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Gianni Giova
Sommario
Introduzione
Le cose succedono
Geni e condizionamento
Il valore del libero arbitrio
Consapevolezza
Epilogo
Introduzione
l'uomo consapevole sa che il libero arbitrio non esiste perché tutto è predeterminato.
L'uomo consapevole o saggio che dir si voglia, vive la sua quotidianità in modo
semplice: si occupa
di ogni situazione che si presenta, con la totale consapevolezza che qualunque cosa
pensa o fà, è già stata decisa. Lui fà quello che pensa di dover fare in qualunque
situazione con la totale accettazione che nessuno faccia niente in realtà, che tutto
semplicemente accada, e quindi nessuno deve essere biasimato per nulla.
Il risultato è duplice: in primo luogo, è costantemente presente a se stesso e in
armonia con l'altro. In secondo luogo, la sua mente è sempre pura, totalmente libera
da orgoglio e arroganza per le proprie azioni buone, libero da colpa e vergogna per le
sue azioni cattive e libero dall'odio verso chiunque per le sue azioni.
Risposte negative come rabbia o paura possono sorgere e scomparire nel
momento, ma non si lasciano cicatrizzare sulla mente.
Accetta tutto ciò che accade – nel bene e nel male
– non incolpa nessuno per qualsiasi cosa
accada, né se stesso né nessun altro.
La pace e l'armonia prevalgono. Illuminazione o
comprensione totale non significa una vita più facile. La
vita può continuare ad essere difficile, ma sicuramente
diventa più semplice e più rilassata.
Molti Maestri hanno affermato che la vita è un sogno e tutti gli esseri umani
sono
personaggi all'interno di quel sogno. In tal caso, come si dovrebbe vivere la propria vita?
La risposta è che la vita e il vivere significano avere a che fare con ciascuna situazione come essa
si presenta, e l'unica cosa che chiunque può fare – e in realtà ha sempre fatto – è fare esattamente
ciò che si pensa di dover fare.
Le cose succedono
Uno dei più grandi problemi dell'uomo comune è la domanda“perché?”L'unica risposta può essere che la
base della vita è dualità , in cui tutto esiste insieme al suo contrario o controparte interconnessa, e che
questo vale per ogni cosa immaginabile. Non può esserci vita quotidiana senza maschio e femmina, buono
e cattivo, bello
Geni e condizionamento
Cio’ che è generalmente noto come la propria natura è, infatti, ciò che si può
chiamare programmazione, costituita da due fattori: il patrimonio genetico e il
condizionamento, cioè la propria educazione in un particolare ambiente geografico e
sociale e la propria esperienza. Qualunque cosa si faccia in ogni situazione è dovuta
necessariamente a questi due fattori, sui quali non si ha mai avuto alcun controllo.
Conviene accettare i propri geni e il condizionamento così come sono.
Il risultato è stato che qualunque cosa si pensasse e si facesse, in qualsiasi momento,
secondo il proprio arbitrio deve, necessariamente, basarsi su questi fattori.
Il modo in cui l'uomo reagisce a qualsiasi situazione si basa sulla programmazione.
In effetti, l'ego viene coinvolto nella situazione solo quando reagisce e quindi nel caso
dell'uomo comune.
Quando, per esempio, sorge la rabbia, l'ego reagisce a questo fatto e dice: io
sono arrabbiato, e quindi si fà coinvolgere nella situazione. Eppure, si dovrebbe
capire che la rabbia è un fenomeno che sorge nella mente come reazione a un
avvenimento. Nessuno si arrabbia con nessuno. L'uomo saggio assiste alla rabbia e
la osserva semplicemente, non c'è coinvolgimento. Un avvenimento che fà
emergere la rabbia in una persona, può suscitare compassione in un’altra.
La reazione dipende dal modo in cui la persona è stata programmata. La rabbia può
sorgere in taluni, la paura in talaltri e compassione in altre persone ancora. Ogni
reazione è basata sulla programmazione – geni e condizionamento – e l'ego non ha
voce in capitolo
L'unico modo è vedere il fatto così com'è, accettare il condizionamento, e quindi non farsi
coinvolgere. In altre parole, bisogna rendersi conto, che l'unica cosa che funziona è la
consapevolezza.
Quando l'uomo comune si rende conto che la sua mente è piena di cicatrici, il problema
scompare. La prevenzione e la cura passano attraverso la consapevolezza, non purificando la
mente con esercizi speciali. L'unico modo è smorzare il condizionamento.
Libero arbitrio. è decidere cosa si vuole in una situazione, ed il tipo di sforzo che si
vuole usare per ottenere ciò che vuole.
Il fatto è che una volta che si è esercitato il proprio libero arbitrio nel
fare ciò che si vuole, in ogni situazione, ciò che accade realmente non è
mai stato sotto il controllo di nessuno: in pratica o si ottiene ciò che si
desidera o non lo si ottiene oppure si ottiene qualcosa di imprevisto.
Successivamente, la società si occupa di ciò che è accaduto – una delle tre
cose – la valuta secondo le proprie norme e disposizioni di legge, e lo
ricompensa o lo punisce. Ricompensa significa piacere nel momento e
punizione significa dolore nel momento.
L'essere umano, infatti, ha il totale libero arbitrio di fare ciò che vuole in una data
situazione, ma, nella vita quotidiana e nel vivere, il suo libero arbitrio non ha valore.
Il libero arbitrio è contraffatto perché, è basato interamente su due fattori:
L' uomo comune fà molta fatica ad accettare che il suo libero arbitrio non gli dia
qualsiasi controllo sull'esito delle sue decisioni. Per questo si sente limitato, meschino,
geloso, etc etc.
La mente dell'uomo comune – la sua mente parziale – è piena di pensieri che la
disturbano e la preoccupano. Se uno si prendesse la briga di tenere traccia di ciò che è
passato per la mente in un periodo di poche ore, ci si stupirebbe:
pensieri senza scopo come maledire le opportunità perse, essere gelosi o invidiosi
dei propri coetanei, immaginarsi con le persone che non incontrerai mai, facendo
progetti immaginari che non si materializzeranno mai, ambizioni segrete, paure,
avidità e risentimenti.
La mente parziale vuole la permanenza attraverso idee, concetti, schemi
fissi, leggi e codici, coerenza e continuità.
Di conseguenza, la mente parziale è tormentata da un senso di vuoto, e si
identifica con possedimenti, potere e status, ed è così responsabile dell'avidità,
dell'avarizia e della vanità nel mondo.
In altre parole, ciò che di solito fà la mente parziale è riconoscere
e verbalizzare.
Solo la mente intera, incondizionata, è in grado di vedere le cose come
sono, senza separarle in frammenti. Quindi, una relazione è un sentimento
integro, senza alcuna separazione in frammenti. Ad esempio, incontri
qualcuno e senza una ragione ovvia o apparente il tuo cuore è attratto o meno.
Il silenzio della mente incondizionata non è quello del sonno o della morte; è il
silenzio dell'armonia senza sforzo, dell'andare volentieri con la vita. La mente
liberata dai disturbi è più efficiente. Come una trottola che ruota rapidamente,
apparentemente immobile, è resa stabile dal proprio slancio, fedele al proprio
asse.
Gli oggetti che percepisce non sono ben definiti, e quindi, la propria conoscenza – o il
sentire – non può essere facilmente comunicato con parole o simboli come facciamo
normalmente. Nel presente, mentre dura, la sua sensazione è inconfondibile, ma non lascia
alcun ricordo alle spalle.
Attraverso la consapevolezza, tutto questo scompare: nessun ricordo, nessuna fede, nessuna
nazionalità, nessun isolamento e nessun desiderio di ferire qualcuno o ricordare tutte le
presunte ferite. Il cervello diventa solo un registratore del pensiero. La mente diventa
veramente tranquilla, funzionando solo quando è necessario. Solo questa mente tranquilla ha
la capacità di rispondere all'incommensurabile. Quando uno è veramente consapevole di ciò
che stà facendo e dei suoi risultati disastrosi, smette di farlo, senza costrizione, senza sforzo,
con l'intuizione profonda e improvvisa di una raggiunta consapevolezza.
Consapevolezza
La mente integra e la sua vigilanza passiva sono alla base della consapevolezza.
La consapevolezza decondiziona la mente. Scioglie le false idee e i desideri della non
consapevolezza. La mente incondizionata allora si sente leggera e libera, silenziosa e
tranquilla. Nello stato di consapevolezza la mente è estremamente vigile, fluida, e sensibile,
ed è così in grado di penetrare nella natura di cose, nel cuore delle persone.
La consapevolezza dell'intero processo rivela la possibilità di un modo
diverso in cui operare, una via libera da condizionamenti, libera da abitudini di
confronto e di giudizio.
La caratteristica più distintiva della consapevolezza è che è libera da interferenze
fastidiose. I disturbi appartengono alla mente parziale dell'uomo comune, che cerca di essere
diverso da ciò che è. Non è in grado di accettarlo e crea un illusorio, come dovrebbe essere.
La forza di questi disturbi dipende sul loro rimanere inosservati. Alla luce della
consapevolezza, perdono i loro poteri e poi cessano di influenzarci. Allora la mente è calma
e aperta alla realtà.
La consapevolezza è molto simile allo sforzo di svegliarsi e di alzarsi dal letto e di non
alzarsi ed addormentarsi di nuovo. Con la consapevolezza, si comincia a sentire che le cose
ci impressionano diversamente: si scopre che le persone sono uniche e non tutte simili, che
che tutto è correlato, non isolato. Tali impressioni non vengono semplicemente notate ma
sono effettivamente vissute in situazioni concrete, con una mente più sveglia e ricettiva.
Così, l'intero atteggiamento verso la vita cambia. Esso diventa armonioso e più significativo
e gioioso.
La consapevolezza, un movimento della mente incondizionata o integra, porta
dentro molti nuovi fattori sconosciuti e non rilevati dalla mente condizionata – fattori
come la libertà dal passato, la libertà dal confronto e nuove capacità come la
comprensione della creatività, dell'amore e delle relazioni.
C'è anche un aumento di sensibilità. La consapevolezza ci aiuta a capirlo,
turbamento e agitazione sono estranei alla vera natura della mente. È sensibile
al minimo disturbo, comunque causato, e lo respinge come estraneo alla sua
natura. In altre parole, la comprensione libera la mente dal condizionamento e lo
rende sensibile ai fatti come sono veramente e non colorati da preconcetti.
Funziona come un catalizzatore che attiva l'intera mente nella sua vivace
presenza.
Quando ci giungono indizi di tale consapevolezza ci si avvicina ad
una pacificazione positiva e viva che può resistere ai disturbi non
combattendoli, ma comprendendoli.
La consapevolezza, quindi, non solo espone l'irrealtà della mente parziale e
disturbata, ma mostra anche la realtà della mente integra, pacifica e silenziosa.
Felicità
Cos'è la felicità? Felicità è una parola così comunemente usata che non ci
si chiede cosa significhi veramente nella vita quotidiana. Contentezza? Si, ma
la parola ha così poco significato senza un'esperienza reale. Pensando alla
questione e sperimentando, probabilmente non si può fare a meno di supporre
che quella felicità non ha davvero nulla a che fare con il piacere e con le
relazioni, per quanto profonde possano apparire.
Personalmente, sono giunto alla conclusione che la felicità significa
davvero così poco – e tanto: felicità significa non aspettarsi niente da nessuno,
nè volere qualcosa da nessuno. La vera felicità alla fine risulta essere l'assenza
di infelicità. L'infelicità consiste nel non accettare il presente e creare e
ottenere un illusorio come dovrebbe essere.
Il fulcro della felicità nella vita quotidiana non è la quantità di piacere che ci si
aspetta, bensì solo la capacità di accettare la realtà.
La radice dell’infelicità nel vivere quotidiano è quindi il peso della colpa e
della vergogna per le proprie azioni.
Con questa comprensione, si può solo fare qualunque cosa si pensi che si dovrebbe fare in una
data situazione, e da quel momento in poi, semplicemente osservare qualunque cosa accada. In altre
parole, si assiste al flusso della vita.
Malauguratamente ciò che l'uomo comune vuole, è fermare il film della vita in
un particolare momento piacevole.
La radice del problema dell’insicurezza nella vita quotidiana è il fatto che non si riesce a vedere
veramente che il cambiamento è un aspetto integrale della vita. L'unico modo per dare un senso al
cambiamento è aderirvi: o ti tuffi nella vita e accogli il cambiamento come il sale della vita o
resisti e vai incontro all’essere frustrato. La radice della frustrazione per l'uomo è il fatto che non
vive nel presente ma per il futuro illusorio, che è solo una creazione della mente, una semplice
influenza basata sulla memoria, un'astrazione nella migliore delle ipotesi.
È ovvio che il cervello, con la sua fantastica memoria, è di assoluta necessità per vivere in questo
mondo. Gli esseri umani, tuttavia, hanno bisogno sia dell’intelletto sia della saggezza intuitiva per
condurre una vita armoniosa ed equilibrata. Il problema è che l'uomo non può essere felice anche
se il momento presente gli fornisce tutto ciò che vuole. Deve avere un futuro, un futuro sicuro.
Eppure, sa che il futuro non si ferma al raggiungimento di nessuno obiettivo particolare. La
tragedia di questa predisposizione è che non può godere veramente di ciò che è attualmente a sua
disposizione. Solo una vera comprensione di tutta la faccenda gli permetterebbe un godimento
totale e disinibito di ciò che è disponibile nel momento presente. L'uomo consapevole è in grado di
accettare questa routine della vita quotidiana ed è felice. L'uomo comune no ed è infelice. Non
accetta la dualità di piacere e dolore, che insieme a tutte le altre dualità, sono la base stessa della
vita e del suo funzionamento. La vera felicità può esistere solo in una mente pura, totalmente
indipendente da ogni morale concettuale, che sia scevra sia da cicatrici esperienziali e fardelli
dell'aspettativa; una mente abbastanza vigile da essere ricettiva.Tale felicità non è un'esperienza
momentanea, ma un'esperienza di vita costante. La chiave della situazione è: fai tutto ciò che pensi
di dover fare per il futuro ponderabile, e poi rimani nel momento presente.
Relazioni
La vita è basata sulle relazioni. La quali sono, in effetti, l'essenza della vita e
del vivere. Senza relazioni, non c'è esistenza di me e del'altro, chiunque sia
l'altro.
Due qualità sono necessarie per un rapporto armonioso nella vita quotidiana:
umiltà per se stessi e tolleranza per l'altro. L'assenza di queste qualità
significa disarmonia nelle relazioni e infelicità in generale. È la totale
accettazione che tutto è un avvenimento predeterminato e non l'azione da
parte di un individuo, che naturalmente da origine a queste due qualità.
Se si può stare fuori dalla confusione e guardare cosa sta succedendo senza
giudicare approvando o disapprovando, si vedrebbe la situazione in una nuova luce.
La mente condizionata confronta i suoi possedimenti con quelli del prossimo, e gli
invidia la sua grande sicurezza e comodità.
La mente incondizionata vede questa trappola e la comprensione crea un
nuovo rapporto tra me e il mio prossimo, non come rivali o concorrenti ma
come strumenti, attraverso i quali la vita accade.
Questo è l'unico fondamento per le relazioni e per una vita sociale integrata
e creativa.
La comprensione può accadere solo quando esiste flessibilità in una mente
passiva.
La ragione fondamentale di una vera relazione tra due persone è che c'è
comunione tra loro. Ciò significa che non c'è isolamento; c'è l'amore e non c'è
responsabilità o dovere.
La relazione è generalmente ricercata dove può esserci sicurezza, uno
stato di gratificazione, tutto ciò crea conflitto, perché si traduce in possesso,
in condanna, in pretese autoaffermative. In questo contesto non può esserci
amore.
Pertanto, la parola 'relazione' ha pochissimo significato quando si è
semplicemente alla ricerca di gratificazione reciproca, ma diventa
straordinariamente significativa se significa auto-rivelazione e conoscenza di sé.
Una vera relazione può esistere solo quando ci si libera della propria ricerca di
gratificazione. Ci può essere una vera relazione solo quando c'è l'amore, e l'amore
può esistere solo quando si rinuncia ad identificarsi con il proprio ego.
Amare
Cos'è l'amore? Amore è una parola sorprendentemente sbagliata nella vita
quotidiana. L'uomo comune non può davvero immaginare l'amore separato dal
desiderio di possesso. Il desiderio di possesso, infatti, diventa la pietra di paragone
per misurarne la sincerità, a tal punto che anche una madre viene accusata di non
amare il suo bambino in assenza di un atteggiamento prominente di possesso.
Uomo e donna
L' amore tra uomo e donna è molto frainteso nella vita quotidiana. È un dato di fatto che
uomini e donne hanno un urgente bisogno l'uno dell'altro, eppure raramente, se non mai,
ci si capisce veramente.
All'analisi, questo conflitto sarà chiaramente visto come nient'altro che una
lotta per il dominio. L'ostacolo è rappresentato da due ego. Una relazione
armoniosa non implica realmente, come generalmente si pensa, nessun sacrificio
da entrambe le parti.
Allo stesso modo, quando uomini e donne si accusano a vicenda di
slealtà, è di solito una questione di fatti, e ad un esame, quasi ogni volta, i
fatti sono falsi, esagerati e spesso fraintesi. Il segreto sta nella
spontaneità dell'amore – amore e slealtà non possono mai andare d'accordo.
L'associazione del maschio e della femmina ha l'apparente effetto di
ristabilire uno stato di equilibrio.
In considerazione del fatto che il raggiungimento dell'equilibrio è costante e
naturalmente ricercato per tutta la vita e la vita, l'attrazione reciproca – e il bisogno
reciproco dell'uno per l'altro – diventa facilmente comprensibile.
Le istanze più dinamiche e meno impermanenti di questo processo universale
sono in qualche modo impropriamente chiamate 'amore', perché la persona comune
non è capace di concepire l'amore come separato dal desiderio essenziale di possesso.
In realtà, l'essenza dell'amore è dare all'altro, non ricevere qualcosa dall'altro.
La solitudine
Un dato di fatto è che molti esseri umani sono soli e isolati. Si osserva, abbastanza
chiaramente, che quello che si fa di solito, è scappare da questa solitudine attraverso
l'attaccamento, che non è amore, attraverso l'attività o attraverso qualche forma di
intrattenimento religioso o mondano. Il fatto è che anche in una relazione intima,
l'uomo comune pensa sempre a se stesso; è autocentrato. Sia che l'uomo comune
lavori in un ufficio o in una fabbrica, anche se svolge un lavoro socialmente utile, la
sua auto-preoccupazione provoca un senso di isolamento.
Le relazioni sono sicuramente alla base della vita quotidiana, ed è interessante
indagare sulle basi delle relazioni. Se esiste una barriera netta tra sé e l'altro, per tutto
il periodo di qualsiasi relazione, si è creata un'immagine dell'altro e, così, accade che
la relazione di solito non è tra due individui ma tra due immagini, formate l'una
dall'altra. Il vero punto, quindi, è se è possibile vivere la propria vita senza le
immagini l'uno dell'altro. Le immagini sono basate sul conflitto e il conflitto è basato
sull'azione. Quindi, un'immagine si forma quando una delle due parti sente che l'altra
ha fatto qualcosa, che lui o lei non avrebbe dovuto fare; e, ovviamente, questa
immagine si basa sull'interesse personale. Una relazione si basa su un insieme di
immagini, che sono create sulla base di azioni che hanno avuto luogo in un periodo
di tempo.
Tutto nel mondo accade secondo la Volontà di Dio, per citare
un’espressione contenuta nella Bibbia o secondo il destino per coloro che
sono atei, e quindi nessuna entità individuale è in grado di fare qualsiasi
cosa. L'accettazione totale di questo concetto di base demolisce tutte le
immagini e colma completamente la distanza tra le due parti in qualsiasi
rapporto. Questo è l'unico modo per vivere una relazione in maniera
armonica e mutualmente appagante.
Critica e conflitto
La comprensione delle relazioni, così vitali nella vita quotidiana, può realizzarsi
solo quando la mente è silenziosamente consapevole, osservando senza essere critici,
condannare o giustificare. Criticare ovviamente inasprisce una relazione e alla fine
porta a una grande quantità di conflitto.
In una situazione conflittuale, l'uomo consapevole si rende conto che l'altro – la
persona difficile – non è una persona felice. Quindi, non lo tratterà come un
avversario, bensì con un sorriso di benvenuto.
Quindi, quello che si dovrebbe fare è cercare una soluzione soddisfacente per
entrambi e non assecondare una lite in cui solo uno deve vincere e l'altro deve
soccombere.
Il pensiero dà origine alla paura: paura della possibilità di ripetere ciò che ho
fatto ieri, paura di provare il dolore che ho avuto una settimana fa, etc etc. Il
pensare sostiene e nutre la paura:
Paura del presente e del futuro, paura della morte, paura dell'ignoto, paura di
non essere amato. Quindi, c'è la razionalità del pensiero e l'irrazionalità del
pensiero. C'è l'ovvia razionalità di pensare in materia funzionale. Ma il pensiero
diventa totalmente irrazionale quando sostiene il piacere o la paura.
Uno studio dell'anatomia della paura consentirebbe di comprendere
chiaramente il fenomeno della paura stessa. Entrambe le manifestazioni correlate
all'aggressività e alla paura hanno la loro base nel desiderio. Il bisogno della
gratificazione del desiderio provoca aggressività. Quindi, sorge la paura a causa
della possibilità di non raggiungerlo.
Gli aspetti fisici del fenomeno della paura sono abbastanza semplici: è un
aspetto relativo all'autoconservazione ed è indubbiamente utile. Questo è totalmente
diverso dalla paura psicologica o dall'ansia di non ottenere qualcosa.
Questo tipo di paura diventa presto un'abitudine che continua a infondere
tossicità nel sistema biologico e, nel tempo, rovina il meccanismo stesso
dell’apparato psicosomatico che costituisce il nostro corpo, influenzandolo
negativamente, il che, a sua volta, aumenta la paura.
Se si sente che una relazione particolare è appagante, non si vuole che
finisca. C'è l'idea che possa finire, e se ne ha paura. questo è una parte della
struttura della paura. Allora sorge il problema:
Come faccio a non avere paura?
Che cos'è il "diventare"? Si vuole diventare un uomo più gentile, più sicuro di
sé, o altro. Se si ha un'immagine piacevole di un'altra persona, lo si considera
suo amico, e se no, lo considera un nemico. Perché avere qualche immagine?
La risposta: è solo un'immagine.
La spontaneità
Se si comprende l'intera natura della paura, non si diviene consapevole solo delle paure
superficiali, coscienti, ma si è anche in grado di penetrare in profondità i recessi interiori
della mente.
Ciò significa silenzio completo. Fuori da quel silenzio si utilizza la conoscenza.
Questa è spontaneità, assenza di azione personale e totale accettazione del destino.
L'accettazione del ciò che è, sconfigge la paura.
Conoscere se stessi
I greci, gli induisti e i buddisti hanno detto: conosci te stesso.
A parte questi, tutti i desideri sono causa di problemi. La vita quotidiana sembra avere uno
schema: spostarsi perennemente da un oggetto del desiderio ad un altro. e in questa ricerca del
desiderio c'è conflitto senza fine.
Automiglioramento
Affinché la vita sia più appagante, si sente di voler cambiare se stessi: più si è
sensibili, più vigili e intelligenti, più intensamente si è consapevoli che deve esserci un
cambiamento profondo, duraturo, vivo. Questo può riguardare solo il proprio
atteggiamento verso la vita. Si deve essere consapevoli che non si ha assolutamente
alcun controllo sul flusso della vita e l'unico controllo che si può avere è sul proprio
atteggiamento nei confronti della vita.
Eppure, anche questo dipende completamente dipende dal proprio destino.
Anche la personalità dell'uomo saggio ha aspetti positivi e negativi.
Il tempo ha vari aspetti nella vita quotidiana. A seconda del soggetto, si può
distinguere tra tempo fisico e mentale da un lato e
cronologico e psicologico dall'altro.
In primo luogo, c'è il tempo fisico e mentale. C'è solo un modo per
spiegare la differenza tra i due: esperienze sensoriali, sentimenti o
decisioni. Cosa separa un'esperienza dall'altra?
Notando la misura in cui il ricordo di un'esperienza passata è sbiadito. Quindi lo
sbiadimento della memoria è un modo per stimare quanto tempo fa
quell'esperienza è stata vissuta.
Quando si è giovani e inesperti tutto è nuovo e coglie l’attenzione. Quando si
invecchia la maggior parte delle esperienze sono così familiari che sembra che non sia
successo molto di rilevante.
È significativo notare che, sebbene usiamo la parola 'tempo' per
descrivere la separazione tra le nostre esperienze mentali, è diverso quando
viene utilizzato nel descrivere ciò che sta accadendo nel mondo fisico.
Il tempo che pertiene alle preoccupazioni nella vita quotidiana non è
il tempo cronologico.
È il tempo 'psicologico' che crea problemi all'essere umano. La mente dell'uomo
comune, le sue attività e il suo stesso essere sono fondati su tempo psicologico. Il
tempo è memoria. Sembra che uno passi la maggior parte del tempo a pensare cosa è
successo in passato e cosa si vuole in futuro. Il presente è semplicemente il
passaggio della conoscenza del passato al futuro.
È esperienza di tutti che quando si prova una profonda gioia, ascoltando la
propria musica preferita, o altro, in quel momento non c'è tempo, solo il
momento presente. La mente, che è lo sperimentatore, entra nell'immagine più
tardi e vuole prolungare l'esperienza.
Se la mente si acquieta, in quello stato d'animo vigile, la comprensione può
avvenire. Finché la mente è in conflitto, non ci può essere comprensione.
Quando la mente è calma, tranquilla, non alla ricerca di alcuna risposta o soluzione, solo
allora può rigenerarsi. È la verità che libera, non lo sforzarsi di essere liberi.
Non è un fatto chiaro e semplice che questo esercizio di presunta scelta e azione, che è il
libero arbitrio, è ciò che causa il conflitto e la sofferenza.
Gesù Cristo affermava che senza la Volontà di Dio nemmeno una foglia cadrà e che i capelli sulla testa
sono numerati. Il Corano afferma che tutta la conoscenza e la potenza è presso Dio e che “Egli guida bene chi vuole
e svia chi vuole”. Eppure, entrambi obbligano gli uomini al giusto sforzo e condannano il peccato.
C'è davvero una spiegazione semplice per questa apparente
contraddizione. L'essere umano sembra fare lo sforzo, ma il fatto reale è che è
ciò che avviene è derivante dal patrimonio genetico e dal condizionamento.
Inoltre, una volta che lo sforzo è avvenuto, come sappiamo, ciò che accade
come risultato o conseguenza, non è mai stato sotto il controllo di nessuno.
L'uomo consapevole è indifferente al modo in cui gli organi di senso
reagiscono agli oggetti dei sensi. Non brama altro piacere, né rifiuta qualunque
cosa gli capita. Volere qualcosa di positivo o non volere qualcosa di negativo
sono entrambi aspetti del libero arbitrio e dell'azione personale. Nel caso
dell'uomo consapevole, l'assenza del libero arbitrio include l'assenza
dell'identificazione come unità separata dal ciò che è.
Costui non si fa coinvolgere nel quotidiano della vita, ma ne è
semplicemente testimone come di fronte a uno spettacolo.
L'uomo consapevole fà tutto ciò che pensa di dover fare, ma è totalmente
consapevole che ciò che accade realmente dipende da ciò che il destino ha
predeterminato.
Se l’uomo sceglie di ricordare che è solo un strumento, la sua recitazione sarà così naturale
che gli spettatori saranno profondamente commossi e sarà acclamato come un grande attore.
È stata l'esperienza di molti ricercatori autentici che il loro lavoro, qualunque essa sia, è
migliorato enormemente da quando sono stati in grado di accettare, totalmente, che tutto è un
evento predeterminato. Ci si rende conto che tutte le attività, basate sull'identificazione con il
corpo, con un gruppo particolare, con un desiderio particolare, la glorificazione di un ideale, il
perseguimento della virtù, sono esse stesse attività egocentriche.
Le religioni, con le promesse, con la paura dell'inferno, con le proibizioni, hanno
cercato di dissuadere l'uomo dall'attività egocentrica. avendo queste in parte fallito, le
organizzazioni politiche hanno preso il sopravvento; ogni forma di legislazione è stata
utilizzata e imposta contro ogni forma di resistenza. Eppure, l'uomo comune continua la
sua attività egocentrica, che sembra essere l'unico tipo di attività che conosca.
Ad ogni buon conto, come già enunciato in precedenza, non ha senso provare
alcun orgoglio o senso di colpa per qualsiasi azione che accade.
Sorprendentemente, nonostante l'esperienza universale che conferma che il risultato dei
propri sforzi e delle proprie attività non siano sotto il proprio controllo – a volte si ottiene ciò
che ci si aspetta, a volte non si ottiene ciò che ci si aspetta, a volte si ottiene qualcosa di
completamente inatteso, nel bene e nel male, l'uomo moderno agisce solo in funzione dei
risultati, in particolare del successo.
L'uomo moderno si è in qualche modo convinto di non avere il diritto di lavorare a meno che non sia pagato
per questo.
A questo proposito la Bhagavad Gita ci dice:
Il successo e il fallimento nella vita sono interamente una questione di destino; ed è per questo che spesso le
persone brillanti non hanno davvero successo nella vita, mentre ci sono persone di capacità mediocri che lo
raggiungono.
Quando questo fatto non viene tenuto presente, si trovano le solite
spiegazioni e recriminazioni sul successo e il fallimento.
Ad esempio di una squadra di calcio che perde una partita. La spiegazione
arriva subito: abbiamo giocato male. Questa spiegazione è semplicemente la
descrizione della meccanica del fallimento. Questo non dice perché hanno
giocato male. La risposta è davvero ovvia: hanno giocato male perché secondo
il loro destino, dovevano perdere!
Esistono certi individui che hanno una certa rigidità, ma nessuna flessibilità.
Col tempo sono diventati piuttosto duri ed egocentrici perché seguono un
certo schema, e presto questo diventa uno stato nevrotico.
Ordine non significa abitudine. L'abitudine rende ordinati gli esseri umani solo
nel senso meccanico.
Sicuramente bisogna avere ordine nella vita. Una persona , per funzionare pienamente, deve essere
ben disciplinata, sensibile, con una mente in grado di comprendere, di osservare in modo logico, non
frammentato, senza essere catturata da desideri, scopi e intenzioni contraddittori.
Cos'è allora l'ordine? C'è l'ordine della vecchia generazione, che è in
realtà disordine totale, è sufficiente osservare le attività in tutto il mondo
in affari, nella religione, nel campo economico, tra le nazioni e ovunque
altro. In reazione a ciò, c'è la società permissiva, le generazione dei più
giovani che fanno tutto il contrario, che è anche disordine.
L'ordine può essere realizzato attraverso la disciplina, attraverso il conformismo,
l’imitazione e controllo. Oppure c'è davvero un ordine che non ha nulla a che fare
con controllo, con la disciplina come la conosciamo, con conformità, e così via?
Sono arrabbiato e devo controllare la mia rabbia. Laddove c'è controllo, c'è
conflitto, che affatica la mente. Solo una mente sana può funzionare senza alcun
attrito.Nel controllo c'è conflitto e contraddizione. Quindi il controllo non è
ordine. Il controllo implica la soppressione, la conformità, e la separazione tra
osservatore e osservato.
La vecchia cultura ha detto che ci deve essere disciplina per tutta la
vita. La parola disciplina significa imparare.
Come possiamo raggiungere l'ordine senza disciplina nel senso della parola?
Ciò che ha causato il disordine è il senso dell’ azione personale, della
responsabilità personale.
Tutto ciò che si può fare consapevolmente in ogni data situazione è esattamente
ciò che si pensa di dover fare.
'Bene' è ciò che porta pace e armonia; 'male' è ciò che toglie la pace e l'armonia.
La base stessa della vita quotidiana è il rapporto con gli altri, dalla mattina alla
sera , l'altro può essere un parente stretto, o anche un totale sconosciuto. A meno
che il rapporto con questi non sia totalmente armonioso, non ci può essere
tranquillità mentale. Anche in questa dinamica, la pace della mente dipende
totalmente dal proprio senso di azione personale.
L'assenza di sentimenti negativi, sia verso i terzi sia verso se stessi, fa spazio a una
relazione armoniosa con gli altri e alla pacificazione della mente per se stessi.
Meditazione
Parliano ora della meditazione, i cui benefici fisici e mentali vengo ormai
riconosciuti scientificamente.
Ora, rinchiudersi in una stanza, sedersi ricordando a se stessi che la schiena deve
essere dritta. non è meditazione.
Ciò che generalmente si intende con la parola 'meditazione' è praticare un sistema,
un metodo, per raggiungere l'illuminazione o, piu’ realisticamente, per raggiungere
uno stato di tranquillità, o qualcosa del genere.
Alla mente piace conformarsi a un sistema perché è più facile vivere in quel
modo.
Ora, cos'è la meditazione? È, come è stato spesso suggerito, il controllo del pensiero?
E se lo è, chi è il controllore? Ovviamente, questo può essere solo il pensatore stesso. Il
controllo implica l'accettazione di un modello e secondo quel modello, si cerca di vivere,
cercando di conformarsi. In quel conformarsi c'è conflitto. Quindi, ovviamente, la
concentrazione, che è così spesso invocata nella meditazione, è del tutto errata.
Meditazione, che significa seduto pensando o seduto pensando di non
pensare, necessariamente, richiede un io-entità che fà la meditazione. La
meditazione fatta con determinazione per un certo periodo quasi certamente
produrrà alcuni risultati, alcuni tipi di esperienze, che incoraggerebbero il
meditatore a continuare il suo percorso.
Il pericolo è che invece dello scopo di eliminare la concezione
che noi siamo gli autori responsabili delle nostre azioni, il progresso
potrebbe rafforzare l'entità egoica e creare sempre più aspettative.
Il significato principale della parola meditazione è misurare.
Il mondo occidentale e la sua cultura si basano sull'idea della misura, ma nel mondo
orientale si afferma che la misura è illusione. pertanto si ricerca l’incommensurabile,
il non manifesto.
Ci si trova su due piani diversi, culturalmente, socialmente, intellettualmente e
religiosamente.
Nel mondo si sono verificati grandi cambiamenti, dovuti principalmente alla
tecnologia, alla politica, ai conflitti, ed ad altri numerosi fattori. Eppure, interiormente, la
maggior parte le persone rimangono come sono. Qualsiasi cambiamento rivoluzionario
può avvenire solo dal centro del proprio essere, e richiede una grande energia.
Il rilascio di quell'energia avviene attraverso la meditazione.
La meditazione è conoscenza di sé e senza conoscenza di sé non c'è meditazione. Colui che è
pienamente consapevole sta meditando, la meditazione, più precisamente, sta accadendo. La
mente è immobile.
Se uno vuole veramente conoscere se stesso, dovrà cercare nella propria
mente e nel proprio cuore. Senza dubbio si dovrà testimoniare ogni
oscillazione del pensiero, fino a raggiungere la quiete.
È solo quando c'è una completa comprensione di se stessi che la meditazione
avviene. Ciò equivale a pace ed armonia nella vita quotidiana.
Se mi fosse chiesto: quindi dovrei meditare o seguire un’ altra pratica
spirituale? la mia risposta spontanea sarebbe: sì, medita se ti piace meditare,
ma non mi costringerei a farlo.
Ciò che realmente accade nella vita è che, in ogni data situazione, ognuno fà
tutto ciò che desidera secondo il suo libero arbitrio. Ma, a parte il fatto che questo
libero arbitrio dipende interamente dai suoi geni e dal suo condizionamento – due
fattori, sui quali non ha assolutamente alcun controllo – cosa effettivamente accade,
non è legato alla sua decisione, ma al destino.
Nel caso ci si voglia cimentare con la meditazione consiglierei di iniziare la
pratica ripetendo un mantra. Un altra tecnica che prediligo è l’osservazione del
respiro. In seguito le circostanze determineranno se cambiare metodologia,
continuare nella ricerca o sospenderla
Il vero progresso nella meditazione può avvenire solo quando non c'è
egoismo, aspettandosi un certo risultato il più rapidamente possibile. La vera
meditazione è ciò che accade quando non c'è un meditatore che valuta il
risultato della meditazione. Questa vera meditazione porta libertà, chiarezza e
integrazione. Serenità nella vita quotidiana.
In effetti, la comprensione del processo del pensiero è meditare. È
solo quando la mente non dà continuità al pensare, quando esso si
arresta con una quiete totalmente spontanea e non indotta, che ci può
essere libertà dai condizionamenti.
La meditazione è vedere ciò che è. Quando il cervello, la mente e il corpo sono
davvero tranquilli e in armonia, allora si è in grado di vivere un tipo di vita
totalmente diverso: si accetta qualunque cosa accada come un avvenimento già
scritto, senza incolpare nessuno per niente. Nemmeno se stessi.
Quando il distacco si protrae, si trasforma gradualmente nel rendersi conto che la vera
felicità che un essere umano cerca, non risiede nei piaceri materiali che il flusso della vita
potrebbe portare, i quali non possono essere separati dai dolori che potrebbero seguirne.
Risiede invece nel proprio atteggiamento verso il fluire della vita.
La felicità non è altro che la pace della mente; questa non dipende dal successo o dal
fallimento, ma dalla rinuncia al senso di azione personale che porta alla colpa e vergogna
per alcune delle nostre azioni, e odio verso gli altri per le loro azioni che potrebbero
danneggiarci. Tutto ciò si frappone fra noi e l'autorealizzazione. Il distacco porta alla
totale accettazione del ciò che è.
Ricerca spirituale
Occorre ricordare, ancora una volta, che qualsiasi tipo di ricerca spirituale avviene
a secondo del proprio destino. Infatti, ognuno è naturalmente programmato per un
particolare tipo di vita.
È importante che il ricercatore spirituale comprenda questo fatto: lui non inizia
la ricerca spirituale. Questa semplicemente è un accadimento che era nel suo destino.
Ovviamente anche il progresso nella ricerca spirituale deve dipendere da
quest’ultimo.
Se questo fatto è fermamente tenuto a mente, il progresso può avvenire.
A seconda del destino di un particolare ricercatore spirituale, egli può
raggiungere la consapevolezza che vivere ogni giorno significa confrontarsi con ciascuna
situazione come si crede opportuno, e che la morte porta alla fine di questa vita. Liberazione
significa accettare la spontaneità della vita quotidiana.
Vivere la propria quotidianità con la consapevolezza di non agire è
graduale. Naturalmente, l'uomo in questione non se ne preoccupa.
Ottenere il brevetto è una cosa. Essere un pilota esperto, con
sicurezza nel traffico intenso può richiedere del tempo. Finché un
giorno, ti rendi conto che hai appena guidato nel traffico intenso senza
alcun problema, senza il minimo stress mentale.
Idee e credenze non uniscono mai. sono separative, anche se possono portare ad
una consolazione momentanea.
La mente deve essere libera dal tempo, libera dal pensare, libera da tutti i
concetti su Dio. Dio è ciò che nasce da un momento all'altro in uno stato
mentale di libertà e spontaneità – nell'intervallo tra i pensieri.
Quindi, come può una preghiera alterare ciò che è predeterminato? Che si ottenga
ciò che si è chiesto o meno, è già stato deciso. Che ruolo ha la preghiera nella vita
quotidiana? La preghiera nella vita quotidiana implica cercare una ricompensa, una
gratificazione. Si è nei guai e si prega per avere una guida, si è confusi e si prega per
aver chiarezza.
Se Dio si presentasse a me e mi offrisse di esaudire un desiderio, gli
chiederei di darmi uno stato d'animo in cui io non volessi nulla da nessuno,
nemmeno da Lui.
Si vive la propria vita accettando tutto ciò che accade, facendo tutto ciò
che si pensa di dover fare in qualsiasi situazione, senza mai dimenticare che
qualunque cosa accada non è il prodotto di un’azione individuale né propria
né altrui.
Questo è esattamente ciò che si intende per essere vicini a Dio, vivere la propria vita
giorno per giorno e accettare quello che accade.
Morte
Bisogna davvero scoprire da soli cosa significa morire. Allora la paura non esiste, ogni
giorno è un nuovo giorno. La mente e gli occhi vedono la vita come qualcosa di totalmente
nuovo. Vivere la vita ora, oggi, lasciandosi alle spalle tutta la conoscenza che si è
accumulata, il che significa tutte le esperienze, tutti i ricordi, tutte le ferite e tutta la
compassione per gli altri. Questo significa porre fine a tutto ciò ogni giorno, in modo che il
giorno dopo la mente sia fresca, giovane e innocente. In altre parole, tutto ciò che la mente ha
raccolto durante il giorno, deve morire col giorno stesso.
Forse, in questo c'è 'amore', l’amore è sempre nuovo ogni momento, mentre il piacere si
basa sul tempo e sulla continuità. Occorre fare una netta differenziazione – forse sottile ma
importante – tra il lutto e la reazione emotiva alla perdita di un parente prossimo o un caro
amico. La reazione alla perdita di una persona cara è naturale, che si esprime attraverso il
dolore.
Il lutto prolungato, per un periodo, è il coinvolgimento dell'Io. In altre
parole, mentre una reazione emotiva è perfettamente naturale, un
coinvolgimento totale diventa un inutile sovraccarico.
Cosa succede dopo la morte? Si può ipotizzare di tornare nello stesso stato in cui
ci si trovava prima che la vita iniziasse nel grembo materno.
Questa ipotesi dovrebbe fugare il timore della morte. Se
non c'è attaccamento alla vita stessa e non c'è avversione per
la morte, c’è quello che si intende con la parola libertà.
La base della vita quotidiana risiede nella non identificazione con le reazioni
biologiche che avvengono costantemente sia positive o negative: rabbia o
paura, compassione o gioia, e cosi via.
Nel caso dell'uomo comune, il pensiero entra in gioco e questo coinvolgimento
continua quasi tutto il giorno, situazione dopo situazione, provocando stress
psicofisici.
Al contrario, la persona consapevole, sapendo che tutto è un accadimento predeterminato,
e che l'entità individuale è impotente a fare qualsiasi cosa, gode di un ego totalmente
libero da ogni colpa e vergogna per qualsiasi sua azione, e anche libero da odio e
risentimento verso chiunque altro. Il risultato è che essendo totalmente libero da ogni
coinvolgimento, è aperto all’intero universo, aperto ad una vita piena e felice.
Ciò viene sperimentato nella vita quotidiana. L'uomo consapevole non ha infatti
costruito una barriera attorno a sé come protezione contro gli altri, a differenza dell'uomo
comune.
Se l'ego non ha costruito questa prigione, è possibile sentire davvero
che si respira non solo attraverso il naso, ma attraverso tutti i pori del
corpo. Ogni cellula del corpo è un organismo vivente. Si può
effettivamente sentire l'unità del corpo con la totalità della natura.
Una qualsiasi persona normale inizia la giornata in maniera consapevole ma, durante il giorno,
torna a vivere come l'uomo comune, per esempio incolpando un'altra persona per qualsiasi
cosa.
Se ogni essere umano non può fare a meno di fare, in qualsiasi momento, proprio ciò
che il suo destino ha voluto facesse, non sta forse vivendo in modo consapevole? Il
momento in cui uno dice: questo è sbagliato, non dovevo fare cosi o lei non doveva fare
cosi’, in questo momento, la consapevolezza lo ha lasciato ed è diventato proprio come
qualsiasi altro essere umano.
Vivere nella consapevolezza, significa vivere nel momento presente.
Una volta che l'individuo dimentica questa unità – inizia a pensare in termini
di individualità e sicurezza personale. Una volta che inizia a pensare in termini
di sicurezza personale crea una serie di problemi per se stesso. Quindi, a quel
livello, il primo passo per capire la natura dell'essere umano sarebbe capire che il
movimento e il cambiamento sono la base stessa della vita.
Epilogo
Tutto ciò che è nato o creato deve finire: questa è la legge della natura, e
nel processo, gli esseri umani non hanno altro da fare che essere semplici
strumenti. Non hanno, non abbiamo scelta.
Vivere una vita conscia significa certamente godere di tutti i desideri ogni volta
che sono soddisfatti, contenti della propria sorte nella vita, andare dove porta la vita,
indifferenti a dove capita di essere alla fine del giorno.
Non essere in grado di accettare la base stessa della vita e del vivere: l'incertezza nella vita
– significa frustrazione perpetua. Né l'uomo comune né la persona
conscia possono evitare il dolore o il piacere che il momento porterà.
Questo è ciò che, alla fine, ogni essere umano cerca nella vita.
Accetto 'ciò che è' in questo momento, proprio così com'è, come qualcosa
che è. E mentre accettando il ciò che è, con la totale accettazione che ciò che
accade non è mai stato nel mio controllo, un fatto che devo necessariamente
accettare, insieme alle conseguenze.
Il punto importante è che 'accettazione di ciò che è' significa accettazione
senza rimpianti del passato, senza lamentele sul presente, e
senza alcuna aspettativa per il futuro.
I concetti errati scompariranno da soli quando si è sereni.
Non è necessario cercare la verità ma solo smettere di concettualizzare e creare
opinioni.
Si fà quello che si pensa di dover fare in ogni situazione.
Il pensiero e l'attaccamento sono gli unici veri problemi. Perché essere attaccati,
anche all'idea dell'illuminazione, e andare fuori strada?
Essere nell'essenza del sé senza tempo, senza orgoglio, senso di colpa e odio,
è godere della vera libertà. Ogni sforzo egocentrico cessa, non c'è né me né
l'altro, né essere né non essere, né perfezione né non perfezione. questo è libertà
totale – autorealizzazione – nella vita quotidiana.
In sostanza, chi sono io?
La risposta stà solo nella comprensione che questa vita e il vivere sono
solo un grande sogno, in cui tutti gli esseri umani sono inseriti come
personaggi. Siamo veri sognatori che stanno assistendo al funzionamento
della manifestazione.
Non sono io quello che pensa di pensare, e fare l'esperienza.
Io sono colui che è testimone del pensare, del fare,
sperimentando che sta accadendo.Questa è l'ultima verità nella
vita quotidiana. Ma la risposta deve venire dall'esperienza
personale.