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RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

Tra il 500 e il 600 si assiste in Europa ad un rapido progresso scientifico, che investe non
soltanto le singole conoscenze ma soprattutto il metodo scientifico. La rivoluzione scientifica
nel 1500 inizia con la rivoluzione astronomica e con Copernico che, sostenendo
l’eliocentrismo, ha effettuato un radicale cambiamento del punto di vista all’epoca. Infatti
l’aspetto più importante che ha avuto questa rivoluzione astronomica è data alle conseguenze
che essa ha avuto sulle conseguenze delle persone, che era sul pensiero delle persone
impaurite da questa novità. L’uomo non è più al centro del creato e già anche con la scoperta
dell’America, l’Europa già di base entrò in crisi a causa del cambiamento e delle nuove
popolazioni. Il Cristianesimo cominciò ad assumere un ruolo molto meno importante. Qui
c’è un cambiamento per logica anche a livello scientifico, in quanto si stravolge la fisica
aristotelica e la scolastica. Ha inizio la scienza moderna, la quale afferma progressivamente
la propria autonomia dalla filosofia alla teologia ed elabora procedure metodologiche che la
caratterizzano in maniera specifica. Filosofia e scienza però si intrecciano qui in una nuova
maniera: da un lato ci sono modifiche apportate alla concezione del mondo, radicali a tal
punto da coinvolgere la visione globale del mondo e non solo quella degli scienziati.
Dall’altro c’è anche una novità epistemologica. Infatti la scienza moderna è rivoluzionaria
non solo per i contenuti che propone, ma anche per il modo con cui arriva ad elaborarli. Il
problema fondamentale allora diventa essenzialmente metodologico, e parlando di
metodologia si scavalca l’ambito scientifico per andare in quello filosofico. La filosofia della
scienza non è la scienza stessa ma la riflessione sul suo valore. L’epistemologia è quindi la
branca della filosofia che si occupa della riflessione sui metodi scientifici. Ciò che distingue
maggiormente la scienza moderna dall’attività scientifica esercitata nell’antichità e nel
Medioevo è il carattere quantitativo. La precedente tradizione scientifica, accordante con la
filosofia aristotelica, si proponeva alla ricerca della forma essenziale dei fenomeni e si
esauriva pertanto in un’analisi solamente qualitativa. Il metodo scientifico vero e proprio,
oltre a dire che la realtà è misurabile, arrivò a misurarla veramente e propriamente. Quindi
questo nuovo metodo scientifico poggia sul presupposto che l’essenza delle cose è
inattingibile o comunque esula dalle finalità della scienza, la quale deve indagare i rapporti
tra le cose ed esprimerli attraverso una misurazione oggettiva e universalmente
comunicabile. Per questo motivo per questo nuovo metodo scientifico si ricorre
indispensabilmente all’utilizzo della matematica. Ma la differenza nel mondo antico e nel
mondo medievale rispetto al mondo moderno era ben diversa: durante i primi due era
studiata come scienza astratta e quindi non applicabile all’analisi dei fenomeni naturali,
mentre in quello moderno la matematica diventa invece uno strumento metodologico per
quantificare i fenomeni naturali come oggetti specifici della ricerca scientifica. Inoltre nel
1500-1600, si afferma anche il meccanicismo, che è l’immediata conseguenza della
quantificazione della scienza. Il meccanicismo si era già visto nel primo grande filosofo-
scienziato della storia, Democrito, che venne abbandonato e ripreso solo adesso. Per metodo
meccanicistico si intende il metodo di spiegare le cose in virtù delle cause efficienti e
meccaniche in natura, che lo producono indipendentemente dal concetto di scopo che era
proprio di Aristotele. Cartesio dice che il meccanicismo, consiste nel ridurre tutto ad
estensione e movimento, eliminando dal modo di indagare alla realtà gli aspetti qualitativi e
basandosi solo su quelli quantitativi. Nella scienza moderna, la connessione tra causa ed
effetto, non viene tuttavia determinata da causa ed effetto, ma viene sottoposta anche a
verifica empirica. Infatti Aristotele osservava la natura, ma quello che Aristotele non fa è
l’esperimento: accanto alla matematica, la sperimentazione è il secondo metodo a cui gli
scienziati fanno ricorso. L’esperimento che consiste nella riproduzione artificiale di processi
naturali, in condizioni di massima osservabilità, deve servirsi di strumenti di indagine e di
misurazione più raffinati (orologi, cannocchiali etc.). Si stabilisce anche una stretta
connessione tra scienza e tecnica. Sia nel senso che il progresso della scienza dipende
sempre di più dal progresso scientifico, sia nel senso che si afferma la consapevolezza delle
potenzialità pratiche del sapere scientifico, destinato a consentire un dominio sempre più
ampio con la natura, sempre destinato a migliorare le condizioni dell’uomo. Ma a
caratterizzare questa ondata di conoscenza e di sviluppo, è la profonda fiducia che le persone
nutrono nella ragione umana. Quindi in questo periodo, scaturisce la concezione della natura
come ordine oggettivo e casualmente strutturato di relazioni governate da leggi. La
concezione della scienza come sapere è la concezione della scienza come sapere
sperimentale e matematico e avente come scopo la conoscenza progressiva dell’uomo e il
dominio di esso del mondo da parte dell’uomo.

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