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Nelle isole caraibiche la decimazione delle popolazioni native favorì i primi esperimenti con la manodopera

schiava africana. Dal 1540 gli schiavi vennero spediti all’isola di Sao Tomé. Ora gli schiavi che giungevano in
America erano stati catturati in stragrande maggioranza nella stessa Africa. Nel 1600 la tratta atlantica degli
schiavi superò le tratte del nord africa e dell’Africa orientale per quanto riguarda il volume totale. I padroni
usavano raramente gli schiavi nell’agricoltura. Gli schiavi potevano a volte svolgere occupazioni rurali, ma
non costituivano mai una componente significativa della locale manodopera agricola. Gli schiavi africani
adottarono la cultura , la lingua e la religione dei loro padroni. Si integrarono agevolmente nella società
dominante da essere chiamati ladinos, vale a dire schiavi africani europeizzati, per distinguerli dai bonzales,
gli africani non europeizzati. Negli anni 50 del XV secolo i portoghesi erano impegnati nel popolamento
delle isole disabitate delle Azzorre, di Madeira, Isola di capo Verde e di Sao Tomé, mentre nell’ultima
decade del secolo gli spagnoli avrebbero concluso la conquista delle Canarie. Alcune di queste isole si
rivelarono ideali per la coltivazione dello zucchero e i mercanti italiani non tardarono a introdurvi le più
recenti tecniche di produzione sviluppate nel mediterraneo. Furono Madeira e le Canarie a rivelarsi come le
più importanti produttrici di zucchero. Alla fine della metà del XV secolo lo zucchero costituiva la principale
produzione di Madeira, che sarebbe diventata la più grande produttrice europea entro la fine del secolo.
Negli anni 30 del XVI secolo Madeira era ormai in declino. Le Canarie tolsero il primato a Madeira. L’ultima
isola dell’Atlantico che avviò la coltivazione dello zucchero e che più di tutte utilizza la manodopera schiava
fu Sao Tomé gli africani giunsero rapidamente a rappresentare la metà delle popolazioni urbane
iberoamericane. Dato che i lavoratori liberi erano troppo costosi, al loro posto poteva essere preso un altro
tipo di manodopera importata a condizione che fosse sufficientemente a buon mercato.

Capitolo 2

Fu nel nuovo mondo che la schiavitù africana conobbe la sua massima espansione. L’acquisto di
schiavi sulla costa africana dell’Atlantico meridionale non fu motivato da una specifica richiesta di
manodopera africana. La Spagna aveva appena abbandonato la pratica del servaggio e di altre
forme di manodopera semilibera e aveva sposato il principio del lavoro libero e salariato. In
mesoamerica e nelle ande gli spagnoli avevano trovato potenti imperi a base contadina che
potevano essere efficacemente sfruttati senza bisogno di distruggere il sistema politico e sociale.
L’uso dell’aristocrazia india come strumento di controllo della manodopera contadina e la
riconversione dei sistemi preispanici di tassazione di corvé come canali per introdurre questa
manodopera sul mercato si rivelarono un valido sistema di sfruttamento della forza lavoro locale. il
Portogallo invece stava dando fondo a ogni sua risorsa per popolare il vasto impero commerciale
asiatico e africano appena fondato. La domanda di manodopera era talmente elevata e i salari così
remunerativi che risultava impossibile reperire manodopera iberica a basso costo per i territori del
Brasile . in America non restava altra manodopera se non quella costituita dai contadini indigeni. Il
mesoamerica e sul versante Pacifico delle Ande meridionali la presenza di società contadine
insediate da secoli a consentire agli spagnoli di sfruttare per tutte le loro necessità la manodopera
locale. i metalli e le progredite tecniche estrattive della società india permisero abbastanza
agevolmente di fornire una manodopera mineraria india.

L’esperienza dei portoghesi con la manodopera amerinda fu più fallimentare. Il ricorso dei
portoghesi alla manodopera africana fu condizionato dalla disponibilità dei capitali necessari. Nel
1600 le piantagioni del nord-est stavano già producendo un reddito sufficiente ad avviare un
importazione massiccia di schiavi. Nella prima decade del secolo gli arrivi di schiavi in Brasile
eguagliarono quelli nell’America spagnola e nel decennio successivo li superarono. Nel 165° il
Brasile aveva ormai assorbito una quantità stimata di 350.000 schiavi. Furono le nuove colonie
inglesi e francesi sulle isole e sul continente che cominciarono ad assorbire la maggior parte degli
schiavi in arrivo. Gli spagnoli furono i primi in europa a possedere il capitale necessario per
importare schiavi. durante i primissimi anni della tratta, il movimento degli schiavi fu
principalmente diretto verso il Messico e il Perù. La richiesta di schiavi in Perù crebbe nella
seconda metà del XVI secolo, quando la produzione d’argento raggiunse il suo pieno sviluppo. Per
soddisfare questa domanda si sviluppò un intenso traffico di schiavi fra il 1580 e il 1640, dopo che
l’unificazione della spagna e del portogallo aprì ai portoghesi l’accesso al mercato
ispanoamericano. La tratta in Perù fu probabilmente la più lunga e anomale perché si articolò in
due fasi:

1. Gli africani venivano sbarcati nel porto di Cartagena, sulla costa caraibica del
Sudamerica.

2. Dopo venivano trasportati sul lato caraibico dell’istmo di Panamà, portate ancora
via terra fino al Pacificp e infine spediti a Callao, il porto di ingresso a Lima. La
seconda fase durava in media dai 4 ai 5 mesi.

una volta raggiunta venivano venduti. In un primo tempo gli schiavi si concentratono nelle aree
urbane, ma successivamente cominciarono ad acquisire nuovi ruoli economici ai margini della
società india contadina. Nell’interno c’erano diverse valli specializzate nella canna da zucchero con
le piantagioni. Anche l’allevamento divenne appannaggio degli schiavi africani. La crescita di Lima
andò di pari passo con quella della sua popolazione di schiavi, che nel 1640 raggiunse i 20.000
individui.

Alla fine del XVII secolo le regioni brasiliane nord occidentali di Pernambuco e di Bahia erano
diventate il cuore della zona di produzione saccarifera più importante del mondo. La classe
mercantile portoghese forniva gli schiavu, ma furono gli olandesi a portare lo zucchero brasiliano
in Europa. Gli schiavi vennero importati fin dall’inizio, ma si tentò anche di ridurre in schiavitù la
popolazione india locale e trasformarla in manodopera agricola stabile. Dal 1540 al 1570 proprio
queste popolazioni furono le maggiori produttrici di zucchero del Brasile. Nel solo Pernambuco gli
schiavi ammontavano a 2000 e rappresentavano un terzo della manodopera impiegata nella
produzione dello zucchero del capitanato. La percentuale di africani cresceva di anno in anno.
Nessun’area geografica nel 1630 rivaleggiava con il Brasile ma questo monopolio diede impulso
alla nascita di nuovi centri produttivi. Gli olandesi rivestiranno un ruolo decisivo in questi
spostamenti delle economie di piantagione. La lunga rivolta olandese contro il dominio spagnolo
ebbe profonde ripercussioni sul Portogallo, sull'africa e sul Brasile. Nel 1602 gli olandesi avevano
fondato la loro compagnia delle Indie orientali con l'obiettivo di impadronirsi del commercio
portoghese delle spezie in Asia, mentre nel 1621 istituirono La compagnia delle Indie occidentali,
che mirava a strappare ai Portoghesi e le loro colonie africane e americane. Nel 1624 la compagnia
olandese delle Indie occidentali conquistava La provincia di bahia e del pernambuco, gli olandesi
riuscirono nel 1630 a espugnare Recife punto con questa base di produzione saccarifera
diventarono i concorrenti di quelli che un tempo erano stati loro partner commerciali punto il
passo successivo con la conquista dei possedimenti africani del Portogallo. Per prima nel 1638
cadde in mano loro La Fortezza di elmina nel Ghana, sulla Costa d'Oro, seguita nel 1641 da Luanda
e da una parte della regione angolana. Per il Brasile l'occupazione olandese significa l'ascesa di
Bahia a prima provincia saccarifere schiavista al posto del treno in buco e la ricomparsa della
schiavitù India, con la riorganizzazione di una tratta che apre le zone interne del Brasile allo
sfruttamento e alla colonizzazione. I coloni inglesi e francesi iniziarono a prendere possesso dei
territori ma è del tutto colonizzati da Portoghesi e spagnoli. Gli inseguimenti di maggior successo
furono quelli fondati da inglesi, francesi e olandesi nelle isole abbandonate delle Piccole Antille, fra
gli anni venti e quaranta del seicento. Gli inglesi ai francesi tentarono di popolare queste isole
collaboratori Bianchi europei, vincolati da contratti di servitù della Vittoria. Respinti gli attacchi dei
locali iniziarono a piantare tabacco punto fu la volta dell'India dell'indaco e infine dello zucchero.
Gli inglesi sopra avanzarono i francesi. Nel 1640 gli inglesi avevano insediato 52.000 Bianchi a
Barbados mentre le isole francesi della Martinica e della Guadalupa non contavano ancora più di
2000 coloni Bianchi. L'arrivo degli olandesi fece dello zucchero un affare ben più redditizio. Gli
olandesi fornirono il credito con cui importare i costosi macchinari necessari al pieno sfruttamento
dei mulini. In seguito i francesi si insedieranno sull'isola di Santo Domingo. Nei primi anni ottanta
del secolo nella popolazione di Santo Domingo si contavano 2000 schiavi africani circa il doppio di
Bianchi. Nelle Indie occidentali il regime di piantagione inizio su isole come la Martinica e
Barbados, anche a causa della qualità del suolo e della conformazione collinoso dei terreni.
All'inizio del settecento la coltivazione dello zucchero si spostò verso le aree più aperte della
Giamaica e di Santo Domingo e comincio a emergere un nuovo sistema di piantagioni gigantesche.
La Giamaica avrebbe rimpiazzato Barbados diventando negli anni 30 del 18 secolo il maggior
produttore di zucchero dei possedimenti britannici come negli anni 40 Santo Domingo avrebbe
rilevato il posto della Martinica . Nel 1720 La Giamaica, con i suoi 74000 schiavi era diventata la
colonia schiavista più popoloso delle Indie occidentali britanniche. La popolazione bianca della
Giamaica non superava le 10000 persone e il rapporto fra nei e bianchi e ormai maggiore di 10 a 1.
Il 95% degli schiavi giamaicani era concentrato in zone rurali e il 75% era impiegato nella
produzione dello zucchero. Negli anni settanta del settecento una piantagione media occupava
200 schiavi e misurava più di 400 ettari. Alla metà del XVIII secolo Santo Domingo era l'isola
principale dell'area caraibica: era la maggiore Colonia produttrice di zucchero in America,
possedeva la popolazione di schiavi più numerosa nelle Indie occidentali. Alla fine del seicento i
negrieri francesi e britannici avevano sostituito gli olandesi come principali fornitori di schiavi delle
colonie americane conquistando una fetta importante della tratta accidentale degli schiavi africani.
La Guerra dei sette anni e quella Franco trattiene indiana fruttariano all'Inghilterra nuove
acquisizioni nelle isole saccarifere. Nei primi anni 60 del 700 la Francia fu costretta a cedere alla
Gran Bretagna grenada, saint-vincent, la domenica e Tobago. L'agricoltura da piantagione non fu
l'unica destinazione di impiego degli schiavi. Nel mercato del lavoro americano del settecento si
sviluppò un nuovo grande sbocco: l'estrazione dei metalli. Minas gerais divenne un grande centro
di schiavi emancipati. 

Nel tardo XVIII secolo i sussidi diretti del governatore fornirono nuove importazioni di schiavi nelle
colonie brasiliane settentrionali di pernambuco e maranao. Nei primi anni novanta del settecento
il Brasile forniva il 30% delle importazioni di cotone per la Gran Bretagna è un decennio più tardi
sarebbero stati impiegati nella produzione di cotone più di 30000 schiavi. Nella prima decade
dell'800 il calo della produzione mineraria provoco il crollo del numero degli schiavi impiegati nel
settore. La maggioranza degli schiavi venne impiegata nella produzione di generi alimentari e
tessuti grezzi per il mercato nazionale. Nel 1789 la rivoluzione che aveva sconfitto la Francia ebbe
un profondo impatto sulle Little aspramente divisa di Santo Domingo. Quella che era stata la
società con il sistema di piantagione di zucchero più grande dinamico al mondo si ritrovo dilaniata
prima da un conflitto armato tra le sue classi proprietarie, quella bianca e quella di colore, e infine,
nell'agosto del 1791, da una rivolta generale degli schiavi. La rivolta degli schiavi di Haiti determinò
nel 1804 l'insediamento di un governo indipendente e l'abolizione della schiavitù sull'isola. Nello
stesso anno la produzione di zucchero crollo a un terzo del livello raggiunto nel 1791 e nel corso
del decennio successivo Haiti divenne completamente estromessa dal mercato dello zucchero. Nel
decennio successivo alla rivoluzione haitiana, Jamaica, Brasile e Portorico videro tutti più che
raddoppiata la loro produzione di zucchero, ma a metà 800 fu Cuba a prendere il posto di Santo
Domingo come maggior produttore mondiale di canna da zucchero. Nel 1800 nella sola Jamaica gli
schiavi africani erano più di 350 mila. Era ormai il maggiore produttore di zucchero al mondo e
continua con tutta probabilità di terminare il mercato mondiale fino agli anni trenta del XIX secolo,
quando la schiavitù fu abolita. Negli anni 20 dell'800 raddoppio i suoi mulini da zucchero e innalzò
la propria popolazione schiava a 150.000 residenti. L'ultima grande regione importatrice di schiavi
da considerare sono gli Stati Uniti. Dopo gli anni 70 del XVII secolo il costo crescente di questo tipo
di manodopera e lo sviluppo di una flotta inglese di navi negriere spinsero le colonie continentali
britanniche a utilizzare schiavi africani. I principali centri di mano d'opera schiava erano 2.1
comprendeva le colonie della Virginia, del Maryland e di parte della Carolina del Nord. E il secondo
comprendeva La Carolina del sud e la Georgia. La prima di queste due zone era detta la produzione
di tabacco ma si distingueva in quanto era pressoché interamente affidata agli schiavi. Nella
Georgia e nella Carolina del Sud le piantagioni costiere diventano grandi produttrici di riso, mentre
terreni dell'entroterra ospitavano  coltivazione schiaviste di indaco. A metà Ottocento il cotone era
diventato la prima voce di esportazione degli Stati Uniti, dal valore più alto di tutte le altre
esportazioni messe insieme. Prima di essere abolita nel 1808, la tratta degli schiavi consegno alle
piantagioni più di mezzo milione di africani; un altro milione di schiavi arrivo tramite una tratta
interna che portò nel profondo sud schiavi provenienti dall'upper south e dalla costa. All'inizio del
secolo si giunse un totale di 5000 arrivi all'anno e nel primo decennio dell'Ottocento gli arrivi anno
furono quasi 16 mila punto in appena un paio d'anni i mercati di schiavi di rhode Island con
portarono una media annua di 6400 schiavi e questa per il mercato statunitense era solo una delle
fonti di schiavi disposizione. I 500.000 schiavi che arrivarono negli Stati Uniti durante l'intera tratta
non furono che una piccola parte dei 10 milioni che raggiunsero l'insieme delle Americhe.

Capitolo 3

All'inizio del XV secolo, quando gli europei aprirono La costa dell'Africa occidentale al commercio
internazionale, l'Africa subsahariana presentava strutture politiche economiche e sociali ben
sviluppate. Gran parte della regione aveva stretto contatti diretti con il nordafrica e con il mondo
Mediterraneo fin dai tempi della civiltà egizia, greca e Romana, mentre i contatti della Costa
orientale con l'India e con le penisole del Pacifico risalivano a prima del 1400. Le due principali
potenze del mondo europeo in espansione, ovvero i portoghesi e gli spagnoli, stavano per
entrando in nordafrica. Nel 1415 i portoghesi presero la città di Ceuta e di lì a poco Tangeri. Fu poi
la volta della Castiglia, che non si limitò a espandersi in Sicilia è nella penisola italiana, ma tra il
1590 il 1610 procedette alla conquista sistematica di molte città del maghreb orientale, da Melilla
a Tripoli. I portoghesi furono i primi europei occidentali a espandersi Al di là delle aree centrali
dell'Atlantico del Mediterraneo. Usando come base i porti del Nord Africa le isole atlantiche della
zorre e di Madeira spinsero le loro famose caravelle nelle acque dell'Atlantico meridionale. l'Africa
occidentale venne aperta al contatto diretto con l'Europa: la costa atlantica si afferma come rotta
commerciale interna alternativa per le società africane. I portoghesi negli anni 50 del XV secolo
tennero dal papà i diritti cristiani esclusivi per trattare con l'Africa; nel 1466 colonizzarono
Santiago; nel 1482 costruirono il forte di sao Jorge da Mina. nel 1483 entrarono in contatto con il
regno del Congo in Africa centrale e nel 1493 avevano colonizzato l'isola di sao Tomé nel Golfo di
Guinea. Inizialmente i portoghesi trattarono con gli africani come vanno fatto con quelli incontrati
nel nordafrica: organizzavano incursioni per catturare schiavi e saccheggiavano le coste da cui
passavano. Successivamente si videro costretti a cambiare strategia e dalle incursioni passarono ha
un commercio Pacifico. Era l'oro l'articolo che più attirava i portoghesi negli scambi con l'Africa,
mentre gli schiavi e gli altri prodotti locali rivestivano un interesse secondario. Falkor damina fu
costruito nel cuore della Costa d'Oro, nel Golfo di Guinea. I primi decenni del XVI secolo i
portoghesi acquistarono dai commercianti dell'interno oltre 400 kg di oro all'anno punto le navi
Portoghesi erano impegnate anche in un attivo commercio di cabotaggio, in cui trasportavano beni
e schiavi da altri stati africani alle nazioni esportatrici di oro e scaricavano in Africa, merci
provenienti da Europa, dall'Asia e dal nordafrica. L'impatto principale prodotto dall'arrivo degli
Europei fu l'aggiunta di nuove rotte commerciali più che l'introduzione di prodotti strani esotici.
Fino a quel momento per i popoli dell'Africa occidentale collegamento più importante era stato il
Niger; adesso i legami principali con il mondo esterno erano il fiume Senegal, il Gambia e altri fiumi
locali che scendevano a ovest ea Sud verso le coste atlantiche. Il monopoli portoghese non ebbe
vita lunga: negli anni 40 del XVI secolo le intrusioni delle maggiori forze navali europee avevano già
inevitabilmente infranto questo monopolio. i portoghesi erano interessati anche al processo di
conversione religiosa. Il Portogallo si trovava impegnato in una guerra mortale con i musulmani
dell'impero Ottomano punto soprattutto nelle zone in cui l'Islam non avevo ancora messo
profonde radici Portoghesi vedrò aprirsi possibili scenari di conversione. Già negli anni ottanta del
quattrocento i loro emissari avevano raggiunto nell'africa orientale, il regno di Etiopia. Nel 1490
allestire una grande flotta per sostenere nel senegambia un pretendente Cristiano il trono Wolof,
con esito fallimentare. I missionari cristiani inviati dal Portogallo nel 1491 nel regno del Congo, Sud
dell'omonimo fiume ebbero maggior successo, riuscendo nel 1506 a insediare sul trono il capo
africano cristianizzato Alfonso primo. Nell'arco di una generazione i missionari furono espulsi e il
Congo torna il tradizionale sistema di credenze. L'accettazione è obbligatoria dell'Autonomia
africana fu dovuta a diversi fattori. Il primo l'oggettiva difficoltà a mantenere truppe, missionario
funzionari nell'ambiente africano. Il secondo fu tenere conto del relativo equilibrio militare
esistente fra europei africani 2 punti è vero che gli europei dopo il 500 controllavano i mari, ma La
rapida diffusione delle tecniche militari europei nordafricane in tutta l'Africa facilito all'adozione
delle armi da fuoco e della cavalleria e rese molto arduo alla conquista Europea. Infine la
refrattarietà di questi stati dei loro popoli a qualsiasi ingerenza straniera. Nonostante il trasporto
via mare fosse più economico di quella via terra, le relazioni tradizionali e il costante movimento di
merci verso il Nord Africa non venne mai meno. L'arrivo degli Europei in questa zona non è grande
impatto le pure a livello politico. La tratta su un trasferimento marginale di persone con scarse
ricadute su guerra e incursioni, e l'incapacità degli Europei di conquistare territori o di inviare
eserciti limitò la loro influenza sugli eventi locali. I portoghesi non riuscirono a spingersi più a nord
per contrastare questi commercianti musulmani, ne a conquistare lo stato indipendente dell'isola
di Madagascar. Molte reti commerciali tradizionali rimasero immuni dal contatto con gli europei a
dispetto del comportamento molto aggressivo degli ultimi arrivati. La stessa tratta Atlantica degli
schiavi ebbe un impatto limitato perfino sui mercati di schiavi dell'interno dell'Africa. Solo nel XVII
secolo La Rotta Atlantica si impose sulle altre direttrici del traffico di schiavi, raccogliendo due terzi
di tutti gli africani che lasciarono il continente. Fino al 1700 gli schiavi non furono la merce più
preziosa degli europei. Alla fine del quattrocento la tratta coinvolgeva il massimo 800 e 2000
schiavi. Anche se gli europei non avevano una capacità di obbligare nessuna regione a partecipare
alla tratta, i prezzi sempre più alti degli schiavi influenzarono nei locali vicende africane nelle aree
di radicato commercio schiavista. Le guerre su larga scala volta alla cattura di schiavi per la tratta
Atlantica diventare un fenomeno più comune. I portoghesi concentrarono i loro sforzi nella zona
continentale a sud di Capo Verde. Negli anni sessanta del quattrocento colonizzarono le isole di
Capo Verde, arcipelago su cui alla fine sarebbero state avviate produzione di zucchero. I singoli
commercianti Portoghesi si insediarono rapidamente anche lungo il corso naviga del Gambia
dando vita a una serie di potenti comunità apro portoghesi. Qui commerciavano per procurarsi
loro, le pelli e altri prodotti locali e gli schiavi provenienti dalla costa e dalle savane interne
dell'Alto Niger. E senegambia rimase una zona di esclusivo interesse e portoghese solo per i primi
due secoli. Verso la fine del cinquecento i mercati inglesi e francesi cominciarono a digitare la
regione con regolarità. Gli inglesi colonizzarono l'isola di San James, sul fiume Gambia, mentre i
francesi si stabilirono sul sull'isola di San Luis, la voce del fu fiume Senegal. All'epoca le comunità di
mercanti stanziati lungo il fiume erano autonome dalla madrepatria e commerciavano con tutti gli
europei e con tutti i gruppi locali di mercanti africani. Dopo il 1700 e gli schiavi destinati agli
europei provenivano per la maggior parte dall'interno. Il seicento il primo settecento furono gli
anni d'oro per il traffico degli schiavi nel senegambia. Degli anni 90 del XVI secolo i portoghesi
fondarono una stazione commerciale a Cacheu. La Costa d'Oro fu l'aria che in un primo tempo
maggiormente attrarre gli europei, soprattutto per la facilità con cui da lì si potevano raggiungere
giacimenti auriferi degli a Cannes sul fiume volta. Gli europei costruirono in breve tempo circa 25
forti in pietra. Tra il 1630 è il 1730 gli europei si dettero battaglia per garantirsi il controllo di questi
luoghi strategici, e molti forti furono oggetto di ripetuti passaggi di mano. Nel tardo seicento gli
inglesi e olandesi avevano trionfato, riuscendo a estromettere quasi completamente i francesi e i
portoghesi dal commercio sulla Costa d'Oro. La diminuzione dei quantitativi inviati sulla costa e le
concomitanti guerre crearono l'opportunità di esportare anche schiavi. Questa zona rivestiva una
tale importanza in termini di d'oro e di schiavi che sia La compagnia delle Indie occidentali
irlandesi, sia la royal african Company d'Inghilterra stabilirono qui i loro quartieri Generali. Nel
settecento partirono da queste sponde 645000 schiavi. Il tratto litoraneo del golfo di Benin fu
chiamato Costa degli schiavi. Le tre maggiori potenze della regione erano i regni di benin,
Dahomey e oyo. Questa zona era ben connessa alle rotte carovaniere del Sahara è annoverava
importanti formazioni statali risalenti al XI secolo dopo Cristo. Nel Dahomey lo stato controllava il
porto di ouidah, di cui si servì per organizzare i movimenti degli schiavi locali. La tratta fu in un
primo tempo monopolio Regio, ma anche quando il monopolio fu tolto, rimase pesantemente
tassato dallo stato. Nel 1730 quando la cavalleria di sconfisse i moschettieri del Dahomey, anche
gli yoruba stabilirono strette connessioni con la tratta, da cui ricavare profitti. Il sistema
commerciale del daomei è quello di oyo acquisirono una tale efficienza da fare del golfo di Benin la
seconda area di commercio schiavista di tutta l'Africa. Le isole di sao Tomé e principe colonizzati
dai Portoghesi nell'ultimo decennio del XV secolo erano diventate negli anni venti del cinquecento
grandi produttrici di zucchero sviluppando un sistema di piantagione basato su manodopera
schiava africana. Avevano sostituito Madeira come principale fornitore di zucchero del Portogallo
fino agli anni ottanta del secolo, quando le importazioni europee cominciarono essere dominati
dalla produzione brasiliana. Sao Tomé rimarrà importante anche dopo il declino dello zucchero,
non solo perché era un irrinunciabile scalo di approvvigionamento per le navi negriere Portoghesi
e di altri paesi europei, ma anche perché ospitava un gruppo influenti di coloni Portoghesi con forti
interessi e nell'area del Congo angolana. fu l'Africa Centrale a rappresentare per l'America la
maggiore fornitrice di schiavi dal XVI secolo al tardo XIX secolo. Il commercio da Luanda in giù era
prevalentemente nelle mani di questi commercianti apro Portoghesi, soprattutto per quanto
riguarda gli scambi lungo la costa. Questi mercanti erano più che disposti a trattare con tutti gli
europei. Nel settecento, e fino al 1800, comunque ancora fornirono alla tratta Atlantica circa 2,5
milioni di schiavi, 1,3 dei quali prelevati dei portoghesi, mentre dopo il 1811 ci furono altri 1,3
milioni di un vip comunque Angola furono i più importanti fornitori di schiavi della tratta nel suo
complesso. nell'Ottocento il Mozambico divenne il terzo fornitore gli schiavi della tratta e fu
responsabile del 14% degli invii effettuati in questo secolo dalla totalità dei porti africani. Nei primi
tre secoli il volume delle spedizioni furono abbastanza ridotte e la trattati in se ai tradizionali
mercati interni africani, che si procuravano gli schiavi dalle normali fonti locali. Nel XVIII e XIX
secolo la crescita della domanda e il conseguente aumento dei prezzi intensificare nel flusso di
schiavi. La tratta acquisti nuove caratteristiche. Nella seconda metà del XVIII secolo il movimento
annuale di schiavi attraverso l'Atlantico crebbe costantemente. Questi questa crescita produsse
cambiamenti nelle modalità e nei canali di approvvigionamento degli schiavi. Le guerre non furono
più in grado di rappresentare una fonte affidabile di schiavi. La pratica regolare di incursione nelle
varie aree agricole  frontiera divenne una costante, e il progressivo abbandono delle campagne fu
la conseguenza. Le fonti di schiavi si erano spostate più nell'interno, coinvolgendo nella tratta una
maggior quantità di popolazione dell'Africa occidentale orientale. Questi stati mercantili dovete
organizzare incursioni sistematiche per soddisfare la costante domanda di schiavi e fu a causa di
una tale trasformazione che la tratta degli schiavi finì per ripercuotersi sull'evoluzione delle società
locali. Diversi terreni agricoli di molte regioni vennero abbandonati a causa delle razzie condotte.

Capitolo 4
Nei primissimi anni della tratta il ruolo dello stato fu preponderante. Fino ai primi del cinquecento
l'Africa rappresentò una fonte di schiavi modesta per l'Europa meridionale e può solo l'apertura
dell'America La colonizzazione Europea a rendere la tratta un'attività economica di rilievo. Nella
quasi totalità dei casi l'organizzazione della tratta richiede l'apporto di sussidi di stato. In Spagna il
commercio di schiavi fu dichiarato fin dal primo momento monopolio della corona è tale restò fino
alla fine del 700. Per quanto riguarda il Portogallo la sua posizione di predominio vi assicuro a
vantaggio nello sviluppo della tratta schiavistica, in quanto riduce le spese relative ai costi di
entrata. Il rapidissimo sviluppo di un'economia di piantagione brasiliana basata sulla forza di
lavoro schiava amerindia permise di generare il capitale necessario per l'importazione di schiavi
africani. In tutti gli altri casi la tratta richiede il ricorso compagnia monopolistiche, unico modo per
rifornire schiavi a quelle colonie americane che non disponevano del capitale del credito
sufficiente ad acquistarli dall'Africa. I primi a sfidare il monopolio portoghese nel commercio
africano furono gli olandesi. Sulla scia della loro grande rivolta contro la Spagna alla fine del XVI
secolo estesero l'ostilità anche Portoghesi. Nel 1626 la compagnia olandese delle Indie occidentali
venne fondata con l'obiettivo di scalzare i possedimenti Portoghesi in Africa in America. In un
primo tempo prese di mira le navi Portoghesi e spagnole. Presto però passo al commercio
occasionale con i paesi africani e alla creazione di una presenza sistematica sulle coste del
continente. Già nel 1624 organizzo due spedizioni navali, per conquistare la provincia saccarifera
di baia, nel nord-est del Brasile è il forte di sao Jorge da Mina sulla Costa d'Oro. entrambi tentativi
fallirono però. Nel 1629 una nuova flotta si impadronì della provincia zuccheri era brasiliana del
pernambuco e comincio alle manovre per assicurarsi un accesso diretto l'offerta degli schiavi in
Africa. Tra il 1630 il 1659 La compagnia delle Indie occidentali sulla potenza Europea dominatrice
della tratta africana: oltre ad aver ridimensionato ovunque la presenza portoghese, non vedeva
all'orizzonte nessuna nazione Europea in grado di competere seriamente per il controllo del
commercio con l'Africa. Non appena gli olandesi aprirono la via, francesi e inglesi giunse la ruota.
Negli anni 60 del 600 francesi avviarono rapporti commerciali nell'area costiera del senegambia,
mentre gli inglesi siri tagliarono le coste della Sierra Leone o alta Guinea. Ma alla fine tutti si
ritrovavano commerciale con tutti. I costi di entrata nella erano così elevati che sono un
particolare tipo di sostegno governativo abbinato ad un adeguato accordo  monopolistico
sembrava in grado di avviare un traffico costante redditizio. Tra il 1620 e il 1700 tutte le nazioni
impegnate nel traffico degli schiavi, ad eccezione di Spagna e Portogallo, provarono a creare
compagnie commerciali monopolistiche sotto forma di società per azioni. Fecero registrare un
iniziale successo ma tutte alla fine fallirono e formare in piazza te da mercati autonomi e dalle
rispettive Nazioni. Furono queste compagnia sobbarcarsi i costi di avvio della carta e a creare i
contatti, il credito e le prassi di trasporto a cui avrebbero fatto riferimento i mercanti autonomi
che subentrarono successivamente. Il coinvolgimento a pieno titolo della Francia comincio solo
nella seconda metà del seicento. Nel 1664 i francesi istituirono una compagnia delle Indie
occidentali monopolistica, a cui furono connessi diritti di commercio in America è in Africa. Già alla
fine dello stesso decennio questa impresa finanziata dallo stato e metteva licenze commerciali a
favore di mercanti privati. Dopo aver colonizzato le piccole Antille nella metà del seicento, Nella
seconda metà di francese cominceranno a sviluppare una fiorente economia di esportazione
saccarifera. È notevole sviluppo della Martinica della Guadalupa forni una spinta potente
all'Impero francese dello zucchero nei Caraibi, che continua a crescere e ad espandersi. Tra le
prime compagnie monopolistiche fu la compagnia olandese delle Indie occidentali quella
inizialmente di maggior successo, la più coinvolta nella consegna di schiavi alle Cologne delle altre
potenze europee e, alla quale si deve la maggior quota di schiavi trasferita in America. Negli anni
settanta del seicento la sua sfera di influenza si era ridotta pochi possedimenti americani e ai suoi
forti sulla Costa d'Oro, mentre i portoghesi avevano recuperato gran parte delle posizioni perdute.
In quegli anni la compagnia perse molti dei suoi Monopoli commerciali, cedendo il passo
commercianti autonomi. L'ultima compagnia importante fondata nel 600 fu la royal african
company l'Inghilterra basata su capitale privato. Nacque dalla fusione di una serie di precedenti
compagnie monopolistiche britanniche e venne istituita nel 1672. Negli anni trenta del secolo i
britannici avevano eretto il loro primo forte africano sulla Costa d'Oro e avviato un regolare
traffico di schiavi. Nel 1698 fu costretto dalla forte pressione dei trafficanti indipendenti a
rinunciare al proprio monopolio sulla tratta degli schiavi, anche se continua a mantenere i suoi
Forti e imporre una tassa ai commercianti autonomi che ne usufruirono. L'ultima esperienza con
compagnie commerciali monopolistiche fu quella organizzata all'interno 700 dal Portogallo per
dare impulso allo sviluppo delle regioni più settentrionali del Brasile. La tratta era stata un'attività
del libro commercio fin dal 500. Pesantemente tassata era comunque aperta tutti e mercanti. La
più importante con la compagnia del pernambuco e parahiba, che tra il 1661 è il 1786 trasporto in
Brasile un totale di 49000 schiavi. Le compagnie monopolistiche fagli erano tutte, soprattutto per
due motivi: da una parte gli altri costi fissi a cui dovevano far fronte per fortuna, dall'altra l'obbligo
di consegnare un numero prefissato di schiavi per ogni regione. Dentro rimpiazzate da associazioni
temporanee di mercanti, che univano le proprie risorse per finanziare singoli viaggi. I mercati del
porto di invio in impegnavano i propri capitali per periodi brevi piccola oppure gli distribuivano
però molte spedizioni negriere diverse.

La tratta africana richiedeva l'acquisto di una grande quantità di beni che non erano di produzione
nazionale: dal tabacco brasiliano e tessuti della gelsia, dalle barre di ferro ai mobili punto la tratta
rappresentò il commercio d'Oltremare più costoso per tutte le nazioni europee e, dal momento
che una grandissima porzioni di beni usati per acquistare gli schiavi in Africa doveva essere
procacciata all'esterno dalle compagnie. La lunghezza del viaggio dipendeva inoltre dall'area
africana dove si voleva concentrare gli scambi. Nel settecento si erano ormai stabiliti
approssimativamente sfere di influenza, che vedevano in posizione dominante gli inglesi, gli
olandesi Portoghesi. Ma nessuna riapri camera del tutto preclusa ad un commercio europeo. A
differenza di Portoghesi i trafficanti francesi dell'Africa orientale non vendevano i loro schiavi in
America ma non è serie di isole dell'Oceano Indiano di fronte alle coste africane, dove
svilupparono fiorenti colonie basate sull' economia schiavistica di piantagione dello zucchero.
Negli anni cinquanta del 700 l'avamposto francese di Fort st. Joseph poteva accogliere appena 250
schiavi. Ma nei dintorni le attività agricole erano molto ridotte ed era praticati mente impossibile
tenere gli schemi da parte. Dopo che il grosso del navi negriere era salvato per l'America. I
mercanti che operavano nell'entroterra potevano assorbire schiavi nelle loro attività agricole o
manifatturiere in attesa del ritorno delle navi negriere. Trasferire le carovane di schiavi sulla costa
non comportava eccessive spese: solo quelle per dar loro da mangiare, per pagare le guardie e per
acquistare gli schiavi in sostituzione di quelli persi per morte o per fuga. Gli schiavi potevano
essere usati per trasportare merci a costo zero affidando ad ogni uomo fino a 25 kg di carico e ad
ogni donna fino a 15.6 per imbarcazione gli schiavi obbligava tutti i mercanti europei a trascorrere
diversi mesi sulla costa o lungo i fiumi per raccogliere poco alla volta i propri carichi. Normalmente
in quasi tutte le aree di scambio, il capitano lasciava la nave in un determinato luogo e scendeva
nell'interno su un'imbarcazione più piccola. In genere portava con sé il medico di bordo, che
appurava lo stato di salute degli schiavi prima di consentire l'acquisto. per riempire la stiva
correvano in media pochi mesi. Nella maggior parte dei casi si cercava di tenere gli schiavi a terra il
più a lungo possibile, per evitare epidemie a bordo. In media passavano sei mesi a commerciare
lungo la costa durante i quali prima di salpare perdevano il 5% degli schiavi acquistati punto nel
1600 e le navi della compagnia olandese delle Indie occidentali impiegavano 100 giorni per
raccogliere sulla costa gli schiavi, mentre le navi britanniche impiegavano 95. A secondo del
numero di schiavi trasportati, è il della percentuale dei malati, i compartimenti potevano essere
ampliati o ridotti. La notte gli schiavi erano incatenati gli uni agli altri previtali ribellioni e
spostamenti, ma durante il giorno venivano fatti salire sul ponte. Gli schiavi potevano essere
venduti direttamente dalla nave o condotti in un apposito mercato allestito a terra. il problema per
il capitano della nave è per gli armatori e finanziatori originali della spedizione, era costituito dalle
condizioni di vendita punto di norma una volta raggiunto l'accordo sul prezzo, circa un quarto della
cifra veniva versato subito in acconto, mentre il resto doveva essere saldato in un arco di 18-24
mesi. I pagamenti venivano spessi effettuati in coloniali anziché in denaro liquido. La vendita delle
merci trasportate nel viaggio di ritorno della nave frutta all'armatore non più di un terzo delle
spese iniziali. Per finire di rifarsi delle spese occorrevano 3 anni, durante i quali il mercante doveva
continuare a vendere agli importatori locali i beni coloniali che Via via gli arrivavano. I proventi
della tratta non furono eccezionali rispetto agli standard del vecchio continente. Gli utili
oscillavano tra il 6 e il 10% e corrispondevano a un tasso di profitto Ottimo per l'epoca ma non
precluso ad altre forme di investimento.

Capitolo 5

Tra tardo seicento e primo settecento, sulla Costa degli schiavi i trafficanti europei, per ricevere il
permesso di operare nel regno di Ouidah, dovevano pagare per ogni nave l'equivalente di 37-38
schiavi vale a dire 375 sterline. Il prezzo degli schiavi era dato dal costo europeo della mercanzia
che dovevano prima acquistare poi offrire in contropartita ai venditori degli schiavi. Questo costo
era chiamato prezzo primo.in Africa le suddette merci raddoppia vano il valore al momento dell'
essere vendute agli africani e i prezzi corrispettivi erano denominati prezzi di scambio. L'effettiva
combinazione di beni usati in tutti gli acquisti veniva espressa sia indiviso ropee sia in contabilità
monetaria africana, che comprendeva conchiglie di kauri, filo di rame o tessuto di palma, oppure
veniva definito in quantità come loncha di scambio, equivalente al valore di un'oncia d'oro. Risulta
complicato stabilire un prezzo medio per una nave di circa 450 schiavi, dal momento che neppure
in un determinato porto a una determinata data esisteva un prezzo uguale per tutti gli schiavi. I
prezzi variavano a seconda dell'età del sesso delle condizioni di salute di ogni schiavo. Le donne
costavano in media il 20% in meno degli uomini, i bambini ancora di meno. Prezzi dipendevano
anche dal grado di concorrenza locale e dalle condizioni dell'offerta al momento della spedizione
in cui si svolgeva la tratta. Alcune regioni smisero ad un certo punto di nutrire interesse per le
merci proposte dai mercanti europei. Che senegambia era una regione ideale per i trafficanti
europei: oltre a essere l'area africana più vicina all'Europa, era anche quella da cui velieri
impiegavano meno per arrivare in America, e quella con il più alto tasso di schiavi maschi di alta
qualità. Alla scarsa domanda di prodotti europei o asiatici, l'altro pezzo degli schiavi l'offerta
limitata, dovuta alla concorrenza dei mercanti Nord nordafricani, fecero nel senegambia un'area di
traffico schiavistico marginale. Tra l'inizio della tratta e la fine del seicento i prezzi degli schiavi
rimasero bassi ho scesero quasi ovunque, segno probabile che nella maggior parte dei casi la
crescita dell'offerta sopravanzo ogni incremento della domanda. Per il primo secolo della tratta
alle popolazioni costiere ma sto il numero di schiavi che potevano procurarsi dai gruppi che
vivevano vicino alla costa. Nel XVIII secolo gli schiavi venivano presi da gruppi nell'entroterra
lontani dal litorale punto alla fine del XVIII secolo è all'inizio del diciannovesimo il grosso degli
schiavi, nella maggior parte delle regioni proveniva da zone relativamente vicino al mare, a
dispetto delle convenzioni punto è dalle primissime fasi della tratta fino alla sua chiusura più
questo lo schema prevalente. La riduzione in schiavitù poteva avvenire in molti modi. Oltre alla
vendita dei prigionieri di guerra, c'erano ragazzi organizzate su grande scala per la cattura di
schiavi, ma anche rapimenti più estemporanei è in particolare lungo le frontiere poco definite fra
gli stati principali. Nella maggior parte delle società e la schiavitù figurava tra le pene giudiziarie
per reati civili e religiosi e per debiti punto gli stati più grossi spesso imponevano alle province
subordinate contributi in schiavi. È guerra hanno avuto sicuramente un'importanza decisiva. Le
spedizioni di razzia-commercio organizzate dai trafficanti della Costa o dall'interno erano una
possibilità. Piccoli gruppi di mercanti armati commerciavano con gli agricoltori e le rapivano dello
stesso tipo di incursioni. Simili attività avevano più successo nei sistemi di villaggio piccolo ma
densamente popolati caratteristici delle popolazioni ibibio di questa regione. Altrimenti dovevano
essere praticate lungo le frontiere degli Stati più grandi o in stati più amorfi. In stati ben organizzati
integrati difficilmente sarebbero state possibili contiene incursioni di bande di Forestieri.
Improbabile era che queste scorrerie si ripetessero lungo senza che la popolazione locale
organizzarsi una reazione. Per i reati più comuni e la pena più frequente era la riduzione in
schiavitù ed è inoltre documentata la schiavitù per debiti. La pratica di ammassare quantità
considerevoli di schiavi per venderli in un'unica tranche era tipica delle prime compagnie
commerciali monopolistiche. Ne derivano tempi operativi molto più rapidi, che spiegano perché
tra fine seicento e primo settecento le navi della compagnia olandese delle Indie occidentali
imbarcarono i loro schiavi un poco più di 3 mesi. L'impresa si rivelò costosa per i mercanti privati
che li abbandonarono a vantaggio di un sistema stagionale di scambi su barche, più a buon
mercato anche se protratta nel tempo. In alcuni paesi di emigranti come L'Irlanda il Portogallo la
produzione di questi schiavi avvenne per via violenza e la violenza ebbe un costo significativo in
termini di crescita economica punto il calo della popolazione locale sulla costa occidentale fu
dovuta alle guerre, al banditismo e all'abbandono di terreni agricoli e remunerativi causato dalla
paura delle razzie dei cacciatori di schiavi. È innegabile che la tratta Atlantica degli schiavi ebbe
come minimo effetto quello di rallentare la crescita della popolazione africana se non di
provocarne un declino.
Capitolo 6

Una volta acquistati sulla costa africana gli schiavi destinati alla America attraversavano l'Atlantico
in un viaggio che divenne noto come passaggio intermedio. La traversata dura in media un mese
dall'Africa al Brasile e due dalla costa occidentale africana ai Caraibi e al Nord America. Per la
maggior parte degli schiavi, tra la cattura, l'imbarco sulle navi europee e la partenza passavano dai
6 ai 12 mesi , 3 dei quali da trascorrere sulla costa in attesa del trasferimento a bordo. La mortalità
bordeaux divenne l'asse centrale di molti dibattiti i tassi di mortalità fra gli equipaggi delle navi
negriere erano notevolmente più alti di quelli riscontrati tra le ciurme impiegate su altre rotte. Il
mercato africano era ben inserito nel circuito commerciale mondiale e gli africani, in cambio dei
loro schiavi, chiedevano merci asiatiche, europee e americane. Un'alta mortalità degli schiavi
durante la traversata si traduceva in un deficit finanziario della spedizione. tendenzialmente i tassi
molto elevati di mortalità sono associati ad versate lunghe o epidemie l'insolita virulenza, ma in
linea di massima è stata la vastissima gamma di esiti di mortalità registrati più che un determinato
raggruppamento di specifici tassi di mortalità, a caratterizzare la tratta tra L'Antica degli schiavi per
la maggior parte della sua esistenza. La mortalità degli schiavi a bordo scese nel tardo settecento
di oltre 10 punti percentuali e l'ultimo quarto del XVIII secolo si registra un declino
particolarmente evidente. Con il passare del tempo sempre meno navi registrarono tassi di
mortalità molto elevati. Il declino progressivo dal 500 all'800 della media, della moda e della
mediana delle percentuali di decessi degli schiavi e documentato per le navi negriere di tutte le
nazionalità. Negli ultimi 30 anni della tratta i tassi di mortalità risalirono forse un po'. A ottenere i
tassi più bassi furono i portoghesi, che sulle navi arrivate a Rio de Janeiro al termine del passaggio
intermedio tra il 1825 è il 1830 fecero registrare un tasso di mortalità del 6%. Il tasso più basso 
registrato e quello degli schiavi provenienti dal Congo e dell'Angola, questo primato dipende dal
fatto che si tratta delle regioni da dove i tempi di navigazione per l'America erano più brevi.
L'ipotesi di fondo è che questi difformità siano dovute a fattori locali africani. Alcuni porti erano
più esposti di altri alla malaria e alla febbre gialla come il senegambia e la costa del balì. Malattie
locali endemiche, cambiamenti ecologici di lungo periodo e mutamenti di breve periodo nel clima
nelle possibilità di coltivazione avevano evidentemente una grande influenza. Le prime esorbitanti
percentuali di decessi dovettero indurre i trafficanti a correggere  due elementi decisivi della loro
pratica commerciale. Il primo fu il graduale avvicinamento a una nave dalle dimensioni specifiche,
adatte sia per commerciare lungo la costa i fiumi dell'Africa sia per trasportare gli schiavi con
rapidità ed efficacia in America. Già nel 1684 i portoghesi imposero un limite minimo di spazio per
gli schiavi trasportati e nel 1799 gli inglesi resero obbligatori cambiamenti analoghi al di là di
quanto era già stato fatto prima. Nel 1788 e nel 1789 il Parlamento ridusse il rapporto consentito
di schiavi per tonnellata dell'intervento di alleviare il sovraffollamento che a sua volta era ritenuto
responsabile dell'eccessiva mortalità che colpiva sia gli schiavi sia il marinaio durante il passaggio
intermedio. Il dolben's act del 1788 ridusse la capacità di carico per mezzo di una ridefinizione del
rapporto schiavi per tonnellata mentre la legge del 1799 diminui questi limiti imponendo criteri
basati sulla misura dello spazio esistente al di sotto dei ponti anziché sul tonnellaggio complessivo. 
Capitolo 8

L'organizzazione schiavistica delle piantagioni americane garantisce un buon profitto i piantatori e


i proprietari di schiavi.

La campagna per l'abolizione della tratta antica degli schiavi è considerata il primo movimento
politico Pacifico di massa della storia britannica basato su un sistema moderno di propaganda
politica. I primi studi videro in essa una crociata etica disposta a sacrificare profitto opportunità
commerciali. I britannici dopo aver abolito nel 1808 il traffico di schiavi con le proprie colonie
tentarono di costringere a interrompere le rispettive tratte  gli altri Stati. La campagna contro la
tratta degli schiavi si basano in primo luogo sulla convinzione che il libero mercato costituisce uno
dei principali puntelli della società moderna, l'istituto che garantiva il progresso dell'umanità e il
distacco dal suo passato medievale. Al lavoro in Torino inglesi la schiavitù appariva all'esatto
opposto di tutti i valori della modernità. Gli argomenti contro la tratta furono basati sugli interessi
dei lavoratori dei capitalisti europei e non sulla preoccupazione per la sorte degli schiavi. L'azione
ebbe inizio subito dopo la metà del 700 tra i 90 mila quaccheri di lingua inglese stanziati sulle due
sponde dell'Atlantico, che cominciarono a obbligare i propri membri ad abbandonare sia il
possesso diretto di schiavi sia la partecipazione commercio della tratta punto nel 1787
contribuiranno ad avviare la campagna nazionale per l'abolizione della tratta. L'iniziativa condusse
da prima all'approvazione di leggi migliorative che specifica vano dei requisiti di minima per potere
trasportare gli schiavi. Nel 1788 il Parlamento promulgò il dolben act che stabiliva per l'Inghilterra
e primi limiti sul modo di trasportare gli schiavi a bordo delle navi negriere inglesi. Nel 1805 il
governo bandi l'importazione di schiavi nei territori recentemente acquisiti della guiana britannica
e di Trinidad. Nel 1806 fu approvata la legislazione che impediva ai sudditi britannici di partecipare
al commercio di schiavi con colonie straniere. Nel marzo 1807 fu decretata l'abolizione definitiva
della trattabilità amica degli schiavi, che avrebbe dovuto essere esaurita entro il primo gennaio
1808. L'obiettivo divenne fondamentale nel secondo decennio dell'Ottocento, dopo la fine delle
guerre napoleoniche. abolizionisti inglesi, reagendo alla possibile riapertura della tratta
organizzarono nel 1814 un'altra campagna di petizioni di massa, grazie alla quale nel giro di un
mese giunsero al parlamento più di 700 pubblica istanze firmate da quasi un milione di persone
che chiedevano l'abolizione. Il governo britannico firmò nel gennaio 1815 un accordo con il
Portogallo che proibiva il traffico di schiavi a nord dell'equatore e si impegnava per una
progressiva abolizione del resto delle tratte con il Brasile. Durante il congresso di Vienna le
principali potenze continentali concordarono l'abolizione della tratta, ma la Francia e paesi Berici
rifiutarono di aderire all'iniziativa. Dopo la sconfitta a Waterloo nel novembre del 1815, la Francia
fu costretta a passare dalla parte degli abolizionisti. la Spagna il Portogallo e rimasero le uniche
Nazioni operare attivamente nella tratta schiavista, e il Portogallo solo a sud dell'equatore. Da
questo periodo in poi la politica estera britannica nei confronti del Portogallo e della Spagna delle
sue colonie americane di Cuba, e Portorico fu imperniata sulla costante opposizione alla tratta e
sulla richiesta della sua abolizione. Al tempo stesso il movimento abolizionista rivolse il suo
interesse verso la schiavitù in America è la prima legge promulgata nel 1816 fu la legge per la
registrazione degli schiavi. negli anni venti e trenta si approdò all'abolizione ufficiale della schiavitù
e alla creazione di un sistema di apprendistato in virtù del quale gli ex schiavi avrebbero lavorato
per gli antichi padroni per un periodo di tempo stabilito. Infine, nel 1838 furono sancite la chiusura
dell'apprendistato e la liberazione di tutti gli ex schiavi da ogni obbligo nei confronti degli antichi
padroni. Dopo aver condotto con tale successo la campagna contro la tratta britannica e contro
l'istituto stesso della schiavitù nell'Impero britannico, i comitati antischiavisti continuarono per
tutto L'Ottocento a esercitare costanti pressioni sul governo per la chiusura di ogni altra tratta
punto per tutta la prima metà dell'800 i rapporti dell'Inghilterra con i due paesi iberici e con il neo-
costituito impero del Brasile furono furono definiti da questa battaglia antischiavista. Fino alla fine
il Brasile si oppose continuando a perorare l'apertura della tratta al di sotto dell'equatore. Questa
posizione di sfida condusse nel 1850 i blocchi navali dei porti brasiliani da parte delle navi
britanniche. La Spagna cercò di smussare le richieste britanniche all'IKEA allungando il più possibile
i tempi. A partire dal 1825, in seguito alla perdita di gran parte dell'Impero la Spagna divenne
ancora più dipendente dall'economia schiavista delle piantagioni da zucchero di Cuba. Nel luglio
1817 il governo portoghese firma l'accordo sul diritto di ispezione che consentiva alle navi da
guerra britanniche di bloccare e perquisire i legni Portoghesi sospettati di trasportare schiavi a
nord dell'equatore. Gli inglesi nel 1817 passarono redigere un importante trattato con la Spagna,
che accetta di abolire la tratta Nord dell'equatore, concessi alla Marina britannica il diritto di
ispezione dei vascelli spagnoli e si impegnò a bandire la tratta nazionale di schiavi entro il 1720. La
Francia e gli Stati Uniti pur accettando di porre fine alle proprie tratte continuarono negare alla
Marina inglese il diritto di ispezione. Dal Portogallo tenero riconoscimento ufficiale dell'illegalità
della tratta per tutti i sudditi, a prescindere dallo scarso peso che una simile attenzione poteva
avere per il Brasile, resosi indipendente punto ma la pressione britannica sul nuovo impero
americano non venne meno e fu coronata nel 1826 dalla firma a Rio de Janeiro di un trattato
anglo-brasiliano che obbliga i brasiliani ad abbandonare la tratta schiavetta a partire dal marzo
1830. Alla tratto divenne illegale sia a Cuba, dal 1820, sia in Brasile, dalle 1830. I traffici di schiavi
proseguirono apertamente fino al diretto intervento britannico nel 1850. Nel 1833 la Francia si
vede costretta ad accettare un trattato di ispezione cattura e relativo ai legni battenti bandiera
francese che trasportavano schiavi, attrezzature per la tratta. Nel 1839 il governo inglese dichiarò il
diritto a confiscare tutte le navi Portoghesi sospettate di trasportare schiavi. Sul finire del 1840
iniziarono i primi sbarchi in terra africana per liberare i gruppi di schiavi rinchiusi nei recinti in
attesa di imbarco. la fase finale ebbe inizio con lo scontro con il Brasile nel 1845, quando i
brasiliani impugnano il trattato quella Gran Bretagna che dava diritto alla royal navi di ispezionare
le navi brasiliane. Il governo britannico sciolse le commissioni miste ordino la cattura di tutte le
navi brasiliane sorprese in alto mare con a bordo schiavi o attrezzatura per il loro trasporto e la
condanna degli arrestati di fronte alle Corti britanniche. Malgrado la violazione del diritto
internazionale da parte della Gran Bretagna, su una nazione sostenne il Brasile, che si vide
impossibilitato a difendere la propria flotta. l'attacco finale fu sferrato nel giugno del 1850 2 punti
le navi inglesi penetrarono nei porti brasiliani per catturare le le sospettate imbarcazioni negriere e
marinai e corpi da sbarco britannici ingaggiarono battaglia con le truppe brasiliane. Ci furono
vittime e la navigazione costiera brasiliana sul mi gravi danni. Il governo dovette affrontare un
blocco navale. I brasiliani furono costretti ad acconsentire alla totale defettivo abolizione della
tratta con una legge approvata il 4 settembre 1850. Il commercio di schiavi fu dichiarato una forma
di pirateria e fu stabilito che tutti gli schiavi catturati fossero rispediti in Africa. L'ultima tratta
schiavistica di essere abolita fu quella di Cuba. Pur condannando il traffico di schiavi, la corona
spagnola si rifiuta di perseguirlo. Concesse nel 1835 il diritto di ispezione in alto mare per appurare
la presenza di attrezzature per la tratta, obbligando i trafficanti cubani a battere bandiera
portoghese. Almeno 842 il governo degli Stati Uniti per contrastare le navi negriere cubani che
battevano bandiera statunitense, invio una flotta in Africa occidentale. Ma dagli anni trenta
dell'Ottocento l'ho tenuto abolizione della schiavitù nelle Antille britanniche permise agli
abolizionisti inglesi di concentrarsi sulla tratta degli Schiavi. nel 1859 le navi degli Stati Uniti si
riunirono la flotta britannica di pattuglia nei Caraibi, anche se in un primo momento potevano
sequestrare solo le navi che avevano schiavi a bordo. Lo scoppio della guerra civile americana
indusse il governo statunitense a firmare nel 1862 un trattato con la Gran Bretagna che
permetteva alla royal navy libera ispezione di tutti i vascelli battenti bandiera degli Stati Uniti. Tutti
i porti del Nord furono chiusi ai fornitori della tratta cubana, che costituivano un'importante fonte
di approvvigionamento per i negrieri Dell'Isola, e anche funzionare sudisti accettarono di opporsi
alla tratta dei negrieri dell'isola. Le forze britanniche e statunitensi fecero rapidamente crollare il
volume della tratta, che dopo il 1862 si ridusse a poche navi nel all'anno. Nel 1866 fu promulgato
un efficace legge spagnola contro la tratta e nel 1867 l'ultima nave negriera sbarco a Cuba un
carico di schiavi. nell'Ottocento la tratta Atlantica può essere suddivisa in tre periodi: quello del
commercio legale, proseguito fino al 1817 su tutte le coste africane il punto e, quello del
commercio legale a sud dell'equatore dal 1817 al 1830 è quello del 1830 al 1867 durante il quale la
tratta era ovunque legale.

La Guerra dei 30 anni

In Europa l'incremento demografico che aveva caratterizzato il lungo 500 cm e sto tra il 1620 e il
1650, e alcune aree è registrarono gravi perdite di popolazione; ma i vuoti furono colmati
abbastanza rapidamente. Dopo le guerre di religione, la Francia sotto la guida di Enrico IV di
Borbone riguadagno la posizione dominante sulla scena europea che le assegnò la sua
popolazione, le sue tradizioni e la sua vitalità. Al rifiorire delle attività economiche contribuirono
gli sgravi fiscali, la soppressione di molti da sia il programma di costruzioni stradali avviato da
Enrico IV punto La grande nobiltà fu bandita con una politica di favori e di elargizioni finanziarie,
ma anche intimidita da alcune condanne esemplari e ai governatori delle province cominciarono
ad essere affiancati commissari straordinari. I detentori degli uffici venali si vedono riconoscere nel
1604 il diritto di trasmettere le loro cariche. Tale concessione fu ricca di conseguenze. Col trattato
di Lione firmato nel 1601 dopo una breve guerra con il Piemonte sabaudo, Enrico IV ottenne la
bresse è il bugey in cambio della cessione del marchesato di Saluzzo. Negli anni seguenti evito ogni
intervento militare diretto, ma non rinuncio a esercitare la propria influenza in Germania in Italia.
Si accingeva a muovere guerra agli Asburgo d'Austria e di spagna quando cadde vittima di un
fanatico. L'erede al trono Luigi XIII era un bambino di 9 anni. La reggenza fu Assunta Dalla vedova
di Enrico IV, Maria de Medici, che inaugurò una politica filospagnola e si appoggiò ad alcuni favoriti
venuti con lei della Toscana punto la sudditanza alla Spagna e la presenza di questi stranieri a corte
suscitarono il risentimento dei principi di sangue reale. Un punto Centrale delle rivendicazioni dei
principi fu la richiesta di una convocazione degli Stati Generali del regno. Furono questi gli ultimi
Stati Generali della storia di Francia prima del 1789. Nell'autunno del 1616 Maria de Medici poter
fidare le redini del governo al concini, che l'anno seguente fu assassinato per ordine del giovane
re. Simposi come mediatore dei conflitti tra Luigi e la madre Richelieu. Nel 1622 Luigi XIII ottenne
la nomina a cardinale per Richelieu punto e, nel 1624 inserire nel consiglio della coronavirus
all'interno delle quali assunse una posizione dominante. Due erano le linee di condotta che si
presentavano al cardinale ministro. La prima sostenuta dalla regina consisteva nell' appoggio della
politica di restaurazione cattolica degli Asburgo di spagna e d'Austria; ci avrebbe invitato alla
Francia in gravosi impegni militari e avrebbe consentito di concentrarsi sul risanamento delle
finanze sulle riforme. La seconda consideravo inevitabile una contrapposizione al disegno
germanico degli Asburgo e subordina va a quest'obiettivo ogni esigenza politica interna. Su
quest'ultima la linea scelta e perseguita punto il ritorno della Francia una politica estera aggressiva
presuppone un rafforzamento dell'autorità monarchica e l'eliminazione di ogni potenziale focolare
d'opposizione. Furono stroncate le 3 meno 1000 Ari e le manifestazioni di anarchia feudale; e con
una vera e propria guerra fu debellata organizzazione politico-militare degli ugonotti nel 1628. La
Francia fu invasa da molte rivolte nel 1625 a causa dell' aumento della taglia.

Con Filippo III si inaugura in Spagna L'Era dei privato su valido svirgola cioè dei favoriti onnipotenti
a cui sovrano incapace di governare del regalo tutti i poteri di decisione di comando. Le operazioni
militari avviate contro l'Olanda e contro i protestanti tedeschi avevano un andamento favorevole
la situazione debitoria della corona venne alleggerita nel 1627 con una nuova bancarotta. Ma nel
1628 l'apertura di un altro fronte in Italia e la cattura da parte degli olandesi della fronte della
flotta che trasportava l'agente americano portare un'altra quello delle finanze spagnole.

Sul trono imperiale a Mattia era candidato il nipote Ferdinando nel 1617 Ferdinando tenne la
designazione a Re di Boemia e d'Ungheria dalle diete. Ma le misure prese favore del cattolicesimo
dei reggenti che rappresentavano il potere Imperiale a Praga indignano i ciechi boemi. Sia Uto
convocarono nuovamente nella primavera del 1618. Il 23 maggio una folla di delegati invase il
palazzo reale gettò dalla finestra 23 più ordina odiati reggente il loro segretario. Poi fu firmato un
governo provvisorio che si diede a reclutare un esercito. Il comportamento della dieta boema fu
limitato da quelle due altri province del regno e anche dei ceti dell'alta e della bassa Austria. nel
maggio 1619 Vienna si trovo assediata dalle truppe di questa confederazione. Nel frattempo
l'imperatore Mattia era morto nel marzo 1619 e la dieta Imperiale riunita Francoforte il 28 agosto
1619 e lesse imperatore Ferdinando II punto due giorni prima ai ceti boemi, dopo aver dichiarato
deposto Ferdinando avevano offerto la corona a Federico Quinto. Ciò spinse l'imperatore a
chiedere l'aiuto della Spagna e della lega cattolica tedesca. Così nella primavera-estate del 1620 gli
eserciti bavarese Imperiale sottomisero l'alta e la bassa Austria e penetrarono in Boemia. L'otto
novembre le forze la raccogliticce dei ribelli poemi furono sbaragliate su un'altura nei dintorni di
Praga, nella cosiddetta battaglia della montagna bianca. Alla vittoria degli Imperiali segue una dura
repressione. Mentre Federico del Palatinato se ne andava ramingo per l'Europa. Le terre
confiscate furono assegnate a elementi di sicura Fede cattolica e spesso di nazionalità straniera
punto alla ricattolicizzazione forzata si accompagnò l'imposizione di una nuova costituzione che
sanciva l'ereditarietà della corona della casa d'Asburgo e limitava i poteri dei ceti punto nel 1621 si
riapriranno le ostilità fra Spagna e province Unite, ma per alcuni anni le operazioni risparmiarono.
Due fatti intervennero nel 1624-1625 a movimentare la situazione: lo spostamento della Francia
che aveva fino ad allora mantenuto una neutralità benevola verso gli Asburgo, supposizioni di
sostegno alla causa protestante e l'intervento armato del Re di Danimarca Cristiano IV. Una
spedizione inviata da Luigi XIII e Richelieu in Valtellina dovette essere ritirata causa di problemi
interni della Francia. Cristiano IV era interessato agli affari dell'impero, attraverso il fiume d'Elba
nei primi mesi del 1625 ma si trovo di fronte una grande esercito Imperiale guidato dal Nobile
cieco Albert von wallenstein che si costituì con le terre confiscate ai protestanti dopo la battaglia
della montagna Bianca un vasto dominio territoriale nel nord della Boemia, eretto nel 1624 in
Ducato di Friends land.it rendite che gli consentiranno di armare 30.000 soldati. Con queste truppe
invase il meclemburgo, la Pomerania e la penisola dello Jutland. Cristiano IV dovete chiedere la
pace che fu firmata alla fine del maggio del 1629. Il Re di Danimarca e riottenere i territori perduti,
ma doveva impegnarsi a non intervenire più negli affari dell'impero. Due mesi prima il 28 marzo
1629 era stato pubblicato l'Editto di restituzione nel quale l'imperatore Federico II ordinava la
restituzione di tutti i beni ecclesiastici secolarizzati dopo il 1552. La causa cattolica sembrava
avviata una completa vittoria sia in Germania se nei Paesi Bassi dov'è la presa della fortezza di
Breda aveva dato alle forze spagnole un considerevole vantaggio nella guerra in corso con gli
olandesi.

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