accorse però del fenomeno del potenziamento a lungo termine (LTP), ad un certo
punto dopo più registrazioni si da un tetano di stimoli e succesivo a questo se uno va a rimisurare gli
epsp li trova molto più grandi che indica un potenziamento di quelle sinapsi, prima tetano
depolarizzazione di 2 mv, dopo tetano depolarizzazione 10 mv, questa situazione perdura per ore,
fino a quando è possibile registrare dalla fettina, come se cambiamento rimanesse inciso nelle
sinapsi, questo protocollo fa pensare a quando stimolo un circuito molte volte ripetendo e dopo di
questo la sinapsi funziona meglio ed è più facilmente richiamabile, potenziamento a lungo termine è
la base neurobiologica di memoria dichiarativa
si grafica ampiezza dell'epsp in funzione del tempo
sinapsi che subiscono potenziamento a lungo termine sono glutammatergiche, nello specifico i
recettori NMDA
ampa a differenza di nmda fanno passare solo Na e K ma non Ca, invece NMDA fanno passare Na, K
e anche un piccolo quantitativo di Ca, quindi una loro apertura porta anche ad un aumento del Ca
intracellulare nella cellula post sinaptica, normalmente canali NMDA sono inibiti dal Mg extracellulare,
il quale è presente a conc di 1 millimolare e questo fa si che questo vada a tappare il poro del
recettore NMDA impedendo agli altri ioni di passare, questo blocco è però voltaggio dipendente ed
avviene bene a pot relativamente negativi e a pot più positivi il magnesio si stacca, di conseguenza
una forte depolarizzazione tende a sbloccare il canale, una normale depolarizzazione fa passare na e
k attraverso ampa ma non sblocca NMDA, cosa succede però quando si provoca una stimolazione
tetanica? La membrana post sinaptica subisce una maggiore depolarizzazione che sblocca canali
NMDA e quindi permette anche l'entrata di Ca,
attività Ca in cellula post sinaptica
si lega a calmodulina e attiva chinasi ca calmodulina sensibile che fosforila diversi fattori di
trascrizioni alterando la trascrizione genica delle cellule granulari portando all'aumento della sintesi di
recettori AMPA ed NMDA (processo che ha bisogno di tempo), in questo modo la modifica si stabilizza
e quindi può perdurare anche per giorni
attiva anche molte altre chinasi che fosforilano i recettori ampa facendo si che questi si attivino
meglio (processo immediato)
si è osservato che con il passare del tempo questo porta alla replicazione delle sinapsi, quindi da un
bottone terminale si passa ad averne 2(modifica morfologica permanente che rende indelebile una
determinata nozione memorizzata)
memoria non-dichiarativa
non viene richiamata volontariamente, memorizzazioni di procedure o associazioni, se ne hanno vari
tipi:
apprendimento associativo e non
memorizzazione di procedure motorie
priming
apprendimento non associativo:
risposta ad uno stimolo si modifica nel tempo man mano che lo stimolo viene ripetuto, può essere
un'abitudine o una sensibilizzazione, nella prima l'entità della risposta diminuisce nel tempo, un po'
come il rumore di piatti e forchette quando si sta al ristorante; nel secondo caso (sensibilizzazione) si
ha un incremento della risposta, in questo tipo di apprendimento si ha un solo input ed una sola
risposta
apprendimento associativo:
(condizionamento classico)
esistono 2 tipi di input ed una risposta, i due stimoli sono detti stimolo condizionato ed incondizionato
il secondo genera la risposta, mentre invece il primo generalmente non da quel tipo di risposta, ma
se viene presentato insieme all'incondizionato andando avanti nel tempo verrà associato a
quest'ultimo e darà la risposta anche quando presentato da solo (esperimento cane saliva e
campanello) si ha l'apprendimento solo quando lo stimolo condizionato viene presentato prima o
durante la presentazione dello stimolo incondizionato, se presentato dopo non si ha l'apprendimento,
quando stimoli contemporanei meno efficace ma comunque funziona
(condizionamento operante)
se ad un topo si da la possibilità di aprire porticine e si mette del cibo dietro queste, dopo un po' la
procedura verrà ripetuta più volte, inizialmente avviene solo casualmente, ma mano a mano questo
comportamento diviene spontaneo e avviene sempre più spesso
l'apprendimento di procedure motorie ha alla base zone del cervello diverse da quelle della memoria
dichiarativa, un'area fondamentale per questo è lo striato che fa parte dei gangli della base, questo è
stato dimostrato come è stato testato dove avveniva la memoria dichiarativa, questi vengono fatti su
topi controllo che su topi in cui è stato rimosso lo striato, si fanno test di memoria procedurale e nei
topi controllo si osserva che all'inizio fanno più errori che però diminuiscono mano a mano che
ripetono l'azione, invece nei topi lesionati non si osservano miglioramenti, di conseguenza si
evidenzia l'importanza dello striato nella memoria non dichiarativa, mentre invece non ha nulla a che
vedere con la memoria dichiarativa
test fatti anche su uomo tra soggetti sani (controllo), soggetti affetti da amnesia e soggetti affetti da
parkinson, i controlli e quelli con amnesia migliorano nel tempo, mentre i malati di parkinson non
riescono ad imparare procedure motorie
oltre a striato anche cervelletto coinvolto in memoria non-dichiarativa ma più coinvolto in procedure
con minor grado di volontà, come nel caso del riflesso di ammiccamento, esperimento fatto su uomo:
si da un soffio d'aria sull'occhio, mentre poi ci sono elettrodi che permettono di capire quando si
chiude l'occhio, se si ripete l'esperimento più volte il tempo tra getto d'aria e chiusura occhio diventa
minore, se si ha una inattivazione a livello del cervelletto tramite iniezione di muscimolo non si
osserva una diminuizione del tempo tra soffio e chiusura occhio
Attenzione
fenomeno che appartiene al sistema nervoso centrale
cosa è l'attenzione da un punto di vista fisiologico?
Si intende la capacità del cervello di percepire con diversi gradi gli stimoli sensoriali a seconda del
grado di attenzione che gli si pone, ponendo attenzione si percepiscono meglio
come si valuta?
Si mettono elettrodi a livello occipitale per valutare una risposta in seguito alla visione di qualcosa su
uno schermo, prima schermo buio, dopodichè si avvisa il soggetto dicendogli che qualcosa apparirà
sulla sinistra dello schermo, il soggetto quindi vi porrà attenzione, da qui ci sono due possibili
situazioni o si fa apparire l'immagine a sinistra o dalla parte opposta, nel primo caso si registra una
risposta cerebrale relativamente grande, mentre nel secondo caso si osserva una risposta molto
minore in quanto il soggetto non vi stava ponendo attenzione
questo esperimento valuta l'attenzione selettiva, cioè il fatto che noi si può volontariamente porre
attenzione su una determinata cosa e di conseguenza si avrà una risposta maggiore quando questa
accadrà
2 regioni implicate nell'attenzione selettiva, queste sono localizzate in aree associative frontale e
parietoccipitotemporale.
attenzione generalizzata: stato di allerta generale, si osserva nei soggetti ansiosi, in questo caso si ha
il coinvolgimento del locus coeruleus che libera noradrenalina, alla base di questo fenomeno di
attenzione, le sostanze che aumentano noradrenalina nel cervello producono ansia