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‘O MIEDECO D’E PAZZE

COMMEDIA IN TRE ATTI


(EDUARDO SCARPETTA)

Napoli
1908

Personaggi

Felice Sciosciammocca.. (ricchissimo proprietario di Roccasecca)


Ciccillo……………………… (suo nipote, studente in medicina)
Michelino………………….. (amico di Ciccillo, cantante lirico)
Raffaele…………………….(attore drammatico)
Don Carlo…………………..(direttore della Pensione Stella)
Errico……………………….. (maestro di orchestra)
Luigi…………………………(giornalista, scrittore di novelle)
Il Maggiore……………….. (Maggiore in pensione)
Peppino…………………….(barista)
Concetta……………………(moglie di Felice)
Amalia………………………(vedova, madre di Rosina)
Rosina……………………… (giovane ragazza figlia di Amalia)
Margherita……………….. (figliastra di Felice)
Bettina…………………….. (cameriera del Villino de Rosa)
Carmela……………………. (Cameriera della Pensione Stella)
Vedova ………………………
Sposa…………………………
Sposo…………………………

Felice Sciosciammocca Giuseppe


Ciccillo Paoletti
Michelino Domenico
Raffaele Teo
Don Carlo Marco
Errico Pasini
Luigi Filippo
Il Maggiore Marcello
Peppino Emiliano
Concetta Lucia
Amalia Patrizia
Rosina Rosaria
Margherita Marcella
Bettina Paola
Carmela Maria Luisa
Vedova Maria Luisa
Sposa
Sposo
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 2

PROLOGO
Col sipario chiuso popolani di Roccasecca, Felice, Magherita e Concetta

1 Popol. Popolo di Roccasecca, diamo tutti I'estremo addio al nostro


amato signor sindaco, don Felice Sciosciammocca, che parte
per un lungo viaggio. Va a Napoli!.

Felice Concittadini amatissimi, in cambio del commovente affetto che


mi dimostrate...prima di partire... vi do una consolante notizia.
Per I'avvenire e per I'incremento di questo nobile paese...io ho
deciso di costruire a spese mie...un magnifico manicomio!

2 Popol. Signor sindaco, scusi sa... invece di pensare ai pazzi, perché


non pensa ai porci, almeno ci fa avere il pastone a buon prezzo.

Felice State tranquilli, per me siete tutti uguali, uomini e porci!


Provvederò a tutti.

3 Popol. Scusate, dal momento che volete abbellire il paese, perché al


posto del manicomio non ci fate un bel café chantant?.

4 Popol. Come quello di Frosinone..

1 Popol. Ha ragione, così facciamo venire le sciantose da Roma e da


Napoli..

Felice E io faccio venire le sciantose a spese mie? Bel mestiere!.

Concetta Feli', non lo fare, eh?.

Felice Ma non ci penso proprio. No, il manicomio! E mio nipote


Ciccillo, che si è laureato a Napoli, ne sarà il direttore!.

Tutti Al nostro sindaco, che se ne va... tutti auguriamo felicità...


Evviva il sindaco! Buon viaggio, sindaco! Buon viaggio!.
(Escono)

Margher. Mamma, ma Napoli è più grande di Roccasecca?.


‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 3

Felice Come si vede che 'sta ragazza è tua figlia....

Concetta Non è colpa sua se non è stata mai a Napoli. Se era vivo il
povero padre suo, I'avrebbe già vista da un pezzo,...lui sì che ci
teneva alla famiglia..

Felice Perché io non vi ci sto portando? (Escono Felice Concetta e


Margherita)
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 4

ATTO PRIMO
Il caffè alla Torretta. Tavolini e sedie. Specchi alle pareti.

Scena Prima

Michelino solo ad un tavolino. Raffaele seduto ad un altro tavolino. Il


Maggiore e Luigi ad altri tavolini. Peppino e un secondo cameriere
girano per la scena. Luigi scrive. Raffaele legge con grande interesse.
Due avventori ad un altro tavolino.

Luigi Cameriere!
Peppino Comandi!
Luigi Portami una tazza di caffè.
Peppino Subito (E sono tre!)
Maggiore Cameriere!
Peppino Comandi!
Maggiore Portami “la Repubblica”.
Peppino Lo stanno leggendo, signore.
Maggiore Ancora… E’ un’ora che se lo stanno leggendo, ma che è! Se la
vogliono imparare a memoria? Dammi “il Mattino”, “Don
Marzio”, “Il Pungolo”, un giornale qualunque.
Peppino Vi posso dare “la Tribuna”.
Maggiore E dammi “la Tribuna”.
Peppino Ecco servito (dà il giornale)
Maggiore (dopo una pausa… a Luigi). Scusate signò, amico,
giovanotto…
Luigi Vi ho pregato di chiamarmi col mio nome: Luigi De Vito.
Maggiore Ah! Sicuro, me l’ero scurdato. Luigi De Vita, giornalista è
vero?
Luigi Sicuro. Cioè, scrittore di novelle.
Maggiore E scrivete sempre?
Luigi Mi sono impegnato con un giornale per una novella al giorno.
Maggiore E la dovete scrivere qua?
Luigi Perché, vi dispiace?
Maggiore No. Ma dico: la potete scrivere in un altro tavolino.
Luigi E perché scusate?
Maggiore Perché qua ci sto io e mi fate venire i nervi. Voglio stare solo.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 5

Luigi Va bene, vi servo subito (Sia fatta la volontà del Cielo!) (s’alza
e passa ad altro tavolino)
Peppino (con caffè). Ecco servito. (cammina dietro a Luigi fino a che
questi ha trovato posto)
Maggiore Mettere a riposo me, dopo sedici anni di servizio, dopo aver
avuto il grado di Maggiore con sudori e stenti! E perché? Per
una cosa da niente, per essere caduto da cavallo tre vote. E ch’è
stata colpa mia? Ho messo su qualche chilo. Ch’aggia fà?
Quando monto a cavallo, mi vengono i giramenti di testa e me
ne vado a terra. E per questo mi si mette a riposo? Vedremo,
vedremo il Ministro che risponderà alla mia istanza. E si, me ne
vado a Roma, al Ministero.
Raffaele Pss, cameriere… (facendo notare il troppo chiasso del
Maggiore)
Peppino Maggiore, scusate, potreste parlare un po’ più piano?
Maggiore Avete ragione. Signori, perdonate.
Luigi Che bell’argomento per una novella: Un maggiore a riposo.
(scrive)
Raffaele (ripassando la parte). << E dite ancora che un giorno, in
Aleppo, un turco audace, un ribaldo in turbante, percoteva un
veneziano, e faceva insulto al vostro stato. Io per la gola serrai
quel circonciso e lo scannai così>>. Quando arrivo a questo
punto, faccio il botto. La morte la devo studiare bene.
Michelino Perdonate, che opera è questa?
Raffaele Otello. Lo faccio io domenica sera al teatro San Ferdinando.E’
una serata di beneficenza. Mi hanno tanto pregato! E’ la prima
volta che recito con pubblico pagante. Io sono un dilettante
appassionatissimo dell’arte drammatica, ne vado pazzo. E se
domenica avrò successo mi do anima e corpo al teatro.
Michelino Fate bene perché avete una bella voce.
Raffaele E una bella presenza. Tutti me l’hanno detto. Io non avrei
bisogno, perché tengo un fratello che sta bene, il proprietario
della Pensione Stella, al Corso Umberto I°.
Michelino Oh, qua vicino.
Raffaele Lui avrebbe voluto che io avessi fatto il segretario, ma io mi
sono sempre rifiutato. Che ci posso fare, la passione mia è l’arte
drammatica. Voglio fare l’artista, perché sono nato artista.
Michelino E si vede, fate bene. (Raffaele va a sedere).
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Luigi Maggiore, scusate, quanti anni avete servito nell’esercito? Mi


pare di aver sentito dieci anni?
Maggiore Sedici anni! Ho fatto una vita da cane, ho sciupato la mia
salute!
Luigi (Me ne so accorto!) E siete ammogliato?
Maggiore Ammogliato, sissignore. Ma sono diviso da mia moglie, da
quella sciagurata che dopo due mesi di matrimonio, mi volle
lasciare, si volle dividere da me.
Luigi Oh, e perché, scusate?
Maggiore Per una cosa da niente. Perché la notte mentre dormivo, mi
rigiravo nel letto e cadevo a terra. Per lo più succedeva quando
bevevo troppo. Diceva che si metteva paura, che dopo doveva
aiutarmi ad alzarmi, e che questa cosa le faceva venire i nervi.
Ma non è vero. Fu un pretesto, una scusa per lasciarmi. Donna
senza cuore!
Luigi (Che bell’argomento! Un uomo che passa tanti guai per le
cadute che piglia).
Maggiore Voglio arrivare fino alla posta per vedere se ci sono lettere per
me e poi mi ritiro.
Luigi Posso avere l’onore di accompagnarvi?
Maggiore E perché no. (Chisto nun è antipatico, è solo nu poco seccante).
Luigi Andremo alla posta insieme e poi vi accompagnerò fino a casa.
Dove abitate?
Maggiore Qua vicino, alla pensione Stella.
Luigi Ah, bravissimo. Prego (offre il braccio)
Maggiore Grazie. Mettere me a riposo! Sangue di una cannonata! Voglio
rivoltare Roma. (Via con Luigi)
Raffaele (leggendo) <<Se sei figlio dell’abbisso, sfida la morte>>
Peppino (a Raffaele che beve un bicchierino di cognac). Questo è il
quarto bicchierino di cognac che vi bevete.
Raffaele Il quarto? Possibile?
Peppino Possibilissimo. State attento, questo vi da alla testa.
Raffaele Hai ragione… non me n’ero accorto.
Peppino Mo levo la bottiglia. (esegue)
Raffaele Ah, sì, fai bene.
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Nicolino Neh cameriere siete sicuro che questo don Ciccillo viene?
Peppino Quello viene tutti i giorni
Nicolino E oggi non è venuto?
Peppino Non è venuto
Nicolino Guarda guarda proprio oggi non è venuto
Michelino Signore scusate voi cercate Ciccillo Sciosciammocca?
Nicolino Esattamente..
Michelino E io sono un amico suo lo sto aspettando anche io prego
accomodatevi, quello ora viene … dite a me di che si tratta?
Nicolino Ah voi siete amico di Ciccillo Sciosciammocca?
Michelino E come no… ci conosciamo da un sacco di tempo
Nicolino E lo volete bene al vostro amico?
Michelino Gli voglio bene? Noi ci conosciamo da quando eravamo
bambini…
Nicolino E allora gli dovete dire che è passato di qua Don Nicolino
Scapece, lui mi conosce… e gli dite che se non da a Don
Nicolino Scapece le 500 lire che ha perduto questa notte al
circolo, il sottoscritto gli rompe la testa… gliela apre da qua a
qua (indicando i due estremi della fronte)
Michelino (ripetendo il gesto) Da qua a qua…
Nicolino Don Nicolino Scapece lo aspetta tra mezz’ora davanti al teatro
San Carlo e che portasse le 500 lire. E se non le porta io la testa
gliela apro da…
Michelino (facendo il gesto) Da qua a qua…
Nicolino Bravo tra mezz’ora teatro San Carlo
Michelino Uh mamma mia che guaio che guaio e mo come si fa…
Peppino, Peppino quando viene il mio amico Ciccillo..
Peppino L’eterno studente….
Michelino Bravo l’eterno studente…
Peppino Ma studia sempre?
Michelino Eh so dieci anni che studia! Quello se ne approfitta che lo zio è
ricco e gli manda sempre il denaro da Roccasecca. Ma prima o
poi si accorgerà che il nipote invece di studiare medicina nun fa
niente e si joca tutte cose! Peppì, senti, io me ne vado dal
tabaccaio all’angolo.. Appena viene, fallo aspettare, che io
torno subito, che gli devo dire una cosa importantissima.
Peppino Va bene (Michelino via a sinistra).
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Seconda scena

Errico (con astuccio di violino e sacco di notte) Cameriere!


Peppino Comandate.
Errico Portami una tazza di caffè bollente e dolce, molto dolce. Mettici
dentro 5 cucchiaini di zucchero.
Peppino Cinque cucchiaini di zucchero! E che è, vi bevete un caffè
amaro?
Errico Amaro. Se me lo voglio piglià amaro, devo rendere conto a te?
Io ‘o cafè accussì ‘o piglio.
Peppino Va bene. (via e torna con caffè)
Errico Tengo una bocca amara… Mannaggia ‘a sorta mia, mannaggia!
(batte l’astuccio sul tavolino).
Raffaele Che vedo! Don Errico, il maestro di musica.
Errico Oh, carissimo Don Raffaele, voi state qua?
Raffaele Sì, io vengo ogni mattina in questo caffè. Che avete fatto? Non
vi ho più visto.
Errico Son quasi due anni.
Raffaele Sicuro, due anni. L’ultima volta ci vedemmo al caffè d’Italia e
mi diceste che dovevate partire.
Errico Già, andai a Milano, scritturato alla Scala, come direttore
d’orchestra. Era meglio se non ci fossi mai andato! Non potete
immaginare che guaio ho passato. Il primo giorno, appena
arrivai a teatro, iniziai le prove e due o tre professori mi
guardarono e si misero a ridere. Io rimasi zitto e feci vedere che
non avevo capito. Ricominciai le prove…e che fecero quei
professori?
Raffaele Che fecero?
Errico Eh… che fecero? Si rimisero a ridere. Io non ci vidi più dalla
rabbia, ne acchiappi uno e gli diedi uno schiaffo.
Raffaele Bravo!
Errico Eh, bravo! Io non so come faccio ad essere ancora vivo!
Ricevetti una tale paliata da tutti i professori, che stetti dentro al
letto un mese e mezzo. Me ne sono andato da Milano e ho
girato tutta l’Italia, per dare lezioni di violino, ma niente da
fare. Mò sò muorto ‘e famme, capite, morto di fame. Un
professore come me, con un diploma e sette medaglie!
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Raffaele Ma a Napoli, non avete potuto far niente? Al San Carlo per
esempio.
Errico Al San Carlo? E me metto a suonare in un’orchestra? Oh, mai,
piuttosto muoio di fame! Uno che è stato direttore alla Scala a
Milano, se mette a suonare nell’orchestra del San Carlo.
Raffaele Ma voi non arrivaste a dirigere.
Errico E che vuol dire? La scrittura era come direttore… potessi
andare all’estero… Se la sorte mi fa trovare un collega, un
professore di musica che vuol viaggiare, io me lo porto in
Spagna, in Russia, a Londra, a Costantinopoli a fare dei
concerti e vi faccio vedere come torno! Là sì che si fanno i soldi
veramente, là si apprezza la musica, là si capisce il valore di
un’artista. L'Italia per la musica è finita, non se po’ fà niente
cchiù.
Raffaele Oh se capisce (Chisto pazzo l’ho lasciato e pazzo l’ho
ritrovato!)
Peppino (uscendo col caffè) Ecco servito.
Errico Bravo! (gira il caffè col cucchiaino)
Raffaele E mò da dove venite?
Errico Sò stato a Pozzuoli a dare un concerto nella sala del Municipio.
Due lire a biglietto, due lire! Con un programma straordinario.
Tutti pezzi scelti, di autori celebri… Lo credereste? E’ venuto
solamente il sindaco con la moglie e i figli.
Raffaele E nessun altro?
Errico Nossignore... Uno squallore! Il sindaco dopo mi fece cenare con
lui insieme al maestro di pianoforte, poi stamattina me ne sono
andato! Tengo ‘o veleno ccà. (indica la bocca). Sto senza
alloggio perché il padrone di casa avanzava due mesi e non
voleva più aspettare. Ho raccolto tutte la mia roba e me no sono
andato.
Raffaele E dove sta la vostra roba?
Errico Eccola ccà. (mostrando il sacco). Il vestito nero, due camice e il
violino. Chesto è tutto chello che tengo.
Raffaele Oh, povero maestro! E dove dormite stasera?
Errico E chi lo sa! Sopra una panchina, sotto un balcone, per terra…
Raffaele Nossignore! Voi siete un artista e non meritate di stare così. Ci
penso io.
(sketch del portafoglio)
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Mo ve faccio nu biglietto per mio fratello, il proprietario della


pensione Stella e vi faccio avere una bella camera. Qua vicino,
al Corso Umberto I°.
Errico Grazie, grazie. Per un paio di giorni solamente, perché poi devo
partire, devo andare all’estero!
Raffaele Avete ragione, mò vi servo io. (siede a un tavolino e scrive)
Errico Un maestro come me, con un diploma e sette medaglie, ridotto
in questo modo! E allora che aggio studiato a fà tanto tempo?
Era meglio che me metteva a fà ‘o zampognaro. Mille vote.
Raffaele (che ha scritto) Ecco qua, tenete.
Errico Grazie!
Raffaele Mo aggia correre alla prova al San Ferdinando perché domenica
io debutto con l’Otello.
Errico Ah, bravissimo!
Raffaele Vi darò una poltrona. Verrete ad applaudire.
Errico Oh, vi pare, con tutta forza!
Raffaele Grazie. Mo v’accompagno al palazzo e stasera ci vedremo.
Errico Quante obbligazioni, amico mio, quante obbligazioni.
Raffaele Ma niente, per carità! (Via con Errico a destra).

Scena Terza

Michelino (seguendo Ciccillo). Ma insomma, si può sapere che è


successo?
Ciccillo Una rovina, amico mio, una rovina! Ho passato l’ultimo guaio!
Addio divertimenti, addio donne, addio gioco, addio tutto!
Michelino Ma che è successo?
Ciccillo Zì Felice sta arrivando a Napoli.
Michelino Possibile!
Ciccillo Possibilissimo! Arriva alle nove con la moglie e la figliastra. Io
mi ammazzo!
Peppino Cosa vi porto?
Ciccillo Niente ancora, abbi pazienza!
Venditore Forbici, temperini, un buon rasoio?
Ciccillo Quello sì…il rasoio lo prendo, così mi taglio le vene.
Venditore (mostrando un rasoio). Due e cinquanta.
Michelino Vattenne, non ci serve, lasciaci parlare. (venditore via).
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Ciccillo Stammatina, alle sei, io stavo ancora al circolo, e stavo


perdendo magnificamente trecento lire.
Michelino Altre trecento lire.
Ciccillo In contanti, oltre alle cinquecento lire, che mi vincette Don
Nicolino l’altra sera e che oggi devo assolutamente pagare.
Michelino Chillo mariunciello!
Ciccillo E dove li prendo i soldi? Dove li prendo? E mentre me ne stavo
lì con questo pensiero, è venuto ‘o fattorino e m’ha consegnato
chisto telegramma. (lo caccia e legge).<<Dottore Francesco
Sciosciammocca. Fermo posta, Napoli. Arriviamo ore nove, io,
Concetta e Margheritella. Vieni stazione allegramente. Felice>>
Allegramente! (con fermezza a Michelino) Michelì, tu mi devi
aiutare, mi devi salvare!
Michelino Ma da che cosa?
Ciccillo Allora non hai capito? Quelli sanno che 6 mesi fa mi sono
laureato. In 3 anni che sono qui, mi hanno mandato più di 60
mila lire.
Michelino Lo so , lo so (rivolgendosi al cameriere) Peppino!
Ciccillo 3 mesi fa, poi, avevo bisogno di altre 10 mila lire e gli ho detto
che mi servivano per una clinica dove avevo 15 pazzi.
Michelino Ma senti che ti sei inventato, 15 pazzi... (arriva il cameriere)
Peppino Dite…
Michelino Un vermut? Tu te lo prendi? 2 Verm…
Ciccillo No, no, uno (il cameriere si allontana) Ma che Vermut, Miche'!
Mo mi metto a brindare....
Michelino (al cameriere) Un vermut.
Michelino 15 pazzi... (ride)
Ciccillo Non ridere, so' cose serie.
Michelino E mi fa ridere...
Ciccillo Tu non sai lo zio come la pensa!
Michelino E quella vecchia della moglie...
Ciccillo Quelli se mi scoprono, non mi danno più un centesimo ...e io
sono rovinato..
Michelino Lo credo.
Ciccillo Per di più, ora mi servono urgentemente le 500 lire da dare a
don Nicolino… quello non vuole più aspettare. Io mi sparo...
Michelino Ma che ti vuoi spara'...
Ciccillo Io mi sparo.
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Michelino Ma che ti vuoi spara'...


Ciccillo Senti, bisogna fare qualcosa.
Michelino Sì, lo so.
Ciccillo Innanzitutto bisogna pensare dove mandarli ad abitare.
Michelino Che ne diresti del villino De Rosa?
Ciccillo Il villino De Rosa? Ma non ci stanno i padroni?
Michelino No, so' partiti da 15 giorni.
Ciccillo Bella idea Miche’… poi conosco la portiera… ci penso io. Li
vado a prendere in stazione e li accompagno al villino (arriva il
cameriere con il vermut, Ciccillo prende il bicchiere e se lo
beve)
Michelino Eh?!?
Ciccillo Grazie di vero cuore, sei un amico! Un vero amico! (esce)
Michelino (prende il bicchiere vuoto di vermut e lo osserva, entrano
Amalia e Rosina)

Scena Quarta

Amalia Vieni, Rusinè, ci pigliamo una bella tazza di cioccolata.


Rosina Mammà, io mi vergogno.
Amalia Mi vergogno…mi vergogno… figlia mia! Chisto è un cafè.
Tutti i signori e signorine, dopo una bella passeggiata, entrano
dentro ad un cafè e si riposano. E noi, che facciamo,
camminiamo sempre? Siediti, forza, siediti qua. Cameriere!
Peppino Comandi.
Amalia Portateci due tazze di cioccolata e due pagnottini.
Peppino Subito. (Via poi torna con l’ordinativo)
Amalia (vedendo Michelino) Buongiorno.
Michelino Cara signora... Buongiorno.
Amalia Scusate, avete visto il professor De Luca?
Michelino De Luca?
Amalia Quello alto, col pince-nez.
Michelino Col pince-nez? …No, non l’ho visto.
Amalia Strano, perché c'era un mezzo progettino con mia figlia Rosina
(fa per allontanarsi, poi si gira) E quel baroncino?... non mi
ricordo come si chiama… quello con la caramella… l'avete
visto?
Michelino Signora, abbiate pazienza, non ho visto nessuno.
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Amalia Strano, perché c'era una mezza idea con Rosinella... È vero,
Rosi'?
Rosina Sì, mamma.
Amalia Beh, non fa nie... E quel giovanotto bruno, coi capelli ricci,
simpatico, i baffetti...
Michelino Quello coi ca... i baff... non l’ho visto.
Amalia Oggi non passa nessuno.
Michelino È festivo. Qua c'è solo Peppino il cameriere... con permesso (e
siede)
Amalia Già, Peppino… (rivolgendosi alla figlia) È un bel giovane,
simpatico e poi elegante, distinto, sempre in nero, sempre in
frac...
Rosina E che me ne ‘mporta a me.
Amalia Eh già! A te non importa… a te, ma a me importa! Ora sono
rimasta vedova e me voglio sistemà. Non voglio più fare la
serva, come ho atto finora nella pensione. Quando tu ti mariti,
io me ne vengo con te, figlia mia e faccio la padrona dentro
casa.
Rosina Oh, questo è certo! Ma voi non dovete avere fretta. Si non se
presenta qualcuno, che ci posso fa?.
*************************************
Amalia Che ci puoi fare? Con questo carattere che tieni, non devi
vergognarti di tutto, devi essere svelta, allegra, spiritosa, devi
ridere. Tu stai sempre con sto muso lungo, sembra sempre che
hai passato un guaio! Devi ridere e cantare…. Canta , ora torna
il cameriere e facciamo una bella figura. Tela ricordi forturella
si…e come fa come fa…

Insieme Tien''a vetélla


comm''a vucchella,
Furturè'....
Piccerenèlla,
piccerenèlla,
Furturè'...
Che dice, che faje?
che pienze...mm''a daje?
Furturè'...
Io mo moro, mo moro, mo moro, mo moro,
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 14

mo moro, mo moro, mo moro, mo moro...


pe' te...
Eh - eh - eh - eh...
Uh, quanto è bello a fá 'ammore cu te!...
Ah - ah - ah - ah - ah...
Uh, quanta vote te voglio vasá!...
Eh - eh - eh - eh - eh...
Uh, quant'è bello a fá 'ammore cu te!...
Ah - ah - ah - ah - ah...
Uh, quanta vote te voglio vasá!...
Peppino Ecco servito. Panini freschissimi signorina.
Amalia Bravo.
Peppino Sono ancora caldi.
Amalia Uh, veramente… come so’ caldi!
Rosina A me così, mi piacciono. (ride forte).
Peppino A quest’ora si trovano sempre caldi.
Amalia Allora noi verremo sempre a quest’ora.
Rosina Ogni giorno. (ride)
Peppino Che bella giovine! Scusate, signora, è vostra figlia?
Amalia Sissignore, mia figlia Rosina.
Peppino Rosina… ha un bel nome. Pure mia moglie si chiama Rosina.
Amalia Voi siete ammogliato?
Peppino Da tre anni, signora mia, e tengo due figli.
Amalia Ah!
Peppino Permettete. (si allontana)
Amalia Fate, fate. Perché ridi?
Rosina Me l’avete detto Voi che devo ridere…
Amalia Mah…
Rosina (vedendo Ciccillo che si sta avvicinando al bar). Uh, mamma
mia, sta arrivando quel giovane medico che da pochi giorni è
venuto ad abitare nella nostra pensione.
Amalia Ah! Sicuro… Don Ciccillo.
Rosina Quello va pazzo per me, quando mi vede, mi ferma e mi vuol
parlare. Ieri mi ha detto: “Signorina, quanto siete simpatica,
quanto siete bella!”
Amalia E tu? Cosa gli hai risposto?
Rosina Io gli ho detto: no, siete voi un simpaticone. (Ciccillo entra a va
a sedersi al tavolo con Michelino)
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 15

Amalia Brava! Eh, chillo, sarebbe un buon partito per te, perché dice
che lo zio è ricco assai. Ma perché non è venuto a salutarci?
(chiamando). Cameriere! Cameriere! (gridando)
Peppino Comandi.
Amalia Dateme n’ato poco di zucchero, scusate.
Peppino Vi servo subito. (via, poi torna).
Amalia Anche per mia figlia. (gridando per farsi sentire da Ciccillo)).
Avete capito, cameriere, anche per mia figlia. (rivolgendosi alla
figlia) Ma che è sordo? Uh guarda chi cè , è Don Ciccillo.
Adesso lo chiamo direttamente : Dottore, dottore…
Rosina No mamma non lo chiamare
Amalia Dottore dottore come satte?
Ciccillo Non cè male
Amalia Avete sentito mia figlia cantare?
I due No no
Amalia Non l’avete sentita no? (canticchiata)
I due (con lo stesso tono) No signò non l’abbiamo sentita no
Amalia Come vi trovate alla Pensione?
Ciccillo Benissimo
Amalia Ah la Pensione Stella è unica , la comprai quando smisi di
cantare…ora tutto il mio repertorio passerà a mia figlia…
l’ultima che ha imparato è “spingule francese” in italiano
“spille da balia”.. la volete sentire? Cameriere musica

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Amalia (comincia a cantare insieme alla figlia con balletto a soggetto)
Nu juorno mme ne jètte da la casa,
jènno vennenno spíngule francese
Nu juorno mme ne jètte da la casa,
jènno vennnenno spíngule francese
Mme chiamma na figliola: ' Trase, trase,
quanta spíngule daje pe' nu turnese?'
Mme chiamma na figliola: ' Trase, trase,
quanta spíngule daje pe' nu turnese?
Quanta spíngule daje pe' nu turnese?'
Io, che sóngo nu poco veziuso,
sùbbeto mme 'mmuccaje dint'a 'sta casa
Ah, chi vò' belli spingule francese
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 16

Ah, chi vò' belli spingule, ah, chi vò'


Ah, chi vò' belli spingule francese
Ah, chi vò' belli spingule, ah, chi vò'
Dich'io: ' Si tu mme daje tre o quatto vase,
te dóngo tutt''e spíngule francese
Dich'io: ' Si tu mme daje tre o quatto vase,
te dóngo tutt''e spíngule francese
Pízzeche e vase nun fanno purtóse
e puo' ghiénchere 'e spíngule 'o paese
Pízzeche e vase nun fanno purtóse
e puo' ghiénchere 'e spíngule 'o paese
E puó' ghiénchere 'e spíngule 'o paese
Sentite a me ca, pure 'nParaviso,
'e vase vanno a cinche nu turnese
Ah, chi vò' belli spingule francese
Ah, chi vò' belli spingule, ah, chi vò'
Ah, chi vò' belli spingule francese
Ah, chi vò' belli spingule, ah, chi vò'
Dicette: ' Bellu mio, chist'è 'o paese,
ca, si te prore 'o naso, muore acciso'
Dicette: ' Bellu mio, chist'è 'o paese,
ca, si te prore 'o naso, muore acciso'
E i' rispunnette: ' Agge pacienza, scusa
a tengo 'a 'nnammurata e sta ô paese '
E i' rispunnette: ' Agge pacienza, scusa
a tengo 'a 'nnammurata e sta ô paese
A tengo 'a 'nnammurata e sta ô paese
E tene 'a faccia comm''e ffronne 'e rosa,
e tene 'a vocca comm'a na cerasa
Ah, chi vò' belli spingule francese
Ah, chi vò' belli spingule, ah, chi vò'
Ah, chi vò' belli spingule francese
Ah, chi vò' belli spingule, ah, chi vò'
(seguono scene a soggetto tra Amalia Rosina Ciccilo e
Michelino)
Dottò… dottò…
Allora avete detto che vi trovate molto bene alal nostra
Pensione , eh già , una pensione come la nostra non si trova per
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 17

tutta Chiaia, perché non manca niente, c’è buon’aria, pulizia,


una buona cucina… buoni letti, biancheria sempre pulita. Non è
vero?
Ciccillo Ah, sicuro!
Amalia C’è mia figlia che è terribile, sorveglia sempre la servitù per
vedere se sta tutto a posto, tutto all’ordine. Essa veramente si
secca, nun ‘o vularria fa, e ha ragione, chi le da tuorto, povera
figlia. A quell’età si pensa a tutt’altro, non so se mi spiego. Ma
ha d’avè n’ato poco ‘e pazienza. Mo che se marita non lo fa più.
(a Rosina). E’ vero?
Rosina E già. (ridendo).
Ciccillo (Ho accompagnato mio zio al villino rosa)
Michelino (tutto a posto, allora?).
Ciccillo (Macché a posto… devo trovare il modo di chiedergli i soldi
saldare i debiti… Aspetta, gli dico che mi servono per
acquistare una macchina con la quale si fa l’esperimento esatto
del cranio e del cervello umano).
Michelino (Bravissimo) (ride).
Ciccillo (Non ridere, Michelì, famme ‘o piacere, non ridere).
Amalia (Rusì, tu m’hai ditto che va pazzo pe te, e addò sta, chillo nun
t’ha guardato manco).
Rosina (E che ne saccio. M’ha fatto meraviglia, ‘a verità).
Amalia (Sò giuvinotte, figlia mia, accussì fanno.Comme s’allummene,
accussì se stutene. Pe te nce vularria n’ommo serio, positivo,
che nun facesse chiacchere, uno che tene veramente
l’intenzione e se ‘nzurà. Jammoncenne, va, jammece a ritirà).
Cameriere!
Peppino Comandi.
Amalia Quanto pago?
Peppino Settanta centesimi.
Amalia Ecco qua, due soldi a voi. (paga).
Peppino Grazie.
Amalia (che si è alzata). Arrivederci, Don Ciccì… Dottò vi saluto. Caro
Don Ciccillo…
(Ciccillo saluta con la mano).
Amalia E’ scostumato bastantemente. Jammoncenne, Rusì. (Via).
Rosina (Quando inizio a ridere?) (via guardando Ciccillo)
Ciccillo Quant'è scocciante lei e la mania di sposare quel rospo.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 18

Michelino Ma se non fosse così matta, non abiterebbe alla pensione Stella.
Ciccillo Anche questo è vero… Miche'...
Michelino Eh?
Ciccillo Che hai detto?
Michelino Adesso?
Ciccillo Adesso, a proposito della signora...
Michelino Se non fosse così matta, non abiterebbe alla pensione Stella.
Ciccillo Alla pensione Stella?
Michelino Eh.
Ciccillo Allora ci siamo. Porto zio Felice alla pensione dove abito io e
gli dico: "Questa è la mia clinica e questi sono i miei pazzi"
Michelino ...e lui ci crederà.
Ciccillo Sì. Andrà tutto bene, gli raccomando di non muoversi da vicino
a me, ...di non parlare.
Michelino Sei a posto, tanto qua, in fondo, siamo tutti pazzi.
Ciccillo Come hai detto?
Michelino Adesso?
Ciccillo Sì.
Michelino Siamo tutti pazzi!
Ciccillo Michelino mio bello, ma quando parli esce l'oro dalla bocca tua.
A me è venuta un'altra idea: ti faccio passare per uno dei pazzi
che stanno sotto la mia cura.
Michelino No, mo faccio il pazzo...
Ciccillo Aiutami, Miche’. Hai detto adesso che siamo tutti pazzi, non ci
vuole niente, ti faccio passare per un pazzo calmo.
Michelino Non lo so...
Ciccillo Un maniaco a sfondo... ...a sfondo malinconico. - Eh. Capito?
Convinto di essere un tenore, il più grande tenore Enrico
Caruso.
Michelino Ehhh se Enrico Caruso?
Ciccillo Sì. Hai una bella voce, ti piace cantare insomma appena vedi
Zio Felice ti fermi, spalanchi gli occhi, stendi le braccia, apri la
bocca e cominci a cantare.
Michelino E che canto che canto?
Ciccillo Una romanza d’opera che cantava Caruso, che so Traviata,
Rigoletto…Canti una canzone napoletana, Michè O sole mio, la
conosci O sole mio?.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 19

Michelino Che bella cosa na jurnata 'e sole, n'aria serena doppo na
tempesta!
Ciccillo No no Michele non la devi recitare la devi cantare, tu sei un
cantante pazzo(comincia a cantare):
“Ma n'atu sole
Michelino cchiu' bello, oi ne'
Ciccillo 'o sole mio
Michelino sta 'nfronte a te!
Insieme o sole, o sole mio
sta 'nfronte a te!
sta 'nfronte a te!
Ciccillo Grazie, grazie assai, Miche', sei un amico, allora facciamo in
questo modo: adesso tu te ne vai, io li vado a prendere ...e li
porto qui.
Michelino Sì
Ciccillo Fra 10 minuti torni, però non sei più tu, sei un folle, evaso dalla
mia clinica, al resto ci penso io (spinge fuori Michelino).
Michelino (fermandosi) Io dimenticai di dirtelo, i proprietari, quando sono
partiti, hanno chiuso tutto, armadi, finestre, balconi, tutto
chiuso.
Ciccillo Oddio, mo che altro guaio succede?
Michelino E come avranno fatto quella povera ge...
Ciccillo Zio Felice, la moglie e la fi... stanno... e non m'hanno aspettato?
Giù, Miche'! Mi raccomando, vai e torna tra 10 minuti,
correndo! (spinge fuori Michelino) Correndo! Con gli occhi da
pazzo! Aiutami, non mi abbandonare... (lo spinge, Michelino
via)

Scena Quinta

Ciccillo (a Felice che entra). Zio, perché non mi avete aspettato, io vi


stavo venendo a prendere?
Felice Cicci', c'ho un capello per diavolo con quella casa.
Ciccillo Perché?
Felice Come perché? (Ciccillo ride) E non ridere… Va be’, lasciamo
stare… Sto caffè è aperto?
Ciccillo Apertissimo.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 20

Felice No, perché sai com'è... è aperto di fuori e chiuso di dentro! E il


caffè… il caffè lo si prende qui o dobbiamo prendere la discesa
per andare in giardino?
Ciccillo Zio, non capisco…
Felice Cicci’, appena entrati in villa, la domestica ci dice: “Questo è
No, non si può perché la porta è chiusa. Però c'è la discesa, la
discesa che va in giardino e là poi avete voglia di vedere il
mare...”…” Sopra c'è il terrazzo. Un terrazzo bellissimo, lì
potete stendere i panni, ...fare tavolate all'aperto...” Capirai, noi
tutti contenti: “Sì, sì, la sera ci piace mangiare all'aperto. -
Andiamo a vedere.” E lei: “No, no, no. Perché è chiuso, signo'.
- Però c'è la discesa. La discesa che va in giardino… Là avete
voglia di stendere i panni e di mangiare all'aperto.” E poi le
camere, il bagno, il salone per le cene…tutto chiuso Cicci’,
tutto chiuso! Però c’è la discesa, la discesa che va in giardino…
Concetta Piuttosto, dove andremo a dormire stanotte?
Felice Non ti arrabbiare, andremo sotto al portone della villa.
Ciccillo Ma perché, zio Felice?
Felice Come perché, almeno quello è aperto!
Ciccillo Beh... piuttosto, che vi prendete? Peppino!
Concetta Io vorrei una gassosa al lampone.
Ciccillo Una... una gassosa al lampone per la signora. - E tu?
Margherita Io niente.
Ciccillo No, prenditi qualche cosa, come niente? - Dai.
Margherita Una cioccolata.
Ciccillo Una cioccolata raccomandata per la signorina, eh!
Felice - Peppino... Vieni qua.
Ciccillo - Peppino!
Peppino - Vengo, vengo.
Felice - E io? - Portami... mezzo litro.
Peppino (a Ciccillo) - Mezzo litro?
Ciccillo No, no, aspetta un momento... Zio Feli', ma questo è un caffè,
che c’entra il mezzo litro?
Felice E va bè... Portami mezzo litro e un caffè. Io il caffè lo metto nel
mezzo litro, faccio il caffè corretto, lo bevo così!
Concetta - Felice, pensiamo alla casa!
Felice - Ah, già... Perché è umanamente impossibile rimanere 10
giorni in quella casa.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 21

Ciccillo - 10... 10 giorni?


Felice - Già.
Ciccillo - E...
Felice - Quant'è caro, 'sto nipote mio... Lui si impressiona perché
dice... come, stanno solo 10 giorni?
Ciccillo - Ma no, io...
Felice - Tu devi capire che io ho i miei affari, io ho una carica politica,
modestamente io sono il sindaco.
Ciccillo No, io mi impressiono per i 10 giorni, non è possibile proprio...
- Voi dovete partire domani.
Felice - Partire? - Perché è proibito stare a Napoli?
Ciccillo - No... ma qua a Napoli, dopodomani, ci saranno le elezioni
politiche, succederanno cose tremende, tumulti fra partiti, ma
insomma, lo sapete che a Napoli, I'ultima volta, abbiamo avuto
50 morti e 300 feriti? - 300 feriti, con prognosi riservata!
Felice - Perbacco!
Concetta - Come ha detto, non ho capito.
Felice - Hanno avuto 50 morti...e 300 malati di prognosi riservata!
Concetta - Ah, una nuova epidemia.
Felice - Già.
Concetta - Come fosse un colera?
Felice Si capisce, qui fanno le cose alla grande. Invece da noi, a
Roccasecca, I'ultima elezione che c'è stata, un morto solo, ma
magro, un morto macilento... Certo sono paesi non progrediti...
Concetta - Già...
Margherita - Allora partiamo subito, ho paura. - Vieni pure tu, poi ritorni.
Ciccillo - No, io non posso venire, come faccio, non... non è possibile.
Felice - Certo, Ciccillo c'ha la clinica.
Ciccillo - C'ho la clinica...
Felice A proposito, dopodomani, durante i tumulti, stattene a casa,
stattene coi pazzi, è più tranquillo, è più sicuro. Quante camere
c'hai in questa clinica?
Ciccillo Quante... Quante camere c'ho? Una ventina di camere... Però
vedete non è una clinica vera e propria, è una specie di
pensione, ecco... lo I'ho chiamata pensione Stella!
Felice Bravo! Mi piace... Pensione per alienati...
Ciccillo Giusto!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 22

Felice - Bravo... (arriva Peppino) - Guardalo là, guardalo... ha 25 anni


ed è già padrone di una pensione. Questo qui, a 40, si compra il
manicomio d'Aversa ...e di Volterra.
Ciccillo - Troppo buono, zio.
Concetta - Ma ci sono i pazzi?
Ciccillo - E come no!
Felice Conce', Conce', che domanda fai?
Ciccillo Ce ne sono una quindicina, però so' tutte persone perbene,
sapete? Ah sì, tutti signori distintissimi.
Felice Sì, lui ha buon gusto, quando sceglie un pazzo, sa cosa sceglie.
Concetta - Certamente.
Felice - È psichiatra!
Margherita - E sono pazzi sfrenati?
Ciccillo - No, non tutti... ...sì, ce n'è qualcuno...
Felice - Ci dev'essere, se no che clinica è, uno che c'ha i pazzi tutti
calmi? Oh Cicci', senti, prima di andar via, questi pazzi me li
devi far vedere. Ci tengo proprio.
Ciccillo E va be', io vi ci porto... ma, mi raccomando, voi non fate capire
che siete lì per vederli.
Felice Ma che sono un bambino? Io i pazzi so come vanno trattati. Il
pazzo... va assecondato.
Ciccillo - Giusto.
Felice Concetta, di' la verità... ...io ti assecondo?
Concetta - E che so' pazza, io?
Felice No, dico, io sono propenso all'assecondatura.
Ciccillo E soprattutto, non bisogna contraddirli. Per esempio io, fra i
miei pazzi, ce ne ho uno in cura...
Felice - Tu?
Ciccillo - Io, sì. Questo qui, prima era furioso... ora invece si è calmato
abbastanza, gli è rimasta un'unica fissazione, è convinto di
essere un tenore, e che... (ride) sentite, e che Rossini, il
Barbiere, l'ha scritto per lui! (ridono)
Felice Questa è bella... questa è magnifica! Dammi ragguagli... -
Fammi sentire, ma tu hai indagato? Hai appurato?
Ciccillo - Cosa?
Felice Questo barbiere, il Rossini, non l'ha scritto per lui...
Ciccillo No! Non l'ha scritto per lui. Per carità! Zia Conce', il Barbiere
di Rossini... è un altro!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 23

Concetta Dimmi, ma c'è qualche cosa per guarirlo?


Ciccillo Sì... 500 lire.
Felice Be', questo è un pazzo venale.
Ciccillo No, no... è una macchina per delle scosse elettriche, che costa
appunto 500 lire. Se mi poteste dare voi questa somma, io...
Felice Cicci', senti, io, come uomo di esperienza, ti consiglierei una
cosa, tu lascialo fa' il barbiere. - Che t'importa?
Ciccillo - No, non si può. - Non è possibile.
Felice - Perché? Che fastidio ti dà se fa il barbiere?
Ciccillo No, la deve finire, non può fare più il Barbiere.
Felice Perché ti dispia...

Scena Sesta

Ciccillo - Lupus in fabula...


Felice - Ué!
Concetta - Chi è?
Felice - È un lupo della fabbrica. - Ci sarà una fabbrica di lupi. Che ne
so...
Ciccillo - No, nossignore. È il pazzo di poc'anzi.
Felice - No!?!
Ciccillo - Sì!
Felice - Il pazzo di pocanzio.
Concetta - Che significa?
Felice Che è un pazzo che un po' sta qua e un po' sta a Anzio.
Michelino No, non è casa mia. Non è casa mia!
Felice - Calma.
Ciccillo - È uscito dalla clinica, ...ma mi sentiranno!
Felice - Calma.
Ciccillo Calma, non abbiate paura, non è pericoloso.
Felice - Io lo assecondo.
Ciccillo - Ecco, bravo, assecondatelo.
Michelino (con il bavero alzato, occhi stralunati e capelli in disordine).
La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento
E di pensier,
E di pensier,
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 24

E di pensier!
JAAAAAAAAAAA!!!! (scena a soggetto)
Ciccillo Fermo, fermo signor Michele (il quale si gira e si rivolge verso
Concetta)
Felice No no Concetta alzati e allontanati. (l’afferra)
Concetta Perché mi devo allontanare?
Felice Concetta alzati da lì!
Concetta Ma perché mi devo alzare?
Felice Guarda chi ci sta dietro di te. (vedendo Michele scappaa
dall’altra parte del tavolino impaurita).
Michele (prende la mano di Concetta)
Che gelida manina!
Se la lasci riscaldar...(soffia sulla mano)
(scena a soggetto tra i due)
Cercar che giova?
Al buio non si trova.
Felice (spaventato) Non capisce niente!
Michelino Ma perché al buoi mi trovo qua? Chi mi ha fatto entrare in
questa casa? Questa non è la casa miaaa…
Felice (spaventato)L’ ha capito però!
Michelino E perché ho camminato tanto senza ragione, senza sapere dove
andare (si avvicina a Concetta)e perché…(urlo improvviso)
Perché?
Concetta (spaventata) E io che ne so, domandatelo a lui!
Michelino (fissandola) A chi?
Concetta (spaventata)A lui! (indicando Felice)
Felice (spaventato) A me, ma guardate un po!
Michelino (Inginocchiandosi a terra e indicando Felice) Mio Dio, Dio
mio,Dio mio…
Felice (spaventata) No no ma che Dio, io faccio quello che posso non
esageriamo, ma pigliato per Dio ha detto che sono Dio!
Ciccillo Assecondatelo, assecondatelo….assecondate sempre
Felice (spaventata) Sii io sono Dio, ti parlo dall’alto del Cielo, alzati e
cammina giovane malato!
Michelino (cantando) Cosa vedo
Quali onori
Felice (cantando spaventato) Io ho paura
Me ne vado
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 25

Chisto è pazzo!!!
Michelino è lui l’ho riconosciuto
Concetta (spaventata) E’ mio marito!
Michelino No!! È il maestro dei maestri voi siete Giuseppe Verdi!
Felice (spaventato) No no signore io non sono…Ciccillo diglielo tu…
Ciccillo No Michele il signore non è Giuseppe Verdi
Concetta é Giuseppe Garibaldi!
Felice Io sono felice sciossammocca di Roccasecca signore e voi chi
siete, chi siete voi signore?
Michelino (cantando) il mio mistero è chiuso in me
Felice Non vuole far sapere i fatti suoi.
Concetta Ma come vi chiamate.
Michelino (cantando) il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua boccaaaaaa
(sale sulla sedia con un mazzo di carte in mano… scena a soggetto)
Ciccillo Ecco ora vuole fare il gioco con le carte che Caruso faceva
sempre con gli orchestrali..
Felice La scopetta
Ciccillo No la carta più alta e io devo giocare con lui zio Felice..
Felice Lo devi assecondare
Ciccillo Certo sempre assolutamente (si dirige verso il tavolo dove sta
Michele )
Michelino (cantando) Ho fatto nove….
Ciccillo (cantando) Ho fatto dieci….
Felice Uhh ha perduto
Ciccillo Certo quello Caruso perdeva sempre
Felice Signor Caruso avete perduto eh
Michelino (cantando, insieme a ciccillo) All'alba vincerò!
Vincerò!
Vincerò!
Michelino (cantando, rivolto a Felice) Ma voi perché fin qua siete
arrivato….
Felice (cantando) Son venuto a trovare mio nipote….
Michelino (cantando) Quanti anni avete….
Felice (cantando) Che te ne fotte…
Michelino Basta, basta adesso voglio l’orchestra, una grandissima
orchestra, (indicando Felice) voi mi fate viola violino e
violoncello
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 26

Ciccillo Io faccio tromba trombone e basso tuba


Michelino (indicando Ciccillo) voi mi fate tromba trombone e basso tuba
Michelino (muovendosi verso Concetta) voi invece fate fagotto….
Concetta E mene vado.
Michelino No!! Fagotto e controfagotto
Concetta Ah e controfagotto
Michelino E io dirigo la più grande Orchestra del mondo quella del
metropolitano di Neva York.. Musica (parte una musica
marziale) Seguitemi venite dietro di me…

(Felice spaventato e Ciccillo che gli fa segno di secondarlo, comincia a


suonare il braccio con l’ombrello. Segue scena a soggetto
Ciccillo esce seguito da tutti)

(cala la tela)

FINE DEL PRIMO ATTO


‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 27

ATTO SECONDO

Nel secondo atto non appare mai Luigi… si potrebbero recuperare


alcune battute come da copione
Salotto. In fondo a destra porta comune. A sinistra porta con l’iscrizione “
Sala da pranzo”. Nel mezzo alcova con portiere. Due porte a sinistra e due
a destra. Tavolino nel mezzo, sedie ecc…

Scena Prima

All’alzarsi della tela, si sente suonare forte un campanello di dentro.


Carlo mettendo a posto qualche sedia. Poi Carmela. Di dentro si sentono
alcune note di violino, ma soprattutto i due sposi che litigano
animatamente.

Carlo Salvatore! Carmela! Salvatore? Carmela?


Carmela - Che c'è?
Carlo - Ma dov'eri?
Carmela - Eccomi.
Carlo - Senti che suonano?
Carmela Lo sento, ma io ho solo due braccia e due gambe.
Carlo Un momento! - Chi grida così?
Carmela - I coniugi Cristalli, è lui che fa una scenata di gelosia alla
moglie, perché dice che lei tiene l'amante qui.
Carlo Via, via, via.
Maggiore In questa pensione devono mettersi in testa che il colonnello
Tizio Scevola, non tollera scherzi!
Carlo - Non so niente.
Maggiore - Lo so io! Qui si fanno scherzi di pessimo gusto! Ma se scopro
l'autore di questi scherzi, gliela farò pagare cara. Gli darò una
lezione che ricorderà tutta la vita! (esce)
Carlo Signorsì! (esce – scena vuota)

Felice (arrivano Ciccillo e Felice dalla platea) Molto bello... molto


bello.
Ciccillo Pensione Stella, eccola lì.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 28

Felice Come pensione è magnifica, palazzo signorile... Proprio bella...


Zona panoramica... Sì, bel panorama. Bravo, bravo. Perché
vedi, il panorama... invoglia. Il pazzo, anche quando è guarito,
cosa fa? Finge ancora di essere pazzo, per godersi il panorama.
Si mette fuori a un balcone, sopra a una bella sedia, con un bel
sigaro in bocca e si gode tutta la zona panoramica. La famiglia
paga e tu incassi!
Ciccillo - E io incasso... - E già.
Felice E poi mi piace anche il posto, centralissimo. Qui qualunque
eccesso di pazzia capita per la strada, tu da qua sopra, il pazzo
te lo succhi fresco fresco.
Ciccillo Guardate, al primo piano ci sono i pazzi tranquilli, ...al secondo,
invece, quelli furiosi.
Felice - Ma noi non ci arriviamo.
Ciccillo - No?
Felice - Non è il caso, visitiamo solo il primo, non per niente, ma ho
mia moglie, tua zia, che mi aspetta a casa.
Ciccillo - Ho capito. Bene... entriamo.
Felice - Sì, ma... stammi vicino.
Ciccillo Sì, ma non c'è da aver paura, tanto sono tutti...
Felice - Pazzi tranquilli, pazzi di fiducia. - Sì... Sì, lo so, ma sempre
pazzi so'. (laterale)

Scena Seconda

Amalia (uscendo dalla seconda a sinistra) Senti, se non se ne va via il


violinista, me ne vado io!
Carlo Gliel'ho detto, gliel'ho detto a quel morto di fame!
Errico Non abbiate paura, non abbiate paura che il morto di fame...
quanto prima andrà via. Io sono un musicista, appena trovo un
compagno d'arte parto in tournée, all'estero, ...sentirete che
successi.
Amalia - Ma quando, quando?
Errico Presto! (si mette a suonare in un angolo della stanza)
Raffaele Guardate, per un momento che ho lasciato il costume in
cucina, ...come l'hanno ridotto. (Amalia siede e si mette a
lavorare a maglia)
Carlo - Chi I'ha visto? Ma che roba è?
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 29

Raffaele È il costume di Otello che devo provarmi, perché domenica io


interpreto l'immortale Otello. "Questo è il motivo, pur non
verserò il suo sangue purpureo, né il suo seno squarcerà la mia
spada, il suo bel seno bianco, qual l'alabastro delle tombe".
Maggiore La vedremo, caro signor Carlo, la vedremo.
Carlo Cosa vedremo, colonnello?
Maggiore Mi riferisco a quei famosi scherzi, ma ride bene chi ride ultimo!
Parola del colonnello Tizio Scevola!
Vedova È inutile, non ci resisto in quella stanza, lì mi sta sempre
davanti agli occhi, quel povero marito mio.
Amalia Capisco, voi in quella stanza avete vissuto con vostro marito e
da quando il Signore se lo chiamò, siete rimasta con
quell'impressione. - Cambiate casa, che vi devo dire.
Vedova - È una parola... Intanto lo vedo lì, sempre lì...

Scena Terza

Ciccillo (dal fondo a destra). Prego, zio Felice.


Felice No, prima tu.
Ciccillo No, dopo di voi.
Felice Non facciamo scherzi. Sempre un manicomio, è. Stammi
vicino. Mamma mia... - Mamma mia bella...
Ciccillo Che è?
Felice Non avevo mai visto tanti pazzi assieme.
Ciccillo Non ti muovere.
Felice No, no. (uno alla volta escono tutti tranne Amalia) Ma che… se
ne vanno? Capisco, forse è finita la ricreazione.
Ciccillo Ecco sì, è finita la ricreazione...
Felice E quella lì? Quella resta, è restia. Si vede che è un po'
recalcitrante...
Ciccillo No, quella lì, povera donna, povera donna, quella... è convinta
di essere la proprietaria della pensione.
Felice Questa è bella, questa è bella, ragguagliami.
Ciccillo Allora noi, per accontentarla, la lasciamo girare per gli
ambienti.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 30

Felice Fai bene, fai bene perché bisogna assecondarli. Dai retta a tuo
zio...
Amalia Caro dottore!
Ciccillo Sì signora... eccoci. (a Felice) Avanti, avanti.
Felice Ma... - Ci sono gli infermieri, sì?
Ciccillo Sì e poi ci sono io. Cara signora... Beh, come andiamo oggi?
Amalia Non c'è male e voi?
Ciccillo Beh, io... io sto bene.
Amalia Bene…
Ciccillo Bene.
Amalia Il signore è vostro amico?
Ciccillo Il signore è mio zio Felice.
Amalia Molto piacere!
Felice Che spavento. All'improvviso...
Amalia Molto piacere. - Prego.
Felice Posso?
Amalia Molto lieta. - Siete tanto simpatico.
Felice Grazie.- Troppo buona.
Amalia Per carità, è dovere.
Felice Beh, dico... E va be'... Ah, signora mia... la devo mandare in
convalescenza 'sta mano.
Amalia Vostro nipote è tanto un bravo giovane. Io sono contenta di
tenerlo qua, nella mia pensione, perché non so se il dottore ve
l'ha detto, ...io sono la proprietaria.
Felice Sì, sì, me l'ha detto. La proprietaria della pensione... E brava la
proprietaria!
Amalia Ma mo mi so' stancata. Mi so' stancata di fare questa vita.
Appena si sposa mia figlia, io liquido tutto e me ne vado via.
Felice Fate bene. Ha una figlia?
Amalia Sì, sì.
Felice La graziosissima figliola...
Amalia Sì, graziosa, graziosa...
Felice Complimenti.
Amalia Grazie. 25 anni.
Felice 25 anni?
Amalia 25 anni.
Felice E già qua dentro...
Amalia E già qua dentro con me.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 31

Felice Che peccato... capisco.


Amalia Che tiene 25 anni?
Felice No, dico che...
Amalia Avete detto che peccato.
Felice Che peccato che sta qua. - Insomma, non si è sposata ancora.
Amalia Ecco, bravo. Non si è sposata veramente per caso, perché...
Felice Sì, eh?
Amalia Eh... (guardando verso il soffitto) un bocciolo...
Felice (guarda verso il soffitto anche Felice) Dov'è? Lassù?
Amalia No. Mia figlia è un bocciolo.
Felice (ridendo) Credevo che il bocciolo stesse...
Ciccillo Parla della signorina.
Amalia Quanto siete simpatico. - Sentite, non vi muovete, non vi
muovete. - No. La chiamo e ve la faccio conoscere. Non lo fate
andar via. Rosina! Non ve ne andate. Rosina! Rosina!
(Luigi viene scaraventato fuori dalla stanza del Maggiore, da terra cerca
di rialzarsi ma con dei movimenti bussi quasi stesse nuotando)
Felice Ciccillo questo è un pazzo scatenato si crede di stare a
Marechiara, si sta facendo il bagno a mare , sta nuotando
Questo è scatenato proprio.
Ciccillo Pericolosissimo.
Felice No, No io me ne vado da qua sopra.
Ciccillo No, no anzi assecondatelo.
Felice Signore era fredda l’acqua?
Luigi Brr, brrr, caro Dottore voi state qua?.
Ciccillo Sono venuto poco fa insieme a mio zio ehhhhh.. (scena a
soggetto insieme a Felice) )
Come vi sentire voi oggi
Come vi sentite trallalà?
Luigi Io? Non cè male trallalà
Ciccillo (come prima)
E cosa facevate voi di la
Ehh e cosa facevate trallalà?.
Luigi (imitandoli, scena a soggetto con i due)
Io? Chiaccheravo
Un poco col maggiore
Che mi ha detto
Che cade da cavallo
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 32

Poi la moglie lo butta giù dal letto


E non gli fa una mano per alzarsi.
Ma lui che fà? Che fa? che fà?
Rompe il letto, rompe il letto
E non si può più alzare.. Tà tà
(risate insieme a Ciccillo)
Non vi potete immaginare quando mi sono divertito
Felice Pure io mi sono divertito…(devi morire di subito).
Luigi Ho unito come si dice l’utile al dilettevole, eh già perché con
quello che mi ha raccontato il Maggiore a Natale faccio tre
novene.
Felice A Natale fa tre novene?
Ciccillo Si, perché lui in origine faceva lo zampognaro Poi prese un
terno secco sulla ruota di Napoli, perse la testa e uscì pazzo.
Luigi E io questo faccio…
Felice O zampognaro.
Luigi Quando trovo un tipo eccentrico me ci metto dietro mi faccio
raccontare qualcosa….
Felice Poi prendete la zampogna e fate la novena.
Luigi Altrimenti come farei a vivere? 3 novelle al giorno.. 90 al
mese… e sapete quando mi danno? 3 lire!! Che novella si può
fare con tre lire?
Felice La schifezza delle novene.
(entra Don Carlo)
Luigi Ah, Don Carlo io avrei un poco di appetito, vorrei amngiare
qualcosa.
Carlo Accomodatevi nella sala da pranzo e sarete servito.
Luigi Direttore non molta roba, però, appena appena, uno spuntino…
due uova fritte, un piatto di spaghetti, quattro salsicce, un
cosciotto di agnello, un po di formaggio duo o tre salamini, e
per dolce mi date sette/otto babà (fa per uscire si gira) e se il
dolce non cè.. sei tazze e caffè. (esce)
(tutti ridono)
Felice Quello all’improvviso vuole mangiare, e questo è uno spuntino
e quando ordina il pranzo completo che fa?
(rientra Luigi con un tovaglio al collo).
Luigi Signore voi siete di Roccasecca?
Felice Si io sono di Roccasecca.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 33

Luigi Siete molto simpatico, abitate qua?


Felice No, no al Villino de Rosa a Margellina.
Luigi Signore, domani vi verrò a trovare e mi direte tutto di voi.
Felice E io vi aspetto e vi racconterò tutta la mia vita.
Luigi Signore, voi mi piacete.
Felice Si ma io sono sposato, non vi mettete col pensiero.
Luigi direttore allora mi raccomando.
Carlo Cosa??.
Luigi Appena appena, uno spuntino… (scena a soggetto) due uova
fritte, un piatto di spaghetti, quattro salsicce, un cosciotto di
agnello, un po di formaggio duo o tre salamini, e per dolce mi
date sette/otto babà (fa per uscire si gira) e se il dolce non cè..
sei tazze e caffè. (esce)
Carlo Ah, dottore. Non ce la faccio più con questi pazzi sfrenati.
Ciccillo (a Felice) Questo è il direttore che mi dirige la clinica. (a Carlo)
Caro Don Carlo, vi presento mio zio, Felice Sciosciammocca,
che è venuto a visitare la pensione.
Carlo Molto piacere… Eh, pensione... Glielo dico io, questa non è una
pensione, ...questa è un manicomio.
Felice Lo so, lo so... Però è stata un'ottima idea quella di chiamarla
pensione.
Ciccillo Ma voi sapeste, zio Felice, Don Carlo come lavora,
pover'uomo, dalla mattina alla sera è un continuo e d'altra parte,
se non ci fosse lui, non saprei come fare.
Carlo Ci vuole pazienza. - Il lavoro non mi manca, anzi. Io potrei
lavorare molto di più, ma se non ci fossero questi benedetti
pazzi.
Felice E se non ci fossero questi benedetti pazzi, lei, caro signor
direttore, cosa mangerebbe?
Carlo Come?
Felice Sono i pazzi che le danno da mangiare.
Carlo A me?
Felice E già.
Carlo Mi danno da mangiare?
Ciccillo Zio Felice? - La vogliamo visitare la pensione?
Felice Visitiamola.
Ciccillo Ci fate strada?
Carlo Come no. Prego, prego.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 34

Felice Grazie.
Carlo Quella è la veranda, si vede il panorama.
Michelino (affacciandosi dall’entrata) Cicci'... Cicci'...
Ciccillo Che c'è, Miche'?
Michelino Giù c'è Don Nicolino, vuole le 500 lire, ...dice che ha aspettato
anche troppo.
Ciccillo - Mio zio non me l'ha date ancora. Cerca di calmarlo, non so,
firmagli una cambiale.
Michelino Comunque scendi, perché se no viene su lui.
Ciccillo No, per carità! Vengo io. Ma pure lasciare zio Felice solo...
Michelino Va be', per due minuti.
Ciccillo Va be', andiamo.
Carlo Da qui si vede tutta Napoli. Laggiù il Vesuvio, Torre
Annunziata... Torre del Greco, il porto, Castello dell'Ovo... -
Laggiù è Capri.
Felice - Che bello.
Carlo - Lì è Posillipo, Capo.
Felice - Che bello.
Carlo - Da qui si vede tutto.
Felice - Si vede tutto, tutto... ...ma non si vede mio nipote.
Carlo - Stava con noi.
Felice - E dove sarà adesso?
Carlo - Sarà di là.
Felice Come di là, io se non vedo mio nipote sto in pensiero. (lo vanno
a cercare uscendo da parti diverse)

------ decidere se aggiungere la scena seguente


(volendo, la scena seguente si potrebbe fare in platea – se non si fa
occorre reinserire la scena di Michelino come da copione)
Nicolino Io non sento ragioni, io quando perdo pago subito...e tu non
puoi mica...
Ciccillo - E non strillate!
Nicolino Voglio strilla'!
Ciccillo - Va be', stiamo parlando. - Stiamo ragionando. Si tratta di
pazientare fino a domani, mio zio i soldi me li dà, ...è arrivato a
Napoli.
Nicolino - Chi non paga i debiti di gioco in 24 ore, non è un uomo... è un
buffone!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 35

Ciccillo - M'ha offeso.


Nicolino - Sì.
Ciccillo - Tu mi stai offendendo!
Nicolino Ti sei offeso, dammi le 500 lire.
Ciccillo E allora se la prendi su questo tono, sai che ti dico? Che i soldi
non te li do né adesso, né mai!
Nicolino Ah sì? E allora... (colpisce Ciccillo con il bastone)
Michelino Il sangue! Siete testimoni, vi farò chiamare. (due in scena
prendono su di peso Ciccillo e lo portano fuori – escono tutti)
------

Scena Quarta

Felice (rientrando) Ciccillo? Dove sei?


Amalia (entrando) Oh, eccolo qua, cercavamo appunto voi.
Felice Ma io c'ho da fare, cerco...
Amalia No, voglio presentarvi mia figlia, la più virtuosa delle figlie.
Rosina Sono tutti i buoni insegnamenti di mamma.
Amalia - Il dottore è andato via?
Felice - No, è dietro l'uscio, appena io lo chiamo viene, perché lui
vede e sente tutto. Non va via, è sempre presente.
Amalia Questo signore è lo zio del dottore, saluta il signore.
Rosina Buongiorno, signor zio del dottore.
Felice Buongiorno.
Amalia Mia figlia è una brava ragazza. Forse credevate che fosse una di
quelle pazzerelle...
Felice No, per carità e chi l'ha pensato mai, si vede subito che è una
ragazza savia. Si vede subito che è di buoni sentimenti.
Rosina Sono tutti i buoni insegnamenti di mamma.
Felice Sono tutti i buoni insegnamenti di mamma. Di mamma... È
ammaestrata, eh.
Amalia - Come, ammaestrata?
Felice - No, i vostri ammaestramenti, ...di educazione, lei ne ha fatto...
Amalia - Profitto!
Felice - Profitto.
Amalia - Bravo.
Felice Perché fa l'inchino, fa la riverenza...
Amalia - Dice le poesie.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 36

Felice - Pure?
Amalia Quant'è carina quando dice "La vispa Teresa". Fai sentire "La
vispa Teresa".
Rosina La vispa Teresa avea fra l'erbetta, a volo sorpresa gentil
farfalletta...
Felice Basta, basta! Ciccillo! Ho capito tutto.
Amalia Ma che avete perduto vostro nipote?
Felice Non l'ho perduto, siamo abituati così, ci chiamiamo sempre,
appena siamo distanti 5 minuti, ci chiamiamo. Ciccillo, zizio,
cosa c'è... Capito? Le abitudini di casa.
Amalia E sapete quali sono le preferenze di mia figlia? - Di' un po', che
preferisci?
Felice - Il manicomio...
Rosina Io preferisco gli uomini sui 40.
Felice Ah, sì? Preferisce gli uomini... sui 40.
Amalia lo a un uomo come voi, gliela darei senza pensarci su 2 volte.
Felice Signora... Lo so, ma per me sarebbe troppo onore.
Amalia Prego, per carità, l'onore è mio.
Felice No, non cominciamo, l'onore è mio.
Amalia - L'onore è mio e basta!
Felice - E chi parla più.
Amalia Rosi', ti piacerebbe sposarlo?
Rosina Certo... è tanto simpatico.
Amalia Ma allora questo è un matrimonio che si può fare. Voi ci siete?
Felice - Io ci sto.
Amalia - Non è che poi cambiate idea?
Felice - Neanche per sogno.
Amalia - Se cambiate idea, mi faccio brutta.
Felice No, non vi fate brutta, perché io non cambio idea.
Amalia Benissimo, allora figli miei, siate felici.
Felice Ciccillo! Beh, ora me ne vado perché ho da fare.
Amalia Bene, ci vedremo domani e combineremo tutto.
Felice - Domani, sì.
Amalia - Saluta.
Rosina Arrivederci.
Felice Arrivede... vederci. Don Carlo! Ciccillo!
Maggiore (entra il colonnello) Basta, ho detto basta, se no ce la vedremo!
Con questi scherzi, ce la vedremo!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 37

Felice Questo è armato. (Felice si nasconde vicino ad una porta dalla


quale entra l'attore - esce il colonnello)
Raffaele "È pur vero, patrizi venerandi illustri... ch'io tolsi a quel
vegliardo la figlia... ma è altresì vero, che sposa la feci".
(notando Felice) E voi chi siete? cosa ci fate qui?
Felice Scusi, ammiravo la pensione, ma vado via subito.
Raffaele No, no, anzi, prego, restate. Restate, potete essermi d'aiuto.
Felice - Sono di passaggio...
Raffaele - Accomodatevi. Sentite, sentite, voi... Voi conoscete Otello?
Felice - No, non lo conosco.
Raffaele - Non conoscete Otello? Ve lo spiego in 2 parole, io...io sono
Otello. Condottiero della Repubblica Veneta.
Felice - Permette?
Raffaele - Prego.
Felice Felice Sciosciammocca, sindaco di Roccasecca.
Raffaele Piacere. Sentite, io ho sposato Desdemona. - Sì, la figlia del
senatore!
Felice - Davvero?
Raffaele - Sì.
Felice - Sì? C'ho piacere! Complimenti, è una bella ragazza... Ostrega,
se è una bella ragazza...
Raffaele - Desdemona?
Felice - Sì. - Conosco il padre.
Raffaele - Non è possibile.
Felice Come, lo vuol sapere meglio di me? E che non lo conosco? - Lo
vedo ogni giorno!
Raffaele - Come?
Felice Il suonatore di chitarra, con l'occhio bendato ...e la figlia, col
piattino...
Raffaele - Ma non suonatore, senatore!
Felice Ah, senatore... Uh, che stupido... Mi piglierei a schiaffi sulla
fisionomia stessa...
Raffaele No, sentite... Dunque, il mio alfiere... Jago... mi ha messo una
pulce nell'orecchio.
Felice Ma guarda che scherzi! Che so' scherzi, questi? Che si mettono
le pulci nell'orecchio ad un galantuomo? È pericoloso! Può
forare il timpano, poi va sulla tomba di Eustacchio e poi al
cervello! Qui, qui...
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 38

Raffaele - Dia qua, dia qua. - Ma cosa ha capito?


Felice - Dice che c'ha la pulce...
Raffaele - Ma no, il mio alfiere, Jago... mi ha detto che mia moglie mi
tradisce.
Felice Ma no, ma no, non dia retta a queste cose. Mi fa specie, una
persona seria come lei... Ma lo sa come fanno questi alfieri? Si
divertono, prima vi mettono la pulce nell'orecchio e poi vi
mettono la guerra in famiglia.
Raffaele - Sa con chi mi tradisce?
Felice - No, no, veramente...
Raffaele Col mio protetto, col mio pupillo. - Con Cassio. Con Cassio!
Felice - Ué! E perbacco! E questa... si rompe la giacca! E poi non dia
retta a queste cose, ci vogliono le prove!
Raffaele Ma le prove io le ho! ll fazzoletto!
Felice - Ma su...
Raffaele - Il fazzoletto!
Felice - Embè?
Raffaele - Come?
Felice Anch'io c'ho un fazzoletto e che mia moglie mi tradisce? Tutti
lo abbiamo. E che tutte le mogli tradiscono? Chi è che non ha
un fazzoletto? Lei si soffia il naso con le dita?
Raffaele Ma il fazzoletto era di mia moglie e lo hanno trovato nella casa
di Cassio! - Capito?
Felice - Sì...
Raffaele Sì...
Felice Beh, allora... Quand'è così... le cose vuol dire che cambiano... le
do ragione. Amico... coraggio.
Raffaele Allora viene domenica a vedere come finisce il fatto?
Felice - Beh, non potrebbe dirmelo ora?
Raffaele - No, no, domenica... ...domenica. Quanti posti vuole?
Felice - Io...
Raffaele Uno? Ma no, amici, parenti, non ne ha, da condurre?
Felice - Vuole rendere la cosa pubblica?
Raffaele - Sì.
Felice Come vuole. Allora, se permette, faccio un po' il conto... - 15
posti, va bene?
Raffaele - Sì, 15 posti. - Domattina le farò avere 15 posti.
Felice - Va bene, la ringrazio.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 39

Errico (entra il musicista agitando un campanello) - Ma insomma, è


mezzora che suono!
Carmela - Mezzora? oi è una settimana che state suonando e c'avete fatto
una testa così a tutti quanti, qua dentro!
Errico Ma io suono per avere un po' d'acqua e non la posso avere,
perché sono povero, ma io sono un artista...
Carmela Come no! Voi siete un grande artista! (rivolta a Felice) Non vi
stupite, io gli do ragione perché è un mezzo pazzo.
Felice Appunto per questo mi stupisco...
Errico - Scommetto che a voi vi trattano diversamente.
Felice - Sì, si capisce...
Errico - Abitate qui?
Felice - No, no, non abito qui, sono, sono, sono di passaggio... Io
sono... non sono di qui, sono di coso...
Errico - Di?
Felice - Di... Roccasecca.
Errico Roccasecca? Avete detto Roccasecca?
Felice - Ho fatto male?
Errico - No. - Conoscerete il maestro di musica?
Felice - Il maestro di...
Errico - Di musica! Procopio Pascone, un grande amico mio.
Felice - Procopio Pascone?
Errico - Procopio...
Felice - Pascone?
Errico - Sì.
Felice - Maestro di musica?
Errico - Lo conoscete?
Felice - No.
Errico - Suona l'organo...
Felice - Ah, sì!
Errico - Un pezzo d'uomo, col pizzo...
Felice - Sì, lo conosco... - Sì, suonava l'organo col pizzo.
Errico - Ma no...
Felice - Sì, suonava l'organo...
Errico - Come sta?
Felice - Bene, bene, bene... è morto.
Errico - È morto? E come è morto?
Felice - Ehm, col, col, col coso, lì...
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 40

Errico - Col coso?


Felice - Col pizzo. Col puzzo...
Errico - Col puzzo dei carboni?
Felice - Sì.
Errico - Stava sempre vicino al fuoco, ...glielo dicevo io...
Felice - Pure il carbonaio glielo diceva: "Maestro, non si metta vicino
al puzz... ai carboni!".
Errico - Quanto mi dispiace!
Felice - Eh, lo so...
Errico - E ora l'organo chi lo suona?
Felice - Io.
Errico Voi? Ma allora siete maestro di musica?
Felice - Sì, signore.
Errico - Sì? Se sapete suonare l'organo, sapete suonare meglio... il
pianoforte.
Felice - Giovanotto... questo è ovvio! (facendo il gesto di porgere
l'ombrello)
Errico - Come?
Felice - Dico, questo è ovvio!
Errico - Non ho capito.
Felice Voi m'avete chiesto se io so suonare anche il pianoforte...
Certo, se suono il pianoforte, suono l'organo, questo è ovvio!
Errico No, questo è ombrello!
Felice Lo so, ma non è questo l'ombre... Dico, non è questo l'ovvio, è
ovvio che io suono l'uno e l'altro! Suono il piano con l'ombre...
suono l'ombrello col piano!
Errico - Col piano?
Felice - Sì, se piove, apro l'ombrello e con la destra suono. Se me ne
potessi andare...
Errico - Dove vorreste andare?
Felice - In nessun posto. - Vorrei andarmene, ma non da qui!
Errico - E da dove?
Felice - Da... Seccarocca.
Errico - Da Seccarocca?
Felice - Sì... No, Roccasecca!
Errico - Roccasecca! E perché?
Felice Ehm... E perché? Uno domanda: "E perché?". Perché sono un
artista e vorrei...
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 41

Errico - Evolvermi?
Felice - Sì!
Errico Il grande passo... È stato il cielo che vi ha mandato.
Felice - Non lo so...
Errico - No, no, il cielo! Ditemi una cosa... Moglie ne avete, no?
Felice - No.
Errico - Figli non ne avete, no?
Felice - No.
Errico - Già, faceva i figli, faceva...
Felice - Come si permette? Maleducato...
Errico - Dite, qualche sorella la tenete?
Felice Eh già... E io cosa vi dovrei rispondere? Io sorelle non ne ho,
giovanotto, ma anche se le avessi, con mia sorella non c'è niente
da fare! Chiaro?
Errico - Ma per carità! Siete solo?
Felice - Sì.
Errico Meglio! Siete disposto a venire con me all'estero?
Felice - Sì.
Errico - In Francia?
Felice - Sì.
Errico - A Londra? In America? A Liverpool? Losanna!
Felice - Ah sì?
Errico - Sì.
Felice - Non lo so.
Errico - Che cosa?
Felice - Che lo sanno...
Errico - Cosa sanno?
Felice A Liverpool. Lo sanno che noi andiamo...
Errico - No! Losanna, città di Losanna.
Felice - Ah, non so se lo sanno in città, ...ma credo si sì...
Errico - Svizzera.
Felice Ah, lo sanno in Svizzera! Sì, confondevo...
Errico E Svezia, Norvegia e Scandinavia. Andiamo prima in Svezia,
poi in Norvegia e...
Felice Poi piano piano discendiamo sotto lo scantinavio...
Errico - E che ci andiamo a fare?
Felice - C'è qualche bottiglia di vino...
Errico Ma che bottiglia di vino... Parlo dei Paesi Bassi.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 42

Felice Ah, quei paesi piccolini che si vedono in cima alle montagne... -
Sì, sì...
Errico - Accettate?
Felice - Sì.
Errico Noi daremo un concerto... violino e pianoforte.
Felice - Con l'ombrello.
Errico - Cosa?
Felice - Col pizzo?
Errico - Ma no...
Felice Senza pizza e senza ombrello, noi facciamo dringhetendrà!
Errico Estroso... Noi ci basta un anno! - Faremo denari a palate!
Felice - Quante palate...
Errico - Noi faremo denaro a palate...
Felice - A palate! Ma quante palate... Uh!
Errico Ma ci dobbiamo mettere d'accordo, io non ho combinato mai
niente, per i soldi. Le spese le dovete anticipare voi, eh?
Felice Sì, sì... Quant'è che debbo cacciare?
Errico - Ehm... Un milione! - E voi cacciate... - Due milioni! - E voi
cacciate... Poi ai primi incassi, alle prime palate di denaro, ...voi
intra...
Felice - Detraggo, detraggo!
Errico Certo, un'altra cosa importante, dobbiamo partire di notte, ...non
ci deve vedere nessuno.
Felice - Sì.
Errico Se no non ci fanno partire più! Dobbiamo scappare all'alba! - Io
non vi lascio più! All'alba!
Felice - Sì, domani!
Errico - No, all'alba! (mentre esce, con entusiasmo) all’alba…
Felice - Aiuto! (Felice prende cappello e cappotto e si accinge ad
uscire, entra l'attore truccato)
Raffaele - Ma che fate, ve ne andate?
Felice - Aiuto! L'uomo nero, aiuto, l'uomo nero!
Raffaele "Ch'ella debba morir, prescrive il fato!".
Felice - Questo mi dispiace.
Raffaele - "Per impedir... ...che altri uomini ella inganni!"
Felice - È una sporcacciona!
Raffaele "Ma pria che questa lampa io spenga, pria che questa rosa io
strappi, un bacio".
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 43

Felice - A me?
Raffaele - "Ancora un bacio".
Felice - Non facciamo scherzi.
Raffaele - "Un altro, che sia l'estremo".
Felice - No.
Raffaele - "Mai un dolce bacio... "
Felice - A chi?
Raffaele - "Fu così fatale!"
Felice Aiuto! Aiuto! Direttore! Direttore! Aiuto! (entra don Carlo ed
escono i due, chi suonando, chi recitando)
Carlo - Che c'è?
Felice - Direttore... Non ce la faccio più, che spavento...
Carlo - Che succede?
Felice - Uh, che spavento. Che spavento, i pazzi si sono scatenati tutti
quanti.
Carlo - Che dite?
Felice - Non so che sarà, sarà... lo scirocco, sarà la giornata, direttore
mio, sono in crisi. Sono in crisi. Che spavento... Mio nipote
dov'è? Dov'è mio nipote? Non ce la faccio più, non ho più voce.
Ciccillo! Ciccillo!
Carlo Calmatevi, se vostro nipote non è venuto ancora, è chiaro, avrà
avuto da fare. Vuol dire che verrà domani mattina.
Felice Domani mattina? Un accidente! Io aspetto lui per andare a casa.
Io sono nuovo della città, non conosco I'indirizzo, non so la
strada, il numero.
Carlo Ma lui non si preoccupa per voi perché vi sa in un luogo sicuro.
Felice - Sicuro?
Carlo - Sì.
Felice - Questo lo chiamate luogo sicuro?
Carlo - Altroché.
Felice Ma non mi fate ridere.
Carlo Piuttosto sto in pensiero per voi, si è fatto buoi, non potete
tornare a casa... la pensione è piena, ...non c'è posto.
Felice - Perché, che vorreste fare? - Che io dormissi qua? Ma...
Carlo - No, che stupido che sono, c'è, c'è, ho trovato per voi, c'è per
voi una bella stanzetta... ...al secondo piano.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 44

Felice - A chi? Ma che davvero davvero? Dico, davvero davvero


davvero? Davvero davvero? Io dormire al secondo piano... - Io
non ho mai dormi...
Carlo - Non mi vorrete offendere! Rifiutare la mia ospitalità... Non vi
lascio andar via!
Felice Va be', calma, calma. Ho una domanda. Avete fatto sempre il
direttore, qui?
Carlo - Sì.
Felice - Eh? Sempre il direttore?
Carlo - Sì.
Felice Non siete per caso un ex cliente? E poi mio nipote ha fatto una
bella curetta, ...è guarito, dice facciamo...
Carlo - Ma che cosa? Macché... No, io sono stato sempre bene di
salute, (si alza e inizia a camminare) piuttosto pensiamo a voi,
farò mettere un letto in questa stanza.
Felice (si alza anche Felice) No, no, no. Se proprio sono costretto a
rimanere, perché quel mascalzone di mio nipote sa che mi deve
venire a prendere e non viene, resto qui, in questa stanza... su
quel divano... vicino all'ingresso
Carlo E perché vicino all'ingresso?
Felice Non si sa mai, in qualunque occasione, io...
Carlo E sia... vi prendo una camicia da notte (esce - Felice si guarda
attorno e controlla tutti gli ingressi, torna don Carlo con la
camicia da notte) Tenete (Felice si toglie gli indumenti e mette
la camicia da notte) Buonanotte. Spengo la luce?
Felice No, no... luce accesa e porta aperta, per qualunque evenienza, in
caso di emergenza.
Carlo Come volete. Felice notte.
Felice Buonanotte, grazie.

Scena notte

Felice (ci sarebbe il suono del cucù) Maledizione, a rischio di farmi


pigliare un accidente! Orologio... Già, qui potevano mettere
solo un orologio pazzo. Disgraziati. Che spavento... Ohi, ohi...
il cuore in gola mi sento... il cuore in gola. (entra il colonnello
con gli stivali sporchi) - Chi è?
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 45

Maggiore - Giovanotto! Ricordatevi che certi scherzi, al colonnello Tizio


Scevola, non si fanno! (lo schiffeggia)
Felice E perché? E che gli ho fatto? Manesco!
Vedova (entra la vedova) Signore? Pss, pss, signore?
Felice Chi è?
Vedova - Signore?
Felice - Oh, santo Dio...
Vedova Signore, per piacere... permettete che mi faccia un piantarello
qui?
Felice - Piantarello? Qui?
Vedova - Sì.
Felice - Si accomodi.
Vedova - Prego, tenete.
Felice E chi è questa? Piange come una cavalla...
Vedova Sapete, in camera mia... ...non posso dormire.
Felice - Ah, no?
Vedova Me lo vedo sempre davanti agli occhi!
Felice Se lo vede sempre davanti agli occhi...
Vedova - Sì...
Felice - E chi è, chi è?
Vedova - A Pasquale!
Felice - Pasquale... E chi è Pasquale?
Vedova - ll mio povero marito. È morto da 2 anni...
Felice - 2 anni...
Vedova Non ho mai... mai saputo perché è morto!
Felice - Io lo so... io...
Vedova - Lo sapete?
Felice - Sì, io...
Vedova - Davvero?
Felice È morto perché? Perché con una befana come voi, doveva
crepare per forza...
Vedova Come? Befana? Io befana?
Felice No, dico è morto il giorno della Befana.
Vedova No, a Ferragosto.
Felice Beh, Ferragosto, Befana, siamo lì, quando è bisestile...
Vedova Sì, è morto...
Felice Mo mi fa piangere pure a me... Signora... levatemi una
curiosità... che significa questa fascia a tracolla?
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 46

Vedova È un omaggio alla memoria del mio povero marito... leggete:


Soltanto lui...
Felice Soltanto lui... E soltanto lui poteva avere questo stomaco.
Vedova - Eh?
Felice - No dico, soltanto per lui... voi potete avere questo stomaco di
portare sul medesimo questa fascia.
Vedova - Già.
Felice - Che coraggio.
Vedova Coraggioso... coraggioso, lui.
Felice - Pasquale...
Vedova - Pasquale...
Felice Pasquale... Mamma mia bella...
Vedova - Quanto siete buono.
Felice - Grazie.
Vedova - Buono e bello.
Felice - Magari bello, no. Buono, sì.
Vedova Stando così a letto, mi ricordate la buonanima del mio Pasquale.
Felice - Mamma mia!
Vedova - Quando gli rimboccavo le coperte, così! E poi gli facevo
sempre lo scherzetto... del solletico sotto al piede! Così... Come
gli piaceva, come gli piaceva!
Felice Basta... il solletico non lo sopporto, non lo sopporto!
Vedova Vi spiace se passo... tutta la notte qui, con voi?
Felice Ma lei vuole scherzare? Tutta la notte qui con me? Signora, non
scherzi. Vada, vada... se poi la cercano non la trovano. Vada nel
suo reparto. - Magari ci vediamo domani.
Vedova - Facciamo una bella passeggiata?
Felice Sì... Andiamo a piglia' una boccata d'aria al cimitero! - Ci
facciamo quattro risate...
Vedova - Buonanotte.
Felice Buonanotte. De profundis... Signora, se non ci vediamo
domani, ci vediamo il 2 Novembre! Ah... In questo manicomio
succedono cose da pazzi!
Maggiore (il colonnello, stivale con acqua) Giovanotto! Vi avevo
avvertito che certi scherzi a Tizio Scevola, non si fanno! E
domani, riceverete mie notizie!
Felice Ma che gli ho fatto? Ma perché mi fa così? Ma che gli ho fatto?
Sposa Aiuto! Aiuto! Signore, aiuto! Signore! - Aiuto!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 47

Felice - Che succede?


Sposa - Signore...
Felice - Che succede? Che aiuto? Se c'è uno che deve strillare aiuto,
sono io!
Sposa No, sono io, mio marito mi vuole ammazzare!
Sposo - C'è anche lui, eh?
Felice - Vie... viene dal secondo piano?
Sposa - Sì.
Felice - Viene dal secondo piano?
Sposo Allora non mi ero ingannato, c'è anche lui, eh? - Finalmente! Vi
ho preso, eh?
Felice - No...
Sposo Poi non era vero, eh? Messalina! Eccolo il tuo Drudo!
Felice Ma che crudo e crudo... Signore, io sono cotto! Ma cotto dal
sonno...
Sposo - Venite qui!
Felice - Non mi tiri su!
Sposo - Guardatemi in faccia!
Felice - Sì, lo vedo.
Sposo Ditemi la verità! Voi venite da Milano?
Felice No, da Roccasecca, sono roccasecchese.
Sposo - Non è vero, voi venite da Milano!
Felice - Sì, signore...
Sposo - Ah, sì?
Felice - Mi vegno da Milàn.
Sposo - Venite da Milano?
Felice - Oui.
Sposo - Bravo! L'ha confessato, lo senti?
Felice - No! - Non spinga.
Sposo - Signore... È suonata... la vostra ultima ora!
Sposa No!
Felice Non ci faccia caso, quello va avanti (il suo orologio va
certamente avanti).
Sposo Ah sì, eh? Hai anche voglia di scherzare?
Felice - No...
Sposo - Io ti ammazzerò!
Felice - No!
Sposa - No, non lo ammazzare.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 48

Sposo Ah, no? Ah, lo difendi? Lo difendi, questo bel tomo!


Felice Mi faccia la cortesia, non mi difenda!
Sposo Giusto! Sapete che cosa faccio? Io vi ammazzo tutti e due!
Felice No e perché? Lei vuole ammazzare tutti e due, perché? Faccia
una cosa... ammazzi solo lei, è sua moglie...
Sposo - Eh già... sarebbe troppo comodo!
Felice - Non mi scopra!
Sposo Vieni qui! Vieni qui! Io l'ho detto e lo mantengo... vi ammazzo
tutti e due!
Sposa Ammazzaci, vediamo se hai il coraggio.
Felice Ma non facciamo questi esperimenti di coraggio.
Sposa Facciamoci ammazzare, fatemi il piacere.
Felice Ma che so' piaceri che si fanno? Ma come, io vengo dalla
provincia, da Roccasecca e vengo qui per farmi ammazzare?
Non esiste!
Sposa Sentito, è un provinciale. E che io me la faccio con un
provinciale? Almeno fosse un bel provinciale!
Sposo Eh già... eh già... ha ragione mia moglie... Ma guarda, con due
parole mi ha tolto subito... il velo dagli occhi. È come se fosse
caduto!
Felice Già, perché a quelli del secondo piano, il velo... cade.
Sposo Ha ragione... ma come poteva innamorarsi di voi? Un
provinciale. Almeno si fosse trattato di un bel provinciale, beh...
lo capisco, ma voi siete proprio...
Felice Una schifezza di provinciale! Giovanotto, non offendiamo, eh!
Sposo No, non vi offendete... Piuttosto, coccolina mia d'oro, mi
perdoni, coccolina d'oro? - Diteglielo anche voi.
Felice - Sì. Concolina d'oro... ...perdonalo, concolina, perdonalo.
Sposa - No, non ti perdono! Devo toglierti il vizio di fare tali scenate.
Sposo - E io ti faccio il broncio.
Sposa - No, no, no, caro, vieni qua...
Sposo Sì, coccolina mia... Coccolina... Guarda, non lo faccio più, lo
giuro.
Felice - Facciamo la pacina. (bacio di mani “sbagliata”: lo sposo bacia
quelle di Felice e Felice quelle della sposa)
Sposo - Sì, facciamo la paci... Facciamo... Ma cosa state facendo?
Felice No, lo facevo per costringere la signora a fare pace,...la
istigavo!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 49

Sposo - Bravo.
Felice (alla sposa) Ci faccia pace, su, ci faccia pace!
Sposa Ma che pace e pace, qui non c'è pace!
Felice Non c'è pace, questo è vero, a chi lo dite!
Sposo Non c'è pace signore mio, voi mi dovreste comprendere.
Felice - Ah, capisco!
Sposo - Se foste sposato, lo comprendereste meglio,...non posso vivere
senza mia moglie.
Felice - Su, siate buoni e andate a nanna. - Fate i buonini, se no vi do
le tò tò sul popò.
Sposo - Andiamo?
Sposa No, perché ora sei calmo, poi ti vengono i 5 minuti e...
Felice No, semmai chiamo l'infermiere, la camicia di forza...
Sposo Ma che 5 minuti vuoi che mi vengano, sono calmo.
Sposa No, io dormo qui.
Felice Ma è il letto mio, come dormo qui?
Sposo - Ma è il letto di Roccasecca...
Felice - Va bene, farò un sacrificio, ...mi arrangio con la signora...
Sposo - Dico, voi siete pazzo!
Felice - Ah, ora il pazzo sono io?
Sposo - Sì, siete pazzo, lo dico io! Vuol dire che se mia moglie insiste,
ci arrangeremo qua.
Felice - Ma in 3 come ci mettiamo?
Sposo - Ma che in 3,...dico io e mia moglie.
Felice - E io dove vado?
Sposo - E andate all'inferno!
Felice - Ma il letto mio...
Sposo - Va bene, andate in camera nostra.
Felice - Al secondo piano?
Sposa In camera nostra? Coi cassetti aperti, i valori, ma scherzi?
Sposo Perbacco, non ci pensavo, ci sono i valori, i cassetti aperti...
Andiamocene su, cara... Coccolina d'oro...
Felice Ué, concolina d'oro... Concolina d'oro... I cassetti aperti, i
valori... e che sono un ladro, io? Per chi m'avete preso? (gli
sposini escono - Felice li segue parlando fino alla porta) Io sono
il primo cittadino di Roccasecca! Mascalzoni!
Sposo Eh? (torna dentro il marito con fare minaccioso - Felice
indietreggia) Mascalzone a me? (schiaffo)
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 50

Felice E che gli ho fatto? Perché mi ha fatto così? E che gli ho fatto,
io? Eh... (mentre parla raccoglie tutti i vestiti ed esce) Ma io me
ne vado. Ma che scherziamo? E dove siamo? È vero che è un
manicomio, ma si esagera! Questo è un manicomio che si
esagera.

(cala la tela)

FINE DEL SECONDO ATTO


‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 51

ATTO TERZO

Camera con quattro porte laterali ed una nel fondo. Mensole, tavolini,
poltrone e sedie. Nella serratura di ogni porta è inserita una chiave.

Scena Prima

Bettina (parlando alla porta a sinistra). Va bene, va bene, ho capito.


Preparo due tavole separate. (ridendo). Ah, ah, come sono
curiosi questi cafoni che sono venuti quest’anno! Mi fanno fare
un sacco di risate. Ieri sera la moglie litigò col marito perché
rientrò tardi e questa notte hanno dormito in letti separati. Ora
mi ha detto che nemmeno a tavola lo vuole vedere.
Ciccillo (dal fondo). Bella figliola!
Bettina Chi è? Dite.
Ciccillo Non cè nessuno? Michele, entra.
Michelino (esce con precauzione). Devo fare il pazzo o no??
Ciccillo No, no, entra. Lo zio che sta facendo?
Bettina Sta dormendo sul divano in salotto.
Ciccillo Sul divano? E perchè?
Bettina Perchè ieri sera rientrò tardi e la moglie non lo volle nemmeno
vedere. Si chiuse in camera insieme con la figlia e si
addormentò. Ma quella vecchia è terribile, sapete! Ma come ha
fatto per sposarsela vostro zio! Donne non ce ne stavano più?
Ciccillo la sposò per soldi. Portò per dote quattrocentomila lire.
Bettina Ah, ora ho capito! La vecchia è ricca. E che ne fanno di tutti
quei soldi? Sono solo in tre.
Michelino Bella mia, ma cè il nipote che vale per quindici, si mangia tutto
lui.
Ciccillo Stai zitto! Chissà cosa pensa di me quella ora.
Bettina A proposito, signorino, a me l’affitto chi me lo deve dare, voi o
vostro zio?
Ciccillo Ti devono pagare loro. E questo che cosè? E io che centro? Io
gli ho solo proposto la casa, ma loro ci sono venuti ad abitare.
Bettina E va bene. Allora do la ricevuta a vostro zio.
Ciccillo Non c’è da dubitare, sai.
Bettina Ma no, io non dubito. È solo che sono io che devo poi rendere
conto ai miei padroni dell'affitto.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 52

Ciccillo Ho capito. Non ci pensare.


Michelino Ma voi sembrate la portinaia.
Bettina Sissignore, e ho la mia camera vicino al cancello del giardino.
Quando poi si fitta la casa mi presto anche a fare altri lavoro,
pulisco le camere…
Michelino Ah, perciò state qua?
Bettina Sissignore. Io vado fuori, se mi volete, chiamate. Permettete.
Michelino Fate, fate.
(Bettina via dal fondo)
Michelino Ciccillo, fai subito, parla con tuo zio, inventa un'altra scusa per
quello che è successo ieri sera e fatti dare le cinquecento lire da
dare a Don Nicolino, altrimenti quello ti picchia di nuovo.
Ciccillo Mi picchia? E perchè ieri sera mi ha picchiato? Gli ho dato tre
schiaffi che se le ricorda finchè vive. L'ho fatto girare torno
torno… e fortunatamente sono intervenuti per separaci
altrimenti lo combinavo nuovo nuovo.
Michelino Ah, si? E sotto l'occhio che tieni?
Ciccillo Ah, qua? Un pugno. Uno me ne ha dato.
Michelino Uno? Io pensavo molti di più.
Ciccillo No, uno, e fu allora che gli saltai addosso.
Michelino Ah, ho capito… E io ho passato quel guaio! Mentre tu eri in
Questura, io andai sulla Pensione e incontrai tuo zio.
Regolarmente dovetti fare il pazzo. Uscì gente tutta spaventata
e ci fu un fuggi fuggi generale.
Ciccillo Guardate che combinazione! Ma mio zio non ha capito niente?
Michelino No, perchè se ne scappò, non lo trovammo più.
Ciccillo Meno male. Basta, Michelino, torna tra un pò e ti faccio trovare
le cinquecento lire.
Michelino Ti raccomando.
Ciccillo Stai tranquillo! (Michelino via dal fondo).
Ciccillo Ahi, la schiena, non posso raddrizzarmi. Eh, un pugno! Forse
furono più di venti, mannaggia l’anima d’a mamma! E ora chi
lo sente a zio, ieri sera l'ho lasciato da solo là sopra! Eh, ma io
ho già la scusa pronta e ci deve credere per forza! (via nella
seconda porta a destra).
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 53

Scena Seconda

Concetta Niente, è inutile, non mi convince… A me non mi imbroglia.


Crede che è venuto a Napoli per fare il farfallone, per andare
correndo di quà e di là. Ma io faccio presto, però, lo lascio e me
ne vado. Ieri sera rientrò a quell'ora, frastornato, rimbambito,
con il volto pallido pallido, non riusciva nemmeno a parlare.
Margherita Ma voi non gli avete dato nemmeno il tempo di parlare.
Concetta E ci mancherebbe, io sono una donna che capisce tutto. A me
non mi imbroglia nessuno. Chissà dove è stato e cosa ha fatto
per ridursi così. E poi rincasò da solo senza il nipote. Perchè
Ciccillo non era con lui? Quando tu glielo hai chiesto, ti ricordi,
disse che non sapeva nulla, che non sapeva dove fosse.
Svergognato, perciò voleva venire da solo a Napoli! Perciò non
mi voleva portà!
Bettina Signora, fuori ci sta una donna che vuole parlare con don
Felice.
Concetta Con don Felice? E chi è?
Bettina Ha detto che si chiama Amalia Strepponi, e sta insieme con una
bella ragazza.
Concetta Con una bella ragazza? E cosa vuole da mio marito?
Bettina Penso che ci deve essere un errore, pecchè quando le ho chiesto
chi era , lei ha risposto: << Dite a don Felice che sono la madre
della sua fidanzata e ho portato con me anche la ragazza>>.
Concetta Tu che dici?
Margherita Oh, mamma mia!
Concetta Ti ha detto proprio così?
Bettina Proprio così!
Concetta Ah, infame, scellerato, galeotto! Lo dicevo che qualcosa c'era
sotto! A Napoli non è venuto per il nipote, è stata una scusa.
Ah, pezzo d’assassino. Io però, devo fingere, devo vedere chi è
questa donn’Amalia Strepponi, chi è questa fidanzata. E dopo
parliamo. Ora dico che sono la sorella di Don Felice e che tu sei
mia nipote, hai capito?
Margherita Va bene!
Concetta Falla entrare.
Bettina (alla porta in fondo). Signora, accomodatevi.
Amalia (uscendo con Rosina). Grazie. Buongiorno signora.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 54

Concetta Buongiorno.
Rosina Buongiorno.
Concetta Voi, signora, volete parlare con don Felice?
Amalia Sicuro. Se sta comodo, però.
Concetta In questo momento, vedete, non può parlare, sta facendo il
semicupo caldo per certi dolori che gli sono venuti stamattina
al basso ventre.
Amalia Oh, mi dispiace… Ma che ne soffre?
Concetta Sì, da molto tempo soffre di appendicite. Ma voi potete parlare
con me, è lo stesso.
Amalia Forse voi siete la madre?
Concetta No, sono la sorella… la sorella più grande, e questa ragazza mi
è nipote.
Amalia Ah, bravo.
Concetta Accomodatevi, vi prego. (Bettina da le sedie e via ridendo).
Amalia Grazie. (seggono). Ecco qua, signora mia, si tratta di un
matrimonio. Un matrimonio combinato così, come si dice:
Frienno magnanno. Ieri abbiamo avuto l’onore di conoscere
don Felice, lui ha visto mia figlia e l’è piaciuta. Mia figlia l’ha
trovato simpatico e ci siamo subito intesi. Io come madre,
figuratevi, ho un gran dolore staccarmi da lei, ma trattandosi di
un uomo serio, positivo, non vorrei perdere tempo e sono
venuta per combinare, tutto lesto lesto.
Concetta Ah, sicuro. E perché si deve perdere tempo? Una volta che
vostra figlia piace a mio fratello, mio fratello piace a lei, si può
fare tutto con la massima sollecitudine, con tutta la fretta
possibile.
Amalia Voi ne avete piacere?
Concetta Io? Ma vi pare. E’ stata una cosa che mi ha fatto molto piacere!
Non potete credere quanto sono contenta!
Margherita Ma scusate, signora, fosse uno sbaglio, questo don Felice che
voi dite che cognome tiene?
Amalia Ah, il cognome? Sciosciammocca.
Concetta Sciosciammocca, sissignore.
Amalia Non è Napoletano, è di Rocca…
Concetta Secca… di Roccasecca.
Amalia Perfettamente.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 55

Concetta Perfettamente. E’ lui, è proprio lui, è mio fratello. (s’alzano).


Signora, scusate, trattenetevi con vostra figlia un momento in
questa camera (indica la prima a sinistra). Io adesso lo faccio
venire subito subito.
Amalia Come volete. Ma se non gli fa comodo stamattina, possiamo
venire domani.
Concetta No, no, e quello se sa che ve ne siete andate si può arrabbiare…
favorite… Margarita, vai a chiamare a Felice, e digli: <<La zia
vi vuole>> Ma non fargli capire che è venuta questa signora
con la figlia, gli facciamo una sorpresa.
Amalia Ah, sicuro.
Margherita Va bene.
Concetta Favorite, favorite.
Amalia Grazie. (via a sinistra).
Rosina Grazie. (via appresso).
Concetta Hai capito, mò? Non dire niente, fallo venire subito.
Margherita Sissignore.
Concetta Scellerato, voglio mettere la casa sotto sopra! (via)
Margherita Ma queste sono cose da pazzi, sapete, quello è sposato e si
mette ad organizzare un matrimonio. Ma niente, non mi fa
compassione. Lo dicevano tutti al paese <<Donna Concetta,
non vi risposate, ma perchè volete passare un guaio, ve ne
pentirete!>> E così è stato! Ah, eccolo quà, ora vedi che
succede!

Scena Terza

Ciccillo (portando a braccetto Felice, il quale è pallido). Ma ora come


state?
Felice Mo me sento nu poco meglio, ma ‘a capa m’ a sento stunata,
pare che stongo dinto a na campana. Tu pazzie, io passai chello
poco airessera! Nun saccio comme so vivo! Si non me lassave
sulo là ‘ncoppa, non me sarria trovato ‘mmiezo a
chell’ammuina.
Ciccillo Ma pecchè, che cosa è successo?
Felice Te l’aggio ditto, succedette l’inferno, se revutaiene tutte ‘e
pazze, nun saccio comme arrivaie a scappà.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 56

Ciccillo Embè, che volete da me… Io ebbi una chiamata per un consulto
urgente e dovetti correre. E mentre stevo tornando, sono
scivolato su una buccia di limone e andai a sbattere con la testa
vicino alla ruota di una carrozzella. Per poco non ci rimettevo
un occhio. Guardate quà. (mostrando la fronte).
Felice E bravo, stavamo passando un guaio ciascuno!
Ciccillo E la zia non vi ha voluto acsoltare?
Felice Niente, nun me dette ‘o tiempo ‘e me fà dicere na parola.
Appena arrivaje me facetta na cancariata ch’era venuto tarde,
po’ se ne jette dinto ‘a cammera soia e se chiudette ‘a dinto. (a
Margherita). E’ vero, è vero? Rispunne.
Margherita (fredda) Sissignore.
Felice Vì che bella educazione! Già, chillo ‘o padre era negoziante ‘e
puorce. Che ne vuò ricavà. Accussì si risponne?
Margherita Così voglio risponnere.
Ciccillo Neh, Margarita, e perchè questi modi?
Felice Ciccì, famme rispettà, agge pacienzia.
Ciccillo (a Felice) (Lasciate fare a me). (a Margherita) Ma capisci che
oggi quell’uomo tu lo devi rispettare perché è il tuo secondo
padre.
Margherita E perciò lo tratto così, perchè penso che lo devo rispettare,
altrimenti…
Felice Mi spaccherebbe la testa.
Ciccillo Va bene, questo lo puoi dire ora perchè non ci sono io in casa e
questo pover'uomo è solo. Quando mi verrò a stabilire pure io a
Roccasecca…
Margherita prendi le mazzate…
Ciccillo Prendo le mazzate? Lo vedremo… Quando vengho io le cose
devono andare diversamente.
Felice Nun le dà audienza, Ciccì, chella è maleducata.
Ciccillo E gliela insegno io l'educazione, la metto io a dovere.
Margherita Mammà vi sta aspettando in camera. Ha detto se potete
andare di là che vi deve parlare.
Felice A me?
Margherita Si, a voi.
Felice Va bene, adesso vado.
Ciccillo caro zio mi volete dare quelle cinquecento lire che servono per
comprare quella macchina?
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 57

Felice Ah, sicuro. Tiene. Chesta è na carta ‘e mille lire. Cambia e


porteme ‘o riesto.
Ciccillo Grazie tante. Torno subito. (a Margherita) Con voi, signorina,
quando vengo al paese, faremo i conti. (via)
Margherita Va bene.(Compare Concetta).
Felice Andiamo a vedere mammà che vuole.

Scena Quarta

Concetta Avete detto bene:<< Andate a vedere mammà che vuole>>. …


Vi sta aspettando in quella stanza, è venuta per combinare tutto,
per finalizzare tutto. E non vuole perdere nemmeno un minuto,
vuole fare tutto lesto lesto.
Felice Ma chi?
Concetta Come chi? La madre della vostra fidanzata. E’ venuta per
combinare il matrimonio della figlia con voi… Svergognato,
assassino, galeotto. Qua non dico niente perchè stiamo a Napoli
e non voglio fare brutta figura. Ma al paese parliamo. Ora mi
metto il cappello mi prendo la roba e ce ne andiamo. Appena
arrivo chiamo don Saverio l’avvocato e me voglio separare.
Non ti voglio vedere più!
Margherita E se capisce.
Felice Ma tu che staie dicenno?
Concetta Che sto dicenno? Ti faccio vedere io che sto dicendo! Ah, tu
avevi messo gli occhi sui miei soldi, sulla mia dote, ma ti
sbagli. Avevi fatto i conti senza l’oste. Svergognato, traditore,
porco. (via dal fondo a destra).
Felice Ma io voglio sapere…
Margherita Che volete sapere, che volete sapere? Queste sono cose a cui
non ci si può credere. Ma come uno è sposato e se mette ad
organizzare un altro matrimonio?.
Felice Ma co chi?
Margherita Con la figlia di Donna Amalia Strepponi. Andate, vi stanno
aspettando là dentro. Vergognatevi, vergognatevi! (segue
Concetta).
Felice Donna Amalia Strepponi? Chesta me pare… (va a guardare
alla prima a sinistra) Sangue di Bacco, sissignore… chella è ‘a
pazza nzieme c’a figlia… e che hanno fatto? Se ne so’ scappate
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 58

‘a coppa ‘o stabilimento? E comme nce l’hanno fatta a scappà?


(chiude la porta a chiave). Vuie vedite che guaio c’aggio
passato io pover’ommo! E chillo canacaro ‘e Ciccillo che se n’è
ghiuto n’ata vota. Mo faccio nu biglietto a don Carlo, ‘o
direttore, le dico che curresse subito ccà, cu duje uommene.
(va al tavolino e scrive). “Caro Don Carlo, venite subito in mia
casa, al villino De Rosa, e portate con voi due facchini… fate
presto. Vi saluto. Felice Sciosciammocca”. (mette la lettera
nella busta e scrive l’indirizzo). “Signor Carlo Sanguetta,
Direttore della Pensione Stella, Corso Umberto I°.
Urgentissimo”. Mo chiammo a nu guaglione e nc’a faccio
purtà. (per andare) Aspè, chelle sò capace ‘e scassà ‘a porta.
(Mette un tavolino vicino alla prima porta a sinistra e sul
tavolino mette una poltrona).
Bettina (con foglio in mano) Signore vi ho portato la ricevuta… Se
state comodo…
Felice Se ne parla cchiù tarde.
Bettina Signore ma che state facendo, dovete fare una predica?
Felice Statte zitta, nun te ne ‘ncarricà. Dimme na cosa… tiene na
persona che porta stu biglietto?
Bettina Sissignore, posso dirlo a mio fratello.
Felice Bravo… frateto… ma mo proprio. (dà la lettera)
Bettina Subito, sissignore. (fra sé) (chisà che altro sarà successo) (via)
Felice Mo che vene Don Carlo e mette in chiaro la cosa, aggia dà na
lezione a chella caurara ‘e patane comme dico io. ‘A voglio fa’
j a correre veramente da don Saverio l’avvocato. Vì che
vecchia terribile! Da iere a sera non m’ha dato ‘o tempo ‘e
dicere na parola. A n’ato poco ‘a voglio fa’ correre.

Scena Quinta

Raffaele (di dentro) Va bene, ho capito, grazie.


Felice Chi è? Mamma mia, Otello! Pure chisto ne hanno fatto scappà!
Raffaele (uscendo) Eccolo qua. Amico mio, come state? Ancora vi
mettete paura di me? E ora non sono truccato, che diavolo! Mi
ha fatto molto piacere che vi siate spaventato, perchè vuol dire
che la parte la feci molto bene, naturale.
Felice Ah, sicuro!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 59

Raffaele Tanto naturale, che ve ne siete scappato. Ieri sera tutti se la


sono presa con me. Dicono che voi ve ne scappaste per colpa
mia. Io? E che c’entro io… voi avete avuto paura, ccsa ci posso
fare. Da mio fratello ho saputo il vostro indirizzo e sono venuto
a servirvi fino a qua. Vi ho portato un palco e quattro biglietti
di platea. Chi sa… volete far venire amici vostri. Il palco è di
prospetto, seconda fila numero nove. Favorite. Accostatevi,
questo che cos’è! Ma di che vi mettete paura? Vedete come è
rimasto impressionato. Embè, voi avete paura? E io ne ho
piacere. La prossima domenica vi faccio ascoltare Francesca da
Rimini. (Declama). << T’amo, Francesca, t’amo e disperato è
l’amor mio>>.
Felice Sentite, vi voglio presentare alla mia signora. Ve la voglio far
conoscere. Ne avete piacere?
Raffaele Oh, vi pare, sarà un onore per me!
Felice Allora favorite in questa camera, che la vado a prendere e la
porto con me.
Raffaele Sarò veramente fortunatissimo.
Felice Pochi minuti e saremo da voi.
Raffaele Fate il vostro comodo.
Felice (fa entrare Raffaele nella prima a destra e chiude a
chiave).Mannaggia l’arma ‘e mammeta! E so’ tre. Chisto è
terribile, chisto si se ne và ‘e capa non se po’ tenè cchiù.
(prende un tavolino lo mette vicino alla porta e vi siede).
Margherita (uscendo). Che fate seduto li sopra?
Felice Niente, me piace ‘e stà assettato ‘ncopp’ o tavolino. Sto cchiù
comodo. V’avite sistemato ‘a robba? Site pronte pe partì?
Margherita Si capisce!
Felice E va bene. A n’atu poco ve voglio fa’ partì comme dico io… ve
voglio fa’ partì col diretto, accussì arrivate cchiù ambressa a
Roccasecca. Avete capito? Ve voglio fa’ vedè chi è stu puorco,
comme ha detto la signora vostra madre e che sò capace ‘e fa’.
Margherita (fra sé) (Mamma mia che brutta faccia c’ha fatto, che brutti
occhi! Stesse impazzendo?)
Felice Dincello a mammeta che nun se movesse ‘a dinto, che mettesse
‘a robba ‘o pizzo suio, e nun me facesse cchiù indisporre. Va,
va nc’o dice. Io nun me pozzo movere pecchè tengo Otello
dinto a sta cammera e nun ‘o pozzo lascià sulo.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 60

Margherita (fra sé) (Otello? E chi è Otello?) (a Felice) Ma voi, scusate…


Felice Non voglio sentere niente. Andate.
Margherita Eccomi quà. (Via seconda a sinistra guardando Felice
attentamente).
Felice Eh, io, si nun ‘e metto a dovere, cheste oggi o dimane me
pigliane a mazzate.

Scena Sesta

Bettina Il biglietto è stato mandato.


Felice Bravo.
Bettina Fuori cè un uomp che vuole parlare con voi.
Felice E chi è? Fallo trasì.
Bettina (dal fondo) Accomodatevi, da questa parte.
Errico (con grosso involto, scatola di violino, una piccola canestra,
borsa a tracollo, due bastoni ed un ombrello legati che terrà
sotto al braccio). Grazie tante. Caro Don Felice. (Bettina via).
Felice (fra sé) (Pure chisto se n’è scappato?)
Errico Ieri sera , quel pazzo di don Raffaele vi spaventò così tanto. Io
non lo presi a schiaffi perchè lo conosco da tanto tempo, è
amico mio e non mi conveniva, ma gli ho fatto una bella
romanzina, però. Sono scherzi che non si fanno.
Felice E si capisce. (fra sé) (Chisto pure se n’è scappato! E comme
faccio!)
Errico Così pure quel pazzo del Maggiore. Che voleva da voi?
Felice E che ne saccio.
Errico Io aspettavo che vi facesse qualcosa! Gli avrei rotto il violino in
testa. Voi non potete credere quanto sono contento di avervi
conosciuto. Non ne potevo più di stare in quella pensione.
Fanno troppo chiasso. Io voglio stare tranquillo. Stamattina
zitto zitto, mentre il direttore stava al secondo piano, ho preso
la mia roba e me ne sono scappato senza pagare nemmeno un
soldo.
Felice Avite fatto buono.
Errico Dunque, io sono pronto. Partiamo per Roma col treno delle due
e cinquantacinque, arriveremo alle nove, andiamo a dormire, e
poi domani prepariamo tutta la pubblicità: manifesti,
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 61

manifestini, ritratti, e domenica matina cominciamo a


viaggiare. Il primo concerto lo daremo a Parigi. Cosa ne dite?
Felice Ah, sicuro.
Errico Voi siete pronto? Avete fatto le valigie?
Felice Uh, da stamattina. Tengo tutte cose dinto ‘a cammera ‘e lietto.
Aspettate nu mumento dinto a stu salotto qua, vedete. (indica la
prima a destra). Mo me vesto e vengo.
Errico Non mi fate aspettare molto. In questo cestino ho messo un po
di roba da mangiare, faremo una merenda nel treno.
Felice Ah, bravo.
Errico Ma non l’ho comprata, l’ho rubata alla Pensione senza che
nessuno m’ha visto.
Felice Avite fatto buono. Trasite, aspettateme là.
Errico Sbrigatevi. (entra. Felice chiude a chiave)
Felice Mamma mia, me moro ‘e paura. Ma chillo cancaro ‘e direttore
che fa, nun nce sta attiente. E allora che nce fà là ‘ncoppa? Se
fa arrubbà, n’e fa scappà. E chillo povero Ciccillo non ne sape
niente. Vì che bello direttore! Vedimmo che s’ha arrubbato.
(apre il canestro e tira fuori un fascio di sedani, pane, e un
caciocavallo). Na piccola marenna. Ma guardate, chillo mò è
pazzo, ma ha tenuto ‘o giudizio ‘e se purtà ‘o mangià appriesso.
(escono dalla seconda a sinistra Concetta e Margherita che
fanno capolino).
Concetta Che fa con quelle cose in mano?
Margherita E dove le ha prese?
Felice Chesto però nun nc’o dongo ‘o direttore, m’o tengo semp’io.
(alla prima porta a sinistra si bussa, Felice va vicino alla
porta). Stateve zitto lloco dinto e aspettate. Nun facite chiasso
ch’è peggio pe vuie. Aggio mannato a chiammà ‘o direttore. Si
nun ve state quiete, chillo ve vatte.
Amalia (di dentro) Don Felice, aprite, che state dicendo?
Felice Eh, che sto dicenno! A n’atu poco parlammo… Mo sta robba ‘a
vaco a mettere dinto ‘a credenza. (via fondo a sinistra).
Concetta (uscendo) Uh, mamma mia, è impazzito.
Margherita Avite visto, mammà, io ve l’ho detto.
Concetta Dove ha preso quel caciocavallo, e il pane e quel mazzo di
sedano?
Margherita E chi lo sa!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 62

Concetta Poi ha detto a quelle due là dentro << State zitte che ora arriva
il direttore e vi picchia>> Chi è sto direttore?
Errico (di dentro bussando alla porta). Don Felì, perchè mi avete
chiuso qua dentro?
Concetta Sta chiuso un uomo in quella camera! E perchè?
Margherita E chi lo sa!
Raffaele (di dentro bussando alla porta) Don Felì, aprite, vi devo dire
una cosa.
Concetta E là ci sta un altro uomo?
Margherita E quello deve essere Otello.
Concetta Otello?
Margherita Sissignora, così si chiama, me ll’ha detto lui.
Concetta (guardando in fondo). Sta arrivando, andiamocene, non ci
facciamo vedere. (via a sinistra)

Scena Settima

Felice (dal fondo a sinistra) M’aggio astipato tutte cose. Sta canestella
levammola ‘a ccà. (prende il canestro e lo mette a terra in
fondo. Errico e Raffaele bussano alle porte). Stateve zitto, sta
venendo ‘o direttore, cu duje maste Giorgio.
Maggiore (di dentro) Qua abita don Felice Sciosciammocca?
Bettina Sissignore.
Maggiore (di dentro) E allora non me rompere…, io posso entrare quando
voglio.
Felice Che sento, ‘o Maggiore. Pure chisto n’hanno fatto scappà! E
comme ‘a combino mo?
Maggiore (fuori) Ah, eccolo qua! Buongiorno, signore. Non dovete
aver paura perchè io ho capito che siete una carogna e non mi
posso battere con voi. Mi fate compassione. Ho saputo il vostro
indirizzo da un cameriere dell’albergo e sono venuto a
domandarvi dove abita quell’amico vostro che ieri sera parlava
con voi, quel giornalista, quell’imbecille, che voleva
insegnarmi l’educazione. Stamattina non s’è fatto vedere, è
sparito. Ditemi dove sta, dove lo posso trovare.
Felice Aspettate… voi forse parlate ‘e chillo giovene che
s’appeccecaie cu vuie aieressera, che ‘o chiammasteve carogna,
vigliacco?
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 63

Maggiore Perfettamente.
Felice Guardate la combinazione! E chillo mo ha da venì ccà pe
n’affare, nce tengo l’appuntamento a mezzogiorno.
Maggiore Possibile. Veramente?
Felice Parola d’onore. Aspettatelo nu momento dinto ‘o salotto.
Appena vene ve chiammo.
Maggiore Nel salotto? E qua non posso aspettare?
Felice No pecchè chillo po’ essere che appena ve vede se ne scappa.
Maggiore Ah, già, dite bene.
Felice Favorite.
Maggiore Allora vi raccomando, sapete. Come lo vedete entrare mi
chiamate.
Felice Si capisce. Favorite. (apre la seconda a destra fa entrare il
Maggiore e chiude a chiave). Puozze murì e’ subeto! M’hai
fatto sudà friddo! Ma comme, se ne sò scappate tutte quante ‘a
llà ‘ncoppa? (si bussa alle porte prima a destra e seconda a
sinistra).
Voci (di dentro) Aprite, don Felì.
Felice Seh, state frische! Mannaggia chi v’ha allattate! Guè, chille
vonno essere aperte. M’hanno fatto passà chesto poco. Aspetta
mo ‘e faccio stà zitto subito subito. (suona un campanello).

Scena Ottava

Felice (seguitando la battuta di sopra). Chi è stato alla porta? Come?


‘O direttore d’o stabilimento, don Carlo Sanguetta? Possibile?
E’ venuto ‘o direttore, fallo trasì. Favorite, favorite. Carissimo
Don Carlo, accomodatevi. Io vi ho mandato a chiamare, perché
tale era il mio dovere. L’ho dovuto fare per forza. E vi debbo
dire con tutta sincerità che voi siete troppo sciolto. Per
l’avvenire vi dovete stare più attento. Chille chi sò? Quatte
facchini? Bravo, avete fatto bene. (Concetta, Margherita e
Bettina si guardano spaventate e fanno segno di meraviglia).
Mo ve li consegno tutte quante, ma vi prego però di non farli
vattere perché poi alla fine sono galantuomini, s’hanno da
compatì, povera gente, non sanno quello che fanno. Come? Ah,
si capisce, si veneno c’o buono allora va bene… e si no là
stanno ‘e facchine nce pensano loro. Eh, lo so, voi siete molto
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 64

severo… Che vulite fa vuie? Nossignore… voi siete facchini e


state al vostro posto. Voi dovete aspettare l’ordine del direttore.
E’ vero, dico bene?
Concetta (avvicinandosi). Ma tu con chi stai parlando?
Margherita (spaventata). Papà!
Bettina Signò!
Felice (Oh, mò cheste me pigliano pe pazzo a me mò) Stateve zitto. Io
faccio apposta. Ccà, dinto a sta casa, tenimmo cinque pazze.
Le Tre Cinque pazzi!
Felice Sissignore. Se ne so’ fuiute ‘a copp’o stabilimento, ma io però
l’aggio chiuse ‘a dinto. No nc’è paura!

Scena Nona

Carlo (di dentro) E’ permesso?


Felice Che sento… ‘o direttore. Favorite direttò.
Carlo (fuori). Buongiorno signor don Felice, che volete? Perché mi
avete mandato a chiamare con tanta fretta?
Felice E me lo domandate? V’aggio avuto mannà a chiammà a forza,
mio caro. Vuie ‘o direttore nun ‘o sapite fa, vuie avita fa n’ata
cosa. Che maniera è questa? Vi dovete stare più attento. Sapete
che se vaco a ricorrere ve ncuitate e se capisce… Dice: <<Ma
io nun ne saccio niente>>. Non è una bella ragione questa. Lo
dovete sapere. Voi dovete essere responsabile di tutto quello
che succede. E che s’è trattato di uno… Chille sò state cinche,
che diavolo!
Carlo Ma aspettate don Felì… ma che state dicenno? Ma che site
pazzo?
Felice Mo songh’io ‘o pazzo. (alle tre porte si bussa forte). Nu
momento, qua sta il direttore. (a Carlo). Io l’aggio chiuse ‘a
dinto, faciteve sentì, alluccate.
Carlo E perchè devo urlare?
Felice Ma vuie veramente nun sapite niente? Na bona porzione d’e
pazze se ne so’ scappate e so’ venute ccà.
Carlo E un'altra volta con i pazzi! Ma quali pazzi?
Felice Chille che tenite vuie ncoppa ‘a pensione: donn’Amalia
Strepponi, nzieme c’a figlia, ‘o Maggiore, chillo che fa Otello
e Don Errico Pastetta, ‘o maestro ‘e musica.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 65

Carlo E stanno qua?


Felice Sissignore.
Carlo Ma quelli non sono pazzi, lo volete capire o no, quelli stanno
meglio di voi.
Felice Possibile!
Carlo Possibilissimo. Voi non siete venuto in un manicomio … quello
è albergo e pensione. Aprite quelle porte, e questo che cos’è.
(Apre la prima e seconda a destra. Bettina apre la prima a
sinistra).
Maggiore Perché avite chiuso questa porta?
Amalia (uscendo con Rosina). Che maniera è questa?
Errico (uscendo) Don Felì ma che significa questa cosa?
Raffaele perché mi avete rinchiuso là dentro?
Felice Signori miei scusate, io me credevo che ireve tutte quante
pazze.
Tutti Noi? (ridendo). Ah, ah, questa è bella!
Carlo Ma come avite potuto credere a questa cosa?
Felice Pecchè me l’ha ditto Ciccillo mio nipote.
Carlo Vostro nipote?
Felice Sissignore. Ha ditto che chella era na pensione addò isso teneva
quindici pazze in cura.
(Tutti ridono)
Concetta Che bello imbroglione!
Felice Che pagava la pigione diecimila lire l’anno.
Concetta E noi gli abbiamo mandato i soldi per il primo anno.
Carlo (ridendo) Ah, ah, ora ho capito!
Concetta Ma tu perché volevi sposa?
Felice Pecchè essa m’o dicette, e io credenneme che era pazza,
acconsentii.
Amalia Io vi ringrazio. Mi avete fatto perdere tutto questo tempo!
Felice Io sono ammogliato, signora mia. Ecco qua mia moglie.
Concetta A servirvi.
Amalia Favorirmi sempre.
Felice Vedite chillo piezzo d’assassino che m’ha combinato!
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Scena Ultima

Ciccillo (uscendo in fretta). Caro zio, questo è il resto (fra sé) (Che
vedo! Stanno tutti qua!)
Felice ‘Mbruglione, svergognato! Abbiamo scoperto tutto! Sappiamo
tutto! Come vedete, ccà stanne tutte ‘e pazze!
Concetta Birbante galeotto!
Felice E nce sta pure ‘o tenore. Ched’è, mo nun cantate cchiù? “Oh
ciel che feci ne sento orror”.
Michelino Lui me lo ha fatto fare.
Ciccillo E’ la verità. Io avevo un sacco di debiti a Napoli, non potevo
andare da nessuna parte. Per potermeli togliere vi cercai quei
soldi e vi dissi che mi servivano per pagare un anno di anticipo
per il manicomio. Voi poi siete venuto a Napoli e volevate
vederlo e io non sapendo come fare vi ho portato alla pensione
dove alloggio.
Tutti (ridono) Ah, ah!
Maggiore Ma quel giornalista?
Felice Io non lo conosco… nun saccio addò sta.
Maggiore Lo troverò io. Permettete. (via).
Errico Vuol dire che non partiamo più?
Felice Ch’aggia partì, io nun saccio sunà nisciuno strumento.
Raffaele E verrete al mio debutto?
Felice Non posso… aggia partì, me ne voglio turnà ‘o paese, a Napoli
me so’ stunato.
Ciccillo Perdonatemi, non lo faccio più.
Carlo Va bene, don Felì, perdonatelo. Sono cose di gioventù.
Amalia Alla fine non ha fatto un gran male.
Altri Perdonatelo!
Concetta Va bene, non ne parliamo più. Ma se ne deve tornare con noi a
Roccasecca, e deve stare sempre là.
Felice Ah se capisce. (a Ciccillo) Che ne dice?
Ciccillo Sissignore, sto sempe llà.
Felice Ciccilo e tu andavi a Napoli,
a cercare i pazzi...
l pazzi sono ovunque...è pieno il mondo...
ce ne saranno in sala, certamente...
E pensandoci bene,in fondo, in fondo...
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 67

lo sono pure io, modestamente...


E compatite questa mia follia,
se vi ho donato un'ora di allegria!

(cala la tela)

FINE DELLA COMMEDIA

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