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Napoli
1908
Personaggi
PROLOGO
Col sipario chiuso popolani di Roccasecca, Felice, Magherita e Concetta
Concetta Non è colpa sua se non è stata mai a Napoli. Se era vivo il
povero padre suo, I'avrebbe già vista da un pezzo,...lui sì che ci
teneva alla famiglia..
ATTO PRIMO
Il caffè alla Torretta. Tavolini e sedie. Specchi alle pareti.
Scena Prima
Luigi Cameriere!
Peppino Comandi!
Luigi Portami una tazza di caffè.
Peppino Subito (E sono tre!)
Maggiore Cameriere!
Peppino Comandi!
Maggiore Portami “la Repubblica”.
Peppino Lo stanno leggendo, signore.
Maggiore Ancora… E’ un’ora che se lo stanno leggendo, ma che è! Se la
vogliono imparare a memoria? Dammi “il Mattino”, “Don
Marzio”, “Il Pungolo”, un giornale qualunque.
Peppino Vi posso dare “la Tribuna”.
Maggiore E dammi “la Tribuna”.
Peppino Ecco servito (dà il giornale)
Maggiore (dopo una pausa… a Luigi). Scusate signò, amico,
giovanotto…
Luigi Vi ho pregato di chiamarmi col mio nome: Luigi De Vito.
Maggiore Ah! Sicuro, me l’ero scurdato. Luigi De Vita, giornalista è
vero?
Luigi Sicuro. Cioè, scrittore di novelle.
Maggiore E scrivete sempre?
Luigi Mi sono impegnato con un giornale per una novella al giorno.
Maggiore E la dovete scrivere qua?
Luigi Perché, vi dispiace?
Maggiore No. Ma dico: la potete scrivere in un altro tavolino.
Luigi E perché scusate?
Maggiore Perché qua ci sto io e mi fate venire i nervi. Voglio stare solo.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 5
Luigi Va bene, vi servo subito (Sia fatta la volontà del Cielo!) (s’alza
e passa ad altro tavolino)
Peppino (con caffè). Ecco servito. (cammina dietro a Luigi fino a che
questi ha trovato posto)
Maggiore Mettere a riposo me, dopo sedici anni di servizio, dopo aver
avuto il grado di Maggiore con sudori e stenti! E perché? Per
una cosa da niente, per essere caduto da cavallo tre vote. E ch’è
stata colpa mia? Ho messo su qualche chilo. Ch’aggia fà?
Quando monto a cavallo, mi vengono i giramenti di testa e me
ne vado a terra. E per questo mi si mette a riposo? Vedremo,
vedremo il Ministro che risponderà alla mia istanza. E si, me ne
vado a Roma, al Ministero.
Raffaele Pss, cameriere… (facendo notare il troppo chiasso del
Maggiore)
Peppino Maggiore, scusate, potreste parlare un po’ più piano?
Maggiore Avete ragione. Signori, perdonate.
Luigi Che bell’argomento per una novella: Un maggiore a riposo.
(scrive)
Raffaele (ripassando la parte). << E dite ancora che un giorno, in
Aleppo, un turco audace, un ribaldo in turbante, percoteva un
veneziano, e faceva insulto al vostro stato. Io per la gola serrai
quel circonciso e lo scannai così>>. Quando arrivo a questo
punto, faccio il botto. La morte la devo studiare bene.
Michelino Perdonate, che opera è questa?
Raffaele Otello. Lo faccio io domenica sera al teatro San Ferdinando.E’
una serata di beneficenza. Mi hanno tanto pregato! E’ la prima
volta che recito con pubblico pagante. Io sono un dilettante
appassionatissimo dell’arte drammatica, ne vado pazzo. E se
domenica avrò successo mi do anima e corpo al teatro.
Michelino Fate bene perché avete una bella voce.
Raffaele E una bella presenza. Tutti me l’hanno detto. Io non avrei
bisogno, perché tengo un fratello che sta bene, il proprietario
della Pensione Stella, al Corso Umberto I°.
Michelino Oh, qua vicino.
Raffaele Lui avrebbe voluto che io avessi fatto il segretario, ma io mi
sono sempre rifiutato. Che ci posso fare, la passione mia è l’arte
drammatica. Voglio fare l’artista, perché sono nato artista.
Michelino E si vede, fate bene. (Raffaele va a sedere).
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 6
Nicolino Neh cameriere siete sicuro che questo don Ciccillo viene?
Peppino Quello viene tutti i giorni
Nicolino E oggi non è venuto?
Peppino Non è venuto
Nicolino Guarda guarda proprio oggi non è venuto
Michelino Signore scusate voi cercate Ciccillo Sciosciammocca?
Nicolino Esattamente..
Michelino E io sono un amico suo lo sto aspettando anche io prego
accomodatevi, quello ora viene … dite a me di che si tratta?
Nicolino Ah voi siete amico di Ciccillo Sciosciammocca?
Michelino E come no… ci conosciamo da un sacco di tempo
Nicolino E lo volete bene al vostro amico?
Michelino Gli voglio bene? Noi ci conosciamo da quando eravamo
bambini…
Nicolino E allora gli dovete dire che è passato di qua Don Nicolino
Scapece, lui mi conosce… e gli dite che se non da a Don
Nicolino Scapece le 500 lire che ha perduto questa notte al
circolo, il sottoscritto gli rompe la testa… gliela apre da qua a
qua (indicando i due estremi della fronte)
Michelino (ripetendo il gesto) Da qua a qua…
Nicolino Don Nicolino Scapece lo aspetta tra mezz’ora davanti al teatro
San Carlo e che portasse le 500 lire. E se non le porta io la testa
gliela apro da…
Michelino (facendo il gesto) Da qua a qua…
Nicolino Bravo tra mezz’ora teatro San Carlo
Michelino Uh mamma mia che guaio che guaio e mo come si fa…
Peppino, Peppino quando viene il mio amico Ciccillo..
Peppino L’eterno studente….
Michelino Bravo l’eterno studente…
Peppino Ma studia sempre?
Michelino Eh so dieci anni che studia! Quello se ne approfitta che lo zio è
ricco e gli manda sempre il denaro da Roccasecca. Ma prima o
poi si accorgerà che il nipote invece di studiare medicina nun fa
niente e si joca tutte cose! Peppì, senti, io me ne vado dal
tabaccaio all’angolo.. Appena viene, fallo aspettare, che io
torno subito, che gli devo dire una cosa importantissima.
Peppino Va bene (Michelino via a sinistra).
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‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 8
Seconda scena
Raffaele Ma a Napoli, non avete potuto far niente? Al San Carlo per
esempio.
Errico Al San Carlo? E me metto a suonare in un’orchestra? Oh, mai,
piuttosto muoio di fame! Uno che è stato direttore alla Scala a
Milano, se mette a suonare nell’orchestra del San Carlo.
Raffaele Ma voi non arrivaste a dirigere.
Errico E che vuol dire? La scrittura era come direttore… potessi
andare all’estero… Se la sorte mi fa trovare un collega, un
professore di musica che vuol viaggiare, io me lo porto in
Spagna, in Russia, a Londra, a Costantinopoli a fare dei
concerti e vi faccio vedere come torno! Là sì che si fanno i soldi
veramente, là si apprezza la musica, là si capisce il valore di
un’artista. L'Italia per la musica è finita, non se po’ fà niente
cchiù.
Raffaele Oh se capisce (Chisto pazzo l’ho lasciato e pazzo l’ho
ritrovato!)
Peppino (uscendo col caffè) Ecco servito.
Errico Bravo! (gira il caffè col cucchiaino)
Raffaele E mò da dove venite?
Errico Sò stato a Pozzuoli a dare un concerto nella sala del Municipio.
Due lire a biglietto, due lire! Con un programma straordinario.
Tutti pezzi scelti, di autori celebri… Lo credereste? E’ venuto
solamente il sindaco con la moglie e i figli.
Raffaele E nessun altro?
Errico Nossignore... Uno squallore! Il sindaco dopo mi fece cenare con
lui insieme al maestro di pianoforte, poi stamattina me ne sono
andato! Tengo ‘o veleno ccà. (indica la bocca). Sto senza
alloggio perché il padrone di casa avanzava due mesi e non
voleva più aspettare. Ho raccolto tutte la mia roba e me no sono
andato.
Raffaele E dove sta la vostra roba?
Errico Eccola ccà. (mostrando il sacco). Il vestito nero, due camice e il
violino. Chesto è tutto chello che tengo.
Raffaele Oh, povero maestro! E dove dormite stasera?
Errico E chi lo sa! Sopra una panchina, sotto un balcone, per terra…
Raffaele Nossignore! Voi siete un artista e non meritate di stare così. Ci
penso io.
(sketch del portafoglio)
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 10
Scena Terza
Scena Quarta
Amalia Strano, perché c'era una mezza idea con Rosinella... È vero,
Rosi'?
Rosina Sì, mamma.
Amalia Beh, non fa nie... E quel giovanotto bruno, coi capelli ricci,
simpatico, i baffetti...
Michelino Quello coi ca... i baff... non l’ho visto.
Amalia Oggi non passa nessuno.
Michelino È festivo. Qua c'è solo Peppino il cameriere... con permesso (e
siede)
Amalia Già, Peppino… (rivolgendosi alla figlia) È un bel giovane,
simpatico e poi elegante, distinto, sempre in nero, sempre in
frac...
Rosina E che me ne ‘mporta a me.
Amalia Eh già! A te non importa… a te, ma a me importa! Ora sono
rimasta vedova e me voglio sistemà. Non voglio più fare la
serva, come ho atto finora nella pensione. Quando tu ti mariti,
io me ne vengo con te, figlia mia e faccio la padrona dentro
casa.
Rosina Oh, questo è certo! Ma voi non dovete avere fretta. Si non se
presenta qualcuno, che ci posso fa?.
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Amalia Che ci puoi fare? Con questo carattere che tieni, non devi
vergognarti di tutto, devi essere svelta, allegra, spiritosa, devi
ridere. Tu stai sempre con sto muso lungo, sembra sempre che
hai passato un guaio! Devi ridere e cantare…. Canta , ora torna
il cameriere e facciamo una bella figura. Tela ricordi forturella
si…e come fa come fa…
Amalia Brava! Eh, chillo, sarebbe un buon partito per te, perché dice
che lo zio è ricco assai. Ma perché non è venuto a salutarci?
(chiamando). Cameriere! Cameriere! (gridando)
Peppino Comandi.
Amalia Dateme n’ato poco di zucchero, scusate.
Peppino Vi servo subito. (via, poi torna).
Amalia Anche per mia figlia. (gridando per farsi sentire da Ciccillo)).
Avete capito, cameriere, anche per mia figlia. (rivolgendosi alla
figlia) Ma che è sordo? Uh guarda chi cè , è Don Ciccillo.
Adesso lo chiamo direttamente : Dottore, dottore…
Rosina No mamma non lo chiamare
Amalia Dottore dottore come satte?
Ciccillo Non cè male
Amalia Avete sentito mia figlia cantare?
I due No no
Amalia Non l’avete sentita no? (canticchiata)
I due (con lo stesso tono) No signò non l’abbiamo sentita no
Amalia Come vi trovate alla Pensione?
Ciccillo Benissimo
Amalia Ah la Pensione Stella è unica , la comprai quando smisi di
cantare…ora tutto il mio repertorio passerà a mia figlia…
l’ultima che ha imparato è “spingule francese” in italiano
“spille da balia”.. la volete sentire? Cameriere musica
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Amalia (comincia a cantare insieme alla figlia con balletto a soggetto)
Nu juorno mme ne jètte da la casa,
jènno vennenno spíngule francese
Nu juorno mme ne jètte da la casa,
jènno vennnenno spíngule francese
Mme chiamma na figliola: ' Trase, trase,
quanta spíngule daje pe' nu turnese?'
Mme chiamma na figliola: ' Trase, trase,
quanta spíngule daje pe' nu turnese?
Quanta spíngule daje pe' nu turnese?'
Io, che sóngo nu poco veziuso,
sùbbeto mme 'mmuccaje dint'a 'sta casa
Ah, chi vò' belli spingule francese
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 16
Michelino Ma se non fosse così matta, non abiterebbe alla pensione Stella.
Ciccillo Anche questo è vero… Miche'...
Michelino Eh?
Ciccillo Che hai detto?
Michelino Adesso?
Ciccillo Adesso, a proposito della signora...
Michelino Se non fosse così matta, non abiterebbe alla pensione Stella.
Ciccillo Alla pensione Stella?
Michelino Eh.
Ciccillo Allora ci siamo. Porto zio Felice alla pensione dove abito io e
gli dico: "Questa è la mia clinica e questi sono i miei pazzi"
Michelino ...e lui ci crederà.
Ciccillo Sì. Andrà tutto bene, gli raccomando di non muoversi da vicino
a me, ...di non parlare.
Michelino Sei a posto, tanto qua, in fondo, siamo tutti pazzi.
Ciccillo Come hai detto?
Michelino Adesso?
Ciccillo Sì.
Michelino Siamo tutti pazzi!
Ciccillo Michelino mio bello, ma quando parli esce l'oro dalla bocca tua.
A me è venuta un'altra idea: ti faccio passare per uno dei pazzi
che stanno sotto la mia cura.
Michelino No, mo faccio il pazzo...
Ciccillo Aiutami, Miche’. Hai detto adesso che siamo tutti pazzi, non ci
vuole niente, ti faccio passare per un pazzo calmo.
Michelino Non lo so...
Ciccillo Un maniaco a sfondo... ...a sfondo malinconico. - Eh. Capito?
Convinto di essere un tenore, il più grande tenore Enrico
Caruso.
Michelino Ehhh se Enrico Caruso?
Ciccillo Sì. Hai una bella voce, ti piace cantare insomma appena vedi
Zio Felice ti fermi, spalanchi gli occhi, stendi le braccia, apri la
bocca e cominci a cantare.
Michelino E che canto che canto?
Ciccillo Una romanza d’opera che cantava Caruso, che so Traviata,
Rigoletto…Canti una canzone napoletana, Michè O sole mio, la
conosci O sole mio?.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 19
Michelino Che bella cosa na jurnata 'e sole, n'aria serena doppo na
tempesta!
Ciccillo No no Michele non la devi recitare la devi cantare, tu sei un
cantante pazzo(comincia a cantare):
“Ma n'atu sole
Michelino cchiu' bello, oi ne'
Ciccillo 'o sole mio
Michelino sta 'nfronte a te!
Insieme o sole, o sole mio
sta 'nfronte a te!
sta 'nfronte a te!
Ciccillo Grazie, grazie assai, Miche', sei un amico, allora facciamo in
questo modo: adesso tu te ne vai, io li vado a prendere ...e li
porto qui.
Michelino Sì
Ciccillo Fra 10 minuti torni, però non sei più tu, sei un folle, evaso dalla
mia clinica, al resto ci penso io (spinge fuori Michelino).
Michelino (fermandosi) Io dimenticai di dirtelo, i proprietari, quando sono
partiti, hanno chiuso tutto, armadi, finestre, balconi, tutto
chiuso.
Ciccillo Oddio, mo che altro guaio succede?
Michelino E come avranno fatto quella povera ge...
Ciccillo Zio Felice, la moglie e la fi... stanno... e non m'hanno aspettato?
Giù, Miche'! Mi raccomando, vai e torna tra 10 minuti,
correndo! (spinge fuori Michelino) Correndo! Con gli occhi da
pazzo! Aiutami, non mi abbandonare... (lo spinge, Michelino
via)
Scena Quinta
Scena Sesta
E di pensier!
JAAAAAAAAAAA!!!! (scena a soggetto)
Ciccillo Fermo, fermo signor Michele (il quale si gira e si rivolge verso
Concetta)
Felice No no Concetta alzati e allontanati. (l’afferra)
Concetta Perché mi devo allontanare?
Felice Concetta alzati da lì!
Concetta Ma perché mi devo alzare?
Felice Guarda chi ci sta dietro di te. (vedendo Michele scappaa
dall’altra parte del tavolino impaurita).
Michele (prende la mano di Concetta)
Che gelida manina!
Se la lasci riscaldar...(soffia sulla mano)
(scena a soggetto tra i due)
Cercar che giova?
Al buio non si trova.
Felice (spaventato) Non capisce niente!
Michelino Ma perché al buoi mi trovo qua? Chi mi ha fatto entrare in
questa casa? Questa non è la casa miaaa…
Felice (spaventato)L’ ha capito però!
Michelino E perché ho camminato tanto senza ragione, senza sapere dove
andare (si avvicina a Concetta)e perché…(urlo improvviso)
Perché?
Concetta (spaventata) E io che ne so, domandatelo a lui!
Michelino (fissandola) A chi?
Concetta (spaventata)A lui! (indicando Felice)
Felice (spaventato) A me, ma guardate un po!
Michelino (Inginocchiandosi a terra e indicando Felice) Mio Dio, Dio
mio,Dio mio…
Felice (spaventata) No no ma che Dio, io faccio quello che posso non
esageriamo, ma pigliato per Dio ha detto che sono Dio!
Ciccillo Assecondatelo, assecondatelo….assecondate sempre
Felice (spaventata) Sii io sono Dio, ti parlo dall’alto del Cielo, alzati e
cammina giovane malato!
Michelino (cantando) Cosa vedo
Quali onori
Felice (cantando spaventato) Io ho paura
Me ne vado
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 25
Chisto è pazzo!!!
Michelino è lui l’ho riconosciuto
Concetta (spaventata) E’ mio marito!
Michelino No!! È il maestro dei maestri voi siete Giuseppe Verdi!
Felice (spaventato) No no signore io non sono…Ciccillo diglielo tu…
Ciccillo No Michele il signore non è Giuseppe Verdi
Concetta é Giuseppe Garibaldi!
Felice Io sono felice sciossammocca di Roccasecca signore e voi chi
siete, chi siete voi signore?
Michelino (cantando) il mio mistero è chiuso in me
Felice Non vuole far sapere i fatti suoi.
Concetta Ma come vi chiamate.
Michelino (cantando) il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua boccaaaaaa
(sale sulla sedia con un mazzo di carte in mano… scena a soggetto)
Ciccillo Ecco ora vuole fare il gioco con le carte che Caruso faceva
sempre con gli orchestrali..
Felice La scopetta
Ciccillo No la carta più alta e io devo giocare con lui zio Felice..
Felice Lo devi assecondare
Ciccillo Certo sempre assolutamente (si dirige verso il tavolo dove sta
Michele )
Michelino (cantando) Ho fatto nove….
Ciccillo (cantando) Ho fatto dieci….
Felice Uhh ha perduto
Ciccillo Certo quello Caruso perdeva sempre
Felice Signor Caruso avete perduto eh
Michelino (cantando, insieme a ciccillo) All'alba vincerò!
Vincerò!
Vincerò!
Michelino (cantando, rivolto a Felice) Ma voi perché fin qua siete
arrivato….
Felice (cantando) Son venuto a trovare mio nipote….
Michelino (cantando) Quanti anni avete….
Felice (cantando) Che te ne fotte…
Michelino Basta, basta adesso voglio l’orchestra, una grandissima
orchestra, (indicando Felice) voi mi fate viola violino e
violoncello
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 26
(cala la tela)
ATTO SECONDO
Scena Prima
Scena Seconda
Scena Terza
Felice Fai bene, fai bene perché bisogna assecondarli. Dai retta a tuo
zio...
Amalia Caro dottore!
Ciccillo Sì signora... eccoci. (a Felice) Avanti, avanti.
Felice Ma... - Ci sono gli infermieri, sì?
Ciccillo Sì e poi ci sono io. Cara signora... Beh, come andiamo oggi?
Amalia Non c'è male e voi?
Ciccillo Beh, io... io sto bene.
Amalia Bene…
Ciccillo Bene.
Amalia Il signore è vostro amico?
Ciccillo Il signore è mio zio Felice.
Amalia Molto piacere!
Felice Che spavento. All'improvviso...
Amalia Molto piacere. - Prego.
Felice Posso?
Amalia Molto lieta. - Siete tanto simpatico.
Felice Grazie.- Troppo buona.
Amalia Per carità, è dovere.
Felice Beh, dico... E va be'... Ah, signora mia... la devo mandare in
convalescenza 'sta mano.
Amalia Vostro nipote è tanto un bravo giovane. Io sono contenta di
tenerlo qua, nella mia pensione, perché non so se il dottore ve
l'ha detto, ...io sono la proprietaria.
Felice Sì, sì, me l'ha detto. La proprietaria della pensione... E brava la
proprietaria!
Amalia Ma mo mi so' stancata. Mi so' stancata di fare questa vita.
Appena si sposa mia figlia, io liquido tutto e me ne vado via.
Felice Fate bene. Ha una figlia?
Amalia Sì, sì.
Felice La graziosissima figliola...
Amalia Sì, graziosa, graziosa...
Felice Complimenti.
Amalia Grazie. 25 anni.
Felice 25 anni?
Amalia 25 anni.
Felice E già qua dentro...
Amalia E già qua dentro con me.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 31
Felice Grazie.
Carlo Quella è la veranda, si vede il panorama.
Michelino (affacciandosi dall’entrata) Cicci'... Cicci'...
Ciccillo Che c'è, Miche'?
Michelino Giù c'è Don Nicolino, vuole le 500 lire, ...dice che ha aspettato
anche troppo.
Ciccillo - Mio zio non me l'ha date ancora. Cerca di calmarlo, non so,
firmagli una cambiale.
Michelino Comunque scendi, perché se no viene su lui.
Ciccillo No, per carità! Vengo io. Ma pure lasciare zio Felice solo...
Michelino Va be', per due minuti.
Ciccillo Va be', andiamo.
Carlo Da qui si vede tutta Napoli. Laggiù il Vesuvio, Torre
Annunziata... Torre del Greco, il porto, Castello dell'Ovo... -
Laggiù è Capri.
Felice - Che bello.
Carlo - Lì è Posillipo, Capo.
Felice - Che bello.
Carlo - Da qui si vede tutto.
Felice - Si vede tutto, tutto... ...ma non si vede mio nipote.
Carlo - Stava con noi.
Felice - E dove sarà adesso?
Carlo - Sarà di là.
Felice Come di là, io se non vedo mio nipote sto in pensiero. (lo vanno
a cercare uscendo da parti diverse)
Scena Quarta
Felice - Pure?
Amalia Quant'è carina quando dice "La vispa Teresa". Fai sentire "La
vispa Teresa".
Rosina La vispa Teresa avea fra l'erbetta, a volo sorpresa gentil
farfalletta...
Felice Basta, basta! Ciccillo! Ho capito tutto.
Amalia Ma che avete perduto vostro nipote?
Felice Non l'ho perduto, siamo abituati così, ci chiamiamo sempre,
appena siamo distanti 5 minuti, ci chiamiamo. Ciccillo, zizio,
cosa c'è... Capito? Le abitudini di casa.
Amalia E sapete quali sono le preferenze di mia figlia? - Di' un po', che
preferisci?
Felice - Il manicomio...
Rosina Io preferisco gli uomini sui 40.
Felice Ah, sì? Preferisce gli uomini... sui 40.
Amalia lo a un uomo come voi, gliela darei senza pensarci su 2 volte.
Felice Signora... Lo so, ma per me sarebbe troppo onore.
Amalia Prego, per carità, l'onore è mio.
Felice No, non cominciamo, l'onore è mio.
Amalia - L'onore è mio e basta!
Felice - E chi parla più.
Amalia Rosi', ti piacerebbe sposarlo?
Rosina Certo... è tanto simpatico.
Amalia Ma allora questo è un matrimonio che si può fare. Voi ci siete?
Felice - Io ci sto.
Amalia - Non è che poi cambiate idea?
Felice - Neanche per sogno.
Amalia - Se cambiate idea, mi faccio brutta.
Felice No, non vi fate brutta, perché io non cambio idea.
Amalia Benissimo, allora figli miei, siate felici.
Felice Ciccillo! Beh, ora me ne vado perché ho da fare.
Amalia Bene, ci vedremo domani e combineremo tutto.
Felice - Domani, sì.
Amalia - Saluta.
Rosina Arrivederci.
Felice Arrivede... vederci. Don Carlo! Ciccillo!
Maggiore (entra il colonnello) Basta, ho detto basta, se no ce la vedremo!
Con questi scherzi, ce la vedremo!
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 37
Errico - Evolvermi?
Felice - Sì!
Errico Il grande passo... È stato il cielo che vi ha mandato.
Felice - Non lo so...
Errico - No, no, il cielo! Ditemi una cosa... Moglie ne avete, no?
Felice - No.
Errico - Figli non ne avete, no?
Felice - No.
Errico - Già, faceva i figli, faceva...
Felice - Come si permette? Maleducato...
Errico - Dite, qualche sorella la tenete?
Felice Eh già... E io cosa vi dovrei rispondere? Io sorelle non ne ho,
giovanotto, ma anche se le avessi, con mia sorella non c'è niente
da fare! Chiaro?
Errico - Ma per carità! Siete solo?
Felice - Sì.
Errico Meglio! Siete disposto a venire con me all'estero?
Felice - Sì.
Errico - In Francia?
Felice - Sì.
Errico - A Londra? In America? A Liverpool? Losanna!
Felice - Ah sì?
Errico - Sì.
Felice - Non lo so.
Errico - Che cosa?
Felice - Che lo sanno...
Errico - Cosa sanno?
Felice A Liverpool. Lo sanno che noi andiamo...
Errico - No! Losanna, città di Losanna.
Felice - Ah, non so se lo sanno in città, ...ma credo si sì...
Errico - Svizzera.
Felice Ah, lo sanno in Svizzera! Sì, confondevo...
Errico E Svezia, Norvegia e Scandinavia. Andiamo prima in Svezia,
poi in Norvegia e...
Felice Poi piano piano discendiamo sotto lo scantinavio...
Errico - E che ci andiamo a fare?
Felice - C'è qualche bottiglia di vino...
Errico Ma che bottiglia di vino... Parlo dei Paesi Bassi.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 42
Felice Ah, quei paesi piccolini che si vedono in cima alle montagne... -
Sì, sì...
Errico - Accettate?
Felice - Sì.
Errico Noi daremo un concerto... violino e pianoforte.
Felice - Con l'ombrello.
Errico - Cosa?
Felice - Col pizzo?
Errico - Ma no...
Felice Senza pizza e senza ombrello, noi facciamo dringhetendrà!
Errico Estroso... Noi ci basta un anno! - Faremo denari a palate!
Felice - Quante palate...
Errico - Noi faremo denaro a palate...
Felice - A palate! Ma quante palate... Uh!
Errico Ma ci dobbiamo mettere d'accordo, io non ho combinato mai
niente, per i soldi. Le spese le dovete anticipare voi, eh?
Felice Sì, sì... Quant'è che debbo cacciare?
Errico - Ehm... Un milione! - E voi cacciate... - Due milioni! - E voi
cacciate... Poi ai primi incassi, alle prime palate di denaro, ...voi
intra...
Felice - Detraggo, detraggo!
Errico Certo, un'altra cosa importante, dobbiamo partire di notte, ...non
ci deve vedere nessuno.
Felice - Sì.
Errico Se no non ci fanno partire più! Dobbiamo scappare all'alba! - Io
non vi lascio più! All'alba!
Felice - Sì, domani!
Errico - No, all'alba! (mentre esce, con entusiasmo) all’alba…
Felice - Aiuto! (Felice prende cappello e cappotto e si accinge ad
uscire, entra l'attore truccato)
Raffaele - Ma che fate, ve ne andate?
Felice - Aiuto! L'uomo nero, aiuto, l'uomo nero!
Raffaele "Ch'ella debba morir, prescrive il fato!".
Felice - Questo mi dispiace.
Raffaele - "Per impedir... ...che altri uomini ella inganni!"
Felice - È una sporcacciona!
Raffaele "Ma pria che questa lampa io spenga, pria che questa rosa io
strappi, un bacio".
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 43
Felice - A me?
Raffaele - "Ancora un bacio".
Felice - Non facciamo scherzi.
Raffaele - "Un altro, che sia l'estremo".
Felice - No.
Raffaele - "Mai un dolce bacio... "
Felice - A chi?
Raffaele - "Fu così fatale!"
Felice Aiuto! Aiuto! Direttore! Direttore! Aiuto! (entra don Carlo ed
escono i due, chi suonando, chi recitando)
Carlo - Che c'è?
Felice - Direttore... Non ce la faccio più, che spavento...
Carlo - Che succede?
Felice - Uh, che spavento. Che spavento, i pazzi si sono scatenati tutti
quanti.
Carlo - Che dite?
Felice - Non so che sarà, sarà... lo scirocco, sarà la giornata, direttore
mio, sono in crisi. Sono in crisi. Che spavento... Mio nipote
dov'è? Dov'è mio nipote? Non ce la faccio più, non ho più voce.
Ciccillo! Ciccillo!
Carlo Calmatevi, se vostro nipote non è venuto ancora, è chiaro, avrà
avuto da fare. Vuol dire che verrà domani mattina.
Felice Domani mattina? Un accidente! Io aspetto lui per andare a casa.
Io sono nuovo della città, non conosco I'indirizzo, non so la
strada, il numero.
Carlo Ma lui non si preoccupa per voi perché vi sa in un luogo sicuro.
Felice - Sicuro?
Carlo - Sì.
Felice - Questo lo chiamate luogo sicuro?
Carlo - Altroché.
Felice Ma non mi fate ridere.
Carlo Piuttosto sto in pensiero per voi, si è fatto buoi, non potete
tornare a casa... la pensione è piena, ...non c'è posto.
Felice - Perché, che vorreste fare? - Che io dormissi qua? Ma...
Carlo - No, che stupido che sono, c'è, c'è, ho trovato per voi, c'è per
voi una bella stanzetta... ...al secondo piano.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 44
Scena notte
Sposo - Bravo.
Felice (alla sposa) Ci faccia pace, su, ci faccia pace!
Sposa Ma che pace e pace, qui non c'è pace!
Felice Non c'è pace, questo è vero, a chi lo dite!
Sposo Non c'è pace signore mio, voi mi dovreste comprendere.
Felice - Ah, capisco!
Sposo - Se foste sposato, lo comprendereste meglio,...non posso vivere
senza mia moglie.
Felice - Su, siate buoni e andate a nanna. - Fate i buonini, se no vi do
le tò tò sul popò.
Sposo - Andiamo?
Sposa No, perché ora sei calmo, poi ti vengono i 5 minuti e...
Felice No, semmai chiamo l'infermiere, la camicia di forza...
Sposo Ma che 5 minuti vuoi che mi vengano, sono calmo.
Sposa No, io dormo qui.
Felice Ma è il letto mio, come dormo qui?
Sposo - Ma è il letto di Roccasecca...
Felice - Va bene, farò un sacrificio, ...mi arrangio con la signora...
Sposo - Dico, voi siete pazzo!
Felice - Ah, ora il pazzo sono io?
Sposo - Sì, siete pazzo, lo dico io! Vuol dire che se mia moglie insiste,
ci arrangeremo qua.
Felice - Ma in 3 come ci mettiamo?
Sposo - Ma che in 3,...dico io e mia moglie.
Felice - E io dove vado?
Sposo - E andate all'inferno!
Felice - Ma il letto mio...
Sposo - Va bene, andate in camera nostra.
Felice - Al secondo piano?
Sposa In camera nostra? Coi cassetti aperti, i valori, ma scherzi?
Sposo Perbacco, non ci pensavo, ci sono i valori, i cassetti aperti...
Andiamocene su, cara... Coccolina d'oro...
Felice Ué, concolina d'oro... Concolina d'oro... I cassetti aperti, i
valori... e che sono un ladro, io? Per chi m'avete preso? (gli
sposini escono - Felice li segue parlando fino alla porta) Io sono
il primo cittadino di Roccasecca! Mascalzoni!
Sposo Eh? (torna dentro il marito con fare minaccioso - Felice
indietreggia) Mascalzone a me? (schiaffo)
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 50
Felice E che gli ho fatto? Perché mi ha fatto così? E che gli ho fatto,
io? Eh... (mentre parla raccoglie tutti i vestiti ed esce) Ma io me
ne vado. Ma che scherziamo? E dove siamo? È vero che è un
manicomio, ma si esagera! Questo è un manicomio che si
esagera.
(cala la tela)
ATTO TERZO
Camera con quattro porte laterali ed una nel fondo. Mensole, tavolini,
poltrone e sedie. Nella serratura di ogni porta è inserita una chiave.
Scena Prima
Scena Seconda
Concetta Buongiorno.
Rosina Buongiorno.
Concetta Voi, signora, volete parlare con don Felice?
Amalia Sicuro. Se sta comodo, però.
Concetta In questo momento, vedete, non può parlare, sta facendo il
semicupo caldo per certi dolori che gli sono venuti stamattina
al basso ventre.
Amalia Oh, mi dispiace… Ma che ne soffre?
Concetta Sì, da molto tempo soffre di appendicite. Ma voi potete parlare
con me, è lo stesso.
Amalia Forse voi siete la madre?
Concetta No, sono la sorella… la sorella più grande, e questa ragazza mi
è nipote.
Amalia Ah, bravo.
Concetta Accomodatevi, vi prego. (Bettina da le sedie e via ridendo).
Amalia Grazie. (seggono). Ecco qua, signora mia, si tratta di un
matrimonio. Un matrimonio combinato così, come si dice:
Frienno magnanno. Ieri abbiamo avuto l’onore di conoscere
don Felice, lui ha visto mia figlia e l’è piaciuta. Mia figlia l’ha
trovato simpatico e ci siamo subito intesi. Io come madre,
figuratevi, ho un gran dolore staccarmi da lei, ma trattandosi di
un uomo serio, positivo, non vorrei perdere tempo e sono
venuta per combinare, tutto lesto lesto.
Concetta Ah, sicuro. E perché si deve perdere tempo? Una volta che
vostra figlia piace a mio fratello, mio fratello piace a lei, si può
fare tutto con la massima sollecitudine, con tutta la fretta
possibile.
Amalia Voi ne avete piacere?
Concetta Io? Ma vi pare. E’ stata una cosa che mi ha fatto molto piacere!
Non potete credere quanto sono contenta!
Margherita Ma scusate, signora, fosse uno sbaglio, questo don Felice che
voi dite che cognome tiene?
Amalia Ah, il cognome? Sciosciammocca.
Concetta Sciosciammocca, sissignore.
Amalia Non è Napoletano, è di Rocca…
Concetta Secca… di Roccasecca.
Amalia Perfettamente.
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 55
Scena Terza
Ciccillo Embè, che volete da me… Io ebbi una chiamata per un consulto
urgente e dovetti correre. E mentre stevo tornando, sono
scivolato su una buccia di limone e andai a sbattere con la testa
vicino alla ruota di una carrozzella. Per poco non ci rimettevo
un occhio. Guardate quà. (mostrando la fronte).
Felice E bravo, stavamo passando un guaio ciascuno!
Ciccillo E la zia non vi ha voluto acsoltare?
Felice Niente, nun me dette ‘o tiempo ‘e me fà dicere na parola.
Appena arrivaje me facetta na cancariata ch’era venuto tarde,
po’ se ne jette dinto ‘a cammera soia e se chiudette ‘a dinto. (a
Margherita). E’ vero, è vero? Rispunne.
Margherita (fredda) Sissignore.
Felice Vì che bella educazione! Già, chillo ‘o padre era negoziante ‘e
puorce. Che ne vuò ricavà. Accussì si risponne?
Margherita Così voglio risponnere.
Ciccillo Neh, Margarita, e perchè questi modi?
Felice Ciccì, famme rispettà, agge pacienzia.
Ciccillo (a Felice) (Lasciate fare a me). (a Margherita) Ma capisci che
oggi quell’uomo tu lo devi rispettare perché è il tuo secondo
padre.
Margherita E perciò lo tratto così, perchè penso che lo devo rispettare,
altrimenti…
Felice Mi spaccherebbe la testa.
Ciccillo Va bene, questo lo puoi dire ora perchè non ci sono io in casa e
questo pover'uomo è solo. Quando mi verrò a stabilire pure io a
Roccasecca…
Margherita prendi le mazzate…
Ciccillo Prendo le mazzate? Lo vedremo… Quando vengho io le cose
devono andare diversamente.
Felice Nun le dà audienza, Ciccì, chella è maleducata.
Ciccillo E gliela insegno io l'educazione, la metto io a dovere.
Margherita Mammà vi sta aspettando in camera. Ha detto se potete
andare di là che vi deve parlare.
Felice A me?
Margherita Si, a voi.
Felice Va bene, adesso vado.
Ciccillo caro zio mi volete dare quelle cinquecento lire che servono per
comprare quella macchina?
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 57
Scena Quarta
Scena Quinta
Scena Sesta
Concetta Poi ha detto a quelle due là dentro << State zitte che ora arriva
il direttore e vi picchia>> Chi è sto direttore?
Errico (di dentro bussando alla porta). Don Felì, perchè mi avete
chiuso qua dentro?
Concetta Sta chiuso un uomo in quella camera! E perchè?
Margherita E chi lo sa!
Raffaele (di dentro bussando alla porta) Don Felì, aprite, vi devo dire
una cosa.
Concetta E là ci sta un altro uomo?
Margherita E quello deve essere Otello.
Concetta Otello?
Margherita Sissignora, così si chiama, me ll’ha detto lui.
Concetta (guardando in fondo). Sta arrivando, andiamocene, non ci
facciamo vedere. (via a sinistra)
Scena Settima
Felice (dal fondo a sinistra) M’aggio astipato tutte cose. Sta canestella
levammola ‘a ccà. (prende il canestro e lo mette a terra in
fondo. Errico e Raffaele bussano alle porte). Stateve zitto, sta
venendo ‘o direttore, cu duje maste Giorgio.
Maggiore (di dentro) Qua abita don Felice Sciosciammocca?
Bettina Sissignore.
Maggiore (di dentro) E allora non me rompere…, io posso entrare quando
voglio.
Felice Che sento, ‘o Maggiore. Pure chisto n’hanno fatto scappà! E
comme ‘a combino mo?
Maggiore (fuori) Ah, eccolo qua! Buongiorno, signore. Non dovete
aver paura perchè io ho capito che siete una carogna e non mi
posso battere con voi. Mi fate compassione. Ho saputo il vostro
indirizzo da un cameriere dell’albergo e sono venuto a
domandarvi dove abita quell’amico vostro che ieri sera parlava
con voi, quel giornalista, quell’imbecille, che voleva
insegnarmi l’educazione. Stamattina non s’è fatto vedere, è
sparito. Ditemi dove sta, dove lo posso trovare.
Felice Aspettate… voi forse parlate ‘e chillo giovene che
s’appeccecaie cu vuie aieressera, che ‘o chiammasteve carogna,
vigliacco?
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 63
Maggiore Perfettamente.
Felice Guardate la combinazione! E chillo mo ha da venì ccà pe
n’affare, nce tengo l’appuntamento a mezzogiorno.
Maggiore Possibile. Veramente?
Felice Parola d’onore. Aspettatelo nu momento dinto ‘o salotto.
Appena vene ve chiammo.
Maggiore Nel salotto? E qua non posso aspettare?
Felice No pecchè chillo po’ essere che appena ve vede se ne scappa.
Maggiore Ah, già, dite bene.
Felice Favorite.
Maggiore Allora vi raccomando, sapete. Come lo vedete entrare mi
chiamate.
Felice Si capisce. Favorite. (apre la seconda a destra fa entrare il
Maggiore e chiude a chiave). Puozze murì e’ subeto! M’hai
fatto sudà friddo! Ma comme, se ne sò scappate tutte quante ‘a
llà ‘ncoppa? (si bussa alle porte prima a destra e seconda a
sinistra).
Voci (di dentro) Aprite, don Felì.
Felice Seh, state frische! Mannaggia chi v’ha allattate! Guè, chille
vonno essere aperte. M’hanno fatto passà chesto poco. Aspetta
mo ‘e faccio stà zitto subito subito. (suona un campanello).
Scena Ottava
Scena Nona
Scena Ultima
Ciccillo (uscendo in fretta). Caro zio, questo è il resto (fra sé) (Che
vedo! Stanno tutti qua!)
Felice ‘Mbruglione, svergognato! Abbiamo scoperto tutto! Sappiamo
tutto! Come vedete, ccà stanne tutte ‘e pazze!
Concetta Birbante galeotto!
Felice E nce sta pure ‘o tenore. Ched’è, mo nun cantate cchiù? “Oh
ciel che feci ne sento orror”.
Michelino Lui me lo ha fatto fare.
Ciccillo E’ la verità. Io avevo un sacco di debiti a Napoli, non potevo
andare da nessuna parte. Per potermeli togliere vi cercai quei
soldi e vi dissi che mi servivano per pagare un anno di anticipo
per il manicomio. Voi poi siete venuto a Napoli e volevate
vederlo e io non sapendo come fare vi ho portato alla pensione
dove alloggio.
Tutti (ridono) Ah, ah!
Maggiore Ma quel giornalista?
Felice Io non lo conosco… nun saccio addò sta.
Maggiore Lo troverò io. Permettete. (via).
Errico Vuol dire che non partiamo più?
Felice Ch’aggia partì, io nun saccio sunà nisciuno strumento.
Raffaele E verrete al mio debutto?
Felice Non posso… aggia partì, me ne voglio turnà ‘o paese, a Napoli
me so’ stunato.
Ciccillo Perdonatemi, non lo faccio più.
Carlo Va bene, don Felì, perdonatelo. Sono cose di gioventù.
Amalia Alla fine non ha fatto un gran male.
Altri Perdonatelo!
Concetta Va bene, non ne parliamo più. Ma se ne deve tornare con noi a
Roccasecca, e deve stare sempre là.
Felice Ah se capisce. (a Ciccillo) Che ne dice?
Ciccillo Sissignore, sto sempe llà.
Felice Ciccilo e tu andavi a Napoli,
a cercare i pazzi...
l pazzi sono ovunque...è pieno il mondo...
ce ne saranno in sala, certamente...
E pensandoci bene,in fondo, in fondo...
‘O miedeco d’e pazze di E. Scarpetta pag. 67
(cala la tela)